lunedì 17 settembre 2018

Io e il CicapFest

Credo sia la quinta volta che partecipo (come spettatore o relatore) al Cicap Fest.
È il festival del Cicap, associazione fondata tanti anni fa da Piero Angela (un po' il papà di tutti noi divulgatori e di tutti gli appassionati di scienza e scienziati).
La prima volta partecipai per curiosità, poi me ne innamorai.
Succedevano cose strane che non puoi vivere in nessun altro momento della vita, immaginate poi per uno come me che fa un lavoro stressante e che richiede concentrazione continua. Nel festival invece mentre parlavo con un collega delle difficoltà nel comunicare l'idea di immunità di gregge, mi chiamano perché sta per iniziare la conferenza sui cerchi nel grano e mentre faccio una foto con un amico devo sbrigarmi o rischio di perdere la presentazione sugli esorcismi. Ma si parla anche di come si comunica con le persone, come si parla di vaccini, si spiegano i meccanismi della mente che ci fanno sbagliare giudizio, gli errori più tipici nell'alimentazione, nella chimica, nella vita di tutti i giorni. Insomma una vera palestra per la mente.
Nei giorni del festival io sono felice.
Parlo di cose belle e interessanti, stimolanti, il mio cervello si disintossica, si rilassa. E poi la sera ci sono sempre spettacoli bellissimi. Una sera quello di magia. Pensate a quando eravamo bambini e ci stupivano i maghi con i loro trucchi, pensate a riviverlo e a farlo nella cornice di un teatro classico. Sembra di essere sospesi nel tempo.
Non devi chiederti "che trucco usa?" o "l'ho capito, nasconde una carta nella manica!", devi solo lasciarti andare, stupirti, applaudire e sorridere. La sera dopo una intervista doppia: a Piero Angela e a Samantha Cristoforetti, la prima donna italiana ad andare nello spazio. Passi da una cosa impegnativa ad una leggere, da un argomento ostico ad uno semplice, visiti una mostra di illusioni ottiche e ascolti una genetista. Cosa chiedere di più?

Samantha Cristoforetti e Piero Angela (di spalle il conduttore della serata) salutati dal pubblico alla fine dell'intervista.

Il problema è casomai la scelta, per vedere una presentazione devi rinunciare all'altra, per ascoltare un amico devi rinunciare all'altro ma come si fa, ci vorrebbero due mesi di festival.
Per questo, ogni volta che qualcuno mi chiede com'è il Cicapfest ne parlo in maniera entusiastica, è veramente entusiasmante.
Quest'anno poi la cornice era bellissima: Padova.
Città che evoca la scienza, con un'università di eccellenza, dove per la prima volta al mondo si laureò una donna. Città dove parlarono Galileo Galilei, Andrea Vesalio, Nicolò Copernico. Dove c'è un museo della storia della medicina bellissimo.
Basterebbe entrare nell'aula magna dell'università, a Palazzo Bo per capire la grandezza di questa istituzione italiana.

Aula magna dell'università di Padova, palazzo Bo.

La cattedra di legno che la tradizione vuole fosse quella dalla quale insegnava Galileo Galilei.

Cosa si cerca di più?
E poi le emozioni. Girarsi e trovarsi accanto a Piero Angela, sentire parlare il prof. Garattini o Roberto Vacca, vedere la presenza di tante istituzioni (il MIUR o l'istituto superiore di sanità tra le altre), di amici e persone interessanti. Bello, davvero bello.
Poi una cosa che mi ha sorpreso ed un po' fatto venire i brividi (concedetemelo, sto crescendo e ormai mi emoziono facilmente).

Ero relatore al Cicap fest e, per la mia frequentazione con il Cicap (sono socio emerito, con mio onore) e grazie a questo blog e ai miei libri, molte persone mi conoscevano o erano venute apposta per ascoltarmi.
Non mi stupisce la sala piena (non solo per me ovviamente, ero accompagnato da relatori di alto livello), al Cicap fest succede, mi ha stupito tutto il contorno. Oltre agli amici con i quali mi vedo anche solo in queste occasioni ma che è sempre un piacere incontrare e salutare, sono stati tantissimi i giovani che mi hanno fermato per un saluto, un complimento, una foto, un autografo, tantissimi.

Sala piena per la mattinata che mi ha visto tra i relatori

Studenti (anche di scuola superiore) che mi hanno detto di seguirmi da anni e che sono appassionati di scienza, che erano emozionatissimi all'idea di fare una foto con me, qualcuno quasi tremava. Io, che di certo non sono una rockstar, ero più emozionato di loro nel vedere quanta passione, quanto entusiasmo e quanta felicità potesse causare un incontro con me. Credo di rappresentare, per loro, una voce di razionalità, di ragionamento e studio. Forse rappresento anche uno scudo alla cattiva informazione. Se ci penso è troppo per me ma è anche bellissimo ed è una sfida. La stragrande maggioranza delle persone che mi ha fermato per un saluto era giovanissima. Alcuni persino troppo timidi per salutarmi (la prossima volta fatelo, non mangio nessuno).

Vedere un ragazzo di venti anni che mi ferma e mi dice "mi scusi, lei è Salvo Di Grazia? Io la seguo sempre, da anni, la ringrazio per tutto, grazie!" non è emozionante, è incredibile.
Perché questi ragazzi poi avranno altri riferimenti, come io avevo un mio zio medico che per me era un eroe e Piero Angela che mi aveva accompagnato nel piacere della scoperta ma il poster della mia stanza raffigurava il mio chitarrista preferito (con accanto Marylin Monroe). Se un giovane di oggi ascolta Young Signorino (mamma mia...) ma anche Samantha Cristoforetti che spiega la differenza tra "mancanza di gravità" e "assenza di peso", cosa c'è di male? Niente, è normalissimo, è esattamente identico a me o altri che ascoltavano Piero Angela che spiegava come si estinsero i dinosauri e i Righeira (mamma mia...) che cantavano "Vamos alla playa", è giusto così.

Non è Salvo Di Grazia che formerà questi ragazzi è la sua idea, il suo esempio, la strada che contribuisce, con altri, a costruire. È questo incredibile e bellissimo.

Come si fa quindi a non essere ottimisti?
Quando sentiamo parlare di gioventù bruciata, senza futuro, persa, non è forse la stessa cosa che sentivamo quando eravamo giovani noi?
Cosa ha fatto quindi la differenza tra un giovane che effettivamente si è poi bruciato e un altro che invece ha preso una strada considerata "positiva"?
Tantissime cose, anche imprevedibili ma probabilmente anche questo, l'esempio degli altri, i riferimenti, i simboli che incontri nella tua vita, volente o nolente, contribuiscono a formarti e formare la tua mentalità.

Quando si torna a casa, finito il Cicap fest, si è molto stanchi ma la sensazione è quella di quando si finisce un viaggio: non vedevi l'ora di tornare ma è stato bellissimo e lo rifaresti domani.

A chi ha organizzato vanno i complimenti, una cosa veramente fatta bene, maestosa, enorme e riuscita. Un ringraziamento particolare a tutti i ragazzi (volontari!) dello staff, perfetti, gentili, in gamba, senza di loro nulla sarebbe stato così bello.
Perché, lo dico, sinceramente, è veramente tutto bello.
Infatti al Cicap fest mi sento felice.

Si vede che ero felice? (credit: Andrea Salsi)

Per questo, e ve lo dico da ora proprio per darvi il tempo di prepararvi, vi posso dare un consiglio: partecipate al prossimo, se vi piacerà, partecipate agli altri. Lo farete per voi e vi farà pure bene alla mente.

Alla prossima.

19 commenti:

  1. Sì ma... chi era il chitarrista preferito nel poster? :)

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    1. Non si trova in linea ma questa è una parte del poster:

      https://ibb.co/dCaBnK

      :P

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    2. Già prima la stimavo... Ora che so che le piace la buona (anzi ottima) musica, la stimo ancora di più.

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    3. Primo concerto che ho visto, a Bologna, a 13 anni, per il tour di Making movies ...

      Che ricordi!

      E quanto sono vecchio ;(

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  2. Bravi bravissimi, grazie! Vedere tanti giovani appassionati di scienza e con la volontà di andare oltre le affermazioni strampalate di sciekimikari e co. è una boccata d'aria fresca!

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  3. Ma la Cristoforetti va sempre in giro vestita da astronauta?
    :-)

    Dopo un anno passato a schivare attacchi e farsi il mazzo per produrre buona divulgazione scientifica queste sono le occasioni che servono per ricaricare le batterie e trovare il giusto appagamento.
    Chissà se in futuro potrò essere presente.

    Intanto grazie doc, ad maiora.

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    1. "Ma la Cristoforetti va sempre in giro vestita da astronauta?
      :-)" Sì, durante gli appuntamenti pubblici organizzati da ASI/ESA è un requisito che vale per tutti gli astronauti, anche delle altre agenzie.

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    2. Come i militari, avrei dovuto immaginarlo...
      Grazie.

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  4. Condivido tutto, incluso che non ce la facevi, materialmente, a seguire tutti i 4, talvolta 6 eventi simultanei. Soprattutto se avevi avuto la malaugurata idea di infilarti una maglietta arancione con la scritta "STAFF" e passavi la mattinata ad indirizzare genitori ai tanti (bellissimi) laboratori per bambini. Ma vuoi mettere la soddisfazione quando arriva uno e ti dice "Sai, Salvo ti ha citato"? E poi incontrarlo di persona, assieme a tanti altri che magari avevi conosciuto solo di fama.
    Insomma, anch'io mi sono divertito tantissimo.

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  5. Credo che la chiave per capire l'entusiasmo dei giovani che hai conosciuto sia proprio la possibilità di incontrare qualcuno che (finalmente) rappresenta un argine al mondo di cialtroni e cialtronate che ci circonda e ci avvolge sempre più.
    Come sempre, grazie.

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  6. Mi capita spesso di pensare che da tardo adolescente (diciamo dai 16 ai 18-19 anni) oltre che sfigatissimo ero affascinato dalle verità alternative. Era un'epoca pre-11/9 e quel che tirava allora erano teorie piuttosto "innocenti", soprattutto su antico Egitto ed alieni... Al massimo il moon hoax.
    Non saprei dire come me ne sia allontanato. Non avevo un "modello", né chi mi spiegasse le falsità insite nel materiale che leggevo. Però ricordo che tutte queste teorie mi parvero, alla fine, di una noia e disinteresse mortale. Come chiedere ad ragazzo di appassionarsi alle fiabe per bimbi. Facevano ancora presa su di me perché ero proprio un bamboccio immaturo. L'università ed i primi lavoretti mi hanno riportato sulla terra.

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    1. Io invece ebbi una crisi di disillusione. Amavo i misteri più classici: alieni, Yeti, triangolo delle Bermude, Ufo...poi gradualmente, ognuno di questi misteri si rivelava falso. La foto che sembrava quella di un disco volante era in realtà un lampione, lo Yeti era un orso, l'alieno era un pupazzo...una delusione cocente.
      Così mi concentrai nel capire quale fosse il vero e il falso (ed era quasi tutto falso) e mi appassionai ad altri misteri, quelli più reali della scienza.
      :)

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  7. Sono contento per lei, credo che sia una iniezione di fiducia dopo tutte le castronerie che le toccherà sorbirsi per mantenere vivo questo blog.
    Ora, non c'entra esattamente con questo argomento però è un po' che glielo voglio chiedere: vedo che lei ha anche un blog sul Fatto quotidiano.
    Io personalmente non leggo una pagina di quel giornale, per vari motivi, non ultimo il fatto che diano spazio a personaggi come Giulietto Chiesa.
    Come fa lei invece a convivere sotto lo steso cappello giornalistico con un complottaro duro e puro? Non siete in antitesi?
    Non corre lei il rischio di essere screditato agli occhi di un lettore "laico" che non crede alle panzanerie complottare?

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    1. Io mi associo alla domanda, anche se mi fu spiegato che i blog de "il fatto" sono solo ospitati nel sito del giornale ma svincolati dal controllo di redazione. Se guardi bene trovi altri complottari che gestiscono blog sulle pagine web del FQ cosi come altri autori seri (Marco Bella x es.).

      Se poi fai caso, "Il Giornale", che ospita il blog di una nota antiscienza, intervista spesso Burioni.

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    2. La risposta esatta è quella del Cazzulati. :D

      I blog del Fatto Quotidiano sono slegati dal giornale (e dal sito), sono blog di autori singoli ospitati nel sito del giornale.
      Che ci siano anche dei complottisti o dei veri e propri visionari è chiaro ma questo non per forza è un problema, anzi, il mio blog (che a dire il vero non ho tempo di aggiornare frequentemente) potrebbe essere una specie di guardia contro le bufale.
      E aggiungo che MAI ho avuto una sola pressione o un solo limite dalla redazione, anche quando a loro sono arrivate pressioni (perché arrivano) per non farmi scrivere qualcosa, quindi non posso che dire di trovarmi bene.

      E poi c'è un particolare (me ne sono accordo dopo): ho un blog sul Fatto e uno su Le Scienze (gruppo L'Espresso), posizioni assolutamente opposte politicamente, così nessuno potrà dire che scrivo per una parte o per l'altra.
      :)
      Saluti.

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  8. Posso fare l'avvocato del diavolo ?
    Mi è capitato di partecipare ad un incontro di questa associazione anche se infinitamente più modesto, e sicuramente è stata una bella serata. Però ...
    ... però ho avuto una netta impressione che ce la si conta tra di noi e che certe cose alla fine, magari in modo più grezzo tutti i partecipanti le sappevano e le condividevano con forza già prima. Se vai a certi incontri hai già un certo modo di pensare, vai li per manifestarlo, ma alla fine rischi solo di trovarti in un gruppo di auto aiuto in cui ci si rincorre a chi fa il più scettico.
    Chi invece dovrebbe sentire ed ascoltare, chi avrebbe bisogno di certe iniezioni di mentalità razionale, sostanzialmente manca.
    Questi incontri alla fine rischiano di essere una manifestazione della polarizzazione della società che rischia di diventare una polarizzazione cognitiva, dove tutti ascoltano e leggono solo le cose che piacciono e corrispondono alla propria aspettativa del mondo, creando muri drammaticamente sempre più alti.
    Oggi questo sta diventando politica, una netta separazione tra chi vuole una soluzione tecnico razionale dei problemi e chi invece preferisce le soluzioni di pancia.
    Questo non vuol dire che io sia contrario a questi incontri, anzi, ripeto, sono molto belli e anche io ho trovato la mia piccola esperienza assolutamente piacevole, ma questo non mi esime dall' esprimere il senso di limitetezza che provai quel giorno e non riconscere che esiste questo tipo di problema.
    :-)
    Avendo fatto l'avvocato del diavolo saprei già io rispondere alla mia provocazione...

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    1. Avendo fatto l'avvocato del diavolo saprei già io rispondere alla mia provocazione.

      E rispondi allora. :D

      Dico la mia.
      Il Cicap Fest è, appunto, una festa. Non è una missione né un week end di redenzione dei peccatori, è una festa divertente e stimolante, chi vuole viene e festeggia. Se ti piace un relatore o un argomento segui quello, se non ti piace non lo segui.
      Io mi diverto perché trovo tutto molto stimolante e piacevole, in un'atmosfera amichevole e rilassante.
      Chi crede fermamente alle scie chimiche cosa dovrebbe fare per capire che si tratta di una scemenza? Frequentare un corso di meteorologia? O ascoltare uno sciachimista pentito?
      Purtroppo chi è calato nel mondo dei complotti o nel buio della ragione non avrà nessun beneficio da questo tipo di eventi. Ognuno si ritaglia e percorre la sua vita.
      Io vado a vedere i convegni del Cicap, chi preferisce va in quelli sull'invasione aliena, è stato sempre così.
      Ma se prima ai convegni del Cicap andavano 150 persone ora vanno in 1500. È già un piccolo passo avanti.
      :)

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    2. Ma si, la mia idea è che alla fine è bello incontrarsi tra amici e in un ambiente che finalmente si ritiene accogliente, e per una volta non si deve combattere all'ultimo sangue contro i mulini a vento.

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  9. a proposito di piccoli passi, è dell'altro ieri la notizia che un signore (già denunciato dall'Ordine dei Medici per esercizio abusivo della professione, e sospeso dall'Ordine dei Giornalisti) che promuoveva una sua dieta alimentare è stato sanzionato dall'AGCOM - Autorità per le garanzie nelle comunicazioni per centinaia di migliaia di euro
    magari il TAR sospenderà la sentenza, ma intanto è significativo che si comincino a vedere piccoli passi

    fonti: articolo La Stampa (https://tinyurl.com/y7b939nt), comunicato AGCOM (https://tinyurl.com/y8trezrx), sentenza AGCOM (https://tinyurl.com/yaeucyny)

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