mercoledì 23 settembre 2009

Chiodo scaccia chiodo

Quanti di noi hanno sentito parlare (o hanno addirittura visto in azione) di persone che curano e guariscono le cefalee (il "mal di testa") con strani riti e magiche procedure?
Si tratta di tradizioni locali, ormai raramente rintracciabili ma ancora presenti in molte zone del mondo e del nostro paese, che vogliono alcune persone (considerate alla stregua dei maghi o delle fattucchiere) capaci di eliminare qualsiasi cefalea mediante procedure che naturalmente non hanno nessuna base scientifica ma anche nessun effetto.
Lo scopo di queste procedure è quasi sempre quello di "far uscire il male" dalla testa. Non è raro che la persona sofferente di cefalea, riferisse un miglioramento dei sintomi alla fine del "rito".

Ho assistito incuriosito ad uno di questi riti, su invito di un mio collega che conosceva una signora famosa nel suo paese per queste sue "capacità", ero davvero curioso, non avevo mai assistito a nulla del genere pur avendone sentito parlare.

Il "paziente" era un ragazzo che soffriva di cefalea da anni, le crisi miglioravano saltuariamente ed avevano un leggero beneficio con le terapie, ma non erano mai definitivamente sparite.
La donna del piccolo paese era conosciuta per la sua capacità di guarire i "mal di testa" con una procedura tutta particolare e che "conosceva solo lei" a dire di tanti, aveva compiuto veri e propri miracoli.
Il ragazzo fu fatto sedere e la donna pose sulla sua testa un piatto bianco di ceramica che riempì di acqua di rubinetto.
Disse al ragazzo di chiudere gli occhi e versò nel piatto con l'acqua alcune gocce di olio (credo normale olio d'oliva). Ruotando il piatto, l'olio, inizialmente diviso in gocce, cominciò a riunirsi in un'unica "macchia".

In quel momento la donna disse che il "male si stava raccogliendo" ed il mal di testa sarebbe sparito.

Appena tutto l'olio fu riunito, la donna prese un bicchiere, raccolse l'olio e lasciò l'acqua pulita, senza tracce oleose.
Pronunciò delle formule magiche (non le ho capite, sinceramente, penso fosse dialetto) e terminò l'esperimento.

Disse ai presenti che in quel bicchiere con l'olio raccolto, si celava "il male" che provocava la cefalea, che quindi si poteva considerare guarita. Uno dei presenti disse che aveva visto chiaramente del fumo alzarsi dal piatto.
Il ragazzo poi disse subito che "in effetti non sentiva più mal di testa", si alzò e la cerimonia ebbe fine. Pagati 50 euro e tutti a casa.
So che esistono diverse varianti di questo rito, qualcuno mi ha raccontato di quel fumo che fuoriesce dalla testa, altri mi hanno detto che l'acqua nel piatto cambia di colore, ma la teoria di base è sempre il tentativo di far uscire "il male" dalla testa del malcapitato paziente.
Una procedura dall'aria preistorica, tribale, probabilmente utilizzatissima da molti dei nostri bisnonni, soprattutto di quelli che abitavano in piccoli centri o in campagna, ne ho sentito parlare come detto, tantissimo. Se qualcuno ha episodi interessanti da raccontare, non sarebbe male raccoglierli.

A proposito di questo, è stato pubblicato un interessante case report su un episodio avvenuto a Singapore e ripreso da alcuni siti. Un guaritore locale, per curare una cefalea cronica, ha inserito un chiodo metallico nel cranio di una ragazza
Il caso è stato pubblicato in una rivista scientifica.
Una donna di 45 anni, sofferente di cefalea cronica, è stata trattata da un guaritore di Singapore ed è arrivata in un ospedale locale in brutte condizioni. Il chiodo metallico era inserito a metà del cranio, in vicinanza della linea mediana ed in conseguenza del gesto ha perso conoscenza senza più riacquistarla. Non ha avuto nausea o crisi epilettiche, le condizioni generali erano buone. I parenti hanno raccontato che dopo 10 anni di cefalea, hanno portato la donna da un guaritore "tantrico" che ha inserito il chiodo nel cranio per "scacciare il male" dalla testa della ragazza. In ospedale sono stati effettuati esami radiologici e TAC che hanno confermato il corpo estraneo che è stato poi rimosso in anestesia locale.

Successivamente e gradualmente, la donna ha ripreso tutte le sue funzioni ed anche i follow up hanno confermato le sue buone condizioni.
Owsei Temkin, uno storico della medicina, ha scritto nel suo libro dedicato alla storia dell'epilessia, che l'inserimento di chiodi nel cranio era un trattamento utilizzato dagli antichi romani per la cura dell'epilessia.

Poco da aggiungere, naturalmente, si tratta di un episodio che, seppur estremo, è semplicemente frutto dell'ignoranza. E per chi crede siano episodi lontani dalla nostra realtà e dalla nostra cultura, sappia che esistono tantissime persone che si affidano a "guaritori" improvvisati che in qualsiasi modo, dicono di poter eliminare una cefalea da qualsiasi persona. Forse in Italia non si arriva ai chiodi nel cranio...ma ci si arrivava qualche secolo fa.
L'inserimento di chiodi nel corpo umano a scopi "curativi" non è comunque una scoperta moderna o particolarmente rara, curiosa sì. Naturalmente si escludono gli incidenti o le "autolesioni" frequenti in malati psichiatrici.
Un prigioniero di guerra morto nel 1887 mostrava un chiodo inserito al posto di uno dei suoi molari. La testa dell'oggetto presentava erosioni che facevano presumere una lunga permanenza dell'oggetto in quella sede.
Il chiodo fu inserito da altre persone sul prigioniero vivo probabilmente per scopi scaramantici, come un amuleto.

Sto cercando di documentarmi in procedure "stregonesche" in auge nei secoli scorsi, ho trovato molte cose interessanti e curiose, alcune inimmaginabili per i nostri tempi, ne riparleremo.

Alla prossima.

giovedì 17 settembre 2009

Domande da porci

Il titolo è ambiguo?
Sì, lasciatemi passare un doppio senso perchè è legato alle decine di voci apocalittiche che si sono scatenate in questi mesi sul vaccino contro l'influenza H1N1, e sulla stessa influenza, detta comunemente "suina". In fondo in questo blog si analizzano le abnormità mediche ed in effetti attorno a questa influenza ci sono molte, troppe voci incontrollate che si rincorrono.

Questa è una sorta di FAQ alle decine di mail, comunicati, appelli catastrofici, nati soprattutto sul web a proposito dell'influenza H1N1 e del vaccino relativo.

Ho letto in un blog di una persona che scriveva di essere disposta a farsi portare in carcere pur di non farsi vaccinare. Questa persona, come tante altre, sta probabilmente vivendo un momento di fobia del virus e del vaccino. Non sarebbe meglio stare calmi e cercare di capire cosa sta succedendo?
Accennerò in breve a qualcuno dei dubbi e degli allarmi scatenati inutilmente soprattutto su internet perchè gli articoli sui vaccini saranno molto più esaurienti e completi.

L'influenza H1N1 è letale: FALSO. Questo tipo di influenza, già diffusa in varie parti del pianeta ed attesa come pandemia anche in Europa, è simile a quelle che abitualmente si diffondono nei mesi invernali nel nostro paese. Non sono stati dimostrati tassi di complicazioni più alti della normale influenza stagionale nè un aumento della mortalità. Mancano alcune sicurezze: nei paesi che hanno visto nascere i primi focolai dell'infezione, moltissimi dati non sono attendibili per via della scarsa organizzazione sanitaria. Molti dei contagiati vivevano in zone rurali e difficilmente raggiungibili, molti casi non sono stati registrati e quindi manca una stima attendibile delle complicazioni della malattia. Questa influenza si trasmette da uomo ad uomo. L'unico vero timore è che il virus possa "mutare", cambiare cioè le sue caratteristiche, sfuggendo così sia all'identificazione precoce, che all'azione dei vaccini. Questo evento non è ancora accaduto nè è detto che accada. In Italia ad esempio, si contano fino ad oggi circa 2300 casi di contagio, assolutamente in linea con quelli abituali da influenza stagionale. L'unico caso italiano di decesso, ha riguardato una persona già affetta da altre patologie ed appartenente a categoria a rischio. Esistono anche casi di complicazioni gravi (ma non letali) in soggetti giovani e non a rischio. Questo è il vero motivo di interesse suscitato da questo virus: queste complicazioni in soggetti non a rischio, sono fortuite o possono rappresentare un pericolo? Fino ad oggi non è emerso nessun dato particolarmente allarmante.

Anche l'influenza annuale comunque può causare decessi e complicazioni gravi e letali, sono casi rarissimi, previsti e conosciuti.

L'influenza "suina" causa sintomi gravissimi: FALSO. Febbre alta, tosse, raffreddore, malessere, brividi di freddo, dolori articolari, mal di pancia. Sono questi i sintomi dell'influenza "suina" o H1N1. Praticamente identici a quelli dell'abituale influenza stagionale.

Non esistono cure per il virus H1N1: VERO. Non esistono cure che guariscono l'infezione di un virus in assoluto, non solo per quanto riguarda questa influenza. Esistono gli antivirali che riescono a diminuire l'aggressività di un virus e quindi possono (non sono sempre efficaci) ridurre le sue complicazioni. Per il resto la terapia è sintomatica, cura cioè i sintomi eventuali della malattia.

Il vaccino contiene il pericolosissimo mercurio: FALSO/?. Il mercurio contenuto nei vaccini non ha mai dimostrato di provocare danni. Parleremo in ogni caso del mercurio negli articoli adatti di prossima pubblicazione. Qui basti sapere che il normale vaccino per l'influenza NON contiene mercurio o suoi derivati in molte delle sue formulazioni. Per quanto riguarda il vaccino per l'influenza H1N1 non sono stati annunciati ancora gli ingredienti completi, quindi una risposta non è possibile allo stato attuale. Aggiornamento (05/10/09): Il vaccino per l'influenza H1N1 conterrà Thimerosal (derivato del mercurio) solo nelle confezioni multidose.

Il vaccino contiene un adiuvante mortale, MS59: FALSO. Il vaccino per l'H1N1 contiene, come tanti altri vaccini, delle sostanze che contribuiscono alla sua azione. Tra queste, vi è l'MS59, il cui nome più comune è squalene. Questo è un olio, poco solubile in acqua, che ha questo nome perchè è estratto per l'uso industriale dall'olio di fegato di squalo ma praticamente tutti gli organismi viventi lo producono, uomo incluso. L'azione dello squalene nel vaccino è quella di trattenere i principi attivi nel sito di iniezione permettendo così al corpo di avere il tempo di preparare la reazione immunitaria, prima che il vaccino venga distrutto dalle difese stesse. E' quindi un adiuvante importantissimo e fondamentale per il funzionamento della vaccinazione. Aumenta l'attivazione di cellule ad azione immunitaria. Non sono mai stati segnalati casi di tossicità o pericolosità di questa molecola. La dose di squalene somministrata, oltretutto, è davvero esigua.

La vaccinazione è obbligatoria per tutti: FALSO. Allo stato attuale, la vaccinazione non è obbligatoria per nessuno. Saranno messe a disposizione le prime dosi pronte di vaccino, per le categorie a rischio o essenziali per la comunità (forze dell'ordine, sanitari, ecc...). Non c'è nessun obbligo nemmeno per loro, si tratta solo di una misura precauzionale: se l'ondata influenzale dovesse essere particolarmente aggressiva, assicurare i servizi essenziali sarà necessario.
Ho letto di campi di concentramento per chi rifiutasse la vaccinazione, fosse comuni, camice di forza, in questi giorni su internet si legge di tutto. Più che dall'influenza, bisognerebbe guardarsi dall'ignoranza e dalla follia collettiva. Nel sito del ministero della salute, è scritto a chiare lettere: "La vaccinazione è raccomandata a:" e seguono le categorie per le quali è consigliata una vaccinazione.

Le autorità stanno allarmando la popolazione: FALSO. Portatemi un caso di comunicato ufficiale allarmante. Gli unici allarmi sono stati divulgati da siti internet, blog e "passaparola" incontrollati. Le autorità sono state chiare: la pandemia è in corso, l'influenza non è particolarmente aggressiva per le persone in buona salute e non a rischio e presto sarà disponibile la vaccinazione per le categorie più esposte e per chi volesse effettuarla. Le dichiarazioni delle autorità non hanno mai allarmato, ma anzi tranquillizzato, la popolazione. Parlare quindi di allarme da parte delle istituzioni o "complotto" per obbligare tutti al vaccino, è falso.

"Una malattia meno potente di quelle stagionali per la quale ad oggi ogni allarmismo è ingiustificato". M. Sacconi (Ministro del welfare)

"si deve sottolineare che per come si sta evolvendo non c' è nessun rischio particolare". F. Fazio (Ministro della salute)

"Sarebbe quindi più blando di quello che provoca l' influenza stagionale, responsabile nel nostro Paese di circa ottomila morti all' anno senza finire in prima pagina. H1N1 non è aggressivo". G. Rezza (infettivologo Ist. sup. Sanità).

questa malattia va affrontata con tranquillità. G. Milillo (segretario nazionale FIMMG, la federazione dei medici di famiglia)

E' pericoloso mangiare carne suina o avere contatti con gli animali: FALSO. L'influenza H1N1, non si trasmette da animale a uomo ma da uomo ad uomo. Contagi da animale a uomo, sono conosciuti da decenni (sono noti alcuni casi di contagio maiale/uomo) ma sono rimasti isolati. Nel tempo il virus ha mutato le sue caratteristiche ed ora quello di cui parliamo è un virus "umano" contagiabili da persona a persona.
Sono sufficienti quindi le normali precauzioni utili in tutti i casi simili. Il pericolo, solo teorico, è che il virus suino muti (cambi la sua struttura e quindi le sue caratteristiche di contagio). Evento che finora non è successo e non è possibile prevedere.
Oltretutto il virus non resisterebbe a temperature di cottura e congelamento o a lunghi periodi in ambiente esterno o alla stagionatura dei salumi, quindi il pericolo (solo teorico) risiederebbe in contatti ravvicinati con suini.

Effetto collaterale di questa fobia del contagio animale/uomo è stato l'abbattimento di milioni di animali senza motivo.

Situazione attuale

I dati aggiornati al 14 settembre 2009 riportano che:

Nel mondo il numero dei casi fatali è stato 3.503;

maggiormente colpiti sono stati il Brasile con 657 casi fatali, gli USA con 593, l’Argentina con 512, il Messico con 211 e l’India con 176 casi fatali;
In Europa il numero dei casi confermati è pari a 50.778 di cui 136 sono morti;
In Italia il numero dei casi confermati è pari a 2.186 di cui 1 è morto.

Aggiornamento del 18/10/09 per l'Italia:
Più di 15.000 casi totali (H1N1+stagionale); 2948 casi confermati (per i quali cioè i test hanno confermato contagio da virus H1N1), 4 decessi.

Qui la situazione aggiornata dal nostro ministero della salute.

Categorie ritenute a rischio

Sono considerate a rischio, le persone affette da:


-malattie croniche a carico dell’apparato respiratorio, inclusa asma, displasia broncopolmonare, fibrosi cistica e BPCO;

-malattie dell’apparato cardiocircolatorio, comprese le cardiopatie congenite ed acquisite;

-diabete mellito e altre malattie metaboliche;

-malattie renali con insufficienza renale;

-malattie degli organi ematopoietici ed emoglobinopatie;

-neoplasie;

-gravi epatopatie e cirrosi epatiche;

-malattie congenite ed acquisite che comportino carente produzione di anticorpi;

-immunosoppressione indotta da farmaci o da HIV;

-malattie infiammatorie croniche e sindromi da malassorbimento intestinale;

-patologie associate ad un aumentato rischio di aspirazione delle secrezioni respiratorie, ad esempio malattie neuromuscolari;

-obesità con Indice di Massa Corporea (BMI) > 30 e gravi patologie concomitanti;

-condizione di familiare o di contatto stretto di soggetti ad alto rischio che, per controindicazioni temporanee o permanenti, non possono essere vaccinati.


Sono naturalmente ad alto rischio di contagio, tutte le persone che svolgono un'attività strettamente a contatto con altre persone.

Come ridurre il rischio di contagio

Esattamente come si fa per la normale influenza stagionale.
Consigli?

*evitare se possibile i luoghi affollati.
*lavare regolarmente e frequentemente le mani con acqua e sapone; in alternativa possono essere usate soluzioni detergenti a base di alcol o salviettine disinfettanti.
*evitare abituandosi a farlo, di portare le mani non pulite a contatto con occhi, naso e bocca.
*aerare regolarmente le stanze in cui si soggiorna.

*coprire la bocca e il naso con un fazzoletto di carta quando si tossisce e starnutisce e gettare il fazzoletto usato nella spazzatura, mai per strada.
*in caso di febbre superiore a 38°C, tosse, mal di gola, malessere, consultare telefonicamente il medico.

Per concludere quindi:

L'influenza A da virus H1N1, detta volgarmente "suina", non ha finora mostrato particolare aggressività e non ha causato una mortalità superiore a quella abituale delle influenze stagionali. Non ci sono motivi di allarme nè particolari precauzioni da prendere (se non quelle conosciute) per evitare il contagio.
La relativa vaccinazione NON E' obbligatoria per nessuno ma consigliata per chi appartiene a categorie a rischio, esattamente come qualsiasi vaccinazione antiinfluenzale.
Un eventuale contagio da influenza H1N1 ci procurerà febbre, raffreddore e qualche giorno a letto.
Fondamentalmente è tutto limitato a questo.

Qui le FAQ del nostro ministero della salute.
Qui la pagina del ministero della salute dedicata all'"emergenza influenza" con disponibilità di dati, contatti ed informazioni.

Altri dubbi potranno essere chiariti nei commenti al post.
Ci tengo a sottolineare comunque, che sarebbero accuratamente da evitare le discussioni sui vaccini e sulle loro caratteristiche in generale perchè di questo argomento si discuterà prossimamente. Questo post è dedicato a chi mi ha chiesto chiarimenti sulla prossima influenza.
Grazie.
:)

Aggiornamento 06/10/09: Per chi desiderasse più informazioni, sono disponibili tutti i dati relativi al vaccino H1N1 (è il report originale dell'emea), è un .pdf in inglese di oltre 50 pagine. Si tratta dei dati ufficiali di sperimentazione, tossicità, sicurezza, efficacia. Dei test su adulti e bambini, della sicurezza degli adiuvanti (come lo squalene) ed altro.
Qui invece, la scheda tecnica del FOCETRIA il vaccino per l'influenza pandemica (unica differenza con quello che sarà in distribuzione è il ceppo virale ma per il resto si tratta dello stesso vaccino già disponibile per il virus H5N1).

martedì 15 settembre 2009

Hulda Clark Died

Il 3 settembre scorso è morta Hulda Clark, la guaritrice di cui avevamo parlato in questo blog qualche mese fa.

La Clark era conosciuta per l'invenzione di un apparecchio che secondo lei curava tutte le malattie esistenti, lo Zapper ed aveva pubblicato diversi libri: "La cura per tutte le malattie", "La cura per tutti i cancri", "La cura per l'AIDS", "La cura per tutti i cancri avanzati".
Per lei il cancro era causato da parassiti che infestano l'organismo, la diagnosi era possibile con uno strumento da lei inventato e la terapia era praticabile con un altro strumento, lo Zapper appunto, ancora inventato da lei...

La Clark, come la maggioranza dei guaritori, praticava le sue teorie in una clinica, naturalmente a pagamento, sita in Messico. Non si hanno documentazioni certe di efficacia delle sue cure e non si conoscono persone guarite dalle pratiche della Clark. Nonostante questo, lei continuava ad esercitare. La donna è stata condannata ed incarcerata negli Stati Uniti diverse volte, decise quindi di trasferirsi in Messico.

La sua attività è proseguita dal suo gruppo, nella clinica messicana.
Il sito che la ricorda è qui.
Qui invece un sito che la critica e ne racconta (in inglese) la storia.

domenica 13 settembre 2009

Omeopatia: funziona o no? (IV parte)

Quando si dibatte con un omeopata sull'efficacia dell'omeopatia, questi insiste sull'individualità, sugli effetti che possiede ogni rimedio, in maniera diversa, su una o sull'altra persona, sulla possibilità che un rimedio non funzioni e sull'impossibilità di prevedere il tipo ed il grado di efficacia di un rimedio. In parole povere, un rimedio omeopatico non ha sempre lo stesso effetto, a volte non ne ha, questo effetto è differente da una persona all'altra e non è possibile garantire l'efficacia ed il grado di efficacia ad un "paziente" omeopatico. Sembra inoltre che un rimedio omeopatico esplichi le sue proprietà anche a distanza di anni dalla sua sospensione, incontrollabile quindi. Queste sono parole di omeopati, nonostante la loro implausibilità.
Sembra una lotteria: un farmaco dovrebbe avere degli effetti conosciuti (come degli effetti collaterali conosciuti) di durata conosciuta e dovrebbe funzionare sempre o quasi sempre, allo stesso modo. Oltretutto la loro sospensione dovrebbe interrompere gli eventuali effetti.

Uno dei "cavalli di battaglia" di chi sostiene l'omeopatia, è che non sarebbe vero che la pratica si limiterebbe ad un semplice effetto placebo, perchè l'omeopatia si sarebbe dimostrata efficace con gli animali ed i neonati, non suggestionabili dal placebo.
Già sarebbe da discutere sul fatto che i neonati o gli animali non siano suggestionabili, ma sono piccolezze, la cosa più interessante è che non esistono studi che dimostrino l'efficacia di un rimedio omeopatico sugli animali o sui neonati. Anzi, se tutti gli studi a favore di questa ipotesi provengono sempre e solo da riviste di settore (e quindi non autorevoli perchè svolti con metodi non controllati, non attendibili e poco corretti), gli studi effettuati con tutte le regole della ricerca seria, hanno dimostrato proprio il contrario.
L'omeopatia non ha dimostrato nessun effetto superiore al placebo nemmeno sugli animali nè sui neonati.

Un esempio? Sono stati somministrati preparati omeopatici ad agnelli affetti da parassiti intestinali. Non si è avuto nessun effetto benefico nè sulla malattia, nè sulla produttività degli animali. Stessa cosa su una enterite in una mandria di vitelli, nessun effetto. Stessa cosa sulle mastiti delle mucche da latte, nessun rimedio alternativo (nemmeno l'omeopatia) ha avuto effetto. Ma è così in tutti gli studi "non di parte".
Se si effettua insomma uno studio serio, con tutti gli elementi corretti per ottenere un giudizio finale giusto e credibile, come l'uso di doppio cieco, la diminuzione insomma di tutti quei fattori che possono influenzare le conclusioni dello studio, l'omeopatia effetti non ne ha nemmeno sugli animali. E nemmeno sui bambini. Su di loro in particolare, è curioso il fatto che chi somministra generalmente i rimedi omeopatici (parenti, genitori) riferisce un miglioramento delle condizioni, gli studi o i controlli dei casi presentati, questo miglioramento non lo trovano o lo trovano simile a quello fornito dal placebo.
Gli studi naturalmente riguardano anche l'uomo adulto, qualche esempio (a caso, rappresentativo, tra tantissimi) tra gli studi controllati pubblicati in riviste "non di parte":

Nessun effetto superiore al placebo sul dolore post operatorio ortopedico.
Nessun effetto sugli effetti collaterali dei farmaci antineoplastici.
Nessun effetto sull'artrite reumatoide.
Nessun effetto su malattie neoplastiche (rewiew).
Nessun effetto su asma cronico.

...e così via.
Quelli mostrati, sono studi controllati, nei quali il bias di un errore è stato ridotto più possibile. Al contrario, esistono centinaia (migliaia in verità) di studi, pubblicati praticamente nella loro totalità, in riviste di medicina alternativa o omeopatia, che dimostrano qualche effetto di questa pratica. Senza ridurre le possibilità di errore, la statistica può arrivare alle conclusioni che desideriamo, non a quelle reali. Ad esempio, può risultare plausibile che l'omeopatia abbia effetti sul cancro, riducendone la progressione o la velocità di proliferazione cellulare. Ebbene, in questo senso l'omeopatia si trova al livello di certi guaritori.
Questi effetti eccezionali, ma anche quelli di minore importanza, chissà perchè, non si ottengono in studi controllati.
Ad agosto 2005 su Lancet, esce un articolo che per molti segna la "fine scientifica" dell'omeopatia, realizzato dall'univertà di Berna.

Lo studio paragona 110 studi di confronto omeopatia-placebo con 110 studi di confronto di farmaci tradizionali con placebo. Hanno progressivamente ristretto la scelta, eliminando quegli studi che presentavano troppi fattori di errore e condizionamento (sia per i preparati omeopatici che per quelli "allopatici") ed è emerso che mentre elimando gli studi con più alta possibilità di errore, l'omeopatia assomigliava sempre più al placebo, i farmaci standard mantenevano i loro effetti.
In parole povere, escludendo tutti gli studi inadeguati dal punto di vista metodologico, l'omeopatia ha gli stessi effetti del placebo, la medicina standard no, funziona.
La fine dell'omeopatia, quindi.
Le industrie omeopatiche, naturalmente, hanno protestato ed hanno accusato gli autori della ricerca di aver utilizzato un metodo che è già, per sua natura, sbagliato: selezionare gli studi che giungono alla conclusione desiderata. L'articolo conclude che i medici omeopati dovrebbero chiarire ai loro pazienti la realtà. Spiegare che quelle sostanze non hanno nessun effetto, sarebbe onesto e corretto. Apriti cielo, naturalmente...

L'accusa che si muove agli studi realizzati dagli omeopatici alla fine, è quindi che sono scarsamente scevri da errori e che quando si esaminano i particolari dello studio, si evidenziano troppi fattori che lo condizionano.
Visti i numeri dell'omeopatia nel mondo, perchè nessuno, anche sovvenzionato dall'industria omeopatica, si è preso la briga di realizzare uno studio irreprensibile sugli effetti di questa pratica?
Distrazione o solo, semplicemente, la certezza di veder crollare l'intero apparato?

Nell'ottica dell'effetto placebo poi, appare plausibile che i disturbi che sembrano (soggettivamente) avere più sollievo mediante uso di preparati omeopatici, siano proprio quelli di tipo "psicosomatico", come l'ansia, lo stress, il dolore, la cefalea, le coliti...insomma, quei malanni che spesso derivano da un nostro stato emotivo alterato, migliorano quando qualcosa "tranquillizza" questo stato. Il granulo omeopatico.
Che il placebo possa agire a livello fisico, pur non contenendo nessun principio attivo, è noto. Si ipotizza un'azione diretta sui centri del dolore, probabilmente esiste anche una produzione di sostanze (le endorfine) che sono evocate da stimoli neurosensoriali. Esiste anche uno studio molto recente che dimostra l'azione "attiva" del placebo sulle aree del dolore. Qui un articolo che ne riassume le conclusioni.
Il comitato australiano per la salute ha revisionato 57 review (studi che raccolgono le evidenze su un argomento che emergono da altri studi) ed ha concluso che l'omeopatia non è efficace su nessuna (61, quelle analizzate) malattia.
Il NHS (sistema sanitario nazionale inglese) ha revisionato i migliori studi sul tema concludendo che l'omeopatia non è efficace in nessuna malattia.

La legge italiana permette l'esercizio dell'omeopatia solo ai medici chirurghi regolarmente laureati ed abilitati. Questa è un'altra incongruenza. Un mio vecchio professore di università durante una discussione rispose proprio a questa domanda, come mai, una pratica non scientifica e che non dimostra avere nessun risultato particolare, è prescritta da medici, che dovrebbero ragionare scientificamente e che dovrebbero conoscere i meccanismi dell'organismo umano?
Lui rispose: "non tutti i meccanici riparano Ferrari", intendeva dire che probabilmente il medico omeopata ha semplicemente trovato uno spazio semplice di mercato: curare con niente, le malattie meno importanti, facendosi pagare bene. Minimo rischio con il massimo risultato insomma.
E mi fece riflettere...tanto...

Per la scienza e per l'evidenza quindi, i rimedi omeopatici non sono altro che acqua. Pensare ai prezzi di un flacone omeopatico fa girare la testa, un litro di acqua omeopatica costa più di un litro di champagne di qualità pregiatissima.
Qualcuno obietta: non tutto ciò che non è spiegabile può essere negato dalla scienza. Ma allora come si fa a distinguere un flacone omeopatico da un flacone d'acqua? Non è possibile.

Le sfide

Ma se qualcuno pensa di poterlo fare, potrebbe guadagnare intanto un bel po' di soldini e poi pensare se vuole, anche al prestigio scientifico.
Se vi accontentate di poco, potreste guadagnare 100 dollari con un piccolo test: sei rimedi omeopatici scelti da un "serio" omeopata. Un "arbitro" rimuove le etichette e contrassegna i flaconi con delle lettere, A, B, C...chi si sottopone all'esperimento, annota i disturbi che accusa con l'assunzione di ogni rimedio (perché, ricordo, che una sostanza in diluizione omeopatica dovrebbe provocare i sintomi che intende curare).
Alla fine dell'esperimento, si osserva la corrispondenza tra rimedio omeopatico e disturbi accusati.
Se corrispondono il premio è vostro.
Da notare che questa piccola "sperimentazione" casalinga, senza pretese, verrebbe a costare 100 dollari, non i miliardi immaginati da chi ritiene impossibile sperimentare senza l'aiuto dei compensi delle lobby dei farmaci.
Ah, in due anni, nessuno si è sottoposto all'esperimento.

Forse perché la somma non è molto invitante, potrebbe suggerire qualcuno...e allora potrebbe fare gola un premio da 1.000.000 di dollari.
Nessuno in tutti questi anni, ha riscosso il premio da 1.000.000 di dollari offerto dalla Fondazione James Randi (creata da colui che ha scoperto la truffa Benveniste) per chi, sotto controllo, avesse dimostrato capacità o poteri supernaturali o paranormali ed anche per chi avesse dimostrato che l'omeopatia avesse un effetto superiore al placebo.
Il premio è ancora lì, al suo posto.
Dice James Randi, uno dei più grandi investigatori scientifici del pianeta:
"Homeopathy DOES NOT WORK. It's quackery, pure and simple. It's a farce, a fake, and flummery. Prove it works, and win the million dollars".
trad.: (L'omeopatia NON FUNZIONA. E' una truffa, pura e semplice. E' una farsa, un falso, senza senso. Prova che funzioni e vinci il milione di dollari.).
Ma qualcun altro, molto più vicino a casa nostra, ha fatto dei piccoli esperimenti che tutti possiamo ripetere (ricordate una delle condizioni delle osservazioni scientifiche? La ripetibilità): Gianni Comoretto, nel suo blog ha fatto quello che in teoria fanno i "selezionatori" di rimedi omeopatici.
Se assumi una sostanza diluita omeopaticamente, dovresti, per le teorie di Hanneman, accusare dei sintomi (che dipendono dalla sostanza ingerita): sono quelli i sintomi che il prodotto omeopatico curerebbe.
Comoretto ha provato su se stesso queste sostanze...ed il risultato è stato...prevedibile. Nulla.
Leggiamo la sua interessante (e simpatica, perchè no...) prova qui e nella seconda parte, qui.
Cosa si può concludere allora?

Per la scienza l'omeopatia non ha motivo di esistere. Per le ricerche e gli studi, non sono mai stati dimostrati effetti superiori al placebo. Nessuno ha mai saputo dimostrare l'efficacia dell'omeopatia.

Eppure qualcuno la usa (più di "qualcuno" a dire il vero). La maggioranza degli utilizzatori dell'omeopatia crea un ragionamento illogico e senza significato "la uso solo per i piccoli malanni", "tanto male non mi fa", "per le cose serie uso le medicine vere", qui bisognerebbe capire quindi perchè utilizzare qualcosa che è utile per le malattie non serie...che poi sono quelle che passano da sole e soprattutto bisognerebbe capire perchè utilizzare qualcosa SOLO perchè "non è una medicina vera". Se abbiamo bisogno di un mezzo per rafforzare la nostra capacità di autoguarigione, basterebbe non utilizzare nulla e crederci.
Recentemente anche l'OMS si è pronunciata sulla pericolosità dell'omeopatia, che sempre più si sta diffondendo in zone povere o depresse con la pretesa di curare malattie endemiche in quelle zone, come le dissenterie o la tubercolosi, ma anche l'AIDS.

C'è però una piccola minoranza "estremista", quelli che sono assolutamente convinti delle capacità dell'omeopatia e che la usano per tutte le patologie per le quali soffrono.
Se sei una persona adulta, ti prendi le tue responsabilità, meglio per te se funziona, peggio per te se hai avuto la possibilità di informarti e non lo hai fatto o non ne hai tenuto conto, ma se usi l'acqua omeopatica per "curare" un figlio, bambino, neonato per esempio, sei un irresponsabile.


“Thomas continua a sostenere che il trattamento per l’eczema omeopatico ha la stessa validità di quello convenzionale.

Ha detto alla polizia: la medicina tradizionale avrebbe prolungato la sua (di Gloria) vita, ma sarebbe stata più misera. Non la avrebbe curata, e questo è quello che credo fermamente”.
Thomas Sam era il papà di Gloria, una bambina di 9 mesi, affetta da eczema, una patologia comunissima nei bambini molto piccoli, banale, facilmente curabile.
Non ha curato nulla, l'ha trattata con rimedi omeopatici, trasformando l'eczema in ferite e le ferite in estese lesioni infette.
La bambina è andata in setticemia. Nonostante questo i suoi genitori hanno proseguito le cure omeopatiche e la bambina è morta. Un tribunale australiano ha condannato Thomas e sua moglie per OMICIDIO COLPOSO.

Inaudito.
È questo il vero pericolo dell'omeopatia.

Non ho mai sostenuto (e non ho mai invitato un paziente a sospendere i suoi trattamenti omeopatici in casi "banali") che l'omeopatia debba essere messa al bando, sono dell'opinione che se una persona ritiene di ricevere dei benefici da qualsiasi sostanza consapevole di quello che è, la sostanza, è libera di utilizzarla e fa pure bene, ma il "ritorno alla realtà" deve essere deciso e definitivo, quando c'è da curare una malattia nel vero senso del termine.
Chi vuole utilizzare l'acqua per curarsi lo faccia pure, ma cosciente di quello che sta facendo e soprattutto senza imporre le proprie convinzioni, totalmente personali in questo caso, agli altri.

Con questo articolo si esaurisce per il momento la serie dedicata all'omeopatia. Spero di aver risolto qualche dubbio, chiarita qualche nozione e stimolato la discussione. La serie dedicata all'omeopatia si è divisa in quattro parti:

1) Omeopatia: Introduzione
2) Omeopatia: la conosciamo?
3) Omeopatia: l'incredibile caso del dottor Benveniste
4) Omeopatia: funziona o no?

Resto a disposizione di qualsiasi omeopata (titolato, in Italia l'omeopatia è prescrivibile solo da medici) che abbia voglia di scrivere un articolo dal "suo lato della barricata". Sarebbe però gradito un articolo argomentato, anche "schierato" ma chiaro. Le spiegazioni metafisiche del tipo: "l'omeopatia funziona perché condiziona i flussi energetici del nostro organismo", non mi convincono.
:)

Alla prossima.

lunedì 7 settembre 2009

Ipercrisìa

Aggiornato dopo la pubblicazione iniziale (sistemazione link, aggiunta di link scomparsi)
 
Piccolo articoletto al volo, per esigenze "tecniche" (ho una marea di articoli pronti e comincio ad avere troppi "arretrati").
Cosa vuol dire ipocrita?
ipòcrita agg., s.m. e f. AU doppio, falso AU ambiguo CO insincero, untuoso, viscido; CO cortigiano, farisaico, gesuitico spreg. BU tartufesco.

I guaritori sono solo degli ingenui? Degli imbroglioni consapevoli? Sono in buonafede o mentono sapendo di mentire?
Ho sempre diffidato dall'opinione di qualcuno che i guaritori, in fondo, credono talmente tanto alle loro idee che magari sono in buonafede. Io vorrei proprio vedere un Simoncini che cura un suo famigliare dal cancro con il bicarbonato o una Clark che cura un suo amico con lo Zapper.
Ricordo che un giorno si presentò nel mio studio medico, un volto che avevo già visto da qualche parte, anche la sua voce non mi era nuova e scandagliavo il mio cervello alla ricerca del collegamento tra me e lui. Dopo qualche scambio di parole, mi ricordai: non lo conoscevo "direttamente", l'avevo visto in TV. Era un "indovino". Uno di quelli che predicono il futuro con le carte in televisione e rispondono alle telefonate in diretta. L'avevo visto di sfuggita un bel po' di volte, anche in quel caso la mia curiosità è difficile da frenare: studio le loro parole, le loro risposte, gli sguardi, i tempi, le pause, per me sono momenti di psicologia spicciola irripetibili.
Era quello che viene definito volgarmente un "mago".

Stavo facendo l'ecografia alla moglie in gravidanza, quando mi chiese: "Dottore, ma...è maschio o femmina?". Gli risposi: "Beh, dovrebbe dirmelo lei, che di sicuro lo sa già, non è un indovino?". Non apprezzò la mia battuta ed il resto delle visita si svolse in un silenzio irreale.

In pratica la sua attività che tanto pubblicizzava e dichiarava infallibile per gli altri, non la applicava per le sue cose. Come quando ci si chiede: "ma se esistono quelli che dicono di poter sapere in anticipo i numeri vincenti delle lotterie, perchè non li giocano loro questi numeri e diventano miliardari (e così ce li toglieremmo definitivamente dai...canali)?"
E questo, succede con i guaritori?
Un guaritore, che afferma con assolutezza di aver scoperto le cure per le malattie più gravi, quando si ammala, che medicine usa? Dovrebbe utilizzare le sue...se davvero ci crede.

Luella May, compagna di Tony Isaacs, un personaggio noto nel "web alternativo" soprattutto negli Stati Uniti e nel Messico, che gestisce diversi siti di vendita di prodotti miracolosi, erbe, argento colloidale, cure per tutte le malattie (cancro compreso), ha fatto una cosa strana: sofferente di asma bronchiale, si è ricoverata per una settimana in ospedale. Non in un ospedale alternativo, intendiamoci, in un ospedale più che normale.
Dimessa in buone condizioni, ha naturalmente dichiarato che il suo stato di salute è migliorato grazie all'autosomministrazione di argento colloidale, sciroppi naturali vari ed intrugli autopreparati. La domanda sorge spontanea: ma se tutti questi prodotti miracolosi, hanno avuto questo effetto, altrettanto miracoloso, perchè la signora si è ricoverata in ospedale?

Ripetuti invece gli episodi criminosi soprattutto a sfondo sessuale di ipnoterapisti e pranoterapeuti. Queste categorie di alternativi, attirano per definizione, pazienti deboli caratterialmente e psicologicamente e passare dalla semplice imposizione delle mani ad imposizioni molto più subdole è, in una persona con cattive intenzioni, possibilissimo. In Inghilterra hanno fatto scandalo gli arresti di un paio di ipnoterapisti, uno di 75 anni che aveva abusato di una bambina di 11 (definendo il suo abuso come "parte del trattamento") ed uno che si rese responsabile di svariati abusi su donne di varia età.
Il dubbio è che le loro "pratiche" alternative erano in realtà il pretesto per svolgere ben altre pratiche...
Stessa sorte, la galera, per un ex medico radiato dall'ordine austriaco, che pubblicizzava cure sul cancro via internet (umh...), Hellfried Sartori, che con le sue iniezioni di ozonoterapia (un'altra delle infinite cure "sicure" per il cancro), causò la morte di diverse persone, durante la sua prigionia, scrisse delle memorie affidate al suo avvocato, nelle quali raccontava dei suoi ricoveri, degli interventi per un melanoma cutaneo, guarito dalla sua, odiatissima, medicina standard.

Stesso caso di quel seguace italiano, delle cure di Hamer che, medico, prescriveva e consigliava ai malati di tumore le deliranti cure del medico psicopatico tedesco. Quando però fu il turno di sua madre, che si ammalò di cancro, il medico Hameriano le fece seguire tutti i protocolli ufficiali, per filo e per segno, della medicina ufficiale, radioterapia compresa.
Insomma, improvvisamente, quando si tratta di loro, i guaritori non esitano a servirsi della medicina che tanto attaccano e calunniano e soprattutto non utilizzano i loro metodi di pseudocura che invece, per gli altri, sarebbero infallibili.
Che stranezza...

Ma questi comportamenti eroici ed onesti li ritroviamo pure a casa nostra, nel famigerato gruppo di sostegno a Simoncini. Vi ricordate di Massimo Mazzucco? Il webmaster del sito "luogocomune"? Quello che appena svelato il trucco della finta guarigione con il bicarbonato mi mandò via dal sito perchè "non permetteva a nessuno di diffamare gli altri?". Che recita sempre la parte del povero consumatore disinteressato, assetato di nuove cure per il cancro? Che ha messo in vendita un DVD sulle cure alternative per il cancro? Che aiuta e pubblicizza Simoncini perchè...lui, disinteressatamente, ricerca la verità? Che attacca ed insulta chiunque si permetta di criticare Simoncini? Gli devo un ringraziamento: senza l'espulsione dal suo sito, MedBunker non sarebbe esistito mai. E visto che questo blog è diventato una bella avventura, sono contento. Ancora più contento perchè fonti molto...molto attendibili, mi hanno confermato che Tullio Simoncini in Italia ha serie difficoltà a trovare nuovi ingenui disposti ad abboccare alla sua esca. Li cerca all'estero comunque, negli Stati Uniti in maniera particolare dove ha anche degli accordi con organizzatori (per esempio con il proprietario di una TV statunitense specializzata in cure alternative) del luogo. Ma questi clienti americani, chi glieli procura?
E' stato creato, il 31 agosto 2008, un sito: tulliosimoncini.com. Nulla di strano, direte voi, esistono decine di siti che parlano di Simoncini.
No, è strano sì. Il proprietario del sito è proprio Massimo Mazzucco, il disinteressato:

(informazione tratta da WHOIS, in questo momento il dominio è scaduto da pochi giorni).

Tullio Simoncini ha scritto un libro (che poi è la copia del suo sito) che è stato tradotto in inglese per il mercato americano (USA e Canada).
E sapete chi vende la versione inglese del libro di Tullio Simoncini?
Ma sì! Ancora lui, Massimo Mazzucco!

E chi realizza i video "testimonianza" dei presunti casi di guarigione di Simoncini? Tanti di questi video sono realizzati proprio da Massimo Mazzucco, quello che per esempio Simoncini presenta nelle riunioni alternative.
E...sapete qual'è la mail di contatto di Simoncini per il mercato statunitense?

maxmazzucco@aol.com

Lo trovate in questa pagina. E' proprio la mail di Massimo Mazzucco (pagina scomparsa, raggiungibile qui).

Cioè, una persona malata di cancro che volesse in America contattare Simoncini (ma non si dovrebbe contattare un medico?), scrive a Massimo Mazzucco ...grandioso!


Lo ripeto se non fosse ancora chiaro: il recapito "americano" di Tullio Simoncini è l'email di Massimo Mazzucco!!

Tombola!!
Ma non posso risparmiarvi la parte più simpatica del sito di Simoncini, ne vale la pena:
La pagina più interessante, è quella relativa al fatto che Simoncini venga accusato di manipolare le sue prove (ma davvero? E chi lo ha mai accusato?). Da notare che Massimo Mazzucco non permette di insinuare che l'ex medico falsifichi le prove (mi ha espulso per averlo sostenuto...).
Per Mazzucco, basta usare i termini giusti: le manipolazioni diventano "distorsioni"...che eleganza...
Volete sapere qual'è la risposta all'accusa di presentare prove false? Copio, perchè le parole sono splendide (neretto mio):

la spiegazione di certe “distorsioni” è molto più semplice ed umana di quanto insinuato: può capitare a chiunque di commettere errori, di imprecisione come di esagerazione, specialmente quando la convinzione di essere nel giusto ti porta a vedere “prove incontrovertibili” dove magari ci sono solo dei buoni elementi di supporto.

Compris? Qui sono ammessi degli "errori", li chiama "distorsioni", chiamarli manipolazioni non sta bene...e perchè Simoncini commette delle..."distorsioni"? Ma semplice! Le commette perchè l'eccessivo entusiasmo, fa sembrare tutto bello, fa esagerare, trasforma dei "buoni elementi di supporto" in "prove incontrovertibili".
Hai detto niente, per uno che dice di aver scoperto la cura per il cancro. Non ci credete eh? Beh, è tutto scritto (pagina scomparsa, resta la versione inglese, qui).
Quindi, piuttosto che di "prove false" dovremmo parlare di "distorsioni da imprecisione". Non è come parlare con un bimbo colto a rubare la marmellata?

Ok, ma perchè Simoncini presenterebbe queste "distorsioni"? Lui sa che si tratta di falsità? Risposta? Non ci crederete:

di colpo il tuo entusiasmo di porta a magnificare un aspetto della documenzione che in realtà non ha nessuna valenza, solo perchè conferma quello di cui sei già convinto.

Incredibile vero? Sei talmente entusiasta che trasformi (anzi, magnifichi!) qualcosa che non significa nulla in prova della cura del cancro, perchè ne sei convinto.
Ma questo è masochismo puro...! Sta affermando che Simoncini ha trasformato dei documenti che non significavano nulla in prova e lo fa in maniera così "cool" che quasi quasi ci credi pure.

Ho perso il filo, da cosa ho iniziato?
Ah! Dal significato di un termine:
Ipocrita
: doppio, falso, ambiguo, insincero, untuoso, viscido, cortigiano, farisaico...
;)


Aggiornamento del 11/09/09:
Mi hanno fatto notare che nel sito di Simoncini gestito da Mazzucco, ci sono altre affermazioni false e che tentano di spiegare senza riuscirci, le contraddizioni legate alla storia del guaritore del bicarbonato.

Quando qualcuno si chiede perchè, l'industria farmaceutica non dovrebbe essere interessata a sviluppare una "geniale scoperta" come quella del bicarbonato che cura il cancro, si sentono sempre le stesse risposte, che poi sono quelle riportate nel sito:

Il bicarbonato di sodio infatti non è un composto chimico (di laboratorio), ma un prodotto naturale e come tale non può essere brevettato da nessuno.

Ma non è vero: il bicarbonato di sodio, NON E' un composto naturale, nel senso che si possa sfruttare quello libero in natura in assenza di interventi umani, non esistono cioè "cave" di bicarbonato o giacimenti sfruttabili esistono solo piccole quantità "generalmente sotto forma di efflorescenze, incrostazioni e masse concrezionate" (cit. Wikipedia), non utili quindi ai fini dell'estrazione. Il bicarbonato in vendita è il prodotto, chimico ed ottenuto in impianti chimici tramite il procedimento Solvay, intermedio di lavorazione della soda (carbonato di sodio). Il bicarbonato non sopravviverebbe a lungo intatto in natura, decomponendosi in carbonato e CO2. Continua il sito:

Come già detto, sarebbe interessante capire come sia possibile
fare soldi con un prodotto naturale che nessuno potrà mai brevettare...

Il bicarbonato di sodio non è "non brevettabile" in quanto naturale (non lo è, naturale) ma in quanto "conosciuto da secoli". Un brevetto poi, prevede che un oggetto sia "utile".
Non sarebbe possibile brevettare una molecola senza un suo possibile utilizzo pratico.
Esiste quindi il cosiddetto "brevetto d'uso", il brevetto di un'applicazione nuova di un materiale già noto (esempio, nell'ultima nota), che vale anche al di fuori dell'ambito medico.
Un esempio potrebbe essere brevettare (se funzionassero), i petali di rosa come materiale combustibile profumato.
Il bicarbonato quindi, potrebbe benissimo essere brevettato come antitumorale (se funzionasse, naturalmente) e se Simoncini non lo fa i motivi sono due: o è un benefattore che rinuncia ad ogni suo diritto per il bene dell'umanità o la sua "scoperta" non funziona. Scegliete voi.

Si ringrazia per la consulenza e le note mastrocigliegia.

Aggiornamento 17/09/09:
Nonostante il dominio sia stato rinnovato per un altro anno, fino al 2010 (sempre a nome Mazzucco), il sito tulliosimoncini.com è sparito due giorni dopo la pubblicazione di questo articolo.
Per ogni eventualità esiste comunque la cache di Google ed io ho freezato un bel po' di pagine (oltre agli screen che fermano quello che interessava).:-)

Aggiornamento 15/11/09

Misteriosamente, dopo la pubblicazione di questo articolo, la pagina di Tullio Simoncini per gli Stati Uniti intestata a Massimo Mazzucco è sparita. Altrettanto misteriosamente il dominio che era a nome Mazzucco ora è stata trasferita presso un provider (organizzazione che fornisce servizi internet) americano.
Che strano, direbbe qualcuno.
Il provider si chiama Portfolio Brains tra i suoi IP 208.73.210.27 (cerca su Google) ed ha sede a Los Angeles e...sapete dove abita Massimo Mazzucco? Non ve lo dico, tanto lo avete capito, non ci vuole tanto...
;)
Riuscirà comunque il nostro rappresentante di bicarbonato a sfuggire dalle sue responsabilità?
Nel suo sito Mazzucco ha comunicato che il sito tulliosimoncini.com sarà trasferito sul dominio tulliosimoncini.it che diventerà il nuovo "portale ufficiale" del guaritore romano.

Alla prossima.

Med on the Moon

Come preannunciato, spezziamo per un attimo l'argomento omeopatia. Pubblico un articolo essenzialmente "celebrativo".
Quest'anno ricorre il 40mo anniversario dello sbarco dell'uomo sulla Luna.
Emozionante.

L'altra sera guardavo la Luna piena, ormai siamo abituati a quel disco bianco nel cielo, nemmeno lo osserviamo con la passione che meriterebbe, ma concentrandomi sulla sua superficie bianchissima, ho pensato per un po' a quegli uomini, che qualche decennio fa, passeggiavano in quel satellite, correvano, saltellavano.
Degli uomini, del pianeta Terra, si erano poggiati per la prima volta, sul suolo di un corpo celeste extraterrestre. Eccezionale.


Sono sempre stato affascinato dai progressi dell'umanità. Mi emoziono facilmente pensando come un animale, che ha iniziato la sua evoluzione dormendo nelle caverne e cacciando con le lance, oggi lascia il suo pianeta o cura le malattie o vola per andare da un posto all'altro.
E' questo il senso della vita, non l'unico, ma è tra i più entusiasmanti. Che un animale del pianeta terra abbia toccato un altro corpo celeste è a dir poco incredibile.

I viaggi lunari sono stati preparati con attenzione e con un po' di audacia, non puoi sapere nè prevedere tutto quello che ti aspetta lì, nello spazio, puoi simularlo, provarlo, studiarlo, calcolarlo, ma non puoi prevedere tutto. Per questo si chiamano esplorazioni spaziali.

Dal punto di vista medico ad esempio, i Russi sperimentarono un intervento su una cavia in assenza di gravità, nel 1967. Gli interventi chirurgici in assenza di gravità sono considerati fattibili, ma da personale addestrato a farlo, viste le differenze che possono emergere. L'aspetto invece più ignoto e preoccupante è quello legato alle malattie ed alle diagnosi. Sono tante e tali le modificazioni indotte dall'assenza di gravità, che molti dei sintomi che le malattie presentano sul nostro pianeta, potrebbero essere (in alcuni casi, lo sono) totalmente differenti, in un viaggio nello spazio.
Anche i risultati degli esami diagnostici, potrebbero trarre in inganno chi li leggesse con "mentalità terrestre".


Anche la medicina ha partecipato ed ancora partecipa alla conquista dello spazio da parte dell'uomo.
Allora, per onorare chi, per queste conquiste, ha prestato (ed a volte, purtroppo sacrificato) la sua vita, in tutti i sensi, qualche curiosità medica che riguarda la Luna ed i viaggi spaziali.

Medicina "lunatica"

Cosa accadrebbe se in una stazione spaziale o se in un corpo celeste come la Luna, fosse necessario un intervento chirurgico o una sutura chirurgica (in caso di ferita ad esempio)?
L'esperimento è stato realizzato in ambienti con microgravità (0.16 G) che simulano la gravità sulla Luna e in assenza di gravità (0 G). E' stato studiato sia il giudizio dei chirurghi (quindi la loro sensazione nell'effettuare le suture in quelle condizioni), sia il risultato finale (cioè l'accuratezza e la precisione della sutura). Sono stati testati 6 chirurghi con diverso grado di preparazione e training.
I risultati sono curiosi. Le suture vengono considerate soddisfacenti e di ottimo livello, sia dal punto di vista dei chirurghi, sia nel risultato finale. Le ferite (simulate) erano complletamente e perfettamente suturate.
L'unica differenza si è registrata nella velocità di esecuzione della sutura.
L'ambiente con microgravità è stato il più "ostile" alla sutura. Le suture in quell'ambiente, sono risultate più lente in maniera significativa, nella loro esecuzione, elemento che era emerso già in altri studi simili.
Insomma, se vi ferite sulla Luna, verrete suturati bene, ma meglio ferirsi prima, sulla navicella...
Al contrario, effettuare un massaggio cardiaco esterno (quello che si fa per rianimare chi è in arresto cardiaco), richiede più forza da parte del rianimatore. Se si applica la stessa forza applicata sulla terra, il massaggio perde molta della sua efficacia.

Qualcuno invece ha pensato di studiare come, le particelle di polvere lunare, si depositano nelle nostre vie aeree. Potrebbe essere un problema reale del prossimo futuro, visti i progetti di colonizzazione sulla Luna. Il deposito di polvere lunare nei polmoni di chi effettuasse delle passeggiate sul suolo del nostro satellite, può essere tossico (come per quella di Marte...), causando modificazioni evidenti anche sperimentalmente. Ebbene, si è visto che l'inalazione di polvere lunare in gravità simile a quella della Luna, è minore all'inalazione che si avrebbe della stessa polvere ma sulla terra. Unica sostanziale differenza è la sede del deposito delle particelle. Nel caso della gravità ridotta ("lunare"), le particelle si depositano in sede periferica (ai bordi) del polmone, mentre sulla Terra, si depositano in sede più centrale (nei bronchi ad esempio). Conseguenza? Il danno dell'inalazione terrestre è acuto (crea disturbi più evidenti in poco tempo), l'inalazione lunare non crea particolari danni immediatamente ma risulta pericolosa nel tempo.
Un'altra considerazione è che mentre le piccole particelle di polvere terrestre sono "levigate" e derivano dalla decomposizione delle rocce per via del vento, delle intemperie, si tratta quindi di particelle poco "acuminate", quelle lunari sono il risultato di millenni di bombardamenti da parte di meteoriti che si abbattono sul suolo. Si tratta quindi di frammenti sempre più piccoli, spezzati da minerali di più grandi dimensioni. Potrebbe così avverarsi quello che succede per l'inalazione delle polveri di amianto che causano tumori polmonari.
L'inalazione di polveri lunari quindi, è accuratamente da evitare (non solo sul suolo lunare ma anche dai residui sulle tute, sui macchinari...).

Nello spazio, esiste poi un rischio di soppressione del sistema immunitario. Questo rischio è stato riesaminato proprio in vista dei progetti di viaggio verso Marte, i tempi molto più lunghi (gli effetti sul sistema immunitario dipendono dalla durata del viaggio) potrebbero diventare rischiosi. E' stata misurata una riduzione importante delle dimensioni di organi quali il fegato, il timo (che entra in gioco nell'immunità) e la milza, con diminuita produzione di alcuni anticorpi e di sostanze antiinfiammatorie.

Altro rischio da non dimenticare ma abbondantemente studiato è quello legato alle radiazioni che colpiscono gli astronauti durante tutto il loro viaggio. Il rischio radiazioni è studiato già dai tempi delle prime missioni lunari. Molti degli effetti soppressivi sul sistema immunitario sono dovuti proprio a loro e sono state studiate anche alcune modificazioni genetiche avvenute anche dopo brevi viaggi spaziali. Il timore è che viaggi più lunghi, in assenza di adeguate contromisure, possano provocare modificazioni genetiche anche gravi e spesso difficilissime da diagnosticare. Altro rischio legato alle radiazioni (e ben conosciuto) è quello dei danni alla vista, in particolare con rischio di cataratta, più o meno grave. Il rischio da radiazioni è stato studiato sia su astronauti realmente andati in volo spaziale, sia in modelli umani (manichini) dotati di speciali sensori che riportavano i livelli di radiazioni ai quali erano stati esposti nelle varie zone del corpo. Questi esperimenti sono attualissimi (si sono svolti in quasi tutti i voli Shuttle ed in vari momenti sulla ISS). La stessa preparazione dei manichini è stata molto difficoltosa (rendere attendibili i risultati sarebbe l'ideale, gli esperimenti servono a questo...) e non si è giunti fino ad ora ad un "manichino perfetto", visto che le variabili nello spazio e nelle navicelle, sono tante.

Influenze dei viaggi spaziali si hanno anche sul sistema muscolare e gli astronauti sono addestrati ad effettuare precisi esercizi fisici per contrastare l'effetto di atrofia sui muscoli non sottoposti alla forza di gravità. Effetti sul sistema nervoso, uditivo, vestibolare (che riguarda l'equilibrio e molti fattori dell'autopercezione) e cardiorespiratorio. Tipica e conosciuta ad esempio, la perdita di tessuto osseo in assenza di gravità (anch'essa legata al diminuito utilizzo del sistema muscolare). Altro rischio aumentato, quello di formare calcoli renali, per la maggiore presenza nelle urine di minerali che ne favoriscono la formazione e questo è dovuto alle modificazioni ematiche e dinamiche dei fluidi in assenza di gravità.

Basti pensare che un viaggio verso Marte, obbligherebbe degli astronauti a restare in viaggio per più di un anno. Incredibili quindi gli "stress" psicofisici che dovrebbero sopportare.

E' stato studiato anche l'ipotizzato aumento di rischio di cancro in astronauti. Questi studi hanno riguardato soprattutto le donne, in quanto in passato si è trovata un'incidenza significativa di aumento di rischio di cancro mammario in donne impiegate nell'aviazione.

In effetti ci sono molti fattori che potrebbero favorire l'insorgenza di tumori nello spazio: radiazioni ionizzanti, sregolazione della produzione di melatonina dovuta ai ritmi circadiani irregolari, esposizione ad agenti chimici e variazioni della situazione immunitaria. Obbligatorie quindi le contromisure, sui veicoli e sulle persone.

Non meno importante è il contributo dei viaggi spaziali e della ricerca scientifica relativa alla medicina moderna, soprattutto in campo diagnostico. La microelettronica e le trasmissioni di dati hanno avuto un impulso straordinario proprio dalle ricerche effettuate per i viaggi cosmici. I moderni apparecchi diagnostici, dal comune elettrocardiografo agli apparecchi per TAC, hanno raggiunto standard eccezionali soprattutto per lo sviluppo di tecnologie e strumenti creati proprio per i viaggi spaziali. I moderni pacemakers (regolatori di frequenza cardiaca) sono diventati strumenti perfetti, grazie agli studi sulle missioni lunari.

Tutto questo perchè il viaggio spaziale, non è un viaggio svolto con le stesse caratteristiche fisico-chimiche e fisiologiche di quello svolto sulla Terra. Il cibo degli astronauti perde moltissime delle sue capacità nutritive (per esempio, è pericolosa la distruzione, da parte delle procedure di conservazione, delle sostanze contenute negli alimenti, vitamine, soprattutto). Durante il viaggio della Gemini 7, si è notato che era stato perso il 25% dei globuli rossi degli astronauti, in 14 giorni di "volo", bisognava studiare quindi, come equilibrare l'anemia conseguente, che influenza tutte le attività a bordo e la salute dell'equipaggio. L'ossigeno respirato a bordo della navicella ha come conseguenza una gravissima carenza di vitamina E che porta ad una veloce ossidazione cellulare (è uno stress, della cellula e quindi dell'organismo) ed in particolare al danneggiamento della membrana degli eritrociti (i globuli rossi). Decisivo quindi un incremento di vitamina E nella dieta degli astronauti. Uniamo a tutte queste modificazioni della fisiologia umana, lo stress da isolamento e psicologico, di un viaggio spaziale e potremo capire la difficoltà di essere proiettati nello spazio. Esperienza riservata a pochi, incredibilmente bella, ma durissima.

Ed infine una curiosità: il viaggio dell'astronauta nella navicella, è paragonabile in linee generali alla permanenza di un neonato (a volte prematuro), nell'incubatrice, si vive in un ambiente anaerobico ostile. Studiare cosa migliora la sopravvivenza degli astronauti, consente di capire come migliorare le possibilità di sopravvivenza di un neonato in pericolo.
Viaggiare nello spazio, insomma, è utile anche a chi sta con i piedi per terra.


La letteratura scientifica disponibile per studiare le reazioni dell'uomo nello spazio e sulla Luna è infinita, così come quella riguardante gli studi e gli sviluppi di "macchine perfette per i viaggi cosmici" e rappresenta un contributo nella comprensione della grandezza dell'uomo, del suo ingegno e delle sue conquiste.
Un grazie quindi a quegli uomini che hanno permesso tutto ciò.
Io, in quanto rappresentante del genere umano, ne sono fiero.

Il prossimo articolo chiuderà, almeno temporaneamente, la serie sull'omeopatia.
Alla prossima.

mercoledì 2 settembre 2009

Omeopatia: l'incredibile caso del dottor Benveniste (III parte)

Il 30 giugno 1988 il mondo scientifico fu attraversato da un brivido. L'evidenza e la scienza venivano messe in discussione in un attimo da una ricerca che sembrava rivoluzionare il sapere acquisito fino ad allora ed apriva orizzonti incredibili. Questa vicenda è paradigmatica anche nel contesto "complottista" che vuole le nuove scoperte, soprattutto quelle che rivoluzionano la scienza attuale, boicottate e nascoste da chi la scienza la fa, la studia e la sfrutta.

Jaques Benveniste era professore all'Università di Parigi-Sud, di Clamart, direttore dell’Unité 200 dell’Institut National de la Santé e de la Recherche Médicale (INSERM) di Parigi. Un personaggio ai vertici della sanità francese e mondiale.
Il 30 giugno 1988 sulla rivista Nature, una delle riviste scientifiche più prestigiose al mondo, apparve un articolo: Human basophil degranulation triggered by a very dilute antiserum against IgE." Gli autori erano, oltre allo stesso Benveniste, degli studiosi di tutta Europa e canadesi, Italia compresa. Ognuno aveva collaborato a parti dello studio ed era stato inserito come autore per una delle sperimentazioni più incredibili della storia della medicina.
Si dimostrava che diluizioni estreme di un antisiero (tanto estreme che non dovevano più esistere molecole dell'antisiero, in quella soluzione, in pratica diluizioni omeopatiche) in acqua, producevano lo stesso effetto che l'antisiero ha in condizioni normali, cioè quello di scatenare la degranulazione dei granulociti basofili (una classe di globuli bianchi che interviene nei meccanismi di difesa immunitaria). Una sostanza in diluizione omeopatica aveva un effetto, misurabile. Per la prima volta.

Era la dimostrazione che
la memoria dell'acqua esisteva. Era la prova che l'omeopatia, tanto bistrattata, si basava su qualcosa di esistente.
Il siero era diluito
oltre 120 volte e smentiva non solo le considerazioni mediche sull'omeopatia ma anche la legge di Avogadro. Più che una rivoluzione quindi.

L'articolo, come prevedibile, scatenò una reazione enorme. Il mondo scientifico era in bilico tra la rabbia del leggere di una vera e propria eresia, che però era scritta, nero su bianco, su Nature, ed il disorientamento causato da queste affermazioni.
Il direttore di Nature fu al centro di dure polemiche e lo stesso i responsabili dell'INSERM che avevano ottenuto fondi statali per condurre una ricerca dalle basi scientifiche nulle.

Lo studio sembrava soddisfare tutti i criteri di rigore e controllo richiesti per una ricerca e soprattutto il gruppo di referees (sono studiosi, in genere molto prestigiosi, che controllano una ricerca prima che questa venga pubblicata, per verificarne correttezze, attendibilità ed applicazione dei criteri di serietà di uno studio scientifico) non aveva messo al bando lo studio, facendolo finire sulle pagine di Nature che, ricordiamo, è come la Bibbia delle riviste scientifiche. Chi pubblica su Nature, può benissimo aspirare ad una carriera fulminante e prestigiosa. Nello studio quindi ci doveva essere un errore per molti scienziati che definivano quella ricerca "delirante".


Il direttore della rivista, John Maddox, tra le feroci proteste, cercò di spiegare che la discussione che sarebbe scaturita da quella ricerca, avrebbe finalmente chiuso la polemica degli omeopati sul presunto boicottaggio da parte della "scienza che conta" delle loro teorie.
Maddox, aveva comunque precisato nell'articolo, che prima di giungere a conclusioni su quella esperienza incredibile (così definita anche da lui), bisognava aspettare le prove definitive, la ripetibilità dei test ed il controllo delle procedure.

Venne creata così una commissione di controllo che aveva il compito di verificare le affermazioni fatte e ripetere gli esperimenti, direttamente dall'autore dello studio, ma sotto stretto controllo. A questo punto, oltre che della scienza, erano anche la rivista Nature ed il suo direttore ad averne interesse. Trovare un errore nelle procedure, avrebbe risolto il problema per tutti: la rivista era salva con il suo direttore, gli omeopati ne uscivano puliti e gli scienziati tiravano un sospiro di sollievo. L'unica "vittima" sarebbe stata al limite l'autore dell'errore, qualcuno che aveva redatto lo studio.

La commissione fu composta da Maddox stesso, da Walter Stewart, ricercatore esperto di patologia clinica (e tecniche di laboratorio) e molto esperto negli errori e nelle frodi della ricerca medica e da James Randi, un esperto in trucchi e tecniche di illusione.

La prima parte dell'ispezione consisteva semplicemente nell'assistere agli esperimenti, direttamente nel laboratorio dell'INSERM, sarebbero poi stati adottati dei metodi di controllo sulle procedure meno convincenti o più importanti per verificarne la correttezza.
Gli esperimenti si susseguirono senza problemi, riuscirono tutti e non mostrarono particolari complicazioni. L'unica cosa che saltò all'occhio di James Randi, fu che i dati venivano copiati su un quaderno dall'assistente di Benveniste, Elizabeth Davenas (era una delle autrici della ricerca), sempre a matita e che poi il quaderno veniva portato dalla donna a casa dove lei provvedeva a ricalcare con la penna i dati ottenuti.
Altro particolare, la conta dei basofili degranulati, era affidata a diverse persone, ma solo la Davenas rilevava un risultato positivo, solo lei certificava un effetto dell'acqua "omeopatica". Qualcosa quindi non andava, i controlli sembravano portare più ad un imbroglio che ad un errore involontario...
Fu così che James Randi trovò un modo per evitare la frode intenzionale.
Le provette con il siero diluito furono fatte preparare dalla Davenas con delle etichette, così che lei conoscesse (e fosse sicura di conoscere) quali contenevano solo acqua, quali siero diluito e quali siero puro: fu tutto video registrato.

Quando la Davenas lasciò il laboratorio, il gruppo dei tre "controllori", sempre videoregistrando, tolse le etichette di identificazione dalle provette e le sostituì con altre siglate con un codice poi scritto in un foglio. Il foglio con i codici giusti fu chiuso in una busta sigillata ed incollato al soffitto del laboratorio. Era un "studio cieco" artigianale. Nessuno tra quelli che conducevano gli esperimenti, avrebbero potuto sapere cosa stavano testando: se acqua semplice, se acqua con il siero ultradiluito (omeopatico, diciamo) o se il siero non diluito e quindi attivo.

Andarono tutti via, ma Randi, compì un'ultima operazione. Segnò a terra la posizione di una scala appoggiata ad una parete del laboratorio, la stessa usata per incollare la busta con i codici sul soffitto, se qualcuno avesse visto la busta, la tentazione di prelevarla, avrebbe potuto prendere il sopravvento.
Il giorno dopo, Randi racconta dell'atteggiamento sereno e rilassato (aveva pure convocato una conferenza stampa) di Benveniste e quello preoccupato della Davenas.

Al momento del controllo dei risultati fu una tragedia: furono prelevati dalla busta nel soffitto i codici e controllate le provette: quelle con il siero diluito (quelle "omeopatiche", per intenderci) non avevano avuto nessun effetto sui granulociti. Niente, nemmeno un piccolo risultato.
Era stata tutta una truffa.
Al primo tentativo di controllo serio, insomma, il castello montato dai ricercatori francesi è crollato miseramente ed in maniera ignobile.
La scala appoggiata alla parete era stata spostata e sulla busta vi erano segni di un tentativo di apertura.
Ufficialmente, le chiavi del laboratorio dell'INSERM le aveva solo Jacques Benveniste.
Fu la caduta dell'imperatore.

Maddox, riabilitò ed anzi accrebbe il prestigio della sua rivista, aveva dimostrato apertura nell'ospitare un articolo scientifico "crudo e duro" come quello di Benveniste ma ne dimostrò con i fatti l'inconsistenza. L'esultanza degli omeopati si spense immediatamente, la scienza invece non esultò più di tanto, quasi nessuno si era esposto giudicando "interessante" lo studio sulla memoria dell'acqua, per il semplice motivo che si basava su teorie e dati assolutamente falsi e senza senso.

"Le conseguenze per la fisica sarebbero state più profonde di quelle che ebbe la scoperta che la terra è sferica. La scienza, così come la conosciamo, avrebbe dovuto essere cancellata e riscritta da capo." (D. T. Reilly, Explanation of Benveniste, Nature, 334, 285, 1988.).

La smentita della correttezza dell'idea di Benveniste comunque, non venne solo da Nature. Diversi ricercatori nel mondo provarono a ripetere quegli esperimenti, sempre con esito negativo, la rivista scientifica (molto più divulgativa di Nature) francese "Science et vie" dopo aver ripetuto l'esperimento diverse volte con esito negativo, pubblicò i propri risultati dandone eco nazionale in uno stato che è sede della più grande ed importante azienda omeopatica.

Il 9 dicembre 1993, Nature pubblicò uno studio che scriveva la parola fine sull'affare Benveniste, dal titolo emblematico, identico a quello di Benveniste ma con un "is not" aggiunto nel titolo:

Human basophil degranulation is not triggered by very dilute antiserum against human IgE.


All'INSERM la situazione precipitò, molti abbandonarono il gruppo di lavoro di Benveniste, alcuni degli autori dello studio ritirarono il loro nome dalla lista di partecipanti alla ricerca,


E cominciarono a scoprirsi i primi, gravi, problemi di conflitto di interessi.
Jacques Benveniste aveva firmato qualche anno prima (attorno al 1983) un contratto di collaborazione, studio e finanziamento, prima con la LHF, un'industria omeopatica e poi con la Boiron, la più grande multinazionale di omeopatici che ha sede proprio in Francia. La sua assistente, la Davenas aveva un contratto all'INSERM finanziato proprio dalla Boiron e qualche anno dopo il suo ingresso nell'istituto, prese il posto di un'altra assistente di Benveniste da poco dimessa.
La Boiron poi acquistò la LHF e diventò l'unica finanziatrice del laboratorio di Benveniste, versando nelle sue casse milioni di franchi francesi.
L'INSERM per cercare di recuperare credibilità, ripetè gli esperimenti inserendo un errore statistico di campionatura, cercando di giustificare con quello la mancanza di risultati e dimostrando almeno la buona fede dell'istituto, ma anche stavolta non vi fu nessun risultato positivo delle soluzioni ultradiluite, nemmeno inserendo degli errori volontariamente.
La dottoressa Davenas, fu licenziata, Jacques Benveniste proseguì fino a scadenza del mandato, quando fu poi allontanato.
Terminò la sua vita studiando e sperimentando la trasmissione del pensiero via radio.
Un crepuscolo triste per una persona che, ai vertici della sanità di una grande nazione europea, avrebbe potuto utilizzare per scopi positivi e benefici, non solo la sua intelligenza, ma anche i finanziamenti pubblici. La sua truffa fu un colpo durissimo per l'industria omeopatica che non è mai riuscita a cancellare questa macchia. Pensare a cosa sarebbe successo se l'imbroglio non fosse venuto a galla è qualcosa di inimmaginabile ma ancora più strano è cercare di capire a cosa può arrivare una persona per la sete di denaro. Quell'affermazione era talmente grande e sorprendente che prima o poi, qualcuno, l'avrebbe smentita, cercando di riprodurla.
Il 3 ottobre 2004 muore Jacques Benveniste e con lui tutto ciò che sembrava aver aperto una nuova era per la medicina e per l'uomo e che alla fine, purtroppo per tutti, era stato solo un gioco di illusionismo, di basso livello.

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Bibliografia:

- E. Davenas et al., Human basophil degranulation triggered by a very dilute antiserum against IgE, Nature, 333, 816-818, 1988.
- D. T. Reilly, Explanation of Benveniste, Nature, 334, 285, 1988.
- J. Maddox, J. Randi, W.W. Stewart, “High dilution” experiments a delusion, in Nature, 334, 287-290, 1988.
- J. Maddox, in Nature, 333, June 30th, 1988.
- Human basophil degranulation is not triggered by very dilute antiserum against human IgE.
Hirst SJ, Hayes NA, Burridge J, Pearce FL, Foreman JC.-Nature 1993 Dec 9;366(6455):525-7.

Un ringraziamento particolare a:

Doppiocieco
Filippo Rucellai, Rita Cadoni e Giuseppe Perrella (BM&L )