mercoledì 29 maggio 2013

Cento manifestanti, un servizio in tv, un professore di psicologia e 3.000.000 di euro.

In un momento come l'attuale, nel quale una famiglia non ottiene mutui o prestiti per bisogni essenziali come una casa, un'azienda non è pagata per i servizi che ha già prestato allo Stato ed un lavoratore deve temere di perdere le proprie certezze come il lavoro o la pensione, può essere importante segnalare come ottenere in pochi giorni 3.000.000 di euro dal governo per provare se un anonimo cittadino dice bugie o la verità. Intendiamoci, ognuno può essere libero di pensare di aver scoperto la macchina che va alla velocità della luce o l'invisibilità, può dichiarare ufficialmente di aver visitato un pianeta alieno o di avere scoperto la cura per tutte le malattie (di mitomani e millantatori è piena la storia), ma la novità importante è che ora chiunque può dichiarare ciò che vuole, troverà sempre qualcuno, anche in un governo nazionale, disposto ad ascoltarlo e sostenerlo, anche con tre milioni di euro.
Non ci vuole tanto.

Prendiamo una persona con una laurea qualsiasi, mettiamo un letterato. Immaginiamo che abbia pensato ad una cura per malattie inguaribili, non una o due, tutte, persino quelle genetiche e che questa cura abbia dei presupposti che nessuna persona al mondo, nemmeno dei premi Nobel per la medicina, sia riuscito a notare.
Supponiamo che per dica in giro che la sua cura funziona, guarisca, migliori.
Ammettiamo che, nonostante non ci siano prove, documenti pubblici, evidenze, dimostrazioni di queste guarigioni (o dei miglioramenti), una trasmissione televisiva di intrattenimento decida di pubblicizzare questa "cura per malattie incurabili", evitando almeno la prudenza dovuta e la risoluzione di pesanti sospetti a carico della società del detto letterato. Facciamo finta che, davanti all'inconsistenza di questi fatti, la comunità scientifica internazionale cerchi di spiegare in tutti i modi che non è così che si curano le malattie né si trattano le persone con disabilità.
Immaginiamo che nonostante tutto questo, uno sparuto gruppo di sostenitori (nell'ultima manifestazione se ne sono contati un centinaio), scenda in piazza per urlare il loro sostegno a questa presunta cura.
Immaginiamo pure che tutta la vicenda arrivi sui banchi del parlamento italiano ed arriviamo ad immaginare che lo stesso parlamento, fondamentalmente con il solo scopo di accontentare parte dell'opinione pubblica, decida di "sperimentare" la presunta cura, destinando un fondo di 3.000.000 di euro.

Se torniamo al letterato che ha "inventato" la cura, c'è da sapere che nonostante questo cospicuo investimento, lui continua a gridare allo scandalo, ad insultare chi lo critica (li definisce "polli starnazzanti") e a non essere d'accordo con questa sperimentazione. "Accetta con rammarico" dice, tra lo sconfitto ed dispiaciuto. Stiamo assistendo allo spettacolo di un uomo triste, rammaricato, insomma, cosa strana, visto che il governo mette a disposizione milioni di euro per sperimentare una presunta cura, nemmeno ben delineata e codificata (l'inventore ha sempre detto che "è tutto nei brevetti", nonostante non esistano brevetti ma solo domande che non descrivono correttamente la metodica utilizzata tanto da essere respinti dall'ufficio brevetti statunitense), che non ha dimostrato di funzionare, che non è messa a disposizione del pubblico o almeno della comunità scientifica, che non ha nemmeno uno studio a suo favore, che non è stata mai testata in nessun modo precedentemente e soprattutto che afferma di curare malattie che nessuno al mondo riesce a curare (in maniera decisiva). Un bel vantaggio per il professore/inventore, non si capisce quindi perché rifiuti questa bellissima (per lui) possibilità, almeno per i bambini che lui dice di voler "salvare". Guai però ad avanzare dubbi o chiedere trasparenza, oltre alle accuse di insensibilità e cattiveria potrebbero aggiungersi i sospetti di chissà quale collusione o connivenza.

Cerchiamo allora di capire cosa si potrebbe fare con quella somma, per aiutare quei cento manifestanti e tutte le altre famiglie con problemi simili e probabilmente tante altre famiglie che di problemi simili potrebbero averne in futuro. Altri siti hanno fatto questo "calcolo" ed io lo riprendo, credo sia una delle assurdità più evidenti della nuova legge.

Con 3.000.000 di euro si potrebbero pagare 80 dottorati di ricerca, ovvero 80 persone che studiano le cause e le terapie delle malattie più gravi, come ha calcolato il sito Prometeus.
Con la stessa somma, potremmo costruire 6 sale operatorie complete di attrezzature all'avanguardia, due al nord, due al centro, due al sud Italia ed 1 sala operatoria "mobile" da spostare in caso di calamità naturale.
Per i bambini (e gli adulti) affetti da grave disabilità, uno dei problemi principali è la disponibilità di centri di riabilitazione moderni ed attrezzati, con quella somma potremmo costruirne 20, modernissimi ed attrezzati, che potrebbero aiutare, sostenere e curare migliaia di bambini con malattie come la SMA, la paralisi cerebrale ed altre malattie genetiche, ma anche adulti con SLA, sclerosi multipla, autismo e traumi spinali, diffusi in tutto il territorio nazionale. Questa somma è la stessa che l'associazione italiana sclerosi multipla (AISM) ha destinato per un anno di ricerca sulla malattia.
Con la stessa somma stanziata per provare una cura che finora non ha mai curato nessuno, potremmo pagare per due anni 100 tecnici della riabilitazione, fisioterapisti, psicomotricisti, tutte figure fondamentali e realmente curative per tutti coloro che hanno un problema di disabilità, magari da assumere dove ne mancano tanti (e si darebbe aiuto ai disabili e nel frattempo anche lavoro a chi lo cerca), come migliaia di progetti di assistenza domiciliare e 1000 sedie elettroniche basculanti utilissime a chi ha problemi di movimento e deambulazione.
Quintali di oggetti di uso quotidiano utili alla vita di queste persone, 90 medici che per un anno potrebbero seguire da vicino la situazione di persone con malattie neurodegenerative, 120 infermieri per due anni (utilissimi!) ed anche due anni per 100 insegnanti di sostegno per chi va a scuola e non trova l'aiuto necessario, senza considerare che si potrebbero pagare anche dei corsi e degli aggiornamenti per questi insegnanti, rendendoli specializzati nel sostegno per questo tipo di problemi.
Ma guarda quante cose si potrebbero fare con quei soldi...
Chi di noi contribuenti non sarebbe felice di destinare le proprie tasse a questi fini, di vedere quei bambini e quegli adulti ricevere cure ed attenzioni dovute e necessarie, chi non sarebbe orgoglioso di un paese che destinasse parte delle sue risorse (soprattutto in un momento di crisi come questo) per aiutare chi non ha tutte le nostre possibilità, eppure tutta quella somma di denaro andrà alla "sperimentazione" di un prodotto mediatico senza basi e soprattutto senza motivi per essere preso in considerazione seriamente. Attenzione, questi investimenti andrebbero a beneficio di quelle famiglie che ne hanno bisogno, comprese quelle che accusano lo stato e gli scienziati dei crimini più odiosi e che scendono in piazza per sostenere il professor Vannoni e la sua associazione urlando "assassini" ai rappresentanti delle istituzioni, le stesse persone che possono mantenere i propri figli in vita grazie agli strumenti reali (aspiratori, respiratori, ausili ortopedici, farmaci, fisioterapia, alimenti...) messi a disposizione dal progresso tecnico e dalla scienza: insultano dei fatti concreti e sostengono un'illusione. Andrebbero pure a vantaggio di tutte quelle "associazioni", nate come funghi, che ora organizzano raccolte fondi, riunioni, collette, vendono magliette e souvenir. Sarebbero insomma patrimonio di tutti.
Il parlamento ha preso una decisione che ha concluso per il finanziamento di una sperimentazione del "metodo", servirà a capire se davvero serve a qualcosa o è solo una grande bugia ma bisogna prenderne atto, è possibile criticarla ma le decisioni istituzionali bisogna intanto rispettarle.
Strano paese il nostro però, nel quale si confonde la "libertà di cura" con il "diritto alla cura". La libertà di cura è sancita dalla costituzione, dalla legge e dalla logica: chiunque può decidere come curarsi, cosa usare per migliorare il proprio stato di salute, come spendere i propri soldi per comprare una terapia o se farla o meno (esiste anche la libertà di NON curarsi). Altrimenti non avremmo persone che vanno a Lourdes per "guarire" o non si venderebbe l'omeopatia, non esisterebbero i pranoterapeuti e sarebbe fuorilegge recarsi in Thailandia per sottoporsi ad infusioni di cellule staminali.
Il "diritto alla cura" è ben altra cosa: tutti i cittadini hanno il diritto di poter accedere alle migliori cure a disposizione e lo Stato le mette a disposizione. Per questo motivo con le tasse di ognuno di noi si pagano le cure per tutti. Basta recarsi in ospedale e chiunque ne abbia bisogno, da un pronto soccorso ad un ricovero, da una terapia ad un intervento chirurgico, lo otterrà "gratuitamente". In Italia dunque, come in questo caso, il diritto alla cura come la libertà di cura sono perfettamente rispettati: chi ha bisogno accede pubblicamente alle cure già disponibili, chi cerca cure non provate o pseudocure, le paga di tasca sua e nessuno potrà impedirgli di effettuarle.
Nel caso delle staminali non si tratta neppure di "cura compassionevole", visto che per rientrare in questo tipo di inquadramento, una terapia deve aver superato una serie di test e prove che le staminali di Vannoni non hanno neanche sfiorato: non si capisce a questo punto nemmeno perché qualcuno abbia autorizzato le attività di Vannoni in una struttura pubblica (l'ospedale di Brescia).
Le staminali non sono un'invenzione di Vannoni, questo sia chiaro, né Vannoni ha mai saputo spiegare o mostrare effetti "particolari" delle sue preparazioni, tutto si è svolto come in un grande spot pubblicitario, visto che l'ha detto la TV, un'intera nazione ne sovvenziona la sperimentazione, non si è arrivati a questa decisione per altri motivi, né per evidenti miglioramenti dei soggetti ad oggi in cura.
Bisogna ricordare anche che i pazienti che hanno usufruito dei trattamenti di Vannoni (compresa la piccola Sofia, la bambina la cui storia ha dato inizio a tutta la vicenda) non hanno mai interrotto le terapie già in corso, quelle di sostegno, la fisioterapia, non vi è insomma nessuna prova che la "cura Vannoni" abbia avuto il benché minimo effetto positivo su queste persone, eppure la nostra nazione lo degna di interesse.

Fanno un po' di tenerezza a questo punto, tutte le persone che ritengono "miracolose" altre pseudocure, nessuno è riuscito ad ottenere ciò che la Stamina foundation (la società di Vannoni) ha ottenuto, nessuna sperimentazione per i viaggi a Lourdes o dei trattamenti sotto la piramide energetica, nessuno pensa agli anelli dell'immortalità o ai guaritori filippini. Le testimonianze ci sono (anche molte di più di quelle relative a questa vicenda), gli "operatori" garantiscono i risultati. Perché "Stamina" sì e loro no? Sembrano dei dilettanti tutti quelli che parlano di "cure segrete" ed "infallibili" in confronto a ciò che è riuscito ad ottenere il professore di psicologia lanciato dal programma "Le Iene".
Non perdano la speranza comunque, in Italia tutto può accadere.

Lo sanno i nostri governanti, evidentemente, perché grazie a loro, siamo arrivati  a questo punto (e dobbiamo quasi tirare un sospiro di sollievo, visto che c'erano possibilità peggiori) che vedranno come, qualsiasi dovesse essere il risultato della sperimentazione, non sarà accettato né da Vannoni né dai suoi seguaci.
Dopo settimane di "tam tam" mediatico insomma, siamo giunti al primo capolinea: si sperimenterà il "metodo Vannoni". Intanto questo può servire a capire a chi è troppo giovane l'atmosfera che si respirava ai tempi dell'altra pseudocura sperimentata a nostre spese, la "cura Di Bella", anche in quel caso manifestazioni, politici in pieno fermento e trasmissioni che rilanciavano la notizia e miliardi spesi per ottenere un nulla di fatto e centinaia di morti.
Ho già detto che in fondo al cuore resta la speranza che per qualsiasi motivo questa sperimentazione dia esito positivo, scambierei volentieri la mia incredulità con la salute di uno di quei bambini, però è anche vero che se i risultati fossero negativi più di una persona dovrà farsi un esame di coscienza. Si è parlato di cura, guarigione, salvezza, si sono disprezzati scienziati, esperti, famiglie e bambini, sono arrivate anche minacce ed insulti. Il protagonista indiscusso di questa storia è uno solo ed in ogni caso, alla fine, sarà stato lui a guadagnarci, qualsiasi sia il finale, perché qualcuno glielo ha permesso. Questa persona dice di aver trovato una cura per malattie incurabili e che questa cura la conosce solo lui e può essere "preparata" solo da lui (ovvero nei suoi laboratori). Basterà aspettare per conoscere la verità.
Un solo consiglio mi sento di dare al prof. Vannoni: la smetta di lanciare comunicati su Facebook, secondo me non le fanno onore, sembrano propaganda spicciola e nessuno deve arrivare a pensare che a lei interessi più la propaganda e smuovere le masse più che dimostrare che la sua cura funzioni. Si metta a lavorare in silenzio e provi finalmente al più presto di avere ragione. Se ne ha.


Davide Vannoni, avrebbe trovato la cura per malattie incurabili.

Alla prossima.

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Nota aggiuntiva:

Interessante conoscere le obiezioni di Vannoni alla sperimentazione proposta, il professore, purtroppo, si contraddice ripetutamente e mostra di non conoscere bene né la biologia né le norme e nemmeno le regole di preparazione di cellule staminali, non essendo uno scienziato non sarebbe suo dovere, ma proprio per questo il buon gusto gli imporrebbe di non parlare di cose che non conosce (ed anche di non dipingersi come "inventore di medicine"), ma se siamo arrivati a questo punto, andiamo fino in fondo.

Per capire il livello di scuse obiezioni di Vannoni alla sperimentazione serve anche rispondere a ciascuna di esse, per questo, accanto alle obiezioni, è utile leggere le parole del prof. De Luca, esperto di staminali che con questo tipo di cellule ha letteralmente ridato la vista ai ciechi (e lo ha dimostrato...). Leggeremo gli argomenti di Vannoni e quelli di uno scienziato, così, giusto per farci un'ulteriore idea di chi è che dice cose ragionevoli.
Ecco le motivazioni pubblicate su Facebook (il prof. Vannoni ha proprio un'allergia al parlare di medicina in posti "consoni") che secondo Vannoni invaliderebbero la sperimentazione controllata con le relative risposte del prof. De Luca (riportate in corsivo subito dopo le parole di Vannoni, alcune risposte riguardano più obiezioni):
Nota: il laboratorio GMP: è un laboratorio dotato di precisi requisiti precisi tecnici, di sicurezza ed organizzazione (GMP=Good Manufacturing Practice, buone norme di lavorazione, sono una serie di regole che massimizzano i risultati e minimizzano i rischi di una procedura)

Davide Vannoni: Perchè la metodica Stamina non potrebbe essere utilizzabile in un laboratorio farmaceutico (modalità GMP)

1. Tutti i media di coltura utilizzati dal protocollo Stamina non sono GMP, modificarli per adeguarli ad una produzione farmaceutica crerebbe un prodotto cellulare differente che non sarebbe mai stato applicato sull'uomo a differenza di quello prodotto con il protocollo Stamina, che, seppure ancora da sperimentare pienamente, non ha mai dato effetti collaterali ed ha dato risultati significativi su singoli pazienti.


Michele De Luca (Professore Ordinario di Biochimica e Direttore del Centro di Medicina Rigenerativa Stefano Ferrari dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia):
Tutte le colture cellulari usate in tutto il pianeta per scopi clinici possono essere (e sono) coltivate in GMP, incluse le staminali mesenchimali oggetto di oltre 300 sperimentazioni cliniche ufficiali. Tutti i componenti dei terreni di coltura possono facilmente essere adeguati alle GMP. Stamina continua a dire che il suo metodo “è scritto nei brevetti”. Tutto quello che è scritto nelle domande di brevetto può essere riprodotto in GMP. In nessun caso una procedura GMP crea un prodotto differente per attività biologica da quello prodotto in condizioni non controllate. Crea solo un prodotto più sicuro. Se il prodotto non può essere fatto in GMP, allora il metodo non è utilizzabile in nessun Paese occidentale, e quindi non può essere riprodotto fuori dall’Italia. Se viceversa un prodotto cellulare è efficace solo se prodotto in condizioni che mettano potenzialmente a repentaglio la sicurezza del paziente, vuol dire potrebbe essere tossico. Un rischio anche se potenziale dal punto di vista deontologico è ingiustificabile. 

2. La procedura di differenziazione si completa durante le ultime tre ore prima dell'infusione e deve, quindi, essere svolta nell'ospedale in cui si svolge l'inoculazione. Ciò potrebbe avvenire nei laboratori dei centri trapainti presenti negli ospedali in cui si svolge la terapia, onde evitare spesso pericolosi spostamenti a pazienti in gravi condizioni.
6. I laboratori per trapianti, come è, ad esempio, quello di Brescia, sono laboratori sterili, a pressione positiva dotati di cappe a flusso sotto le quali operano i biologi in condizioni di altissima sterilità. Esistendo omologhi di tali laboratori in tutti gli ospedali in cui si fanno trapainti, il materiale sarebbe facilmente trasportabile e si potrebbe scongelare in diversi ospedali senza dover muovere i pazienti, mentre non avrebbe senso fare una parte della lavorazione in un laboratorio farmceutico per poi finirla in un laboratorio non farmaceutico.

Non esiste la possibiltà biologica che una qualsiasi cellula si trasformi in una cellula completamente diversa in solo 3 ore. In ogni caso, se il differenziamento è stabile, deve rimanere dopo 3 ore. Se il differenziamento è instabile, allora non esiste nessuna verifica che sia stabile dopo la somministrazione. 

3. La composizione dei terreni di coltura varia ogni 2 giorni in base all'andamento dello sviluppo cellulare tipico di ogni linea cellulare (di ogni paziente), ciò non è compatibile con i protocolli rigidi previsti nelle cell factories GMP.

Qualunque variazione dei terreni di coltura durante la produzione delle cellule può essere fatta in GMP; basta prevederla in quelle che si definiscono procedure ordinarie standard. Non è invece concepibile che la variazione sia decisa in modo estemporaneo e casuale. In base a quale parametro vengono modificate le condizioni di coltura, e in base a quali dati si identificano le variazioni necessarie per ogni coltura e per ogni paziente? E in che cosa consiste il “metodo”, se il metodo cambia ogni volta, anzi ogni due giorni, e nessuno sa in che modo? Visto che queste modifiche non sono descritte ne’ nelle richieste di brevetto, ne’ altrove, come si fa a sapere che la metodica sia riproducibile. In altri termini chi garantisce che Stamina non aggiunga o abbia aggiunto altri farmaci o altre cellule al materiale che viene infuso ai pazienti? 

4. Ogni stanza (camera bianca) di un laboratorio GMP contiene un solo incubatore con all'interno una sola linea cellulare (un solo paziente), quindi una cell factory di grandi dimensioni (10 camere bianche) potrebbe produrre al massimo, con la metodica stamina, cellule utili per la terapia a 10 pazienti, per un totale di 120 pazienti all'anno. Quantità assolutamente incompatibile con la numerosità dei pazienti in attesa, affetti da malattie orfane di farmaci.
7. Nei laboratori per trapianti si possono utilizzare più incubatori contemporaneamente, ponendo una sola linea cellulare per ogni piano (circa 4 linee cellulari per incubatore). Sono, inoltre previste sia la tracciabilità di tutti i media di coltura utilizzati, sia la descrizione delle procedure, sia approfondite valutazioni sul prodotto cellulare finito prima di essere iniettato (analisi di sterilità, caratterizzazione delle linee cellulari, telomerasi, vitalità cellulare), allo stesso modo in cui potrebbbero essere svolte in un laboratorio farmaceutico.

Non è vero che un singolo laboratorio GMP contiene un solo incubatore con all'interno una sola linea cellulare. È sufficiente adottare le procedure previste per poter coltivare le cellule di diversi pazienti in un singolo laboratorio, che può contenere certamente più di un incubatore. 

5. I costi per la produzione in un laboratorio GMP lievitano di circa 12 volte, così, se una linea cellulare prodotta in un labotratorio non farmaceutico, con la metodica Stamina costa tra i 5000 e gli 8000 Euro, in un laboratorio GMP verrebbe a costare circa 60.000 Euro. Visto che i costi di produzione cellulare sono a carico di Stamina, allora risulterebbe più etico continuare a produrre le linee cellulari presso gli Spedali Civili di Brescia dove, con le pronunce dei Giudici del Lavoro, si potrebbero curare un maggior numero di pazienti con lo stesso costo di produzione.

La sicurezza dei pazienti non può essere misurata in migliaia di euro. Dal momento che Stamina sostiene che il suo metodo può essere applicato a tutti i malati rari (circa 8000 malattie rare con almeno 1 milione di pazienti in Italia) la maggior parte dei quali non sono in pericolo di vita, è essenziale avere una coltura che sia sicura, per evitare di creare un danno in un paziente già di per sé debole. Lo Stato ha offerto di coprire i costi della sperimentazione in GMP. Stamina sostiene che si deve risparmiare a scapito della sicurezza dei pazienti, e in violazione della legge, perchè le spese per la produzione di cellule sono a suo carico. Lo Stato invece ha offerto di coprire i costi per 3 milioni di euro, per produrre le cellule in sicurezza a vantaggio dei pazienti, e non per “ stendere i protocolli di valutazione”, come è ovvio. È in grado Stamina e il suo finanziatore Medestea di coprire i 144 milioni di euro necessari a trattare, senza sperimentazione formale, e senza GMP, i 18000 pazienti di cui Stamina parla, al costo di 8,000 euro a paziente che Stamina indica?

6. I laboratori per trapianti, come è, ad esempio, quello di Brescia, sono laboratori sterili, a pressione positiva dotati di cappe a flusso sotto le quali operano i biologi in condizioni di altissima sterilità. Esistendo omologhi di tali laboratori in tutti gli ospedali in cui si fanno trapainti, il materiale sarebbe facilmente trasportabile e si potrebbe scongelare in diversi ospedali senza dover muovere i pazienti, mentre non avrebbe senso fare una parte della lavorazione in un laboratorio farmceutico per poi finirla in un laboratorio non farmaceutico.
7. Nei laboratori per trapianti si possono utilizzare più incubatori contemporaneamente, ponendo una sola linea cellulare per ogni piano (circa 4 linee cellulari per incubatore). Sono, inoltre previste sia la tracciabilità di tutti i media di coltura utilizzati, sia la descrizione delle procedure, sia approfondite valutazioni sul prodotto cellulare finito prima di essere iniettato (analisi di sterilità, caratterizzazione delle linee cellulari, telomerasi, vitalità cellulare), allo stesso modo in cui potrebbbero essere svolte in un laboratorio farmaceutico.


Non è vero che i laboratori per trapianti siano uguali ai laboratori GMP per le colture cellulari. Il Centro Nazionale Trapianti che li coordina in tutta Italia ha affermato che queste cellule sono farmaci e non tessuti e che i centri trapianti non hanno la competenza ne la capacità per lavorare queste cellule. Lavorare in GMP non significa solo avere una determinata tipologia di laboratorio. Significa adottare tutta una serie di procedure a garanzia del paziente. Procedure che garantiscono, nel caso delle colture cellulari, di somministrare al paziente un prodotto sicura e efficace Non è certo a spese di Stamina, che il sottoscritto dirige una Cell Factory Autorizzata in GMP, attraverso la quale ripristina da molti anni con cellule staminali vere, la vista di chi l’ha perduta (Rama et al., N. Engl. J. Med. 2010, 363:147-155). Sarà forse invece a spese dei cittadini che Stamina potrà sperimentare il suo "metodo"; se il Parlamento sovrano così decidesse ne prenderemo atto senza nessuna intenzione di chiedere degli sconti sulle regole di sicurezza.

sabato 18 maggio 2013

Non_siamo_soli

Come sappiamo tutto è relativo. La percezione delle cose dipende dal punto di vista, noi che viviamo sul pianeta Terra ci sentiamo al "centro dell'universo" quando in realtà rappresentiamo un puntino "in mezzo" all'universo. Lo stesso succede per il nostro corpo: fisicamente e psicologicamente sembra che tutto ruoti attorno a noi, la "propriocezione" ci consente di "sentirci" vivi ma, essendo limitata nello spazio visibile, non tiene conto, normalmente, del fatto che esistono tantissime cose molto più grandi e molto più piccole di noi e queste sono sempre vicine, strettamente a contatto, addirittura vivono con noi e grazie a noi.
Guardiamoci le mani. Dopo averle lavate le sentiamo pulite, lisce e libere da impurità, così la pelle del nostro corpo, normalmente è "pulita", soprattutto dopo una bella doccia. Se cambiassimo punto di riferimento potremmo restare allibiti da quanta vita e da quanti esseri viventi abbiamo addosso. Se i nostri occhi vedessero ciò che è "piccolissimo" non ci sentiremmo così puliti come crediamo. Nulla di patologico, sono centinaia (milioni, se contiamo i batteri) gli esseri che strisciano sulla nostra pelle, in alcune zone normalmente non c'è alcun "animaletto" ma in certe occasioni anche in queste possono verificarsi vere e proprie infestazioni, in altre gli "animaletti" sono normali, ospiti abituali, molti fondamentali per l'equilibrio dell'organismo. Se la pelle non fosse infestata da batteri (normalmente inoffensivi), questi lascerebbero il posto ad altri esseri viventi che potrebbero essere pericolosi e trasmettere persino malattie letali. Altre volte questi "esserini" scelgono il nostro corpo semplicemente per comodità, prendono un "passaggio", siamo mammiferi a sangue caldo e questo basta per renderci deliziozi bocconcini, piuttosto saporiti. Gli esseri viventi che si nutrono di componenti del nostro corpo (spesso sangue) sono dei parassiti, vivono cioè grazie alla possibilità di "rubarci" delle sostanze. Non fanno nulla di male, se un insetto che succhia il nostro sangue per vivere fosse cattivo, immaginiamo come potrebbe essere definito l'uomo che per vivere deve addirittura uccidere un animale intero.

Questo è un post che provoca prurito (nella migliore delle ipotesi), quindi devo per forza inserire il bollino rosso. Chi soffre di fobia verso insetti ed animali farebbe bene ad evitare la lettura.

Inizialmente possiamo andare a controllare gli "animaletti" più grandi, quelli visibili ad occhio nudo. Non serve alcun microscopio e spesso nemmeno una lente di ingrandimento. Sono piccoli ma voraci e spietati, i parassiti "ematofagi", quelli cioè che mangiano sangue, li conosciamo per trovarli spesso addosso agli animali domestici ma non disdegnano nemmeno l'uomo. I più comuni sono le zecche e le pulci. Le prime sono piccoli animaletti (da pochi millimetri ad un centimetro) che presentano una sorta di "arpione" sull'apparato buccale e con questo si àncorano sulla pelle del prelibato prescelto. Iniettano una sostanza che facilità il loro compito e cominciano a bere il nostro sangue.

Zecca maschio con addome vuoto (pieno di sangue è molto più voluminosa)

Non si tratta in genere di parassita pericoloso ma possono sorgere delle complicazioni, sia perché il "morso" può essere irritante, sia perché può trasmettere alcune malattie, anche gravi. La zecca in genere si accomoda in zone abbastanza raggiungibili della cute ma in rari casi può infilarsi in "cunicoli" ed anfratti che rendono problematica la sua estrazione. Qui una fantastica foto di zecca che si infila nel canale auricolare di un uomo:

Zecca dentro il canale auricolare (orecchio)
Zecca sul timpano. Provoca una sensazione di "grattamento" (in inglese "crackling")
Le immagini possono provocare un senso di disgusto e raccapriccio ma sono quanto di più "normale" e naturale possa esistere, quello che non vediamo non significa non esista.

Un altro parassita ematofago è la pulce, comunissima anche in ambienti domestici. Molto piccola e capace di muoversi con salti e scatti, preferisce annidarsi in zone ricche di peli per sfuggire ai "grattamenti" che provocano i suoi morsi. La pulce ha anch'essa un potenziale pericolo perché può trasmettere malattie gravi. Difficile da riconoscere se si tratta di un esemplare unico, quando infesta zone cutanee estese è ben visibile.

Pulce al microscopio

Pulce al microscopio elettronico, un vero e proprio "mostro"
Se andiamo a cercare i parassiti di dimensioni ancora minori possiamo parlare dei pidocchi, parassiti comunissimi anche in ambienti puliti. La vita del pidocchio (parassita che può infestare cuoio capelluto, cute e zona pubica) è per certi versi affascinante: è talmente radicata la simbiosi tra uomo e pidocchio che si può affermare si tratta di due esseri che si sono evoluti parallelamente. I pidocchi sono diffusi in tutto il mondo, in qualsiasi ambiente dove esista l'uomo. Provoca prurito e dermatiti.


Pidocchio al microscopio elettronico, visibili gli "uncini" che gli permettono di ancorarsi ai peli dell'ospite
Se potessimo osservare al microscopio ciò che "cammina" sul nostro corpo resteremmo schifati della "bruttezza" di queste creature ma anche ammirati da ciò che ci circonda senza saperlo.
"Simile" al pidocchio ma più grande (fino a 0,5 millimetri) e meno diffuso è il Demodex, parassita che colpisce molti mammiferi, uomo compreso e che si annida, tipicamente, alla base di un follicolo pilifero agganciandosi con un rostro che ha sulla bocca. Provoca arrossamento, prurito ed a volte infezione.

Il Demodex, con piccole zampette ed un rostro sulla bocca.

Andiamo ancora più giù nella scala delle grandezze, ecco che ci appare l'acaro della scabbia (sarcoptes scabiei hominis), pruriginoso e contagioso ospite delle case rurali italiane che ancora oggi si rileva in molte zone del paese. La femmina del piccolo essere, dopo essere stata fecondata, scava dei cunicoli sotto la cute e "cammina" per pochi millimetri (per noi umani, per loro sono distanze enormi), determinando uno dei segni più tipici della malattia. L'animaletto è praticamente invisibile, ecco, stiamo raggiungendo dimensioni già interessanti.
Acaro della scabbia


Acaro della scabbia in microscopia elettronica

 L'acaro della scabbia non è il solo parassita che si diverte a camminarci sottopelle, anche la "larva migrans" fa la stessa cosa e dopo il contagio, avvenuto in genere in zone dove la malattia è endemica, il piccolo verme comincia a trascinarsi sotto la nostra cute passando da un punto all'altro della zona infestata. Si tratta della piccolissima larva di anchilostoma, parassita frequente nei paesi tropicali, un vero e proprio "mostro" dotato di una bocca con "denti" aguzzi che penetrano nella carne dell'involontario umano parassitato.

Particolare della testa di Anchilostoma, notare il "rostro" buccale

Anchilostoma

Ma c'è qualcosa che farà rabbrividire chi ha la fobia degli insetti (state rivalutando i ragni eh?) e chi ha già abbandonato la pagina per lo schifo. Se pidocchi, pulci e zecche possono colpire casualmente chiunque ma non per forza qualsiasi essere umano, esiste un tipo di parassita che tutti noi abbiamo attorno. Ci circonda, dorme con noi, percorre il nostro corpo di notte, lo respiriamo e ne siamo pieni, noi come i nostri vestiti, le lenzuola e le coperte. E' un mostro irresistibilmente amante dell'uomo, anzi delle sue "scorie". Questo:


Sono gli acari della polvere, inoffensivi in linea generale, possono generare dermatiti, allergie e riniti per via dell'enorme mole di detriti che lasciano al loro passaggio. Puliscono ciò che noi con il nostro corpo lasciamo in giro ma producono una tale quantità di residui che ne siamo letteralmente avvolti. Si possono trovare all'interno delle abitazioni come fuori, dovunque vi siano essere umani, infestano tappeti, mobili, stoviglie, pareti e suppellettili. Sono migliaia, dovunque, anche adesso.
Non siamo soli quindi, nemmeno quando siamo soli.

Propionobatteri che ricoprono la pelle

Batteri (stafilococchi) che circondano un pelo cutaneo

Perché se poi scendiamo a dimensioni ancora minori siamo letteralmente tappezzati di batteri, milioni, in qualsiasi angolo della nostra pelle e del nostro corpo. Inutile lavarsi, insaponarsi, disinfettarsi, dopo pochi secondi saremo di nuovo invasi da muffe, funghi, batteri e colonie in continua trasformazione. Abbiamo 10 volte più batteri nel nostro corpo di quante siano tutte le cellule che ci compongono. Non è fantastico?
Nelle zone più ricche di sebo della cute si annidano i propionobatteri, spesso inoffensivi, possono essere causa di problemi dermatologici come l'acne (che però ha raramente origine batterica, soprattutto nelle donne) o gli stafilococchi, causa frequente di dermatiti, tipici nelle zone umide i corinebatteri (che possono causare addirittura ulcerazioni cutanee), infine i proteo- ed i flavobatteri, tipici delle zone secche. Queste ultime hanno in genere minor presenza di "ospiti" rispetto alle zone umide.

Stafilococchi al microscopio
Stafilococco aureo, tipicamente presente a livello nasale
Proprio per la loro presenza e per il numero, il metodo migliore per eliminarli dalla cute (al contrario di quello che si pensa) non è "disinfettarla" (opera complicatissima, non esiste punto della cute che si possa rendere "sterile" per più di pochi secondi in condizioni "normali") ma cercare di eliminare meccanicamente (in parole povere "strofinando") i batteri dalla pelle. E' più importante strofinare bene le mani che riempirle di sapone.
Il problema è che questa pulizia dura poco. Il fatto stesso che viviamo, respiriamo, abbiamo contatti con tutto ciò che ci circonda ci riempie di altre forme di vita, ancora più evidenti se andiamo a guardare gli oggetti che tocchiamo.

Un fungo cresciuto su un telefono cellulare

Ma per concludere questo allucinante viaggio tra gli esseri viventi che infestano il nostro corpo, torniamo alle dimensioni (relativamente) più grandi. Non posso dire che si chiude in bellezza, perché quando si parla di "nematodi" (ovvero una famiglia di vermi alla quale appartiene il genere filaria), tutto può essere difficile da sopportare. Questi piccolissimi vermi possono infestare l'uomo in diversi distretti, sia interni che esterni. Muscoli, intestino, cute, organi interni e persino l'occhio. Il cosiddetto "eyeball worm" o "verme Loa Loa", è un tipo di filaria che infesta alcune zone paludose del mondo (trasmesso dalla puntura di una mosca). Il verme migra nei suoi vari stadi di sviluppo e può portarsi fino all'occhio. Prurito, fastidio, dolore e persino cecità, queste sono le conseguenze dell'infezione da filaria oculare. In letteratura sono descritti vari casi di rimozione chirurgica del "verme", atto che non può lasciare indifferenti. Per questo e visto che siamo alla fine del viaggio, ecco il "botto" finale, un piccolo animale che sta per essere estratto dall'occhio di un infettato (vi avevo avvertito, se siete impressionabili, andate via!):


Non è l'unico ospite "inusuale" della nostra pelle, esistono anche casi, molto rari ma possibili, di infestazione da larve, uova, anche di insetti che normalmente non colonizzano l'uomo ma che per "un caso" lo usano come "incubatrice". Un classico sono le larve di mosca, sono descritti infatti casi di deposizione di uova di mosca in cavità presenti nella nostra cute con conseguenti disturbi che possono essere lievi (prurito, rossore) o gravi (sinusite, dolori, infezioni). Basta, ho approfittato troppo del vostro coraggio, ma non sto parlando di fantascienza o fatti inventati, è tutto intorno a noi (cit.), limitiamoci ai parassiti che hanno la cute come principale porta d'ingresso, risparmio tutti dai vari vermi che possono infestare l'intestino, sarebbe troppo, lo capisco, ma ora abbiate il coraggio di dirmi che avete paura degli scarafaggi...
;)

Alla prossima.


NOTA di servizio: mi scuso con chi mi contatta via mail ma ricevo una quantità di messaggi difficilmente smaltibile. Leggo tutto ciò che mi arriva ma spesso non riesco a rispondere, nemmeno in maniera veloce. Sperando nella vostra comprensione, ringrazio in ogni caso per i messaggi che mi inviate.

martedì 7 maggio 2013

La tragica coerenza di un naturopata

Credo sia una domanda che si pongono in tanti: ma chi vende medicine alternative ci crede fino in fondo o è mosso solo da interesse personale?
Come sempre la verità sta nel mezzo. Il mondo dell'alternativo è molto variegato, se qualcuno è un semplice venditore di illusioni, altri sono pervasi da una sorta di "fuoco sacro" che li porta a credere ciecamente a quello che fanno fino a vedere, anche dove non ci sono, risultati, miglioramenti ed efficacia, in una sorta di "possessione" che non si risolve mai. Poi esiste (e non è poco rappresentata) la categoria dei mitomani. Sono quelli che in relativa buonafede (relativa perché utilizzano qualsiasi mezzo pur di darsi ragione) spacciano per efficace una loro "invenzione" che invece ha mostrato di non funzionare. Se l'"invasato" (colui cioè che ci crede veramente) è in genere un ingenuo che davvero è convinto di avere "poteri magici", di risolvere i problemi di salute degli altri e di aver scoperto mezzi che nessuno ha mai utilizzato, il mitomane è al contrario una persona con una forte personalità, un carattere deciso, determinato, sa benissimo che i suoi pazienti sono letteralmente plagiati dalla sua personalità e quindi sfrutta a suo vantaggio questa venerazione che resta immutata anche di fronte ad evidenti insuccessi ed incidenti. Il mitomane ha tratti spesso vicini (quando non chiaramente evidenti) alla psicosi, ricorre a temi "mondiali" (religiosi, politici, sociali) per dipingersi come un "leader" alla guida del suo popolo della malattia che combatte contro il nemico potente e subdolo (in questo caso rappresentato dalla medicina) e sono frequenti i casi di vera e propria patologia mentale, tra delirio di onnipotenza e megalomania. L'esigenza di creare un "nemico" è vitale per il guaritore che vuole crearsi un gruppo di fedeli: il leader della "crociata" non avrebbe ragione di esistere se non ci fosse nulla da combattere, creando un oppositore invece, il gruppo dell'alternativo si chiude, si rinforza e non fa un passo che non sia approvato dal leader, criticano la scienza come fosse un nemico da sconfiggere ma affermano che le loro teorie sono scientifiche, in pratica affermano di aver inventato una nuova scienza, personale (che però abbandonano quando è in gioco la loro salute).

Il venditore di illusioni invece è perfettamente cosciente di vendere sciocchezze ma conosce i punti deboli della massa, sa usare le parole giuste, ha un vero e proprio "ufficio marketing" ed utilizza qualsiasi mezzo lecito o meno per pubblicizzare la sua attività, è un commerciante, mentre ogni suo "paziente" diventa un manifesto pubblicitario ed ogni scusa è buona per acquisire nuovi clienti.
Non stupirà a questo punto ricordare come alcuni dei più noti "alternativi" pur consigliando ai loro pazienti di non sottoporsi a cure mediche per seguire i loro consigli, quando hanno avuto bisogno di cure per un loro problema di salute si sono rivolti ciecamente e senza esitazione alla medicina standard. Noto il caso di Hamer, ex medico distrutto psicologicamente dalla tragica morte del figlio, che dopo la tragedia ha iniziato a diffondere una sua "disciplina" medica inventata di sana pianta e con chiari tratti di settarismo e delirio. Hamer, affetto da tumore, si sottopose ad intervento chirurgico e chemioterapia guarendo. Un caso simile è quello di Hulda Clark, biologa americana secondo la quale i tumori erano frutto di infezioni di "parassiti" che erano curate con energia elettrica e diete molto dure. Quando fu il suo turno, dopo un maldestro tentativo di nascondere la realtà ai suoi seguaci, non esitò a ricoverarsi in ospedale ma troppo tardi, cosa che fece anche Hoxsey, guaritore americano protagonista di un'aggressiva campagna contro la medicina "del sistema" che però, quando fu colpito da tumore prostatico, non esitò ad utilizzare guarendo.
Questo succede anche tra i "piccoli imbonitori" di internet i quali si dipingono un'immagine di agguerriti nemici della medicina ma che corrono al pronto soccorso al primo disturbo.

Infine i più "estremi". Realmente convinti che sia solo la loro "intuizione" a rappresentare la cura per tutti i mali, arrivano a ridursi in condizioni di salute e di vita complicate, anche molto gravi pur di non rivolgersi alla medicina, come in una sorta di questione di principio ed anche questo rappresenta uno stato al limite della patologia mentale: queste persone vivono un loro mondo ideale e che non accetta la malattia, che non riconosce nessuna autorità e che ritiene che il "segreto" della vita sia un fatto personale e non un'ovvietà universale. La loro preparazione naturalmente è inesistente ed è basata sulla lettura di pagine internet, libri, dall'errata interpretazione di fonti mediche, da condizionamenti e da convinzioni personali. Se un medico lavorasse così compirebbe una strage, il "naturopata" non se ne rende nemmeno conto.
Un noto "naturopata" italiano, si vantava nei giorni scorsi del fatto che alla moglie, dopo una dieta "particolare", fossero tornate le mestruazioni a 70 anni. Descrive il fatto come un "successo". Per un medico questo sarebbe un grave segnale d'allarme ma il naturopata non lo ritiene tale e ne parla con entusiasmo. E' questo il segno di profonda ignoranza, il risultato di "studi" su Google, il succo di infinite letture su internet: non ci si può occupare di salute avendo letto l'indice dei motori di ricerca, non è semplicemente da irresponsabili è veramente pericoloso.
Quando si pensa ad un guaritore alternativo si descrive quasi sempre un freddo e determinato avvoltoio che pensa solo al male del prossimo ma non è sempre così, c'è chi è "coerente" con le proprie convinzioni tanto da applicare sulla propria persona e sui propri cari, le proprie idee. Il problema è che quando si parla di "energie" e "natura" per evadere dalla quotidianità o per trattare malattie banali o psicosomatiche, tutto è permesso, quando si pensa che le "energie" o la "natura" possano risolvere problemi seri, ecco che spesso accade il dramma.
Uno di questi casi è abbastanza noto, si tratta di una storia, triste e drammatica, ma che può far capire come esista gente che di fronte ad un'immagine colta, raffinata, intelligente, sia al contrario piena di lacune, ingenuità e disposta a gesti inconsulti pur di non tradire le proprie convinzioni, anche sulla propria pelle. Mi ripeto: ognuno è (fortunatamente) libero di pensare, credere e praticare ciò che gli piace di più (nei limiti della legge, naturalmente), ma quando questo condiziona le libertà degli altri o mette in pericolo la salute o il benessere del prossimo, no, non può.
Max Tomlinson, è un noto "naturopata" (titolo che in Italia non esiste mentre in alcuni stati è regolamentato), omeopata e nutrizionista, diventato famoso perché cura alcune pagine in quotidiani inglesi. Tomlinson è particolarmente legato a temi quali "l'olismo", le "energie positive" e la forza di volontà ed appare spesso come "nutrizionista" di personaggi famosi, è intervistato su temi legati alla salute, scrive per il Sunday Times ed è stato definito "il più importante naturopata inglese", promuove e prescrive l'omeopatia, prescrive diete e sostiene che la natura è sempre provvida e non sbaglia mai.
Quale momento è più naturale del parto?
Filipa, la moglie di Max è in gravidanza e suo marito fa di tutto per convincerla a partorire a casa. Ricordo che il parto a casa (ovvero partorire senza recarsi in ospedale, generalmente assistiti da un'ostetrica), presenta un lieve rischio di complicanze superiore al parto "canonico" (oggi) in ospedale. Il problema è essenzialmente statistico (e si può estendere anche ad altri ambiti della medicina): se tutto va bene si può partorire anche in mezzo alla strada. Il problema sorge quando va male qualcosa, sorge una complicanza, cosa sempre possibile anche in un parto, evento fisiologico e naturale. In quel caso trovarsi in ospedale fa la differenza tra poter provare a rimediare o non fare nulla e quando non si fa nulla in presenza di una complicanza la natura non perdona, è un problema serio.

Il naturopata Max Tomlinson
Filipa, nonostante qualche suo dubbio, acconsente al parto in casa, per il marito il "parto omeopatico" (lui lo definisce così) è sicuro, naturale e senza pericoli.
Nelle ultime settimane però alcuni esami mostrano un peggioramento di alcune funzioni fisiologiche e a 35 settimane di gravidanza (vicino al termine quindi), i medici diagnosticano una "colestasi gravidica", ovvero un problema epatico che riflette il decadimento di altri parametri che in gravidanza, ma anche normalmente, sono fondamentali per la salute, tanto che in questi casi bisogna accelerare il travaglio di parto o ricorrere addirittura al taglio cesareo perché vi è un aumento del rischio di sofferenza fetale.
Ecco che entrano in gioco termini che l'ignoranza scientifica trasforma in terribili nemici da evitare: linee guida, statistiche, protocolli.
Secondo le statistiche, le donne in gravidanza con questa patologia hanno un rischio significativo di varie complicanze, tra le quali la morte fetale e la sofferenza fetale durante il travaglio. Sempre statisticamente è molto meno rischioso accelerare i tempi del parto che attendere. Per questo le linee guida internazionali consigliano alle donne con questo problema, un parto anticipato: indotto (ovvero somministrando delle sostanze che accelerano la comparsa del travaglio di parto) o addirittura un taglio cesareo quando la situazione è più grave.
Si è giunti a questa conclusione dopo anni di studi, comparazioni, considerazioni, le linee guida che ne seguono non sono un'"opinione" personale o un caso ma sono il risultato di tutto questo. Il "freddo" protocollo terapeutico serve proprio ad offrire l'opzione migliore tra le altre. Le procedure mediche tanto detestate dai "naturali ad ogni costo", non sono frutto di opinioni personali o invenzioni estemporanee ma il risultato filtrato, controllato e confermato di decenni di prove: la migliore garanzia di successo, ma se anche la garanzia statistica può fallire, quanto danno potrà fare un'opinione personale non suffragata da dati attendibili?

Così e proprio questa è la proposta dei medici che incontrano la coppia: indurre artificialmente il travaglio di parto un paio di settimane dopo, procedura frequente e che si decide quando il parto espone a meno rischi rispetto ad una condotta di attesa.
La coppia rifiuta ed opta per il parto "naturale" a casa, assistito da un'"ostetrica omeopata", così Max e Filipa tornano a casa e l'uomo somministra alla moglie delle erbe che stimolano il "travaglio naturale".
"Rischiavo di rompere il nostro sogno, volevamo che nostro figlio nascesse in un ambiente calmo, naturale ed in famiglia e non in mezzo ai macchinari ed alla confusione dell'ospedale".
Ecco l'errore mentale di Max e di molti fanatici della "naturopatia": un intervento umano che "rompe" l'ordine delle cose è visto come un'invasione, un trauma inopportuno ed inutile, anzi, dannoso. Non è così, "l'invasione" umana in un evento naturale come il parto o una malattia, è semplicemente il frutto del progresso che ci permette di sistemare quello che la natura crea spontaneamente e che non è per forza "benefico". Ma Max, coerentemente alle sue credenze (evidentemente frutto di ignoranza ed impreparazione, nonostante sia considerato un "grande e noto naturopata"), non ci crede.

Neanche a farlo apposta, passano solo 5 ore ed il travaglio inizia naturalmente, tutto sembra dare ragione al "naturopata" ma dopo qualche ora tutto si ferma, la dilatazione del collo uterino raggiunge i 5 centimetri (fisiologicamente siamo a "metà strada", la dilatazione completa per il parto è di 10 centimetri) e le contrazioni scompaiono, passano ben 10 ore di ulteriore attesa, la situazione è grave e, nonostante la dilatazione sia progredita, non va come dovrebbe andare, la condizione della madre inoltre, espone il nascituro a rischi non indifferenti.
Solo a quel punto la coppia e l'ostetrica omeopata decidono di recarsi in ospedale (anche se non dicono ai medici ciò che era successo e che erano passate già 15 ore di travaglio, ben al di sopra dei limiti fisiologici, senza dimenticare la patologia della donna). Ma più di 17 ore di travaglio sono state fatali e Jaspar, questo il nome del figlio della coppia, sta male, ha sofferto e nasce con una paralisi cerebrale che gli provoca un gravissimo stato generale, convulsioni e la necessità di ricoveri continui. Un dramma evitabile ma non impedito solo per una questione di principio e di false convinzioni. La descrizione che il naturopata fa del figlio alla nascita è terribile e la risparmio, pensate che parla di "buchi nel cranio" e che il bambino sembrava fosse stato picchiato...la sostanza è che Jaspar, oggi un bambino, non cammina ed ha importanti problemi neurologici.

"Eravamo pronti per l'omeopatia ma non per le emergenze", dice il naturopata dichiarandosi distrutto e con un terribile senso di colpa: "rivolgetevi sempre ad un'ostetrica qualificata o ad un medico", raccomanda ai genitori che leggono i suoi articoli. "Ho un senso di colpa fortissimo perché pensavo che il parto a casa fosse l'opzione migliore per noi, se non fosse stato per me mio figlio sarebbe nato sano". La disperazione del padre è comprensibile.
Oltre il danno la beffa. Anche se Max non ha abbandonato le "terapie naturali" (e tuttora pratica e consiglia anche rimedi non scientifici) ricorda come prima dell'incidente sconsigliasse fermamente a tutti i suoi pazienti di  assumere farmaci: "ero terrorizzato dai loro effetti collaterali ed a lungo termine", ora suo figlio Jaspar deve assumere decine di farmaci, soprattutto anticonvulsivanti e trattamenti che lo hanno costretto a chiedere un prestito finanziario ed organizzare una raccolta fondi, senza le medicine non sopravviverebbe e mantenere le esigenze del bambino ha ridotto Max quasi sul lastrico (costringendolo a scelte anche professionali molto discutibili che hanno ridotto notevolmente la sua credibilità). L'idea del "naturale ad ogni costo" è così crollata davanti ad una tragedia. Persino l'allattamento fu impossibile ed il bambino doveva essere alimentato tramite sondino.
"Spero che questo mi serva da lezione".

Jaspar è sopravvissuto ma ha pagato con un prezzo altissimo la superficialità di suo padre che con rimorso ora avverte tutti dei pericoli del "fai da te". Ha capito anche che la natura non è "comprensiva" o "buona" come certi "alternativi" pensano, è assolutamente indifferente ai nostri desideri e le malattie, i virus, la morte, sono tutti naturali, i veleni anche. L'uomo è riuscito con il progresso a controllare e sconfiggere il male e la sofferenza, anche questo è naturale, è progresso, evoluzione, siamo il miglior risultato che possa aver dato la natura ed è il rifiuto del progresso ad essere contro natura.
Max e Filipa hanno avuto un'altra bambina nel 2004, il parto è avvenuto in ospedale.

La storia è un triste episodio come tanti altri ma ciò che emerge è che qualcuno non riesce a capire che se esistono quei "macchinari", se esiste la scienza, il progresso o si realizzano esperimenti o studi, è proprio per controllare il corso della natura, quasi sempre benigno ma che può riservare sorprese inaspettate e tragiche.

Alla prossima.