martedì 25 settembre 2012

1871


La percezione dei progressi scientifici e tecnologici non è sempre immediata. Pensate alla differenza tra un quarantenne ed un bambino che oggi ha 10 anni. Per queste due persone che vivono nella medesima epoca storica il "cellulare" o il "computer" sono due oggetti che assumono un significato assolutamente diverso. Il progresso è stato talmente veloce che le nostre generazioni, per la prima volta, si scontrano con un fenomeno nuovo e sconosciuto. Sono i giovani che trasmettono le loro conoscenze agli anziani.
L'uso del computer, oggi diffusissimo, è alla portata dei più giovani ma distante dalle conoscenze dei meno giovani. Il cellulare è un oggetto "moderno" per i cinquantenni e "ordinario" per i dodicenni. Non è incredibile?
Questo succede anche in campo medico.
Non vedere bambini poliomielitici è la norma per un ventenne di oggi mentre era la norma il contrario per chi oggi ha cinquant'anni. Stesso fenomeno per le cure: morire di polmonite oggi è una rarità e suscita scalpore, per i nostri nonni era assolutamente normale. Questo perchè i progressi medico-scientifici hanno fatto dei passi enormi e talmente veloci che da una generazione all'altra hanno cambiato letteralmente la vita di tutti noi rendendo certi aspetti della vita quotidiana quasi fantasiosi, come se fossero inventati (basti leggere gli argomenti di chi è contro i vaccini).
Ma davvero i nostri nonni morivano per un'infezione?
Era una realtà morire di parto così frequentemente? Sapevamo davvero così poco e così pochi anni fa?
Ebbene sì.
Leggere come erano curati i nostri avi può servire non solo a comprendere come siamo fortunati ad essere nati in quest'epoca ma anche a demolire due luoghi comuni difficili da estirpare. Il primo vuole che i nostri nonni fossero "saggi" e risolvessero i problemi di salute in maniera semplice ed efficace. La realtà è ben diversa. Siamo noi a risolvere i problemi in questo modo e proprio perchè disponiamo dei mezzi per farlo. I nostri antenati non avevano alcun mezzo realmente utile a curare le malattie e dovevano arrangiarsi con quello che offriva la scienza di quell'epoca: poco o niente, era questa la loro "saggezza". Bufale come l'"autoguarigione", dette oggi fanno pensare a qualcosa di reale, dette ai nostri avi era l'unica possibilità perché se non guarivi da solo morivi.

Il secondo luogo comune è quello che dipinge le industrie farmaceutiche come dispensatrici di morte. Sono aziende ed hanno lo scopo di guadagnare ma senza di loro che producono i farmaci anche noi non avremmo che pochissime possibilità di guarire o sopravvivere. L'interesse dell'industria farmaceutica quindi dovrebbe combaciare esattamente con quello che abbiamo noi di avere medicine sempre moderne, a disposizione ed  portata di tutti. Non è sempre (né dovunque) così ma oggi la "pillola" è davvero una possibilità per la maggioranza della popolazione (ricca) del mondo, dove le industrie non esistono (e non guadagnano), non producono né investono e quindi esiste anche difficoltà di accesso alle cure e questo è un problema dei giorni nostri, non dei nostri "saggi antenati".
Per chi non ci credesse proviamo a leggere un libro medico, (Vincenzo Balocchi: Ostetricia, 1871) un testo di ostetricia utilizzato nelle università italiane, forse il più utilizzato in quegli anni: il ginecologo di nostra nonna probabilmente si era preparato su questo e quando aveva un caso difficoltoso si avvaleva di alcuni strumenti che andremo a vedere. Avevo già parlato di come si gestissero la gravidanza ed il parto negli scorsi secoli ma sapere anche come si curavano le malattie è ancora più didattico. Giusto per misurare con dei numeri, l'Italia è uno dei paesi al mondo con minore mortalità materna ed infantile in gravidanza e parto. Nel 2009 in Italia sono morti meno di 3 bambini su 1000 in gravidanza o durante il parto quando in Nigeria (statisticamente tra le peggiori) ne morivano quasi 46 su 1000 e la mortalità materna segue questo trend: nel 2009 in Italia sono morte 6 donne, in Nigeria 1100. Ecco cosa vuol dire progresso, scienza e medicina, per nostra fortuna. Alcuni passi del libro possono essere impressionanti o difficili da sopportare, cercherò di limitarli al minimo indispensabile.


Le cause dell'aborto

Oggi si sa che le cause di aborto (la perdita del prodotto del concepimento, può avvenire in varie epoche di gravidanza ma soprattutto nelle fasi iniziali) sono svariate, la più frequente comunque rimane l'anomalia dell'embrione, una patologia cromosomica o genetica ad esempio o una malattia ereditaria. Altre cause possono essere le malattie materne o le infezioni.
Ed all'inizio del 1900? Alcune "intuizioni" oggi possono sembrare incredibili, ma l'epoca non permetteva di avvalersi degli strumenti diagnostici e terapeutici di oggi, leggere quello che leggevano i medici dei nostri avi può aprire gli occhi a chi crede ciecamente che la medicina "non si è evoluta".

Nel libro tra le cause di aborto una classe è definita "predisponente", molto frequente, sembra che senza di una di queste cause l'aborto non sarebbe potuto avvenire. Tra le cause si dice che basta che le donne:
...siano colpite da un odore penetrante, che alzino un braccio e spesso anche che scendano il letto...
Probabilmente però si intuiva che la causa del problema poteva risiedere anche in qualcosa di "insito" nell'embrione ma si reputava plausibile che "l'uovo" (così veniva definito l'embrione) fosse "debole" perchè:
...derivante dal seme di un padre infermiccio o che soffre o ha sofferto di sifilide...
Molto curiosi sono i rimedi per "curare" l'aborto (naturalmente si può curare la minaccia di aborto, non l'aborto avvenuto ma in quegli anni non esisteva l'ecografia e molti "aborti" erano in realtà solo minacce) e nel libro sono elencati una serie di rimedi particolarmente interessanti (corsivi miei):
Per la donna debole:
Riposo (rimedio validissimo anche oggi!)
Amari
Preparazioni ferruginose (per prevenire l'anemia?)
Moto all'aria libera
Se la donna è robusta o addirittura obesa è bene ricorrere al salasso dal braccio (prelievo di sangue), rinfrescanti, alimentazione poco succulenta, bevande acquose.

Quando la donna ha già sofferto numerosi aborti è bene raccomandare il riposo e praticare salasso (prelievo di sangue) mediante sanguisughe poste sull'inguine.
In caso di donne irritabili o isteriche è bene utilizzare il laudano (un liquore) o il "siroppo di papavero" utilizzato con successo dal prof. Bigeschi.
Questi non sono trattamenti "artigianali" da uomo primitivo ma le cure degli ospedali della nostra Italia del periodo a cavallo tra 1800 e 1900.

La gravidanza extrauterina

In alcuni casi, dopo la fecondazione, l'embrione non si impianta come dovrebbe all'interno della cavità uterina ma in un altro punto. Molto frequente il caso di impianto su una delle tube ma sono conosciuti rari casi di impianto sulle ovaie, sull'intestino e persino in organi lontani dall'utero. Si chiama "gravidanza extrauterina" e le cause di questa "anormalità" non sono ancora del tutto chiare. In passato questa patologia rappresentava un grave problema che si concludeva quasi sempre con la morte della donna (le donne che leggono e che hanno avuto una gravidanza extrauterina riflettano su questo dato semplice ed oggi poco conosciuto), oggi si assiste quasi sempre alla risoluzione totale. Se sono state ipotizzate cause infettive, immunitarie ed anatomiche per l'origine della gravidanza extrauterina, in passato si brancolava letteralmente nel buio. Vediamo così che nel testo si dibatte sulle cause della gravidanza extrauterina, le ipotesi sono incredibili:

esse sieno più comuni nelle donne non maritate [...] e risulterebbe che questo accidente fosse più facile a verificarsi in quelle donne che nel tempo del coito furono soggette a paura o terrore. In queste dunque parrebbe che la cagione di esse dovesse considerarsi essere la provata emozione.
Curioso vero? Per i nostri medici di un tempo, la causa della gravidanza extrauterina era la paura provata durante il concepimento.
Poi si ipotizzano anche le cause infettive o infiammatorie (definite tipiche delle prostitute).

L'infezione puerperale
Oggi quasi scomparsa, rappresentava una delle cause più importanti di morte nel 1800 e fino agli anni della II guerra mondiale. Gli antibiotici non esistevano ancora e quando una persona subiva un'infezione doveva sperare (e tanto) sulla buona stella, in realtà era una vera e propria strage di neomamme. Una donna che ha partorito (si chiama puerpera) è ancora più a rischio di infezione e se oggi la medicina contrasta le infezioni già prima (con la sterilità della strumentazione) che dopo (con l'eventuale terapia antibiotica) in quegli anni la curava con gli scarsi e per noi sorprendenti mezzi a disposizione.
Erano diverse le "scuole di pensiero" nella cura delle infezioni puerperali. Alcuni procedevano con infusi di piante come l'aconito o la digitale, altri con la "terapia mercuriale" (vapori di mercurio di altissima tossicità che procuravano uno stordimento generale), i salassi erano sconsigliati e si puntava tutto su sostanze (ammoniaca, cloro, arseniato di chinina) che in pratica non avevano alcun effetto (positivo, ne avevano invece di tossici) ed infine sull'accompagnare la donna ad una morte "serena". La rassegnazione, pur non ammessa, era l'unica vera medicina dell'epoca. Straziante ma interessante leggere come era descritta una donna con infezione puerperale:
La malata può lamentarsi di dolor di capo ma l'intelligenza è chiara [...] la faccia è pallida con occhi infossati colle palpebre inferiori livide, come sono lividi gli angoli della bocca [...]. V'he spesso una gran sete ma a bevanda è rigettata appena presa.

I segni che indicano il cadere delle forze vitali formano il secondo stadio. Le estremità diventano fredde, l'aspetto della malata è più livido, il polso [il battito cardiaco, normalmente attorno ai 70 battiti al minuto] a 160, piccolo e debole [appena percepibile]. Succedono vomiti senza sforzo uscendo spesso come un rivo verde dalla bocca. L'intelletto rimane lucido fino alla fine ed il sollievo che la paziente prova in confronto alle passate sofferenze [...] spesso eccita la fede nel suo risorgimento quando è già alle prese con la morte. Una traspirazione vischiosa e fetente si mostra alla superficie, la respirazione diventa gradatamente meno affrettata e la morte chiude la scena.
Impressionante. Eppure questa era la fine di tante donne di fine 1800 inizio '900.
Nel libro si fa riferimento al "veleno che produce la febbre" perchè non erano chiari nemmeno i meccanismi che scatenavano un'infezione, figuriamoci la cura. L'autore del testo consiglia di far odorare alla malata dei sali di canfora perchè ha notato che la donna accenna dei sorrisi quando li odora e quindi deduce possa valicare la soglia della vita con un animo più sereno.
Sembra storia primitiva vero?

L'eclampsia

E' una patologia particolarmente grave tipica (ed esclusiva) della gravidanza. Non approfondisco ma il sintomo principale di questo problema è l'ipertensione (cioè la pressione arteriosa elevata). Oggi, esclusi alcuni casi particolarmente gravi o non trattati, si ha quasi sempre un esito favorevole della patologia grazie ai farmaci a diposizione che permettono di salvare la donna gravida ed il bambino che ha in grembo, in ogni caso, anche oggi, la malattia resta insidiosissima. Leggiamo come risolvevano (cercavano di risolvere) questo importante problema i medici di un secolo e mezzo fa.

La terapia si basava quasi tutta sul cloroformio (come sedativo) ed i salassi (il prelievo di sangue).
Ma come curavamo l'ipertensione nel 1871?
E' presto detto:
...si eseguirà un abbondante salasso [...] si agirà in seguito sugli intestini con purganti di olio di ricino e [...] si potrà mettere la donna sotto l'influenza del tartaro emetico [una sostanza che provoca nausea]. Saranno utili bagni tiepidi prolungati, le punture sulle zone edematose e le moschettature [dei tagli eseguiti sulle parti del corpo rigonfie per la ritenzione idrica].
Il salasso (che ai tempi era una cura praticamente per qualsiasi malattia e derivava dal concetto arcaico di "disintossicazione" e di "estrazione del male dal corpo") veniva eseguito con delle piccole lame o con le sanguisughe poste sulla nuca (per 3-4 ore) o sul torace. Si estraeva poco più di mezzo litro di sangue e fino ad un litro nei paesi anglosassoni.
Ancora più sorprendenti le pagine dedicate alla "mania puerperale". Nei casi gravi di eclampsia si assiste anche a convulsioni e disturbi visivi e neurologici. Non conoscendo la fisiologia, per i nostri avi questi casi erano da relegare a "follia".
"Più tipica delle classi agiate, era caratterizzata da attacchi isterici" (che oggi sappiamo trattarsi di convulsioni molto gravi), insonnia, cefalea (che oggi sappiamo dovuta all'ipertensione).
La paziente può essere allegra o melancolica, cantante e parlante, senza riposo oppure ostinatamente taciturna o sospettosa di tutti, immaginando ingiurie ed offese da parte del marito e degli amici. Canta spesso a piena gola canzoni o stornelli che niuno le aveva mai udito cantare. Spesso usa un linguaggio osceno. Quelle che furono caste divengono provocatricci [sic], la pelle è scolorata, pallida la faccia, il ventre molle.
Oggi sappiamo che queste povere donne non erano "folli" ma si trovavano in piena crisi eclamptica, una delle complicanze più temibili della gravidanza che se non prontamente trattata può condurre persino a morte.
Una cosa che mi ha colpito in maniera particolare è che quando si presentava un caso difficile che rischiava di far morire una donna, l'autore ricorda spessissimo di aver consultato un noto professore di una città vicina o un luminare di un altro ospedale della zona. Visti i collegamenti dell'epoca (sia stradali che nelle comunicazioni, certo non esisteva internet) si capisce nel testo che questi "aiuti" esterni arrivavano dopo ore ed ore dalla chiamata iniziale tanto da poter continuare a svolgere qualsiasi altra attività e permettere persino dei "bagni rilassanti ripetuti" per dare sollievo alla donna che probabilmente era in fin di vita.
I luminari accorsi su chiamata poi, effettuavano quasi sempre manovre inventate da essi stessi, improvvisate, provate al momento, erano considerati quasi degli dei e potevano permettersi di tutto. In questi casi il fallimento era quasi scontato (e nel libro si parla di tentativo infruttuoso o andato male) e questo era il risultato della inesistenza della medicina scientifica: era quasi tutto improvvisato.
Incredibile la spiegazione di una delle cause di morte in puerperio (cioè dopo il parto). Oggi, evento rarissimo, un decesso ha sempre cause spiegabili e non per forza legate alla gravidanza, a quei tempi tra le ipotesi vi era "l'esaurimento delle forze per causa nervosa", in pratica si credeva possibile una morte per "stanchezza eccessiva da parto" (ma probabilmente si trattava di complicanze del parto oggi conosciute).
Tralascio i capitoli relativi alle emorragie (si attendeva la morte della donna senza in pratica fare nulla se non tentativi inutili di risoluzione, non esistevano neanche le trasfusioni di sangue) o al taglio cesareo (l'anestesia era effettuata con il cloroformio ed il taglio con un "coltello panciuto ed affilato", sterilizzato per ebollizione in acqua).
Chiudo con una nota più leggera, volete sapere come avreste preparato il letto di un neonato nel 1871?
Il suo letto deve essere grande e profondo [...] il fondo di esso sarà di foglie di granturco o di foglie di zoster marino: la lana o il crino devono essere proscritti, come sostanze che si impregnano di orina ed esalano un cattivo odore.
Insomma un viaggio che può sembrare assurdo e da incubo quando in realtà era vita quotidiana dei nostri non lontani antenati. Pensiamoci quando leggiamo di medicina "ancora non progredita" o di "saggezza della medicina di un tempo".

Alla prossima.

37 commenti:

  1. Nel 1847 il dr. Semmelweis impose ai medici del suo reparto di lavarsi le mani con una soluzione disinfettante prima di visitare una puerpera. Risultato? Le morti per febbre puerperale diminuirono in maniera drastica, ma lui fu considerato un eccentrico mitomane. Solo con gli studi di Pasteur sui batteri si scoprì che Semmelweis aveva ragione...
    I fautori della saggezza della medicina di un tempo dovrebbero provare sulla loro pelle non dico un'amputazione senza anestesia (non sono così sadica), ma anche solo un'infezione urinaria curata con sulfamidici anziché con antibiotici, come negli anni '30 del moderno XX secolo...

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  2. il laudano non è un liquore qualsiasi, è una droga derivante dalla macerazione in alcool dell'oppio, e presumo che anche lo "siroppo di papavero" fosse qualcosa del genere. Ci credo che calmava e donne isteriche! Su quanto invece facesse bene all'eventuale feto non abortito ho qualche dubbio...

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  3. ...però...pensandoci bene...quando ho avuto la minaccia di aborto la mattina ero davvero scesa dal letto, e sicuramente avevo anche alzato non uno, ma addirittura due braccia, quantomeno per lavarmi il viso... :))
    A parte gli scherzi, di credenze dovute all'ignoranza ne sopravvivono ancora, basti pensare al divieto di mangiare prosciutto e insaccati in gravidenza. Anche il mio ginecologo, ottimo medico e gran persona, quando ho provato a spiegargli che la salagione "uccide" il protozoo incistato eventualmente presente nella carne mi ha risposto vagamente: "va beh, ma che ti costa non mangiare il prosciutto?".

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  4. grazie dello scritto: serve sempre ricordare a che termini eravamo tanti anni fa...

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  5. Leggendo questo purtroppo mi rendo conto quanto anche noi siamo arretrati rispetto a quanto vorremmo essere:
    "Tesoro, faccio un po' tardi per cena perchè a lavoro una sega mi ha amputato un braccio e sto andando a farmene mettere uno nuovo."
    "Prenda due di queste e torni domani per assicurarci che il tumore non ci sia più"
    Quanto arretrati appariremo a chi verrà...

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  6. Quanto arretrati appariremo a chi verrà...

    Questo è sicuro.
    E non è una tragedia, è la vita.

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  7. @Unknown
    Il dottore mi ha dato una pillola ed il rene mi è ricresciuto!
    Star Trek - Rotta verso la Terra
    ^.^

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  8. Nel blog di mio nipote, nel 2070 (pubblicato con tecnologia alfa2233wk dal pianeta Ti2, ci sarà un articolo intitolato 2012 con il bollino rosso, di sicuro.
    :)

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  9. Nel blog di mio nipote, nel 2070 (pubblicato con tecnologia alfa2233wk dal pianeta Ti2, ci sarà un articolo intitolato 2012 con il bollino rosso, di sicuro.

    Spero ardentemente di riuscire a leggerlo!!!

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  10. Articolo interessantissimo. Se posso chiedere, il libro l'hai trovato da qualche parte in particolare (biblioteca ospedaliero-universitaria?)o è tuo?

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  11. il libro l'hai trovato da qualche parte in particolare (biblioteca ospedaliero-universitaria?)o è tuo?

    E' mio, comprato importandolo dagli USA, ho una piccola collezione di testi antichi di ostetricia e di strumenti chirurgici d'epoca.

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  12. E la medicina alternativa si prefigge di riportare tutto indietro a quel periodo, in sostanza.

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  13. @eli: spiegamela in po' questa del protozoo della toxo che c'ho una voglia di salame...

    No perché a me han detto che solo la cottura lo ammazza... :-(

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  14. @eli: spiegamela in po' questa del protozoo della toxo che c'ho una voglia di salame...

    No perché a me han detto che solo la cottura lo ammazza... :-(

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  15. @Sara
    Nei tessuti degli animali infetti (cioè nella carne) il toxoplasma, che è il protozoo che provoca l’infezione, si trova in uno stadio latente sotto forma di cisti. Queste cisti con il congelamento (-12°C), con la cottura (che raggiunga almeno i 68° C a core) e con un corretto processo di salagione e stagionatura, vengono inattivate, quindi non sono più pericolose.
    Mi sembra di ricordare che invece la cottura a microonde non abbia le stesse garanzie.
    Per quanto riguarda frutta e verdura, queste devono essere lavate accuratamente perché potrebbero esservi presenti gli oocisti del protozoo.
    Ovviamente l’incidenza maggiore nella contaminazione da toxoplasma si ha maneggiando le feci dei felini, quindi se devi pulire la lettiera del gatto utilizza sempre i guanti o meglio, fallo fare a qualcun altro e non mettere in bocca le mani dopo averlo accarezzato!

    Se poi vuoi proprio essere sicura, prima di mangiare il salame congelalo!

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  16. > E non è una tragedia, è la vita.
    La vita è una tradegia. Il motivo per cui non ho figli.

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  17. Io conservo come un tesoro un quadernetto datato 1889 con gli appunti delle mia Bisnonna che era "levatrice". E' piuttosto difficile da leggere data la calligrafia antiquata, ma certi passi sono affascinanti, come quello in cui si raccomanda alla levatrice di "recarsi presso il letto della partoriente con animo tranquillo e modi graziosi"... Purtroppo le ultime pagine riguardano il "parto agrippino" (podalico?) e si concludono con la frase "assai pericoloso per il feto, che raramente vive" :(

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  18. parto agrippino" (podalico?)

    Sì, è il podalico.
    Era considerato "letale" fino alla fine del 1800, poi tornò l'abitudine di farlo partorire spontaneamente ma visto il rischio (che permane, anche se basso e legato a certe situazioni), oggi è una delle pochissime indicazioni assolute per il cesareo.

    Comunque, bellissimo il libretto della levatrice, io lo spolperei, amo la medicina "saggia e naturale" dei nostri avi.
    :)

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  19. Riguardo alla Toxo, sarà anche vero che una corretta salagione e stagionatura inibisce l'effetto del protozoo, ma visto che una piccola probabilità rimane e che il consumo di insaccati è comunque da limitare in ogni caso tanto vale farli sparire dalla tavola per un pò.
    Il salame congelato e scongelato non l'ho mai provato, ma la bresaola si (poi marinata in olio e limone) :-).

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  20. @Maurizio: certo, la prudenza non è mai troppa, allora forse è meglio evitare anche frutta non sbucciata, insalata, verdura cruda in genere, etc. E per chi è alle prese col diabete gestazionale, come lo sono stata io, non è facile destreggiarsi quando, per lavoro, si deve mangiar fuori ogni giorno. Che fai se il prosciutto cotto e la mortadella sono vietati, la caprese peggio che mai (che ne sai se hanno lavato per bene i pomodori?). Il mio diabetologo mi consigliò, appunto, un panino al prosciutto piuttosto che altro per pranzo, dato che il rischio di contrarre la toxo è praticamente inesistente.

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  21. Ma cosa scriverai nel tuo ultimo post su questo blog sapendo che resterà per secoli nella memoria della rete e quindi accessibili ai medici del futuro? :-)

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  22. riguardo al secolare dilemma della toxoplasmosi, si va dal non mangiare nemmeno il roastbeef al "liberalismo" del mio ginecologo, che non mi aveva proibito niente ma solo raccomandato di lavare bene frutta e verdura: in effetti, io che ho sempre avuto gatti in casa a 36 anni ero negativa alla toxoplasmosi, quindi non deve essere tanto facile ammalarsi... ;)
    invece recentemente ho sentito di una futura mamma che non può mangiare gorgonzola per non so quale problema (listeriosi?)

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  23. dimenticavo: sono felice di essere qui, dopo circa 12 anni di attività sui ng contro i vari "consulenti" e medici laureati a...paperopoli! ;)

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  24. Se ti interessa te lo scannerizzo!

    Non voglio disturbarti. Però se ti dovesse capitare accetterei volentieri.
    :)

    Ma cosa scriverai nel tuo ultimo post su questo blog sapendo che resterà per secoli nella memoria della rete e quindi accessibili ai medici del futuro?

    Affascinante.
    Mi piace.

    sono felice di essere qui

    Benvenuta.

    riguardo al secolare dilemma della toxoplasmosi, si va dal non mangiare nemmeno il roastbeef al "liberalismo" del mio ginecologo, che non mi aveva proibito niente ma solo raccomandato di lavare bene frutta e verdura

    Io consiglio questo (a chi non è immune):

    -Attenta igiene personale (soprattutto mani)
    -Lavare bene frutta e verdura
    -Evitare alimenti di dubbia provenienza
    -Evitare contatto con animali randagi
    -Mangiare solo insaccati industriali (non in quantità industriale, di provenienza industriale).

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  25. Fino agli anni '40/'50 le sigarette non erano ritenute nocive per la salute, ma anzi i dottori americani ne consigliavano il consumo ai loro pazienti, con tanto di spot pubblicitari con il marchio dell'associazione nazionale dei medici americani.

    RispondiElimina
  26. @Salvo Di Grazia,
    sto scannerizzando il quaderno. Invece di intasarti la mail con quintali di foto, ho fatto un sito gratuito: Il Quaderno della Levatrice
    oltretutto serve anche a me dato che il quadernetto è molto fragile e non vorrei che andasse a ramengo...
    Per ora ci sono soltanto 16 pagine ma lo aggiornerò via via.

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  27. Gentile Salvo, non so se le dispiace, ma l'ho citata in un articolo nel portale del gruppo Boinc Italy a cui partecipo.
    http://www.boincitaly.org/blog/pensieri-distribuiti/2355.html

    Noi supportiamo il calcolo distribuito come aiuto alla scienza (anche medica), confidando nei miglioramenti della stessa.
    Saluti
    Stefano

    RispondiElimina
  28. Per ora ci sono soltanto 16 pagine ma lo aggiornerò via via.

    Grazie!
    Bellissima anche l'idea di condividerlo on line.

    "D: A che servono le ossa?

    R: Le ossa ci danno l'altezza del corpo, senza di esse non si potrebbe stare in piedi..."

    Fenomenale.
    :)

    @ boboviz:

    non so se le dispiace, ma l'ho citata in un articolo nel portale del gruppo Boinc Italy a cui partecipo.

    Mi fa piacere, complimenti per l'iniziativa.

    RispondiElimina
  29. Non so dove altro postare questi link che ho trovato in questi giorni:
    http://www.ilgiornale.it/news/salute/ora-lordine-dei-mediciriconosce-metodo-bella.html
    http://www.news-24h.it/2012/09/umberto-veronesi-riconosce-il-metodo-di-bella-la-fine-del-boicottaggio/

    Ma allora DiBella aveva ragione? Oppure i giornalisti hanno preso la solita cantonata....

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  30. Ma allora DiBella aveva ragione? Oppure i giornalisti hanno preso la solita cantonata...

    Bufale.
    Tutte e due: l'ordine dei medici non ha "riconosciuto" nulla (ha patrocinato un convegno al quale partecipava Di Bella) e Veronesi nemmeno (un medico dell'IEO ha rilasciato un certificato su richiesta per un paziente che doveva fare un ricorso all'ASL).

    Ho risposto ad almeno 30 mail che chiedevano notizie su questo presunto "riconoscimento" (che non esiste), sono balle. Nemmeno si rendono conto di come le sparano grosse...

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  31. Salvo, ti scrivo qui per chiederti se i commenti sul tuo blog sul FQ devono seguire particolari regole o se il moderatore di turno mi trova antipatico.
    Ammiro la tua compostezza e il fatto che non partecipi alle polemiche sterili.

    RispondiElimina
  32. I commenti sul "Fatto" non li controllo io ma un moderatore della redazione.
    Se non li pubblica evidentemente li avrà trovati non aderenti alle regole (comunque se hai dubbi puoi contattarli).

    Alle polemiche non partecipo più perché servono (a chi le fa) per fare confusione e spostare il discorso su altri argomenti in modo da sminuire il messaggio dell'articolo, stessa cosa gli attacchi personali.
    Prova che ho colto nel segno (e negli interessi di qualcuno), evidentemente.

    RispondiElimina
  33. Quella sulla presunta antipatia era solo una battuta Salvo. Ho postato diversi commenti con lo stesso tono e sulla stessa falsariga e non ci sono stati problemi.
    Il blocco riguarda apparentemente tutti, cialtroni e non. Dovrebbe quindi trattarsi di una questione banale.
    Pensavo solo che ai titolari dei blog fosse stata lasciata libertà di gestione dello spazio.

    Stefano Calzetti

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  34. proprio sulla "saggezza della medicina di un tempo", consiglio la lettura di questo articolo di gava... l'illusione della "golden age" è quasi da libro di testo

    http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/01/03/dove-andra-la-nostra-medicina-nellanno-nuovo/460098/

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  35. vedo che il post è vecchiotto, ma vorrei commentare lo stesso.
    Mia madre ha sofferto di preeclampsia in entrambe le gravidanze, se l'è sempre cavata e lei e mia sorella stanno benone; io anche, ma ho sviluppato una sindrome metabolica che il ginecologo attribuisce proprio alla gestosi. Un prezzo un po' fastidioso, ma assolutamente trascurabile rispetto alla morte, per cui fa sempre effetto pensare che sono fortunata a essere nata "qui e ora", e fa amarezza sentire quelli che negano i progressi e le conquiste della medicina e blaterano di antiche saggezze mai esistite. Forse ci siamo abituati troppo bene, e diamo per scontate cose che non lo sono affatto!

    @Salvo di Grazia, complimenti e grazie mille per il blog, sto leggendo tutti gli articoli uno dopo l'altro senza riuscire a fermarmi! :)

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  36. La lettura di questo articolo mi ha ricordato i racconti di mia nonna, infermiera, classe 1921. Ha lavorato per 30 anni nel reparto di malattie infettive dell'ospedale cittadino, reparto che, di nascosto, ho frequentato anch'io da piccola.
    Mi raccontava che quando qualcuno stava molto male (per malattie infettive che oggi sono assai rare o scomparse), spesso l'unica cosa che si poteva fare era sperare e pregare. Si affacciava alla finestra e pregava. A pensarci oggi sembra passato un millennio, e invece è passato pochissimo tempo. Sono incredibili i progressi fatti in campo medico in solo mezzo secolo, davvero incredibili.
    Grazie Salvo per averlo ricordato, dovremmo averlo tutti sempre ben presente.

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