martedì 28 gennaio 2014

Come si fa? La fecondazione assistita

Il primo "bimbo in provetta" (una bimba, Louise Brown) nacque il 25 luglio del 1978, sembra una vita fa, eppure "creare artificialmente" una vita umana, sembrava a quei tempi un miracolo impossibile.
La realtà dei tempi infatti, voleva che una coppia con problemi di infertilità dovesse semplicemente rassegnarsi. Così qualcuna lo faceva, altre si affidavano a santoni o...santuari, altri ancora provavano rimedi popolari che però non avevano alcuna base scientifica e nessuna utilità.

Louise Brown, prima "bimba in provetta", oggi ed il giorno della nascita

Quel giorno quindi si squarciò uno degli ultimi veli della medicina, la possibilità di creare una vita e farla nascere, quasi un modo di sostituirsi alla natura, con tutte le procedure che rientrano nelle pratiche dette di "fecondazione assistita" o "procreazione medicalmente assistita" (PMA). Questa sorta di "stregoneria" fino a pochi anni prima impossibile creò naturalmente moltissime discussioni dal punto di vista etico, religioso, schieramenti di "pro" e "contro" si fronteggiarono per incoraggiare o criticare duramente quello che l'uomo stava facendo: "sostituirsi a Dio" (per chi ci credeva), "manipolare l'essere umano" (per chi sottolineava la necessità di "trattare" la donna per ottenere una gravidanza).

Non mi dilungo sulle cause di infertilità, non è questo il tema del post, questo articolo serve a spiegare, semplificando, come si fa tecnicamente ad "imitare" la natura riuscendo ad ottenere una vita umana quando non è possibile farlo naturalmente.
Partiamo quindi dal problema. Una coppia può avere difficoltà ad ottenere una gravidanza per vari motivi, alcune volte dovuti a problemi ginecologici, altre a problemi andrologici, altre volte ancora a problemi dovuti ai due partner. C'è anche una piccola quota di cause "sconosciute": tutti i parametri sono normali ma la coppia non riesce lo stesso ad ottenere la gravidanza tanto desiderata. Vi è una piccola differenza riguardo alle classi sociali colpite da problemi di infertilità, in quelle più povere il problema è lievemente più accentuato, probabilmente per la loro difficoltà ad accedere alle strutture sanitarie e per la maggiore incidenza di malattie trasmesse sessualmente.

Quando la problematica è risolvibile (infezioni, malformazioni degli organi genitali, problemi ormonali ed altro) in genere una terapia può servire a risolvere il problema ma quando la causa non è risolvibile non c'è altro modo che intervenire dall'esterno e ricreare le condizioni che già naturalmente permettono una gravidanza: si tratta alla fine di "imitare la fisiologia".
Per questo motivo (e nonostante quello che si crede), le procedure di fecondazione assistita non consentono una percentuale di riuscita altissima ma ricalcano quelle normali in condizioni fisiologiche. Normalmente una coppia riesce ad ottenere una gravidanza nel 20% dei casi per ogni tentativo mirato (quindi con rapporti sessuali nel periodo fertile), così le procedure di PMA, ottengono una gravidanza in circa il 20% (in media) dei casi per ogni tentativo.
Come fa la medicina ad imitare la fisiologia?
Deve favorire l'incontro tra ovocita (cellula femminile) e spermatozoo (cellula maschile), le due cellule che, unite, permettono la formazione dell'embrione. Non sempre basta "unire" artificialmente queste due cellule ed in ogni caso bisogna procurarsi un numero sufficiente di cellule per poterle analizzare, trattare ed infine utilizzare. Per questo esistono diversi metodi di fecondazione assistita che, in ordine di complessità, aiutano a risolvere i problemi di infertilità.

Andiamo per ordine (schematico):

Vista la delicatezza delle procedure (ed i costi, i rischi, gli effetti collaterali), ad ogni procedura si cerca di ottenere il massimo delle possibilità facendo in modo di far produrre alla donna quanti più ovociti possibile (normalmente una donna produce 1-2 ovociti per ciclo mensile): con dei farmaci particolari (si chiamano "induttori dell'ovulazione") le ovaie femminili produrranno quindi 5, 10, a volte 20 ovociti ed ognuno di questi potrebbero essere candidati per diventare i "protagonisti" della tecnica. Anche il seme maschile è sottoposto ad una sorta di "ripulitura" e selezione per massimizzare le possibilità di risultati positivi. L'induzione dell'ovulazione è forse il momento più complicato da gestire per la donna poiché prevede l'uso di farmaci molto attivi e frequentissimi controlli. Ottenuto un numero accettabile di cellule uovo, si può procedere al loro prelievo. Con una tecnica (si chiama "pick up ovocitario") si "estraggono" le cellule uovo dalle ovaie della donna e si conservano (analizzandole per studiarne la qualità).

Aspetto delle ovaie stimolate dai farmaci all'ecografia. Ogni "zona" scura è un follicolo che contiene la cellula uovo.
A questo punto abbiamo i due "ingredienti" essenziali per procedere: gli ovociti e gli spermatozoi. Possiamo pensare di utilizzare una delle varie tecniche (elenco quelle ancora in uso, visto che altre sono ormai abbandonate) a disposizione per cercare di ottenere un embrione.

Inseminazione intrauterina (IUI): si tratta di introdurre dentro l'utero il liquido che contiene gli spermatozoi. Si introduce una cannula molto sottile all'interno dell'utero e si "posa" il seme al suo interno. Perché questo metodo abbia successo è necessario che le tube (dette anche trombe di Falloppio o salpingi) siano "aperte", permettano cioè il passaggio dell'ovocita dalle ovaie, attraverso le tube, fino all'utero, dove troveranno il seme introdotto. Qui avverrà (quando avviene) la fecondazione, ovvero gli spermatozoi incontrano l'ovocita e lo fecondano in maniera del tutto spontanea, creando un embrione che si anniderà nelle pareti uterine. Se tutto procede come previsto inizia la gravidanza.

FIVET (Fertilizzazione in vitro con trasferimento dell'embrione): Quando le tube sono chiuse o danneggiate l'ovocita non potrà mai passare dall'ovaio all'interno dell'utero. Sarà quindi necessario realizzare il loro "incontro" all'esterno del corpo. La tecnica Fivet si effettua mettendo a contatto l'ovocita con il liquido seminale in una "provetta", qui le due cellule si incontreranno ed avverrà (quando avviene) la fecondazione. Si ottiene quindi un embrione che il medico preleverà introducendolo grazie ad una piccola cannula dentro l'utero. Quando questo avviene correttamente inizia una nuova gravidanza.

ICSI (Iniezione intracitoplasmatica dello spermatozoo): La procedura è simile a quella della FIVET, la differenza risiede nel fatto che non si attende che ovocita e spermatozoo di incontrino "spontaneamente" ma si fa in modo che lo spermatozoo, tramite una piccolissima siringa, sia iniettato all'interno dell'ovocita, "forzando" la procedura che avviene in natura. Quando tutto procede come previsto si origina un embrione che è "posato" all'interno dell'utero. Le cose vanno a buon fine quando questo embrione si annida nelle pareti dell'utero ed inizierà una nuova gravidanza.


ICSI. A sinistra una "pipetta" che tiene fermo l'ovocita (quella cellula rotonda al centro), a destra la siringa che inietta lo spermatozoo all'interno dell'ovocita


Quando la donna per vari motivi non può produrre ovociti (in menopausa, malattie, interventi chirurgici...) non vi è altra possibilità se non quella dell'ovodonazione. Si utilizzeranno cioè ovociti di un'altra donna (donatrice) ed ottenuto l'embrione con una delle tecniche descritte si impianterà l'embrione nel suo utero, questa possibilità non è permessa dalle leggi italiane.
In un "ciclo" di fecondazione assistita non si usano necessariamente tutti gli ovociti ottenuti (con le tecniche di stimolazione dell'ovaio accennate prima) così come, se si dispone di embrioni già ottenuti (con la FIVET ad esempio), non è possibile impiantarne più di 3 (questo è il limite imposto per legge ma è anche il numero considerato più "utile"). Gli ovociti o gli embrioni in sovrannumero possono quindi essere conservati a bassissime temperature per molti anni, permettendo una nuova gravidanza quando desiderato. C'è da aggiungere che le procedure di PMA non sono esenti da rischi ed effetti collaterali.

Dietro queste tecniche, comunque, c'è un lavoro incredibile il cui sviluppo e progresso è durato anni (e che naturalmente ho semplificato enormemente). Dallo studio dell'embriologia, la fisiologia, l'anatomia e di tutti i processi che portano dall'unione di due cellule ad un bambino, a questo si uniscono strumenti modernissimi e precisi, tanta esperienza da parte degli operatori (il lavoro più "delicato" in questo campo è svolto dai biologi) e tante speranze e desideri. Per questo motivo, accanto ad un lavoro medico, esiste anche un sostegno psicologico per quelle coppie che decidono di affidarsi alle tecniche di PMA.
C'è anche una curiosità. Come detto all'inizio, le percentuali di successo di queste tecniche non sono molto elevate (anche se dipendono da molti fattori) ma sufficientemente ottimistiche per chi senza di esse non riesce ad ottenere una gravidanza: circa il 20% di gravidanze portate a temine dopo procreazione assistita e questa è la stessa percentuale di ottenere una gravidanza spontaneamente in condizioni fisiologiche.
Ciò fa pensare che la medicina della riproduzione non abbia "superato" la natura ma la "imita", riesce a raggiungere gli stessi risultati, quando "la natura" ha degli ostacoli. Ulteriore curiosità: per stabilire i criteri di successo di un centro che si occupa di cura dell'infertilità, il valore che fornisce una reale visione dei livelli di successo di un centro non si misura con il numero di gravidanze ottenute ma con quello dei parti avvenuti (si dice "bambini in braccio", ovvero quanti di quei cicli di fecondazione assistita hanno ottenuto una gravidanza con successo finale), questo perché sono ancora molto alti i tassi di cicli di fecondazione assistita che riescono ad ottenere una gravidanza ma questa, per vari motivi, non procede. Tra gravidanze ottenute e "parti ottenuti" c'è quindi una grande differenza.
I costi delle procedure di fecondazione assistita sono molto alti, esistono anche molti servizi negli ospedali pubblici che permettono di risparmiare economicamente. Le percentuali dei centri privati non sono superiori a quelle dei centri pubblici perché si usano le stesse procedure, ormai standardizzate.

In fondo è un segno dei tempi. Sono ormai centinaia di migliaia (in Italia sono più di circa 40.000 i bambini nati con PMA) le coppie nel mondo che hanno ottenuto un figlio grazie a queste tecniche e di...bambini in provetta, dai tempi di Louise Brown, ne sono passati tanti.




Alla prossima.

lunedì 20 gennaio 2014

Se il controllore è complice...

Non ne parlo da diverso tempo, ma ogni tanto l'indignazione mi impone di tornare su argomenti già trattati.
Nel variegato mondo delle pseudomedicine si trova di tutto, spesso sono pratiche senza alcuna utilità (se non quella di fare arricchire chi le propone) talmente blande da non fare male a nessuno (sempre se la presa in giro, la truffa e la perdita della dignità ed economica non le considerassimo un danno), altre volte si tratta di pratiche dannose fisicamente, potenzialmente rischiose quando non evidentemente pericolose.
Sono queste le pseudomedicine che vanno combattute ad ogni costo e senza sosta. Se l'omeopatia ha dalla sua parte un rischio solo teorico (una caramella di zucchero non fa male, può farlo solo se sostituisce farmaci efficaci in malattie gravi), pratiche che affermano di curare il cancro o malattie incurabili sono un vero e proprio delitto nei confronti delle persone che ci credono.
Il caso Stamina è ancora in pieno svolgimento ed è stata solo la sua diffusione sui media che ha permesso a tante persone di conoscerlo, a scienziati di criticarlo mettendo in guardia il cittadino dalle false speranze offerte dai venditori di illusioni ma in altri casi non è così.
Ci si affida allora a chi di medicina se ne intende. Se esiste una pratica inutile o pericolosa, sono gli organi competenti che devono vigilare, proteggere il cittadino, evitare le truffe.
Ma quando sono proprio gli "organi competenti" ad appoggiare queste pratiche? Ecco che tutto diventa più subdolo, più rischioso e chi spende le sue energie per spiegare quanto sia assurda una presunta terapia, vede tutto il suo sforzo vanificato in un attimo.

Vi ricordate della "nuova medicina germanica"?
Una delle pseudomedicine più folli e terribili che esistano, ne ho già parlato qui, qui e qui.
Un ex medico tedesco, probabilmente colpito profondamente dalla morte tragica del figlio, teorizza una serie di princìpi che lo portano a fondare una "nuova medicina". Non si tratta di princìpi dimostrati o plausibili, ma di un serie di assurde ed arbitrarie interpretazioni personali che mostrano come la follia possa impadronirsi anche di una mente razionale.

L'ex medico Ryke Geerd Hamer
Per Ryke Geerd Hamer (oggi latitante in Norvegia), le malattie hanno "un senso", sono semplicemente il risultato di un trauma (un conflitto) vissuto e che, risolto, ci farà guarire.
Alcuni esempi di questi "conflitti"? Presto detto: la paura di morire causa il cancro al polmone, la stessa paura di avere una malattia causa una malattia, il senso di soffocamento un tumore alla gola, la voglia di portare qualcuno al petto causa il tumore mammario, un maestro cattivo la leucemia...e mi fermo qui, un elenco di deliranti ed incredibili teorie, partorite evidentemente da un cervello malato e poi silenzio, non parlare a nessuno di quello che si fa, con una serie di "protezioni" e sicurezze che fanno dei gruppi hameriani una vera e propria setta, anzi una psicosetta.

Per curare queste malattie? Semplice, basta conoscere il conflitto che le ha generate e risolverlo, senza bisogno di farmaci: dal cancro alle malattie infettive, si guarisce. Le testimonianze di chi ha assistito alle rivoltanti pratiche hameriane sono terribili: persone che per i dolori oncologici passavano la notte colpendo il muro con la testa, bambini ridotti allo stadio larvale per non essersi curati in tempo (nota la storia di Olivia Pilhar), ragazze morte precocemente per non essere ricorse alle cure per la loro malattia. Naturalmente Hamer o i suoi seguaci non ha mai pubblicato nessun lavoro scientifico né sono noti casi di persone guarite da malattie seguendo i suoi deliranti metodi.

Hamer sostiene che queste teorie sarebbero conosciute dagli ebrei che le praticano di nascosto e solo su loro conoscenti. Giova anche ricordare che l'ex medico, malato di tumore, si è curato con la medicina standard ed è guarito. Sarebbero tante altre le cose da dire, ma visto che già ne ho parlato in passato, per chi fosse interessato, esiste un sito (italiano) che approfondisce accuratamente le pseudoteorie dell'ex medico tedesco, forse il più completo al mondo.
Bene, direte voi, chi vuoi che creda a baggianate simili, certo, anche se ci credesse una sola persona sarebbe abbastanza, ma se queste baggianate le ospita e patrocina un ordine dei medici sarebbe uno scandalo. Sì, è successo (non è la prima volta). A Cagliari, in un'aula dell'ordine provinciale dei medici, conferenza sulle 5 leggi di Hamer.
Ho scritto all'ordine, chiedendo se si rendessero conto di ciò che stanno ospitando ma non mi è ancora arrivata risposta (e se dovesse arrivare sarà pubblicata) ma ritengo una cosa del genere come un grave insulto alla ragione ed alla medicina, oltre che una trappola per soggetti deboli.
Gentile Ordine dei medici chirurghi della provincia di Cagliari,

sono un medico iscritto ad altro ordine che da anni svolge un lavoro di divulgazione medico-scientifica. Mi arrivano diverse segnalazioni sull'operato (spesso drammatico) di pseudomedici, guaritori, ciarlatani che speculano sulla salute delle persone ed a queste cerco sempre di rispondere con dati scientifici, invitando i malcapitati a rivolgersi agli ordini dei medici per controllare o segnalare l'operato di uno o l'altro pseudomedico e consigliandogli di affidarsi solo al metodo scientifico. Non voglio dilungarmi, ma vi scrivo perché ho ricevuto la segnalazione di una conferenza che si svolgerà (http://www.omeca.it/index.php?option=com_content&view=article&id=733:quale-eziopatogenesi--le-5-leggi-biologiche-scoperte-dal-dott-hamer&catid=1:ultime&Itemid=50) il 14 febbraio presso i vostri locali e con il vostro patrocinio.

Si tratta di un "incontro" dedicato alle teorie assurde e del tutto antiscientifiche (per certi versi anche preoccupanti) dell'ex medico Ryke Geerd Hamer, oggi latitante, che sostiene che tutte le malattie hanno un senso e sono provocate da traumi e conflitti. Risolvendo questi conflitti possiamo guarire. Fioccano così una serie di corrispondenze incredibili: il diabete è provocato dalla paura dell'organo genitale maschile o dalla paura delle rane, il tumore al cervello da una caduta dalla culla, il tumore al seno dalla voglia di abbracciare qualcuno.
Sembra fantascienza?
Eppure è proprio così. Hamer è stato arrestato diverse volte ed infine radiato, dandosi alla macchia. In Italia esistono alcuni medici che praticano questa assurda teoria senza (c'è bisogno di aggiungerlo?) alcun fondamento scientifico, invitano i pazienti a non fare uso di farmaci, sconsigliano i vaccini e, persino la morfin, in caso di dolori oncologici, sarebbe dannosa.
Questa pseudomedicina (la chiamano "nuova medicina germanica" ed ha già fatto delle vittime) sarebbe conosciuta dagli ebrei che la praticherebbero in segreto. Follie? Sì, Hamer è stato già giudicato uno psicopatico (basta una ricerca anche sulla pagina di Wikipedia, è un personaggio ben noto alle cronache).
Quello che dico è solo una parte delle teorie di Hamer (per approfondire esiste un sito molto completo, questo:
http://www.dossierhamer.it).

Non voglio entrare nel merito della vostra decisione, ma apporre il vostro simbolo, collegare il vostro nome a certe cose, ospitare nei vostri locali certi temi, è pericoloso, dannoso per l'immagine della nostra attività, dannoso per la salute dei pazienti e fornisce ai seguaci (gli "hameriani" sono spesso paragonati ad una setta per la loro chiusura e determinazione) una pezza d'appoggio per convincere le persone della loro serietà. Questi fenomeni, un ordine dei medici, dovrebbe sanzionarli pesantemente, non ospitarli "a casa" e per me quello che potrebbe succedere è assolutamente incredibile.

Vi chiedo quindi di ripensare seriamente al vostro gesto prendendo le distanze da questo tipo di fenomeni (ci stupiamo del "caso Vannoni"?) ed aggiungo che riterrei un gesto irresponsabile il consentire l'ingresso di queste pericolose pseudoteorie (che dovrebbero essere combattute, non favorite!) nelle stanze dove si dovrebbe discutere di scienza, medicina, salute.

Scriverò presto un articolo sull'argomento e sulla conferenza che state ospitando e per questo motivo aspetto una vostra risposta, se possibile in breve tempo, che possa chiarire la vostra posizione a riguardo.
Non sottovalutate i pericoli della pseudomedicina.

Ringraziandovi, porgo cordiali saluti.
Dott. Salvo Di Grazia.
Non dico altro, che bisogno ci sarebbe di commentare se non aggiungendo che questi atti, oltre all'amarezza di veder svilita così una professione che dovrebbe avere nella scienza e nel buon senso due orientamenti imprescindibili, mettono in cattiva luce quegli organismi (come gli ordini dei medici) che dovrebbero vigilare, controllare, ammonire, se necessario ma soprattutto proteggere i pazienti dalle pericolose derive pseuodscientifiche?

...e ci stupiamo ancora del caso Stamina?

Alla prossima.

Aggiornamento 21/01/14 ore 16,00: La pagina del sito che pubblicizzava l'evento è stata cancellata. Non ho notizie di modifiche al programma o sull'eventuale cancellazione del convegno, eventualmente lo comunicherò.

Aggiornamento 21/01/14 ore 17,50: a quanto riportato nei commenti, al telefono dell'ordine dei medici di Cagliari avrebbero risposto che loro non hanno "patrocinato" l'evento. A scanso di equivoci pubblico la locandina del convegno (mi hanno segnalato che è apparsa sul bollettino dello stesso ordine), guardandola ognuno può farsi un'idea.


Aggiornamento 21/01/14 ore 19,00: Ho ricevuto una risposta via mail dall'ordine dei medici di Cagliari. Il presidente mi ha chiesto di presentarmi, un curriculum vitae e "l'origine delle mie competenze sull'argomento". C'è da dire che mi ero già presentato nella prima mail (si può leggere, è quella che ho copiato in questo post), ma mi sono ripetuto aggiungendo titoli, diplomi, master, attività e link, non si sa mai.
Ora attendo una risposta ufficiale e che entri nel merito ed ho dato la mia disponibilità a pubblicarla (se autorizzato). Per quanto mi risulta, la stessa risposta inviatami è stata inviata identica ad altri (ne ho notizia da almeno 2 persone) che avevano scritto all'ordine.
Mi sorge un'ulteriore domanda: ma perché un ordine dei medici chiede il curriculum vitae per rispondere ad una critica?

Aggiornamento 23/01/14 ore 11,20: a quanto pare la conferenza è stata spostata e si svolgerà in una sala pubblica e non in quelle dell'ordine professionale cagliaritano. Sparisce anche il loro "patrocinio". Del caso si erano occupati anche alcuni giornali locali. Una buona notizia. Grazie quindi all'ordine di Cagliari ma un solo cruccio: queste cose non devono accadere, rimediare a posteriori è niente rispetto al fatto del dovere di controllare prima a chi si affida il nome dell'ordine professionale.

Aggiornamento 25/01/14 ore 11,55: L'ordine dei medici di Cagliari comunica il "rinvio" della conferenza.

domenica 12 gennaio 2014

...e gli animali continuano a morire...

Il dibattito sulla sperimentazione animale in questi mesi ha raggiunto momenti di scontro molto aspro, a volte violento verbalmente e fisicamente e con comportamenti che non credo servano a nessuno né sono costruttivi. Mi sono già occupato del tema e probabilmente lo rifarò.
Recentemente uno di questi dibattiti è arrivato sulle pagine dei giornali ed ha quindi assunto una popolarità inaspettata. Mi riferisco alla vicenda di Caterina Simonsen, una ragazza affetta da malattie genetiche gravi che, grazie alla sperimentazione animale (i farmaci e gli strumenti medici oggi disponibili sono tutti testati su animali) è viva.
Non che sia l'unica, certo, ma Caterina ha avuto il coraggio di esporsi, cosa non facile, soprattutto in un'epoca nella quale buona parte dei frequentatori di internet (e dei social network come Facebook), trovi una valvola di sfogo alle proprie frustrazioni e tendenze violente, insultando ed urlando come ossessi "contro" qualcuno.
Caterina ha detto la sua, ha sottolineato la sua posizione favorevole alla sperimentazione animale nella ricerca biomedica e solo per questo è stata bersaglio gesti vergognosi. Gli insulti, le minacce, gli auguri di morte, tutto "molto bello" quando rivolto ad una persona qualsiasi, peggio ancora se con problemi di salute, che ha semplicemente sottolineato la sua gratitudine alla scienza ed alla ricerca che le hanno permesso di vivere fino a questa età.
Il gesto di Caterina è risultato talmente "incredibile" per qualcuno, che c'è stato chi ha addirittura sospettato il falso (persino chi l'ha insultata sarebbe un falso usato per "esaltare" il problema), la parentela con aziende con interessi nella ricerca su animali, la provocazione, giornalisti che vanno a scavare nella sua vita privata, quasi questa ragazza avesse detto qualcosa di stupefacente, escludendo la motivazione più semplice, quella di una ragazza che ringrazia la scienza per averle fornito la possibilità di vivere. Non so se Caterina sia mancina o si gratti il sedere la mattina (penso di sì, ma questo non cambierebbe il significato di ciò che dice), non lo so e non mi interessa, io ho visto una ragazza che dice di stare male e che ringrazia la ricerca per quello che riesce a darle, nulla di straordinario o di stupefacente.
Stop, il resto sono fatti suoi.

Ha detto la sua, non ha parlato "contro" ma "a favore". C'è chi può dissentire (ma dissentire da cosa?), ma lo faccia con argomenti, con calma, spieghi la sua posizione, illustri il suo pensiero, potrebbe pure avere ragione, ma infangandosi con auguri di morte e sofferenza, oltre a dimostrare mancanza di argomenti, non avrà nessuno disposto ad ascoltarlo.

Tra le tante, una delle voci che hanno "risposto" a Caterina è quella di una ragazza che ha voluto un po' "imitare" l'appello facendosi ritrarre con un cartello nel quale è scritto che lei, diabetica dall'età di 8 anni, non ha avuto alcun beneficio dalla sperimentazione animale e che la ricerca, in 20 anni di esperimenti, è riuscita nell'unico intento di trasformare le siringhe (per la somministrazione dell'insulina, vitale per i diabetici) in "penne" (siringhe più molto comode, gestibili e precise di quelle tradizionali).
Sono fondamentalmente contento che la ragazza (chiamiamola Maria, per comodità) stia bene, partecipi alla vita sociale, abbia la possibilità di esprimere la sua opinione, ma mi piacerebbe si rendesse conto che se può fare tutto quello che fa, anche criticare la ricerca, dire "no alla sperimentazione animale", scrivere "...gli animali continuano a morire, noi non miglioriamo...", per uno strano scherzo del destino (o dell'ignoranza, dipende dai punti di vista), può farlo proprio grazie alla sperimentazione animale ed alla ricerca.

"Maria" dice che la ricerca sugli animali è "inutile" e non ha portato miglioramenti sulla sua malattia (se non quello di "trasformare le siringhe in penne"). Ha il diabete.

Non è vero che la ricerca in 20 anni abbia soltanto "trasformato le siringhe", ha fatto tante altre cose, ma mi dilungherei e quello che devo dire è già troppo lungo.
Ho naturalmente tutta la comprensione possibile per chi prova tenerezza e pietà per gli animali usati nella ricerca, non esiste persona sana di mente sulla Terra che sperimenti su un animale con sadismo, io sono da sempre un grandissimo amante degli animali e trasmetto questo amore a mio figlio, ma la vita è fatta a piramide, il più forte "mangia" il più debole per sopravvivere, c'è poco da fare e la realtà è ben diversa dai cartoni animati. Il fatto stesso che io stia scrivendo questo post, probabilmente ucciderà molti animali.
Così il leone mangia la gazzella, il serpente il topolino e l'uomo il bue, nessun animale si rifiuterebbe di sopravvivere per pietà verso il suo pasto.
La sopravvivenza però, non è intesa solamente come "avanzare naturale dell'età", altrimenti dovremmo accontentarci di vivere qualche anno e poi morire alla prima (inevitabile) infezione oppure se affetti dall'ipertensione, dal diabete (appunto) o se ci rompiamo un osso...insomma basta scegliere:

1) Lasciare fare alla natura
2) Lottare per sopravvivere

Maria, come la totalità delle persone diabetiche che conosco, ha scelto la seconda via, non lasciar scorrere "naturalmente" la malattia ed approfittare del progresso e dei risultati della ricerca per vivere, nonostante questi risultati siano costati migliaia di cavie morte e decine di uomini con lo stesso destino. Qualcuno se la sente di "insultare" e scavare nella vita privata di Maria, semplicemente perché si è avvalsa della morte di migliaia di cavie? Io no.

Maria ha scelto di lottare per sopravvivere, esattamente come Caterina e per ottenere risultati da questa lotta non ha molte scelte, deve utilizzare dei farmaci e degli strumenti medici.
I primi, nel diabete, sono rappresentati essenzialmente dall'insulina (in certi casi da farmaci chiamati "ipoglicemizzanti orali"), un ormone normalmente prodotto nel pancreas che, in chi soffre di diabete, è carente o non riesce ad avere effetto.
I secondi sono rappresentati da ciò che serve per iniettarsi l'insulina. Grazie a queste due cose (farmaco e mezzo per usarlo) Maria ha il diritto di parola, di opinione, di rabbia, di vita, di salute ed anche di felicità.
Senza queste due cose Maria avrebbe avuto gli stessi diritti ma probabilmente non avrebbe potuto approfittarne, perché morta (già, non ci sono altre possibilità, Maria alla sua età e lasciando "fare alla natura" sarebbe ormai morta senza i farmaci attuali).

Dal diabete non si guarisce, è vero, ma fortunatamente, grazie proprio a questi farmaci ed agli strumenti, il diabetico ha una vita praticamente normale, può viaggiare, mangiare normalmente, vivere con relativa tranquillità e non morire precocemente.
Non lo sapevate?

Forse allora può essere utile conoscere qualche dato.
Il diabete è una malattia ancora per certi versi sconosciuta. Ne esistono due varianti, quello di tipo I (chiamato anche giovanile, dizione ormai abbandonata) e quello di tipo II (detto non insulino-dipendente). La causa è diversa per ognuno dei due tipi, nel primo è accertata una causa "autoimmune" (una sorta di malfunzionamento del sistema immunitario che "attacca" le cellule del corpo al quale appartiene) con conseguente distruzione di alcune cellule del pancreas che quindi non può produrre l'ormone (l'insulina) che regola i livelli di zucchero nel sangue,  nel secondo le cellule del pancreas non producono sufficiente insulina o l'organismo diventa "insensibile" all'azione della stessa, in questo modo il corpo non riesce più a controllare i livelli di zucchero del sangue. L'aumento della quantità di zucchero nel sangue espone a gravi conseguenze che con il tempo danneggiano in maniera grave ed irreversibile le funzioni più importanti del nostro organismo.
Non si tratta di una malattia "acuta" (non causa cioè danni importanti immediati) ma "cronica" (è il danno che si accumula nel tempo che può causare problemi gravissimi ed alla fine letali) e per questo può essere difficile la diagnosi immediata. In alcuni casi, se non controllato, il diabete può condurre a morte velocissima: se i valori di glicemia sono troppo elevati si instaura uno stato di coma che porta velocemente alla morte se non corretto istantaneamente (allo stesso modo, un errato uso dei farmaci può causare una diminuzione pericolosissima dei livelli di zucchero nel sangue). Non approfondisco altri argomenti su questo tipo di malattia, non è questo il tema del post, vado direttamente a ciò che la ricerca e la sperimentazione animale hanno costruito nella storia di questo problema molto diffuso.

La storia del diabete è cambiata. Per i nostri avi più antichi era una malattia sempre mortale, che non consentiva di vivere a lungo e che in ogni caso faceva condurre una vita segnata pesantemente dalla sofferenza e dal dolore e, come al solito, cose lontane spesso sono dimenticate. Proviamo a ricordarle, notando anche come i passi più importanti di questa lunga storia, siano segnati da sacrifici di animali (e di umani!) che poi hanno consentito le cure sull'uomo.

Si hanno tracce di persone diabetiche o di medici che descrivono sintomi collegabili alla malattia, già in epoche antichissime, persino nel 1550 a.C. in alcuni papiri egiziani sono descritti individui che urinano frequentemente e sono "malaticci", probabili diabetici senza cura.

1776: Matthew Dobson, medico inglese, scopre che nelle urine dei diabetici sono contenute sostanze dolciastre e che, allo loro evaporazione, si notano dei residui cristallini bruni. Notò anche che la stessa malattia era letale in pochi anni per alcune persone, cronica per altre.

1798: John Rollo scopre che le persone con il diabete hanno un elevato livello di zuccheri nel sangue e nelle urine.

1802: Scoperto un test per misurare la presenza e la quantità di zuccheri nelle urine

1869: Paul Langerhans, uno studente di medicina effettua esperimenti su vari animali (maiali, cani, rane e serpenti), descrive per la prima volta alcune cellule del pancreas che producono un ormone. Quelle cellule saranno poi chiamate "isole di Langerhans", perfeziona i suoi studi sul pancreas di coniglio. Bouchardat, medico francese, scopre che durante la carestia nel corso della guerra franco-prussiana, le condizioni di salute dei pazienti diabetici miglioravano notevolmente. Ipotizzò così di poter curare la malattia con una dieta personalizzata.

1889: I professori dell'università di Strasburgo, Minkowski e von Mering asportando il pancreas da un cane, scoprono che questo sviluppava diabete. È la prima volta che si collega la malattia ad un malfunzionamento di quest'organo.

1897: Sopravvivenza per un malato di diabete per età di insorgenza:
  • Età infantile (10 anni): 1 anno
  • Età adulta (30 anni): 4 anni
  • Età matura (50 anni): 8 anni
1908: Zuelzer prova a somministrare estratti pancreatici di maiale a cinque pazienti diabetici. Il risultato è eccezionale, i pazienti mostrano una diminuzione della glicemia e la sparizione degli zuccheri nelle urine, ma gli effetti collaterali sono inaccettabili.

1910: Ecco un elenco di "cure" in voga negli Stati Uniti dell'epoca:
-Farina d'avena mescolata a burro da mangiare ogni due ore.
-Alimentazione a base di latte o di riso.
-La "cura delle patate", che dovevano rappresentare l'alimento principale.
-Oppio.
1915: Il prof. Joslin è considerato il più importante specialista al mondo di diabete, definisce la malattia "la migliore malattia cronica" perché "indolore, spesso migliorabile, non contagiosa". Un'opinione che oggi suonerebbe incredibile ma, che in un'epoca che vedeva migliaia di morti per malattie infettive e che provocavano sofferenze enormi, poteva essere accettabile.

1916: Il prof. Allen, un altro luminare della diabetologia, consigliava un'astinenza quasi completa dal cibo. Per lui il corpo del diabetico non era fatto per assimilare gli alimenti e curava così: ricovero in ospedale, alimentazione basata su whisky mescolato a caffè ogni due ore, dalle sette di mattina alle sette di sera. Questo fino a scomparsa dello zucchero nelle urine. Seguiva successivamente un regime dietetico strettissimo da fare a casa. La maggioranza dei pazienti morivano per denutrizione.

La cura del diabete: acqua minerale (1902)

1920: Il prof. Frederick Banting effettua degli studi su cani ai quali era asportato il pancreas, sviluppavano tutti diabete. Estraeva da quegli organi un centrifugato purificato e filtrato che era somministrato ai diabetici i quali miglioravano istantaneamente. Furono i suoi studi a rilanciare l'idea del pancreas quale sede delle cause di diabete e furono diversi i ricercatori che si impegnarono a trovare l'ormone responsabile della malattia. Dopo vari tentativi con "estratti" di vari organi (ipofisi per esempio), nel 1921 fu provato l'ennesimo "estratto di pancreas", la "pancreatina". A cani senza pancreas fu somministrata la sostanza e fu un successo: la glicemia diminuiva in tutti.

1922 (febbraio): La pancreatina fu somministrata per la prima volta ad un umano dal prof. James Collip. Un bambino di 14 anni, Leonard Thompson ebbe notevoli benefici da quella sostanza e non mostrò segni di aumento dei livelli di zucchero nel sangue e nelle urine, questo avvenne dopo una prima prova incoraggiante ma non efficace. Leonard pesava 29 Kg prima dei test. La pancreatina fu chiamata "insulina" perché estratta dalle "isole di Langerhans" del pancreas.

1922: L'industria Eli Lilly iniziò la produzione intensiva di insulina in nord America.

1923: I professori Banting e John Macloed vincono il premio Nobel per la medicina. Banting dedica il suo premio al collega Best, Macleod al professor Collip

1940: Scoperta la correlazione tra diabete ed altre malattie, come alcune vascolari, degli occhi, del rene.

1945: Sopravvivenza per un malato di diabete per età di insorgenza:
  • Età infantile (10 anni): 45 anni
  • Età adulta (45 anni): 60,5 anni.
  • Età matura (50 anni): 66 anni
1955: Dopo 8 anni di sperimentazioni sugli animali e poi sull'uomo introdotti sul mercato gli "ipoglicemizzanti orali", diminuiscono i valori di glicemia con una compressa.

1959: Dopo un lungo mistero sui meccanismi e le caratteristiche della malattia, il diabete è definito da oggi in poi in due gruppi (tipo 1 e tipo 2).

1969: Si sperimentano i metodi di misurazione dell'insulina e della glicemia, passo fondamentale per la conoscenza della malattia. Dagli animali si può passare all'umano. L'anno successivo fu sviluppato il primo macchinario per la misurazione della glicemia. Venduto ai medici, costa circa 500 dollari. Gli esperimenti su cavie confermano il rischio ereditario della malattia, si conoscono altri importanti aspetti del metabolismo che porteranno a progressi fondamentali nello studio del diabete.

1978: Dopo anni di ricerca sviluppata la prima insulina a DNA ricombinante, si ottiene con la manipolazione genetica di un batterio ed è sperimentata su animali risultando di grande maneggevolezza e sicurezza. Fino ad oggi si usa insulina ottenuta da pancreas di animale (maiale, soprattutto).

1986: Sviluppati nuovi mezzi di somministrazione, più pratici e sicuri.

1996: L'FDA approva il commercio dell'insulina a DNA ricombinante.

1997: La disponibilità di centinaia di tipi e formulazioni di insulina consente ai medici di personalizzare i trattamenti, di renderli più efficaci e di somministrarli più correttamente.

2010: Nonostante ancora molte persone non sappiano di essere affette da diabete, lo sviluppo dei mezzi diagnostici e la sensibilizzazione sul problema rendono la diagnosi di diabete sufficientemente precoce. Oggi l'aspettativa di vita di un malato di diabete è più bassa (di circa 10 anni) di quella di una persona senza la malattia, naturalmente migliorata se la glicemia è ben controllata e se si adotta uno stile di vita adeguato.
Per il diabete di tipo 2 l'aspettativa di vita è più elevata rispetto a chi soffre di diabete di tipo 1.

I progressi nello studio e nel trattamento della malattia continuano ed è in sperimentazione (animale) avanzata "l'insulina in pillole" che permetterà di eliminare per sempre le iniezioni fatte finora e del "pancreas artificiale" una sorta di macchinario informatizzato capace di somministrare insulina in maniera automatica controllando le condizioni del paziente.
Mentre "gli animali continuano a morire", quindi, salvano milioni di vite umane, ognuno si faccia l'opinione che ritiene più corretta e scelga di conseguenza.

Che lunga storia, però non è noiosa, vero?

Ecco cara Maria.
Come hai fatto tu, anche io ho detto la mia, ma non ho parlato "contro", ho solo raccontato una storia, quella che ha permesso a te ed a chi ha la tua stessa malattia, di vivere come una persona normale, cosa che mi rende enormemente felice.
Tu hai notato che "in 20 anni la ricerca ha solo trasformato le siringhe in penne", io ho raccontato come la ricerca ti abbia consentito (con il tributo di migliaia di vite di animali sacrificati per te e per tutti noi) di vivere e dire quello che hai diritto di dire, guardando un po' oltre alle siringhe ed alle penne ed ai "20 anni" (perché 20 anni nella ricerca, sono un'inezia, un po' come se dicessi che in astronautica, in 20 anni, siamo stati capaci solo di mandare un robottino cinese sulla Luna...).
Come dici tu, gli "...animali continuano a morire..." ed a nessuno fa piacere, non esiste persona sana di mente che sia contenta per la morte di un essere che vive, ma questo consente a te di vivere e non ci crederai, muoiono anche per trovare un modo, in futuro, per fare a meno di sperimentare su di loro. Indirettamente quindi, si sacrificano proprio nell'interesse dei loro discendenti, proprio come noi umani. Io preferisco te ad un topo, preferisco un figlio ed una mamma ad un moscerino o ad un pesce, senza alcun ripensamento. Nonostante io ami gli animali, se dovessi scegliere tra me ed un ratto, sceglierei me e lo stesso se dovessi scegliere tra te ed il mio cane: senza alcun dubbio sceglierei te. Sono poco romantico? Poco poetico? Non lo so, ma sicuramente molto realistico e coerente.

Come vedi, Maria, non sto criticando la tua persona giocando sporco, giudicando il colore della tua maglietta o mettendo in dubbio la realtà della malattia (che metodi vergognosi, vero?), sto discutendo, pacatamente, cercando di spiegare a chi ha letto questo messaggio come tu, secondo me, ti sia sbagliata definendo "inutile" la sperimentazione.

Questo non significa che tu debba essere per forza "a favore" della sperimentazione animale né che qualcuno ti obblighi ad usare i farmaci, le "penne", gli strumenti di controllo: sono tutte cose che costano vite animali (pensa, persino il pennarello con il quale hai scritto il messaggio e persino la carta, sai come si ottiene?) e sta a te decidere se è più importante la tua vita o quella delle cavie, perché ognuno ha le sue personali posizioni ed opinioni, ma ti prego di non essere contro, non saresti contro la sperimentazione animale, ma anche "contro" di te e di tutte le persone che ti circondano e questo, secondo me, è il vero controsenso perché non si può dire di amare altre vite (gli animali) se non si ama neanche la propria, quando una persona non ha amore per la propria vita, evidentemente non può averne per nessun'altra.

In bocca al lupo ed alla prossima.

Bibliografia:

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/books/NBK1671/
http://diabetes.niddk.nih.gov/dm/pubs/statistics/index.aspx
http://www.diabetes.co.uk/diabetes-life-expectancy.html
http://www.defeatdiabetes.org/about_diabetes/text.asp?id=Diabetes_Timeline
http://www.cdc.gov/diabetes/

venerdì 3 gennaio 2014

Statistiche e curiosità 2013

Appuntamento consueto ed annuale con il riepilogo dei dati relativi a questo sito. Non si tratta di un elenco di numeri poco interessanti ma di una breve analisi (con un finale sempre umoristico) di quello che i naviganti del web cercano quando finiscono per approdare nei meandri di questo blog.
Iniziamo con qualche statistica.
Il blog ha ricevuto ad oggi poco più di 1.400.000 visite, con una media di 1700 visite al giorno e due picchi, uno massimo di 6077 visitatori il giorno 11 marzo 2013 (pubblicazione del primo post su "Stamina") ed uno minimo del giorno 6 agosto 2013 con 633 visitatori. Dall'inaugurazione del blog sono stati inseriti più di 21.100 commenti.
Il browser più utilizzato quest'anno è stato Chrome nel 42,27% dei casi, seguito da Firefox nel 27,37% dei casi. Nel 39,14% dei casi i lettori sono arrivati qui dopo una ricerca su internet, mentre il 37,19% è arrivato direttamente, digitando l'indirizzo o cliccandolo dai preferiti.
L'88,99% dei lettori sono arrivati dall'Italia, seguita da Stati Uniti, Regno Unito e Svizzera, curiose le visite singole (una visita da ognuno di questi paesi) da luoghi come Haity, l'Uzbekistan e lo Zimbabwe.
I post più letti del 2013 sono stati quello dedicato all'Oscillococcinum (letto 49439 volte quest'anno) seguito dall'articolo sulla "dieta alcalina" e poi dal primo post che parlò della vicenda "Stamina".
La chiave di ricerca più cercata che ha portato qui è stata "oscillococcinum" (la Boiron mi amerà), seguita da "medbunker".
Interessante, vero?
Ma ora passiamo alla parte meno seria ma che ogni volta suscita un bel po' di risate. Sono le chiavi di ricerca più assurde e che qualcuno ha digitato finendo per arrivare su MedBunker, alcune sono proprio sorprendenti.

Iniziamo dagli "how to", ovvero da chi cerca "come si fa" una cosa. Da ciò che è più semplice al complicato, c'è un bell'elenco:

"come farsi il sangue acido"
"come costruire la macchina che cura tutte le malattie"
"come si fa la cosa per terra"
"come gestire capi incompetenti e restare calmi" (qui posso rispondere: "non si può").
"come si chiamano quei cosi per rianimare

Poi le grandi contraddizioni: "sciamano guaritore in sardegna serio" (sciamano, guaritore..."serio"?!).

...e gli immancabili dubbi sessuali:
incastrati durante rapporto
oggetti strani nella vagina
quello che si deve sapere sul sesso
accoppiamento chihuahua quante probabilità
aspirapolvere nel pene
aspirapolvere pene allungare

Sul complotto per sterminare la popolazione mondiale con i vaccini
 

...e per finire, i dubbi esistenziali:

una preghiera a san tullio ricostruisci i miei denti
curare le carie con la forza della mente
sono cattolica posso fare le cure omeopatiche
a questa età, è una rarità, è come se tu fossi un unicorno.

...e quelli di tutti i giorni:

"e il germe che esiste in ognuno di noi"
"minigonna dal medico curante"
"nella farmacia della fantasia c'è un rimedio"
"sai indovinare la patatina"

In effetti, leggendo le chiavi di ricerca, una donna non potrebbe fare altro che cercare: "mio marito e fissato con la pornografia pensa sempre li" e subito dopo, stanca: "non c'e un medicinale o agopuntura che faccia al contrario del viagra".
Ma il consiglio finale e più corretto è quello derivante da un'altra chiave di ricerca: "povero chi ascolta i ciarlatani".

Un saluto ed alla prossima.