domenica 13 ottobre 2019

Copia incolla omeopatico.

Il "plagiarismo" scientifico consiste nel copiare e usare ripetutamente parti di uno studio scientifico (proprio o di altri) per realizzarne uno nuovo (che quindi nuovo non sarà).

Si tratta di un fenomeno relativamente nuovo e molto studiato, coinvolto nella lotta alle frodi scientifiche perché mette in crisi la serietà e l'attendibilità della ricerca scientifica. La corsa alla pubblicazione scientifica, la voglia di apparire, il desiderio di ingrossare (in qualsiasi modo) il proprio curriculum induce alcuni ricercatori a copiare studi già esistenti (di altri o propri) "riciclandoli" e pubblicandoli come nuovi. Spesso cambiando qualche termine, qualche frase, qualche riferimento ma, fondamentalmente, con un semplice lavoro di "copia-incolla".

Argomento interessante. Non ne avevo mai parlato ma ne ho occasione proprio ora quando, nell'ambito dell'attività del PTS (Patto Trasversale per la Scienza) sto analizzando assieme agli altri componenti (del mio gruppo omeopatia e con quello di Enrico Bucci contro le frodi scientifiche) lo studio di cui ho parlato pochi giorni fa, quello che, con un impressionante tempismo e per incredibile coincidenza, esalta l'efficacia dell'omeopatia (!) nell'otite (!).
Studiando e cercando viene fuori un dato interessante che si aggiunge a quelli già notati che ho spiegato nello scorso post.

L'autore dello studio sull'omeopatia nell'otite è Paolo Bellavite ex docente dell'università di Verona che ora, pensionato, fa il volontario in Burundi. Da anni infatuato dall'omeopatia, contro gli obblighi vaccinali, è un personaggio niente male, aggressivo con chi non gli da ragione, non ammette mai i suoi errori e spesso attacca violentemente chiunque osi criticarlo. Beh, è stato colto con le mani...nella marmellata.

Andando a controllare le sue ultime pubblicazioni (praticamente tutte in riviste predatorie e non indicizzate su PubMed) si è scoperto che c'è un preoccupante vizietto di "copia-incolla". Bellavite ha infatti ripetutamente copiato intere parti dei suoi studi riportandole in studi successivi facendo così "ingrossare" non solo il suo curriculum ma anche autocitandosi.

Un tipico esempio di plagiarismo. Se si ha pazienza si può vedere già controllando le varie pubblicazioni ma oggi, fortunatamente, ci aiutano dei software. Questi programmi controllano le pubblicazioni e ci permettono di sapere se ci sono blocchi di testo (non semplici parole o frasi, proprio interi blocchi di testo) che appaiono da altre parti. Le regole sono precise e stabilite e i software svolgono in maniera eccellente il loro lavoro.
Così, studiando i lavori di Bellavite viene fuori questa cosa interessante.
L'ex professore prende uno o più blocchi di un suoi vecchi studi (spesso senza cambiare nemmeno una parola) e li copia in un nuovo studio.
Questo gli consente una cosa immediata: senza lavoro né sforzo crea una nuova pubblicazione dal nulla.
Ovviamente le grandi riviste scientifiche, oltre a non pubblicare studi banali (come quelli di Bellavite) hanno i loro mezzi (tra i quali proprio questi software) che le proteggono da queste frodi ma così non è per le riviste più scadenti e "predatorie" (che vivono proprio accettando qualsiasi studio, dietro pagamento di una somma di denaro) e, guardacaso, l'ultimo lavoro di Bellavite appare proprio in una di queste.

credits Diego Pavesio

Insomma, una bella figura per l'omeopatia italiana che in Bellavite aveva un punto di riferimento.
Spero che si sia capito il fenomeno che è pure molto grave e deprimente per la ricerca scientifica, per la moralità e la dignità dei ricercatori che, nella stragrande maggioranza dei casi non ricorrono a questi mezzi per il loro lavoro.
Ma se non fosse chiaro o qualche profano non avesse capito bene cosa sto raccontando, faccio un esempio pratico.

In un suo studio del 2011 appaiono queste parole:
"A randomised double-blind placebo controlled pilot study was carried out on children with otitis media. Subjects presenting middle ear effusion and ear pain and/or fever for no more than 36 h were enrolled in the trial. They received either an individualised homeopathic remedy or a placebo, administered orally three times daily for 5 days or until symptoms subsided. Outcome measures included the number of treatment failures after 5 days, 2 weeks and 6 weeks. Diary symptom scores during the first 3 days and middle ear effusion at 2 and 6 weeks after treatment were also evaluated. There were fewer treatment failures in the group receiving homeopathy after 5 days, 2 weeks and 6 weeks, however these differences were not statistically significant. Diary scores showed a significant decrease in symptoms at 24 and 64 h after treatment in favour of homeopathy (P < 0,05)".
 Nello studio che abbiamo analizzato (quello sull'otite, di pochi giorni fa, del 2019) appaiono queste parole:
"A randomized double-blind placebo controlled pilot study was carried out on children with otitis media. Subjects presenting middle ear effusion and ear pain and/or fever for no more than 36 h were enrolled in the trial. They received either an individualized homeopathic medicine or a placebo; administered orally three times daily for 5 days or until symptoms subsided. The 4 most commonly medicines prescribed included Pulsatilla, Chamomilla, Sulphur and Calcarea carbonica. Outcome measures included the number of treatment failures after 5 days, 2 weeks and 6 weeks. Diary symptom scores during the first 3 days and middle ear effusion at 2 and 6 weeks after treatment were also evaluated. There were fewer treatment failures in the group receiving homeopathy after 5 days, 2 weeks and 6 weeks. However these differences were not statistically significant. Diary scores showed a significant decrease in symptoms at 24 and 64 h after treatment, in favor of homeopathy (P < 0,05)"

Avete visto bene? Sono parti praticamente identiche.

L'autore ha copiato e incollato intere parti dello studio da altri studi di anni prima. (questo ovviamente è solo un esempio, la miniera è infinita (qui per particolari della scopiazzatura incredibile) e non riguarda solo l'ultimo studio. Qui un piccolo schema che mostra i vari blocchi che poi sono stati trovati copiati in altri studi di Bellavite.

I blocchi di testo copiati e usati negli studi. Il blocco 1 (rosa) è stato usato in quattro studi (come mostrato a destra)

Interessante anche il fatto che negli studi Bellavite taglia parti copiate da altri studi che potrebbero contraddire le sue idee o le sue conclusioni.

Ma cosa mi combina professore, cosa mi combina! 😅

Al prossimo omeopata esaltato che vi parlerà del "numerosi studi del prof. Bellavite" fate vedere questo post e tagliate corto, a quanto pare l'omeopatia è talmente noiosa che anche gli omeopati si annoiano a scriverne seriamente.

Alla prossima.

Nota: veramente, io a volte mi chiedo se gli omeopati siano questo disastro per una loro sfortuna innata o proprio se le cercano. Guardate chi arriva su Facebook in difesa di Bellavite.


Maria Gloria Alcover Lillo è l'omeopata condannata per aver curato il tumore di una donna con l'omeopatia. E gli omeopati però vogliono essere presi sul serio.

Proprio imbarazzante.

mercoledì 9 ottobre 2019

Povero omeopata.

[articolo aggiornato dopo la pubblicazione iniziale]

Perché bisogna occuparsi di omeopatia? Perché le pseudoscienze sono pericolose?
Perché sono un affare, una lobby, perché fra di loro si aiutano e sostengono e non vogliono ostacoli. 

È iniziato il processo all'omeopata accusato di aver causato la morte di un bambino di 7 anni, affetto da otite e che ricevette omeopatia come cura per la sua malattia.
Una brutta pagina di sofferenza e dolore. Il pensiero va subito a Francesco, il povero bambino che, troppo presto, ha lasciato la sua famiglia. Una delle cose più insopportabili per un genitore e per la comunità. Si poteva evitare? Forse. Di sicuro bisogna provarci e certo non somministrando caramelle tanto per fingere una cura.
Fino a che il processo non sarà finito non si potrà accusare nessuno di nulla, è giusto, anzi, sarebbe di cattivo gusto (oltre che scorretto), aspettiamo dunque la decisione dei giudici. Non ha aspettato invece qualcun altro.
Con un tempismo straordinario e per incredibile coincidenza, è uscita in questi giorni una pubblicazione in una rivista scientifica di medicine alternative. Secondo questo studio l'omeopatia sarebbe efficace nell'otite.
Che coincidenza, non trovate?
Un bambino, curato con omeopatia (che ricordo sono normali caramelle di zucchero che non curan nulla) muore per le conseguenze di un otite e puntuale come un orologio svizzero esce lo studio che dimostrerebbe gli effetti delle caramelle omeopatiche nell'otite. Il primo autore di questo studio è Paolo Bellavite, ex docente universitario ora in pensione, che si occupa da anni di omeopatia cercando con fatica ma senza riuscirci, di trovare spiragli o appigli per dimostrare che le caramelle curino le malattie. Vecchia conoscenza di questo blog quando spiegai uno dei tanti trucchi usati per dimostrare i poteri magici del "gelsomino omeopatico". Bellavite è lo stesso che ci restò malissimo quando la Federazione nazionale ordini dei medici ufficializzò la posizione sull'omeopatia spiegandone l'inconsistenza. Insomma, un personaggione.

Il PTS (Patto Trasversale per la Scienza), associazione che si occupa proprio di vederci chiaro nelle affermazioni non scientifiche e nelle fake news mediche, ha voluto vederci chiaro e ha analizzato questo studio. C'è da dire che nessuna linea guida o protocollo consiglia l'uso di omeopatia (che ricordo, si tratta di normali caramelle) nell'otite o in altre malattie e, studi a parte, ovvietà a parte, è totalmente fuori luogo curare un bambino con febbre e dolori con degli zuccherini. Ma allora, questo studio è attendibile? Il PTS ha notato alcune cose.

Qui un riassunto e per i più curiosi l'approfondimento direttamente nel sito del PTS (link alla fine di questo post).

Si tratta di uno studio pubblicato in una rivista "predatoria" (che cioè accetta qualsiasi cosa, anche la meno seria, pur di pubblicarla) il cui editore è incluso nella "Beall's List", la lista delle riviste "predatory". Nel 2015 lo stesso editore accettò tra gli editors (i responsabili della rivista) un cane...già, un cane, che era di uno scienziato stufo di ricevere continuamente inviti a diventare editor della rivista, registrò il suo cane.

La rivista non è nemmeno su PubMed (la banca dati delle pubblicazioni scientifiche), è stata espulsa da DOAJ- Directory of Open Access Journals (database delle riviste ad accesso pubblico) e il suo "impact factor (fattore di importanza, è un numero) è zero. (0).
Dice lo stesso autore dello studio in una delle sue pubblicazioni: "The publication of a paper in a journal cited by PubMed is not in itself a guarantee of quality, but it can be considered an important criterion of validity," ("La pubblicazione di uno studio in una rivista citata su PubMed non è di per se una garanzia di qualità ma può essere considerato un importante criterio di validità").

Ecco, lo stesso Bellavite ci ha confermato che già questo dimostra la scarsa validità del suo studio.

Per non parlare del livello dello studio, una scelta arbitraria, a caso, di studi che parlano bene di omeopatia, quasi tutti pubblicati da riviste (banalotte) di medicina alternativa, quasi tutti di valore pessimo.
Insomma una torta ben confezionata per dimostrare che le caramelle curano l'otite e, sempre per incredibile tempismo e coincidenza e con una fretta esagerata (in 15 giorni studio ricevuto, accettato, pubblicato), arrivata poco prima dell'inizio del processo al "povero omeopata messo in croce" accusato di omicidio.
Proprio bello.
Ah, chi scrive del "povero omeopata" è proprio l'autore dello studio, in un post poi velocemente cancellato.

Il primo autore dello studio parla del "povero omeopata messo in croce" perché accusato di aver colpa della morte di un bambino di 7 anni. "Non mi pronuncio", dice l'autore ma si pronuncia difendendo l'omeopata e scrivendo una sorta di "ricerca". Per dimostrare di avere ragione cita proprio la sua ricerca.

Ecco, a volte, quando parlo di "lobby degli omeopati", qualcuno mi chiede cosa si intende, di cosa sarebbe capace, ecco, qui c'è un indizio niente male, un tentativo maldestro di trovare giustificazioni per un fatto ingiustificabile.
Ma se questo studio pretende di trovare una prova di efficacia dell’omeopatia si dimostra invece una prova di superficialità, di mancanza di buon senso e di aderenza alla scienza di chi usa questa pratica, un brutto passo falso degli omeopati.

Sopporto creduloni e ingenui, fanno parte dell'umanità, non sopporto i furbi e i loro trucchi che ora, con il PTS, hanno un nemico in più. Ci sono due problemi da risolvere: spiegare alle persone che l'omeopatia è una falsa cura e spiegare allo stato che chiudendo un occhio accettando e sostenendo questa pratica è complice di questi fatti.

Per i particolari si riporta all’analisi completa della pubblicazione.

Alla prossima.

Aggiornamento: 11/10/19: l'omeopatia, si sa, è basata sulle diluizioni del principio attivo. 100 grammi di una sostanza, diluita, diluitissima, sparisce ma, magia, funziona sempre. Ecco, lo studio rivoluzionario sull'omeopatia si sta diluendo e solo pochi giorni dopo la sua pubblicazione perde pezzi e...autori. Uno degli autori infatti è sparito (ritirato? Espulso? Cancellato? Boh) dal gruppo iniziale. Ma è solo l'inizio, Bellavite ha un po' esagerato e i risultati li vedremo presto.
Io spero solo che l'autore sia stato diluito ma non battuto sulla Bibbia.

Aggiornamento 13/10/19: ma guarda un po' quante cose si scoprono andando a scavare nell'attività scientifica dell'ex professor Bellavite. Colui che fa la morale agli altri e li attacca violentemente poi fa una delle cose più comiche (per essere buoni) che possano accadere nel mondo della ricerca scientifica. Copia e incolla. Si chiama "plagiarismo". In pratica per anni, ripetutamente e anche in occasione di quest'ultimo studio sull'omeopatia nell'otite, il prof. Bellavite ha copiato intere parti da altri suoi studi. In pratica ha usato parti di altri studi per comporne di nuovi.
Pratica molto molto (molto) scorretta e dilettantesca. Interessante anche scoprire che in molti degli studi da lui citati come "prova" di efficacia dell'omeopatia ha tagliato le parti poco convenienti, gestendo dati e parole in modo da darsi ragione. Impressionante.
Per approfondimenti si può leggere qui.