domenica 13 ottobre 2019

Copia incolla omeopatico.

Il "plagiarismo" scientifico consiste nel copiare e usare ripetutamente parti di uno studio scientifico (proprio o di altri) per realizzarne uno nuovo (che quindi nuovo non sarà).

Si tratta di un fenomeno relativamente nuovo e molto studiato, coinvolto nella lotta alle frodi scientifiche perché mette in crisi la serietà e l'attendibilità della ricerca scientifica. La corsa alla pubblicazione scientifica, la voglia di apparire, il desiderio di ingrossare (in qualsiasi modo) il proprio curriculum induce alcuni ricercatori a copiare studi già esistenti (di altri o propri) "riciclandoli" e pubblicandoli come nuovi. Spesso cambiando qualche termine, qualche frase, qualche riferimento ma, fondamentalmente, con un semplice lavoro di "copia-incolla".

Argomento interessante. Non ne avevo mai parlato ma ne ho occasione proprio ora quando, nell'ambito dell'attività del PTS (Patto Trasversale per la Scienza) sto analizzando assieme agli altri componenti (del mio gruppo omeopatia e con quello di Enrico Bucci contro le frodi scientifiche) lo studio di cui ho parlato pochi giorni fa, quello che, con un impressionante tempismo e per incredibile coincidenza, esalta l'efficacia dell'omeopatia (!) nell'otite (!).
Studiando e cercando viene fuori un dato interessante che si aggiunge a quelli già notati che ho spiegato nello scorso post.

L'autore dello studio sull'omeopatia nell'otite è Paolo Bellavite ex docente dell'università di Verona che ora, pensionato, fa il volontario in Burundi. Da anni infatuato dall'omeopatia, contro gli obblighi vaccinali, è un personaggio niente male, aggressivo con chi non gli da ragione, non ammette mai i suoi errori e spesso attacca violentemente chiunque osi criticarlo. Beh, è stato colto con le mani...nella marmellata.

Andando a controllare le sue ultime pubblicazioni (praticamente tutte in riviste predatorie e non indicizzate su PubMed) si è scoperto che c'è un preoccupante vizietto di "copia-incolla". Bellavite ha infatti ripetutamente copiato intere parti dei suoi studi riportandole in studi successivi facendo così "ingrossare" non solo il suo curriculum ma anche autocitandosi.

Un tipico esempio di plagiarismo. Se si ha pazienza si può vedere già controllando le varie pubblicazioni ma oggi, fortunatamente, ci aiutano dei software. Questi programmi controllano le pubblicazioni e ci permettono di sapere se ci sono blocchi di testo (non semplici parole o frasi, proprio interi blocchi di testo) che appaiono da altre parti. Le regole sono precise e stabilite e i software svolgono in maniera eccellente il loro lavoro.
Così, studiando i lavori di Bellavite viene fuori questa cosa interessante.
L'ex professore prende uno o più blocchi di un suoi vecchi studi (spesso senza cambiare nemmeno una parola) e li copia in un nuovo studio.
Questo gli consente una cosa immediata: senza lavoro né sforzo crea una nuova pubblicazione dal nulla.
Ovviamente le grandi riviste scientifiche, oltre a non pubblicare studi banali (come quelli di Bellavite) hanno i loro mezzi (tra i quali proprio questi software) che le proteggono da queste frodi ma così non è per le riviste più scadenti e "predatorie" (che vivono proprio accettando qualsiasi studio, dietro pagamento di una somma di denaro) e, guardacaso, l'ultimo lavoro di Bellavite appare proprio in una di queste.

credits Diego Pavesio

Insomma, una bella figura per l'omeopatia italiana che in Bellavite aveva un punto di riferimento.
Spero che si sia capito il fenomeno che è pure molto grave e deprimente per la ricerca scientifica, per la moralità e la dignità dei ricercatori che, nella stragrande maggioranza dei casi non ricorrono a questi mezzi per il loro lavoro.
Ma se non fosse chiaro o qualche profano non avesse capito bene cosa sto raccontando, faccio un esempio pratico.

In un suo studio del 2011 appaiono queste parole:
"A randomised double-blind placebo controlled pilot study was carried out on children with otitis media. Subjects presenting middle ear effusion and ear pain and/or fever for no more than 36 h were enrolled in the trial. They received either an individualised homeopathic remedy or a placebo, administered orally three times daily for 5 days or until symptoms subsided. Outcome measures included the number of treatment failures after 5 days, 2 weeks and 6 weeks. Diary symptom scores during the first 3 days and middle ear effusion at 2 and 6 weeks after treatment were also evaluated. There were fewer treatment failures in the group receiving homeopathy after 5 days, 2 weeks and 6 weeks, however these differences were not statistically significant. Diary scores showed a significant decrease in symptoms at 24 and 64 h after treatment in favour of homeopathy (P < 0,05)".
 Nello studio che abbiamo analizzato (quello sull'otite, di pochi giorni fa, del 2019) appaiono queste parole:
"A randomized double-blind placebo controlled pilot study was carried out on children with otitis media. Subjects presenting middle ear effusion and ear pain and/or fever for no more than 36 h were enrolled in the trial. They received either an individualized homeopathic medicine or a placebo; administered orally three times daily for 5 days or until symptoms subsided. The 4 most commonly medicines prescribed included Pulsatilla, Chamomilla, Sulphur and Calcarea carbonica. Outcome measures included the number of treatment failures after 5 days, 2 weeks and 6 weeks. Diary symptom scores during the first 3 days and middle ear effusion at 2 and 6 weeks after treatment were also evaluated. There were fewer treatment failures in the group receiving homeopathy after 5 days, 2 weeks and 6 weeks. However these differences were not statistically significant. Diary scores showed a significant decrease in symptoms at 24 and 64 h after treatment, in favor of homeopathy (P < 0,05)"

Avete visto bene? Sono parti praticamente identiche.

L'autore ha copiato e incollato intere parti dello studio da altri studi di anni prima. (questo ovviamente è solo un esempio, la miniera è infinita (qui per particolari della scopiazzatura incredibile) e non riguarda solo l'ultimo studio. Qui un piccolo schema che mostra i vari blocchi che poi sono stati trovati copiati in altri studi di Bellavite.

I blocchi di testo copiati e usati negli studi. Il blocco 1 (rosa) è stato usato in quattro studi (come mostrato a destra)

Interessante anche il fatto che negli studi Bellavite taglia parti copiate da altri studi che potrebbero contraddire le sue idee o le sue conclusioni.

Ma cosa mi combina professore, cosa mi combina! 😅

Al prossimo omeopata esaltato che vi parlerà del "numerosi studi del prof. Bellavite" fate vedere questo post e tagliate corto, a quanto pare l'omeopatia è talmente noiosa che anche gli omeopati si annoiano a scriverne seriamente.

Alla prossima.

Nota: veramente, io a volte mi chiedo se gli omeopati siano questo disastro per una loro sfortuna innata o proprio se le cercano. Guardate chi arriva su Facebook in difesa di Bellavite.


Maria Gloria Alcover Lillo è l'omeopata condannata per aver curato il tumore di una donna con l'omeopatia. E gli omeopati però vogliono essere presi sul serio.

Proprio imbarazzante.

42 commenti:

  1. Questa è la risposta immediata del Bellavite a questo post:
    La pagliuzza
    Qualcuno in rete si è arrabbiato perché ho criticato sua Maestà e ho citato 10 pubblicazioni favorevoli all’omeopatia.
    Rosica la penna (anzi la tastiera) dicendo che avrei copiato parti di un testo ma sono solo miseri espedienti per non discutere nel merito.
    La realtà è che si tratta di una rassegna (non un lavoro sperimentale) che aggiorna una mia del 2011 e quindi ho ripreso alcune parti del mio stesso testo ancora valide. Tutto qua.
    Cercano di screditarmi, facciano pure, non sono i primi, ma la realtà scientifica che ho evidenziato rimane lì a smentire il loro ottuso scetticismo pseudo-scientifico.
    L’omeopatia, piaccia o no ai criticoni della corte del Vate, continua a funzionare!
    Io li perdòno, come già feci col calunniante medbunker, e mi permetto di dare un consiglio evangelico: “invece di guardare la pagliuzza nell’occhio di un altro....”.

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    1. Ha molto opportunamente dimenticato questa parte: "...Qui un piccolo schema che mostra i vari blocchi che poi sono stati trovati copiati in altri studi di Bellavite..."
      Forse scrive solo rassegne.

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  2. La risposta su FB di Bellavite mi sorprende e mi sconcerta, essendo anch’io uno scienziato. A dire la verità, persone che sono entrate nel merito Lei esimio Professore ne ha avute. Io, da parte mia, ho conosciuto in un Congresso il Prof Chirumbolo, di Verona come Lei, che mi ha fatto una grande impressione e che so ha fortemente criticato la sua attività scientifica:
    1. Chirumbolo S, Bjørklund G. Homeopathic Dilutions, Hahnemann Principles, and the Solvent Issue: Must We Address Ethanol as a "Homeopathic" or a "Chemical" Issue? Homeopathy. 2018 Feb;107(1):40-44.
    2. Chirumbolo S, Bjørklund G. Bias and misleading concepts in an Arnica research study. Comments to improve experimental Homeopathy. J Ayurveda Integr Med. 2018 Jan - Mar;9(1):75-80.
    3. Chirumbolo S, Bjørklund G. Homeopathic potencies of Arnica montana L. change gene expression in a Tamm-Horsfall protein-1 cell line in vitro model: the role of ethanol as a possible confounder and statistical bias. J Integr Med. 2017Jul;15(4):255-264.
    4. Chirumbolo S. Is homeopathy a medicine? Eur J Intern Med. 2018 Feb;48:e35-e36
    5. Chirumbolo S, Bjørklund G. Commentary: Arnica Montana Effects on Gene
    6. Expression in a Human Macrophage Cell Line: Evaluation by Quantitative Real-Time PCR. Front Immunol. 2016 Sep 8;7:280.
    7. Chirumbolo S. On Gelsemium and Complementary and Alternative Medicine (CAM) in Anxiety and Experimental Neurology. Neurol Ther. 2015 Jun;4(1):1-10.
    8. Chirumbolo S. Oscillococcinum®: Misunderstanding or biased interest? Eur J Intern Med. 2014 Mar;25(3):e35-6.
    9. Chirumbolo S. Adverse effects and homeopathy: may remedies yet contain noxious or toxic molecules? Br J Clin Pharmacol. 2014 Jul;78(1):184-5.
    10. Chirumbolo S. Homeopathy is not pharmacology. J Intern Med. 2013
    Dec;274(6):612-3.
    11. Chirumbolo S. Bias and adverse effects of homeopathy: is scientific criticism in homeopathy a "mission impossible"? Int J Clin Pract. 2013 Sep;67(9):923-6.
    12. Chirumbolo S. Plant-derived extracts in the neuroscience of anxiety on animal models: biases and comments. Int J Neurosci. 2012 Apr;122(4):177-88.
    13. Chirumbolo S. Gelsemine and Gelsemium sempervirens L. Extracts in Animal
    14. Behavioral Test: Comments and Related Biases. Front Neurol. 2011 May 16;2:31.

    Ovviamente lei ha dato le sue risposte point-by-point ma tra Lei ed il Chirumbolo, che la ha anche direttamente additato di conflitto d’interesse con la Boiron nella pubblicazione 8 di questo elenco, resta la prova data dagli Editor di PlOS One, che hanno ritirato un suo lavoro anche a causa di competing interest. Pagliuzza, Professore? Pagliuzza? E secondo Lei è anche una pagliuzza Francesco Bonifazi?
    Forse, è più perdonato Lei (anche evidentemente dall’Università in cui ancora dice di fare parte), di quanto Lei osi perdonare noi. E di che? Di dire la verità ai lettori?

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  5. Se dovete parlare a Bellavite di questioni personali parlatene, per favore, con lui (in privato o in pubblico, ha le sue pagine).
    Non qui.
    É l’ultimo avviso, grazie,

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  7. Io credo che Di Grazia abbia voluto parlare di Bellavite non per deriderlo o screditarlo come singolo, ma per descrivere in generale il modus operandi dei profeti dell'omeopatia. E credo che in più voglia evitare la degenerazione dei commenti nel solito tifo da stadio, che si trova ovunque in rete - e non solo.

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    1. Vorrei ricordare a chi continua a mandare commenti con insulti e insinuazioni che io posso leggere gli IP di chi commenta e non sta (sta, non state) facendo una bellissima figura.

      Vorrei inoltre ricordare che è bene leggere il regolamento prima di commentare. Qui i commenti graditi li decido io che non siamo all'ufficio pubblico postale.
      Per ora ho cancellato, dal prossimo inizio a bannare.
      Grazie per la comprensione.

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  8. Di Grazia hai ragione. Ad esempio per quanto mi riguarda l'esistenza di altri Salvatore Chirumbolo mi inquieta un po' (https://m.facebook.com/salvatore.chirumbolo.3) e devo dire che io ho dovuto bloccare tempo fa anche la mia pagina Facebook. Non so cosa succede su internet. Certo e' che piu' si scrive e si usa la rete, piu' ci sono persone che apporofittano della confusione.
    In merito ai miei post cancellati e' perche' presentavano imprecisioni scientifiche e di informazione e una volta pubblicati non possono essere corretti. Meglio chiarire prima che qualcuno pensi appositamente male.
    Tuttavia, sulle diatribe personali direi che se ne sta facendo una questione di lana caprina. Tutti dicono e scrivono il nome e cognome del Professore ed e' ovvio che cosi facendo lui ha tutto il diritto di credere ( e di far credere) che ci sia un attacco ad personam. E' una solfa vecchia ma molto scivolosa. Perche' si puo' usare come arma ricattatoria per eventuali minacce di denunce.
    Gli aggettivi, di qualsiasi genere, non dovrebbero essere usati da chi inoltra dei post. Ma manco dal blogger, mi sento di dire...

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  9. Non è facile dare una valutazione della faccenda senza conoscere più in dettaglio gli studi. Infatti l'autoplagio può essere una cosa innocua come una mancanza grave, a seconda dei casi.
    Se uno scrive svariati articoli su argomenti simili, è del tutto normale che alcune parti, come introduzione e metodi, siano copiate dall'uno all'altro quasi verbatim. Sarebbe uno spreco fare altrimenti e l'ho visto fare innumerevoli volte. Questo è il caso innocuo.
    Chiaramente più grave è il caso in cui si ripetano le stesse cose in articoli diversi, con variazioni piccole o irrilevanti. Si tratta però di una violazione di tipo, diciamo, amministrativo o commerciale: si fa credere di avere fatto più lavoro del reale. Questo però non indica che il lavoro sia scientificamente errato o sospetto.
    Il caso peggiore capita quando le stesse parti sono ripetute nella trattazione di dati che dovrebbero essere nuovi: evidentemente i dati sono forzati o addirittura inventati.
    Bellavite sostiene di essere nel primo caso. E vero? Se no, da cosa si evince?

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  10. Riporto papale papale quello che ha scritto il Prof Bucci su Cattivi Scuenziati rispondendo ad una sua collega

    "Non è solo una questione di copyright. Peraltro, il plagio e la violazione del copyright sono ben distinti (si può avere plagio senza violazione di copyright e viceversa).

    Per il plagio valgono le linee guida internazionali, come quelle ORI, che nel caso di autoplagio (che non è l’unico riscontrato per Bellavite) recitano:

    “should be evident, however, that from the perspective of the reader-writer contract, the recycling of one’s own previously disseminated content is not consistent with the principles of ethical writing.”

    https://ori.hhs.gov/plagiarism-16a

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  12. Copiare e' un fatto di pigrizia mentale. E dato che parliamo di testi in inglese, per noi che siamo italiani, diventa una scorciatoia furba. E le cose furbe in scienza non sono ammesse.

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  13. Infatti l'autoplagio può essere una cosa innocua come una mancanza grave, a seconda dei casi.

    Ma cosa dice... :)
    L'autoplagio non è un reato o un delitto, è "semplicemente" una prova di poca correttezza scientifica, pigrizia, sciatteria. Di furbizia se vogliamo pensare male, di superficialità se vogliamo pensare bene.
    Cosa vuole che dica Bellavite? Parliamo di uno che crede all'omeopatia eh?

    Se a questo aggiungiamo che stiamo parlando di una specie di studio che è apparso in una rivista predatoria, senza fattore d'impatto, nemmeno indicizzata...ma di che stiamo parlando?

    Ora, io capisco che si voglia difendere l'indifendibile, parliamo di omeopatia ma un po' di dignità, poca poca.
    Gli omeopati pubblichino studi seri, importanti, su riviste serie, senza autocopiarsi e copiare. Semplice.
    O no?
    No, forse no...
    ;)

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    1. Io non voglio difendere nessuno, tantomeno l'omeopatia, che ho criticato ovunque, compreso questo blog. Ma come si suol dire, amicus Plato sed magis amica veritas, e voglio capire se l'autoplagio - che NON è sempre antietico o segno di sciatteria, come ho spiegato prima e come sa chiunque abbia fatto ricerca - fatto da Bellavite sia di quelli innocui, come sostiene lui, o meno. Il rischio è che se è innocuo questa critica si riveli un boomerang, offrendo agli omeopati l'occasione di ribattere "vedete, per criticarci si attaccano a qualunque cosa". Per cui gradirei risposta alla domanda: da cosa si evince che quello di Bellavite non ricade nel primo caso? È una domanda sincera senza alcun intento polemico.

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    2. Probabilmente non ci capiamo perché parliamo di cose diverse.

      offrendo agli omeopati l'occasione di ribattere "vedete, per criticarci si attaccano a qualunque cosa".

      Ecco, punto primo. A me di cosa e come ribattano gli omeopati non importa nulla. Gli omeopati, come persone e come medici li rispetto, come omeopati no, sono al pari degli stregoni (per essere buono, perché l'alternativa è che siano truffatori). E quello che dice uno stregone per me, medico, non è importante.

      Per cui gradirei risposta alla domanda: da cosa si evince che quello di Bellavite non ricade nel primo caso?

      Il "primo caso" lo ha creato lei. Non esiste. Bellavite si è autoplagiato, punto, non ci sono "categorie" di autoplagio. Poi ognuno la veda come vuole ma l'autoplagio è considerato ben che vada un errore involontario (ma ce ne vuole di coraggio per sostenerlo) male che vada una frode
      .
      Lui inoltre ha copiato interi BLOCCHI (non parole singole o frasi) di testo, ripetutamente, anche di studi non suoi (ha letto i particolari?). Per me non è nemmeno "innocuo", visto che chi gioca sporco nella ricerca, prima o poi, crea qualche conseguenza pericolosa perché parliamo di medicina.
      Se ha bisogno di particolari approfondimenti e per capire meglio che le "categorie" le ha decise lei ma non esistono, può leggere l'articolo su Lancet che parla proprio di "autoplagio", guardi un po' come lo trattano.

      https://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(09)61536-1/fulltext

      Saluti.

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    3. E prof Di Grazia, che ne dice di un articolo uscito sul IL GIORNALE circa un mese fa...?
      Una dottoressa(mi pare) commentava aspramente i risultati (negativi) dell efficacia dell omeopatia, asserendo che erano stati manipolati!!😂😂
      Ci vuole davvero il pelo sullo stomaco a sostenere il contrario!!

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  15. E' evidente che lei Enrico non si occupa di scienza. Ma voglio farle un esempio addirittura triviale, nella sua semplicita'. Diciamo che lei un giorno voglia acquistare un'auto nuova. Ne vede una su un catalogo, a ottimo, anzi bassissimo prezzo, e va dal rivenditore. La vede e scopre che ha uno dei sedili anteriori usato e un pezzo della carrozzeria riciclato, addirittura di un altro colore, ma sempre della stessa marca del veicolo che vede. La comprerebbe? No. Andrebbe via dal rivenditore schifato. L' anima della scienza e' l'originalita', dato che ha a che fare con la scoperta di un nuovo. R vhe nuovo e' il riciclo? Quello che vede con l'esempip dell'auto. Un modo furbo di venderti qualcosa. Di presentarti qualcosa.
    Ora: questo era il mio esempio scemo.
    La verita' e' che nell'editorua scientifica il plagio e' vietato a priori, prima di sottomettere un lavoro all'editore e questo, se e' serio, rifiuta la pubblicazione. Se non lo e', perche' vuole far soldi, se anche dovesse accorgersene sta zitto. Ora, la rivista su cui l'ex Professore ha scritto e' a pagamento.
    Ne ha abbastanza Sig Enrico per capire il gesto furbo, scorretto, poco serio e poco dignitoso di chi pubblica on questo modo?

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  16. Riprendo il discorso e chiedo scusa per gli errori di digitazione occorsi prima.
    Ora, il fatto grave e' questo. Se io mi accorgo che lo scienziato X si e' reso reo di un plagio, come via furba per pubblicare un lavoro scientifico, chi mi dice che, per lo stesso scopo, il medesimo scienzuato non mi abbia truccato i dati? Il plagio posso controllarlo ma la verita' dei risulati non sempre, o quasi mai. E dunque? Perdo la fiducia. E se perdo la fiducia, qualsuasi cosa pubblichi lo scienzuato X, anche fosse vera, mi lascia il dubbio della frode. E se questo avviene per una scienza addirittura traballante, io a quella "scienza" non ci credo piu'. E se uno comincia a non fidarsi della scienza a causa di un "mistrust" (sfiducia nella serieta' e onesta' intellettuale) contro gli scienziati, il danno e' inimmaginabile...
    Il plagio...il plagio..
    Come si fa a dire che e' innocuo?
    Ci vuole una bella faccia tosta

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    1. Aggiungo che ho più di trent'anni di ricerca alle spalle. Mai fidarsi troppo delle evidenze.

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  17. Mi spiace, ma le categorie di autoplagio esistono, anche se magari non sono ufficialmente riconosciute. Se io scrivo una serie di articoli su argomenti simili, in tutti apparirà una parte che dice "Questo problema è interessante perché... ne ha trattato questo e quello... noi lo affrontiamo da questo punto di vista... abbiamo usato la teoria X... abbiamo usato questa versione... questi strumenti...". Le parti "introduzione" e "metodi" che ho citato in precedenza. Queste parti saranno di necessità quasi identiche, e guardacaso lo dice anche l'articolo di Lancet: "This might sometimes be legitimate, perhaps for specific parts of a research paper, such as a methods section", che quindi mi dà ragione. Per non parlare di interi articoli riversati in tesi di dottorato o viceversa. Tutte queste cose sono innocue e frequentissime, al massimo si può dire che si risparmierebbe carta facendo un sommario rinvio ad articoli precedenti, cosa però non sempre opportuna, per esempio se si cambia platea di riferimento. Non ha quindi senso imporre una riscrittura ex novo di queste parti, se non per evitare le furie dei software antiplagio, il che sarebbe una ennesima indesiderata vittoria della burocrazia sul buonsenso.
    Non avendo la possibilità pratica di controllare i dettagli quindi ho chiesto se putacaso Bellavite non possa in qualche modo difendersi in questo modo (e in parte vedo che ci ha provato). Una parziale risposta l'ho avuta, se ha copiato da altri non è autoplagio ma plagio e basta. La cosa più importante però è sapere se tutti i casi scoperti ricadono nei tipi che ho chiamato secondo e terzo, quelli sì gravi. Presumo di sì, ma perché devo limitarmi a presumere? Basta fare un paio di esempi. Ripeto, non ho la possibilità pratica di farlo io.

    Quanto al fregarsene di quanto dicono gli omeopati non sono molto d'accordo. Se non si vuole predicare solo ai convertiti, bisogna tener presente che se si offrono agli avversari argomenti credibili un osservatore esterno, che non ha ancora un' opinione definita, potrebbe cadere dalla parte sbagliata (basta poco), e sappiamo bene che una volta che qualcuno finisce in una camera dell'eco non lo si tira più fuori. Io farei molta attenzione.

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  18. Mi spiace, ma le categorie di autoplagio esistono, anche se magari non sono ufficialmente riconosciute.

    Ahaha, ma che fa, per darsi ragione si inventa le cose? Ma ci mancherebbe, gliela do la ragione, figuriamoci. Un po' come se inventassi le categorie di furto di portafogli per capire se un furto è innocuo o meno. Sarebbe tipico di un ladro di portafogli...non è che...

    Queste parti saranno di necessità quasi identiche, e guardacaso lo dice anche l'articolo di Lancet

    Ho come l'impressione lei voglia prendermi in giro. Basterebbe il normale buon senso per capirlo ma per lei evidentemente non conta. L'articolo di Lancet, che ovviamente non le da ragione, (sa leggere l'inglese?) dice:

    "[l'autoplagio] resta un tentativo di ingannare autori e lettori e in ogni caso costituisce per lo meno pigrizia intellettuale"

    E conclude: "Un tentativo di ingannare equivale a una frode e non dovrebbe essere tollerato dalla comunità accademica."

    Alla faccia di come le da ragione! E alla faccia di come considera "innocuo" e "normale" il plagio! Sa cosa significa FRODE? Ecco, prima di proseguire, ricordi bene questo termine e poi continuiamo.

    Quanto al fregarsene di quanto dicono gli omeopati non sono molto d'accordo.

    E anche qui, mi dispiace non sia d'accordo ma a me non importa lo stesso. Lei non se ne freghi, io sì.
    Mica devo vivere pensando a chi prescrive caramelle per curare le persone, saranno pure fatti miei? A me può importare mettere in guardia le persone, spiegare i trucchi dei ciarlatani, avvertire i pazienti ma di certo non vivo con il pensiero di cosa pensino di quello che dico i cartomanti o gli omeopati o gli astrologi, ovvio.

    Quindi, e concludo, è inutile lei cerchi di difendere l'indifendibile, le ribadisco che il plagio (ma anche i dati finti, che sono il massimo dello schifo nella ricerca) non è certo un reato e non si va in galera, è un trucco, un imbroglio, una scorciatoia. Wakefield usò dati finti, fu radiato dall'ordine dei medici, mica condannato all'ergastolo, ha idea di come funziona?
    Poi se lei è tanto ingenuo da ritenere normale che una persona ripeta per anni interi pezzi di suoi (e di altri) studi fatti suoi ma non può pretendere che il mondo la pensi come lei, la scienza è una cosa seria.
    E c'è spazio solo per persone serie, non per chi usa trucchi. E nemmeno per chi li giustifica.
    Saluti.

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  19. Devo dire in tutta franchezza che questa insolita difesa del Sig Enrico sul Bellavite (non richiesta) riguardante l'auto-plagio è ridicola, se non fosse tragicomica. Perchè il male del nostro mondo è fare platee e teatri su cose evidenti, sciocche e per tale indiscutibili. Il "tragi-" è riferibile al fatto che questi teatrini costruiscono massa di opinioni che spostano il falso nel campo del vero e quando alfine vanno sulle cattedre del giudizio legale, diventano materia giuridica e creano grosse e dannosissime storture alla società civile. Ora, io vorrei dire questo. Non si tratta solo di un fatto tipico dei metodi della scienza, che la scienza condanna. Ma di un imbroglio. Se io vado al ristorate e lo chef usa materiale riciclato per prepararmi un primo o un secondo, non ci sono capi d'imputazione gravi per cui denunciarlo (tranne la frode, ma sembra eccessivo).Io me ne vado schifato e in quel ristorante non ci vado più. E cosa succede? Faccio girare la voce e si comincia a sospettare che lo chef usi materiale avariato o non controllato. Poi qualcuno sta male (come succede in omeopatia), si fa denuncia, arrivano i NAS, verificano e trovato prodotti scaduti e/o avariati o senza tracciabilità. Fanno chiudere il ristorante e condannano lo chef. Che, si schermirà così:-Io ho usato, riciclato avanzi per risparmiare e in questo modo ho fatto risparmiare i clienti. Erano avanzi preparati da me. Il cibo non si butta ed io invece di darlo ai poveri o buttarlo l'ho riciclato. Che c'è di male?- Già. appunto Enrico, che c'è di male? Lei in un ristorante così non ci andrebbe. Perchè è una frode. E che fa scattare in chi la fa, sapendo di non essere scoperto, di farne altre di frodi, ben più gravi, perchè lo scopo dello chef è guadagnarci. Tutto qui. Potere e denaro. Si copia (come si faceva a scuola) per una scorciatoia ad avere un risultato senza lo sforzo ed il merito propri, di chi deve svolgere il compito. La scienza è roba seria, serissima. Ed è già tanto che chi si rende colpevole di plagio non venga totalmente e per sempre radiato dalla comunità scientifica senza appello.

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    1. Diciamo che se il sig. Enrico dice che l'autoplagio è una pratica innocua e normale mentre Lancet dice che è pigrizia, mancanza di rispetto e persino una frode io seguo "leggermente" di più ciò che si sostiene su Lancet. Con tutto il rispetto di chi ha "trent'anni di ricerca alle spalle" e ha il coraggio di sostenere cose del genere. :)

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  20. Se Lei, Enrico, Paolo o comunque si voglia chiamare ha trent'anni di ricerca alle spalle (1989-2019), apprezzera' sicuramente cio' che Lancet scrive sull'autoplagio...
    A proposito...mi saluti Riccardo...

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  21. "Insomma, una bella figura per l'omeopatia italiana che in Bellavite aveva un punto di riferimento."

    .... Not all the ciambels riescon with the book.......

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  22. "Insomma, una bella figura per l'omeopatia italiana che in Bellavite aveva un punto di riferimento."

    .... Not all the ciambels riescon with the book.......

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  23. Le ciambelle omeopatiche sono fatte solo di buco

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  24. Ehh ma ancora siamo solo all'inizio.
    Bellavite ha sempre mostrato fortissima ritrosia ad accettare critiche e pareri, non ha mai voluto riconoscere i suoi errori e nemmeno gli evidenti limiti dell'omeopatia forse questo è ovvio ma ci sono modi e maniere per farlo, lui ha scelto la peggiore.
    Ma poi ha iniziato ad essere aggressivo, offensivo e calunniante e così ora dovrà guadagnarsi ogni insulto che fa.

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  25. Finalmente si è capito che quando si è parlato della teoria del "simile", come fondamento dell'omeopatia, ci si riferiva al plagio..

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  27. Qualcuno ancora insiste. E accusa un certo blogger...gia'. Ma questo blogger non e' un medico e ginecologo?
    Uno che non e' iscritto all'Ordine chiama blogger uno che invece lo e'?
    https://youtu.be/ArKCVDbmBwg

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  28. Per me non è un problema, mica "blogger" è un insulto, dimostra la sua inconsistenza ed è anzi la prova che Bellavite è stato colpito nel segno e invece di argomentare, fatto a pezzi, fa come i bambini delle elementari, ci manca solo "specchio riflesso", me lo aspetto.
    :D

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  29. Adesso il nuovo sport è vedere azzuffarsi hahnemanniani contro burioniani, ovvero Amish contro contemporanei. Forse si può raggiungere un compromesso. Magari se i vaccini, che sono così pericolosi, venissero diluiti...chissà...la gente almeno morirebbe anche per i vaccini, mica è giusto morire solo a causa dell'omeopatia...e che diamine...

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  30. La Regione Toscana ha recentemente approvato due progetti di ricerca per introdurre l'omeopatia nel trattamento degli effetti avversi da chemioterapia su cancro al seno.
    https://firenze.repubblica.it/cronaca/2019/10/30/news/cure_anticancro_fondi_per_l_omeopatia_dalla_toscana-239826969/
    Quindi la Regione Toscana finanzia oltre 314 milioni di euro per un effetto placebo. Soldi nostri.
    Forse si poteva mettere a posto qualche ponte. O ricostruire aree ancora distrutte dai diversi recenti sismi..va beh...il placebo male non fa. Al portafogli e alle nostre coscienze calpestate si, pero'. Anche perche' useranno i rimedi per curare..al posto della chemio...sicuro...

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  31. La minaccia del Tesoriete Del Gaiso al Prof Burioni fa capire come l'omeopatia si e' velenosamente relegata nell'animo di molti medici, ignari del fatto che chi prescrive rimedi omeopatico al.posto di antibiotici o chemioterapici in pratica ammazza. Non so..ma questa uscita infelice su FB minacciosa contro Burioni non mi convince...

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  32. Che schifezza...e poi farmaci(veri) indispensabili vengono addirittura lesinati,ultime notizie sulla vit.D!!
    A me è necessaria, a esempio

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