mercoledì 15 novembre 2017

La strega vien di notte.

Oggi, con le conoscenze che abbiamo acquisito negli anni, alcune cose ci sembrano scontate ma nel passato, quando della medicina non sapevamo praticamente nulla, tutto si basava su tradizioni, sull'esperienza. Le persone spiegavano i vari fenomeni in maniera "semplice", con fenomeno sovrannaturali, con magie e miracoli.
Quando non hai appigli nella realtà non resta che inventarsi una storia.
Così, uno dei fenomeni più inspiegabili e dolorosi nella vita di un uomo, era spiegato dalla presenza di esseri magici e poco chiari. La morte in culla (sindrome della morte improvvisa infantile o SIDS: Sudden infant death syndrome) è un fenomeno ad oggi inspiegabile.

Nel primo anno di vita, un lattante apparentemente sano, muore nel sonno, improvvisamente e senza segni precedenti (questo può accadere il qualsiasi momento, notte, giorno, a casa o all'esterno). Il fenomeno, fortunatamente raro, è serio. La SIDS è la causa di morte più frequente tra un mese e l'anno di età, si verifica più spesso nei primi sei mesi e, nei bambini sani, è la causa di morte più frequente. Niente allarmismi però, resta un evento molto raro (incidenza dello 0,5 per mille) ed in declino da quando sono state diffuse delle raccomandazioni sulle posizioni del sonno del lattante (che è bene tenere a "pancia in su" e non "in giù".
Sono state ipotizzate molte cause, ci sono sicuramente dei fattori ambientali che ne aumentano il rischio (fumo passivo, ambienti sovraffollati, caldo eccessivo) e sembra che in alcuni casi possano influire fattori genetici ma nulla è ancora certo. Ma non è questo l'argomento del post (che potremo trattare in un'altra occasione), quanto una curiosità che nasce dalla lettura di libri del passato, la "morte in culla" infatti è un evento descritto da secoli, persino nella vita di regnanti (come il figlio di Enrico II, morto in culla) e nobili. In documenti storici del passato che riguardavano famiglie nobiliari, sono descritte anche molte morti in culla in un'unica famiglia (per esempio il figlio del duca de Berry, nipote del Re Sole, che ebbe tre figli morti in culla).

Se già oggi abbiamo difficoltà ad inquadrare questi fatti, come facevano i nostri avi? Come spiegavano il dramma?

Con dei "mostri" che uccidevano i bambini.


Se molti esseri mitologici del folklore (streghe, spiriti, gnomi...) venivano descritti come "burloni" o anche aggressivi, alcuni di essi erano tipicamente "fissati" con i neonati. Mentre i primi erano spesso usati per spaventare i bambini inducendoli a comportamenti accorti e non pericolosi (tipiche le tante "streghe dei pozzi" che potevano essere usate per tenere lontani i bambini da pozzi e cavità), i secondi erano spesso usati come spiegazioni per eventi luttuosi incomprensibili, proprio come la SIDS.
L'usanza è affascinante perché cambia nelle diverse culture (e probabilmente chi tra noi è più grande di età ne avrà sentito parlare) ma esiste praticamente dovunque, con aspetti che dimostrano come queste leggende abbiano spesso un'origine unica (infatti anche se con nome diverso, le figure mitologiche si somigliano per caratteristiche anche in zone molto distanti tra loro), capostipite potrebbero essere le Lamie, streghe dell'antica Grecia, in parte umane ed in parte animali.

In Sardegna ad esempio la causa della morte in culla erano le "Surbiles", delle donne, di aspetto a metà tra la strega ed il vampiro, che passavano la notte tra le culle dei bambini succhiandone il sangue e provocandone così la morte.
Figure simili erano diffuse in tutta Italia, in Liguria ad esempio c'erano le Bàzure, le Donaze nel bellunese, le Masciare in Puglia e Basilicata ed in Piemonte le Masche (o i Masconi, versione maschile della strega). In alcune culture la vita dei neonati era messa in pericolo da animali, più o meno reali.
Ad esempio in molte culture esistevano dei rettili che potevano "cibarsi" del latte che avevano mangiato i neonati, uccidendoli o addirittura del loro respiro, come i "tiraciatu" (aspirafiato) siciliani che erano raffigurati come lucertole che di notte entravano nelle case dei neonati. Animali "mangia bambini" erano raffigurati più spesso con forme feline o di rettili. Lo stesso all'estero. Ogni paese ha le sue figure mitologiche che spiegavano, in maniera "semplice" e fatalista certi drammi famigliari. Ovviamente esistevano anche le "contromisure" (tradizionali), come quella di annodare dei fazzoletti vicino al neonato (i nodi avrebbero confuso i mostri), mettergli addosso un capo di abbigliamento rosso vivo (che avrebbe spaventato i mostri), usare collanine d'argento (che li respingeva) ed altro.
Ciò che appare evidente è che, i nostri avi, non si curavano particolarmente di eventuali traumi o stress che potessero colpire i bambini che ascoltavano le storie di questi mostri. Anzi, le figure stregonesche erano spesso usate proprio per incutere ai bambini un certo timore e renderli timorosi, evitandone così comportamenti che potevano metterli a rischio. Leggendo la traduzione di una filastrocca potremmo notare come non si avesse alcun problema a descrivere una strega (la Borda romagnola) che usava corde per strangolare e quindi uccidere i bambini:
"Ninna nanna, la Borda lega i bei bambini con una corda. Con una corda e con una cordicella, lega i bei bambini e poi li stringe, con una corda e con un legaccio, lega i bei bambini e poi li ammazza"
I tempi sono cambiati, vero?
Il lato drammatico di queste vicende è che non è rara la descrizione di persone (quasi sempre donne) condannate a morte (ed a sofferenza) perché sospettate di essere state causa di morte di un bambino, i processi per stregoneria sono storia e queste persone erano spesso dei semplici capri espiatori, dei poveri vagabondi, delle vecchiette emarginate dalla società.
Non bisogna stupirsi.

Queste leggende davano una spiegazione "ovvia" a domande enormi, in un senso giustificavano gli avvenimenti, davano una motivazione ad un fatto drammatico. Molto più "consolante" pensare alla strega che purtroppo aveva ucciso il neonato (e magari così prendere accorgimenti per gli altri neonati) che non trovare una spiegazione, giustificare semplicemente una cosa non semplice è un altro istinto umano. Pensate al fascino (drammatico) della credenza diffusa in molte regioni, di mostri o streghe, capaci di rapire il bambino in culla sostituendolo con uno gnomo (in Umbria erano gli "gnefri"). Era un modo per spiegare e "giustificare" la nascita di un bambino con problemi, malformazioni o malattie sconosciute. Ovviamente sto parlando in linea generale e dal punto di vista del medico, queste storie molto spesso hanno radici ed origini molto più complesse che si perdono nella notte dei tempi, quello che ho analizzato è solo un aspetto e probabilmente molto incompleto. Una delle cose che più mi ha colpito è che si somigliano tra loro, anche in zone molto distanti geograficamente.

Oggi queste leggende non hanno praticamente più spazio, anche se in certe culture ne sopravvive il ricordo. Le streghe sono state sostituite da altre cose, da "misteri" moderni e l'uomo, nonostante il progresso, cerca sempre una giustificazione esterna per un problema innato come la morte. Accettare la morte di un neonato è quasi impossibile, si comprende per ovvi motivi la morte di una persona anziana o malata ma la scomparsa improvvisa di un bambino sano è considerata come uno dei momenti più terribili che possa vivere un uomo. Per questo si è sempre cercato un motivo, una giustificazione. Prima le streghe, poi i mostri, oggi l'inquinamento, la malasanità, i vaccini, le onde elettromagnetiche. Dobbiamo necessariamente trovare una "colpa" perché una morte così grave non può essere "normale".
In realtà il mostro è dentro di noi e si chiama paura e l'unico antidoto è la cultura che ci può permettere di razionalizzare un avvenimento difficilmente comprensibile.

Alla prossima.

7 commenti:

  1. In realtà il mostro è dentro di noi e si chiama paura e l'unico antidoto è la cultura che ci può permettere di razionalizzare un avvenimento difficilmente comprensibile

    Frase da imparare a memoria e da diffondere e scolpire sul marmo. Grazie

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  2. da buon siciliano dovresti saperlo: "tiraciatu" è tuttora il nome che viene dato all'innocuo Gongilo

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    1. Lo so benissimo (e mia nonna mi diceva di stare attento ai tiraciatu perché venivano la notte a succhiare il fiato dei bambini, per dire che tempi). Ma non potevo fare la storia del tiraciatu. Ho accennato.
      :)

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  3. Ormai il nostro SDG è più veneto che siculo...

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  4. spiegatelo alle nostre mamme, nonne dei nostri bambini, che mettere i neonati a pancia in su non è una "moda" del momento ma sta effettivamente riducendo l'incidenza di SIDS... capisco che siano disorientate perchè prima si usava metterli a pancia in giù, poi (per esempio quando sono nata io) di fianco... ma le attuali prescrizioni dei pediatri (questo è solo un esempio, poi c'è l'allattamento a richiesta, il divieto di usare il miele sotto l'anno, e così via...) non sono mode passeggere ma il risultato di 30-40 anni (perchè tanti anni sono passati da quando LORO sono diventati genitori) di ricerca scientifica. una volta c'erano le streghe ma anche ora non è che siano proprio tutti scienziati!

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  5. Quello che le mamme/nonne non capiscono (e non solo loro) è:

    "metteteli a pancia sotto, lo dice la scienza!".
    Abbiamo studiato tantissimo.
    "metteteli a pancia sopra, lo dice la scienza".

    Senza spiegare, anche per sommi capi, tutto il processo, un cambio di regola così netto è difficilmente comprensibile.

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  6. Ma sai che non avevo la più pallida idea che in Sardegna esistesse una figura mitologica come la Surbiles? Conoscevo solo il "fundacciu", che colpisce sia adulti che bambini, devo decisamente approfondire le conoscenze superstiziose della mia terra ;)

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