martedì 22 luglio 2014

La molle vita del MedScrittore.

D'estate (anche se questa è un'estate un po' piovosa) serve sempre un post più leggero, eccolo.
Come sapete qualche mese fa è stato pubblicato un mio libro, il risultato di cinque anni di blog riassunto su carta. Non sono uno scrittore, ho semplicemente provato a diffondere un po' di medicina, di pensiero scientifico e di sano (e salutare) scetticismo.
Per me è stata un'esperienza bellissima, interessante ed anche faticosa per certi versi e come spesso faccio volevo condividere qualche episodio, alcune cose che mi sono capitate e che penso valga la pena raccontare. La "fatica" relativa all'uscita del libro non la immaginavo, credevo fosse un percorso semplice: "uscirà il libro, qualcuno mi chiederà qualche intervista, qualche messaggio, forse un po' di curiosità e tutto finirà lì".
No, già dal giorno dopo la pubblicazione iniziano le mail e le telefonate. Non mail e telefonate "normali" ma una valanga. Un giorno ho contato 21 messaggi mail e 12 telefonate. Tutte richieste di intervista, inviti per presentare il libro in tutte le parti d'Italia, in grandi città e sperduti paesini, inviti in programmi radio e TV, domande per articoli di giornale, pensate che sono stato svegliato all'una e mezza di notte per una richiesta di intervista (per una radio nazionale). Se all'inizio ero elettrizzato da questo interesse, dopo pochi giorni ho cominciato ad esserne preoccupato, ero letteralmente sotto assedio! Non sapevo più come organizzarmi ed ho dovuto prendere pure qualche giorno di ferie.
Ma non è questo che interessa, molto più interessanti sono alcune delle cose successe nei vari appuntamenti ai quali ho partecipato. Iniziamo con le interviste.
La cosa che mi ha colpito di più è stata l'atteggiamento verso quello che dovevo e volevo dire che cambiava secondo le opinioni dell'intervistatore. Non dovrebbe essere così (credo): un giornalista che intervista qualcuno, si limita alle domande e potrebbe aggiungere le sue opinioni a margine, ma l'intervista deve (dovrebbe...) rispecchiare l'opinione dell'intervistato. Mi è successo che in diverse occasioni l'intervistatore volesse concentrare l'attenzione su un argomento di suo interesse (e non di pubblico interesse) accompagnandomi verso una conclusione che era la sua.
In un caso, ad esempio, mi è stata chiesta un'intervista sulle false medicine, ma al momento della diretta, su una decina di domande, nove erano dedicate ai "mali" della medicina e solo una a quelli della medicina alternativa. In un altro caso mi è stato chiesto espressamente di non fare cenno al "metodo Di Bella" perché l'emittente (radiofonica) non avrebbe potuto sopportare l'invio di mail di insulti come già successo in passato, un'altra volta l'intervistatore mi ha chiesto di non parlare della folle "nuova medicina germanica" perché il proprietario della radio era un seguace di una di queste sette, insomma, di tutti i colori.
In un caso (televisivo) nel quale ho parlato di integratori sottolineandone l'inutilità in caso di buona salute (non ho detto nulla di "eclatante", ma ho semplicemente dato il consiglio di usare il buon senso e non diventare "dipendenti" dalle vitamine), alla fine del servizio il personale in studio mi guardava allibito ed uno di loro mi ha detto "ci è andato giù pesantissimo...". Ho chiesto il motivo di quel giudizio e mi è stato risposto che "criticare così i farmaci è da coraggiosi", tanto per dire la consapevolezza di molte persone...
Infine, in un altro studio televisivo, la conduttrice che doveva intervistarmi, sfogliando il libro si accorge del capitolo sull'omeopatia: "Noo, mi distrugge anche l'omeopatia? Io la uso, non è possibile!" ed uno dei tecnici di studio: "Ma sai, loro medici ufficiali sono così...a loro non piace l'omeopatia...". Immaginate il mio sforzo nel mantenere contegno e non creare discussioni. Nell'intervista che ne è seguita, neanche a farlo apposta, nessun cenno ad omeopatia e fiori di Bach, solo sull'informazione medica su internet.
Altro caso: si parla di farmaci, un bel dibattito fino a quando mi chiedono degli esempi di prodotti inutili venduti in farmacia. Faccio un elenco generico e chiudo con "un esempio su tutti è l'omeopatia, granuli di zucchero venduti come farmaci curativi". Non ci crederete, nella replica serale della trasmissione quella frase sull'omeopatia è saltata, sarà stato un problema tecnico.
:)



Se fossi stato un paranoico avrei gridato al "gomblotto".
Un altro aspetto che mi ha incuriosito è relativo a qualcosa che può spiegare perché spesso troviamo notizie incredibili o interviste a presunti esperti che in realtà di "esperienza" non ne hanno. Forse è un problema di cultura anche da parte degli addetti ai lavori nel campo del giornalismo. Non sono state poche infatti le interviste di giornalisti che mi chiamavano per chiedermi un parere sulla vicenda Stamina presentandomi come "esperto di staminali" (non lo sono, sono un medico ma non mi occupo di cellule staminali) oppure come "esperto di farmacologia" (forse perché il giornalista mi aveva contattato per un'intervista sui falsi farmaci venduti in farmacia, non saprei...), poi degli atteggiamenti eccessivamente gentili di conduttori che, probabilmente per essere cortesi, di volta in volta mi hanno presentato come "noto in tutto il mondo" o come "il noto professore" o il simpatico giornalista che mi ha inviato una lista di 40 domande per le quali ho impiegato una settimana per rispondere...un delirio...
:)
Insomma, tra le cose che mi hanno colpito di più in nel periodo di promozione del libro, forse proprio perché ho notato un panorama per me nuovo, c'è tutto quello che "ruota" nei media e nel mondo dell'informazione, è stato per me interessante scoprire come la cultura scientifica sia davvero, a livello dei media, alla preistoria, più che dell'informazione molti si preoccupano delle reazioni degli spettatori, quasi fosse un disturbo avere qualcuno che dissente da ciò che si dice in TV, ci si informa poco sulle credenziali dell'intervistato, a volte non si sa nemmeno con chi si sta parlando. Non ci stupiamo quindi per trasmissioni televisive con contenuto scientifico più vuoto dello spazio cosmico, è semplicemente ciò che chi decide i palinsesti pensa debbano vedere gli spettatori. Non so se la maggioranza degli utenti televisivi sia davvero composta da creduloni o mandrie di pecore belanti, non so neanche se certe scelte siano fatte proprio per ottenere delle "pecore belanti", ma so che quando ho chiesto di parlare di medicine alternative, pseudocure o truffe sulla pelle dei malati, il "consiglio" che mi sono sentito ripetere più spesso è stato "lasciamo stare, oppure ci vada piano, poi chi li sente".
Naturalmente non bisogna generalizzare, ho partecipato ad interviste ed incontri interessanti, con conduttori e giornalisti capaci, informati, competenti e che conoscevano l'argomento che si dibatteva, tanti facevano quasi il "tifo" per me e per la buona scienza, ho conosciuto giornalisti entusiasti della scienza ed avversi alle pseudoscienze, ho risposto a domande pertinenti, interessanti, stimolanti, ma questo dovrebbe essere la regola, per questo non stupisce e spero diventi la normalità.
Le reazioni di chi ha letto il libro mi sono arrivate da subito, tanti messaggi di apprezzamento e di incoraggiamento, i più "incoraggianti" quelli di persone che compravano prodotti omeopatici senza sapere per cosa spendevano i loro soldi o chi si beveva tutte le bufale di internet, pensate che una donna malata ha abbandonato una cura propostale da un ciarlatano per curarsi in ospedale ed è venuta a trovarmi per avere una dedica personale. Se non sono soddisfazioni queste...
Per quanto riguarda le presentazioni del libro non posso dire di aver avuto particolari esperienze da raccontare. Forse solo una, quando una donna ha iniziato a lamentarsi del fatto che "noi medici abbiamo medicalizzato troppo il parto" e che "una volta si nasceva anche a casa", ho risposto che nessuno obbliga una donna  partorire in ospedale, che si sceglie liberamente, che l'ospedale è una possibilità in più che può dare sicurezza, ma niente, non si è convinta, ha aggiunto che essendo un'insegnante mette sempre all'erta i suoi studenti dalla "medicina ufficiale", invitandoli a non fidarsi mai.
Bell'insegnante...e bell'insegnamento. Il pubblico ha protestato per l'atteggiamento della signora, sono dovuto intervenire in sua difesa sottolineando la libertà di ognuno nel pensarla come preferisce, ricordandole però del dovere di informarsi soprattutto se si occupa un posto pubblico.
L'episodio più "polemico" è avvenuto a Bologna, dove un gruppo numeroso di agopuntori si è presentato alla presentazione del libro autoorganizzando un "dibattito pubblico" (che nessuno aveva organizzato, ma tant'è...) ed occupando praticamente tutto lo spazio riservato alle domande trasformandolo in uno spazio riservato alle loro considerazioni.
...e poi gli aneddoti, dovete sapere che, ad ogni presentazione, immancabile, c'è sempre quello che aspetta educatamente il suo turno per chiedermi un parere sul farmaco che assume o se la posologia prescrittagli dal medico è corretta o meno, consigli personali insomma, oppure coloro che sostengono alcune medicine alternative che più che domande fanno dei monologhi (ne ricordo uno a Cesena, di un "hameriano") lasciandomi senza parole in quanto non desideravano chiedere qualcosa ma semplicemente esprimersi. Infine il "nemico giurato" apparso ad una di queste presentazioni. Si è presentato a petto in fuori e con fare solenne mi tende la mano dicendomi: "io non la penso per niente come lei, uso l'omeopatia, però la ammiro, è bravo e le concedo l'onore delle armi". Dopo un po' di smarrimento e di tentativo di capire al volo ciò che voleva dire, sono riuscito a rispondere con un semplice "grazie".

Il resto è stato un susseguirsi di belle esperienze, nuove conoscenze, il piacere di parlare con persone che mi leggono ma non conoscevo "dal vivo", sapere che in tanti seguono quello che faccio senza commentare, in silenzio ma apprezzando. Questo è stato rispecchiato dalle vendite del libro, ottime, tre ristampe in poco tempo e la consapevolezza che continuare è un piacere per me ed un dovere per il lavoro che faccio. Un ringraziamento finale va a tutti coloro che hanno acquistato il mio libro ed a chi mi ha incoraggiato ed aiutato. Siete stati fantastici, davvero.


Quindi vado e, se volete, andiamo avanti.
La casa editrice di Salute e Bugie, in occasione di questo articolo, ha concesso (solo per giorno 24 luglio!) la vendita del formato e-book del libro a 2,99 euro.

Alla prossima.


Aggiornamento: Dimenticavo di raccontare uno degli episodi più "particolari": un medico alternativo ben conosciuto ha avuto la faccia tosta di chiedere in regalo alla casa editrice una copia del mio libro per una "recensione" (sì, come no...). Naturalmente su mia richiesta, gli è stato risposto di recarsi nella libreria più vicina. Sono soddisfazioni.