lunedì 10 dicembre 2018

Spiegare è il miglior modo per "blastare"?

Dopo pochi anni dall'inizio della mia attività su internet, molti dicevano di apprezzarmi perché sapevo "spiegare", "parlare" a tutti di argomenti difficili, spesso tecnici. Secondo me è giusto che tra tecnici (i medici, in questo caso) si debba parlare in termini professionali. Quando invece parli con le persone devi farti capire. Questo può rientrare nel dibattito che si accende ogni tanto su come sarebbe meglio spiegare la scienza. Raccontarla? Riassumerla, semplificarla? Oppure "blastare"?
Per "blastare" (un neologismo che deriva dal termine fumettistico "to blast", ovvero "distruggere") si intende "demolire" l'interlocutore con poche e decise parole, zittirlo in un attimo e. in argomento scientifico, spesso facendo valere i propri titoli.
In questi giorni si sono spese parole, opinioni e persino polemiche su questo, se fosse giusto o meno, se fosse utile o allontanasse la gente dalla scienza.
Probabilmente blastare può servire a togliersi un sassolino dalla scarpa, a mandare a quel paese una persona inopportuna o a liquidare un commentatore maleducato, non certo per spiegare o divulgare gli argomenti scientifici.

D'altronde la scienza e qualsiasi altra attività, non nasce per autocelebrarsi ma a servizio dell'uomo ed è all'uomo che deve rivolgersi.
Così mi sono reso conto che molte false convinzioni, molti errori e fissazioni sono dovute a mancata comunicazione, al fatto che i medici, gli scienziati, molte volte non sanno spiegarsi o addirittura non parlano con chi è fuori dal loro campo. Di esempi di questo tipo ne vedo continuamente e in questi giorni ne ho visto un altro.
Parliamo di vaccini (non vi siete stufati?).

Sta girando un documento nel quale si elencano dei dati interessanti. La regione Puglia ha provato a fare "farmacovigilanza attiva".
La farmacovigilanza è il controllo dei farmaci durante il loro uso. Se succede qualcosa, un effetto collaterale, un danno, a causa del farmaco, è bene segnalarlo così si potrà monitorare e, nel caso, studiarlo.
Finora la farmacovigilanza è stata sempre "passiva", cioè ogni cittadino, medico, farmacista che notasse un effetto collaterale (collegato o meno, non è importante) deve segnalarlo nei registri appositi (in Italia, nel sito dell'AIFA ci sono i moduli per farlo).
La Puglia ha fatto una cosa interessante, ha reso la farmacovigilanza "attiva", non sono cioè i cittadini o gli operatori a segnalare ma le stesse autorità sanitarie a controllare, dopo la vaccinazione gli epidemiologi pugliesi contattavano i vaccinati chiedendo come stessero, se avessero avuto problemi o se ci fossero state conseguenze successive alla vaccinazione. Per la buona riuscita del progetto, ovviamente, è bene segnalare tutto ciò che succede dopo la vaccinazione, saranno poi gli studiosi a capire a cosa possa essere dovuto un problema o un sintomo.

Sono stati raccolti tutti i dati di 1672 persone (di tutte le età) e studiati.
È emerso che i vaccini sono sicuri e causano problemi (si chiamano "eventi avversi") in pochi casi, quasi tutti risolvibili e senza particolare gravità. Conferma insomma quello che sappiamo già. Per essere più precisi, i vaccini al massimo (con riferimento a quello trivalente MPR, che è quello che ne ha causati di più) hanno causato un evento avverso grave (questo in epidemiologia significa "che richiede cure o ricovero") in 4 casi su 100 (quindi nel 4% dei casi) e di questi il 98% è rappresentato da febbre (non sempre causata sicuramente dal vaccino), la quasi totalità. Nessun effetto permanente, nessun decesso.

Ovviamente c'è stato chi, per malafede o ignoranza, ha provato a usare questi dati, interessanti, per scatenare il panico e, tornando all'argomento iniziale, credo che l'unico modo per arginare queste stupidaggini e chi, apposta o per superficialità, diffonde bugie, sia proprio spiegare, semplificare. Per questo motivo, quando ho letto di persone che lanciavano invettive e proteste dopo la pubblicazione di questi dati mi sono chiesto cosa si potesse fare e l'ho fatto.
Certo che se si ha interesse (qualsiasi, anche se dovuto a banale ignoranza) a mostrare le vaccinazioni come il male assoluto esagererà gli aspetti negativi o dubbi, esalterà le tragedie, drammatizzerà ogni piccolo dato. Chi ha l'interesse contrario (appoggiare ad ogni costo le vaccinazioni) ne vedrà solo gli aspetti positivi, esalterà i benefici minimizzando i rischi.

Veleni o salvezza? Creare divisioni nette è tipico della propaganda

Come fare quindi a dare informazioni corrette senza farsi condizionare (o meglio facendosi condizionare il meno possibile, anche in buonafede) dalle proprie convinzioni?
Non è facile, lo so.
Io però ho sempre usato un metodo: i dati oggettivi.
Certo che ho le mie opinioni, certo che probabilmente mi faccio condizionare ma provo a fornire sempre i dati sui quali mi baso e non su "opinioni" totalmente campate in aria. Spero sia il modo migliore, anche perché così faccio nel mio lavoro, nella vita e per decidere nelle scelte che mi riguardano o riguardano i miei famigliari.
Certo che c'è pure tutto un dibattito su come spiegare, quando farlo, con che mezzi, si è arrivati a studi scientifici sul tema e secondo me forse si è andati anche un po' oltre.
Almeno per me. Mi ricordo la mia solitudine quando iniziati, circa 10 anni fa, quando mi chiedevano "ma cosa fai?" o "perché devi spiegare su internet?" mentre oggi dire "faccio il divulgatore scientifico" è quasi come dire di lavorare alle poste, tanto è diffuso come concetto, forse dipende dal fatto che non ho mai preso questo come un mestiere ma solo come una passione da fare quando il (poco) tempo me lo consente.
Non c'è secondo me un metodo, non c'è il "modo migliore", non è meglio "blastare" o "assecondare", spesso è solo questione di carattere e ognuno faccia come gli pare.

Riavvolgiamo il nastro.
Torniamo al documento sui vaccini. Documento serio, interessante, ricco di spunti. L'aspetto più interessante è l'aver mostrato come una farmacovigilanza attiva sia più precisa, accurata e utile. Il resto, più o meno, lo sapevamo già e non emergono dati nuovi o sorprendenti.
Sorprendente è stata invece la reazione di antivaccinisti e siti alternativi.
Hanno letto la notizia come "prova" di chissà quale nuova scoperta.
Ecco, informare attenendosi ai dati. Come comunicherei la pubblicazione di questo documento io e come lo farebbe chi si documentasse solo in siti di antiscienza?

Siete genitori e mi chiedete: "che effetti collaterali possono avere le vaccinazioni?".

Io, in base alle mie conoscenze ed anche alla luce di questa nuova conferma dovrei dirvi: "spesso non hanno effetti collaterali, in circa 1 caso su 25 vaccinati può esserci invece un effetto. Questo sarà quasi sempre (nel 98% dei casi) la febbre. In altri casi si tratterà di altri effetti sempre temporanei e non preoccupanti. Quello che vi ho detto vi tranquillizza? Vi stupisce? Pensavate di saperlo o vi ho dato una notizia nuova?

Bene, che impressione può avere un genitore se invece legge questa notizia come l'hanno data i siti spazzatura?
Termini come "I risultati sono eclatanti." oppure "una notizia bomba" e titoli con punti esclamativi, secondo voi sono adatti a questa notizia o sono fatti per allarmare?
La mia convinzione, informandomi su quei siti, sarebbe più o meno:
"i vaccini, in 4 casi su 100 provocano effetti collaterali gravi, con il rischio di menomazione permanente e morte". È una notizia bomba, finalmente lo hanno ammesso.
Che dite?

Ecco.
Quando mi dicono che ci sono persone che hanno "dubbi" sui vaccini io tendo sempre a capire di chi si tratta. Perché se si tratta di genitori che, ingenuamente, leggono queste idiozie, pazienza, cerco di prendere tempo e spiegare, come ho fatto ora. Quando si tratta di gentaglia, di furbastri, di "antivaccinisti professionisti", c'è poco da discutere e spiegare, si mandano a quel paese (oggi si dice "blastare") perché se lo meritano.
Spiegare, quindi, è il miglior modo per "blastare" i ciarlatani. Secondo me.
Se parlo con una persona veramente curiosa, dubbiosa, interessata, un genitore che vuole scegliere in base a dati oggettivi, a razionalità e conoscenza, spiegare è doveroso (se ho scelto questo lavoro e questa strada). Se dall'altra parte non c'è nessuna intenzione di apprendere, di capire, c'è solo voglia di disturbare, diffondere una fissazione, fare propaganda, non c'è nessun motivo per spiegare, se non quello di mostrare la propria preparazione, cosa inutile ai fini della discussione.
Lo studio di cui parliamo non ha molte interpretazioni possibili (è più utile agli addetti ai lavori) ma se vogliamo "tradurlo" al pubblico non possiamo che trasmettere un dato tranquillizzante, i vaccini causano (pochi, passeggeri, noti) problemi che già conosciamo e nella quantità che conosciamo, chiunque dica altro non sa leggere gli studi (nella migliore delle ipotesi). Questo bisogna dirlo ai genitori dubbiosi. A chi invece deve trovare occasione per allarmare la gente non c'è niente da dire, troverà sempre un motivo per spargere paura e incertezza.

Per questo bisogna sempre distinguere l'interlocutore e per questo, nei limiti del possibile, con le persone perbene io parlo senza stancarmi, con la gentaglia non mi soffermo nemmeno un minuto.

Nel mio account Twitter ho riportato una citazione: "mi piace la verità, qualunque essa sia".
Che è quello che penso realmente.
Per questo spero che questa spiegazione sia servita.

Alla prossima.

10 commenti:

  1. Tutto giusto e sacrosanto, secondo me.
    Un unico spunto di riflessione: spesso, nell'ambito dei social media, quando dici "parlo con una persona" in realtà stai facendo un discorso pubblico, che viene letto non solo dalla persona a cui ti rivolgi, ma ad un ampio pubblico che da questa discussione cerca di trarre le proprie conclusioni (quando non siamo esperti di qualcosa e sentiamo due esposizioni diverse e opposte dell'argomento, che cosa c'è di meglio che assistere ad un "dibattito" tra i sostenitori delle due tesi?).
    In quest'ottica, il blastare ha l'effetto degli slogan allo stadio: non spostano l'opinione di nessuno, ma la radicalizzano (esaltando una parte e offendendo l'altra). Per questo il cosiddetto "Metodo Burioni", che spesso saluterei con una personale standing ovation, in realtà risulta davvero poco efficace dal punto di vista della divulgazione.

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  2. Salve, sono un collega, specialista in medicina legale ed in psicoterapia. E ovviamente vaccinato anche quest'anno (e, altrettanto ovviamente, con la famiglia TUTTA vaccinata, anche i bambini piccoli).

    Vorrei aggiungere un punto: a mio parere, quanto fatto in Puglia con la "vigilanza attiva" dovrebbe essere un riferimento per tutti. Cioè, bisognerebbe implementare la "vigilanza attiva" proprio sui vaccini, perché credo che una parte almeno del credito degli antivaccinisti nasce dal vuoto che la gente sente rispetto allo specialista dei vaccini e comunque rispetto al "sistema" che indica la vaccinazione come un rimedio.
    E' un po' come funziona per i maghi ed i taroccari (e, qualche volta, anche per qualche mio collega poco etico): la gente, quando è sola, cerca di appoggiarsi a quello che grida forte, che si fa sentire, e che non lo fa sentire solo.
    Se si comincia a creare un ponte fatto di interesse verso l'utente, credo che la paura del vaccino, la credibilità data ai maghi, cominceranno a diminuire. Le persone hanno bisogno di non sentirsi sole, e di sentire che qualcuno ha interesse per quello che accade loro.

    Complimenti vivissimi per il tuo blog.
    Ci voleva, ci voleva davvero.

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    1. Hai detto una grande verità! Meno distacco tra dottori e paziente ci vorrebbe proprio.

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  3. ""i vaccini, in 4 casi su 100 provocano effetti collaterali gravi, con il rischio di menomazione permanente e morte"



    "Buffoni", in casi come questi, si può dire?


    A me pare sempre impossibile che a lanciare o rilanciare simili titoli non siano solo undicenni con evoluzione instabile.

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    1. Questo l'ha scritto uno dei più noti, buzzurri, complottisti italiani. Quando l'ho letto ho pensato che un limite all'indecenza non lo ha.

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  4. "uno dei più noti, buzzurri, complottisti italiani"


    Ci sta che non abbia limite all'indecenza: se è chi penso, ha da tempo deciso che nulla vale più dei soldi che riesce a fare buzzurrando a destra e a manca.

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  5. Sinceramente sarei indecisa sulla identificazione del complocazzaro in questione: mi sembra che la tua descrizione si attagli un po' a tutti, dalle tre magiche M, al nanoscienziato, da Gianni Lannes, a "jeanpaulmednat" Vanoli...

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  6. Due cose:
    la prima e' che il complottista trovera' tutte le scuse per portare acqua al proprio mulino (ci chiamano a casa? Allora hanno qualcosa da nascondere. Non ci chiamano? Se ne fregano!)

    la seconda e' che oggi c'e' questa disgustosa convinzione che tutti possano dire tutto. Non c'e' piu' il " rispetto dell'autorita' " (di cui forse una volta si abusava non dico di no). Non c'e' piu' ammettere che qualcuno ne sappia piu' di "me". Ognuno deve dire la sua. Il diritto di esprimere la propria opinione e' abusato fino all'inverosimile. E' diventato il diritto di dire stroXXXte. "Questa e' la mia opinione e dev'essere rispettata". Anche se stai asserendo che la gravita' non esiste. Proprio non lo sopporto...

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  7. "Non c'e' piu' il " rispetto dell'autorita' " (di cui forse una volta si abusava non dico di no)"

    Uno dei problemi del principio di autorità è che poi, in caso di autorità apparente non reale, o di autentica follia (pare che pure qualche Nobel geniale poi abbia dato di matto...) o anche di svista banale, servono più voci altrettanto autoritarie a smentire la prima.

    Invece, specie quando si tratti di abiti e non di monaci, ma pure nei casi più eclatanti di sopravvenuta incapacità, tali voci smententi, quand'anche ci siano, si sentono poco in confronto alle prime - pure perché chi più avrebbe bisogno di ascoltarle non le vuole sentire, ma anche perché - eccetto Di Grazia e pochi altri - la maggior parte degli autorevoli hanno di meglio da fare o non vogliono rimanere invischiati in storie senza capo né coda o che ciminque il liro nome sia poi associato a quello di furfanterie e furfanti.
    Come è accaduto a Veronesi, che ogni tre per due secondo alcuni furbissimi sdoganava il metodo DiBella (mai accaduto), o come Rubbia, che non ha mai voluto parlare di quel periodo in cui sembrava appoggiasse la fusione fredda (e nemmeno parlare di quell'imbroglio in sé)

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  8. Uno dei problemi del principio di autorità è che poi, in caso di autorità apparente non reale, o di autentica follia (pare che pure qualche Nobel geniale poi abbia dato di matto...) o anche di svista banale, servono più voci altrettanto autoritarie a smentire la prima.Sono il primo a sostenere che non conta chi fa un'affermazione quanto le cose che porta a suo supporto. Pero' c'e' sempre l'altro lato della medaglia: un professionista che parla di roba per cui ha studiato e di quello che e' il suo lavoro teoricamente dovrebbe avere un pelo di voce in capitolo in piu'. Poi se e' l'unico ad affermarlo e alla richiesta di prove svicola con il solito complotto beh allora e' diverso...
    pure perché chi più avrebbe bisogno di ascoltarle non le vuole sentireAltro caso che meriterebbe approfondimenti. Il complottista non si fida di una moltitudine di esperti che contraddicono il suo bias, vuole prove che ignora, salvo poi fidarsi ciecamente, fideisticamente e aprioristicamente del "guru" di turno...

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