martedì 14 luglio 2020

Quello che alle donne non dicono.

Ci siamo.
È vero che chi crea qualcosa la vuole bene a prescindere dal risultato ma io a questo libro, il mio terzo, ci tengo.
La mia attività di divulgazione, come sa chi mi segue dall'inizio, è iniziata per puro caso. Trovarmi quindi a scrivere libri (non è il mio lavoro) mi sorprende, arricchisce e rende fiero. In fondo dissemino conoscenza.
Però è la prima volta che scrivo un libro da ginecologo, che è il mio lavoro.
Ho provato a unire il mio lavoro di ogni giorno, quello di ginecologo ospedaliero (e di un ospedale pubblico) con quello "virtuale" che mi vede impegnato sul web (ma anche fuori, ormai) nella spiegazione della medicina, nella divulgazione scientifica e nell'analisi e smentita di tutte quelle pratiche mediche che non hanno base scientifica (che qualcuno definisce con un termine moderno debunking) .
La passione c'è ancora ma finalmente posso applicare il "debunking" in ginecologia.

Per questo il libro che ho scritto non l'ho concepito né come un libro di medicina né come un manuale di consigli per la donna (ce ne sono tantissimi!) ma come un volo, un passaggio radente sulla salute femminile, sui problemi più importanti, diffusi, sulle cose che chiedono le pazienti in un ambulatorio ginecologico. Ovviamente non ho potuto trattare tutti gli argomenti di ginecologia e qualcuno magari non troverà quello che interessa ma si dovevano fare delle scelte o avrei scritto un trattato di ginecologia.


Se racconto un po' di salute generale della donna, in certi paragrafi spiego perché non ha senso controllarsi continuamente, cerco di fare capire il significato di "screening", spiego i più diffusi per le donne e parlo anche di argomenti come i cosmetici o le diete.
Ma ho dedicato un po' di spazio anche ad argomenti più ostici, meno trattati, dei quali si parla poco (quello che alle donne non dicono, appunto), come malattie rare come la vulvodinia, le insidie dell'endometriosi o assurdità come il body shaming o la "bikini syndrrome", termine che ha due significati in medicina.
E poi ho pensato di dargli un aspetto leggero, di renderlo leggibile, quasi "da ombrellone". Per un semplice motivo: dare in mano a una persona (uomo o donna che sia) dell'ennesimo volume di consigli e regole da seguire non c'era bisogno. Molto meglio un piccolo riassunto di concetti (alcuni conosciuti, alcuni no) semplici da seguire e piccole idee che potessero accendere la "lampadina" della ragione e del ragionamento. Ovviamente il libro è per le donne, dedicato a loro ma qualche uomo mi ha detto di averlo trovato utile e interessante.

Inutile dirvi che spero che anche questo libro vada bene, l'inizio è promettente, alla fine è un modo per dirmi "grazie" e "continua così".
Lo trovate naturalmente in tutte le librerie e anche nei negozi on line abituali.

Alla prossima.

venerdì 3 luglio 2020

Non è vero ma ci credo.

In tutti questi anni, una delle domande alle quali non sono riuscito a dare una risposta certa è: "perché le persone credono alle cose più incredibili, anche a quelle chiaramente stupide e non accettabili?".

Non è facile rispondere. Sicuramente noi esseri umani siamo creduloni, istintivamente creduloni, non solo per caso ma proprio vogliamo credere alle cose più assurde e implausibili. Ai miracoli.
Ne ho parlato diverse volte: è più facile sapere che la cura (non sicura) per una grave malattia è pesante, ricca di effetti collaterali e costosa o che ne esiste una semplice, economica (sempre efficace) che non ci darà nessun effetto collaterale?
Ovviamente la risposta corretta è la due. Non corretta nel senso che è vera ma in quello che è la risposta che più ci piace, che gradiamo, che vogliamo sia vera.

Si possono tirare in ballo i meccanismi cerebrali, la psicologia, le neuroscienze, perché crediamo al miracolo nonostante di miracolo non vi sia traccia. Perché crediamo alle parole del primo che passa, perché c'è gente che crede alle scie chimiche, altri che pensano che i cerchi nel grano sarebbero fatti dagli alieni.
C'è chi crede ai fantasmi e agli oroscopi, gli astri che governano la nostra vita. Perché?
Perché credi a un giornalista che dice che con i suoi (ovviamente) integratori potrai vivere fino a 120 anni? Perché credi a una venditrice che ti dice che un rametto magico ti farà vincere tanti soldi alla lotteria?
Ci credi, nonostante sia implausibile, assurdo, nonostante, a volte, la truffa sia chiara, evidente, alla luce del Sole.

Non c'è risposta. Ignoranza? No.
Non solo a queste cose ci crede chiunque, anche il colto, il laureato (basti vedere quanti medici omeopati esistono) non è il titolo di studio che fa il credulone ma anche la persona più scettica e sveglia può cascarci.
Disperazione? No. Certo, la disperazione (nei casi di malattia è frequente) ma ci sono casi nei quali persone assolutamente in salute, sane, tranquille, equilibrate, pensano davvero che bevendo un bicchiere di acqua (tiepida, mi raccomando) e limone, la mattina (chissà perché non alle 11:00) starai bene e in salute. Ci credono. E guai a spiegare che un bicchiere di acqua e limone nel corpo avrà lo stesso effetto di un bicchiere di acqua senza nulla o con un po' di zucchero o con il sale o il pepe, niente di particolare. Niente. Eppure ci credono e lo fanno.

Magari c'è chi non lo dice a tutti, si rende conto della propria ingenuità però ci crede lo stesso: "non si sa mai".
Non c'è il rimedio alla creduloneria, anzi, siamo tutti esposti a queste trappole, però avere un approccio critico, una buona capacità di osservazione, un sano scetticismo può aiutarci, può evitare spiacevoli sorprese e brutte esperienze (a volte anche pericolose, se parliamo di salute o soldi).
Vi racconto un episodio che mi capitò personalmente qualche anno fa.

Per noi medici uno degli impegni più onerosi (soprattutto per alcune specializzazioni, come la mia da ginecologo) è quello relativo all'assicurazione professionale. Si può partire da 400 euro l'anno ma ci sono figure professionali (ehm...) che arrivano a pagare anche 5000 o 10.000 euro l'anno, immaginate che peso per ogni medico. Si è quindi sempre in cerca di una buona assicurazione a condizioni accettabili.
Un anno dei colleghi mi parlarono della loro, notevolmente più economica della mia, conveniente, completa, erano soddisfatti. Alcuni di loro si erano accordati con il broker dell'assicurazione anche per altri investimenti, alcune assicurazioni di vario tipo, anche sulla vita. Incuriosito chiedo il recapito del broker e lo incontro.
Persona gentile, educata, elegante, mi propone un vero affare. L'assicurazione professionale che avrei stipulato con lui (con una delle più importanti società di assicurazione al mondo!) conveniva tantissimo, avrei pagato un terzo circa di quanto pagavo in quel momento, per condizioni molto simili: convenientissimo.
Così decisi, avrei stipulato l'assicurazione con lui.
Sempre gentile e disponibile, nuovo appuntamento, mi fa firmare carte e documenti, mi consegna il contratto e io pago, assegno, tutto il regola.
Contento e soddisfatto torno a casa.
Poso il contratto e tutto finito.
Poi il giorno dopo ripenso. C'era qualcosa di strano, vado a rivedere il contratto, lo rileggo e tutto era normale. Lo giro e rigiro, timbri, firme, carta intestata, tutto normale.
Poi guardo ancora e penso che, alla fine, in mano ho dei fogli scritti al computer e rilegati. Cioè alla fine avevo in mano qualcosa che chiunque (anche io) avrebbe potuto fare. Delle fotocopie, due timbri, due firme e avrei incassato qualche soldino. Cioè non è che avessi motivi per sospettare ma quello che avevo tra le mani era un pezzo di carta, bastava guardare e avere un attimo di scetticismo, spirito critico (quante volte vi ho detto che è la prima arma per non farsi fregare?).

Ma dai...ma che pensi...dai...
E poi tutti i colleghi che sono assicurati da anni! Addirittura sulla vita...dai...
Chiamo uno dei colleghi. Gli chiedo se per caso avesse avuto dubbi, sospetti, nulla. "È una brava persona, mai avuto problemi, è educato, figurati...".
Certo che era educato, l'ho visto. Ma sarò io sospettoso e troppo scettico, mi rilasso.

Però una telefonata alla notissima assicurazione la voglio fare. La faccio.
E non risulto assicurato. Mai stato. Come quella persona non risulta broker di quell'assicurazione. Avverto un collega, poi un altro, poi quello assicurato sulla vita: nessuno di loro era assicurato. Una truffa.
Solo in quell'ospedale eravamo assicurati in venti.
In pratica il broker era un finto broker che incassava i soldi, faceva due fotocopie e buonanotte.
Come l'ho scoperto? Esattamente come ho raccontato; riflettendo, diventando sospettoso, scettico, informandomi, approfondendo. Bastava guardare (come dico sempre).
Per la cronaca il finto broker fu denunciato e poi condannato (e io ripresi i soldi dati).

E allora?
Allora questa è la dimostrazione della complessità dell'essere umano, dei suoi meccanismi psicologici e neurologici, del pensiero complesso che, proprio perché è complesso, spesso cerca bramosamente, avidamente, quello semplice: una parola magica, un bicchiere di acqua e tutto passa, tutto si risolve.

Su Facebook c'è una pagina nella quale una persona, un perfetto anonimo, vende una scatoletta con un disegno sulla faccia superiore, un'asticella che finisce con una pallina e una luce accessa (quando la scatoletta che funziona a elettricità è accesa).

Questa scatoletta non contiene nulla, niente di strano: le pareti, la luce "on-off"), dei fili elettrici che fanno funzionare tutto, collegati a una batteria. Fine.

Il signore però la vende come un apparecchio "radionico". La "radionica" è una disciplina pseudoscientifica che vorrebbe fare diagnosi e cura delle malattie tramite l'elettricità e le onde elettromagnetiche, in particolare, grazie all'emanare onde elettromagnetiche, visibili solo con determinati strumenti, sotto forma di una sorta di alone chiamato "aura", il corpo può essere studiato da esperti del campo (che non sono altro che ciarlatani improvvisati). Ovviamente, oltre a non avere alcuna base scientifica, la radionica è stata studiata anche scientificamente dimostrando la sua totale inconsistenza.
Scaturita dall'entusiasmo per le applicazioni dell'elettricità, dopo la sua scoperta, la radionica ha via via perso di importanza e diffusione, qualcuno però ancora ci prova, come il signore su Facebook.

Ovviamente siti bufala e radio alternative lo presentano, intervistano e esaltano come un "rivoluzionario", uno che la sa lunga.

Niente. Il signore pubblicizza la scatoletta elettrica che, a suo dire, avvicinata a qualsiasi oggetto rotto, non funzionante, guasto, lo sistemerebbe. Ma vende anche delle figurine che, stampate, bisogna portare in tasca e ci daranno salute e felicità, basta volerlo e ripetere tante volte cosa si desidera (e portare le figurine in tasca, ovviamente).
E ci sono pure le testimonianze.

"Avevo il frigorifero rotto, ho avvicinato l'apparecchio radionico e ora funziona". "Il finestrino della macchina non funzionava, ho avvicinato l'apparecchio e ora funziona che è una meraviglia". Se la scatoletta tutta fili e lampadine sistema i finestrini non può che funzionare con il corpo umano. Ed ecco che, senza farlo pesare più di tanto, il signore fa capire che anche la salute ne avrebbe giovamento.

Tra un video e un altro appaiono i clienti. "Posso usarla per il forno a microonde che ultimamente fa i capricci?".
"A casa mia c'è umidità, dici che potrebbe eliminarla?"

Uno degli strumenti curativi miracolosi.

Il prezzo? Puoi mandarmene due?
Chiedono della scatoletta miracolosa, serve a tutto, dalla riparazione degli elettrodomestici alla salute e non è che agisca chissà come, basta avvicinarla alla cosa "rotta" e questa per magia si sistema.
La gente ci crede. Non c'è niente da fare: ci crede. E se non funziona com'è ovvio? Cerca una giustificazione, un motivo, non può "non funzionare", c'è la prova su internet!
Crede anche alla versione non elettrica che sistema le cose rotte solo con la forza del pensiero. Capito?


Non funziona, ci vorrà tempo?

Se la gente crede al bicarbonato che cura il cancro, come non potrebbe credere alla scatoletta che sistema le serrande rotte?

Però non bisogna prendere in giro queste persone. Come ho già detto non si tratta (per forza) di "stupidi" o "ignoranti", non si tratta di boccaloni, c'è gente comune, come tutti, padri e madri di famiglia, professionisti, insegnanti, medici, casalinghe, giornalisti, avvocati. Non stupitevi e non sentitevi esenti da queste cose.
Da questo dobbiamo trarne un insegnamento quindi: occhi aperti. Anche nelle cose più banali, quelle che sembrano normali e semplici: occhi aperti.

Alla prossima.