domenica 7 agosto 2016

Quelle cose mediche che i medici non farebbero.


Questa è la traduzione dell'articolo comparso sul giornale "The Guardian" il 19/01/2013.

L'articolo è molto interessante e curioso, a tratti fa riflettere, i giornalisti del Guardian hanno sentito le opinioni di diversi medici, con estrazioni e specializzazioni diverse ed ad ognuno di loro hanno chiesto: "Cosa non faresti se fossi un paziente?". Le risposte sono interessanti.
Ovviamente si tratta di opinioni personali, alcune abbastanza attinenti alle attuali conoscenze scientifiche, altre molto discutibili ma sempre rientranti nella possibilità di scelta di ogni persona. L'articolo offre molti spunti ed è particolarmente curioso perché credo tante persone, al momento di una diagnosi o quando hanno problemi di salute, si siano chieste "ma se fossi un medico, cosa farei?" Oppure: "lei cosa farebbe al posto mio?". Ricordiamoci che spesso le scelte non dipendono solo dalla malattia ma anche da tanti altri fattori.
Ecco, sempre prendendo queste opinioni per quello che sono, con i loro limiti, leggiamo un po' cosa farebbero dei medici davanti a della scelte mediche.
Ci tengo a sottolineare che queste sono le opinioni dei singoli medici e che potrebbero non rispecchiare le attuali conoscenze mediche, quindi devono essere lette con curiosità ma non come consigli indiscutibili.

Ringrazio di cuore S.N. che ha segnalato e tradotto (io l'ho revisionato per i termini tecnici) l'articolo.

...:::...

COSE CHE I MEDICI NON FAREBBERO

Dagli steroidi ai sonniferi, dalla fecondazione artificiale ai vaccini antinfluenzali, alcuni medici rivelano i trattamenti che eviterebbero 


Fare uno screening completo (check up).
Non accetterei le offerte regolarmente pubblicizzate da strutture mediche private di fare un check up completo. Perché? Beh, se si hanno sintomi, è bene recarsi dal proprio medico di famiglia e lasciare che sia lui ad ascoltare la vostra storia, visitarvi, richiedere indagini e giungere a una decisione. Questo processo è noto come diagnosi. Un check-up completo, quando ci si sente completamente bene, non è una diagnosi. La procedura è nota come "screening ". Ci sono pochi test di "screening" in cui i vantaggi della diagnosi e del trattamento superano gli svantaggi ed è probabile che il vostro medico abbia già controllato per primo quando vi siete affidati a lui o successivamente per esempio nelle donne, tramite un pap test o una mammografia in età adeguata e per entrambi i sessi un controllo della pressione del sangue.
Uno dei test che si effettuano durante lo screening completo è un esame del sangue per il cancro alla prostata. Se si hanno sintomi alla prostata, la diagnosi può essere un aiuto per salvarti la vita. Se non hai sintomi e l'esame presenta valori elevati, potrebbe condurvi ad effettuare ulteriori indagini ed esami potenzialmente dannosi o addirittura un trattamento per il cancro di cui potreste non avere bisogno. Si sentono storie sui vantaggi dei controlli medici completi. Si sentono storie anche di persone che sono cadute dalla finestra del sesto piano e sono sopravvissute, ma io non lo proverei di persona.
Mike Smith , Medico Generico

Ricoverarmi in ospedale, affetto da demenza.
Vorrei evitare di andare in ospedale con una diagnosi di demenza. Le persone affette da demenza hanno difficoltà ad orientarsi all'interno degli ospedali. Anche il percorso dal vostro letto alla toilette e ritorno è irto di pericoli evitabili: pavimenti lucidi, cattiva segnaletica, rumori inquietanti e che distraggono, illuminazione pessima, scarso contrasto di colore tra pavimenti e pareti, corrimano invisibili che si fondono con l'arredamento, rubinetti che non sembrano rubinetti e lavandini senza tappi. Così ti bagni o cadi, o torni nel letto sbagliato o vieni rimproverato anche solo per esserti spostato. Perciò potresti venire trascurato nelle cure anti dolore come altri pazienti nella tua condizione e potrebbero dimenticare di farti mangiare o bere. Se mi dovessi ricoverare vorrei che la mia famiglia stesse con me il maggior tempo possibile. La settimana scorsa, ho saputo di una donna il cui marito malato di demenza era ricoverato, che è stata cacciata dal reparto all'ora di pranzo perché “l'orario dei pasti è protetto” e non ci devono essere visitatori perché i pazienti possano mangiare indisturbati. Desiderava rimanere proprio perché suo marito potesse mangiare. Che situazione perversa è questa?
Professor June Andrews, direttore Centro Sviluppo e Servizi malattie mentali presso l'Università di Stirling

Far nascere il mio primo figlio a casa.
Ho sperimentato molte situazioni in cui il primo parto di una donna non progredisce secondo i piani e, in alcuni casi, diventa un'emergenza. Per questo motivo, non vorrei mai il mio primo parto in un ambiente dove non vi sia la possibilità di un rapido accesso a una struttura di ostetricia e nemmeno in casa.
Moneli Golara, Ostetrica e Ginecologa

Eseguire un test per il cancro alla prostata.
Il PSA è un esame del sangue "semplice" per verificare la presenza di cancro alla prostata. Sapete cosa significa? PSA sta per "Prostate Specific Antigen". O meglio, come molti medici vi diranno "Persistente Stress e Ansia"! Il cancro della prostata è molto più comune e, di solito, meno grave di quanto non si pensi. Negli uomini anziani, è praticamente uno stato di normalità. La maggior parte di questi tumori della prostata rimane inerte e innocua, ed è una cosa con cui gli uomini muoiono, non a causa di...
Quindi effettuare un PSA può finire col darvi informazioni che sarebbe meglio non sapere. Questo se il risultato è affidabile: perché questo è noto per inaccuratezza, con falsi positivi, falsi negativi e per l'incapacità di distinguere tra tumori innocui alla prostata e quelli aggressivi. Motivo per cui quando un uomo chiede il test, è potenzialmente come aprire un vaso di Pandora. Noi cerchiamo di guidarli attraverso il labirinto dei “se”, “ma” e forse”. Certo, in teoria potrebbe salvarti la vita. Ma in pratica potrebbe condurti verso preoccupazioni, biopsie sgradevoli e interventi chirurgici inutili e traumatici.
Tony Copperfield, Medico Generico e autore di Sick Notes (note malate)

Non mi presenterei mai a un medico con un elenco di sintomi.
I pazienti spesso pensano che questo aiuti la loro causa, ma la vista di un elenco fa prendere un tuffo al cuore a un medico. Non sarà certo in grado di affrontare tutto in una sola seduta e, cosa più importante, fa pensare che non ci sia un problema particolare, ma una molteplicità di problemi, portando il medico a credere che sia un chiaro segno di un ipocondria. Inoltre, non andrei mai a prendere il sole o ad abbronzarmi su un lettino solare. Ho avuto il cancro della pelle. La gente sottovaluta il rischio. Pensano: "La mia pelle sembra integra, come può essere danneggiata?" Anche se la pelle non ha un aspetto invecchiato, si possono avere danni alla pelle che sono un potenziale futuro tumore. Prendere il sole nell'adolescenza e attorno ai 20 anni è un forte fattore di rischio. Ora stiamo assistendo al progredire di tumori come il carcinoma basocellulare (BCC), anche in persone sotto i 40 anni, che una volta si riscontrava soltanto sui volti di persone anziane esposte perennemente alle intemperie trascorrendo una vita all'aria aperta. Stiamo vedendo melanomi maligni, la forma più aggressiva di cancro della pelle, in diverse parti del corpo. Se fossi nato un medico, non avrei mai preso il sole. Andrei fuori al sole, ma non mi esporrei mai al sole allo scopo di abbronzarmi.
Carol Cooper, Medico Generico

L'uso non necessario di cortisone.
I medici trattano una vasta gamma di condizioni cliniche, ma spesso noi stessi non capiamo le terapie che stiamo offrendo e perché o come funzionano. Dodici anni fa ho avuto la colite. Uno dei trattamenti è a base di cortisone ma, come medico, sapevo che è uno di quei trattamenti applicabili a molte malattie, senza sapere bene perché funziona. Sappiamo che sono anti-infiammatori ma in realtà mascherano solo il problema e possono causare effetti collaterali a lungo termine.
Gli steroidi possono rendere la pelle più fragile, possono influenzare il tessuto connettivo e possono cambiare la forma del tuo viso. Una cosa è prendere qualcosa se si conosce il motivo per cui funziona ma non ero disposto a prendere quella strada. Fino a quel momento il mio stile di vita non era stato un granché. Sono stato molto occupato e non mangiavo bene. Ho cominciato a mangiare meno zucchero, meno carboidrati, ho smesso di mangiare cibi confezionati elaborati. Non solo mi sono sentito meglio ma da allora non mi prendo che qualche raffreddore. In termini di chirurgia plastica, non userei mai i filler di lunga durata. La gente non vuole la seccatura di venire ogni quattro mesi per le iniezioni, ma non vorresti qualcosa che restasse in circolo per troppo tempo, perché il corpo potrebbe eventualmente avere un fenomeno di rigetto. Potrebbe essere un inconveniente doverci andare più spesso,ma a lungo termine ti risparmierà qualche serio effetto collaterale.
Alex Karidis, chirurgo estetico


Fare una colonscopia virtuale.
Ho eseguito una colonscopia, ma mai una colonscopia virtuale, cioè una TAC dell'addome per trovare polipi e primi tumori nel colon. Questo perché è molto probabile che un radiologo inciampi su altre cose, tipo anomalie del fegato, reni e polmoni, che nulla hanno a che vedere col cancro al colon, cosa che risulterebbe da interminabili test, che spesso implicano l'uso di aghi nelle cavità del corpo, anche finendo sul tavolo chirurgico. Non prenderei mai farmaci per abbassare il mio zucchero nel sangue per un'emoglobina glicata del 7%. Uno studio a lungo termine di 50.000 diabetici nel Regno Unito ha scoperto che il tentativo di abbassare questo valore al di sotto del 7,5% aumenta il tasso di mortalità generale. Non sono nemmeno sicuro che dovremmo anche chiamare una glicata del 7% "diabete", ma sono abbastanza sicuro che non vorrei prendere farmaci per abbassarla.
Invece, vorrei cercare di perdere peso e fare più esercizio fisico, ma sarei disposto a considerare farmaci per abbassare la pressione sanguigna e colesterolo. Non farei mai esami di diagnostica per immagini (TAC, RMN, PET), quando mi sento bene. Studi di Tomografia Computerizzata (TC) di tutto il corpo hanno evidenziato che nell'85% delle persone sane di 50-60 anni di età hanno un dato qualche risultato anomalo e un paziente ha mediamente 2,8 anomalie. I numerosi conseguenti test e biopsie di controllo a qualcuno potrebbero recare qualche danno. Questo è diventato un grosso problema talmente comune che i medici gli hanno dato un nome: “incidentaloma”.
Mentre sarò contento di essere sottoposto a scansione se vittima di un incidente stradale o in caso di dolore addominale acuto con vomito, non desidero sottopormi a scansioni se sto bene.
H Gilbert Welch, professore di medicina alla Dartmouth Istituto per la politica sanitaria e pratica clinica, e autore di Overdiagnosed: Making People Sick in the Pursuit of Health (Sovradiagnosi: come gli sforzi per migliorare la salute possano far ammalare le persone)

Sottopormi a un intervento non necessario.
Avendo appena rimosso la cistifellea con la conseguente complicazione di perdita di bile, non farei alcun intervento o procedura senza prima leggere le linee guida per la malattia, guardando i tassi di complicazione e i rischio del non agire (per esempio quante probabilità ho che la mia condizioni comporti dei problemi).
Vorrei chiedere al chirurgo quante di queste procedure compia un anno e quale sia il loro tasso di complicanze, oltre a fare una ricerca su Google sul chirurgo e chiedere ad altri medici la loro opinione. Chiederei sempre che cosa stanno facendo su di me e perché. Se avessi dolore, vorrei chiedere cosa mi stanno prescrivendo e quanto e ogni quanto. Vorrei sempre leggere il mio foglio di dimissioni dall'ospedale perché è spesso impreciso. Suggerirei di poter stare il più possibile fuori dall'ospedale, chiedendo solo esami che solo un medico può effettuare. E vorrei andare in un ospedale di eccellenza che darebbe una garanzia in più nel caso qualcosa andasse storto e che avrebbe più esperienza in termini di numero di pazienti e competenza del personale clinico.
Luisa Dillner, Medico Generico e editorialista del Guardian

Stripping delle vene varicose.
Non mi sottoporrei allo stripping delle vene per togliere le vene varicose e non lo farei mai comunque in anestesia totale. Non solo è molto doloroso, con grandi cicatrici che hanno una maggiore probabilità di infezione; un anno dopo, il 23% delle persone hanno la stessa vena ricresciuta. Dopo cinque anni l'83%. Perciò è doloroso e nemmeno funziona a lungo termine. Con i metodi laser pin-hole, abbiamo la chiusura completa della vena nel 97% delle persone ancora dopo 10 anni. Inoltre, l'anestesia generale immobilizza totalmente, aumentando il rischio di trombosi venosa profonda, oltre al fatto di non poter dire al medico quando fa male, col rischio di danneggiare qualche nervo, e il danno è riscontrabile solo al risveglio.
Se avessi metastasi al fegato non mi sottoporrei alla chemioterapia a meno che non fosse stato previsto da un chirurgo epatobiliare. Se le metastasi si trovano solo in una parte del fegato, è possibile rimuovere questa parte chirurgicamente. La sopravvivenza a cinque anni dopo la rimozione chirurgica di questi tumori è di gran lunga migliore rispetto alla chemioterapia.
Mark Whiteley, Chirurgo Vascolare

Prendere pillole per dormire.
Ho incontrato molti pazienti che hanno preso sonniferi per decenni. Queste pillole creano dipendenza e può essere molto difficile disintossicarsi; gli effetti collaterali possono includere cadute, stati confusionali, sonnolenza durante il giorno e la sensazione che siano necessarie dosi sempre più elevate per ottenere gli stessi effetti. Non riesco a immaginare una situazione in cui vorrei iniziare a utilizzarle.
Helen Drew Medico Generico

Seguire una dieta a basso contenuto di carboidrati.
Non farei mai una dieta a basso contenuto di carboidrati e alto contenuto proteico come la Atkins, Dukan o la Cambridge. Perché? Perché anche se probabilmente si perde peso, possono ucciderti. Non credete alle mie parole ma leggete delle 43.396 donne svedesi che ho seguito per una media di 15 anni. Quelle che hanno seguito una dieta a basso contenuto di carboidrati e alto contenuto proteico avevano un crescente rischio di morire di attacco cardiaco e ictus, in rapporto al rigore della dieta e per quanto tempo l'avevano seguita. C'era uno sconcertante 62% in più di rischio di tali malattie tra le donne che si attenevano più strettamente a quella dieta rispetto a quelle che mangiavano normalmente. Mangiare è un divertimento; queste diete trasformare il cibo in farmaci, ed è palesemente la medicina sbagliata - e spesso è letale.
Tom Smith, Medico Generico

Bere caffè o alcolici durante la gravidanza.
Io non berrei caffè se fossi incinta. Il caffè accelera il metabolismo e la frequenza cardiaca della madre e di conseguenza anche del bambino. Caffè e the inibiscono anche l'assorbimento del ferro. In gravidanza i livelli di ferro scendono sempre e bere del succo d'arancia fresco aiuta il suo assorbimento. Il caffè e il the danno invece l'effetto contrario. Le linee guida ufficiali dicono che si può bere un caffè, come si dice che si possono consumare alcolici, ma io personalmente lo eviterei. Il vostro bambino non ha bisogno di alcool come nutriente, non è qualcosa che va a beneficio del vostro bambino. So che ci sono le dosi raccomandate, ma consiglierei a tutte di non bere, specialmente nelle prime 12 settimane, quando il bambino si sta formando.
Nikki Khan, ostetrica

Usare terapie alternative.
Io non userei mai terapie alternative quali omeopatia o agopuntura, in base al fatto che non esiste prova evidente che funzionino. E spesso mi sono chiesto se i “valorosi” sforzi che facciamo per tenere in vita i nostri pazienti terminali abbiano alcun senso. Ma ho notato che spesso i colleghi dicono la stessa cosa finchè essi stessi o una delle persone a loro care non abbiano una prognosi di malattia terminale, in tal caso chiedono che gli sia fatto tutto. Victor Chua, Leader Sanitario

Vaccinarmi contro l'influenza.
Non mi vaccinerei contro l'influenza. I pazienti anziani o quelli con una condizione debilitante cronica come l'insufficienza cardiaca, farebbero meglio a vaccinarsi, ma non ci sono abbastanza prove che in un soggetto giovane e sano l'antinfluenzale sia di alcun beneficio. Inoltre le prove che l'inoculazione negli operatori sanitari protegga i pazienti, sono molto scarse ma, tuttavia, si fa molta pressione sugli operatori sanitari per farli vaccinare.
Stephen Leslie , cardiologo e professore onorario dell'Università di Stirling

Sottopormi a chirurgia estetica.
L'unica cosa che non farei è subire un intervento di chirurgia estetica. La ragione della mia riluttanza? Niente a che fare con l'anestesia (oggi una pratica molto sicura) ma tutto totalmente legato all'intervento in sé stesso che non dovrebbe essere mai eseguito per motivi “banali”. Non è che l'intervento chirurgico sia terribilmente pericoloso per la vita. Principalmente la mia preoccupazione sono le eventuali infezioni, che potrebbero risultare molto sgradevoli.
Mark Patrick, consulente Anestesista, University Hospital, South Manchester.

Rivolgermi a un counselor (esperto non qualificato di psicologia)
Non mi farei mai vedere da un counselor se avessi problemi di salute mentale. Chiunque si può professare“counselor”, è una zona non regolamentata. Come risultato c'è una terrificante variante nella qualità e ho visto troppi pazienti rivolgersi a dei counselor incompetenti, ritrovarsi ulteriormente danneggiati psicologicamente. Se soffrissi di depressione, starei molto attento ad assicurarmi che il terapista da me scelto abbia le corrette qualifiche e che sia riconosciuto da organizzazioni tipo BABCP (Associazione Britannica di Psicoterapia Cognitivo Comportamentale). Pagando privatamente, sceglierei unicamente un terapista che lavori anche nel NHS (Sistema Sanitario Nazionale), o che ci abbia lavorato in passato, uno psicologo qualificato, addestrato quindi ai più alti livelli qualitativi.
Max Pemberton, Psichiatra

Rifiutare le vaccinazioni.
Non rifiuterei mai le vaccinazioni ai miei bambini. Diversi anni fa, ero volontario nei Medici Senza Frontiere e ho passato sei mesi in Angola. Mi aspettavo la povertà, ma ciò che mi ha rattristato maggiormente, fu l'arrivo di bambini malati di diverse patologie che non avrebbero mai dovuto avere, malattie facilmente curate altrove, come morbillo o tetano. Quello, e la quieta umiltà con cui le famiglie si mettevano in coda per ore sotto il sole cocente a ricevere il loro vaccino.
Ora, praticando in occidente, incontro sempre più spesso genitori riluttanti a vaccinare i propri bambini, nonostante l'enormità delle prove della sicurezza dei vaccini. Molte di queste malattie sono di nuovo in aumento. E non riesco a fare a meno di domandarmi se i vaccini sono diventati la vittima del loro stesso successo; e se anche noi dovessimo stare in coda per ore, circondati da famiglie che sono state colpite da queste malattie che possono rendere disabili o anche uccidere, allora forse non daremmo per scontato il nostro benessere.
Damien Brown, Medico Generico e autore di Band-Aid for a Broken Leg: Being A Doctor With No Borders (Un cerotto per una gamba fratturata: Essere un Medico Senza Frontiere) 

Rifiutare la medicina alternativa.
Non rifiuterei una terapia alternativa senza prima capire come funziona. Mi ci sono voluti anni di esperienza medica per realizzare che solo perchè una terapia non ha prove di evidenza non significhi che non può aiutare qualcuno. Come medici siamo addestrati ,giustamente, a cercare le prove scientifiche dell'efficacia e sicurezza di una certa terapia. Ma la medicina convenzionale moderna non può aiutare tutti. A dispetto della mancanza di fondi per la ricerca, c'è un lento e crescente aumento di evidenze sull'efficacia di un certo numero di terapie alternative. Un esempio recente è che lo Yoga può aiutare a diminuire il dolore e aumentare la mobilità in persone con osteoartrite. La medicina moderna rimane nella sua area di competenza, ma ora comprendo altre forme di terapia, come la chiropratica e la ipnoterapia, che possono aiutare.
Ian W Campbel, Medico Generico

Curarmi con l'omeopatia.
Io non userei mai medicine omeopatiche. Sono basate su una pratica del 18mo secolo che consiste nel diluire particolari sostanze in acqua o alcool al punto in cui la soluzione è così debole da non contenere più alcuna traccia della sostanza originale. Gli omeopati credono che l'acqua preservi una “memoria” delle sostanze curative e perciò abbia un effetto benefico. Per me, la parola chiave è “credono”. I sostenitori dell'omeopatia credono nell'efficacia della medicina omeopatica nello stesso modo in cui potrebbero credere in una particolare religione. Il sistema dell'omeopatia è una medicina basata sulla “fede”, che, nelle menti dei fedeli, non necessita nessuna prova scientifica o di efficacia sui suoi benefici. Se l'omeopatia è efficace, allora la maggior parte di ciò che abbiamo imparato nel campo della medicina, chimica e fisica dal diciottesimo secolo dev'essere sbagliato. Non lo trovo plausibile, quindi preferisco sperperare i miei soldi in altro modo.
Eddie Chaloner, Chirurgo Vascolare

Ricorrere alla fecondazione assistita.
Non ricorrerei mai alla fecondazione convenzionale con stimolazione, che prevede prolungate assunzioni di ormoni per tre o quattro settimane, provocando inizialmente una menopausa nele ovaie, seguite da successive stimolazioni a dosi più alte. Questo metodo di stimolazione è associato al rischio più alto della sindrome da iperstimolazione ovarica (OHSS), che comporta seri rischi di salute per la donna. Possiamo evitare queste complicazioni grazie ai recenti sviluppi che hanno portato a una fecondazione artificiale più sicura, meno costosa, con più probabilità di successo e più accessibile. I progressi nel campo dell'endocrinologia, degli ultrasuoni e in embriologia hanno permesso di avere una fecondazione artificiale senza farmaci (IVF o IVM) con più probabilità di successo e permettendo allo sviluppo di una fecondazione assistita “leggera”, più sicura, i cui protocolli richiedono minori medicinali in un normale ciclo. Perché assumere tanti medicinali se puoi ottenere lo stesso effetto senza o con pochi farmaci?
Geeta Nargund, Capo Consulente per le Medicine Riproduttive al St. George's Hospital, Londra

Sottopormi a una mammografia.
Non mi farei fare una mammografia. Al microscopio i medici non possono dirti la differenza, tra “pericoloso” e “ok, lasciamolo stare”. Allora è possibile trovare qualcosa “troppo in anticipo” che non sia esattamente un pericolo di cancro. La pubblicazione indipendente di ricercatori sulla mammografia dell'anno scorso sulla rivista medica Lancet ha efficacemente distinto tra pregiudizi, incertezze e un po' di cattiva scienza. Recenti statistiche dicono che, per ogni 10.000 donne esaminate ogni tre anni dall'età di 50-70, circa 43 moriranno di cancro al seno. Circa 700 avranno diagnosi di cancro e molte di più saranno spaventate per essere richiamate per ulteriori esami.
Nonostante la maggior parte delle donne a cui si diagnostica il cancro con lo screening siano riconoscenti, non sono sicura se la mia vita sia realmente “salvata” o se sono diventata solo un nuovo paziente. Apparentemente ogni 15 donne che sono diagnosticate positive con lo screening, tre moriranno comunque di cancro al seno (quindi lo screening non ha salvato loro la vita), otto saranno sopravvissute (quindi lo screening ha portato a una diagnosi precoce, ma la cura sarebbe stata efficace ugualmente), una non morirà di cancro al seno (quindi lo screening previene la morte per questa causa), ma altre tre diventeranno vittime di cancro (quindi lo screening porta ad avere terapie e interventi chirurgici che non avrebbero mai fatto). Lo screening ha una sua validità confermata dalla donna che non muore di cancro al seno, ma tutte e 15 devono essere curate quando si trova qualcosa. E' abbastanza complicato da capire, e certe donne vorranno correre questo rischio. Ma sono felice di aspettare finché non avrò dei sintomi.
Susan Bewly, Professore del Complex Obstetrics, King's College London

Subire un intervento chirurgico alla fine della mia vita.
Non mi sottoporrei mai a un intervento di chirurgia addominale maggiore, se le probabilità di staccarmi dalle macchine che mi tengono in vita fossero scarse. Ho operato troppe persone in età molto avanzata per ragioni urgenti solo per vederle finire attaccate alle macchine, causando angoscia tra i familiari che devono decidere se staccare la spina. Personalmente eviterei interventi a tutti i costi e cercherei di trovare un altro modo per convivere con qualsiasi problema di cui sarei diagnosticato.
Paul Ruggieri, Chirurgo e autore del libro Confessioni di Un Chirurgo.

Queste sono le personali opinioni di alcuni operatori nel settore medico. Consultate il vostro medico se siete preoccupati per la vostra salute

...:::...

Alla prossima.

45 commenti:

  1. Mi corregga se sbaglio dottore ma ho l'impressione che, almeno su alcuni argomenti, non sia, in realtà, facile esprimere certezze neppure per gli addetti ai lavori. Ad esempio, su alcuni aspetti legati all'alimentazione si leggono spesso lavori osservazionali che si contraddicono. Le chiedo peró un parere informato, che io non sono in grado di farmi un'idea, sugli screening. Se mi pare acclarato che la misurazione del PSA sia da
    evitare, e il pap-test sia da fare, non mi é chiaro quale sia l'evidenza attuale per la mammografia. Lei che ne pensa?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. È un argomento che devo trattare.
      La mammografia è indubbiamente un esame utile ed efficace. Il problema che sta emergendo in questi anni (perché ormai abbiamo tanti dati e possiamo analizzarli) è che, nonostante sia un esame che mantiene le sue promesse (scova i tumori, spessissimo) non ha contribuito a diminuire in maniera chiara la mortalità per il cancro mammario.
      Il dibattito è attuale è molto acceso, ne parlano praticamente tutti i medici coinvolti ma ancora non si è giunti ad una conclusione soddisfacente.
      Allora forse posso dire anche la mia come se fossi tra quei medici intervistati nell'articolo. A mia moglie la consiglierei (infatti l'ha fatta) ho qualche dubbio sullo screening, cioè per offrirla a tutte le donne. Ma come detto ne parlerò spiegando le varie posizioni in merito e le evidenze scientifiche.

      Elimina
    2. Anche sul PSA non sarei così drastico, anche tra gli addetti ai lavori il dibattito è aperto. È vero che molti tumori della prostata rimarrebbero silenti, ma non vale per tutti. Non va sicuramente usato come screening di massa, ma da qui a dire che è ormai acclarato che sia da evitare ne passa...

      Elimina
    3. Sull'uso del PSA le linee guida più attuali parlano chiaro, sopra i 75 anni e sotto i 50 è sconsigliato lo screening, così come è sconsigliato come esame di routine per chi non ha sintomi o rischi particolari. Copio i punti salienti delle linee guida (che avevo inserito in un commento sotto):

      *si dovrebbe evitare di avviare allo screening con il PSA gli individui al di sopra dei 75 anni e/o con una attesa di vita inferiore a 10 anni in quanto eventuali benefici sono marginali rispetto ai rischi;

      * il dosaggio del PSA può essere offerto agli uomini con una attesa di vita maggiore di 10 anni che lo desiderino, purchè essi siano informati dei rischi (prevalenti) e dei benefici (limitati) legati alla somministrazione del test e con le azioni conseguenti al risultato;

      * Il dosaggio del PSA come test di screening in uomini asintomatici dovrebbe essere sconsigliato sotto i 50 anni;

      * In uomini di età compresa fra 40 e 50 anni, con fattori di rischio come la familiarità o la razza l’opportunità di un monitoraggio con PSA dovrebbe essere discussa caso per caso spiegando all’interessato i potenziali rischi (sovra diagnosi- sovratrattamento) ed i possibili benefici;

      * In assenza di sintomi e comunque di sospetto diagnostico, il dosaggio del PSA NON dovrebbe essere inserito nei controlli ematologici di routine.

      https://www.aiom.it/C_Common/Download.asp?file=/$Site$/files/doc/lg/2015_lg_aiom_prostata.pdf

      Elimina
  2. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. cioè, secondo Google Translate,
      "Se la banca immobiliare mutuo? Mutuo ipotecario Qual è lo stipendio? Prestiti auto devono fare? Thebank si risponde sempre a qualsiasi domanda in materia di prestiti!"
      spammare è sempre antipatico, ma farlo nei commenti di un blog di argomento medico è decisamente squallido...

      Elimina
  3. Vivo da tre anni e mezzo a Londra. Questo conferma ulteriormente la mia opinione: l'NHS, il servizio sanitario inglese, soprattutto per la medicina generica e quotidiana, è uno schifo. Come può un medico dire che uno screening è inutile, o che lo è addirittura una mammografia?!

    L'NHS è al collasso anche perchè il rapporto coi medici generici è talmente scadente che si fa pochissima prevenzione e il numero di emergenze è elevatissimo.Un malato andrà molto probabilmente prima dal farmacista che dal medico. Gli screening e i controlli precauzionali non vengono quasi mai fatti per risparmiare (persino a chi dona il sangue non vengono fatte analisi gratuite).

    Sempre dal Guardian, il tasso di sopravvivenza dal cancro in UK è tra i più bassi dei paesi sviluppati:

    https://www.theguardian.com/society/2016/feb/04/uk-cancer-death-rates-drop-10-per-cent-ten-years

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Credo che bisognerebbe distinguere tra l'aspetto "morale" e l'aspetto razionale di qualunque scelta, anche quella degli screening medici. Se fossimo sicuri che il beneficio apportato da qualsiasi attività medica fosse sempre superiore ai danni, potrebbe essere considerato immorale non praticarla.
      Purtroppo, càpita spesso che quello che ci promettono con grande enfasi (benefici senza rischi) non sia vero.

      Elimina
  4. E lei dottore cosa non farebbe?
    A parte la sua nota allergia alle terapie alternative... ;)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sicuramente non il PSA (antigene prostatico) e probabilmente neanche accanimento terapeutico o chirurgia plastica, sono più le cose che non farsi rispetto a quelle che farei e soprattutto farei solo se avessi un motivo per farlo. :)

      Elimina
  5. Francamente non ho capito il conteggio con cui pare che solo 1 donna su 15 sia stata salvata dalla mammografia. Non si è sempre detto e ripetuto che una diagnosi precoce salva la vita?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. La mammografia "vede" (quasi sempre) i tumori, dopo tanti anni di utilizzo si è visto che, nonostante l'utilità di questo esame, i vantaggi per le donne sono stati molto bassi (ne parlerò e spiegherò perché), alcuni tumori, anche maligno, non avrebbero ucciso quella donna, altri sarebbero progrediti molto lentamente e quindi non richiedevano trattamento, altri ancora erano troppo avanzati Alla fine quindi, facendo i calcoli (complicati e non si facile interpretazione) si è visto che la mortalità femminile non è diminuita così drasticamente, almeno per quello che si prevedeva. È questo il problema che è molto sentito all'interno della comunità medica. Ma ne parlerò meglio.

      Elimina
    2. Attendo con ansia questa spiegazione, perché l'argomento mi dà molto sui nervi.
      Io, che sono stata operata di un G3 di 3 cm trovato con lo screening, in che gruppo rientro? Probabilmente in quello di chi finisce comunque all'ultimo stadio e ne muore comunque.
      Che nel frattempo io abbia guadagnato qualche anno di vita non conta? Non frega niente a nessuno? A me sì

      Elimina
  6. Mi avvicino ai 45... davvero non è così necessario fare l'esame per il cancro alla prostata? Qual è il "tuo" parere, Salvo?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. No, non è per niente necessario se non si hanno sintomi o problemi. Non è utile come esame di screening.

      Elimina
    2. Beh, questo mi rassicura :)
      Ma quali sono i "sintomi" ai quali dovrei eventualmente prestare attenzione?

      Elimina
    3. Chiedere al medico di famiglia. :)

      Elimina
  7. Aggiungerei che il primario ortopedico del mio ospedale ha affermato che la medicina non è una scienza esatta e mi ha anche colpito l’opinione di un rinomato oncologo, Enzo Soresi, che è convinto che nel futuro la cura dei tumori vada sempre più personalizzata. Credo sia molto importante, per avere idee più chiare su quale sia la migliore forma di cura e prevenzione per le malattie più comuni, una raccolta sistematica di dati che metta a confronto le prognosi più o meno favorevoli dei pazienti con le cure (anche alternative) e i cambiamenti dello stile di vita adottati dagli stessi. Ciò potrà anche farci conseguire notevoli risparmi, oltre che ad una maggiore efficacia delle cure.

    RispondiElimina
  8. Quale è lo studio sulla salute delle donne e la dieta con pochi carboidrati citata nell'articolo?

    RispondiElimina
  9. Quale è lo studio sulla salute delle donne e la dieta con pochi carboidrati citata nell'articolo?

    RispondiElimina
  10. @salvodigrazia. Ma è vero che bisogna aspettare almeno 2-3 ore dopo aver mangiato per fare il bagno? O si tratta di una leggenda?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E' meraviglioso shockare tutti quando rientriamo in vacanza in Italia. Con mia figlia in acqua subito dopo pranzo. Se penso alle 3 ore a morire di caldo senza potermi bagnare per un semplice panino.

      Ci metto anche l'ossessione per il Phon... senza il quale sei condannato a morire di cervicale (altra leggenda italiana...)

      Elimina
    2. Salve dottore. Primo post dopo essere stato per tanto tempo un lurker del blog :)
      (Al momento sto ripercorrendo tutti gli articoli fino al primo postato)
      Innanzitutto grazie per il tempo che dedica a questa causa. Ho una buona preparazione scientifica ma non in campo medico, quindi mi sarebbe difficile cercare le informazioni da solo.
      Mi ha incuriosito molto questa questione del bagno a "stomaco pieno".
      Mi può dare qualche riferimento al riguardo?
      La ringrazio e continui così.

      Elimina
    3. E' una nota leggenda urbana: http://www.snopes.com/oldwives/hourwait.asp

      Dopotutto basta ragionarci sopra un po': qualcuno è mai morto per aver fatto la doccia subito dopo pranzo/cena? No, nessuno. :)

      Elimina
    4. Sempre sulla questione della credenza popolare che nuotare dopo i pasti possa causare la morte, c'è un interssante articolo del mitico Cecil Adams risalente agli anni '90 che spiega l'origine dell'isteria: http://www.straightdope.com/columns/read/1097/is-it-really-important-to-wait-30-minutes-after-eating-before-swimming

      Elimina
  11. @digrazia quindi non succede nulla se si fa il bagno subito dopo aver mangiato? Ci si può buttare direttamente in acqua o bisogna comunque entrare lentamente?

    RispondiElimina
  12. Se l'acqua non è gelida...BUTTATI! :D

    RispondiElimina
  13. Beh, però quando uno trova un sito, con apparente sponsor del ministero della salute, che afferma una cosa, potrebbe anche essere autorizzato a crederci
    http://www.educazioneacquatica.it/content.asp?ID=5

    A parte questo, evidentemente il ministero non controllerà tutte le cose che patrocina, mi chiedo se in queste interviste non possa esserci un effetto di eccesso di critica nei confronti della propria professione, un po' come quelli che per prima cosa si lamentano e sono critici del proprio lavoro.

    RispondiElimina
  14. Un pò OT: su Vice on skytg24 hanno raccontato di una nuova incedibile tecnica per combattere i tumori inoculando il virus del morbillo (e altri) che attaccherebbe le cellule tumorali causando in alcuni casi anche remissioni complete. Mayo Clinic e altre cliniche. La domanda è: È UN'ALTRA IRRESPONSABILE NOTIZIA FARLOCCA DI GIORNALISTI IN CERCA DI FACILI SCOOP O CI SONO EFFETTIVAMENTE DELLE SPERANZE?

    RispondiElimina
  15. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. CI SONO EFFETTIVAMENTE DELLE SPERANZE?

      Notizia vera (che poi i giornalisti a volte esagerano). I virus come "vettori" di terapia sono una frontiera affascinante ed incredibile della medicina e non solo nel campo dei tumori, anche in quello delle malattie genetiche. Attualmente il primo ostacolo sono i costi (elevatissimi, insostenibili) ma negli anni...chissà...

      Elimina
  16. In base a quali meccanismi una dieta chetogenica aumenterebbe il rischio di ictus e infarti?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. In base a quali meccanismi una dieta chetogenica aumenterebbe il rischio di ictus e infarti?

      Non so a cosa si riferisca il medico che lo ha affermato, si basa su una sua esperienza personale, presumo (ma vado per logica) che l'aumentato sforzo metabolico, l'elevato consumo di grassi e l'aumento di insulino resistenza (come sembrerebbe emerso anche da alcuni studi) si possano tradurre in un superlavoro cardiovascolare peggiorato dagli altri fattori di rischio che, per qualcuno (soprattutto se a rischio) potrebbe rappresentare un problema. Ma non so però se quel medico si riferisse a questo.

      Elimina
  17. D'accordo soprattutto sul PSA ... Mi ricordo che uno statistico dell'istituto superiore di sanità disse almeno dieci anni fa ad un congresso di oncologia che per salvare un paziente che sarebbe morto di cancro prostatico si rischiava di curarne almeno 18 senza vantaggi.
    Inoltre ho una copia dell'articolo in cui lo scopritore del PSA denuncia l'uso discriminato di questo market nei pazienti NON operati: la validità del market era dimostrata nei pazienti operati di prostatectomia in cui di azzerava e doveva rimanere tale.
    Lo screening del tumore mammario dipendendo da una metodica fortemente operatore-dipendente non può che dare risultati a volte deludenti.

    RispondiElimina
  18. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  19. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  20. Studio medicina e quelle volte che mi è capitato di ascoltare a lezione un professore che parlasse del carcinoma prostatico, il commento unanime (da parte dei professori) è sempre stato: mai mi farei controllare il PSA, in questo modo scoprono “tumori” che mai avrebbero scoperto e si viene sottoposti a chirurgie non necessarie. In questi commenti lei afferma la stessa cosa.

    Non mi è molto chiaro il perché: in fondo il tumore alla prostata ha una mortalità ancora abbastanza elevata.
    Mio padre ha avuto questa esperienza: controllo routinario del PSA. Valori elevati e dopo biopsia, diagnosi di carcinoma prostatico. La biopsia ha dato un Gleason 7, confermato dopo la prostatectomia.
    Mio padre non aveva alcun sintomo. Ha sbagliato a fare questi controlli a cui è seguita l’operazione?
    Se non li avesse fatti la sua aspettativa di vita sarebbe stata la stessa?

    Se tutti voi medici siete convinti che sia inutile, allora perché viene fatto fare su così larga scala a pazienti che non lo richiedono?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Se tutti voi medici siete convinti che sia inutile, allora perché viene fatto fare su così larga scala a pazienti che non lo richiedono?

      Non è un test inutile (non lo ha mai detto nessuno), è inutile e dannoso farlo a tutti (screening) a qualsiasi età e senza sintomi.
      Il PSA non è un test preciso, potrebbe essere normale mentre hai un tumore, alterato quando ne hai uno ma allo stesso tempo se non ne hai. Può essere quindi un danno farlo "a tappeto", se trovi 100 PSA alti (e magari di questi in 80 avevano un tumore veramente), rischi di intervenire (pesantemente) sui venti che invece non hanno niente.
      Inoltre molti tumori prostatici hanno una progressione lentissima (decenni), faccio un esempio: se trovo un PSA elevato in un uomo di 70, faccio anche una biopsia, poi una TAC e scopro che questa persona ha un tumore. Se il suo tumore (faccio sempre un esempio) diventasse pericoloso i 30 anni (quindi quando questa persona avrebbe 100 anni!), che senso avrebbe intervenire, operare, fare chemio, farmaci, spendere soldi, stress, ricoveri, eccetera?
      Spero di essermi spiegato.

      Saluti!

      Elimina
    2. Grazie della risposta. Il motivo per cui sarebbe meglio non farlo a tutti, soprattutto a pazienti senza sintomi, mi è chiaro.
      Quello che non mi è chiaro è il fatto che se viene fatto a tappeto è perché viene prescritto/consigliato dai medici. Solo che poi qualsiasi medico nello specifico risponde che lui personalmente non lo farebbe mai se asintomatico (e nello stesso momento magari lo prescrive ai suoi pazienti asintomatici).

      Non so se sono riuscita a spiegare la mia perplessità. Le motivazioni per non farlo le capisco e condivido, non capisco perché queste cose non vengono assolutamente chiarite ai pazienti (al contrario vengono sempre consigliati di controllarsi il PSA dopo una certa età).

      Elimina
    3. E poi girano moltissimi articoli come questi: http://www.repubblica.it/salute/prevenzione/2016/05/28/news/nove_milioni_di_italiani_resistono_all_urologo_a_giungo_prevenzione_gratuita_in_200_centri-140741082/ che al contrario di quanto detto qui, fan pensare che la prevenzione sia essenziale.

      Elimina
    4. non capisco perché queste cose non vengono assolutamente chiarite ai pazienti (al contrario vengono sempre consigliati di controllarsi il PSA dopo una certa età)

      Il medico dovrebbe agire secondo scienza e coscienza. La scienza la desumi dalle linee guida, derivano dai risultati degli studi, delle prove e della evidenze, la coscienza è personale, dipende anche dall'esperienza e dal buon senso.
      Nessuno dice che la prevenzione non sia fondamentale (anzi!) ma bisogna capire cosa si intende per prevenzione. Se un medico non segue le linee guida, rischia di curare usando solo le proprie opinioni e convinzioni, che possono essere giuste ma anche sbagliate e visto che sbagliare in questo campo è pericoloso, ne consegue che è pericoloso anche usare solo le proprie opinioni.

      Qui le linee guida del tumore prostatico:

      dalle quali riporto i punti relativi al PSA:

      *si dovrebbe evitare di avviare allo screening con il PSA gli individui al di sopra dei 75 anni e/o con una attesa di vita inferiore a 10 anni in quanto eventuali benefici sono marginali rispetto ai rischi;

      * il dosaggio del PSA può essere offerto agli uomini con una attesa di vita maggiore di 10 anni che lo desiderino, purchè essi siano informati dei rischi (prevalenti) e dei benefici (limitati) legati alla somministrazione del test e con le azioni conseguenti al risultato;

      * Il dosaggio del PSA come test di screening in uomini asintomatici dovrebbe essere sconsigliato sotto i 50 anni;

      * In uomini di età compresa fra 40 e 50 anni, con fattori di rischio come la familiarità o la razza l’opportunità di un monitoraggio con PSA dovrebbe essere discussa caso per caso spiegando all’interessato i potenziali rischi (sovra diagnosi- sovratrattamento) ed i possibili benefici;

      * In assenza di sintomi e comunque di sospetto diagnostico, il dosaggio del PSA NON dovrebbe essere inserito nei controlli ematologici di routine.

      Elimina
    5. Ho dimenticato di riportare il link alle linee guida, eccolo qui: https://www.aiom.it/C_Common/Download.asp?file=/$Site$/files/doc/lg/2015_lg_aiom_prostata.pdf

      Elimina
  21. I medici hanno uno strumento infallibile, chiamato retrospettoscopio. Col senno di poi, tutto è chiaro e sicuro, anche nei casi singoli.
    Ma per dare un giudizio ragionato è meglio non usare aneddoti, ma dati relativi a campioni più numerosi.
    In uno studio (*) sono state esaminate istologicamente le prostate di persone morte per trauma a Detroit, esaminando sezioni dell’intero organo prese ogni 3 millimetri: 80 % degli uomini sopra i 70 anni di età ha un carcinoma localizzato della prostata, ma il tumore si manifesterà clinicamente solo in rarissimi casi, mentre in tutti gli altri le persone moriranno di altre malattie prima di accorgersi del tumore.
    Se invece le persone fanno un PSA, sapranno di "avere un tumore", e si sentiranno obbligate ad operarsi. Con le ovvie conseguenze di mortalità perioperatoria (sono pazienti anziani!), incontinenza ed impotenza.
    Alla fine, il guadagno in salute non è un gran che.
    * Sakr WA, Grignon DJ, Haas GP, Heilbrun LK, Pontes JE, Crissman JD. Age and racial distribution of prostatic intraepithelial neoplasia. Eur Urol 1996; 30: 138-144.

    RispondiElimina
  22. Interessante, non sono per niente d'accordo con il penultimo estratto.
    Zero proprio, in ogni caso il dato epidemiologico italiano non coincide.

    RispondiElimina

I tuoi commenti sono benvenuti, ricorda però che discutere significa evitare le polemiche, usare toni civili ed educati, rispettare gli altri commentatori ed il proprietario del blog. Ti invito, prima di commentare, a leggere le regole del blog (qui) in modo da partecipare in maniera costruttiva ed utile. Ricorda inoltre che è proibito inserire link o indicare siti che non hanno base scientifica o consigliare cure mediche. Chi non rispetta queste semplici regole non potrà commentare.
I commenti che non rispettano le regole potranno essere cancellati, anche senza preavviso. Gli utenti che violassero ripetutamente le regole potranno essere esclusi definitivamente dal blog.

Grazie per la comprensione e...buona lettura!