domenica 12 gennaio 2014

...e gli animali continuano a morire...

Il dibattito sulla sperimentazione animale in questi mesi ha raggiunto momenti di scontro molto aspro, a volte violento verbalmente e fisicamente e con comportamenti che non credo servano a nessuno né sono costruttivi. Mi sono già occupato del tema e probabilmente lo rifarò.
Recentemente uno di questi dibattiti è arrivato sulle pagine dei giornali ed ha quindi assunto una popolarità inaspettata. Mi riferisco alla vicenda di Caterina Simonsen, una ragazza affetta da malattie genetiche gravi che, grazie alla sperimentazione animale (i farmaci e gli strumenti medici oggi disponibili sono tutti testati su animali) è viva.
Non che sia l'unica, certo, ma Caterina ha avuto il coraggio di esporsi, cosa non facile, soprattutto in un'epoca nella quale buona parte dei frequentatori di internet (e dei social network come Facebook), trovi una valvola di sfogo alle proprie frustrazioni e tendenze violente, insultando ed urlando come ossessi "contro" qualcuno.
Caterina ha detto la sua, ha sottolineato la sua posizione favorevole alla sperimentazione animale nella ricerca biomedica e solo per questo è stata bersaglio gesti vergognosi. Gli insulti, le minacce, gli auguri di morte, tutto "molto bello" quando rivolto ad una persona qualsiasi, peggio ancora se con problemi di salute, che ha semplicemente sottolineato la sua gratitudine alla scienza ed alla ricerca che le hanno permesso di vivere fino a questa età.
Il gesto di Caterina è risultato talmente "incredibile" per qualcuno, che c'è stato chi ha addirittura sospettato il falso (persino chi l'ha insultata sarebbe un falso usato per "esaltare" il problema), la parentela con aziende con interessi nella ricerca su animali, la provocazione, giornalisti che vanno a scavare nella sua vita privata, quasi questa ragazza avesse detto qualcosa di stupefacente, escludendo la motivazione più semplice, quella di una ragazza che ringrazia la scienza per averle fornito la possibilità di vivere. Non so se Caterina sia mancina o si gratti il sedere la mattina (penso di sì, ma questo non cambierebbe il significato di ciò che dice), non lo so e non mi interessa, io ho visto una ragazza che dice di stare male e che ringrazia la ricerca per quello che riesce a darle, nulla di straordinario o di stupefacente.
Stop, il resto sono fatti suoi.

Ha detto la sua, non ha parlato "contro" ma "a favore". C'è chi può dissentire (ma dissentire da cosa?), ma lo faccia con argomenti, con calma, spieghi la sua posizione, illustri il suo pensiero, potrebbe pure avere ragione, ma infangandosi con auguri di morte e sofferenza, oltre a dimostrare mancanza di argomenti, non avrà nessuno disposto ad ascoltarlo.

Tra le tante, una delle voci che hanno "risposto" a Caterina è quella di una ragazza che ha voluto un po' "imitare" l'appello facendosi ritrarre con un cartello nel quale è scritto che lei, diabetica dall'età di 8 anni, non ha avuto alcun beneficio dalla sperimentazione animale e che la ricerca, in 20 anni di esperimenti, è riuscita nell'unico intento di trasformare le siringhe (per la somministrazione dell'insulina, vitale per i diabetici) in "penne" (siringhe più molto comode, gestibili e precise di quelle tradizionali).
Sono fondamentalmente contento che la ragazza (chiamiamola Maria, per comodità) stia bene, partecipi alla vita sociale, abbia la possibilità di esprimere la sua opinione, ma mi piacerebbe si rendesse conto che se può fare tutto quello che fa, anche criticare la ricerca, dire "no alla sperimentazione animale", scrivere "...gli animali continuano a morire, noi non miglioriamo...", per uno strano scherzo del destino (o dell'ignoranza, dipende dai punti di vista), può farlo proprio grazie alla sperimentazione animale ed alla ricerca.

"Maria" dice che la ricerca sugli animali è "inutile" e non ha portato miglioramenti sulla sua malattia (se non quello di "trasformare le siringhe in penne"). Ha il diabete.

Non è vero che la ricerca in 20 anni abbia soltanto "trasformato le siringhe", ha fatto tante altre cose, ma mi dilungherei e quello che devo dire è già troppo lungo.
Ho naturalmente tutta la comprensione possibile per chi prova tenerezza e pietà per gli animali usati nella ricerca, non esiste persona sana di mente sulla Terra che sperimenti su un animale con sadismo, io sono da sempre un grandissimo amante degli animali e trasmetto questo amore a mio figlio, ma la vita è fatta a piramide, il più forte "mangia" il più debole per sopravvivere, c'è poco da fare e la realtà è ben diversa dai cartoni animati. Il fatto stesso che io stia scrivendo questo post, probabilmente ucciderà molti animali.
Così il leone mangia la gazzella, il serpente il topolino e l'uomo il bue, nessun animale si rifiuterebbe di sopravvivere per pietà verso il suo pasto.
La sopravvivenza però, non è intesa solamente come "avanzare naturale dell'età", altrimenti dovremmo accontentarci di vivere qualche anno e poi morire alla prima (inevitabile) infezione oppure se affetti dall'ipertensione, dal diabete (appunto) o se ci rompiamo un osso...insomma basta scegliere:

1) Lasciare fare alla natura
2) Lottare per sopravvivere

Maria, come la totalità delle persone diabetiche che conosco, ha scelto la seconda via, non lasciar scorrere "naturalmente" la malattia ed approfittare del progresso e dei risultati della ricerca per vivere, nonostante questi risultati siano costati migliaia di cavie morte e decine di uomini con lo stesso destino. Qualcuno se la sente di "insultare" e scavare nella vita privata di Maria, semplicemente perché si è avvalsa della morte di migliaia di cavie? Io no.

Maria ha scelto di lottare per sopravvivere, esattamente come Caterina e per ottenere risultati da questa lotta non ha molte scelte, deve utilizzare dei farmaci e degli strumenti medici.
I primi, nel diabete, sono rappresentati essenzialmente dall'insulina (in certi casi da farmaci chiamati "ipoglicemizzanti orali"), un ormone normalmente prodotto nel pancreas che, in chi soffre di diabete, è carente o non riesce ad avere effetto.
I secondi sono rappresentati da ciò che serve per iniettarsi l'insulina. Grazie a queste due cose (farmaco e mezzo per usarlo) Maria ha il diritto di parola, di opinione, di rabbia, di vita, di salute ed anche di felicità.
Senza queste due cose Maria avrebbe avuto gli stessi diritti ma probabilmente non avrebbe potuto approfittarne, perché morta (già, non ci sono altre possibilità, Maria alla sua età e lasciando "fare alla natura" sarebbe ormai morta senza i farmaci attuali).

Dal diabete non si guarisce, è vero, ma fortunatamente, grazie proprio a questi farmaci ed agli strumenti, il diabetico ha una vita praticamente normale, può viaggiare, mangiare normalmente, vivere con relativa tranquillità e non morire precocemente.
Non lo sapevate?

Forse allora può essere utile conoscere qualche dato.
Il diabete è una malattia ancora per certi versi sconosciuta. Ne esistono due varianti, quello di tipo I (chiamato anche giovanile, dizione ormai abbandonata) e quello di tipo II (detto non insulino-dipendente). La causa è diversa per ognuno dei due tipi, nel primo è accertata una causa "autoimmune" (una sorta di malfunzionamento del sistema immunitario che "attacca" le cellule del corpo al quale appartiene) con conseguente distruzione di alcune cellule del pancreas che quindi non può produrre l'ormone (l'insulina) che regola i livelli di zucchero nel sangue,  nel secondo le cellule del pancreas non producono sufficiente insulina o l'organismo diventa "insensibile" all'azione della stessa, in questo modo il corpo non riesce più a controllare i livelli di zucchero del sangue. L'aumento della quantità di zucchero nel sangue espone a gravi conseguenze che con il tempo danneggiano in maniera grave ed irreversibile le funzioni più importanti del nostro organismo.
Non si tratta di una malattia "acuta" (non causa cioè danni importanti immediati) ma "cronica" (è il danno che si accumula nel tempo che può causare problemi gravissimi ed alla fine letali) e per questo può essere difficile la diagnosi immediata. In alcuni casi, se non controllato, il diabete può condurre a morte velocissima: se i valori di glicemia sono troppo elevati si instaura uno stato di coma che porta velocemente alla morte se non corretto istantaneamente (allo stesso modo, un errato uso dei farmaci può causare una diminuzione pericolosissima dei livelli di zucchero nel sangue). Non approfondisco altri argomenti su questo tipo di malattia, non è questo il tema del post, vado direttamente a ciò che la ricerca e la sperimentazione animale hanno costruito nella storia di questo problema molto diffuso.

La storia del diabete è cambiata. Per i nostri avi più antichi era una malattia sempre mortale, che non consentiva di vivere a lungo e che in ogni caso faceva condurre una vita segnata pesantemente dalla sofferenza e dal dolore e, come al solito, cose lontane spesso sono dimenticate. Proviamo a ricordarle, notando anche come i passi più importanti di questa lunga storia, siano segnati da sacrifici di animali (e di umani!) che poi hanno consentito le cure sull'uomo.

Si hanno tracce di persone diabetiche o di medici che descrivono sintomi collegabili alla malattia, già in epoche antichissime, persino nel 1550 a.C. in alcuni papiri egiziani sono descritti individui che urinano frequentemente e sono "malaticci", probabili diabetici senza cura.

1776: Matthew Dobson, medico inglese, scopre che nelle urine dei diabetici sono contenute sostanze dolciastre e che, allo loro evaporazione, si notano dei residui cristallini bruni. Notò anche che la stessa malattia era letale in pochi anni per alcune persone, cronica per altre.

1798: John Rollo scopre che le persone con il diabete hanno un elevato livello di zuccheri nel sangue e nelle urine.

1802: Scoperto un test per misurare la presenza e la quantità di zuccheri nelle urine

1869: Paul Langerhans, uno studente di medicina effettua esperimenti su vari animali (maiali, cani, rane e serpenti), descrive per la prima volta alcune cellule del pancreas che producono un ormone. Quelle cellule saranno poi chiamate "isole di Langerhans", perfeziona i suoi studi sul pancreas di coniglio. Bouchardat, medico francese, scopre che durante la carestia nel corso della guerra franco-prussiana, le condizioni di salute dei pazienti diabetici miglioravano notevolmente. Ipotizzò così di poter curare la malattia con una dieta personalizzata.

1889: I professori dell'università di Strasburgo, Minkowski e von Mering asportando il pancreas da un cane, scoprono che questo sviluppava diabete. È la prima volta che si collega la malattia ad un malfunzionamento di quest'organo.

1897: Sopravvivenza per un malato di diabete per età di insorgenza:
  • Età infantile (10 anni): 1 anno
  • Età adulta (30 anni): 4 anni
  • Età matura (50 anni): 8 anni
1908: Zuelzer prova a somministrare estratti pancreatici di maiale a cinque pazienti diabetici. Il risultato è eccezionale, i pazienti mostrano una diminuzione della glicemia e la sparizione degli zuccheri nelle urine, ma gli effetti collaterali sono inaccettabili.

1910: Ecco un elenco di "cure" in voga negli Stati Uniti dell'epoca:
-Farina d'avena mescolata a burro da mangiare ogni due ore.
-Alimentazione a base di latte o di riso.
-La "cura delle patate", che dovevano rappresentare l'alimento principale.
-Oppio.
1915: Il prof. Joslin è considerato il più importante specialista al mondo di diabete, definisce la malattia "la migliore malattia cronica" perché "indolore, spesso migliorabile, non contagiosa". Un'opinione che oggi suonerebbe incredibile ma, che in un'epoca che vedeva migliaia di morti per malattie infettive e che provocavano sofferenze enormi, poteva essere accettabile.

1916: Il prof. Allen, un altro luminare della diabetologia, consigliava un'astinenza quasi completa dal cibo. Per lui il corpo del diabetico non era fatto per assimilare gli alimenti e curava così: ricovero in ospedale, alimentazione basata su whisky mescolato a caffè ogni due ore, dalle sette di mattina alle sette di sera. Questo fino a scomparsa dello zucchero nelle urine. Seguiva successivamente un regime dietetico strettissimo da fare a casa. La maggioranza dei pazienti morivano per denutrizione.

La cura del diabete: acqua minerale (1902)

1920: Il prof. Frederick Banting effettua degli studi su cani ai quali era asportato il pancreas, sviluppavano tutti diabete. Estraeva da quegli organi un centrifugato purificato e filtrato che era somministrato ai diabetici i quali miglioravano istantaneamente. Furono i suoi studi a rilanciare l'idea del pancreas quale sede delle cause di diabete e furono diversi i ricercatori che si impegnarono a trovare l'ormone responsabile della malattia. Dopo vari tentativi con "estratti" di vari organi (ipofisi per esempio), nel 1921 fu provato l'ennesimo "estratto di pancreas", la "pancreatina". A cani senza pancreas fu somministrata la sostanza e fu un successo: la glicemia diminuiva in tutti.

1922 (febbraio): La pancreatina fu somministrata per la prima volta ad un umano dal prof. James Collip. Un bambino di 14 anni, Leonard Thompson ebbe notevoli benefici da quella sostanza e non mostrò segni di aumento dei livelli di zucchero nel sangue e nelle urine, questo avvenne dopo una prima prova incoraggiante ma non efficace. Leonard pesava 29 Kg prima dei test. La pancreatina fu chiamata "insulina" perché estratta dalle "isole di Langerhans" del pancreas.

1922: L'industria Eli Lilly iniziò la produzione intensiva di insulina in nord America.

1923: I professori Banting e John Macloed vincono il premio Nobel per la medicina. Banting dedica il suo premio al collega Best, Macleod al professor Collip

1940: Scoperta la correlazione tra diabete ed altre malattie, come alcune vascolari, degli occhi, del rene.

1945: Sopravvivenza per un malato di diabete per età di insorgenza:
  • Età infantile (10 anni): 45 anni
  • Età adulta (45 anni): 60,5 anni.
  • Età matura (50 anni): 66 anni
1955: Dopo 8 anni di sperimentazioni sugli animali e poi sull'uomo introdotti sul mercato gli "ipoglicemizzanti orali", diminuiscono i valori di glicemia con una compressa.

1959: Dopo un lungo mistero sui meccanismi e le caratteristiche della malattia, il diabete è definito da oggi in poi in due gruppi (tipo 1 e tipo 2).

1969: Si sperimentano i metodi di misurazione dell'insulina e della glicemia, passo fondamentale per la conoscenza della malattia. Dagli animali si può passare all'umano. L'anno successivo fu sviluppato il primo macchinario per la misurazione della glicemia. Venduto ai medici, costa circa 500 dollari. Gli esperimenti su cavie confermano il rischio ereditario della malattia, si conoscono altri importanti aspetti del metabolismo che porteranno a progressi fondamentali nello studio del diabete.

1978: Dopo anni di ricerca sviluppata la prima insulina a DNA ricombinante, si ottiene con la manipolazione genetica di un batterio ed è sperimentata su animali risultando di grande maneggevolezza e sicurezza. Fino ad oggi si usa insulina ottenuta da pancreas di animale (maiale, soprattutto).

1986: Sviluppati nuovi mezzi di somministrazione, più pratici e sicuri.

1996: L'FDA approva il commercio dell'insulina a DNA ricombinante.

1997: La disponibilità di centinaia di tipi e formulazioni di insulina consente ai medici di personalizzare i trattamenti, di renderli più efficaci e di somministrarli più correttamente.

2010: Nonostante ancora molte persone non sappiano di essere affette da diabete, lo sviluppo dei mezzi diagnostici e la sensibilizzazione sul problema rendono la diagnosi di diabete sufficientemente precoce. Oggi l'aspettativa di vita di un malato di diabete è più bassa (di circa 10 anni) di quella di una persona senza la malattia, naturalmente migliorata se la glicemia è ben controllata e se si adotta uno stile di vita adeguato.
Per il diabete di tipo 2 l'aspettativa di vita è più elevata rispetto a chi soffre di diabete di tipo 1.

I progressi nello studio e nel trattamento della malattia continuano ed è in sperimentazione (animale) avanzata "l'insulina in pillole" che permetterà di eliminare per sempre le iniezioni fatte finora e del "pancreas artificiale" una sorta di macchinario informatizzato capace di somministrare insulina in maniera automatica controllando le condizioni del paziente.
Mentre "gli animali continuano a morire", quindi, salvano milioni di vite umane, ognuno si faccia l'opinione che ritiene più corretta e scelga di conseguenza.

Che lunga storia, però non è noiosa, vero?

Ecco cara Maria.
Come hai fatto tu, anche io ho detto la mia, ma non ho parlato "contro", ho solo raccontato una storia, quella che ha permesso a te ed a chi ha la tua stessa malattia, di vivere come una persona normale, cosa che mi rende enormemente felice.
Tu hai notato che "in 20 anni la ricerca ha solo trasformato le siringhe in penne", io ho raccontato come la ricerca ti abbia consentito (con il tributo di migliaia di vite di animali sacrificati per te e per tutti noi) di vivere e dire quello che hai diritto di dire, guardando un po' oltre alle siringhe ed alle penne ed ai "20 anni" (perché 20 anni nella ricerca, sono un'inezia, un po' come se dicessi che in astronautica, in 20 anni, siamo stati capaci solo di mandare un robottino cinese sulla Luna...).
Come dici tu, gli "...animali continuano a morire..." ed a nessuno fa piacere, non esiste persona sana di mente che sia contenta per la morte di un essere che vive, ma questo consente a te di vivere e non ci crederai, muoiono anche per trovare un modo, in futuro, per fare a meno di sperimentare su di loro. Indirettamente quindi, si sacrificano proprio nell'interesse dei loro discendenti, proprio come noi umani. Io preferisco te ad un topo, preferisco un figlio ed una mamma ad un moscerino o ad un pesce, senza alcun ripensamento. Nonostante io ami gli animali, se dovessi scegliere tra me ed un ratto, sceglierei me e lo stesso se dovessi scegliere tra te ed il mio cane: senza alcun dubbio sceglierei te. Sono poco romantico? Poco poetico? Non lo so, ma sicuramente molto realistico e coerente.

Come vedi, Maria, non sto criticando la tua persona giocando sporco, giudicando il colore della tua maglietta o mettendo in dubbio la realtà della malattia (che metodi vergognosi, vero?), sto discutendo, pacatamente, cercando di spiegare a chi ha letto questo messaggio come tu, secondo me, ti sia sbagliata definendo "inutile" la sperimentazione.

Questo non significa che tu debba essere per forza "a favore" della sperimentazione animale né che qualcuno ti obblighi ad usare i farmaci, le "penne", gli strumenti di controllo: sono tutte cose che costano vite animali (pensa, persino il pennarello con il quale hai scritto il messaggio e persino la carta, sai come si ottiene?) e sta a te decidere se è più importante la tua vita o quella delle cavie, perché ognuno ha le sue personali posizioni ed opinioni, ma ti prego di non essere contro, non saresti contro la sperimentazione animale, ma anche "contro" di te e di tutte le persone che ti circondano e questo, secondo me, è il vero controsenso perché non si può dire di amare altre vite (gli animali) se non si ama neanche la propria, quando una persona non ha amore per la propria vita, evidentemente non può averne per nessun'altra.

In bocca al lupo ed alla prossima.

Bibliografia:

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/books/NBK1671/
http://diabetes.niddk.nih.gov/dm/pubs/statistics/index.aspx
http://www.diabetes.co.uk/diabetes-life-expectancy.html
http://www.defeatdiabetes.org/about_diabetes/text.asp?id=Diabetes_Timeline
http://www.cdc.gov/diabetes/

65 commenti:

  1. Eccellente come sempre.

    Volendo fare il pignolo, le due tabelle sull'aspettativa di vita fanno un po' confusione. Mi pare che non trattino la stessa misura.
    La prima parla della sopravvivenza una volta contratta la malattia (1910), la seconda dell'aspettativa di vita alla nascita di chi vede insorgere il diabete durante la vita. (Corretto?).

    Per questo cambierei la didascalia della prima (1910) come "Sopravvivenza" e non "Aspettativa di vita".
    Altrimenti sembra che nel 1910 un bambino di 10 anni con il diabete avesse un'aspettativa di vita di un anno, oppure che un uomo di 50 anni nel 1945 una di 116.

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  2. Dopo aver ascoltato, sia pure di sfuggita, le stupidaggini blaterate, ieri, dalla Brambilla durante la trasmissione della D'Urso, questo articolo ci voleva. Grazie Salvo.

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  3. Ottimo. Forse si dovrebbe imparare a divulgare la scienza facendo leva sulla sfera emotiva: al giorno d'oggi pare un buon grimaldello per far recepire qualsiasi messaggio.
    Dalla D'Urso, vista accidentalmente domenica pomeriggio, mi è dispiaciuto rilevare che la Brambilla è stata quella che ha comunicato più efficacemente. Chioma rosso tramonto, beagle tenerone sulle gambe, eloquio appassionato. Al ricercatore che tentava di spiegare la differenza tra “in vitro” e “in vivo” e l'irrinunciabilità della s.a. non è stato concesso di finire un discorso che è uno.
    Al limite aiutiamoci con una bella gnocca. Quella funziona sempre.

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    1. Tieni conto del fatto che l'Italia e' una nazione di semianalfabeti. La comunicazione emotiva riesce benissimo con un ignorante, che invece si sentira' infastidito e respinto dal professorone che "ha studiato" e lo fa sentire ignorante. Paradossalmente, il bel sorrisino della Simonsen ha portato piu' consensi per la SA di quanti ne abbiano portato tutte le spiegazioni dei ricercatori. Hanno voluto un paese di ignoranti, lo hanno ottenuto, ecco i risultati!

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  4. Sono curiosa: quali erano gli effetti collaterali del primo estratto pancreatico?

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  5. Mai visto manifestazioni in difesa della Drosophila (per chi non lo sapesse è un insetto usatissimo nella ricerca genetica). Neppure manifestazioni per fermare le deratizzazioni. A questo punto penso ci siano animali di serie A e animali di serie B anche per chi è contrario alla sperimentazione animal....

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    1. A dire il vero io, animalista convinto e vegetariano da tanti anni, sono al corrente di eventi a favore dei ratti (anche siti contro la derattizzazione, che invocano metodi incruenti per allontanare i roditori) e conosco anche alcuni animalisti estremi che si battono persino per le zanzare.

      Che poi ci siano animali di serie A e di serie B, tanto per la stragrande maggioranza degli animali quanto per la gente in generale, è vero, ma il discorso è ben diverso e credo esulerebbe dall'argomento di questo articolo.

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  6. Plaudo a questo post, e vorrei aprire una piccola parentesi sull'utilità della Sperimentazione animale, perché davvero tante, troppe persone si battono contro questa, nonostante sia grazie ad essa che oggi abbiamo una vera medicina moderna e capace di risolvere patologie altrimenti mortali. (Senza medicina basterebbe una banale appendicite per ucciderci, ma evidentemente qualcuno se lo è dimenticato).

    L'Uomo uccide ed utilizza animali da tempo immemorabile. La stessa cosa vale per tutti gli animali esistenti sulla Terra, non esiste un singolo animale che possa vivere senza farlo. La quantità di animali usata nella ricerca, però, rappresenta una frazione davvero esigua del totale che ogni giorno uccidiamo, per cibo o per disinfestazione (provate a fare un rapporto tra quanti topi muoiono nei laboratori e quanti invece nelle disinfestazioni). Ma l'utilizzo di animali nella ricerca ha dei lati positivi che gli altri non hanno, e per questo mi chiedo il perché le persone, nonostante magari i loro pasti siano un'ecatombe di esseri viventi perlopiù provenienti da allevamenti intensivi in cui certamente il cibo che stanno ingerendo non se l'è passata tanto bene in vita, sentano solo la ricerca sugli animali come "crudele" e poco etica.

    Un animale mangiato esaurisce la sua funzione nell'intestino. La esaurisce. Un animale utilizzato nella ricerca trasmette informazioni nel futuro. Riferendoci al diabete, per esempio, scienza non ha "usato" quei cani e quei maiali per salvare vite umane, la scienza quei cani e quei maiali continua ad usarli, e sono sempre loro, perché è grazie a quei cani usati decenni fa che oggi i diabetici possono dire di essere normali. "sconfiggere il diabete" secondo me è una cosa che già ora si è fatto, forse qualcuno non è d'accordo, ma sinceramente quando vedo un mio amico, che ha passato i 50 anni, insulina dipendente, che corre la mezza maratona in un'ora e venti minuti (provateci voi...), mi riesce molto difficile pensare a questa persona come ad un ammalato, per giunta grave, perché senza insulina il diabetico semplicemente ha vita breve.

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  7. Salve Dott di Grazia
    perdoni il mio eesere sprovvisto di tempo ma potrebbe gentilmente indirizzarmi verso uno studio concreto basato sui dati e sulla verifica rispetto all'utilita' della sperimentazione animale nella moderna industria farmaceutica ?
    Lascio da parte le caciare infami di personaggi ignobili che dimostrano ancora una volta, se ce ne fosse il bisogno e c'e'; di come il cospirazionismo sia da annoverare del tutto tra i disturbi di personalita' elencati dal dsm
    grazie

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  8. Risposte
    1. Forse questo post, almeno in parte, esaudisce la tua richiesta :)
      http://medbunker.blogspot.it/2013/10/sperimentazione-animale-superflua-o.html?m=1

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  9. Forse il problema di persone come "Maria" è che di punto in bianco inorridiscono quando realizzano che l'uomo è anche un animale. E come tale uccide senza (troppa) pietà gli altri animali, con lo scopo di mantenere (e far progredire) la propria specie. Non sopportano l'idea di essere Homo Sapiens, si guardano attorno e si schifano, odiando i loro simili. Di persone con un profilo psicologico così me ne vengono in mente tante e su tutte gli autori delle stragi di Utoya, Columbine, Virginia Tech. Dobbiamo temere chi disprezza se stesso? Secondo me si.

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  10. Mi inchino a cotanto post. Sublime!

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  11. io, però, fra una persona che non conosco e il mio animale domestico, sceglierei l'animale domestico. In generale si mette sempre al primo posto chi ci è vicino, ed è giusto così

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  12. Io sono un non carnivoro. Non mangio carne perchè come animale-uomo ho la possibilità di esercitare una libera scelta, cosa che come animale-non-uomo, non potrei (anche come animale-uomo in certi posti del mondo non potrei permettermi tale scelta). Il punto che mi differenza da altri "animalisti" verte sulla questione specismo. Io sono specista, per me neppure gli animali sono tutti uguali: un gatto non equivale ad un pesce, e non perché il primo è più carino, ma perchè ha un sistema nervoso più sviluppato, che gli consente un'interazione col mondo più consapevole e con esso ho affinità legate al comune sviluppo di un'affettività tipica da mammifero. Tutto ciò senza alcuna percezione di una sacralità della vita, anche se l'uccisione diretta mi respinge anche per una formica. Ma proprio perché specista prima viene l'uomo (qualunque uomo, anche gli stupidi e gli stronzi), e se non mangiare carne non mi costa nulla (o meglio la rinuncia di gola mi da co unque un saldo positivo) non potrei, pur amandoli, accettare che un qualche avanzamento utile per lenire le sofferenze di una persona o salvarle la vita fosse anche solo ritardato per non sacrificare un animale. Naturalmente amandoli conto che si usino solo ultima ratio e quando disponibili alternative di analoga validità queste ultime vengano preferite, come del resto recita la legislazione europea. Saluti.

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  13. Per questo cambierei la didascalia della prima (1910) come "Sopravvivenza" e non "Aspettativa di vita".

    Ho sbagliato a scrivere, traducendo le tabelle avevo corretto la prima ma non la seconda, tutte e due si riferiscono alla sopravvivenza in anni dopo l'insorgenza della malattia.
    Correggo.
    :)

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  14. Per me gli ignoranti (in qualunque situazione essi siano) possono essere trattati in due modi, dipende come si pongono.
    Se pongono la domanda in modo cortese e civile si risponde.
    Se spalano m**** perché pensano di sapere tutto vanno ricoperti con la stessa cosa che hanno provato a tirare.
    Nulla peggio di un arrogante ignorante.
    Quindi dico bravo a Salvo, non sarei riuscito a scrivere una risposta così civile e pacata. Forse qualcuno leggendo farà 2+2, ma dubito che tra questi ci saranno molti italiani.....

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  15. @MaxCady

    potrebbe gentilmente indirizzarmi verso uno studio concreto basato sui dati e sulla verifica rispetto all'utilita' della sperimentazione animale nella moderna industria farmaceutica ?

    Domanda che richiederebbe un trattato di biologia solo per introdurre l'argomento. Non credo esista UNO studio che mostri l'utilità della sperimentazione animale in farmacologia, così come ne esistono diversi che la criticano, diciamo che l'argomento è tanto vasto che conviene andare ordinatamente. Chi vuole approfondire l'argomento quindi, dovrebbe iniziare a studiare qualche concetto di base (alcuni sono complicati ed anche io ho dovuto impegnarmi un po').
    Per esempio, qui ci sono alcune FAQ sulla sperimentazione animale (sono le domande più comuni...):

    http://difesasperimentazioneanimale.wordpress.com/2012/02/14/le-faq-della-sperimentazione-animale/

    ...e qui un elenco di studi in un sito critico (non l'ho visitato tutto ma mi sembra abbastanza pacato):

    http://sperimentazioneanimale.wordpress.com/letteratura-scientifica/

    ...e converebbe visitare le pagine dei due siti, come detto l'argomento non è immediatamente affrontabile.

    http://sperimentazioneanimale.wordpress.com/letteratura-scientifica/

    @Alice:

    fra una persona che non conosco e il mio animale domestico, sceglierei l'animale domestico.

    Se sapessi che la morte del mio animale domestico (che per me è un componente della mia famiglia) salvasse una vita umana, anche sconosciuta, lo donerei senza pensarci due volte.
    Sarà deformazione professionale, forse esasperata, ma è così.

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  16. Solo un aneddoto di pura casistica.
    Mio nonno, che non ho mai conosciuto, era diabetico.
    Aveva giù l'insulina e il suo bravo set di siringhe. Era una persona abbiente e si poteva permettere le migliori cure disponibili all'epoca.
    Ma morì comunque nel corso di pochi anni lasciando orfano mio padre ancora bambino.
    Erano gli anni trenta del secolo scorso.

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  17. Alice, ti faccio un'altra domanda. Una casa in fiamme, sta per crollare tutto. Rimangono da portare fuori un cane (il tuo cane) e uno sconosciuto (potrei scrivere un bambino per farla più melodrammatica, ma diciamo un adulto), non c'è tempo per salvare entrambi. Chi scegli? Come spiegheresti dopo la tua scelta ai familiari dello sconosciuto? Oppure, c'è un tuo familiare o amico e il cane di uno sconosciuto, come speri che si comporti lo sconosciuto? E cosa gli diresti, dopo, se si comportasse come te? Per carità, ognuno ha il proprio codice morale, e se per te è preferibile il cane nulla da dire, ma sia chiara una cosa: essere contrari alla S.A. (e coerentemente alle derattizzazioni, che ammazzano dolorosissimamente milioni di topi) è equivalente a scegliere il cane nell'incendio e lasciar morire lo sconosciuto. Forse il punto è definire chi ci è vicino e chi no. Io direi che un essere umano mi è più vicino in ogni caso, ma magari mi sbaglio, ci mancherebbe.

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  18. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  19. Vorrei poi sottolineare un aspetto importante: una cosa sono le scelte personali, un'altra il comportamento che deve avere lo Stato, cioè la comunità nel suo insieme. Personalmente io sceglierei sempre mio figlio rispetto ai figli degli altri (avrei meno difficoltà a sacrificarmi io stesso), ma la comunità, se non vi sono alternative, deve, dolorosamente, fare delle scelte. Mio figlio è su un aereo dirottato, i dirottatori forse vogliono fare solo un'azione dimostrativa, forse vogliono gettarsi su un grattacielo con migliaia di persone dentro. Io vorrei aspettare, magari si risolve tutto, forse non è come l'11 settembre... ma lo Stato non può rischiare, e DEVE abbattere l'aereo. E' orribile, ma la comunità non può che fare quest'amara scelta, perché c'è mio figlio su quell'aereo, ma molti altri figli fuori. Per la S.A. è la stessa cosa: personalmente posso preferire un animale (non necessariamente mio), ma lo Stato non può mettere a rischio o sacrificare molti (esseri umani, che sono i componenti della comunità) per le pur rispettabili visioni morali di alcuni. Tu puoi scegliere di non curarti, ma non puoi imporre di non farlo agli altri. E purtroppo, molti animalisti (spero non la maggioranza, ma questa maggioranza se esiste si faccia sentire senza tentennamenti) sembra proprio che non si limitino a scegliere per sé, ma mirino a imporre la loro etica a tutti gli altri.

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  20. Per carità, ognuno ha il proprio codice morale, e se per te è preferibile il cane nulla da dire

    Senza andare molto lontano con gli esempi, io ricorderei la donazione di organi. Un donatore è "fisiologicamente" vivo (non lo è dal punto di vista cerebrale, è "umanamente" morto) eppure molte famiglie preferiscono far morire quel corpo per salvare un altro, quasi sempre sconosciuto e questo è considerato un gesto di altissimo valore morale ed altruistico. Perché quindi stupirsi del sacrificio di un animale (anche il proprio) per salvare una vita umana sconosciuta?

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  21. @Salvo Di Grazia

    grazie ; forse ho malposto la domanda, effettivamente io sono un profano, cioe' non sono medico, non ho studiato medicina ne' biologia quindi credo che per me la fatica sara' doppia ;) comunque grazie e' giusto per capire fino a dove arriva l'utilita' della sperimentazione su animali. Non sono vegetariano o vegano e come lei dovessi trovarmi in una situazione simile agirei di conseguenza. Tanto quanto, anche se ora, scriverlo al pc e' comodo e facile, credo sacrificherei una persona per salvarne cinque.
    Sei un medico, hai cinque pazienti in fin di vita e un giovane paziente sano. Il solo modo che hai per salvare la vita dei cinque pazienti è trapiantare gli organi del giovane (contro la sua volontà) nel corpo dei cinque pazienti. Se lo fai il ragazzo morirà, ma gli altri cinque vivranno.
    E' giusto secondo te procedere al trapianto? *
    *http://psicocafe.blogosfere.it/2007/03/uccideresti-un-uomo-per-salvarne-cinque-le-emozioni-e-i-dilemmi-morali.html
    e
    The Neural Bases of Cognitive Conflict and Control in Moral Judgment
    http://www.cell.com/neuron/retrieve/pii/S0896627304006348

    Tra i suoi link e questi avro' da leggere per un po'! grazie

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  22. oddio, io sono d'accordo con l'articolo su tutta la linea. Dicevo solo che non sacrificherei un essere che conosco e a cui sono affezionata per un altro che non ho nemmeno mai visto. Mi sembra che sia proprio questo l'aspetto che animalisti e vegani non riescono a considerare: gli animali valgono in senso assoluto quanto l'uomo, è vero... ma gli esseri umani ci sono più vicini, per questo sono più importanti. Lo stesso motivo per cui un animale domestico ci è più vicino della mucca che mangiamo.

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  23. Aggiungo che comunque gli esseri umani sono per noi più importanti sempre, perché il rapporto fra un essere umano e l'altro è più forte sempre di quello con un animale, fosse anche soltanto una relazione improntata al conflitto e al disaccordo. In una situazione diciamo "live" penso (e dico penso) che salverei la persona e non l'animale, anche fosse la prima volta che la vedo. Ma se mi dicessero: sacrifica il tuo cane per donare un organo a quella tizia, ti ricordi, quella che aveva pubblicato quella foto su facebook... direi che niente mi spingerebbe a fare una cosa del genere. Sempre per la questione della distanza

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  24. sì, lo so che i cani non possono donare organi agli esseri umani... scusate l'esempio cretino

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  25. Salvo, ti stimo molto e seguo da un sacco di tempo, ma c'è una frase che mi ha urtato molto in questo articolo.

    "[...]la vita è fatta a piramide, il più forte "mangia" il più debole per sopravvivere, c'è poco da fare[...]"

    No, per piacere. Anche un bambino down è più debole e io questo atteggiamento non lo accetto.
    Per carità, capisco bene cosa intendessi dire, e in generale la penso come te, ma ritengo sia importante anche il modo di porsi.

    Per curiosità sincera, ma in che modo la produzione di carta e pennarelli ucciderebbe animali? Non mi risulta che nella produzione siano coinvolti derivati animali.

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  26. IO sono diventata antivivisezionista x la MIA specie, per i malati UMANI..semplicemente leggendo i foglietti illustrativi dei farmai,fonti certe, facili, di semplice comprensione per tutti, che non lasciano molti dubbi sul fatto che la SA sia utile a molto fuorchè a dire qualcosa di utile per la nostra specie.Poi ho iniziato ad approfondire in quali progetti basati sulla sa venivano uutilizzati anche i miei soldi (sono andata sui siti degli istituti di ricerca, sul sito ISS, sul sito Airc e company, sui siti universitari) e…sono diventata sempre più ANTI-SA.
    Approfitto per inserire qui degli esempi dei bugiardini che mi hanno fatto drizzare..le antenne:(spero che non rispondiate che anche questi sono stati scritti dalla Lav!)
    FORANE(anestetico) …Gravidanza: studi fatti sul ratto non hanno mostrato alcun effetto nocivo sulla fertilità, la gestazione, il parto e sulla vitalità dei nati. Medesimamente, esperimenti fatti sui conigli hanno prodotto coniglietti vitali, nonchè uno sviluppo fetale normale. Si ignora se il risultato di questi studi sia applicabile all’uomo.
    RETROVIR:…Non si conosce quanto i risultati di carcinogenesi nei roditori siano predittivi per l’uomo.
    CYTOTEC:…Un aumento reversibile nel numero di cellule epiteliali gastriche di superficie normale si è verificato in cani, ratti e topi. Nessun aumento si è osservato in uomini a cui era stato somministrato Cytotec per un anno.
    CEFOBID :…Gravidanza: Studi sulla riproduzione sono stati condotti su topi, ratti e scimmie in dosi anche 10 volte maggiori rispetto alla dose per l’uomo e non hanno rivelato evidenza di infertilità o danno ai feti . Non ci sono tuttavia studi adeguati e ben controllati su donne incinta. Dato che gli studi sulla riproduzione negli animali non sono predittivi della risposta umana, questo farmaco deve essere usato in gravidanza solo se strettamente necessario.
    OPTRUMA Raloxifene cloridato (prevenzione dell’osteoporosi nelle donne dopo la menopausa) ottobre 2001
    Dati preclinici di sicurezza: [...] Studi su ratti e topi hanno mostrato un aumento dei tumori ovarici trattati con alte dosi di farmaco. In questi studi, i roditori di sesso femminile, furono trattati durante tutta la loro vita riproduttiva, quando le loro ovaie erano funzionali ed altamente sensibili alla stimolazione con ormoni sessuali. In contrasto all’elevata sensibilità delle ovaie in questo modello di roditore, l’ovaio umano dopo la menopausa risulta relativamente insensibile alla stimolazione con ormoni sessuali.
    Cardirene (prevenzione della trombosi coronarica) Gravidanza:
    - nell’animale: è stato osservato un effetto teratogeno.
    - nell’uomo: in base a molteplici studi epidemiologici (in particolare uno studio prospettico in un alto numero di donne) non è stato riscontrato alcun effetto teratogeno a seguito di somministrazioni saltuarie durante il primo trimestre di gravidanza.
    ECOVAL Scal Fluid (Betametasone valerato) Gennaio 2004
    Categoria farmacoterapeutica: CORTISTEROIDI ATTIVI (III GRUPPO). Indicazioni terapeutiche: dermatosi delle parti pilifere quali: dermatite eczematosa, eczema seborroico, psoriasi, alopecia areata, pitiriasi secca.
    Gravidanza :La somministrazione topica dei cortisteroidi ad animali gravidi può causare anormalità nello sviluppo fetale. La rilevanza di questo dato sperimentale non è stata constatata nell’uomo
    Secondo i foglietti illustrativi dei farmaci si direbbe che il vostro titolo dovrebbe continuare cosi:
    "gli animali continuano a morire..e non (pre)dicono un ..bip..per noi esseri umani

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  27. Alessandro Zunino, lungi da me fare da portavoce per Salvo (sicuramente saprà risponderti lui), ma volevo farti notare una falla nel tuo sillogismo. Tu scrivi:

    "[...]la vita è fatta a piramide, il più forte "mangia" il più debole per sopravvivere, c'è poco da fare[...]"
    No, per piacere. Anche un bambino down è più debole e io questo atteggiamento non lo accetto.

    Però il concetto di vita a piramide è tecnicamente corretto in quanto si parla di specie diverse. Un bambino down avrà l'appoggio degli altri umani sani che lo proteggeranno. La frase di Salvo non implica che dobbiamo abusare dei più deboli, solo che è parte della natura far valere la propria forza. Noi umani la usiamo, purtroppo, su specie più deboli per aiutare gli elementi più deboli della nostra specie e, di contro, anche gli altri animali (veterinari, per dire).

    Trovami un'altra specie nel mondo che adegua il "sistema piramidale" per un qualcosa che esula dal proprio tornaconto... per questo non ci vedo nulla di scandaloso in quella frase.

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  28. Anche un bambino down è più debole e io questo atteggiamento non lo accetto.

    Non mi risulta che noi umani mangiamo i bambini con sindrome di Down e mi sembra evidente che non c'è alcun legame tra la mia frase e "livelli umani" che per me non esistono e non esisteranno mai. Spero si sia capito il senso della mia frase, è naturalmente riferita alla piramide alimentare e poi si può applicare in altri campi (dei quali solo l'uomo può approfittare).

    Per quanto riguarda pennarello e carta. L'inchiostro del primo è testato (è stato testato, ormai sono passati anni) su animali prima di essere permesso. La carta prevede l'abbattimento di foreste per essere prodotta e questo causa la morte di interi gruppi di animali (in certi casi anche l'estinzione).

    @cassanra:

    IO sono diventata antivivisezionista x la MIA specie, per i malati UMANI..semplicemente leggendo i foglietti illustrativi dei farmai

    Fai benissimo ad essere "anti" quello che vuoi, se ti senti adeguatamente informata.
    Immagino quindi che non usi e non userai mai un farmaco o un servizio medico (pronto soccorso, interventi chirurgici, anestesia...), perché, come dice qualcuno, è "facile fare l'animalista con la malattia degli altri". :)

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  29. Tra l'altro la gente dimentica che la SA cosa.
    Costa milioni di euro, molti milioni di euro.
    E allora invece che piagnucolare di topini puccettosi perchè non si inventano un sistema che non coinvolga gli animali e che per inciso sarebbe accettato subito perchè costa meno?

    Probabilmente perchè gente molto più meritevole e capace di loro ci dedica anni di studio e ancora non l'ha trovato.
    Meglio gridare "Assassini!11!1" piuttosto che applicarsi veramente a risolvere un problema che dovrebbe star loro a cuore e che incidentalmente li farebbe diventare ricchi.

    La coerenza questa sconosciuta.

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  30. x Salvo: dove hai letto nel mio commento che parlo di animali? Io non ho filosofeggiato e ti ho riportato foglietti illustrativi..cmq per la sicurezza mia e dei miei familiari noi prendiamo solo farmaci che sono in commercio da anni, perchè se non sono stati ritirati alla chetichella durante i primi anni di farmacovigilanza significa che migliaia di ESSERI UMANI ne hanno tratto beneficio.Visto che lei invece crede tanto nei modelli animali perchè non si propone per i trial clinici?Può arruolarsi perchè sono previsti candidati sani..nel mentre io continua a prendere farmaci che ho visto funzionare NELLA MIA SPECIE.

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  31. X Nicolas..cerco di spiegartelo facile facile: se io compro da te 1kg di pane io SPENDo e tu GUADAGNI..Tornando alla SA ti metti il tariffario di Neuroscienze (di soldini che qualcuno spende e qualcun altro guadagna)TARIFFARIO PER PRESTAZIONI CONTO TERZI DI TIPO ROUTINARIO
    RESE DAL DIPARTIMENTO DI NEUROSCIENZE E TECNOLOGIE BIOMEDICHE
    1) Valutazione della neurotossicità
    di molecole su espianti di gangli di ratto € 10.000,00+IVA
    2) Esperimenti di neurotossicità e/o neuroprotezione in vivo nel ratto Wistar
    (tariffe per animale in EURO)
    Disegno sperimentale, valutazione, analisi ed interpretazione dei risultati
    Quota forfetaria inclusiva di acquisto, consegna e smaltimento € 20,00+IVA
    Quota giornaliera per stabulazione in gabbia singola
    (quarantena + periodo di trattamento ed osservazione) € 2,00+IVA
    Quota giornaliera per stabulazione in gabbia doppia
    (quarantena + periodo di trattamento ed osservazione) € 1,00+IVA
    Trattamento [ip, iv (coda), sc, os] € 100,00+IVA
    Valutazione ["base" (determinazione della velocità di conduzione
    nervosa nel nervo caudale per 3 determinazioni,
    analisi istopatologica al microscopio ottico
    ed elettronico, max 2 organi)] € 200,00+IVA
    Disegno sperimentale, valutazione, analisi ed interpretazione dei risultati
    (forfettario per studio)
    fino a 30 animali € 8.000,00+IVA
    da 31 a 50 animali € 12.000,00+IVA
    da 51 a 100 animali € 15.000,00+IVA

    purtroppo qui mi da un limite di caratteri. Se l'amministratore mi consente di sforarli ti metto tutto il listino prezzi..(prezzi= soldini che qualcuno che spende da a qualcun altro che guadagna)

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  32. dove hai letto nel mio commento che parlo di animali?

    Nel commento che hai scritto, diverse volte. Di cosa staresti parlando, scusa?
    Inoltre: forse non ho capito, sei "antivivisezionista" perché secondo te la "vivisezione" (che non esiste per legge, almeno da noi) non rispecchia le risposte negli umani?
    È così o ho capito male?
    E quindi usi farmaci "vecchi" perché sono testati sugli uomini e quindi rispecchierebbero le loro risposte, giusto?
    E secondo te questi farmaci "testati" sugli uomini, prima di diventare farmaci, su chi sono stati testati?
    Se ho capito bene quindi tu usi quei farmaci perché tanto gli animali utilizzati ormai sono "passati"?

    Spiegati bene, invece di "filosofeggiare", perché (c'è sempre il rischio che sia io a non capire) ripeto che se una persona ha un ideale, tradirlo secondo la situazione (gli animali morti nel passato non contano più, quelli che muoiono oggi sì, a quanto ho capito) lo ritengo discutibile, almeno chiarisci la tua posizione.
    Grazie.

    perchè non si propone per i trial clinici?

    L'ho fatto in passato (una volta) e sono iscritto come volontario sano per un trial per una patologia rara (ma che c'entra?).
    A prescindere da questo, continuo a non capire. Sei "antivivisezionista" perché? Lo spiegheresti meglio?

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  33. Caro Dott Di Grazia,
    Grazie per questo articolo, in un mare di ignoranza ed irrazionalità ci vuole proprio.
    @Cassandra: se non conosci la farmacologia, il senso/scopo dello sviluppo pre-clinico e clinico e le linee guida che li regolano per favore evita di postare noiosi (ed incompleti) elenchi dei bugiardini dei farmaci. Spiegarti la farmacologia in un post è impossibile e sarebbe comunque inutile.
    Inoltre, per quanto riguarda i costi, tu giustamente sostieni che qualcuno ci guadagna. Infatti, chi paga sono le aziende farmaceutiche e chi prende i soldi sono le CRO pre-cliniche che effettuano test pre-clinici (ormai tutte in crisi, vedi Charles River, Covance ecc., alla faccia dei guadagni!). Quindi tu sostieni che queste CRO pre-cliniche siano lobby più potenti delle mostruose BigPharma come Pfizer, Glaxo ecc.?? Oppure sono le lobby dei costruttori di gabbie così potenti?! No aspetta, forse sono le aziende che producono mangimi per topi che manipolano tutto!
    Infine sull’utilizzo dei farmaci che fai: tu usi solo quelli “vecchi” perché giustamente ci sono anni di evidenze che vanno bene sull’uomo. Quindi stai ammettendo che ci sono tanti farmaci (e non solo quelli che usi tu) che, per semplice e pura casualità, hanno superato lo sviluppo pre-clinico (e clinico) e poi, sorpresa, funzionano anche sull’uomo! Ma guarda te che casualità…
    Saluti

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  34. Cavolo si, ti prego spiegami l'economia con un esempio semplice, perchè sai avendo solo una laurea in economia una in ingegneria e due master post laurea non sono in grado di fare le somme.

    Hai scoperto che la SA costa?
    Ma dai? Spetta che ti rivelo un'altra grande verità pure io: dal rubinetto rosso esce l'acqua calda.

    Tieni
    http://www.crackit.org.uk/about

    qui danno un premio a chiunque trovi un metodo alternativo alla SA che costi meno, applicati invece che lamentarti!
    Trova un sistema, salveremo un sacco di animali pucciosi e in cambio ricevi milioni di dollari e magari un premio Nobel.
    Però forse è meglio usare la SA come scusa per credersi migliori degli altri e venire a lamentarsi su blog altrui...
    Va a sapere...

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  35. @cassandra:dove hai letto nel mio commento che parlo di animali?

    Tutte le volte che si legge topo o ratto direi.

    cmq per la sicurezza mia e dei miei familiari noi prendiamo solo farmaci che sono in commercio da anni perchè se non sono stati ritirati alla chetichella durante i primi anni di farmacovigilanza significa che migliaia di ESSERI UMANI ne hanno tratto beneficio.

    Non necessariamente. Semplificando piu’ un evento avverso e’ raro e piu’ tempo servira’ per evidenziare la sua correlazione con il farmaco. Hai per caso deciso per un limite di sicurezza ? Che so, prendi farmaci che sono in commercio da almeno 20 anni..

    Visto che lei invece crede tanto nei modelli animali

    La sperimentazione animale ha anche altri scopi oltre la farmacologia. Ad es. come qualcun altro ha gia’ detto il moscerino della frutta e’ il soggetto da sempre preferito dai genetisti.

    purtroppo qui mi da un limite di caratteri. Se l'amministratore mi consente di sforarli ti metto tutto il listino prezzi..(prezzi= soldini che qualcuno che spende da a qualcun altro che guadagna)

    E dunque ?

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  36. Aspetta, ma quindi visto che tu compri del pane e tu SPENDI e il panettiere GUADAGNA (per citarti maiuscole incluse), dovremmo abolire il mestiere del panettiere?

    Come se i ricercatori navigassero nell'oro, poi.

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  37. .."Nonostante io ami gli animali, se dovessi scegliere tra me ed un ratto, sceglierei me.."
    direi che assolutamente non c'è frase che rispecchi in modo cosi preciso la mia opinione.
    faccio parte di quella fetta di persone che non è contro la sperimentazione animale ma per un semplice fatto:
    a 16 anni mi sono ammalata di tumore e se adesso io come tanti altri ragazzi, uomini e donne su questo pianeta con la mia stessa patologia e non, sono qui, dopo tre anni ancora viva lo devo solo alla ricerca.
    e mi dispiace che per testare farmaci chemioterapici o quant'altro ci siano animali che soffrano ma tutti voi che volete difendere gli animali a tutti i costi ponetevi questa domanda: "ma se mio figlio/a o io stesso/a dovessi ammalarmi di una malattia grave e mortale, avrei davvero il coraggio di preferire la vita di un ratto o altro animale che sia, alla mia/ quella di mio figlio/a"?
    fatevela questa domanda.
    io una risposta me la sono già data.

    RispondiElimina
  38. @ Cassandra. Se ti ammalassi di una patologia che fino a poco tempo fa non aveva una cura adeguata, ma che ora ce l'ha, cosa faresti, rinunceresti a curarti perchè non è passato abbastanza tempo dalla sua commercializzazione? Mio suocero ha un tumore al polmone e si sta curando con la chemioterapia, nello stesso tempo sta partecipando volontariamente ad un protocollo sperimentale che utilizza un anticorpo monoclonale. Il farmaco è già in commercio, ma si stanno ancora sperimentando tutti i campi di applicazione, soprattutto se è possibile sostituirlo addirittura alla chemioterapia. A lui forse non servirà a molto, ma tra pochi anni potrebbe diventare una cura efficace e con meno effetti collaterali. Dovremmo rinunciarci perchè non è in commercio da decenni? (ma la sua sperimentazione lo è sicuramente).
    Può capitare poi che si ritirino i farmaci dal commercio perchè obsoleti, tra l'altro e magari la ricerca scopre nuovi farmaci più efficaci e con meno effetti collaterali, che poi è il suo obiettivo principale. Dunque il tempo non è così indicativo, secondo me, e il fatto che siano in commercio da decenni non ci protegge da eventuali effetti collaterali. Prima fra tutti la reazione allergica. E' tutta una questione di rapporto rischio-beneficio, è questo che determina la necessità o meno di assumere dei farmaci.

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  39. Il punto è che
    "scelgo te o scelgo animale" parte da una premessa fallace.

    Nel momento in cui la ricerca trova una cura per una malattia nessuno morirà più per quella malattia.

    Per cui la ricerca avrà usato un numero finito, sicuramente grandissimo, per curare un numero infinito di persone.

    Non esiste il rapporto 1:1

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  40. Stavo meditando sull'egoismo allucinante della questione, ossia "a me va bene com'è la scienza medica ora", non importa se è così grazie alla SA, siccome non capisco che la ricerca ha tempi tecnici allucinanti mi illudo che ora la SA non serva a niente e per questo sono contrario. Ma mi tengo i vantaggi ottenuti finora.

    Il pensiero che se magari cent'anni fa ci fossero state persone come lei contrarie alla sperimentazione e fossero riusciti a renderla illegale ora non avremmo l'insulina non la sfiora, vero?

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  41. Infatti, qui la contraddizione etica è evidente, perché la sperimentazione animale - seppur più attenta di un tempo - è una pratica ancora in corso. Non si parla, per esempio, di esperimenti eseguiti sugli esseri umani prigionieri nei lager del passato nazista, esperimenti rispetto ai quali l'obiezione morale oggi non avrebbe più senso e il rifiuto degli eventuali risultati allora ottenuti sarebbe ingiustificato, se non addirittura stupido.
    Chi sostiene la contrarietà alla sperimentazione animale tout court, proprio per la sua attualità, dovrebbe passare dall'obiezione morale teorica a quella pratica, rigettando coerentemente le agevolazioni che tale pratica offre.

    Saluti
    Marcoz

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  42. Non capisco il significato di riportare - da parte di Cassandra - quella sorta di tariffario per suggerire la "mirabolante" evidenza che la sperimentazione animale è associata a dei costi. Ma anche la sperimentazione non in vivo (sia in vitro che clinica) è associata a dei costi. Ma anche, più o meno, qualsiasi attività lavorativa umana è associata a costi. E allora?

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  43. Provo a fare un'ipotesi io, nella mia ignoranza.

    L'interesse economico consisterebbe nello spillare più soldi all'utente finale (persona fisica o ente previdenziale), giustificando i prezzi praticati con l'iter protocollare complesso; questo a beneficio della catena dei complottandi addetti ai lavori (ricercatori, aziende farmaceutiche, società di servizi) al fine di continuare a garantire al proprio settore guadagni grazie ad attività che - a detta dell'animalista - sono in realtà inutili.
    Tutto il meccanismo sarebbe, in parole povere, una versione "scientifica" del parassitismo burocratico.

    Ci ho preso, Cassandra?

    Marcoz

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  44. Ma anche, più o meno, qualsiasi attività lavorativa umana è associata a costi. E allora?

    Devo dire (e l'ho detto) che neanche io ho capito bene la posizione di Cassandra, non solo sui costi (quale attività umana non ha costi?) ma anche sulla sua visione di "anti sperimentazione animale", mi è sembrato di capire che lei è "contro" perché sostiene che non è "predittiva" dei risultati sull'umano e quindi usa solo farmaci che sono stati testati da tempo sugli umani (tramite il loro uso quotidiano), però le ho chiesto perché usasse quei farmaci visto che anch'essi, al loro esordio, erano frutto di sperimentazioni animali. Quindi la sperimentazione del passato è accettabile, quella di oggi (per i farmaci del futuro) no. Non so se ho capito bene ed aspetto risposta.

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  45. E' facile 'capire' le motivazioni degli animalisti: ho un cane e sono legato a lui molto più che al 99% degli esseri umani viventi. E tra il mio cane e uno o più esseri umani che non ho mai visto scelgo il mio cane, esattamente come fa l'autore del blog, che pur sapendo benissimo che i soldi spesi per il suo cane potrebbero sfamare qualcuno nel terzo mondo continua a spenderli per il suo cane. Quindi non inventiamo favole, tra 'te' e il mio cane io, e immagino ogni proprietario di animali domestici, sceglierebbe (e di fatto sceglie) il proprio animale.

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  46. pur sapendo benissimo che i soldi spesi per il suo cane potrebbero sfamare qualcuno nel terzo mondo continua a spenderli per il suo cane.

    È una tipica fallacia e potremmo farne una ciascuno fino a quando il primo si stanca. Banale.
    A me piuttosto questa tua affermazione:

    "ho un cane e sono legato a lui molto più che al 99% degli esseri umani viventi."

    sembra importante e credo che la maggioranza degli animalisti estremisti la pensino come te. È questo che dovrebbe farli riflettere e che ritengo davvero interessante. Credo che si dovrebbe partire da qui.

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  47. Però, l'immagine che nei paesi sviluppati non si dia più da mangiare agli animali domestici - in particolare ai cani - finché nel Terzo Mondo ci sono affamati, è affascinante. Se non altro, si risolverebbe radicalmente il problema delle deiezioni sui marciapiedi delle città.

    Marcoz

    P.S.: quello che non si "capisce" nei commenti di Cassandra - se si escludono temi complottisti - è il motivo per cui le case farmaceutiche hanno interesse a pagare costose sperimentazioni sugli animali.

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  48. >scelgo il mio cane, esattamente come fa l'autore del blog,

    Ti sfugge il particolare non certo insignificante che l'autore del blog è un medico, e quindi mette la vita dei propri pazienti davanti a ogni cosa. I medici migliori, anche davanti alla propria vita privata.

    RispondiElimina
  49. Inutile replicare che quella da me proposta non sia affatto una 'fallacia' (quale poi?): difficile conciliare la tesi della 'priorità' umana con l'opulenza canina e la fame africana.Dubito che tutti quelli che preferiscono spendere soldi per i propri animali siano considerati 'animalisti estremi'. Forse ciò che ha colpito è stato il mio dichiarare esplicitamente ciò che è implicato da questi comportamenti comunissimi. Poco rileva il fatto che l'autore sia medico e faccia molto per gli altri, giacché l'esempio del cane era puramente strumentale (non sono neanche sicuro che l'autore ce l'abbia, un cane). Quel che volevo 'ricordare' è che dietro i comportamenti degli animalisti estremi ci sono sentimenti ovvi e comuni, tanto comuni da non far neanche vedere (in chi parla di 'fallacia') che la tesi che gli umani siano sempre da privilegiare rispetto agli animali è rispettata pochissimo, da tutti o quasi.

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  50. DImenticavo, tanto per evitare nuove risposte fuori bersaglio: non ho sostenuto, né sostengo, che gli animalisti abbiano ragione. Il 'senso' del mio intervento era semplicemente questo, che i sentimenti che muovono (credo) gli animalisti non sono una bizzarra patologia originatasi chissà come ma, al contrario, sono molto diffusi.

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  51. @ safsdasgag, il discorso che fai sui cani non mi convince, infatti (tranne pochi santi) neanche vendiamo la nostra auto per sfamare i bambini africani, o la bici e i libri dei nostri figli, ciò non vuol dire che "amiamo" questi oggetti... e di certo non possiamo sostenere che valgano quanto una vita umana.
    Comunque io vorrei tanto conoscere un animalista e chiedergli se davvero tra salvare suo figlio e salvare il suo cane ci dovrebbe pensare anche solo un secondo. Francesca

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  52. l'esempio del cane era puramente strumentale (non sono neanche sicuro che l'autore ce l'abbia, un cane)

    Confermo di avere un cane e confermo che se il suo sacrificio salvasse una persona (anche a me sconosciuta) non esiterei ad offrirlo. Pensa, c'è gente che ha offerto se stessa per salvare il prossimo (anche se sconosciuto). Sarà strumentale ma può essere un invito per iniziare a conoscere meglio gli esseri umani e preferirli, quando possibile, ad un cane.

    la tesi che gli umani siano sempre da privilegiare rispetto agli animali è rispettata pochissimo, da tutti o quasi.

    È una tua opinione, legittima ma falsa come regola generale.
    Può essere vera per chi vive in una casa di paglia (sperando non abbia eliminato troppi acari, insetti e pulci), senza riscaldamento, acqua, luce, gas e senza usare il computer.
    Il fatto stesso che esisti elimina vite animali, se poi vivi utilizzando le comodità (che vanno dall'industria alla medicina) della vita moderna sei uno sterminatore di animali, volente o nolente.
    Questo significa che praticamente tutti gli esseri umani, anche i più poveri, per vivere devono necessariamente uccidere altri animali.
    Che poi ci sia un atteggiamento ipocrita che faccia dire "preferisco il mio cane agli uomini", scrivendolo da un PC che rilascia una tonnellata di CO2 l'anno (che significa migliaia di animali morti) e che per essere smaltito rilascia sostanze tossiche nell'ambiente (che significa altre migliaia di animali morti ogni anno e qualche uomo in mezzo c'è), è un altro discorso.
    Ma fare di un'opinione personale un regola planetaria è un errore (o ristrettezza di vedute).

    i sentimenti che muovono (credo) gli animalisti non sono una bizzarra patologia originatasi chissà come ma, al contrario, sono molto diffusi.

    Nessuno dice siano sentimenti rari o "sbagliati", ma sono ipocriti. Davanti ai milioni di insetti spiaccicati sul parabrezza della macchina che si usa per andare a bere birra (eppure la birra e l'auto non sono indispensabili e non usarle non fa male a nessuno), si organizzano manifestazioni, proteste ed aggressioni per l'uso in campo scientifico. C'è un evidente problema di equilibrio. Se poi questo squilibrio sia di informazione, interessato o mentale non sta a me dirlo.

    Saluti!

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  53. >Il 'senso' del mio intervento era semplicemente questo, che i sentimenti che muovono (credo) gli animalisti non sono una bizzarra patologia originatasi chissà come ma, al contrario, sono molto diffusi.

    Mah, in realtà le persone che affermano candidamente di preferire gli animali agli uomini, perlomeno quelle che conosco io, oltre a essere molte meno di quello che credi è gente triste che è stata delusa dalla vita e pensa che ci si possa fidare solo del proprio cane, per il semplice motivo che gli regala affetto incondizionato. Affetto incondizionato che è dato dall'incapacità di quell'animale di astrarsi da quello che è. Conosco anche gente che paragona l'avere un cane all'avere un bambino, ed è gente che bambini non ne ha mai avuti, perché un cane al massimo ti farà gioire per averti dato la zampa e leccato la faccia, o incazzare per averti scagazzato sulla ruota della macchina o aver fatto la pipì in salotto, ma non lo vedrai mai crescere come essere vivente, rimarrà sempre un cane che al massimo imparerà qualche trucchetto e a non scagazzare in salotto. Un bambino è un essere che crescerà costantemente nel tempo, nel bene e nel male.

    Questo per dirti che preferire l'essere umano, oltre ad essere il sentimento più diffuso, è anche quello più logico. Il "cane" ha una sua importanza come razza e come individuo per chi lo accudisce. L'essere umano ha un valore individuale imprescindibile, valorizzato dalle leggi che lo stesso Uomo si è imposto.

    Ma sto divagando.

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  54. Dissento solo sul finale; se qualcuno preferisce un ratto a me, e non vuole che io lo ammazzi perché io possa curarmi, allora anche io preferirei un ratto a lui.
    Come ritengo che la categoria umana abbia la precedenza sulla categoria animale, così ritengo che il singolo individuo che vuole la ricerca abbia la precedenza su chi, a parti inverse, farebbe morire un altro umano.

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  55. Diciamo che in teoria sarebbe molto bello se ognuno di noi potesse condurre la propria esistenza nel migliore dei modi senza arrecare danni agli altri e all'ambiente che lo circonda. Sarebbe favoloso. Ma siamo onesti, è un'utopia. Praticamente ogni nostra azione ha delle ripercussioni, anche quelle di chi si illude di "fare tutto nel modo giusto". L'etica è un valore che deve fungere da "linea guida", non dovrebbe diventare un ideale da inseguire ad ogni costo, anche perché ad oggi non credo sia materialmente possibile. Ad esempio, io personalmente sono vegetariana perché, come è stato scritto anche in un commento precedente, ho la POSSIBILITA' DI SCEGLIERE, ma soprattutto QUESTA SCELTA NON MI ARRECA DANNO. Credo sia sbagliato estremizzare l'amore per gli animali al punto di farsi del male, e infatti poi nella pratica anche i più estremisti non lo fanno (quando ad es. utilizzano un qualsiasi farmaco). Per la SA vale lo stesso ragionamento. E' un male necessario, forse in qualche misura lo sarà sempre. Quello che gli animalisti dovrebbero fare, secondo me, è semplicemente appoggiare ANCHE i cosiddetti metodi alternativi, senza cercare di impedire la SA, almeno finché ciò non sarà possibile (e credo che nel caso farebbe piacere per primi agli stessi ricercatori). E' giusto dar voce a chi non ne ha, nel senso che se nessuno avesse mai detto niente magari non si sarebbe sentita la necessità di legiferare in merito a come vengono trattate le cavie, ma per ora non credo si possa fare molto altro. E' importante invece manifestare il proprio disaccordo nei casi di sperimentazioni non necessarie (mi viene in mente l'esempio di trucchi, prodotti per il corpo, per la casa)... In quel caso, venendo a mancare a mio avviso il presupposto dell'"urgenza", il progresso potrebbe avvenire anche in tempi molto più lunghi utilizzando metodiche diverse (se già non avviene, questo non so dirlo).

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  56. L'etica è un valore che deve fungere da "linea guida", non dovrebbe diventare un ideale da inseguire ad ogni costo

    Giusto.
    Ribadendo che lo "scontro" sarebbe in teoria etico e solo etico (perché gli stessi "antisperimentazione" non è che abbiano mai portato esempi di modelli alternativi validi e sempre utili) ma poi sul campo diventa fisico, ideologico, fazioso. Tutto questo a chi serve e soprattutto a cosa serve?
    Liberare 100 topi di un laboratorio, cosa cambia in un mondo dove si macellano 100 bovini al minuto?

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  57. Parlando di test su animali per medicine contro il tumore ai polmoni ... http://www.sciencedaily.com/releases/2014/05/140528104022.htm ... è un passo in avanti o no? :)

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  58. "Maria" ha ragione quando scrive gli animali continuano a morire e noi non miglioriamo: se fosse migliorata, avrebbe usato Internet per documentarsi seriamente, invece di scrivere le amenità leggibili nella foto.
    Avrebbe capito che la ricerca (vera) richiede tempo (articolo).

    Da gennaio ad oggi, avrebbe potuto chiedere scusa a Caterina e indicare lei stessa questi link di febbraio (abstract) e di ieri (articolo).

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