lunedì 23 dicembre 2019

Omeopatia e finte cure: cosa possiamo imparare da loro?

L'omeopatia (per chi non sapesse di cosa si tratta può approfondire qui) è una finta cura, nata nell'ottocento, che pretende di curare tutte le malattie con delle caramelle di zucchero. Ha conosciuto un suo momento di gloria verso gli anni '90, forse in risposta all'eccesso di medicine che rischiava (e rischia) di essere un pericolo per tutti. Dopo l'esaltazione iniziale, la sua natura esclusivamente commerciale e l'ovvia inefficacia, hanno ridotto le vendite e la notorietà relegandola a piccolo fenomeno di nicchia. Negli ultimi anni, la consapevolezza dei consumatori e la diffusione dell'informazione corretta hanno ridotto ulteriormente il successo di questa pratica, tanto che le vendite sono ormai ridottissime e le aziende produttrici cercano nuovi spazi commerciali per guadagnare.

Mi batto da anni per far conoscere alle persone la realtà di questa finta medicina, per due motivi principali: il malato non è un limone da spremere è una persona fragile e anche se ha un piccolo disturbo, la bugia e la prescrizione di finte medicine dovrebbero essere proibite sempre e senza eccezioni.
Il secondo motivo è di principio: se lasciamo passare l'idea (per qualcuno "innocente") che una caramella di zucchero possa curare le malattie per motivi magici, apriamo la porta a truffe più grandi. Se può curare la caramella di zucchero può curare anche l'imposizione delle mani, o l'aglio per il cancro o il prezzemolo per le malattie neurodegenerative. Non si può ammettere, nemmeno come "consolazione" che una vera e propria frode diventi medicina.

Questo vale per tutte le cure, anche quelle scientificamente accertate e usate. Una medicina deve curare, più o meno, non per forza sempre ma deve curare in maniera dimostrata, deve essere più utile che dannosa. Il resto sono chiacchiere (spesso interessate al guadagno di soldi).

Ma allora, in un momento di declino e, probabilmente, di prossima sparizione di questa "cura" che cosa possiamo salvare dell'omeopatia?
Perché di ogni cosa, anche la meno bella, dobbiamo ricavarne un insegnamento, un suggerimento.  La stessa cosa vale per le altre cure alternative. Ogni truffa, ogni ciarlataneria ci può dare uno spunto per migliorare la medicina, perché se le persone ci credono, se si affidano (anche solo per disperazione) a queste truffe, un motivo ci sarà e non è sempre chiaro.
C'è chi dice: "se ha un effetto placebo, ovvero causa dei piccoli miglioramenti perché le persone pensano di prendere medicine, perché non usarla? Avremmo un effetto su chi magari non ha malattie e non avremmo gli effetti collaterali o tossici delle medicine".
Idea non stupida ma ci sono molti problemi.
Primo tra tutti è che l'effetto placebo non è controllabile o prevedibile.
Non sappiamo se un finto prodotto possa funzionare poco o tanto, non sappiamo fino a quando possa funzionare e su alcuni non funziona proprio per niente. Che senso avrebbe quindi usare una finta medicina se non ne abbiamo il controllo e non sappiamo nemmeno se possa avere effetti? E perché dovremmo mentire alle persone per ottenere, forse, un effetto?

Altri, visto che un ruolo decisivo nel successo di queste finte cure è il modo di porsi del medico, del guaritore e del suo atteggiamento, indicano un legame proprio nel rapporto tra medico e paziente. L'omeopata parla tanto, chiede tanto, ascolta, perde tempo. Usa parole magiche (succussione, dinamizzazione, memoria dell'acqua...).
Lo nota persino uno studio, gli effetti dell'omeopatia sulle persone sono tanto più presenti quanto è più lunga e accurata la visita dell'omeopata. Questo succede raramente nella medicina. Orari stretti, fretta, personale ridotto, impegni continui, rendono spesso le visite veloci, velocissime, fredde, quasi atti dovuti che non lasciano nessuno spazio all'empatia, alla comprensione, al parlare, capire, ascoltare.

Ecco. Questa è una delle lezioni che possiamo apprendere dalle cure alternative. Un vecchio detto recita: cura più la parola che le medicine. Provare a parlare di più, prima ancora, imparare ad ascoltare. Discutere, arrivare a decisioni condivise, spiegare, ragionare, sono tutti comportamenti non solo doverosi ma che renderebbero (e lo dico proprio perché è il mio lavoro e so di cosa parlo) la medicina non solo più umana ma anche molto più efficace.
Questa probabilmente è una cosa che dobbiamo apprendere dagli omeopati. A questo aggiungerei che le false cure (si chiamano per questo "miracolose") promettono tanto, troppo, l'impossibile: funzionano sempre, senza problemi né effetti collaterali. A parole.

Questo non è giusto, non si possono fare promesse al vento, non è giusto esagerare o dire bugie al paziente tanto per accontentarlo, nemmeno se fosse per dare una speranza. Ma la speranza è una delle facce della disperazione e, soprattutto nelle malattie più gravi, la speranza deve essere sempre l'ultima a morire.
Per questo un'altra lezione che dobbiamo fare nostra e rubare ai ciarlatani è la speranza: anche se fosse poca, anche se fosse ridotta diamola. Non c'è bisogno di bugie, non si deve prendere in giro il paziente: c'è una possibilità? Usiamola, lottiamo assieme, speriamo insieme.
Un altro aspetto che trovo interessante dell'omeopatia è che le teorie magiche di questa pratica (più si diluisce un rimedio più questo sarebbe efficace, non è magia? Oppure la "succussione", battere 100 volte su una Bibbia il rimedio, non è esoterismo?) nonostante siano incredibili e difficilmente proponibili, rendono una pratica paranormale come l'omeopatia una medicina, usata anche negli ospedali, con appoggi e pareri favorevoli incredibili. In parte per non conoscenza ma anche perché affascinante, esattamente come gli oroscopi e i maghi. Questo succede per tutte le false cure, ognuna è miracolosa, magica, inarrivabile: misteriosa.
Questo può farci capire come l'istinto umano sia sempre legato alla speranza, al magico, all'insondabile e quindi la medicina, nella sua razionalità, si trova spesso in una posizione di distanza, di "freddezza", di poca vicinanza all'essere umano.
Imparare a non banalizzare la medicina (ma senza renderla magia), raccontarne i risultati fantastici, quasi miracolosi, può (forse, è un'idea) renderla più "amata", più desiderata. Senza però, ribadisco, renderla magia, attenendosi ai fatti, alle cose oggettive. 

Ma c'è un altra cosa che pochi sanno per la quale dovremmo ringraziare l'omeopatia.
Oggi, la scienza, per dire se un farmaco funziona deve fare degli esperimenti e ogni esperimento pur preciso e corretto, avrà sempre una possibilità di errore. Siamo umani e, anche non volendolo, possiamo commettere errori che però, in campo medico, possono essere molto pericolosi. Nella ricerca ci sono alcuni trucchi, piccoli metodi, procedure, che rendono più bassa la possibilità di sbagliare, che "correggono" le tendenze umane e le dimenticanze, che cercano di distinguere le "impressioni" e le "opinioni" dai fatti, dai dati oggettivi (nella ricerca si chiamano "bias", errori).

Usiamo per questo il placebo (una pillola senza ingredienti) per controllare se l'effetto che notiamo è del farmaco che stiamo testando o è un caso, un effetto non legato al farmaco. Per essere ancora più precisi facciamo l'esperimento senza dire ai soggetti che prendono il farmaco testato se stiamo dando proprio il farmaco o il placebo (si chiama "esperimento in cieco") o, addirittura, nemmeno i medici che somministrano i prodotto da provare, sanno se si tratta proprio di quello o del placebo (si chiama "doppio cieco").
Per evitare che gli effetti del farmaco che testiamo dipendano dalle caratteristiche del paziente (un prodotto, per esempio, potrebbe funzionare maggiormente sugli uomini che sulle donne o sugli anziani rispetto ai giovani) un rimedio potrebbe essere quello di "mescolare" i soggetti che proveranno il farmaco, li "randomizziamo", li mettiamo nei due gruppi (quelli che prendono il farmaco e quelli che prenderanno il placebo) a caso, così i risultati non saranno "guidati".


Ma tutte queste cose come le abbiamo studiate, questi metodi di studio da dove vengono? Dall'esperienza degli scienziati, dalla loro esperienza e, incredibile, proprio da un esperimento che voleva capire se l'omeopatia funzionasse o meno.
Qualcuno forse conoscerà questa storia, abbastanza ordinaria ma straordinaria perché è uno dei primi esempi di studio scientifico condotto secondo criteri precisi e che miravano a diminuire il più possibile gli errori e le influenze dei giudizi personali.

Tutto successe in Bavaria, zona nella quale l'omeopatia, rimedio chic delle classi più agiate, aveva (la storia si ripete) chi la criticava e combatteva. Siamo nel 1835 e l'esperimento si chiamò "il test Nuremberg", in onore della città nella quale si svolse.
Proprio in quella città era rimasto ormai un solo omeopata, Johann Jacob Reuter che rispondeva alle critiche dei medici che non apprezzavano quella forma di stregoneria. L'argomento più forte (che se fate caso lo è ancora oggi) era "non può essere effetto placebo, visto che anche bambini, animali e pazzi ne traggono giovamento" (in realtà "bambini, animali e pazzi" subiscono l'effetto placebo come chiunque).
La medicina era ancora agli albori ma tentava con difficoltà di farsi strada ed iniziava ad usare seriamente il metodo scientifico. Così il primario dell'ospedale di quella città, il dottor Friedrich Wilhelm von Hoven (che per l'occasione cercò di non apparire ufficialmente usando il finto nome di E. F. Wahrhold) criticava l'omeopatia perché restava ferma a idee già sorpassate, dalle quali la medicina voleva liberarsi (la "forza vitale", le energie maligne, le costituzioni, forme primitive di conoscenza).
L'omeopata Reuter non si diede per vinto e propose un test, un esperimento per capire una volta per tutte se quelle caramelline di zucchero fossero medicine o solo un costoso passatempo per ricchi annoiati come sostenevano ormai quasi tutti i medici ma ormai anche la stampa e le autorità. E furono avvertiti proprio le autorità e la stampa locale, ai quali si annunciò che il test si sarebbe svolto nella più grande taverna del centro città.

Von Hoven invitò a provare una diluizione 30CH (la più tipica in omeopatia, dentro non c'è più nessuna traccia di principio attivo) di sale. Normale sale. Chiese ai soggetti sotto test di annotare qualsiasi sensazione, sintomo, problema provassero durante la somministrazione del sale omeopatico. Il "bello" è che l'esperimento fu, in un certo senso, artigianale con 120 partecipanti (alcuni poi esclusi per vari motivi). Furono testati 50 flaconi di sale omeopatico e 50 di acqua distillata e nessuno (né i partecipanti, né gli sperimentatori) sapeva quali flaconi contenevano omeopatia e quali acqua. Insomma, quello che oggi si chiama esperimento in "doppio cieco" (così non ci sarà nessun condizionamento nemmeno da parte degli sperimentatori, anche involontario).
Alla fine dell'esperimento pochissimi dei partecipanti (solo 8 su 50) riferirono sintomi o disturbi particolari. Di loro cinque avevano preso l'omeopatico, tre l'acqua, in pratica tra omeopatia e acqua non c'era nessuna differenza.
Se il risultato è ovvio l'esperienza è interessante.

In questo esperimento possiamo notare che:

1) L'esperimento fu pubblico (oggi si pubblica, per rendere pubblico, ogni esperimento su rivista scientifica). Gli esperimenti segreti o non ben illustrati non sono scientifici.

2) Il metodo, le regole, i limiti dell'esperimento furono illustrati e descritti perfettamente, davanti a tutti. Oggi, nella sezione "materiali e metodi" (nelle pubblicazioni in inglese indicate con il termine "methods", tipica di ogni pubblicazione scientifica, bisogna descrivere perfettamente il metodo usato per l'esperimento, anche per poterlo ripetere o controllare.

3) Sono stati creati due gruppi a caso di persone (randomizzazione), nessuno, né dei partecipanti né degli sperimentatori, conosceva il vero contenuto dei flaconi (doppio cieco) ed è stato usato un placebo (l'acqua distillata). Si tratta di un primitivo esempio di studio scientifico serio. Quello in doppio cieco randomizzato con placebo è un tipo di esperimento considerato di buon livello.

4) Fu creata una statistica dei risultati finali. Non un mero elenco di numeri. Quello che si fa in ogni studio scientifico che si rispetti.

Non è quindi il risultato che deve stupirci ma l'ennesimo insegnamento che ci fornisce la pseudoscienza, la finta medicina che vende caramelle e miracoli come fossero farmaci. Caratteristica dello scienziato è non fermarsi mai, nemmeno davanti a ciò che sembra incredibile. Proprio l'incredibile può riservarci sorprese e uno dei concetti più difficili da capire è che se una falsa cura, che sia il bicarbonato per il cancro o l'omeopatia per il raffreddore, funzionasse, nessuno avrebbe motivi per non usarla.
Se gli esperimenti, la scienza, la ragione, mi dicessero che le caramelle di zucchero guariscono le allergie, perché non dovrei usarle e non dovrebbero usarle tutti i medici?
Se il bicarbonato curasse il cancro, perché non dovrei proporlo ai miei pazienti, a me stesso, ai miei familiari?
Per il motivo più semplice: non funzionano.
Eppure qualcuno, non per forza ignorante, non per forza credulone, ci crede, crede apertamente che una normale caramella di zucchero, sul quale è stata spruzzata acqua all'aroma di fegato di anatra, curi il raffreddore. Ci crede. Perché?

Se esistono le false medicine evidentemente l'essere umano ha bisogno di comprarle, di crederci e di usarle.
Se quindi non è giusto mentire al paziente, trattarlo da stupido o rifilargli finte cure, è bene ricordare che prima di prescrivere una pillola è fondamentale l'ascolto e la parola. E che, prima di sostenere che una cura funzioni, è fondamentale studiarla bene, provarla e testarne gli effetti.
Visto che di ogni cosa, anche la peggiore, è bene farne esperienza costruttiva e positiva, facciamolo anche con l'omeopatia e le ciarlatanerie.
Per concludere, se è vero che non bisogna mai abbassare la guardia nei confronti di chi si approfitta delle fragilità del prossimo, bisogna anche usare queste cose (che esistono, sono sempre esistite) per migliorarsi. Il mondo delle false cure ci può dare molti spunti per migliorare quello della medicina, soprattutto nel rapporto con i pazienti.
Non imitiamo furbizie, trucchi e giochi di parole ma usiamoli come chiavi per capire perché, con questi, si riesce a convincere chi si ha di fronte, a volte contro ogni evidenza e buon senso.

Una cosa che invece gli omeopati e tutti coloro che usano false cure dovrebbero apprendere dalla medicina è chiara: il paziente è sacro e truffarlo è disonesto.

Alla prossima.

Ne approfitto per augurare a tutti i lettori di trascorrere delle buone festività. Relax, pensieri positivi e costruttivi. Un abbraccio a tutti.

46 commenti:

  1. Credo caro Di Grazia che bisognerebbe smetterla, per onestà intellettuale (rispetto, intendo dire, perfino per loro) continuare a indicare l’omeopatia come funzionale per effetto placebo. Primo, non lo vogliono gli omeopati, secondo, un medico bravo che cura bene, con la medicina efficace, ha un effetto placebo anche più potente di quello di un’insicura disciplina esoterica, terzo, l’omeopatia è nata da idee modificate e mistificate di Paracelso. Infatti, pur non avendo mai rivelato di credere o meno al “tartaro” paracelsiano, Hahnemann credeva in uno spirito della chimica (non nella chimica in quanto tale), così come Paracelso credeva nello “spirito del sale”. I consolidamenti di questo “tartaro” erano diversi, ad esempio il muco delle bronco-polmoniti o dell’asma, che per Paracelso non era catarro ma “tartaro”, dovuto al consolidamento di sali, metalli e veleni e che dovevano essere curati con il loro “spirito”, cioè con sali o co lo spirito di veleni (metalli pesanti o alcaloidi vegetali). Vatti a leggere, caro Salvo, cosa dice la Materia Medica per curare l’asma o le broncopolmoniti con l'omeopatia: usa sali diluiti, come l’Antimonium tartaricum, il Kali carbonicum, il Kali muriaticum, l’ Ammonium carbonicum o la Calcarea hypophosphatica. Diluiti, certo, ma per evitare i controlli degli ispettori doganali dei farmacisti e la burocrazia della preparazione dei galenici nel XVIII-XIX secolo. Omeopatia eredità culturale diretta di Paracelso. Paracelso curava l'asma con un sale inorganico e gli omeopati del nostro secolo fanno lo stesso. Umori, miasmi, psora, pneuma….nel 2020? Ma smettiamola! Guarda che l’unica cosa che puoi salvare dell’omeopatia è l’archeologia. Un consiglio: rimettiti l’elmo.

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  2. Io da veterinario penso all'omeopatia e all'eccesso di cure. Spesso i nostri pazienti guariscono con l'omeopatia perché semplicemente sarebbero guariti comunque. Allora mi chiedo perché continuare a prescrivere kg di antibiotici e literate di cortisonici quando se ne potrebbe fare a meno? L'omeopata non è empatico ma furbo. Empatia è entrare in sintonia con lo stato d'animo di chi hai di fronte, l'omeopata vende i propri servizi a chi è troppo in difficoltà per capire la presa in giro.
    Buon Natale doc
    Andrea

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  3. Non ho capito caro "Unknown" se i tuoi pazienti sono cani o gatti...Tuttavia, penso che andare dal medico per avere una cura palliativa e fare un colloquio come si dovrebbe da un analista o un prete, non ha nulla a che fare con la cura farmacologica. Che, se snobbata, semplicemente fa danni, tutto qui. I cani e i gatti e i cavalli eccetera non dimenticatevi, cari veterinari, che non hanno una coscienza ma un olfatto. E questo è perfino sufficiente per un effetto placebo.
    Buon Natale

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    1. Caro dottore,
      Mi occupo di cani e gatti. Esistono delle patologie che si risolvono senza l'utilizzo di farmaci e alcune che necessitano solo di trattamenti sintomatica. Ad esempio le affezioni delle prime vie che al massimo si trattano con fans per il dolore o la sindrome vestibolare idiopatica che si risolve da sola. Soprattutto nell'ultima vedo spesso colleghi che prescrivono kg di cortisone...
      Per questo dico che nelle patologie dove l'omeopatia funziona, sarebbe il caso di rivederne l'approccio terapeutico.
      Buon Natale anche a te!
      Andrea

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    2. Non credo che debba rivedere l'approccio perché in alcune patologie l'omeopatia funziona. Semplicemente perché l'omeopatia non funziona, semplicemente. Se serve una terapia farmacologica allora si prescriva. Se si ritiene che la patologia sia autolimitante, si prescrive niente oppure un trattamento sintomatico. Per l'omeopatia non c'è posto.

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  4. Buon giorno e buon Natale, mi sembra che l’ossessiva critica al l’omeopatia stia tracimando in malattia mentale salvo eventuali sponsorizzazioni economiche di case farmaceutiche che giustificano tale condotta . Più che analizzare e criticare a priori l’omeopatia ritengo occorra sperimentarla. Personalmente ho la prova che funziona eccellentemente per la ricrescita dell’osso mandibolare ridotto da un granuloma causato da una cura oltre apice ( ho le radiografie prima e dopo la cura ). Nella pratica quotidiana ho constatato in famiglia che risolve infiammazioni del trigemino, stati influenzali, ect ... la scienza medica farmacologica allopatica da sistema assoluto valido per ogni essere umano dovrebbe lasciare spazio anche alle cure considerate empiriche ma che funzionano spesso meglio ovvero perfettamente in sinergia con l’allopatia . Cari saluti avv Giuseppe Filippo Geraci ( Roma )

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    1. Pieno di avvocati esperti medici, nel mondo dell'omeopatia...

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  5. ho la prova che funziona eccellentemente per la ricrescita dell’osso mandibolare ridotto da un granuloma causato da una cura oltre apice ( ho le radiografie prima e dopo la cura ).

    Quindi qui siamo ormai al miracolo. Che nemmeno l'acqua di Lourdes arriva a tanto. Le ripeto però che io non voglio l'eliminazione dell'omeopatia (sarebbe irreale e utopico), si vendono oroscopi, talismani e madonnine benedicenti, mettiamo l'omeopatia assieme a loro, chi ci crede e si fida la compri. Ognuno usi i propri soldi come vuole.

    mi sembra che l’ossessiva critica al l’omeopatia stia tracimando in malattia mentale

    È esattamente quello che pensano tutti i malati di mente di quelli sani, è normale, la tranquillizzo.
    Buon Natale.

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  6. Buon Natale!
    Credo che ci siano anche delle altre lezioni che le finte cure possono impartire. Credo che la prima sia: mai confrontarsi con i ciarlatani/imbonitori televisivi/semplici venditori, c'e' solo da perderci mentre loro hanno tutto da guadagnare.

    In questo (troppo lungo, ma non e' necessario vederlo tutto) video, vediamo il sig.Panzironi parlare della sua dieta che non solo promette di vivere fino a 120 anni, ma che permette anche di curare malattie che fino ad ora non lo sono:

    https://www.youtube.com/watch?v=m82_VytoaxE

    Se uno guarda il video senza uno spirito critico, effettivamente sembra che Panzironi abbia ragione su tutto e che i medici non sappiano assolutamente nulla di medicina.
    A ben vedere, pero', il Panzironi ha messo in campo delle tecniche (neanche troppo raffinate, per la verita'. Ma il suo pubblico e' di bocca buona) per ottenere questo effetto: invece di rispondere alle domande riporta dei dati per attaccare la medicina tradizionale, descritta come dogmatica. Avvelena i pozzi (si dice cosi', no?), fa delle affermazioni che nessuno scienziato di nessuna disciplina scientifica potrebbe fare, si lancia in deduzioni assolutamente arbitrarie senza che nessuno glie lo faccia notare. E cambia argomento quando vuole, senza mai rispondere alle domande, nemmeno quelle fatte direttamente. Se per esempio gli si chiede come fa una dieta a guarire questa malattia, lui parlera' di prevenzione e saranno tutti d'accordo con lui.
    Fa addirittura sembrare che la sua dieta sia supportata da migliaia di ricerche scientifiche, quando e' noto a tutti che certe malattie in questo momento non sono curabili e non c'e' studio in letteratura che dice che con una semplice dieta si possa vivere fino a 120 anni.

    Che dire? L'ho trovato molto istruttivo: non ha parlato di scienza ma ha messo in campo delle tecniche tipiche della professione che esercitava prima di essere radiato.

    Per questo, secondo me, il medico o lo scienziato non deve assolutamente accettare il confronto con certi personaggi.


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    1. L'ho trovato molto istruttivo

      Io ho iniziato questo sito proprio studiando i trucchi dei truffatori. Nella loro malignità erano affascinanti e mi colpiva soprattutto una cosa. Non erano trucchi difficili o intricati ma banali, semplici, come dico sempre per capire il trucco basta guardare con attenzione, è sotto gli occhi.

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  7. Quando vuole le invio le radiografie, così invece che fare dell’ironia a buon mercato magari può porsi qualche dubbio rispetto a quanto pubblica e verificare di persona con spirito di ricerca scientifica . Per il resto il suo senso di superiorità che esprime nel volermi tranquillizzare da un incontro personale potrà rendersi conto che purtroppo per lei non alcunché di cui sentirsi superiore . Usare le frasi fatte in modo improprio reputandosi sano ..mi fa credere l’opposto ed internet consente a molte persone di dare sfogo alla propria egoicita’ che nella vita reale non trova il modo di esprimersi compiutamente ne di avere un incontro alla pari . Comunque le riformulo la disponibilità a farle avere anche la diagnosi del mio dentista scettico e non utilizzatore di farmaci omeopatici . Naturalmente non distendo che l’omeopatia non funziona con tutte le malattie ma al contrario che se prescritta da un omeopata professionale può anche in sinergia con l’allopatia aiutare a curare molte malattie, altre come il cancro ad esempio , purtroppo no . Cari saluti ed auguri di buone

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    1. Se davvero le è ricresciuto l'osso mandibolare con una caramella omeopatica, vado a fare la scorta di ziguli e le vado a distribuire in siria agli amputati.
      Seriamente, scrive queste cose per fare il troll o ci crede sul serio?

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    2. Certo che, per essere un avvocato, scrive maluccio! Non parlo dei typo che, per carità, capitano a tutti. Parlo proprio della sintassi, della scelta lessicale e soprattutto della punteggiatura.
      Lo "spirito scientifico" da lei (e da altri come lei che si sono palesati negli anni) evocato è qualcosa che le sfugge: non è, come voi credete, dubitare di tutto e pensare che non si possa mai dare nulla per acquisito.
      Ma che glielo spiego a fare?
      Sempre ad elogiare il dubbio... ma solo se non riguarda le vostre caramelline magiche, eh! E sempre col solito, trito e ritrito "kittipaka", come che le aziende che producono i preparati omeopatici regalassero le loro palline di zucchero (o anche solo le vedessero ad um prezzo basso).

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  8. Quando vuole le invio le radiografie

    Io sono un medico, non faccio analisi di miracoli religiosi e delle sue superstizioni a me non importa nulla, se lei giura che le sia ricresciuta una gamba dopo una preghiera non deve convincermi, deve riflettere.
    Lei crede che una caramella di zucchero curi le malattie (alcune, certo, perché le caramelle distinguono una malattia dall'altra, secondo gravità, curano solo quelle che passano da sole)? Ne è convinto? Ci crede nonostante si sappia che sono semplici caramelle?Le usi. Perché dovrebbe convincermi?
    Sono legali e permesse e di libera vendita. Non deve convincere me che lei non sia un credulone, deve essere lei a decidere come spendere i suoi soldi.

    Per quanto riguarda l"egoicità" e il mio presunto senso di superiorità che lei desume, anche qui, si tranquillizzi. Io faccio semplicemente il mio lavoro di medico, in questo senso ovviamente e certamente sono superiore a lei. Ovvio che il miracolato si senta prescelto (superiore agli altri), ovvio che il Napoleone psichiatrico sia convinto che siano gli altri a non credere a lui (e non lui il pazzo), è tutto normale, in clinica psichiatrica. Sono gli altri, per il pazzo, ad essere pazzi. Io non ho mai detto che lei sia pazzo o che chi prende omeopatia lo sia. A volte è ignoranza, altre creduloneria, altre incoscienza e tante altre cose, non serve essere pazzi per credere alle favole

    L'omeopatia però è una balla, così è e che ovviamente, per esistere, ha bisogno proprio di chi ci crede, come lei.
    Non mi sento quindi superiore a lei, semplicemente so fare il mio mestiere, credo sia ovvio, io lei dico cosa cura, lei fa il paziente, credulone o meno sono fatti suoi non miei.

    Qui inoltre non stiamo parlando di efficacia dell'omeopatia ma di quanto possiamo apprendere dai venditori di queste pratiche, quindi lei è fuori tema, completamente.

    Concludo chiedendole di chiuderla con i commenti, accetto l'ignoranza ma non la maleducazione, quindi la chiuda qui, perché se non la mando via è solo perché siamo a Natale (ma io sono sempre più buono, non solo in questo periodo) quindi la avverto una volta (cosa non dovuta, sto facendo un'eccezione dovuta alla mia eccelsa bontà e superiorità), dalla prossima sarà escluso definitivamente da questo sito.
    Non sarà un problema per lei ma se la cosa la agitasse prenda cinque caramelle omeopatiche e vedrà che tutto passerà.
    :)
    Grazie e di nuovo saluti.

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  9. Buon natale a tutti!
    Trattandosi di un post sull'omeopatia, mi siederò qui a leggere i commenti, col popcorn di lato..

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  10. Trovo sconcertante che un avvocato si metta a parlare di medicina, quando non ne ha alcuna competenza in campo biomedico, a giudicare (mi auguro di sbagliarmi) dalle credenziali (cioè che si firma solo e semplicemente avvocato e non medico). Mi riferisco al Dr Geraci, che ha appena pubblicato il suo post.
    Carissimi, l'omeopatia non è il gorgonzola DOP, dove la cultura empirica e tradizionale è un plus. Qui "dovremmo" fare i conti con il fatto che si spaccia per "medicina" e la medicina è standardizzazione.
    Se volete faccio una scommessa: NON ESISTE LA STANDARDIZZAZIONE DELLA DINAMIZZAZIONE, presidio fondamentale per dire che un rimedio è omeopatico. Esistono dinamizzazioni empiriche, certo, ripetute (come il gorgonzola) ma E.M.P.I.R.I.C.H.E.
    Gli omeopati vogliono tornare a Paracelso. Tutto qui.

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    1. Per favore, i commenti dell'avvocato miracolato li ho cancellati. Non diamo spazio ai troll e, se si vuole, discutiamo del tema del post. Tutti i commenti fuori tema saranno cancellati.

      Non è appassionante impegnarsi in risse inutili.
      Grazie.

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  11. "Dopo l'esaltazione iniziale, la sua natura esclusivamente commerciale e l'ovvia inefficacia, hanno ridotto le vendite e la notorietà relegandola a piccolo fenomeno di nicchia"

    Ecco, con questo non riesco a concordare pienamente: è sicuramente scemato l'entusiasmo ottuso e fideistico di tanti anni fa grazie al diffondersi dell'istruzione e delle informazioni anche attraverso siti come questo, tuttavia la pubblicità per certe cure alternarive (all'intelligenza) rimane forte, e le farmacie sono piene non solo di proditti e manifesti pro acqua risciacquata, ma persino di dottori veri (perché per essere omeopati in una farmacia, la laurea in medicina e l'iscrizione all'albo sono obbligatori) che cercano di contrabbandare l'oscilloqualcosa come una cura reale contro il raffreddore "molto più efficace delle medicine convenzionali".

    Perché, evidentemente, pecunia non olet. Ma lo sconcio di quella ciarlataneria venduto in farmacia resta.

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  12. lo sconcio di quella ciarlataneria venduto in farmacia resta.

    Se non esistesse non sarei qui a parlarne ma è inevitabile che non scomparirà mai del tutto, altrimenti non si venderebbero riviste di oroscopi o maghi in TV. L'uomo ha bisogno di esoterismo, paranormale, religioni.
    Se però notiamo quanto vende l'omeopatia (dati ufficiali), siamo oggi allo 0,7% dei venduto in farmacia (in progressivo calo, circa meno 0,1% l'anno, nel 2017 vendevano lo 0,8%), ovvero il nulla. Confermato da farmacisti, con o senza omeopatia per loro non cambierebbe niente, il fatto è che proprio grazie a queste cose (giocattoli, omeopatia, vitamine, pannolini, cremine e profumi) mettono assieme uno stipendio, visto che gli introiti da farmaci e i rimborsi regionali sono pochi, dilazionati nel tempo e in calo.

    Quindi bene e giusto continuare a parlarne (ma solo per informazione ai consumatori) senza grandi drammi, fortunatamente questa sciocchezza sta scomparendo.

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    1. Spero proprio tu (e perdona la confidenza) abbia ragione, per quanto l'umanità non abbia fatto balzi evolutivi negli ultimi 50 mila anni e nuovi polli da spennare nascano tutti i giorni - o oroscopi, magie e pseudoscienze avrebbero chiuso i battenti da un pezzo. Invece in Roche, per esempio, c'è un intero dipartimento dedicato alla creazione di prodotti omeopatici.

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    2. Se ci pensi, è un po' la storia raccontata nella canzone "un medico" di De Andrè (il dottor Siegfried Iseman ne "l'antologia di Spoon River") che per riempire la pancia sua e della famiglia diviene un ciarlatano.

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  13. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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  14. L'avvocato dei miracoli omeopatici è stato bannato.
    Si prega di non discuterne e di non rispondere ai suoi commenti.
    Grazie!

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  15. A proposito di ciarlataneria è interessante sapere cosa ne pensavano i medici dell'epoca di Hahnemann dell'acqua curativa, ovvero nella prima metà del XIX secolo. Ecco cosa scrive Domenico Mamone Capria nel 1848 aNapoli, dove nel 1821 inizia a farsi conoscere "l'omiopatia", a proposto di un’acqua “miracolosa”, l’acqua di San Nicola alla Dogana: “Da più tempo smerciasi dalla farmacia di San Nicola alla Dogana un’acqua alla quale si attribuiscono proprietà vermifughe particolari. Nei tempi attuali in cui i progressi della scienza chimica amaestra dell’arte farmaceutica sono giunti quasi all’apice del perfezionamento; non più permettesi smerciare medele sotto il titolo di segreti, e di specifici; in quantunquè ricordano l’epoca dell’acqua fegatella di Paracelso (1), epoca dell’impostura, e dell’ignoranza. Se l’analisi chimica dimostra i princìpi costituenti i corpi naturali, gli sarebbe di scorno, e rossore, non dimostrare la composizione di certi farmachi, che l’uomo per proprio interesse e non per filantropia cerca smerciare…..."

    Da tenere presente anche oggi, tale raccomandazione.

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    1. La dimostrazione che gli imbrogli, anche contrastati subito, non muoiono mai del tutto perché di ingenui, da un lato, e di furbi, dall'altro, se ne trovano sempre

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  16. Buonasera a tutti, proprio ieri sera ho avuto una discussione con una mia cognata trentenne che è mamma di un bimbo di sette mesi. Mi ha riferito di come si cura il raffreddore con i granuli omeopatici ed altrettanto sta facendo con la congiuntivite del figlio. Dopo averle detto che l'omeopatia è inutile e che non credo a questa pseudo cura sostenendo che anche lei farebbe meglio a smetterla con queste palline di zucchero....mi ha snobbata e si è messa a pontificare sui principi "Chimici" su cui si basa l'omeopatia. ....E niente ogni giorno che passa ho sempre meno fiducia nell'essere umano.

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    1. LOL A sentir nominare dei "principi chimici" sui quali si baserebbe l'omeopatia, il mio Chiorboli ha tentato il suicidio lanciandosi dalla libreria! LOL

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    2. Avresti potuto rispondere, con aria seria e contrita, che ogni volta che qualcuno cerca di dare una spiegazione del genere sull'omeopatia, un professore di chimica muore... poi la salutavi con un robusto e plateale gesto di scongiuro e la lasciavi lì.

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  17. mi ha snobbata e si è messa a pontificare sui principi "Chimici" su cui si basa l'omeopatia

    Già solo il fatto che spieghi i motivi chimici per i quali funzionerebbe una cosa che va CONTRO ogni conoscenza di chimica è tipico. Una religione non la discuti, ci credi e basta.
    Per questo è giusto e corretto (e onesto) informare, poi ognuno si curi come vuole.
    Moltissime persone sanno benissimo che l'omeopatia è zucchero ma hanno bisogno del loro "medicinale" (persino se stanno bene), è una consolazione, un appiglio, una stampella.
    Sono coscienti di cosa comprano? Benissimo, sono (fortunatamente) liberi di usarla.
    :)

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  18. Nessuno lo dice (o nessuno.lo sa) ma Hahnemann, l'inventore dell'omeopatia diluiva le sostanze chimiche per non avere problemi con i controlli polizieschi delle farmacie. Basta leggersi Bradford (1895) che ha raccolto tutte le lettere del meastro. Il quale riteneva che i composti chimici, per funzionare nel corpo umano, dovessero essere purificati con le diluizioni e le dinamizzazioni, dato che qualsuasi soatanza chimica avesse una parte grezza ed una parte "spirituale" che era tanto piu' potente quanto piu' veniva diluita dalla parte "grezza". Hahnemann visse mentre Avogadro definiva la sua costante (senza misurarla) e pensava che anche diluendo all'infinito lo "spirito" chimico restasse nella diluizione, chiamata da lui "potenza"...
    Questa e' la chimica degli omeopati.

    Non dite che non vi era stato detto...

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    1. Vabbè, ma se poi non si sbatacchia il diluito sulla bibbia, serve a poco.


      E tutti i non cristiani (a prescindere se atei, musulmani o induisti o pastafariani), lasciamoli tribolare...

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  19. Hahnemann era massone, non cristiano. Credo non usare la Bibbia...

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    1. Sono i cristiani a parlare di inconciliabilità con la massoneria, non il contrario

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  20. Dovrebbe informarsi meglio. Nel giuramento massonico devi duchiarate di non apoartenere a nessuna confessione ...

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    1. Si vede che tu lo conosci meglio di me.

      Quando hai giurato?

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  21. Non è così, la medicina sistemica e la medicina quantistica spiegano ben altro. Una competenza di "fisica" non guasterebbe in ogni buon medico ed i ricordi del Liceo classico si vede che sono svaniti presto

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    1. "Non è così, la medicina sistemica e la medicina quantistica spiegano ben altro"

      Ah beh, allora siamo a posto
      :D

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    2. LOL Il liceo classico è proprio il posto giusto in cui imparare la fisica... d'altronde, al giorno d'oggi, un po' di "quantismo" non si nega a nessuno. È impressionante quante cazzate quantistiche sparate da chi non ha la benché minima idea di cosa sia, in realtà, la meccanica quantistica si sentono in giro per pescare gonzi.

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    3. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  22. "(...)un po' di "quantismo" non si nega a nessuno. È impressionante quante cazzate quantistiche sparate da chi non ha la benché minima idea di cosa sia, in realtà, la meccanica quantistica(...)"

    D'altronde, per sostenere certe bufale non è che puoi far colpo solo parlando di spiriti e flogismo come fossimo ancora nel 1800 - vuoi mettere l'effetto di appoggiarti a qualche parolone un po' più moderno?

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  23. Chiedo scusa al padrone di casa per il necropost ma mi sembrava doveroso segnalare l'intervento di una dottoressa omeopata che afferma di poter guarire dal coronavirus con lo Stannum, che credo sia lo stagno iperdiluito:

    https://www.affaritaliani.it/cronache/coronavirus-esiste-da-sempre-si-cura-con-il-farmaco-anticd-650247.html?refresh_ce

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    1. Suvvia, non perda tempo con la roba trovata su affari italiani :)

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    2. E cosa dovrei dire?
      Che la dottoressa non poteva che pubblicare queste scemenze in "Affari italiani" e che chi legge dovrebbe iniziare a selezionare le fonti e lasciare queste più inattendibili in solitudine, così si scrivono e si leggono a vicenda senza disinformare in giro.
      :)

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  24. Il governo indiano sembra che approvi l'omeopatia con Arsenicum album contro il coronavirus nCOD19. Va beh...si deve amnettere che e' geniale l'idea. Diluisci il veleno cosi non muore il paziente ma il virus. Forte no? Forse neanche all'epoca della XVIII dinastia con Amenofi III si era arrivati a tanto genio. Ora, io mi dico...esiste il reato di procurato allarme. Perche' non istituire il reato penale contro le cretinate e i fake?

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  25. I grandi studi da Nobel degli omeopati
    Sul recente numero di Homeopathy, alcuni autori hanno diluito delle goccioline di Phosphorus 30CH in un bacino idrico naturale, un lago tra i fiordi, di 2200 metri cubi e poi hanno verificato la presenza di Phosphorus, raccogliendo campioni entro 72 ore, misurando l’aumento di assorbanza di coloranti solvatocromici, che reagiscono con il fosforo. La statistica (ANOVA + Tukey post hoc) rilevava il fenomeno per i laghi (trattati), rispetto a laghi non trattati (controllo). Come dire? Fai la pipì sulla costa del Portogallo e stai sicuro che reagisce nella baia di New York…
    Ovviamente, queste pazzie sono ritenute degne da alcuni Atenei, che difendono l’omeopatia, mentre i critici intelligenti sono narcisisti e patologici, sono sanzionati, diffamati, mobbizzati e violentati nella loro dignità. Va beh, se esistono quelli che dicono che la terra è piatta, o se lasciano a piede libero un certo Panzironi…perché stupirsi? Meglio dare la caccia alle farfalle…che occuparsi della res pubblica…diceva Milosz, profeticamente.
    Questo il lavoro:
    Aparicio ACC et al Interaction between Solvatochromic Dyes and Water Sampled from a Natural Source Treated with High Dilutions of Phosphorus. Homeopathy. 2020 Feb 12. doi: 10.1055/s-0039-3400255

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  26. E periodicamente ritornano alla carica:
    https://www.adnkronos.com/salute/medicina/2020/06/17/omeopatia-medicina-precisione-grande-opportunita_QzctOE4EAHiO5yaE7e63gJ.html

    Dove l'opportunita' e' quella di fare tanti bei soldini (specie ora che la crisi stringe i cordoni) e la precisoine quella di individuare i piu' boccaloni o i piu' vulnerabili senza agitare troppo le acque e farsi sgamare.
    Ma radiarli dall'albo, una volta per tutte, no? Altro che Big Pharma, qui c'e' solo la Big Omeo... che ha tanti soldi a disposizione, visto che le loro spese di ricerca e sviluppo (ferma all'800) sono ZERO.

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