sabato 20 febbraio 2016

Il grande mistero dei vaccini letali. Come le piastrelle della cucina.

Quando si discute di vaccini, chissà perché, si sfiora la rissa, i commenti si dividono, le persone possono essere messe ai lati di una linea netta: pro e contro.
Ma come si fa ad essere "pro" o "contro" una cosa che è innegabilmente utile? I vaccini sono farmaci, sostanze estranee al corpo ma il loro scopo è oggettivamente utile e benefico (proteggere dalle malattie infettive), si può essere "contro"?
Se lo chiedessimo a chi è "contro" probabilmente risponderebbe che lo è perché i vaccini "possono fare male", possibile, cos'è che non fa mai, con assoluta sicurezza, male? Ma sappiamo dagli studi e dall'esperienza che, anche se ci fossero alcuni casi di effetti collaterali gravi, il beneficio è indubbiamente superiore al rischio. Non c'è alcun dato serio che dica il contrario.

Affrontare le discussioni sui vaccini è spesso difficile perché è difficile spostare le opinioni di fede, quelle dovute non ad una conoscenza dell'argomento ma ad un principio ideologico, però con gli anni conosci gli argomenti, le paure, le obiezioni di chi contesta l'utilità dei vaccini che quasi sempre non sono ponderate, derivano da false informazioni, dati manipolati.

Sono quasi sempre gli stessi: il mercurio contenuto nei vaccini è tossico (falso, i vaccini non contengono più mercurio da anni), i vaccini causano l'autismo (non è vero, nessuno ha mai dimostrato una cosa del genere), esistono migliaia di persone danneggiate da vaccino (in Italia forse sono poche decine e non migliaia i veri danneggiati da vaccino). Poi ne esistono altri, alcuni veramente deboli ma che si ripetono con costanza, uno di essi è uscito fuori da alcuni mesi e mi ha colpito per l'evidente fallacia. Mentre le altre obiezioni presuppongono conoscenza dell'argomento (cosa non scontata), questa ti lascia un po' sopreso perché qualsiasi persona dotata di ragionevolezza non la penserebbe nemmeno.
Qualcuno dice: "ma se i vaccini sono sicuri e non provocano effetti collaterali, perché i medici non firmano un documento di assunzione di responsabilità?".
Capito?
Alcune persone sostengono che i medici che vaccinano dovrebbero firmare un documento nel quale si assumono qualsiasi responsabilità per eventuali effetti collaterali della vaccinazione.
Quella persona ragionevole a cui facevo cenno prima direbbe che è ovvio che un documento del genere non sarebbe proponibile, il concessionario d'auto firmerebbe un documento con il quale si assume il 100% di responsabilità per eventuali danni subìti a causa dell'automobile che avete acquistato? Come si fa a conoscere tutte le possibilità, gli errori, le coincidenze che capiteranno al proprietario dell'automobile? Come fa a rispondere il concessionario per un problema di fabbricazione o di manutenzione? Il medico ha già la responsabilità dell'atto che compie, come in qualsiasi momento del suo lavoro. Se sbaglia, se commette un errore di somministrazione, se esegue male la vaccinazione ne risponde, se c'è un errore di conservazione o di stoccaggio ne risponderanno altri e persino se c'è un errore di informazione, per questo esiste il consenso informato che firmano i genitori: sono stato informato su ciò che mi interessava, ho capito bene e voglio fare il vaccino,  firmo così il consenso per certificarlo.
A che serve dunque un documento (non ufficiale, non rilasciato da un'autorità) che dovrebbe fare assumere al medico qualsiasi responsabilità?
Improponibile, nemmeno il venditore di frutta firmerebbe un documento del genere: e se l'acquirente soffocasse mangiando le sue arance? Ovvio, no?
Ma i commentatori antivaccino non si pongono queste domande e vanno avanti per la loro strada, fino a concepire un documento che ha degli spunti per uno studioso di psichiatria. Ne esistono diverse forme, alcune tradotte (con risultati disastrosi) da documenti simili in inglese, redatti da "naturopati", omeopati, ciarlatani di varia estrazione, tutte hanno in comune un elenco di affermazioni che, sinceramente, preoccupano per stupidità e ci sono genitori che veramente lo hanno presentato agli uffici vaccinali, che lo ritengono un documento credibile ed a me sembra davvero assurdo che ci siano persone che gestiscano così la salute dei propri figli, credendo alle baggianate sparse in rete. I genitori, secondo le pagine che pubblicizzano una cosa del genere, dovrebbero chiedere al medico che vaccina, di firmare questo documento e, in caso di rifiuto, la vaccinazione non avverrebbe. Così qualcuno aggiunge: nessuno finora ha firmato questo modulo, evidentemente questa sicurezza sui vaccini non c'è.
Io invece rispondo che, evidentemente, il documento è demenziale.
Qui ne trovate un tipo.
Il medico dovrebbe mettere la propria firma su un documento che riporta cose come
Sono consapevole del fatto che i vaccini possono contenere molte delle seguenti sostanze chimiche, eccipienti, conservanti e cariche:
* Idrossido di alluminio
* fosfato di alluminio
* solfato di ammonio
* amfotericina B
* tessuti animali: sangue di maiale, sangue di cavallo , cervello di coniglio,
* arginina cloridrato
* rene di cane, rene di scimmia.....ecc...ecc...
Ovviamente, il fatto che si scriva che in un vaccino ci sia "sangue di cavallo" o "cervello di coniglio" è un caso, non ha certo lo scopo di suscitare ribrezzo, immagino. In un'altra versione leggiamo:
DICHIARAZIONE DI RESPONSABILITÀ per atto medico
il sottoscritto ........................ in qualità di Responsabile del .......................... ed il sottoscritto ..........................in qualità di medico vaccinatore del ....................................................con la presente dichiarano di assumersi ogni responsabilità rispetto ai possibili danni o effetti collaterali che il minore .................................................. dovesse contrarre in conseguenza dell'inoculazione dei seguenti vaccini:
vaccino……………………………vaccino …………………vaccino.............................
e così via.
In una di queste discussioni sui vaccini che ho avuto qualche settimana fa, come spesso accade, comparve un commentatore che proponeva proprio questa cosa: se i vaccini sono sicuri, perché il medico non firma un documento con il quale si assume tutte le responsabilità?
Inutile la mia spiegazione, gli esempi del meccanico, del consenso informato, dell'assurdità di una cosa del genere, il commentatore è convinto: se i vaccini fossero sicuri, perché non firmare un documento con il quale ci si prende ogni responsabilità? Nonostante questo sia un ragionamento superficiale ed ingenuo (e che mostra una visione particolare del mondo) fa presa in molte persone, tanti credono davvero che, se il medico si rifiuta di firmare un documento del genere, deve esserci per forza qualcosa sotto. Il complotto: i medici sanno che i vaccini sono pericolosi, li somministrano a tutti e firmare quel documento preparato dal naturopata e scaricato su internet farebbe crollare tutta la finzione.


Allora ho giocato l'ultima carta per cercare di farmi capire.

Ho chiesto all'interlocutore che mestiere facesse, l'operaio, dice. Ottimo, sarebbe disposto l'operaio a firmare un documento in cui si assume tutte le responsabilità relative al suo lavoro? Tutte, il 100%.
Avrà capito, dico io.
Invece no, il commentatore è deciso, lui firmerebbe, perchè è sicuro di ciò che fa, conosce i materiali, il suo lavoro e quindi si assumerebbe tutte le responsabilità, non come i medici che si rifiutano perché, sicuramente, avranno qualcosa da nascondere.
Niente, non c'è niente da fare, non riesco a spiegarmi nemmeno con l'esempio sul suo lavoro. Oppure no, forse qualcosa posso fare per fargli capire che sta dicendo una stupidaggine (se in buonafede, altrimenti una bugia).
Proporgli proprio un lavoro e fargli assumere tutte le responsabilità, così da poter dare il buon esempio e finalmente dimostrare la superficialità e malafede dei medici che vaccinano, d'altronde non credo esista un complotto dei muratori.
Contatto allora il mio amico commentatore operaio.
Ecco la mia proposta:

Piastrellatura completa di una parete di casa mia. Materiali scelti da me ma acquistati da persona di fiducia del piastrellatore.
Firma di un'assunzione completa di responsabilità per eventuali danni presenti e futuri derivanti dal lavoro o dai materiali usati nel lavoro.
Tutto davanti ad un notaio.
Costo del lavoro deciso da un perito scelto da un albo professionale.
Pagamento equivalente al triplo del valore stabilito dal perito.
Rimborso spese di viaggio, vitto, alloggio. Rimborso spese del perito, notaio e varie ed eventuali.

Che dite, è una proposta allettante?

Naturalmente anche io avrò il mio bel documento di assunzione di responsabilità, ma vuoi paragonare una vaccinazione con una piastrellatura? Ecco cosa avrebbe dovuto firmare l'esecutore dei lavori, garantendo che:
1) Gli ingredienti (solventi, pigmenti, cariche, leganti e coadiuvanti, metalli pesanti, arsenico) usati durante i lavori sono sicuri per l'inalazione ed il contatto.
2) Personalmente ha studiato le relazioni degli esperti di sicurezza sul lavoro relative a tossicità, teratogenicità, oncogenicità e rischi ambientali relativi ai prodotti utilizzati. La presente garantisce l'esclusione di ogni rischio diretto o indiretto per la salute mia e dei miei famigliari, sia in corso che dopo il termine dei lavori.
3) Si assume ogni responsabilità in caso di conseguenze derivanti dai metalli pesanti e dai contaminanti impiegati nella produzione delle sostanze impiegate nel lavoro finito, si assume le conseguenze di ciò che ha costruito e degli eventuali se pur rari eventi avversi ad esso legati.
4) Garantisce l'assoluta innocuità e non pericolosità dei materiali utilizzati, su animali, esseri umani di qualsiasi età e vegetali. Ne risponderà in caso tale innocuità fosse smentita da documenti, studi, ricerche.
5) Risponde di ogni danno diretto ed indiretto causato da sostanze, materiali, tecniche ed accessori utilizzati nel presente lavoro edilizio, esclude effetti collaterali, disturbi, malattie o sintomi da ricondurre al suddetto lavoro edilizio.
6) Afferma di non esercitare il mestiere di operaio edile e di non avere nessuna esperienza nel campo né professionale né amatoriale, pertanto si assume ogni responsabilità personale, civile e penale di danni o conseguenze derivanti da errata esecuzione o problematiche relative al lavoro svolto.
7) Consapevole delle responsabilità che questo impegno comporta, accetta ogni onere ed aggravio civile, penale ed economico, derivante dalla presente dichiarazione.
8) Il compenso del lavoro finito sarà pari al triplo del valore della prestazione in euro stabilito come da perizia (allegata) redatta da………………………..……….iscritto all’albo dei periti industriali della provincia di..............con n°……. pari ad euro:…………………… , il compenso totale quindi ammonterà ad euro: …………………, pagabile tramite assegno bancario o bonifico bancario all’esecutore dei lavori.
A tale somma si aggiungeranno le spese di vitto, alloggio, viaggio (documentate e documentabili) necessarie all’esecuzione del lavoro.
Possiamo paragonare la mia richiesta a quella di far firmare al medico un'assunzione completa di responsabilità? Io direi di sì (anche se una piastrellatura ha un tempo di esecuzione molto meno rapido e si basa quasi totalmente su abilità personali, cosa che non è così in caso di vaccinazione), d'altronde pagato il triplo, con tutti i rimborsi spese, chi si rifiuterebbe?
Se le piastrelle sono sicure, perché un operaio non dovrebbe garantirle? Se il lavoro è fatto bene, perché non assumersi le responsabilità?
Se non lo facesse, dovrei pensare al complotto dei piastrellatori o alla pericolosità delle piastrelle?
Il commentatore che vedeva i medici come paurosi esecutori di ordini che non si assumono le responsabilità chiede garanzie sul pagamento, sul lavoro, sugli accordi; più del notaio che garanzie dovrei dare?
Allora inizia una lunga trattativa, estenuante.
Chiede copia del documento che dovrebbe firmare. Inviata.
Chiede le foto della parete da sistemare: semplice, lineare, di soli 5 metri. Fatto.
Chiede un riferimento del materiale: mando foto, catalogo disponibile via internet con misure, codici e tutte le specifiche. Fatto.
Passano giorni.
Afferma di non essere un esperto piastrellatore e che quindi dovrà chiedere ad un suo amico per dei consigli, bisogna aspettare.
Aspetto ed accetto anche il fatto che si definisca "non esperto".
Dice che la parte di parete vicina alla porta è molto complicata quindi non sa se potrà garantire per quella parte di muro.
Non ha importanza, aspetto risposta: accetta o rifiuta?
Passano i giorni.
Chiede i tempi: a suo piacimento, basta accordarsi. Ampio preavviso.
Passano i giorni. Deve pensarci.
Chiede altre foto: inviate.
Chiede disegno con misure della parete: fatto.
Chiede altro tempo ed aspetto.
Passano i giorni.


Infine la risposta: rifiuta. Non può assumersi la responsabilità completa del lavoro. Dei materiali sì ma dei lavori...poi non ha esperienza, non può garantire per l'umidità, per la porta vicina al muro...succo del discorso: rifiuta un pagamento allettante per un lavoro manuale di esecuzione ordinaria.
Poi il commentatore, quando ho annunciato il suo rifiuto via Facebook, ha giustificato la sua scelta arrampicandosi un po' sugli specchi, con delle scuse e con un po' di rabbia ma il rifiuto resta ed io non posso pensare ad altro se non che la lobby dei piastrellatori ci nasconda qualcosa: perché l'operaio ha rifiutato il lavoro pagato a peso d'oro? Cosa c'è sotto? Perché ha rifiutato di prendersi tutte le responsabilità per un lavoro semplice e veloce pagato il triplo?
A questo punto invito tutti a riflettere bene prima di fare piastrellare le pareti di casa propria, cosa c'è sotto (il muro, ok, battuta ovvia)?
Ah, nel libro "Le vaccinazioni pediatriche" (prima ristampa marzo 2010) di Roberto Gava (omeopata antivaccinista) si legge: "L'autore e l'editore non si assumono responsabilità per effetti negativi causati dall'uso o dal cattivo uso delle informazioni qui contenute.", lui di che complotto fa parte?
Ecco, questo non è un grande esperimento, è forse un gioco interessante ma mostra come facendo esperienza sulla propria pelle, i grandi complotti e le operazioni segrete immaginate da chi non conosce certi meccanismi, diventano molto più chiare e stupide: e false. La vita è molto più semplice dell'intricato mondo dei complotti, usiamo la testa, non la cieca diffidenza.

Alla prossima.

PS: L'offerta speciale pagata il triplo non è più valida, lavoro ormai eseguito, pagato il giusto. ;)

giovedì 11 febbraio 2016

L'insostenibile fallacia delle bufale mediche.

Nessun italiano metterebbe il gorgonzola sulla pizza.
Ma guarda che ieri ho mangiato proprio una pizza al gorgonzola, buonissima...
Nessun vero italiano metterebbe il gorgonzola sulla pizza!

Vi ho presentato la versione nostrana di una delle più note fallacie, l'originale si chiama "no true scotsman", cioè "nessun vero scozzese" ed è stata formulata da Anthony Flew un filosofo inglese.
Chi fa la prima affermazione è netto, deciso ma è smentito da chi ha di fronte che ha provato personalmente il contrario, non è vero quindi che nessun italiano metta il gorgonzola sulla pizza ed ecco che il primo soggetto, pur di avere ragione, cambia le carte in tavola e riformula la sua affermazione iniziale (quindi in realtà non la sta confermando, la cambia, si tratta di una nuova affermazione). Non è vero che nessun italiano farebbe una pizza al gorgonzola, non la farebbe nessun vero italiano. Ha trovato un modo per non ammettere di aver sbagliato ma è stato scorretto (ed anche la seconda affermazione è discutibile, il fatto di essere "vero italiano" non impedisce di mettere gorgonzola nella pizza).

Le fallacie sono errori di ragionamento che rendono falso un concetto e che, in una discussione, rendono scorretto il confronto. Si tratta di un argomento interessante e per certi versi utile a chi affronta discussioni (specie se in pubblico) e permette non solo di scoprire se il proprio interlocutore discute onestamente o meno  ma di saper controbattere adeguatamente.
L'idea di parlarne mi è venuta pochi giorni fa, quando un lettore ha commentato l'ennesima discussione sulla medicina. Di fronte agli evidenti passi avanti della chirurgia, della medicina e della scienza c'è sempre quello che con argomenti scorretti (e sfuggendo alle obiezioni che vengono fatte) pretende di essere creduto "sulla parola" e le fallacie si sprecano. Vedrete come si tratta dei tipici argomenti messi di fronte a fatti scientifici e forse questa piccola "guida" sarà utile per riconoscere chi si ha di fronte, almeno per misurarne l'onestà.
Può servire allora conoscere le più frequenti (sono tante!) cercando di adattarle all'argomento medico ed usando un po' di ironia quando possibile, scopriremo come sono davvero comuni e come, può succedere, anche noi siamo portati ad usarle (forse incosciamente ma non per forza). In questo caso mi manterrò in argomento medico (le fallacie sono un argomento vastissimo che coinvolge linguaggio, filosofia, arte oratoria ed altro).

Aggirare gli ostacoli.

In una discussione corretta non si cambiano gli elementi acquisiti.
Quando in una discussione ogni affermazione è smentita con i fatti, chi la smentisce ha ragione ma quando pur di smentire un'affermazione scomoda si cambia l'oggetto della discussione, chi lo fa è scorretto. Una sorta di corsa ad ostacoli, per arrivare alla fine con onestà devi saltarli tutti se invece li aggiri non hai gareggiato correttamente.
Un esempio per riportarvi alla mente (ne sono sicuro) qualche commento apparso in questo blog:

Commento: "Qualsiasi medico sa che le staminali usate da Vannoni oggi curano le malattie".
- MedBunker: "Le staminali di Vannoni non sono certo una cura per nessuna malattia!"
Commento: "E lei chi è per dire una cosa del genere?"
- MedBunker: "Sono un medico".
Commento: "Ma è un ginecologo e quindi non è esperto di staminali."
- MedBunker: "Ma Vannoni non è nemmeno medico, come può fidarsi...".
Commento: Non è necessario essere medici per fare una scoperta del genere.

Questa fallacia è semplicemente tesa alla ricerca di un argomento qualsiasi per "invalidare" la tesi dell'interlocutore e quindi si sposta sui piani che più convengono, anche se non attinenti. Nell'esempio, si usa una generalizzazione ("qualsiasi medico sa che...") per presentare come ovvia un'affermazione ma, per invalidare l'opinione di chi scrive, un medico che non sia ultraspecializzato nell'argomento in questione non sarebbe in grado di dare il suo parere. Il fatto che l'inventore della presunta cura del secolo non sia nemmeno medico (e quindi in base al primo assunto questo invaliderebbe completamente la sua competenza) è sminuita, non ha importanza e diventa un argomento a favore, cambia quindi scorrettamente l'oggetto del discorso.

La falsa dicotomia.

Nella realtà non esistono solo bianco e nero ma anche i grigi.
È una fallacia banale, tanto da essere usata anche da persone razionali e che si basano sul ragionamento scientifico. Si riducono le possibilità a due, così da annullare ogni altra variante, è chiamata anche del "falso dilemma". Si può riassumere con la frase "o con me o contro di me".

Esempi:
  • Se credi all'omeopatia sei un ignorante. (Non è vero, molte persone colte credono all'omeopatia).
  • Uso l'omeopatia per non imbottirmi di antibiotici (In realtà c'è sempre la possibilità di non usare nessun farmaco).

Generalizzazione.

Una rondine non fa primavera.
Usata moltissimo in campo pseudoscientifico ma anche nella comunicazione delle notizie scientifiche da parte dei media. Si usa un esempio singolo o un caso unico per farne una regola. Nella comunicazione è conosciuta la "sindrome del singolo studio scientifico", quando la conclusione di un singolo studio (quindi ancora poco salda, non confermata, isolata)  diventa pretesto per generalizzare un'affermazione.
Esempi:
  • Uno studio ha mostrato come un estratto zuccherino delle mele abbia bloccato cellule tumorali in provetta: la mela cura il cancro. (Non è vero, tra uno studio in provetta e l'applicazione sull'uomo c'è un abisso di conoscenze).
  • L'uomo più anziano del mondo è polacco, cosa c'è un Polonia che fa vivere tanto? (Non si può fare così un ragionamento sulla longevità della popolazione, un caso è un evento singolo, se gli abitanti della Polonia in media vivono come gli altri non c'è nessun motivo per pensare a qualcosa di singolare).
L'annullamento.

Si risponde all'affermazione, non al senso della vita.
Fallacia di ragionamento. Si usa per "annullare" qualsiasi fatto al quale non si sa rispondere, rendendo banale il ragionamento, portandolo sul vago, tutti gli sforzi fatti per argomentare sono annullati immediatamente.
- Affermazione: Un granulo omeopatico non contiene altro che zucchero, non può avere effetto terapeutico...".
- Commento: Bisogna essere umili, la scienza ha dei limiti, non possiamo conoscere tutto.
È ovvio che la scienza non conosca tutto, è altrettanto ovvio che serva umiltà ma che c'entra questo con l'efficacia dell'omeopatia? Cosa cambia negli effetti dello zucchero l'umiltà? "Non conoscere tutto" dimostra l'efficacia dell'omeopatia?

Il cugggino.

Ti giuro che conosco uno che...
In qualsiasi discussione che tratta degli effetti di cure alternative, ci sarà sempre un partecipante che racconterà di un parente, un amico, un conoscente che ha avuto risultati eclatanti e sorprendenti da una cura alternativa.
  • Guarda che non esiste un solo caso di tumore allo stomaco curato dall'aloe.
  • Dovresti conoscere il cognato del mio giornalaio e dirgli che l'aloe che lo ha guarito non esiste.
In questo esempio noteremo come l'argomento usato annulla ogni dibattito, è impossibile accertarsi delle condizioni del cognato del giornalaio che, anche se fosse guarito, nulla dimostrerebbe su un'efficacia generale di una presunta cura. Con queste risposte, ogni tentativo di ragionamento è azzerato, portato a livelli di discussione inutile.
La falsa causa.

Dopo di non significa a causa di.
Accostare due dati o due fatti che non per forza sono legati se non da un vincolo temporale. Una fallacia comunissima che i latini chiamavano "post hoc ergo propter hoc" ("dopo di questo quindi a causa di questo"). Se dopo aver pranzato suona il postino, non significa che pranzare attiri i postini. Se quando siamo raffreddati abbiamo sempre un fazzoletto in tasca, non significa che i fazzoletti causino il raffreddore.
  • Affermazione: In base ai dati scientifici è evidente che i vaccini non hanno nessun nesso con l'autismo
  • Commento: Mio nipote è diventato autistico due mesi dopo la vaccinazione, più evidente di così...
Nonostante possa sembrare strano, quella fallacia è molto comune e difficilmente estirpabile, per molte persone la conseguenza temporale è davvero un'evidenza di "causa-effetto", nonostante sia logico ed evidente il contrario, è una fallacia istintiva che tutti possono notare anche nei ragionamenti quotidiani più banali ("il lunedì mi va tutto male").

Il richiamo della foresta.

Chi non è d'accordo con te non è più cattivo di te.
Una fallacia che tende a mettere in soggezione l'interlocutore facendolo apparire insensibile o impietoso, è una variante dell'attacco ad hominem.
  • Affermazione: oggi fortunatamente la cura dei tumori ha raggiunto buoni risultati.
  • Commento: bugia, vallo a dire alla famiglia di mio zio che ancora lo sta piangendo, se ne hai il coraggio.
Con questo falso argomento si vuole "chiudere" la discussione, l'interlocutore vuole mettere chi ha i fronte in una posizione di "soggezione" ed inferiorità: se continuasse a sostenere la sua tesi ("la cura dei tumori ha buoni risultati"), apparirebbe (secondo la fallacia) insensibile ed erroneo, visto che da qualche parte c'è una famiglia che questi "buoni risultati" non li ha visti. Si tratta di una fallacia molto scorretta che usa chi non ha argomenti validi.



Argomento ad hominem.

Non si deve attaccare la persona per smentire il suo argomento.
Molto usata, questa fallacia prevede che per demolire l'argomento dell'interlocutore non si smentiscano le sue affermazioni ma si tenti di indebolire la persona. Esiste anche una variante detta "avvelenamento del pozzo", che tende a "preparare" negativamente chi potrebbe danneggiare i nostri interessi.
  • Affermazione: è chiaro che un frullato non può curare il cancro, è semplice buon senso...
  • Commento: e chi lo dice, tu che hai postato poco fa un libro che parla di oroscopi?
Il fatto che l'interlocutore abbia postato un libro sugli oroscopi non invalida la sua affermazione ma chi gli risponde cerca di ridicolizzare chi ha di fronte così da rendere meno credibili le sue affermazioni.

Variante "avvelenamento del pozzo": 
  • Tanto si sa che chi parla a favore dei vaccini è pagato dalle aziende ed in questo momento è in vacanza alle Maldive.
Chiunque parlerà a favore dei vaccini, a questo, punto, sarà "pagato dalle aziende" ed "in viaggio alle Maldive" (un malvagio corrotto insomma) eppure, anche se questo fosse vero (e non è quasi mai vero) questo non avrebbe smentito le sue affermazioni, si "stronca" sul nascere qualsiasi affermazione provenga da una fonte particolare.

"Demolire" l'interlocutore pone l'altro in una situazione di vantaggio, sia perché l'interlocutore sarà impegnato a difendersi, sia perché chi ascolta potrebbe perdere l'idea che si era fatto su di lui. È una delle fallacie più scorrette perché non smentisce un fatto ma è un colpo molto basso.

Lo spaventapasseri.

Non si deve esagerare o interpretare negativamente l'argomento di una persona pur di attaccarlo facilmente.
Chi contesta scorrettamente un'affermazione, usa delle obiezioni di forte impatto emotivo, estremizzando ed esagerando l'argomento dell'interlocutore per demolirne l'immagine senza però smentire l'argomento.
  • Affermazione: la sperimentazione animale, oggi, non è sostituibile da nessun'altra tecnica, è insostituibile.
  • Commento: come puoi sopportare la vista di quei poveri cuccioli, decapitati per la sete di denaro delle aziende farmaceutiche?
L'affermazione fornisce un'informazione precisa, l'interlocutore scorretto, invece di smentirla, punta sull'emotività di chiunque concentrando l'attenzione sulla tenerezza suscitata dal sacrificio di un animale, estremizzandone anche le modalità e gli scopi. Una sua variante è la "reductio ad hitlerum" (esagerazione che riporta alla figura di Hitler, personaggio che identifica il male):
  • Affermazione: essere vegetariani è un bene per la salute dell'uomo e del pianeta.
  • Commento: anche Hitler era vegetariano.

Se Hitler era vegetariano "evidentemente" essere vegetariani è delle persone malefiche, "quindi" è un comportamento negativo.

Argomento ad populum.

Mangia letame, milioni di mosche non possono sbagliarsi.
Si invoca la popolarità di un tema per renderlo credibile. Fallacia tradizionale, usatissima ma profondamente illogica.
  • Affermazione: parliamoci chiaro, vendere ancora omeopatici nel 2015 è proprio vergognoso.
  • Commento: beh, i 10.000.000 di italiani che la usano non la pensano proprio così, invidia?
Il piano inclinato.

Distrarre dall'argomento principale usandone un altro non attinente è scorretto.
Fallacia molto comune ed istintiva. Presuppone una serie di fatti che hanno andamento isolato e non dipendente per forza dagli altri ma che l'interlocutore lega per raggiungere un finale negativo che però non è inevitabile come si vuole fare apparire.
  • Fosse per me ognuno dovrebbe pagare di tasca sua l'omeopatia.
  • Obbligare le persone a pagare per curarsi sarebbe negare il diritto alla cura.
Come si vede in questo caso, sono stati legati alcuni fatti che non sono per niente (necessariamente) collegati ma che l'interlocutore ha reso "scontati", si risponde con un concetto ovvio che rende (falsamente) errato il primo.
Rendere l'omeopatia "a pagamento" non significa negarla (ma al massimo, visto che non è una medicina scientifica, rendere ognuno responsabile delle proprie scelte), il "diritto alla cura" non è il diritto di ricevere gratis qualsiasi cosa si ritenga curativa (se io ritenessi curativo un bagno in una vasca di monete d'oro al giorno potrei richiedere di farlo a spese dello stato?) ma di ricevere quelle che sono evidentemente e scientificamente delle cure. Con questa fallacia si arriva ad una conclusione sbagliata, aiutandosi con un argomento non attinente. Si fa "scivolare" il lettore verso una conclusione errata.

Argomento "ad ignorantiam".

Il fatto che tu non conosca un argomento, non significa che non esista.
È un classico argomentare di chi non ha cultura scientifica. Si vuole dimostrare qualcosa ed il fatto stesso che non ci siano argomenti per smentirla è considerato prova della sua esistenza.
  • Affermazione: guarda che non è vero che tre mele al giorno sono una terapia per il diabete
  • Commento: hanno fatto esperimenti che smentiscono quello che dici? Fammeli vedere!
L'onere della prova compete a chi afferma, non a chi nega. Questo è un caposaldo del metodo scientifico. Se ognuno di noi (ed ogni scienziato) dovesse passare il tempo a smentire le affermazioni che appaiono giornalmente nel mondo, vivremmo solo per questo. Tre mele al giorno non sono la terapia per il diabete perché non vi è alcun elemento che possa farlo pensare e nessuno lo ha mai dimostrato. Se qualcuno pensa possa essere vero non ha che da lavorare per mostrarne gli effetti alla società, lo provi.

Fallacia di distrazione.

Se parli di mele, non pensare alle pere.
Simile alla fallacia dell'uomo di paglia, distrae dall'argomento principale usando come "scudo" un argomento completamente diverso e che non cambia nulla nei confronti del primo.
  • Affermazione: guarda che il bicarbonato non cura il cancro...
  • Commento: perché, la chemioterapia lo fa?
Come si vede, all'affermazione sul bicarbonato (una popolare falsa cura per il cancro) fa eco il dato sulla chemioterapia. Oltre al fatto che le due cose non sono né legate né paragonabili, ammesso e  non concesso che la chemioterapia fosse del tutto inutile e non curativa, questo non cambierebbe nulla nei confronti del bicarbonato. Fallacia comunissima e che io ho tradotto nel "postulato di WeWee: "quando si deve discutere dell'efficacia di una cura alternativa per il cancro, il discorso si sposta subito sull'efficacia della chemioterapia".
Questa fallacia è molto usata da ciarlatani ed inventori di "cure miracolose": non avendo dati per supportare le loro teorie, passano la maggioranza del loro tempo a "demolire" le terapie che sono usate comunemente, così da evocare paura ed indifferenza ed attirare clienti.
Ma come difendersi da questa (e da altre) fallacia? Restando fermi sull'oggetto della discussione.
Chi propone la finta cura per il cancro tenta ripetutamente di portare l'interlocutore su altri piani che non siano le dimostrazioni di efficacia della "pseudocura" di cui parla (perché di argomenti seri, scientifici, su quella cura non ne esistono), il soggetto è, per esempio, il "metodo Gerson" e la sua presunta efficacia nei tumori ma ad ogni obiezione si risponde con l'inefficacia della chemio o gli interessi delle multinazionali (che con il "metodo Gerson" non c'entrano nulla), l'interlocutore che riconosce la fallacia non demorde e resta fermo sull'argomento principale. Se si cadesse nella trappola, il discorso finirebbe necessariamente lontano dal soggetto iniziale e chi ha fatto l'affermazione non ha dovuto dimostrarne la veridicità.
  • "Il metodo Gerson cura il tumore alla tiroide, ormai è dimostrato"
  • Non è vero, non c'è nessuna evidenza scientifica che questa presunta cura abbia effetti positivi sui tumori
  • "Mostrami gli effetti positivi della chemio allora, è un fallimento!"
  • Il metodo Gerson è una cura non scientifica che non ha effetti dimostrati ed è considerato una truffa.
  • "Anche la chemioterapia è una truffa, un veleno, colpa delle multinazionali!"
  • Se hai prove di efficacia del metodo Gerson mostra uno studio pubblicato in una rivista seria, se non esiste evidentemente si tratta di ciarlataneria.
  • "Le riviste scientifiche sono in mano alle multinazionali, è ovvio che non ne parleranno mai"
  • Quindi fino ad oggi non c'è nessuna prova che questo metodo curi i tumori, grazie.
Naturalmente queste sono solo alcune delle tantissime fallacie che si possono utilizzare in una discussione e chissà quante ne avrete riconosciute durante i vostri discorsi con amici e conoscenti, sono espressioni molto utilizzate che possono dimostrare o la malafede dell'interlocutore (mancanza di argomenti e quindi uso di falsi argomenti) o la sua ingenuità, perché molte fallacie non sono "costruite a tavolino" ma assolutamente umane e spontanee, frutto di un ragionamento semplice ed immediato.
Se vi capita di averne a che fare sapete che chi avete di fronte non sta argomentando bene, sta a voi capire se lo fa in buonafede o perché vuole semplicemente demolire a tutti i costi i vostri argomenti, provate anche a notare quante volte lo fate voi (e succede, spesso). Il rimedio più utile è riconoscerle ed evitarle. Chi usa le fallacie ha lo scopo di portare la discussione su quel piano distraendo (spesso tentandoci ripetutamente) dal soggetto principale, chi le riconosce le può evitare restando fermo su ciò che si stava discutendo.
Si tratta comunque di un campo interessante ed affascinante e, per chi fosse interessato, da approfondire.

Alla prossima.