giovedì 11 novembre 2010

Io, complottista (III parte)

Ecco la terza ed ultima parte dell'articolo sul complottismo. La prima parte è qui, la seconda qui.
Abbiamo visto com'è vasto l'argomento.
Da semplice "vezzo" per annoiati appassionati di catastrofismo si è talmente diffuso che qualcuno lo considera un problema sociale.
Negli Stati Uniti la figura del paranoico complottista è diventata un tormentone. Il "tin foil hat" è il copricapo fatto con un foglio di alluminio per proteggersi dal controllo mentale e dalle influenze nefaste, tipica fissazione dei paranoici più estremi.
 
 
 
Se il paranoico con il cappellino di alluminio è visto come un "innocuo" pieno di paure e fobie esiste al contrario il paranoico "per interesse", il professionista che vive di paranoia (in senso professionale) ed alimenta i paranoici in quanto suoi clienti.
Ha tutto l'interesse che la paranoia e la teoria del complotto non venga dimenticata, non passi mai di moda.
Il "guru" complottista non è un giornalista investigativo, non fa "inchieste" scottanti, non lavora per la verità ma vende sciocchezze. Credere che un complottista professionista sia come un giornalista sarebbe come paragonare il New York Times a Novella 2000.
Un vero "ricercatore della verità" (i complottisti amano questa definizione ed il corrispondente in inglese di "truther") si baserebbe su fatti, documenti, indagini comprovate da riscontri reali e prima di tutto va a cercarli in prima persona o si affida a report attendibili, non si basa sui video di You Tube o su siti internet amatoriali, un "ricercatore" che ricerca su Google è semplicemente un cronista dilettante. Se un medico si aggiornasse sull'enciclopedia medica per la famiglia verrebbe considerato quantomeno irresponsabile.
Un esempio potrebbe essere quello di Wikileaks che da semplice servizio di documentazione giornalistica è diventato un riferimento per l'ufficializzazione di veri e propri crimini governativi o di importanti eventi mai diffusi pubblicamente, tutti documentati e con riscontri certi, difficili da smentire, ufficiali. Questo sarebbe "complottismo" serio, quello che sparge il web di paure e bugie invece è gossip, né più né meno. Guardacaso i "complotti svelati" (traffico d'armi, vittime civili in guerre, incidenti mai rivelati, documenti mai pubblicati...) da Wikileaks non vengono smentiti nemmeno dai potenti governi accusati, quelli "svelati" dai complottisti sono smontabili con una semplice analisi superficiale e con il buon senso, soprattutto E naturalmente i complottisti sostegono che Wikileaks faccia parte del complotto perché... diffonde fatti talmente scottanti che non è possibile dica la verità. È un loop continuo. Se non diffondi una notizia è perché c'è qualcosa sotto, se la diffondi evidentemente... c'è qualcosa sotto.
E c'è chi in tutto questo ci sguazza.
Tra gadgets, DVD, libri, video e pubblicità un vero e proprio centro commerciale che spazia dalla più incredibile storia degli UFO all'assassinio di Kennedy ed alla fabbricazione di vaccini velenosi. Dall'invasione dei rettiliani alla politica internazionale fino alle teorie pseudoscientifiche più assurde, un giro d'affari ben sviluppato che si nutre della credulità del prossimo e delle menti deboli ed ingenue dei clienti più creduloni. Il complottista fa della disinformazione il proprio lavoro.
Naturalmente il complottista professionista deve essere "povero, insidiato dai potenti ed amante della verità", che conosce solo lui ma è talmente perseguitato ed ha svelato verità talmente terribili ed angoscianti che è libero di dirle a tutti diffondendole sul web e pubblica libri e DVD. Ancora più curioso il fatto che il complottista di professione lanci anatemi contro "il grande fratello", denuncia limitazioni della libertà, annuncia la costruzione di grandi campi di deportazione e per diffondere il suo messaggio utilizza la corrotta televisione e...internet che è il "luogo" più controllato, controllabile e gestibile a distanza del mondo. Come se una spia che dovesse inviare messaggi segreti li pubblicasse sulla bacheca del proprio ufficio.
Dalla rete, ripetuta dovunque e continuamente, il salto al mondo reale della bugia è rapidissimo. Una bugia ripetuta all'infinito rischia di apparire verità. Così tante teorie del complotto sbarcano sulla carta stampata, in TV ma anche nei banchi (teoricamente seri) di un parlamento (è successo anche da noi) con interrogazioni parlamentari e commissioni che nascono da informazioni reperite su internet e si autoalimentano, aumentano di dimensioni, le supposizioni diventano indizi, le teorie diventano presunte prove che si moltiplicano, si replicano e toccano gli spazi più reconditi dello scibile umano formando quella che ormai è conosciuta come la "teoria della montagna di merda" (si può dire montagna in un blog serio?). Qualsiasi incompetente, anche il più sordido degli ignoranti, sarà capace di produrre molta più spazzatura di quanta se ne possa spalare.
Questa caratteristica del complottismo si può notare in una discussione su questi temi. Il complottista porrà due dubbi, qualcuno li risolve ma il discorso non finisce lì. Subito altri due dubbi, che diventano quattro e toccheranno altri argomenti. Se l'interlocutore avrà avuto abbastanza pazienza e capacità per smontare pure questi ecco che ne appaiono altri otto, poi dieci, infine venti che toccheranno estremità inconcepibili per lo scibile umano. La discussione si chiude con la fisica quantistica, le lobby ed il movimento sionista, secondo gli argomenti trattati.
È un continuo spostamento di paletti: nessuna risposta andrà bene al complottista, lui non cerca risposte le ha già. Disinforma perché non è informato bene o perché vuole disinformare.
Nessuno può escludere che un giorno si possa scoprire che un avvenimento importante sia stato nascosto o falsificato da un governo o da un personaggio storico all'intera popolazione ma finché non esistono prove è inammissibile passare per certe delle supposizioni che lanciano dei sospetti così gravi.
Domani sicuramente scopriremo una cura molto più efficace delle attuali per il cancro ma pensare che esista oggi e che venga nascosta consapevolmente è folle.
E poi basterebbe una considerazione elementare per tagliare ogni fantasia: guadagnerebbe di più il medico (il ricercatore, lo scienziato) che scoprisse la cura del cancro rendendola pubblica o quello che scoprendola la nascondesse all'umanità?
Falsità pretestuose quindi e pure una colpa gravissima: la calunnia.
Il complottismo ha allora come scopo principale la disinformazione e proprio su internet la diffusione di questi teoremi del terrore ha avuto uno sviluppo incredibile. È stato visto ad esempio che il web è molto più fornito di pagine complottistiche che di siti culturali e ci si è chiesti quali potessero essere i metodi per limitare l'ondata di ignoranza e di incertezza che causano queste credenze.
Finora si è puntato sull'educazione, sull'informazione di chi utilizza il web ma si è presto notato che si tratta di un mezzo quasi del tutto inefficace. Questo perché i complottisti rifiutano la scienza in toto e soprattutto evitano il concetto di autorità. Se un complottista ha una convizione riguardante la salute non sarà certo un medico a tranquillizzarlo perché potrebbe essere parte del complotto.
Se un individuo è convinto che i terremoti siano di origine "artificiale", l'unico modo di informarlo sembrerebbe essere quello di spiegargli i meccanismi dei terremoti ma questo potrebbe non bastargli in quanto egli non accetterà spiegazioni da gente competente in materia in quanto questi farebbero parte del complotto.
Alla ricerca di metodi migliori di informazione alla fine ci si è arresti all'evidenza. Sembra che l'unico modo per bilanciare i danni del complottismo sia il dialogo.
È forse il metodo più complicato (il complottista evita il dialogo) ma è l'unico che sembra portare dei frutti.
Un metodo può essere quello di "accettare" anche le teorie più bizzarre per poi discuterne i punti se possibile serenamente e solo allora poter ritenere compiuta l'opera di corretta informazione.
Ma attenzione nel non cadere nella paranoia opposta.
Esiste la figura del "debunker", è colui che smonta le teorie di complotto o le bufale e le leggende metropolitane, studiandone e documentandone la falsità (io sarei una sorta di "debunker medico."... un med'bunker appunto...).
È un'opera sicuramente meritoria. Decine di blogger (soprattutto) sparsi in tutto il mondo, combattono a suon di documenti, opinioni di esperti, grandi dossier, le credenze disseminate nel web. È un lavoro immane.
Ma accanto ai paladini del buon senso e della ragione il tarlo della paranoia è sempre in agguato: esiste un estremismo anche in questo senso, se il complottista è un "paranoico del male", esistono scettici che rappresentano una sorta di "paranoico del bene". Nulla che vada contro la logica può essere accettato, a prescindere dagli argomenti. Tutto ciò che afferma un complottista è sciocco, senza appello e senza possibilità di ripensamento, chiusura a riccio davanti ad ogni affermazione che abbia solo l'aria di essere "complottista" e chi va contro è matto o delirante. È un atteggiamento identico a quello complottista ma speculare.
In realtà ogni volta che si legge un'affermazione poco "credibile" è bene documentarsi da varie fonti e cercare di capire chi fornisce le basi più attendibili su quell'argomento. Un elemento fondamentale è la PROVA. Un evento reale è un evento provato.
Questo se non si hanno le capacità o la cultura per studiare personalmente i vari argomenti che ci interessano. L'autorità inoltre (intendo chi si occupa per professione dei vari argomenti) ha il diritto di avere più voce in capitolo per il semplice motivo che con gli argomenti trattati ne ha a che fare ogni giorno, quindi almeno per esperienza. L'abito in questo campo fa quasi sempre il monaco essendo molto improbabile che un "dilettante" abbia più conoscenze ed esperienza di un professionista, non per niente i complottisti si travestono da "esperti" e si definiscono "ricercatori" quasi a darsi un'aria di accademicità che in realtà nemmeno sanno cosa significhi.
Il lavoro di indagine su una bufala, su una teoria di complotto è un lavoro faticoso ma spesso il catastrofista basa le sue parole su un termine decontestualizzato, su una traduzione sbagliata, su un video inguardabile. Costruisce un castello di sabbia che alla prima mareggiata viene cancellato inesorabilmente.

Io, complottista

Nonostante le analisi sociologiche e psicologiche dei complottisti li dipingano quasi come degli individui con problematiche intime, la realtà può essere ben diversa.
Le figure analizzate dagli studiosi si basano inevitabilmente su chi ha tratti estremi del comportamento complottista e su ciò che si legge su internet perché la "deviazione mentale" complottistica fa parte della personalità umana.
Il complottismo, nonostante sia un fenomeno abbastanza limitato ha un costo evidente. Antropologicamente la possibilità di non evolvere culturalmente e scientificamente sarebbe drammatico. Crearsi degli incubi e delle superstizioni farebbe piombare l'umanità in uno stato di timore, diffidenza e solitudine terribile.
Per questo bisogna fronteggiare l'avanzata delle pseudoscienze e delle superstizioni con decisione, impegno, con la voglia di crescere culturalmente e personalmente, è un dovere per le future generazioni ma già per i nostri figli, saperli cresciuti in un ambiente sano e "colto" è un obiettivo comprensibile. Il culto del bene e del bello deve prevalere su quello del male e del sospetto.
In Gran Bretagna il governo si sta impegnando tantissimo per stimolare lo spirito critico ed il ragionamento scientifico, credere al paranormale può essere un simpatico esercizio di fantasia ma basare le proprie azioni sulla possibilità che gli spiriti dei defunti possano punirci è l'ingresso della caverna più buia che esista: la superstizione atrofizza le menti.
La visione complottista e catastrofista della realtà inoltre è una visione negativa, pessimistica, maligna e maliziosa. Non ammirare i progressi dell'uomo e non sfruttarli (e non comprenderli a volte) è restare fermi e non approfittare delle bellezze, in senso lato, che ci riserva il nostro breve percorso terreno. Vivere nel bene, nell'ottimismo ed essere costruttivi e non distruttivi, è un investimento per noi e per i nostri figli.
Ma in ogni essere umano si cela un piccolo "complottista nascosto". Quante volte abbiamo pensato che il destino ce l'avesse con noi o che quella nuvola sembrava seguirci per rovinarci la giornata? Perché il vestito si macchia esattamente trenta secondi prima di uscire da casa quando abbiamo fretta?
Quante volte ad un esame o un test siamo stati convinti che il professore o il "giudicante" ce l'avesse con noi, nemmeno fossimo Lucifero in persona...?
Perché quando inciampiamo per strada guardiamo l'irregolarità del marciapiede come per rimproverarla ed invece non ci rimproveriamo per la nostra distrazione?
Perché se gli pneumatici si sgonfiano ce la prendiamo con loro come se fossero "volontariamente" protagonisti dei nostri problemi e dei nostri ritardi?
Siamo tutti un po' complottisti.
Dice un proverbio cinese: "Un gentiluomo attribuisce la colpa a se stesso, l'uomo comune la attribuisce agli altri".
Se l'automobile ci lascia a piedi ma perché "proprio in quel momento"?.
Non potrebbe essere colpa dei costruttori di pneumatici che non li fabbricano come dovrebbero per guadagnare di più?
Certo non pensiamo agli Illuminati o agli uomini in nero... ma qualcuno ce l'ha con noi, "è evidente"...
Se qualcosa o qualcuno davvero procurasse quei piccoli inconvenienti, ecco che la nostra vita sarebbe triste, in pericolo, la nostra intimità e le decisioni, controllate dall'alto, da qualcosa o qualcuno.
Se pensassimo invece che episodi del genere accadono ogni giorno a milioni di persone, il complotto assumerebbe bordi più sfumati, non sono destinati solo a noi (questi episodi) ma a tutti, quindi "forse" non è un complotto ma una coincidenza, il caso, il mio nervosismo o la fretta che mi ha fatto macchiare il vestito venti secondi prima di uscire da casa...
Se le coincidenze dei piccoli episodi le applichiamo a quelli grandi, agli avvenimenti storici, ecco che tutta la nostra storia diventa più evidente: che i complotti esistano non si mette in dubbio, ma perché un avvenimento storico sia definito complotto servono prove importanti, evidenze chiare, certezze, non "coincidenze".
"Sono sempre i migliori che se ne vanno" è la sintesi del pensiero complottista. "Tutti" ce ne andiamo, non solo "i migliori", possibile che ogni volta che succeda qualcosa che non comprendiamo pienamente ci deve essere una spiegazione, un motivo? Ma certamente, è la giustificazione per qualcosa di troppo grande per noi, come la morte, se ne è andato perché, come tutti i migliori, doveva toccare a lui.
Il complottismo è ìnsito nell'animo umano, è una fuga comoda da ciò che non accettiamo o il risultato dei luoghi comuni e delle credenze acquisite negli anni.
Siamo tutti complottisti ed in fondo lo sono anche io.
Disse Gibson, lo scrittore "profeta" del ciberpunk:
Conspiracy theories are popular because no matter what they posit, they are all actually comforting, because they all are models of radical simplicity.

[Trad: Le teorie di complotto sono popolari perché, non importa di cosa trattano, sono tutte realtà confortevoli, perché sono tutte modelli di semplicità totale.]
Affermare che "è tutto finto" è molto più rassicurante, definitivo e comodo del sapere che "qualcosa può non andare come crediamo".
Così ho il mio piccolo pensiero complottista da offrirvi.
Henry L. Mencken, giornalista e scrittore americano considerava "Huckleberry Finn", il romanzo di Mark Twain, come la miglior opera di letteratura americana (e non era l'unico a pensarlo) e portava spesso come esempio del tipico credulone ingenuo della periferia statunitense, le vittime dei ciarlatani Duke e Dauphin (il Duca e il Delfino nella versione italiana), due personaggi del romanzo che raggiravano la gente con le parole spillando quattrini con i quali comprarsi gli alcolici ed in questo contesto criticava ferocemente la democrazia americana che secondo lui era "l’adorazione degli sciacalli da parte dei somari". In pratica il "complotto" di Mencken era rappresentato da un governo che lasciava nell'ignoranza la popolazione per controllarla meglio ed in effetti la popolazione idiota non si rendeva conto di essere manipolata.
E veniamo ai giorni nostri: è possibile che nel 2010 si debba parlare di fantasmi e tavolini che si muovono? Possibile che certa gente pensi che i medici sono tutti lì a torturarci nascondendoci cure segrete e che i piloti di aerei siano tutti messi d'accordo per avvelenare la popolazione (e quindi loro stessi ed i loro figli)? Non è assurdo che c'è chi vede nei bellissimi disegni nel grano un messaggio alieno e nelle eruzioni vulcaniche un'arma segreta?
È giusto che scienziati, astronomi, medici, ingegneri, debbano perdere il loro tempo a spiegare o smontare teorie assolutamente improbabili? Un medico ha necessità di spiegare che il cancro non si può curare con il bicarbonato?
Un astrofisico deve studiare come spiegare che la Luna non è una navicella aliena?
E la televisione, che fino a pochi anni fa era una delle fonti di cultura, perché ci propina fenomeni paranormali ed UFO spacciandoli per scienza a tutte le ore e quando non lo fa ci addormenta con programmi di livello sottoterra?
Perché viene data dignità di "cronaca" in un drammatico programma nazionale alla visionaria che dice di aver visto i dischi volanti prelevare una ragazza scomparsa in un recente fatto di cronaca?
Perché diffondere insicurezza su tutto e su tutti? Perché i mezzi di informazione, i politici, i libri, internet ed i social network pullulano di fantasie passate per certezze?
Ma non è che il complotto consista proprio in questo?
Rendere idiota e passiva la gente, è questo il complotto!
Distrarre dai veri problemi, indurre a cercare un nemico invisibile ed inesistente, è questo l'inganno!!

L’adorazione degli sciacalli da parte dei somari?

Inculcare alla popolazione mondiale che viviamo in un mondo sempre meno sicuro, dove persino i governanti tramano contro la popolazione non esitando a massacrare migliaia di cittadini, dove la magistratura condanna solo chi fa comodo, i medici conoscono cure segrete condannando alla morte chi si ammala, e che pure le cure efficaci sono in realtà inutili è un modo per rendere la gente passiva, spaventata, paranoica. Non bisogna fidarsi di nessuno, non solo del proprio vicino che potrebbe essere un agente segreto ma nemmeno del vigile urbano che, in quanto rappresentante dell'autorità non esiterà ad eliminarci se dovesse essere necessario.
Non fidiamoci nemmeno del vecchio medico di famiglia. Se stiamo male è bene far da soli, cercando in internet si trovano centinaia di cure alternative sicure e segrete (ma che sono visibili a milioni di individui sul web) che hanno guarito migliaia di persone dai mali più terribili (anche dal cancro, ci sono le testimonianze!!).
Ecco: il senso di insicurezza. Se un uomo si sente isolato, insicuro e senza amici tenderà a non agire a non muoversi dal suo stato.
Quando sei in gruppo, in comunità, sei più forte. L'uomo è un animale da branco, non per niente le grandi rivoluzioni non sono state mai solitarie ma sempre create da masse enormi di cittadini che da sole sono state capaci di far cadere governi, poltrone e re.
Qualcuno potrebbe pensare che fortunatamente ci sono i governi che con il loro controllo sulla cultura e sulla crescita sociale pongono un freno a queste pericolose derive superstiziose.
Ma in Italia il Ministero dei Beni Culturali (già, "culturali") patrocina una tramissione televisiva che si chiama Voyager che parla di UFO, maledizioni di faraoni, uomini falena, viaggi nel tempo e... naturalmente... del Sacro Graal. Vi sembra normale e ragionevole? Non è sospetto? Non è una tessera di un grande puzzle che si sta componendo?
Non essendo ammissibile che esistano padri di famiglia che non fanno uscire i figli da casa per paura delle scie chimiche come invece succede e che un uomo maturo e discretamente colto compri il bicarbonato per curare i propri cari dal cancro non ci sono altre spiegazioni, tutto ciò è indotto da chissà chi per rendere insicura la popolazione e controllarla con facilità.
Il complotto punta proprio a questo.
Distrarre la cultura per renderci ignoranti. Disordine, incertezza ed insicurezza.
Creare dei "finti nemici" per controllarci meglio.
Creare la "cultura dell'incultura": ciò che è falso diventa vero e su ciò che è vero bisogna dubitare sempre.
Che sia questo l'obiettivo del fantomatico NWO (Nuovo Ordine Mondiale)?
Quale sarebbe poi il modo di spegnere anche le residue forze di qualche sprovveduto resistente?
Annunciargli la fine.
Chi si ribellerebbe allo stato delle cose se fra tre anni ci fosse la fine del mondo?
A cosa servirebbero rivoluzioni, lotte e ribellioni se fra poco tempo tutto sarà finito? Senza speranza né futuro ogni resistenza è inutile, abbandoniamoci al nostro destino.
Dove trovo riparo e sostegno se non mi fido dei miei vicini, di chi mi dovrebbe proteggere e di chi mi circonda?
Ma se a curarci dal cancro sarà il meccanico a sistemarci la macchina il fornaio ed a cucire gli abiti l'idraulico, sarà davvero il caos e non serviranno asteroidi, pianeti nascosti o profezie Maya per distruggerci, ci penseremo da soli. Se lentamente ma inesorabilmente la superstizione prenderà il sopravvento e la cultura diventerà minoranza o élite, diventeremo (torneremo ad essere?) degli scimmioni con lo sguardo fisso ad adorare una stella cadente che ci possa spiegare gli avvenimenti o a stupirci dei lampi.
Il mio complotto immaginario è una provocazione, si tratta molto più banalmente di scelte commerciali, attira molto di più la piramide costruita dagli alieni piuttosto della storia della filosofia ma serve a comprendere che senza cultura tutto ci appare più buio, per questo serve la lotta all'ignoranza, alla disinformazione ed al pessimismo che impedisce di guardare avanti. La scienza, la cultura e lo studio sono le colonne del progresso, la superstizione e le credenze immotivate sono un ritorno alle caverne, al buio ed al freddo. La conoscenza guardacaso ottiene l'effetto opposto dell'intontimento millenarista: non esiste discriminazione tra gli uomini e non c'è cura per ricchi, non vi sono conoscenze per nobili né scoperte per miliardari, la scienza è di tutti e tutti la sfruttiamo per progredire.
Se non si comprende un avvenimento, informiamoci, studiamolo. Se non si sa come funziona un farmaco, approfondiamone i meccanismi, con curiosità, non con noia e se non abbiamo tempo o capacità di farlo chiediamo a chi certe cose le conosce per formazione o professione. Non fermiamoci alla superficialità di Google o alle parole di profeti improvvisati, di tuttologi e geni incompresi.
L'uomo deve proiettarsi al futuro con sguardo sveglio non con il cervello spento da incredibili leggende apprese davanti al monitor.
Perché un futuro, anche dopo il 2012, ci aspetta.
E se per caso nel 2012 davvero finiremo, Giacobbo non riuscirà nemmeno a scrivere un ennesimo libro sull'argomento, con la fine del mondo finirà anche lui, è questa sarà l'unica consolazione che farà riposare in pace la nostra anima, anzi a pensarci bene non andrà più in onda nemmeno Mistero, con Raz Degan.
Hai detto niente...
Vi lascio con un pensiero di Omraam Mikhaël Aïvanhov, filosofo e pedagogo bulgaro:
Non si può negare che il male esista; occorre vederlo e prendere delle precauzioni.
Ma anche se esiste, non è una buona ragione per non vedere altro.

Purtroppo, ci sono persone che si compiacciono nel male come se fosse per loro un nutrimento: vanno matti per gli scandali, le catastrofi, le sordidezze… Sostengono di parlare del male per denunciarlo, per combatterlo.
No, è falso; ne parlano perché lo amano, e ne godono.
Senza il male si annoierebbero, non avrebbero niente da dire, niente da scrivere. Bisognerebbe abituare i bambini sin da piccoli a interessarsi di preferenza a tutto ciò che è bello, buono, nobile, puro.
È talmente più benefico per la loro formazione! Del resto, è questa la vera pedagogia:
sforzarsi di nutrire nei bambini l’amore per tutto ciò che esiste di meglio, perché solo l’amore per la bellezza, per la bontà e per la giustizia permette veramente di neutralizzare il male in se stessi e negli altri.

Volgiamo al bene la realtà quindi, non restiamo impassibili perché la immaginiamo cattiva, ai nostri figli insegniamo ad essere curiosi, chiedere, approfondire, amare il bello ed a riservare il sospetto solo ai casi che lo meritano veramente, risparmiamogli fobie, paure e diffidenza, trasmettiamogli conoscenza, cultura, incoraggiamoli a capire, insegniamo ad amare, tutto, dipende da noi.
Alla prossima.
 
 Riferimenti e bibliografia:

- Alistair McCulloch: Why are there So Many Conspiracy Theories?
- Alex Birch: Conspiracy Theories
- http://www.corrupt.org/articles/conspiracy_theories/
- Luciano Arcuri: relazione convegno CICAP-Abano terme 2009
- Ted Goertzel Belief in Conspiracy Theories (Political Psychology 15: 733-744. 1994.
- Lawrence, Peters-Reasoning in believers in the paranormal. (J Nerv Ment Dis. 2004 Nov;192(11):727-33.).
- Goldberg, R.A. Who profited from the crime? Intelligence and National Security, 19, 249–261. 2004
- Groh, D. The temptation of conspiracy theory, or: Why do bad things happen to good people? In C. F. Graumann; S. Moscovici (Eds.) Changing conceptions of conspiracy (pp.1–37). New York: Springer-Verlag. 1987.
- Viren Swami and Rebecca Coles The truth is out there - The psycologist Volume 23 - Part 7 - Pages: 560-563. July 2010.


Per avere risposte sulle più diffuse teorie di complotto o in generale sulle bufale in rete consiglio:

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