giovedì 10 maggio 2018

Panzane, omeopati e falsità.

Qualche giorno fa è stata pubblicata nel sito della FNOMCEO (Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e odontoiatri) che cerca di spiegare le fasità mediche al pubblico, la scheda relativa all'omeopatia.
Una bella soddisfazione ed una cosa impensabile fino a pochi anni fa. Un'istituzione medica che, finalmente, prende posizione netta contro le medicine alternative e contro le pratiche non scientifiche. Non è la prima, non è la sola (la stessa cosa ha fatto l'istituto superiore di sanità) e non è solo in Italia che le cose stanno cambiando.
Basterebbe guardare il sito del NHS (il servizio sanitario nazionale inglese), dove è spiegato chiaramente: l'omeopatia non funziona in nessuna malattia. Che non è una conclusione storica, sappiamo che un prodotto omeopatico oltre la 12ma diluizione contiene solo zucchero ma è un grande passo avanti nella lotta al mercato della salute. Vendere al paziente prodotti inerti come fossero curativi è un insulto al malato.

La scheda l'ho preparata io, collaborato egregiamente con Roberta Villa e Luca De Fiore, i quali mi hanno onorato revisionando le mie parole con supervisione della Fnomceo.
Se la leggete non c'è scritto nulla di nuovo o rivoluzionario e neanche chissà quale anatema verso gli omeopati. Solo fatti. Incontestabili.
L'omeopatia è semplice zucchero, questo è un dato di fatto che ormai anche gli omeopati più incalliti non possono negare. Gli studi (oltre alla logica ed alle conoscenze scientifiche) ci dicono quindi che non ha valore terapeutico, non cura le malattie, attenzione quindi ad usarla. Basta così.

Le reazioni degli omeopati alla mia scheda sono state scarse, diluite, sempre le solite cose. La usano milioni di italiani...ci sono gli studi...ci sono le prove, solite parole, nessuna novità, niente di sostanziale. Non è certo l'uso estensivo di una pratica ad essere un merito altrimenti parleremmo bene del bere alcol, del fumare o del leggere gli oroscopi. L'omeopatia è la seconda forma di medicina più popolare al mondo nello stesso modo in cui la piattezza è la seconda forma della Terra più popolare al mondo.
Per questo gli omeopati non sottolineano mai il punto principale: stiamo parlando di zucchero.


Lasciamo da parte grandi discorsi e termini altisonanti, manteniamoci sui fatti, la scienza ha fatto abbastanza per capire se lo zucchero curi le malattie: non ci riesce. Fine.
Per questo le reazioni alla scheda sull'omeopatia sono fondamentalmente scatti di rabbia, insulti, maledizioni, una crisi epilettica che ha messo in agitazione i simpatizzanti dello zucchero magico, non hanno molto altro da mettere sul piatto, in effetti, allora giocano la carta dell'indignazione, del vittimismo, qualcuno li ascolterà.

Ma una reazione dimostra l'isteria che ha colpito gli omeopati. Quella di Paolo Bellavite, ex docente ora in pensione, che per anni è stato finanziato dalla Boiron (industria omeopatica) per alcuni suoi studi sull'omeopatia (e indovinate i risultati?) e quindi non si può dire senza conflitti di interesse, cosa che io posso dire tranquillamente.
Il professore omeopata ha pubblicato un lungo, complicato, amaro sfogo nella sua pagina Facebook.

Bellavite dimostra però di non avere grande interesse per i contenuti della scheda ma di averne molto per me. Io non so bene cosa faccia ora, in pensione, so che gira il mondo per parlare dell'omeopatia ma non so altro di lui, lo avevo già incontrato anni fa quando spiegai il trucco da lui usato per dimostrare l'efficacia di un rimedio omeopatico, esempio che ho riportato anche nel mio primo libro per mostrare come è facile "spremere" i dati per dimostrare in uno studio quello che vogliamo, da parte sua invece molta attenzione, quasi morbosa, nei miei confronti.
Infatti Bellavite, invece di passeggiare al parco come tutti i pensionati, punta a demolire me, il messaggero, sperando così scompaia anche il messaggio.
La stessa cosa hanno fatto altri che hanno criticato la scheda, il problema non è lo zucchero che cura ma Di Grazia che lo critica, è questo che fa arrabbiare gli omeofanatici.

A me dispiace essere severi con le persone anziane, secondo me meritano rispetto a prescindere ma se mi provoca non può pretendere stia zitto. Almeno per aggiornarlo sulle ultime novità deontologiche e normative.
Non riesce, il professore fumantino, a trattenere livore e astio nei confronti del "ginecologo-blogger" (così mi identifica, quasi con schifo nel nominarmi, la vedo la sua faccia tirata che è costretta a questo sacrificio) ma poi si lancia in una filippica infinita e poco comprensibile nella quale, inevitabilmente, combina un disastro.

Prima di tutto ho notato che praticamente tutti gli omeoseguaci non hanno gradito che sia stato io a preparare la scheda. Perché "ginecologo" (?) e perché non esperto di omeopatia. In pratica se vuoi giudicare l'astrologia dovresti chiamare un astrologo, secondo loro.
Ci sarebbe anche da chiedersi chi dovrebbe essere più competente di un medico su una pratica che è un atto medico, che è prescritta da medici e che pretende di curare le malattie (anzi, mi risulta che Bellavite non sia nemmeno un medico, non è iscritto all'albo, è solo laureato in medicina e quindi che parla a fare?) ma Bellavite ha deciso di svelare le mie bugie e le mie "falsità". Vuole sbufalare lo sbufalatore. Peccato che per smentire le affermazioni degli altri bisogna avere le spalle larghe. Invece il professore, oltre termini altisonanti, "falsità" ripetuto continuamente e un'enorme confusione, non sa fare.


Ma l'aspettativa delude. Non commento le solite (ebbasta...) balle sugli studi scientifici che dimostrerebbero l'omeopatia, sulla sua scientificità, sulle prove e sulla clinica. Bellavite tratta come fossi stupido (lui lo pensa davvero presumo ma io devo smentirlo). Parliamo di zucchero.
Zucchero. Sugar, sucre.

Non c'è bisogno di "prove", di studi, di perdite di tempo. Non esistono studi che provano che lo zucchero possa essere utile in qualche malattia, che voi ci crediate o no.
Zucchero puro. Che però diventa curativo se viene agitato cento volte e battuto su un libro foderato di crine di cavallo. Capito di cosa stiamo (ancora) parlando?


Ovviamente gli studi smentiscono che l'omeopatia funzioni (un elenco di studi della Cochrane, tanto per curiosità e per non iniziare una "battaglia" di studi infinita).
Il professore può ripetere mille volte che ci sarebbero le prove di una sciocchezza del genere. Lo ripeta, se per lui fosse importante ma non pretenda che gli altri ci credano.

Sono cose inutili, siamo nel 2018, cose già sentite, vecchie superstizioni buone per i nostri nonni, al pari dei talismani o dei decotti di prezzemolo, basta per favore, non si può ripetere una bugia all'infinito per l'interesse (economico) di pochi.

Ma in mezzo a tante parole già sentite (gli studi...gli italiani...) una mi ha colpito. Bellavite ignora che la legge italiana, per approvare un prodotto omeopatico, richiede che questo "non può contenere più di una parte per diecimila di tintura madre, ne' più di 1/100 della più piccola dose eventualmente utilizzata nell'allopatia per le sostanze attive".

Avete capito bene. Un prodotto omeopatico, per essere venduto come tale (per l'approvazione alla vendita), non può contenere un ingrediente in quantità "farmacologicamente attive" ma, al massimo la sua centesima parte (quindi se il ferro cura l'anemia nella dose di 100 grammi, per venderlo omeopatico non può essere più di UN grammo, ovvero non ha nessuna azione farmacologica, semplice, ovvio e chiaro, vero?).

È una legge, il DL. 219/2006, art. 20/C, cosa che ho scritto nella scheda. Se non ci credete andate direttamente alla fonte (cercate 1/100 e lo troverete subito).
Ci siamo?

Questa è una cosa ovvia perché è una norma esistente da anni, Bellavite non solo la ignora ma addirittura si infervora, la chiama "falsità". 
Fosse questo l'unico errore del professore col ditino alzato.



Bellavite se la prende anche con la parte di deontologia medica, supervisionata direttamente dalla Fnomceo, dove ho scritto che l'omeopata deve informare il paziente correttamente delle basi scientifiche (mancanti) dell'omeopatia e raccoglierne il consenso (come d'altronde si fa in qualsiasi terapia non convenzionale). Bellavite questa cosa proprio non la conosceva e la definisce, sempre con il suo fare nobile e principesco "panzana". Per lui non c'è traccia in nessun documento della federazione che si debba informare correttamente il paziente raccogliendone il consenso. Una panzana.


La sua. Perché se Bellavite fosse competente, saprebbe che la "panzana" è l'articolo 15 del codice di deontologia medica ed ecco il documento dove c'è...la "traccia" che lui non trova.
Chi propone medicine non convenzionali, sotto la sua responsabilità deve informare correttamente ed acquisire il consenso del paziente.
La cosa può sembrare un errore pacchiano ma pazienza. Se non fosse che Bellavite regala il termine "falsità" e "panzana" a piene mani senza rendersi conto che prima dovrebbe controllare di non essere lui a dire panzane e falsità, inoltre alcuni seguaci dell'omeopatia hanno iniziato (ovviamente, se lo dice il professore) a darmi dello scemo perché avrei detto queste "falsità", riportando le parole del professore, tutti convinti di essere nel giusto e, quando mostro le cose come stanno, restano un po' ammutoliti e reagiscono nel solito modo. C'è chi scappa, chi inizia ad insultare, chi fa finta di niente, fischietta e se ne va. Poi gli omeopati: date un'occhiata alle loro reazioni alla scheda.
Nessuna critica nel merito, non una parola smentita, solo una fila di "incompetente", "ignorante", "corrotto", "pagato"...

Triste e noioso, perché poi le persone si accorgono di come ai dati si risponde con gli insulti.
Toccare la fede è mettere la mano in un nido di vespe, ti pungono e scappano via impazzite. Solo che qui parliamo di salute.
Triste, dicevo.

Il professore in pensione che regala insulti e cerca di demolire il "ginecologo-blogger" (ma che le hanno fatto di male i blogger, professore...e i ginecologi?) per la fretta di sparlare di me è caduto nella trappola e ha mostrato dove sta l'incompetenza e, in mancanza di argomenti, oltre agli errori, desidererebbe pure la censura: eliminiamo l'infedele! Scrive nella sua pagina Facebook di intercedere con il presidente della federazione degli ordini dei medici per "cancellare quell'orrendo scritto" (il mio). Lui è Paolo Bellavite.
Visto perché è tutto così triste?

Ovvio che non valga la pena fare discussioni scientifiche su caramelle di zucchero che dicono di curare le malattie, oggi parliamo di medicina robotica, personalizzata, di strumenti all'avanguardia, terapia genica e ci sono persone che vorrebbero tenerci fermi all'ottocento ma che un omeopata debba ridursi così pur di demolire chi non sopporta fa male. A lui sicuramente ma a tutto il mondo della medicina, che vede ancora queste lotte da caccia alle streghe di basso livello.

Vendete i vostri prodotti, fate business, convincete le persone della bontà delle vostre caramelle, oppure cercate un punto di incontro con la medicina, collaborate per trovare uno spiraglio di azione ma smettetela di trattare le persone da stupide.
Giocare sporco poi è deprimente. Sembrano gli ultimi tentativi di sopravvivenza di una pratica ormai al tramonto, gli omeopati annaspano, si agitano cercando di sparare alla cieca, odiano i critici ed escono allo scoperto rabbiosamente con tutte le loro contraddizioni mostrando il loro vero volto. L'attacco personale è l'ultima arma di chi sta perdendo.

Mi attacchi pure quindi dimostrando tutto il suo livore contro la mia persona (non si preoccupi che non sono un tipo che si fa intimidire facilmente), dimostra la mancanza di argomenti ma, almeno, si documenti e sappia chi ha di fronte, che le bugie hanno le gambe corte e, seppur diluite in un mare di parole, sono segno di disonestà.

Buona passeggiata.

Alla prossima.

“Una superstizione dura più di una religione.”
Théophile Gautier

Aggiornamento 10/05/18:
Il professore l'ha presa bene, benissimo:

Aggiornamento 10/05/18:

Per Bellavite norme e leggi che lo smentiscono le avrei falsificate. Non scherzo, lo ha scritto su Facebook:



[aggiornato dopo la pubblicazione iniziale]

venerdì 4 maggio 2018

L'irrilevanza dei fatti nell'era della post verità.

Il fenomeno lo conosco, occupandomi da anni di smentire falsità o analizzare fatti medici poco chiari, quando si va contro l'opinione di un gruppo o del singolo è sempre difficile riuscire a riportare le cose sul piano corretto.
Se smentisco la falsa cura di un ciarlatano (con i fatti intendo, mostrando i trucchi e le manipolazioni compiute da quel guaritore) la reazione non sarà ovviamente un chiarimento o almeno una discussione, men che meno un'ammissione di colpa. Quando una reazione c'è si tratterà di aggressione.
Smentire una cosa, che sia un nostro comportamento ma anche una convinzione, un'idea, un'opinione, è visto sempre come un gesto violento. Se io fossi convinto che l'omeopatia fosse una medicina, inutile leggere le spiegazioni scientifiche, sapere che si tratta di zucchero, apprendere che non c'è nessun principio attivo, non mi interessa, in fondo sono migliorato da un disturbo e per me quella è una cura, a prescindere da quello che dicono gli altri.

Interessante il fatto che non sarà chi mi smentisce a darmi dell'ignorante (o in malafede) ma sarò io a percepire quell'accusa. Se la mia idea fissa si mostra sbagliata dovrei ammetterlo, sembra la soluzione più ovvia, avrò sbagliato per fretta, ignoranza, per presunzione, in ogni caso dovrei ammettere una mia debolezza, una leggerezza o, peggio, la mia disonestà. È facile farlo? Direi di no.

È difficile ammettere di aver avuto opinioni errate, di aver scritto una sciocchezza o cose assolutamente campate in aria.
Per questo è difficile fare divulgazione scientifica o far ragionare chi è convinto che i vaccini siano veleni o che il cancro si cura con i frullati. Mettersi in discussione, ammettere la propria ignoranza, è un gesto di altissima maturità, che richiede, appunto, maturità ma anche autocontrollo, onestà, equilibrio, serenità, doti che non tutti hanno o che non hanno tutte assieme.

Per questo, davanti a un mio post che smentisce le convinzioni di tanti, questi tanti non reagiscono ringraziando o ammettendo di essere caduti in un tranello ma attaccano.
Attenzione. Il comportamento non è sempre volontario, è spesso istintivo (non a caso molti aggrediscono a prescindere, anche violentemente ad una semplice e pacata osservazione), è un'autodifesa, un tentativo di non mostrarsi deboli. Davanti a qualcuno che dice "ti sei sbagliato completamente", la risposta non è "hai ragione, ho letto bene ed ammetto di essermi sbagliato" ma è una chiusura a riccio, letterale, con aculei compresi.
Chi è più aggressivo insulterà, anche pesantemente, è un modo per "sbattere la porta", per dire "non mi interessa!".
Chi è un po' più controllato farà finta di niente, cercherà scuse, divagherà.

Pochi giorni fa ho scritto un post che spiegava la storia del "rapporto Signum". Questo rapporto ha indagato l'eventuale presenza di danni ai militari conseguenti a vaccinazioni o contatto con uranio impoverito (io ho parlato solo delle vaccinazioni).
Nei social, su pagine internet, negli ambienti anti vaccino, questo rapporto è stato presentato come prova, dimostrazione evidente dei danni dei vaccini. Secondo molte persone (e persino secondo una commissione parlamentare) nel rapporto era scritto che i vaccini avessero causato gravi danni e persino decessi ai militari vaccinati (ed altre cose, chi fosse interessato legga il post originale).
Falso.
Si trattava di "post verità".

Numeri alla mano e riportando le esatte parole del rapporto, ho dimostrato come si crea una "fake news". Nel rapporto infatti non vi è traccia di danni ai militari (men che meno di morte a causa dei vaccini), da nessuna parte. È anzi scritto e ripetuto che i vaccini causano solo lievissime alterazioni, spiegabili con la loro azione e non collegabili a particolari problemi o malattie. In parole ancora più povere, il rapporto Signum dice che i vaccini sono sicuri. Tutto scritto, nero su bianco.

Conclusioni del rapporto Signum: i dati non mostrano esposizione a fattori di rischio nei militari né variazione dei parametri analizzati (pag. 203 del documento)
Semplice.

Potrebbe essere una buona notizia, no? Un bene per tutti.
Oltretutto smentisce proprio gli allarmi diffusi da media ed antivaccinisti.
Così dopo il mio post sul rapporto Signum sono iniziate le reazioni. Escludo quelle positive e i ringraziamenti, ci sono sempre, sono tanti e ne sono felice (se quello che faccio piace sono contento, ovviamente) perché quelle davvero interessanti sono le reazioni negative.

Oltre a chi non ha nemmeno letto il mio post (un utente di Twitter ha scritto che non si fa certo "abbindolare da un sondaggio" dimostrando di non aver dato nemmeno una lettura al volo) le reazioni sono state talmente "nette" da farmi riflettere ed ho pensato di parlarne qui.
Un utente ha risposto al mio post con un video su You Tube, non mi ha smentito o corretto uno o più punti, del mio post non ha parlato, ha risposto con un video su You Tube che parla di danni ai militari con testimonianze personali. Una cosa che non c'entra niente.
Persino alla mia richiesta diretta "dove ho scritto cose sbagliate?" non c'è stata risposta.
Che anche questo è un classico.
E poi chi si arrabbia a prescindere, nessuna considerazione sui dati, nessuna discussione, è allarmante, secondo qualcuno, che si faccia "promozione" (indicando una pagina che mi segnala tra le risorse su internet di promozione alle vaccinazioni, cosa di una normalità assoluta) ai vaccini. Ovvero, sarebbe preoccupante ("inopportuno"!) che qualcuno si prenda la briga di smentire le bufale:



E cosa c'entra il fatto che io sia una "risorsa social" con dei fatti che ho elencato?
Anche in questo caso non c'è stata una smentita a dati o la correzione di una mia affermazione ma un netto rifiuto della realtà. Ciò che non va d'accordo con quello che penso non deve esistere. La persona che ha fatto questa considerazione sarà una mamma? In ogni caso una donna che ovviamente è interessata alla realtà dei fatti? Perché ne ha fastidio?

L'attenzione, se fate caso, è spostata dai fatti, dall'argomento e si concentra su altro, come se in un attimo la discussione non avesse più importanza. Se parliamo di Signum e di danni da vaccino, che c'entrano i "promotori" delle vaccinazioni? E questi "promotori" dicono bugie o la verità? Non è curioso l'atteggiamento di chi parla di pere discutendo di mele?
E poi c'è chi vuole tappare la bocca. Talmente è scioccante, inaccettabile, cambiare la propria idea su un argomento, che non c'è altro rimedio: far chiudere.
Via il messaggero scomparirà anche il messaggio.
:)



Curioso vero?
A questo stesso utente che chiedeva la ghigliottina ho chiesto di indicarmi dove avrei scritto cose sbagliate, nessuna risposta, è scappato (poi per recuperare mi ha indicato un altro documento, non quello di cui parlo). Le parole di questo utente sono state poi rilanciate da altri utenti e persino da un  politico, un consigliere regionale laziale, noto per le sue posizioni antivaccini.
Non è un caso. Ognuno rilancia le parole di chi conferma le proprie posizioni, anche se sono false, anche se non c'entrano nulla, ognuno difende il proprio fortino, pure a scapito della verità.

Negli anni in cui mi sono occupato di ciarlatani, quando uno di questi mi attaccava (ovviamente insultandomi) per dire che avevo scritto sciocchezze, non c'era nessuna smentita dei fatti riportati o delle mie parole ma solo un attacco frontale, cioè il mio "dire sciocchezze" non era dimostrato, lo si attaccava e basta. Tipico. Puntuale.
Nessun ciarlatano mi ha mai mostrato un dato che io avrei riportato male ma tutti cercano di demolire altro, così da demolire la smentita.
È una tipica fallacia umana.

Se io dico "hai venduto una macchina rotta" e tu mi rispondi "sei un cretino, oggi le macchine costano tanto" la risposta non ha senso, mi stai attaccando su altre cose non stai smentendo la mia affermazione e così, indirettamente, dimostri che, probabilmente, ho ragione, che la tua reazione è solo di rabbia non per riportare i fatti ad un'altra realtà.

Interessante anche la reazione di uno degli autori del rapporto della commissione parlamentare (Ivan Catalano) che si è basato proprio su Signum. Qui c'è anche la "sorpresa" finale.
L'ex onorevole Ivan Catalano è uno degli autori della relazione parlamentare (è vicepresidente della commissione) sui danni ai militari da vaccini e uranio impoverito.
Qualcuno gli ha segnalato il mio post. In cinque minuti l'ex politico risponde che si tratterebbe di: "normale attività antibufala del tutto irrilevante".
Capito?
Uno degli autori del lavoro parlamentare finale, lavoro che incredibilmente capovolge e stravolge le reali conclusioni del rapporto Signum, non entra nel merito, non smentisce le mie parole, non trova dati finti o manipolati, liquida tutto così, minimizza, tipicamente elude il problema: "del tutto irrilevante".

Cioè l'aver rilevato una totale assenza di danno dei vaccini sui militari, dato opposto a quello diffuso dai media e dalla commissione parlamentare, viene definita, anzi, liquidata come "normale attività antibufala, irrilevante".
Sarebbe gravissimo, non irrilevante.
Non so se mi spiego.

Ovviamente ho chiesto a Ivan Catalano di riportarmi le pagine del rapporto nel quale si mostrerebbero questi danni e decessi di militari (potrei essermi sbagliato, ci mancherebbe) ma la risposta è abbastanza eloquente:

La risposta è una "non risposta" con annesso, ovvio, attacco personale.
Ho provato ad incalzare ma niente, Catalano divaga e non indica dove sarebbero questi danni ai militari causati dai vaccini e la sua è un'altra non risposta, chiara:

Poi, messo alle strette da altri lettori e barcamenandosi facendo indovinelli e ironia fa capire che bisognerebbe leggere gli atti della sua commissione. Il problema è che la commissione ha dato una lettura opposta a ciò che ha concluso Signum ed è proprio questo di cui discuto: una commissione di parlamentari ha concluso e dato in pasto all'opinione pubblica un documento che arriva a conclusioni opposte a quelle sulle quali dicono di basarsi. Ma lui continua ad essere evasivo e chiude con una grassa risata.


Le stesse risposte, lo stesso atteggiamento che avevano Le Iene quando chiesi spiegazioni sul caso Stamina o certi guaritori quando chiedo conto delle loro manipolazioni. Perché questa superficialità? Perché nessuna risposta sui fatti? Perché il rifiuto di affrontare il problema? Poi ho scoperto che Ivan Catalano, vicepresidente della commissione che ha evidentemente interpretato male e personalmente il rapporto Signum, è il testimonial di un gruppo antivaccinista che vuole una legge "per la libertà di scelta", gruppo che vede schierate tutte le associazioni antivacciniste italiane. Il cerchio probabilmente si chiude.


O forse si chiude notando come lo stesso Ivan Catalano che minimizza le mie conclusioni, parli ad un convegno organizzato da "Corvelva" (associazione antivaccino) con Massimo Montinari, medico sospeso dall'ordine che cura l'autismo con gli integratori. Ora si capisce meglio il quadro della situazione e cosa significhi "post verita"? O si capisce notando come lo stesso Catalano, che tanto difende questi "danni da vaccino" sui militari basati sul nulla, sia in rapporti con il marito di una signora candidata per "Siamo" il partito fondato da Dario Miedico, medico radiato dall'ordine per le sue affermazioni antivacciniste? La stessa signora che recentemente è salita alle cronache per aver invitato altri genitori ad un "varicella party" (una "festa" per permettere un contagio tra bambini)? Insomma, il rapporto sembra nato da un ambiente per nulla "neutro" ma molto, molto polarizzato.

Forse questo "giustificherebbe" la post verità del lavoro della commissione parlamentare ma non giustifica il fatto che una commissione parlamentare dovrebbe essere super partes, diffondere alla cittadinanza dati attendibili, lavorare per l'interesse del cittadino non di un'ideologia o di una parte. Questa è la "post verità", la manipolazione dei fatti per interesse personale.

Chi ha la fissazione (patologica) o l'interesse personale nel dire che i vaccini siano il male non sente ragioni e appare chiaro che, nonostante i dati smentiscano la pericolosità dei vaccini, per lui il mio post di spiegazioni è inutile, perché c'è chi, come Catalano e la commissione parlamentare, ha appoggiato le sue credenze. Così non la accetta e nega, a se stesso e agli altri, la verità. Lo stesso fanno normali utenti che ormai sono immersi nel fango dell'antivaccinismo.
Negare, negare, negare, a tutti i costi. Il problema è che l'ideologia condiziona, come ho mostrato, l'opinione pubblica, i media, le persone, gli interessati. Non è una bella cosa, sono quelle che oggi, con un termine inglese poco elegante, sono chiamate "fake news" che da noi si traduce più o meno come "post verità".

Lascio a voi le considerazioni.

Un esempio di post verità (leggetene la definizione, calza a pennello) che nemmeno le vittime (gli utenti, i genitori) vogliono ammettere e nemmeno gli autori (uno almeno) vogliono analizzare o rivedere.
Non ho scritto che queste reazioni siano tipiche degli antivaxx o degli utenti più ideologizzati ma, al contrario, sono molto comuni, tutti ci chiudiamo e rifiutiamo una verità che smentisce la nostra, tutti reagiamo con nervosismo quando qualcuno sottolinea o fa notare una nostra mancanza, un difetto, un problema. Non è un bel lato dell'istinto umano perché ci rende vittime di bugie, ci fa diventare manipolabili (seguiamo chi dice ciò che ci piace, non ciò che è giusto), ci rende schiavi di un sistema e ci mantiene immaturi e scollegati dalla realtà.

Il trucco forse è trovare un giusto equilibrio. Capire che se abbiamo commesso un errore è molto più utile e conveniente (proprio per noi!) accorgercene e rimediare. Se chiudersi a riccio ed aggredire è umano, è molto più conveniente riaprirsi e correggere l'errore. Sta ad ognuno di noi approfittare di queste opportunità. Con i commenti successivi al mio articolo ho potuto distinguere la persona veramente interessata da quella ideologizzata, quella corretta da quella disonesta. Ho avuto la conferma sulla disonestà intellettuale di alcuni, che già sospettavo e, al contrario, mi sono stupito piacevolmente per l'onestà di altri, che pensavo estremisti e che invece hanno ammesso di aver preso un abbaglio.
Da questa storia ho imparato tante cose, come mi era già capitato altre volte e allora forse raccontarla può servire anche a voi. Capire che la realtà dipinta da media ed opinione pubblica non è sempre quella vera e che se volessimo farci un'idea reale e più aderente possibile ai fatti, è sempre meglio cercare la fonte delle notizie e, se il caso, cambiare idea, non restare fermi nelle proprie posizioni anche se sbagliate.

Io parlo di medicina ma probabilmente questo si può estendere in tutti i campi.

Sarà una sciocchezza ma la trovo interessante, da approfondire e, per certi versi, affascinante, per questo l'ho raccontata.

Alla prossima.