lunedì 30 ottobre 2017

VaxLegend: come si infila un feto in un vaccino? Con un articolo di giornale.

La propaganda antivaccinista esiste da sempre, da quando sono nati i vaccini.
La sua origine è ovviamente l'ignoranza, non percepire non solo l'importanza delle vaccinazioni ma anche il loro meccanismo, non si capiscono i motivi per cui sono considerati sicuri ed efficaci perché sono medicine che si assumono in assenza di malattia, per prevenire e tutto ciò che si fa a scopo preventivo è considerato superfluo, per natura ci immaginiamo immuni dai problemi più gravi.
Nel 1900, quando l'ignoranza era un analfabetismo diffuso, le paure erano ovviamente irrazionali. Per esempio si spargeva il terrore dicendo che il vaccino, derivando dalle vacche (era stata questa la prima forma, grezza, di vaccinazione), avrebbe causato malattie simili a quelle degli animali nei vaccinati, oppure avrebbe addirittura creato dei mostri, metà uomini e metà  mucche.
Normale per quell'epoca. Se a quei tempi la propaganda antivaccini usava argomenti adatti alla popolazione analfabeta, oggi ne usa altri adatti alla popolazione generale, fondamentalmente analfabeta scientificamente ma che ha accesso ai media (internet, televisione) molto facilmente.

Propaganda antivaccini: dopo la vaccinazione antivaiolo dal corpo escono mucche. La propaganda punta a creare ribrezzo, con qualsiasi mezzo, nei confronti del "nemico", in questo caso i vaccini.

Oggi si punta ad altro, l'ignoranza esiste ancora ma spesso è dovuta all'incapacità nel distinguere le buone notizie dalle bufale o deriva dall'eccesso di informazioni: abbiamo tante di quelle notizie da confonderci e non sapere più chi ascoltare. Non si può più dire che nascono le mucche sulla pelle ma possiamo dire che i vaccini conterrebbero qualsiasi cosa, meglio se qualcosa che faccia effetto, basta dare con leggerezza false informazioni ed il gioco è fatto.

E sui vaccini di falsa informazione ce n'è tanta. Fortunatamente, dopo un iniziale caos, i media stanno iniziando (almeno quelli più seri) a prendere provvedimenti, a non dare più voce a ciarlatani o imbonitori a fare parlare solo le persone competenti ma ogni tanto qualcuno ci ricasca.
Come qualche giorno fa il quotidiano "La Verità".


Quante volte avete letto la bufala "feti abortiti nei vaccini" o "nei vaccini ci sono cellule di feti abortiti"? Bene. Capisco che chi non è del campo potrebbe non capire cosa si nasconda in questa "terribile rivelazione" ma posso provare a spiegarlo.
In questo caso si tratta di una bufala che usa sapientemente delle tecniche di propaganda: crea ribrezzo per suscitare paure e confusione.
"Feti abortiti per fabbricare vaccini, donne usate come galline ovaiole", è questo il titolo del quotidiano nel quale è apparsa una lunga intervista poi richiamata in prima pagina, l'intervistato è il titolare (noto antivaccinista) di un laboratorio analisi privato, presentato invece come "scienziato famoso in tutto il mondo" che dice di voler salvare l'umanità con queste sue rivelazioni. Il problema è che, per salvarla, chiede soldi, anche con toni piuttosto drammatici.


I toni drammatici sono usati anche nell'intervista e la giornalista, senza fare una piega come se fosse una cosa normale, riporta la notizia dei "feti abortiti" per fare i vaccini.
Ovviamente per le risposte catastrofiche del presunto scienziato famoso in tutto il mondo non c'è nessuna spiegazione o un contraddittorio, si lancia la bufala e buona notte, l'informazione ormai si fa così.

In realtà questo articolo potrebbe essere una risposta per chi si chiede come mai i quotidiani non vendano più, perché c'è una crisi della carta stampata, eccone un motivo: i giornali si comprano per informarsi, se ospitano pagine di fantamedicina e disinformazione, perché spendere soldi? Di pagine di false notizie è pieno internet, che è gratis.
Perché comprare quindi un foglio di carta che non serve a nulla?

Cioè, se un giornale intitolasse un'intervista "corpi umani per produrre il sangue per le trasfusioni" o "organi espiantati quando il cuore ancora batte per fare trapianti" o "pus nel latte", non starebbe dicendo una bugia ma nemmeno farebbe un servizio al cittadino, forse un servizio ad un'ideologia, questo sì. A cosa servono quindi cose (e titoli) del genere?
I "feti per produrre i vaccini" è dunque un esempio di cattiva informazione, di malafede e manipolazione della realtà ai fini ideologici.

Chi lavora nel campo della ricerca, infatti, si starà facendo sicuramente una risata, lo so benissimo non preoccupatevi, perché l'uso di linee cellulari umane è uno standard (da decenni ormai) di qualsiasi laboratorio di ricerca ma avverto che sarà una risata amara perché lo scienziato dello scoop dei feti fa invece capire chiaramente che questo "uso di feti abortiti" sarebbe uno scoop, praticamente un crimine e ci sarebbe qualcosa di immorale o proibito. Lui ha visto addirittura le fatture! Tutte cretinate che, chi non è del campo, potrebbe non capire.

Se dicessi "attenzione, DNA umano nelle trasfusioni di sangue!" o "usano corpi umani per preparare il sangue delle trasfusioni" non starei dicendo bugie ma starei tentando di creare paura, ribrezzo e se poi dicessi che questi derivati di corpi umani sono usati abitualmente persino negli ospedali italiani creerei un clima di sospetto che, riflettendoci, è però piuttosto stupido. Nel sangue che usiamo per le trasfusioni c'è (ovviamente) una bella quantità di cellule umane (i globuli rossi!) e di DNA (che è nelle cellule, in tutte).
Ovviamente sono usati corpi umani (e di chi allora, i donatori sono umanissimi...) e chi avrebbe il coraggio di dire che le trasfusioni sarebbero per questo dannose? Nessuno, passerebbe per ignorante (o in malafede). Eppure c'è chi da tempo va in giro a dire che nei vaccini ci sarebbero "feti abortiti" o che "si usano feti abortiti per fare i vaccini". E glielo fanno dire pure in prima pagina.

Come leggete questa notizia? Paura? Schifo?

No, state tranquilli, chi lo dice vi sta semplicemente prendendo per stupidi.

Ora vi "traduco" questa terribile notizia e vedrete come tutto diventa ridicolo e mostra che tecniche (viscide) di propaganda usa l'antivaccinismo.
I virus (per chi non lo sapesse) non sono cellule normali, non sono come i batteri, per "vivere" e riprodursi devono entrare (proprio entrare, dentro) una cellula vivente. Per questo sono pericolosissimi, riproducendosi distruggono le cellule che li hanno ospitati. Chi deve studiare o produrre virus a scopi medici deve quindi tenerne conto.

Ovviamente per produrre alcuni vaccini (quelli che usano virus attenuati, per esempio) o per studiare i virus, abbiamo bisogno di averne a disposizione qualcuno, esattamente come quando studiamo i batteri (se non ne abbiamo come li studiamo)? O come quando si studia un organo umano, dobbiamo procurarcelo.
Come si fa allora a "coltivare" virus? Si usano delle cellule viventi (esattamente come per studiare i tumori). In queste cellule viventi (che possono essere di cavia o di uomo) si coltivano i virus che poi si useranno per studio o per farmaci. Per produrre i vaccini a virus attenuati (per esempio quello per la rosolia) si useranno quindi dei virus coltivati in cellule umane. Lo stesso per studiare i virus o per fare diagnosi, per capire quale virus (o sospetto) ha causato una malattia, eccetera.
Fin qui ci siamo?
Ecco.
Da questo momento in poi le cellule umane non si usano più. Si prendono i virus ed il resto è un procedimento farmaceutico che porterà alla produzione del farmaco. Ovviamente non si usano cellule a caso", ogni azienda o laboratorio compra da altri laboratori specializzati le cellule di coltura. Questi laboratori hanno milioni di cellule che derivano da alcune (poche) fonti, in particolare da due (che hanno delle sigle): la WI-38 e la MRC-5. La prima deriva da un feto abortito volontariamente (a scopo terapeutico) a 12 settimane (3 mesi) nel 1962 e la seconda da uno abortito a 14 nel 1966. Queste cellule, donate dalle madri per la ricerca e la medicina, sono state fatte riprodurre e quindi distribuite nei decenni a tutti i laboratori e le aziende del mondo. Le cellule usate oggi non sono ormai nemmeno quelle originali di cinquanta anni fa ma le loro "discendenti". Per la ricerca questo è un dato assolutamente normale e conosciuto ed anche per qualsiasi laboratorio diagnostico di alto livello.

La stessa identica cosa succede nello studio dei tumori, per il quale si usano moltissimo le cellule di una donna morta per tumore del collo dell'utero, Henrietta Lacks e proprio dalle sue iniziali (HE-LA) queste cellule prendono il loro nome. Nel caso dei vaccini quindi non si tratta di "feti abortiti" usati per la produzione ma di cellule discendenti da altre cellule di feto abortito e donato alla ricerca. Forse questo fa assumere alla cosa un altro significato e fa capire il livello di serietà di chi ha detto certe cose.
Queste cellule sono acquistabili da tutti (anche on line!) per dire quanto sia "segreta" questa procedura, l'intervistato ha visto le fatture ma noi siamo più fortunati, potendo acquistare on line anche se non facciamo parte dei servizi segreti.

Battute a parte, in che tipo di cellule vuoi coltivare virus umani? Come puoi ottenere cellule da destinare alla ricerca? Non certo dal nulla e allora si usano quelle derivate da un unico tipo di cellule tanti anni fa. Se si ha qualcosa in contrario basta rinunciare praticamente a tutta la medicina moderna. Se ci aggiungiamo anche che per esercitarsi un chirurgo spesso deve usare cadaveri (che impressione, vero?) potremmo fare un altro scoop in prima pagina.

Nulla di segreto o di proibito, niente di schifoso o preoccupante, che ve ne pare?
Si tratta di ordinaria scienza, medicina, normale produzione farmaceutica. È quello che si fa e si è sempre fatto per studiare le cure per le malattie, produrre farmaci e fare ricerca che è poi lo scopo per cui, quelle donne, hanno donato le cellule dei propri figli, l'importanza di queste cellule è descritta anche dagli studiosi che ne hanno parlato nelle loro ricerche che sottolineano come, la sicurezza e le caratteristiche di queste linee cellulari, abbiano rappresentato un enorme passo avanti della scienza e per la salute. Chi ne parla come qualcosa di strano quindi o è ignorante o in malafede.

L'intervistato aggiunge altri particolari scabrosi che aumentano la tensione del suo romanzo giallo, per esempio l'FBI che indagherebbe sui fatti.
Storia complicata. In realtà questo è uno scontro politico avvenuto negli Stati Uniti: un'associazione di pianificazione famigliare (Planned Parenthood), spesso al centro di scontri e denunce di gruppi antiabortisti o ultracattolici, è stata accusata da gruppi antiaborto ( dopo un report fatto con uso di telecamere nascoste ed infiltrati) di ricevere denaro in cambio di forniture di tessuti fetali da destinare alla ricerca. Le indagini (sono quasi 500 pagine) del congresso americano sono finite con lo scagionamento da tutti i reati dell'associazione e delle aziende chiamate a risponderne e comunque l'associazione ha annunciato di rinunciare da quel momento in poi a pagamenti in cambio di tessuti. Sulle "donne ovaiole" stendo un velo pietoso, come definizione di chi ha scelto (dolorosamente, com'è comprensibile) di interrompere una gravidanza è davvero di cattivo gusto.

Ma evidentemente queste notizie non sono importanti e tutto si è concentrato sui feti contenuti nei vaccini, su una notizia-non notizia, stupida, data male e manipolata peggio per la quale la giornalista ha assunto una posizione assolutamente acritica se non complice. Un articolo pieno di baggianate. Ma questo è un esempio di informazione in Italia e, come dicevo all'inizio, può essere un esempio di uno dei motivi per cui la stampa italiana ormai sia considerata poco attendibile.

Vi ho spiegato (spero bene) quello che succede e le ragioni della bufala, ora voi, con queste notizie, avete qualche idea in più. Non vado oltre, giudicate voi l'attendibilità e la serietà di chi dice queste cose, giudicate voi se un giornale che pubblica queste cose sia serio.
E giudicate voi se l'antivaccinismo sia morale o meno, soprattutto alla luce del fatto che, per salvare il mondo, non si chiedono soldi alla gente.
La Verità, è questa e forse fa capire tutto molto più facilmente.

Alla prossima.

martedì 17 ottobre 2017

Weird Medicine: quante cose strane (e raccapriccianti) possono capitare in medicina.

Tempo fa, agli albori di questo blog, periodicamente non poteva mancare un post sulle immagini scientifiche più affascinanti e belle.

Vedere quello che normalmente non vediamo (per esempio attraverso un microscopio o usando tecniche particolari di fotografia) è un'esperienza molto interessante. In campo medico l'immagine, oltre al fascino, ha un valore fondamentale.
Le immagini ci danno anche la possibilità di fissare nel tempo degli eventi strani, unici, rari e questo in medicina succede spesso. Un caso particolare, una malattia rara, una cosa mai vista, ecco che possiamo approfittare delle immagini per vederla. Ovviamente in medicina possono succedere cose molto strane, a volte comuni ma che la maggioranza delle persone ignora. Sapevate ad esempio che lo starnuto "viaggia" a 350 chilometri orari? È per questo che rappresenta una fonte importante di contagio da malattia infettiva, anche da lontano colpisce. Saperlo significa saper prendere precauzioni quando si starnutisce ad esempio farlo nell'incavo del braccio o su un fazzoletto di carta e poi va buttato negli appositi contenitori. Di esempi ce ne sono tanti ma la maggioranza è meglio riservarli, per il loro impatto visivo o la forza emozionante, a chi lavora in campo medico. Per il grande pubblico le curiosità non mancano.


Così oggi ho pensato di inserire delle notizie  stupefacenti, strane o semplicemente interessanti legate al mondo della medicina, con qualche spiegazione, concentrandomi sulle cose meno comuni e conosciute. Alcune di queste possono colpire chi è più sensibile e per questo, chi si ritenesse particolarmente impressionabile può evitare di leggere il post, per una volta si può fare.
Devo così mettere un bollino rosso all'inizio del post.

Partiamo?

Dritto in testa

Un uomo di 31 anni arriva in pronto soccorso senza coscienza. È stato colpito alla testa da una mazza da baseball.
L'uomo arriva in coma e, pur essendo in condizioni stabili, viene intubato e trasferito in rianimazione. Dopo tutti gli esami di routine è sottoposto ad esame TC (Tomografia Computerizzata) che evidenzia una frattura diffusa del cranio, in particolare dell'osso temporale, parietale ed occipitale sinistro con ematoma ed emorragia.
Le condizioni sono critiche. Il neurochirurgo giudica l'intervento chirurgico non indicato. Dopo un iniziale peggioramento dell'ematoma, in dodicesima giornata il paziente è estubato (gli vengono tolti tutti i mezzi di respirazione artificiale).
Le condizioni generali sono più o meno stabili ma il paziente, vivo, è dimesso e trasferito in un centro di riabilitazione per ulteriori cure. Il tipo di frattura che si vede nell'immagine è chiamata anche "a mappamondo" perché ricorda le linee ed i segni di una mappa geografica ed è tipica di certi traumi al cranio, in particolari di impatti con superfici dure, ampie e piane.


Che il cielo mi fulmini!

Meglio di no.
Essere colpiti da un fulmine è considerato un evento talmente raro che diventa un esempio di "caso fortuito" eccezionale.
Eppure così raro non è. Sono centinaia le persone che ogni anno, in ogni parte del mondo, sono colpite da fulmini con conseguenze più o meno gravi ed in genere un fulmine non perdona. 
Tra le conseguenze immaginabili dell'essere vittime di "folgorazione" da fulmine ne esiste una poco conosciuta e curiosa. Sono le macchie di Lichtenberg.

Il fulmine, pura energia elettrica, sviluppa calore e questo tende a distribuirsi nei tessuti più ricchi di liquidi (vasi sanguini e pelle, ad esempio). Questo può causare, oltre ai gravissimi danni immaginabili, anche la rottura di piccoli vasi sanguigni superficiali, molto vicini alla cute. Il "disegno" di questi capillari può diventare così visibile da creare uno strano disegno, brunastro e simile ad un tatuaggio (che dura molti mesi, anche anni).
Questi disegni cutanei si chiamano "macchie di Lichtenberg".



Il pidocchio acrobata.

I pidocchi sono piccoli parassiti che colonizzano il corpo di vari esseri viventi, uomo compreso. Quelli che colonizzano l'uomo possono localizzarsi in varie aree, con preferenza verso quelle più ricche di peli come il cuoio capelluto ed il pube.
Proprio sul pube vive un tipo di pidocchio che depone le sue uova sul posto e può causare sintomi di vario tipo. Dal prurito all'arrossamento fino all'infezione.
L'infezione da pidocchi era molto più comune in tempi di povertà per le scarse condizioni igieniche generali ma ancora oggi, in comunità affollate (scuole, carceri, dormitori) è possibile rilevarne vari casi.
Nel video un pidocchio che si fa strada tra i peli pubici di un uomo di 65 anni presentatosi dal medico con una storia di prurito pubico da oltre un mese.



Creduloni o masochisti?

Il "cupping" è una pratica pseudoscientifica (con pretese di essere medicina) che ha in comune le teorie esoteriche dell'agopuntura: i flussi di energia, i meridiani, il Qi ed altro, tanto da essere considerata una pratica orientale.
Consiste nell'applicare sulla cute (della schiena) delle coppette di vetro (raramente di metallo) nelle quali è stato creato il vuoto con una fiamma. Così facendo le coppette creano un effetto "ventosa" che risucchia la cute ma anche i vasi sanguigni superficiali. L'idea "popolare" che sostiene questa pseudocura è quella preistorica del "male da tirare fuori dal corpo", in pratica si crea un fastidioso "risucchio" che attira verso la cute liquidi e sangue, con conseguenze tutt'altro che positive.
Questa pratica, che non ha ovviamente alcun effetto benefico né curativo, è stata portata alla ribalta da alcuni testimonial famosi, in particolare un campione di nuoto che, per questo, ne è diventato "ambasciatore".
In realtà il cupping, oltre a non avere ovviamente base scientifica, può esporre ad alcuni pericoli. Rottura di vasi sanguigni, dolore, ematomi, emorragie, infezioni ed altro.
Se nella stragrande maggioranza dei casi il "cupping" prevede l'applicazione di poche coppette "risucchianti", il alcuni casi se ne applicano a decine, esponendo il malcapitato a rischi ancora più elevati.
Il problema è che sono proprio i "malcapitati" che, a volte, richiedono l'applicazione di più coppette credendo dipenda da questo la loro presunta efficacia.
Sono reperibili il rete immagini impressionanti, alcune nelle quali si nota addirittura la fuoriuscita di abbondante sangue dalla cute che finisce nella coppetta, spesso di vesciche o di trasudazione di liquidi, una tortura inutile e pericolosa. Questo dimostra la potenza dell'effetto ventosa che riesce addirittura a rompere i capillari e far trapassare il sangue dalla cute ma anche la mancanza di limiti  e buon senso dei ciarlatani.



L'ovaio e la cisti.

La presenza di cisti dell'ovaio è un reperto medico relativamente frequente. Quasi sempre si tratta di cisti sierose (a contenuto liquido trasparente) e, fortunatamente, nella maggioranza dei casi si tratta di formazioni benigne. Tra queste però, ne esistono alcune davvero curiose.
Possono raggiungere dimensioni cospicue (30-50 centimetri di diametro) ma quello che colpisce di più è il loro contenuto. Si chiamano "cisti dermoidi".
Queste formazioni, rotondeggianti, si trovano nel contesto dell'ovaio e spesso non danno nessun sintomo, sono scoperte nel corso di un controllo casuale ed hanno come terapia "preferibile" l'asportazione chirurgica che, in genere, risolve il problema.
La vera particolarità della cisti dermoide è il suo contenuto. Se ne aprissimo una possiamo trovare tessuto grasso, capelli, cartilagini, tessuto osseo e, in certi rari casi, anche piccoli organi ben formati, per esempio un occhio, denti o ossa intere.
Di certo la visione di queste formazioni è impressionante, la presenza di questo tipo di contenuto è dovuta al tipo di tessuto che forma la cisti che deriva dalla formazione iniziale dell'organismo quando era un embrione. Se nella cisti sono contenute delle cellule che dovevano diventare ossa, ecco che si troveranno frammenti di osso o ossa intere. Fortunatamente questo tipo di cisti sono in genere benigne e non causano problemi particolari.



Capgras

La sindrome di Capgras è una malattia neuropsichiatrica che causa, a chi ne è affetto, una sintomatologia particolare. Si tende a considerare in maniera convinta che il proprio coniuge o le persone care, siano impostori che li avrebbero sostituiti.
Nonostante le prove contrarie ed i tentativi di convincimento, chi è affetto da questo disturbo è irremovibile. Sembrano coinvolti errori di percezione e traumi cerebrali ben precisi. La persona affetta dalla sindrome, in vari test, si è dimostrata capace di riconoscere i volti e le persone ma perde il collegamento tra questi e le emozioni suscitate. Spesso associata ad altri disturbi psichiatrici (schizofrenia, depressione), la sindrome fu descritta per la prima volta negli anni '20.

L'ostetricia dei bei tempi

Fino alla metà del 1900 la medicina si poteva definire agli albori. Già la mancanza di antibiotici rendeva la maggioranza degli interventi chirurgici impossibili o pericolosissimi. Anche il taglio cesareo (l'intervento che permette la nascita dei bambini tramite un'incisione dell'addome). Oggi non è più così ma non riusciamo nemmeno ad immaginare a cosa si poteva arrivare in quegli anni.
In caso di morte fetale (il nascituro moriva prima di nascere) il rischio di conseguente morte materna era molto alto.
Non si poteva però rischiare di procedere con un taglio cesareo per estrarre il bambino, per lui ormai non c'era niente da fare ma poteva essere la salvezza della mamma. Così non c'erano altre soluzioni se non tentare l'estrazione dal basso (come se fosse un parto spontaneo) che però era molto problematica.
Negli anni si inventarono molti strumenti allo scopo, quasi tutti terribili, che provocavano sofferenza e che, oggi, provocano vero raccapriccio, quando allora erano spesso l'unica speranza di salvezza per una donna che aveva perso il figlio.
Uno di questi, il "cefalotribo" consisteva in una tenaglia che si inseriva dentro l'utero, afferrava la testa del nascituro ormai senza vita, la stringeva per tirarla verso l'esterno. Solo così, quando e se si riusciva nell'intervento, si sarebbe potuta salvare la madre che, al contrario, sarebbe morta con atroci sofferenze.
C'è da dire che questi strumenti, per le loro caratteristiche, causavano anch'essi dolori, sofferenze e, spesso gravissime conseguenze (infezioni, emorragie), persino letali. Nell'immagine, un cefalotribo del 1885.



Finiamo con una cosa leggera.
In un curioso studio del 1998, Beatrice Golomb ha concluso che bassi livelli di colesterolo sarebbero associati con aumentata tendenza alla violenza ma anche con un maggiore ricorso al suicidio. Lo studio, puramente matematico, ha trovato una correlazione che, apparentemente strana, è confermata da altri studi simili anche se, di fronte a molte ipotesi, non vi è certezza né sulla veridicità del collegamento tra colesterolo e violenza né delle eventuali spiegazioni. Si tratta probabilmente di una correlazione spuria, senza significato medico.

Alla prossima.

venerdì 6 ottobre 2017

Scienziato o ciarlatano? Ce lo dice la scienza.

Come facciamo a sapere se bere l'estratto di una pianta ci farà passare un dolore?
E come potremmo capire se una pillola farà passare il mal di testa?
E se qualcuno ci propone una "medicina", come possiamo sapere se questa è vera o in realtà non serve a nulla?
Potremmo fidarci delle sensazioni, dell'intuito ma questo spesso sbaglia, anzi, molte volte la sensazione è condizionata da ciò che desideriamo, se vogliamo fortemente far passare un dolore, anche se una cosa non funziona, un po' ci sentiremo meglio, perché lo vorremmo, perché lo speriamo. Oppure quella pillola per il mal di testa funziona davvero ma i suoi effetti potrebbero essere nascosti da una persona che vende sciroppi contro il mal di testa, un concorrente, se la pillola funzionasse, perderebbe tanti soldi.
E se invece la pillola non funzionasse e fosse tutta una bufala inventata da chi la vende?

Allora, se vogliamo dati oggettivi, notizie credibili, non possiamo che provare sul campo quell'estratto o quella pillola. Evitiamo "sensazioni", "invidie", "pressioni" e la proviamo direttamente. Prendiamo tante persone con il dolore.
Dividiamo queste persone in tre gruppi, ad uno diamo la pillola, all'altro una pillola di zucchero (si chiamerà placebo, cioè qualcosa che potrebbe avere un effetto ma solo psicologico perché lo zucchero a quelle quantità non ha effetti), all'ultimo non diamo niente. Questo esperimento si chiama "controllato", perché abbiamo messo in mezzo un gruppo di persone alle quali non daremo niente, così potremmo controllare se gli effetti dipendano dalla pillola o da altro (le malattie banali, quasi tutte, passano da sole). Però c'è un particolare in più: per rendere più attendibile l'esperimento i gruppi li formiamo per sorteggio, mescolando le persone, così da "simulare" la normale popolazione senza rischiare di mettere in un gruppo persone simili, persone "a caso" quindi in ogni gruppo, "random" in inglese e per questo il test sarà chiamato "randomizzato".

Oltretutto nessuno, né le persone né noi, dovremmo sapere se la pillola che diamo sarà quella vera o lo zucchero, così si eviterà ogni condizionamento, a volte il semplice atteggiamento "ottimista" di chi somministra la pillola può condizionare i risultati e così saremo come "ciechi", non sapremo per niente a chi avremo dato la pillola, a chi lo zuccherino (il placebo), a chi niente, sarà un test chiamato "cieco" e se vogliamo renderlo più preciso lo renderemo "doppio cieco", non solo chi somministrerà ma nemmeno i pazienti sapranno cosa stanno prendendo, così da non farsi condizionare.
Questo è un esperimento ben fatto: controllato, randomizzato, doppio cieco con placebo.

James Lind, uno dei primi medici ad applicare un primitivo metodo scientifico

Non ci permetterà di avere "la verità in tasca" (come qualcuno, disprezzandole, chiama le conoscenze scientifiche), non darà risposte definitive o sicure al 100% ma ci fornirà delle notizie, dei dati, numeri sui quali possiamo ragionare, un risultato plausibile ed oggettivo. In ultima analisi sarà un'alternativa alle "sensazioni" al "mi sembra che". Sarà pure una buona opportunità di discutere su dati, sui fatti e non sulle opinioni, perché le opinioni sono condizionate da tanti fattori.

Alla fine dell'esperimento vedremo SE la pillola ha funzionato. Ma sapremo tante altre cose. Per esempio su quante persone ha funzionato, quanto ha funzionato più dello zucchero, se chi ne ha tratto beneficio aveva caratteristiche particolari (età, sesso, istruzione?) ed altro. Ecco, la medicina si basa su questo. Ogni conclusione e decisione si basa su un metodo (si chiama "metodo scientifico").

Questo fa uno scienziato ma se lo scienziato fosse disonesto o disattento ed avesse sbagliato (volontariamente o meno) qualcosa?
Se il risultato non fosse vero?
Non tutto è perduto.
Lo scienziato pubblica tutte le fasi del suo esperimento, dall'inizio alla fine, dall'ipotesi alle conclusioni, su una rivista scientifica.
Questo serve non solo per fare conoscere a tutti quei risultati ma anche perché così chiunque potrà controllare quei calcoli e quelle conclusioni e quindi chiunque potrà trovare errori o sviste, anzi, l'autore dell'esperimento annoterà minuziosamente ogni particolare: il colore delle pillole, l'età dei partecipanti all'esperimento, la loro salute ed altro, mettendo tutto in una parte dello studio che si chiamerà "materiali e metodi".

Questo perché così, chi fosse curioso e volesse ripetere l'esperimento, sa in quali condizioni è stato fatto il primo e così ripeterlo.
Niente trucchi né inganni, è un modo per ridurre al minimo gli errori.
Tutto il resto, le cose non dimostrate, le opinioni, possono essere affascinanti, intriganti ma non avendo nessuna prova di esistenza non sono basate sul metodo scientifico quindi, fino a prova contraria, sono bufale, invenzioni, sono fenomeni paranormali, cose che nessuno ha mai dimostrato. Chi dice in campo scientifico "io ho notato che..." senza farlo confermare agli altri suoi colleghi molto probabilmente (quasi sicuramente) sta dicendo una bugia, oppure è semplicemente un incompetente.
La maggioranza dei ciarlatani usa dei trucchi, negli anni passati, proprio in questo blog, ne ho raccontati alcuni. Nel passato si trattava di semplici trucchi da baraccone (false diagnosi, falsi malati, falsi documenti) oggi...anche. Nonostante possa sembrare strano, i trucchi dei ciarlatani non sono cambiati molto nel tempo ed assomigliano tantissimo ai trucchi dei prestigiatori: semplici illusioni, magie, imbrogli, solo che il prestigiatore lo fa per fare spettacolo. Per questo motivo il ciarlatano non pubblicherà mai le sue idee su riviste scientifiche o, se riuscirà a pubblicarle, userà trucchi e stratagemmi per ottenere il risultato che vuole.
Esistono anche riviste scientifiche scadenti che, senza controllare, pubblicano qualsiasi cosa per motivi economici (pagando si pubblica qualsiasi studio, anche scadente o sbagliato).

Per questo, quando prendiamo una decisione sulla salute, dobbiamo sapere se quello che ci propongono è scienza o paranormale, la prima ci offre dei dati, il secondo delle illusioni, i medici seri si basano sugli esperimenti e sulla scienza, chi invece si basa sulle "sensazioni" o sui fenomeni paranormali si chiama "ciarlatano".

Ovviamente "fatta la legge trovato l'inganno" e gli uomini sono stati bravi a trovare dei trucchi per superare tutti gli ostacoli di un esperimento o di volgerlo a loro vantaggio. Spesso è proprio la sete di fama o di denaro che induce chi fa gli esperimenti a barare o giocare sporco ma abbiamo almeno la minima sicurezza di un controllo.
Un esperimento scientifico che viene messo in pubblico (pubblicato su rivista scientifica seria) diventa un documento ufficiale che chiunque potrà approvare, smentire, correggere, ripetere.
Per lo stesso motivo ed anche perché ormai i mezzi di comunicazione sono diffusi, una cura, una terapia, non sarà disponibile solo in un ospedale o una città ma la troveremo dovunque, anche nell'ospedale più vicino a noi.
I medici, in tutto il mondo, usano le stesse cure perché sono quelle che, esperimenti alla mano, funzionano meglio. Non è detto che funzionino sempre ma meglio.

Se ognuno curasse a modo suo troveremmo in ogni città, in ogni ospedale, una cura diversa, basata su opinioni, ipotesi, idee personali, il caos insomma.

Invece ci curiamo tutti in modo simile proprio perché è il modo migliore.

Potrà esserci differenza di organizzazione, di mezzi e strutture ma le cure sono le stesse in tutto il mondo. A parità di condizioni economiche (è chiaro che un ospedale di un paese molto povero probabilmente non avrà le attrezzature di quello di un paese molto ricco) le cure, le medicine e le tecniche, saranno identiche.
Lo stesso vale per gli interventi chirurgici. Le tecniche sono identiche, potrà esserci il chirurgo più bravo o quello meno capace ma un intervento si farà allo stesso modo in tutto il mondo.

Per questo i ciarlatani, in genere, sono facilmente riconoscibili. Esistono quindi alcune regole che distinguono il medico serio dal ciarlatano.

1) Usa terapie e metodi che usano e conoscono tutti gli altri suoi colleghi.
2) Non usa un "metodo personale".
3) Usa terapie e metodi che in genere si usano anche nelle strutture pubbliche.
4) Non si definisce o presenta come "boicottato" dalla sua comunità, non ci sarebbe motivo.
5) Non sostiene che solo la sua tecnica e la sua terapia sia quella efficace, non esiste "cura" personale, un medico cura con ciò che il mondo conosce.
6) Non dice di ottenere risultati eccezionali, maggiori di quelli di altri medici.

Non per niente il ciarlatano si "inventa" un mercato. Avrà la "sua cura", la "sua dieta", ogni ciarlatano ha il "suo metodo": tutte bufale.
Ci sono poi alcuni trucchi che servono più che altro a creare il "personaggio" ad avvolgerlo di fascino, fumo, come quello sul palco dei maghi, sono trucchi tipici dei ciarlatani che vogliono apparire grandi scienziati e che sono usati proprio nei confronti della gente che non ha molta dimestichezza con la scienza. Uno dei più frequenti è la creazione di una finta controversia, una "fintoversia".
L'esempio più tipico è quello dell'omeopatia: nonostante sia basata su un rito magico, non abbia basi scientifiche, nonostante sia basata sulla somministrazione di sostanze senza effetti e gli studi dimostrino ovviamente che non ci siano effetti, gli omeopati continuano a discuterne come fosse una cosa vera, quasi una medicina.

Esistendo la libertà di scelta, sta ad ognuno di noi cercare informazioni serie, competenti, scientifiche. Se poi siamo affascinati dal paranormale o ci vogliamo affidare ai ciarlatani, sono ovviamente problemi nostri.

Ecco, io lo ripeto continuamente e continuamente rispondo così a chi insiste nel credere a sciocchezze (ovviamente dal punto di vista scientifico) come l'omeopatia o le medicine alternative, se si pensa di essere davvero informati, se si crede di aver preso informazioni da fonti serie ed attendibili, si proceda. Salute e soldi sono beni personali e nessuno potrà convincere nessuno di qualcosa di cui non vogliamo essere convinti.
Ricordate però che se qualcuno vi mette in guardia, il dubbio stiate sbagliando potrebbe salvarvi la vita.

Alla prossima.