venerdì 25 maggio 2012

Bambini

Com'è la salute dei nostri bambini?
I cittadini della Terra del futuro, di cosa muoiono?
Questo articolo è ispirato ed in parte estratto da una interessante pubblicazione apparsa sul prestigioso New England Journal of Medicine (NEJM) dedicata alla storia della pediatria.
Abbiamo (come in molte cose) una percezione molto ristretta della realtà, confinata nel nostro piccolo ambiente e relativa ai nostri confini che, sembra strano, non si estendono che per pochi chilometri. La sensazione di salute, benessere e "felicità" è per forza di cose relativa alla nostra esperienza personale, a quella di poche famiglie vicine (parenti, amici) ed all'ambiente che frequentiamo. Ma fuori c'è un mondo, un grande pianeta con miliardi di persone e tantissimi bambini che nascono e vivono in condizioni e situazioni assolutamente differenti una dall'altra. Anche il tempo che viviamo rende differenti le percezioni e le aspettative in campo medico.
Per questo, un viaggio nel mondo della pediatria può allargare di un po' la nostra percezione di salute; a cosa serve?
A capire che tutto ciò che (noi) abbiamo è una fortuna ed a rendersi conto che nascere "un po' più in là" (nel tempo o nello spazio) avrebbe potuto significare dolore e sofferenza.
I bambini sono la popolazione che vedrà un mondo che noi nemmeno immaginiamo, una speranza, una risorsa per il futuro, coloro che formeranno la popolazione di domani, qualche decennio fa no, non esisteva nemmeno la pediatria (la specialità medica che si occupa del benessere infantile).

Nel 1880 per la prima volta apparve il termine "pediatrico" in una rivista scientifica (proprio il NEJM): fino ad allora le malattie dell'infanzia non erano un'entità separata da quelle dell'età adulta.
Fu William Osler, autore di quell'articolo, che incoraggiò la creazione di una medicina specifica per i bambini ed identificava i medici che si occupavano di loro come "pediatri", non esistendo questa specialità, le malattie dei bambini non erano considerate "speciali" tranne in rari casi. Morire di infezione o di dissenteria era la normalità (e lo è ancora oggi in alcune parti del mondo) ed ogni tanto dovremmo riflettere su ciò che il benessere e la medicina ci offrono.
All'inizio del 1800 tante famiglie perdevano almeno metà dei loro figli e spesso anche di più. Non vi era apparentemente alcuna cura disponibile e si lasciava "fare alla natura", qualcuno diceva "come arrivano se ne vanno", mescolando religione e fatalismo in un'epoca nella quale i ricchi erano molto pochi. Nel 1713, per esempio, il morbillo uccise la moglie, i due gemelli appena nati, un figlio di due anni ed un servitore del pastore Cotton Mather, sopravvissero due figli e 4 figlie, tutti superiori ai sette anni di età.


In realtà questa situazione che ci sembra distante nel tempo e nei fatti è presente ancora oggi in molte aree povere e disagiate, nelle quali anche l'intervento delle organizzazioni umanitarie è difficile e poco incisivo.

La maggioranza dei bambini del 1800 moriva di infezione. Davanti ad intere famiglie decimate dal vaiolo, dalla difterite ma anche dal colera, uno o più figli che morivano per dissenteria o morbillo erano tragedie superabili anche perchè era molto più importante salvare la vita al capo famiglia che assicurava un reddito che ad un nuovo arrivato le cui cure costavano soldi ed impegno.
Nel 1735, l'epidemia di difterite nel New England fece oltre 5000 vittime, l'80% delle quali erano bambini e se l'agonia di un adulto è dolorosa, quella di un bambino è straziante. Un medico inglese così descrive la sofferenza di un piccolo malato di croup:
his inarticulate appeals and beseeching looks for relief...constitute one of the most touching scenes which we are called upon to witness in the practice of medicine. Happily the extreme suffering usually, though not always, subsides towards the close of life, and death takes place at last with comparative ease

(trad.) i suoi richiami inarticolati e gli sguardi supplichevoli di sollievo...costituiscono una delle scene più toccanti che siamo chiamati a testimoniare nella pratica della medicina. Fortunatamente la sofferenza estrema di solito, anche se non sempre, scompare vicino alla fine della vita e la morte avviene finalmente con relativa facilità
Da questa straziante testimonianza si nota l'impotenza della medicina di fronte ad un problema che oggi ci appare "banale" e facilmente risolvibile e soprattutto come l'unico sollievo al dolore ed alla sofferenza fosse la morte, che liberava da ogni male.
Ma alla fine del 1800 il dramma fu sempre meno accettato fino a quando proprio dalla classe medica anglosassone prima e americana poi, gli appelli per una particolare attenzione alla salute dei bambini si fecero continui.
I risultati furono l'apertura dei primi grandi ospedali pediatrici, prima a Philadelphia (nel 1855), poi a Boston (1869), ne seguirono altri e quasi tutti vivevano anche di beneficienza, volontariato e donazioni. La protezione dei bambini si sviluppò anche in altro senso con la proibizione del lavoro minorile ed il diritto alla cultura: nel 1870 in Francia, la legge disponeva che i bambini con meno di 13 anni e le bambine con meno di 14 non potessero lavorare più di 6 ore al giorno. Si moriva ancora di dissenteria. L'utilizzo di acqua inquinata (sporca) per preparare il latte da dare ai neonati era la prima causa di infezione e si incoraggiò così l'allattamento materno diffondendo contemporaneamente le norme di igiene e pulizia. Da quel momento si salvarono centinaia di piccole vite che però non trovavano alcun sollievo dalle malattie virali e contagiose (vaiolo, poliomielite, difterite) che continuavano a mietere vittime, soprattutto nelle grandi città. L'Inghilterra in questo senso precorse i tempi: nel 1853 si stabilì che tutti i bambini entro i 3 mesi dovessero essere vaccinati obbligatoriamente contro il vaiolo (malattia infettiva con alta letalità) ottenendo un grande successo soprattutto nelle classi meno agiate, erano i "poveri" infatti che morivano di più. L'obbligo vaccinale fu deciso dopo la resistenza degli strati più "colti" della popolazione che nella vaccinazione di massa vedevano per la prima volta mescolare i loro diritti con quelli della "plebe ignorante e sporca" ma che dovettero cedere alla pressione popolare diventando parte attiva dei programmi di vaccinazione.
Si continuava a progredire: nel 1930 fu sviluppata la prima "incubatrice", la "scatola magica" che sostituiva panni e paglia permettendo ad un neonato di restare in ambiente protetto e controllato (e caldo!) subito dopo la nascita. Poi vennero gli antibiotici...

Nel 1967 furono registrati 131.000 casi di vaiolo in tutto il mondo. Nel 1980 il vaiolo diventò la prima e l'unica malattia eradicata dalla faccia del pianeta Terra.

Come ci sembrano lontani quei tempi eh?
Eppure sono gli anni nei quali erano bambini i nostri bisnonni.
I nostri piccoli, oggi, di cosa soffrono?

Le cause di morte più frequenti (nel mondo) nei primi 27 giorni di vita sono legate ai problemi durante la gravidanza ed il parto. Le cause di morte entro i 5 anni di vita sono rappresentate soprattutto dalle infezioni: polmoniti, diarrea ed altre. Questo spiega perchè nei paesi meno sviluppati la mortalità infantile sia così elevata.

Cause di morte infantile, oggi: dissenteria, infezioni e complicanze della gravidanza rappresentano il 45% dei casi.

A seguire, la malaria, soprattutto, ma anche l'AIDS, il morbillo e la pertosse, rappresentano ancora oggi cause di morte diffuse nell'età pediatrica.

Non possiamo negare comunque che l'attenzione prestata alla salute infantile si sia evoluta negli anni, anche grazie alle campagne ed all'impegno delle associazioni governative (UNICEF, WHO) ed umanitarie.
Preservare i bambini dalla sofferenza, non è solo un gesto arcaico che ci appartiene (senza bambini....non c'è futuro per la specie umana) ma un corretto gesto di civilltà. Dal punto di vista medico possiamo dire di aver avuto successo, il prossimo passo sarà quello di produrre gli stessi risultati nei paesi più poveri nei quali la mortalità infantile è ancora alta. Difficile ma possibile anche se un dato fa rabbrividire: solo in Italia, 650.000 (fonte Eurostat) bambini vivono in stato di assoluta indigenza.

Alla prossima.

31 commenti:

  1. Non ho i dati sotto mano e non sono aggiornato, ma al convegno "Cibus" di Parma dell'anno scorso si è espressa preoccupazione per la speranza di vita dei nati odierni: per la prima volta la curva sembra in discesa, in pratica invece di sperare di vivere più dei genitori, il bambino sarà fortunato se potrà vivere almeno lo stesso numero di anni.

    Questo a causa di obesità (anche infantile) e malattie annesse, che si stanno diffondendo molto velocemente.

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  2. Ho eliminato tutti i commenti non in tema (compresi i miei), torniamo al tema del post.
    Grazie.

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  3. il bambino sarà fortunato se potrà vivere almeno lo stesso numero di anni.

    Questo dato (c'è un grafico da qualche parte, se lo ritrovo lo posto) vale anche per gli adulti, si vive di più ma più "malati".

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  4. Il fatto é che a un certo punto non possiamo durare piú del limite di "usura" del nostro corpo, che non é evoluto per vivere oltre i 50 anni, le articolazioni si usurano, il cuore si affatica, il cervello rallenta, i tumori aumentano in tarda etá. Dopo i 40 si comincia con la lunga (speriamo) china dell'invecchiamento.
    L'evoluzione é cieca a tutte le malattie da "invecchiamento", ovvero che si presentano dopo la fine della vita fertile.
    La medicina puó ovviare, certo: protesi, medicine piú mirate, prevenzione, ma ha un limite. E ha un costo, per avere cosa, qualche anno in piú in un ricovero per anziani?

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  5. @ Giuliano Parpaglioni

    Mi stupisce sentire parlare di obesità infantile come di un'emergenza, perché io di bambini grassi ne vedo davvero pochissimi. Nell'asilo di mio figlio, per fare un esempio, su tre classi non ce n'è un bambino che possa dirsi non dico obeso, ma neppure in evidente sovrappeso.
    Ho letto che si tratta di un problema diffuso soprattutto al sud (io scrivo dalla Liguria), ma da che cosa dipende? Le abitudini alimentari sono così diverse? Si tratta di un fatto culturale, per cui magari nel meridione, soprattutto nelle fasce più disagiate della popolazione, l'obesità infantile non è concepita come un problema?

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  6. Mi stupisce sentire parlare di obesità infantile come di un'emergenza

    In realtà il discorso che si faceva a Parma era un pochino più sottile. Magari c'è sicuramente un aumento di bambini obesi (nel 2010 sono stati stimati un 11% di bambini obesi e un 23 percento di sovrappeso http://www.epicentro.iss.it/problemi/obesita/epid.asp), più che altro sono le condizioni di salute anche da adulti a preoccupare. In pratica il bambino che nasce oggi, nel 2060 avrà più problemi di salute del pari età odierno e questo porterà ad una maggiore mortalità, ad età più basse.

    soprattutto nelle fasce più disagiate della popolazione, l'obesità infantile non è concepita come un problema?

    Io credo piuttosto che le classi più disagiate siano più a rischio obesità rispetto alle classi benestanti (non so sinceramente se la cultura del sud influisca in qualche modo). Una persona che ha pochi soldi tende a risparmiare su tutto, quindi mangerà spesso dal McD*nald che costa poco, per sfamarsi comprerà bibite gasate zuccherate, stuzzichini e farà abuso di pane e pizza senza andare a consumare verdure e frutta che costano di più. L'obesità non è più un problema di abbondanza, o almeno non solo, è anche e soprattutto un problema di qualità del cibo.

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  7. Certamente mangiare cibo di qualità può essere costoso, però nessuno è obbligato a cibarsi di schifezze per motivi puramente economici. Intendo dire che al posto delle bibite gassate si può bere tranquillamente l'acqua del rubinetto, che è ancora meno costosa. E non credo che una famiglia con poche possibilità vada così spesso a mangiare da Mc Donald, che certo costa molto meno di un buon ristorante, ma comunque più di quanto si spenderebbe per farsi una pasta al pomodoro in casa.
    Per questo ho l'impressione che alla base ci sia un problema culturale: quando l'Italia era un paese povero e il cibo poco abbondante, una persona ben pasciuta era vista generalmente come più sana rispetto ad una magra. Vedo che ancora adesso molti nonni hanno l'ossessione che i nipotini siano troppo magri e non mangino abbastanza. Magari nel meridione, tra le classi più disagiate, questo tipo di mentalità è ancora diffuso, non solo tra gli anziani.

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  8. Per questo ho l'impressione che alla base ci sia un problema culturale

    E pure abbastanza diffuso, visto che quando una donna in gravidanza scopre di portare in grembo un feto macrosomico (cioè che è cresciuto più del dovuto), capita ogni tanto chieda il perchè di tutta quella preoccupazione, visto che "se è grosso, vuol dire che si è nutrito bene"...

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  9. WeWee, quella testimonianza medica sulle sofferenze di un bambino morente mi ha fatto venire i brividi pensando a mio figlio, con mia moglie che si preoccupa anche solo per una febbriciattola da nulla...

    Quanto all'obesità infantile, confermo la diffusa (purtroppo ancora...) cattiva abitudine di parenti stretti che tendono a rimbrottare se non vedono tuo figlio grasso come un maiale, strascichi di un'epoca in cui magro voleva dire povero. Io risolverò semplicemente togliendo mio figlio dalle grinfie di questi sconsiderati e facendogli fare una vita attiva e sana.

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  10. In Toscana bimbi macroscopicamente obesi ne vedo. Soprattutto di famiglia povera, spesso con genitori originari del Sud, ma in ogni caso tanti. Ad occhio direi un 20%. E quando sono tanti,

    Tra le ragazze invece c'e' il problema collaterale dell'anoressia culturale, i modelli che arrivano sono semplicemente spaventosi.

    Tornando al tema del post, mio padre mi raccontava che negli anni '40, il cimitero del paese era diviso in due sezioni, adulti e bambini. E il secondo era piu' grande.

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  11. Che dire? Io sto curando mia figlia di due mesi per un brutto reflusso. Ogni tanto vado in crisi, benchè informandomi vedo che il mio pediatra non ha la mano pesante con i farmaci, perchè qualche illustre gastroenterologo citando fonti di congressi e conseguenti linee guida della società di gastroenterologia o giù di lì, non curano questo disturbo fino a quando non diventa malattia da reflusso gastroesofageo. Questa conclusione mi lascia perplessa perrchè è monca; cioè non lo curiamo lo facciamo piangere e sbattere e non mangiare e lasciamo che l'esofago si infiammi? O si parla di reflusso asintomatico, nel qual caso di che parliamo? Poi mia madre mi descrive le nottate fatte con mio fratello e scopro che probabilmente aveva anche lui il reflusso, ora però sembra non soffrire di stomaco. A conclusione, li curiamo troppo questi bambini? Io ad esempio non do le vitamine a mia figlia che cresce tanto e bene, ho scelto un latte non troppo formulato ma biologico, definito leggero da qualcuno. Qual'è il discrimen? Troppo, troppo poco, giusto? Fino a 50 anni fa si moriva anche di reflusso, si ammalava di polmonite per l'ingestione di acido, o lo si superava?

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  12. nessuno è obbligato a cibarsi di schifezze per motivi puramente economici

    Non è proprio così, le merendine costano pochissimo e si danno ai bambini, un panino può costare anche meno di 2 euro, il vino in cartone costa meno di un euro e dà dipendenza

    Intendo dire che al posto delle bibite gassate si può bere tranquillamente l'acqua del rubinetto, che è ancora meno costosa.

    In un mondo ideale hai ragione, ma l'Italia è il terzo consumatore al mondo di acqua in bottiglia (sentito in radio, se vuoi cerco i riferimenti). Ci vuole poco a passare da quella alle varie cole.

    E non credo che una famiglia con poche possibilità vada così spesso a mangiare da Mc Donald, che certo costa molto meno di un buon ristorante, ma comunque più di quanto si spenderebbe per farsi una pasta al pomodoro in casa.

    Probabilmente una famiglia no, ma un ragazzo sì. Con meno di 10 euro hai mangiato tanta roba da farti stare sazio per tutto un pomeriggio.

    Per questo ho l'impressione che alla base ci sia un problema culturale

    Sicuramente l'influsso culturale conta, ma conta sotto molti aspetti: tradizioni, conoscenze sbagliate (vedi il commento di wewee), ignoranza nel giudicare i prodotti.

    Vedo che ancora adesso molti nonni hanno l'ossessione che i nipotini siano troppo magri e non mangino abbastanza.

    Un paio di anni fa avevo convinto un mio amico a diventare vegetariano (non per etica, è un salutista, ho fatto leva su quello). È durato un paio di mesi, non passava pasto che i genitori o la nonna non si esprimessero preoccupati sulla cosa

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  13. @Giuliano Parpaglioni

    La componente culturale è fortissima.
    Con 10 Euro mangi una tonnellata di pizza o dei panini pazzeschi. Mac ti da un menu con panino patatine e bibita a piu' di 6 credo e secondo me non sfama.

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  14. Luca, infatti non è la quantità di cibo il problema del Mac Donald, ma della sua qualità. Ha un sacco di calorie ma non sazia, dandoti l'impressione di dover mangiare ancora nonostante si abbia superato il fabbisogno giornaliero. Senza contare la "bontà" dei nutrienti, perlopiù grassi di scarsa qualità con olii scadenti. E' questo che fa ingrassare del Mac Donald, hai mai visto Supersize Me?

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  15. Il problema dell'obesità c'è eccome...
    Oggi poi iniziano a sommarsi altri fattori: vedo spesso ragazzini sui 12 anni che bevono e fumano. Questo di sicuro non aiuta ad avere una vita lunga.
    Da piccola io stavo praticamente sempre male, ho avuto persino la pertosse. I miei decisero di non vaccinarmi perchè era pericoloso (secondo la mia pediatra oltretutto). Risultato: mesi di sofferenza e di notti insonni per me e mia madre.

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  16. Certo che questi discorsi sono proprio sconsolanti...la più bassa aspettativa di vita è dovuta soprattutto alla pseudomedicina: omeopatia, antivaccinismo, etc

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  17. Oggi i bambini sicuramente se la passano meglio ma ho la sensazione che con tutto quello che oggi si trova nell'ambiente loro stanno iniziando a pagare più di noi adulti.

    E poi c'è questa triste realtà di famiglie depresse a causa di conflitti sociali che tende a volte a ricadere sui bambini e che sfocia in tragedie vere e proprie.

    I tempi evolvono ma loro restano sempre le prime vittime.

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  18. > con tutto quello che oggi si
    > trova nell'ambiente loro stanno
    > iniziando a pagare più di noi adulti.

    La gente pur di non passare al "demoniaco" nucleare continua volentieri a respirare le polveri prodotte da automobili, centrali termoelettriche e impianti di riscaldamento antiquati...
    Vogliono tutti passare alle auto elettriche ma nessuno pensa che questa elettricità in qualche modo dovrà essere prodotta. Per favore non parlatemi di solare o eolico, potrei morire dalle risate... :(

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  19. Sono d’accordo con Stefafra quando scrive Il fatto é che a un certo punto non possiamo durare piú del limite di "usura" del nostro corpo, che non é evoluto per vivere oltre i 50 anni in risposta a si vive di più ma più "malati".

    Mi sembrava un commento degno di nota passato in sordina, degno di nota perche’ benche’ non credo che nessuno sappia quale quale sia il limite massimo per la vita media degli esseri umani e’ pero’ certo che si tratta di un limite inferiore alla vita eterna (lo prova l’esistenza dell’invecchiamento). Diciamo che semplificando per un blog io la vedo cosi’: le migliorate condizioni igienico-sanitarie hanno ridotto l’importanza dell’ambiente spingendo l’uomo verso il suo limite massimo, ma l’invecchiamento comporta una maggiore instabilita’ dell’organismo a stimoli di minore importanza.

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  20. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  21. "con tutto quello che oggi si trova nell'ambiente" mi sembra la tipica frase fatta da bar.
    Chiunque abbia più di 50 anni sa benissimo per esperienza personale che i bambini attuali vivono, perlomeno in Italia in un ambiente meno inquinato e meno pericoloso, io a 40 km da Milano quando ero bambino nelle giornate limpide senza vento vedevo la cappa di smog della città, adeso non si vede più, e le manie grillesche di esagerare i pericoli attuali, che già esistevano 40 anni fa per sminuire i miglioramenti che ci sono stati da tutti gli altri punti di vista è delirio puro ( ma bisogna pur giustificare le boiata della decrescita ).
    Anche per l'orwelliana abitudine di cambiare i termini del vocabolario in base ai pregiudizi, per cui si sproloquia di "polveri sottili" nel caso di centrali elettriche inceneritori e mezzi di trasporto, ma poi magari ci si mette tutte le sere allegramente davanti ad un caminetto che ne produce 1000 volte di più, perchè se si chiama "fumo" una dispersione di particelle microscopiche in aria sembra meno pericolosa......

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  22. Non è proprio così, le merendine costano pochissimo e si danno ai bambini, un panino può costare anche meno di 2 euro, il vino in cartone costa meno di un euro e dà dipendenza


    D'accordo, ma non è che una mela costi molto di più.
    Poi, le merendine confezionate non saranno il massimo dal punto di vista nutrizionale, ma non credo che un bambino sano possa diventare obeso perché fa merenda con la girella. Certo che se i genitori gliene lasciano sbafare un pacco al giorno perché il bimbo è goloso e tanto le girelle sono a buon mercato, il discorso è diverso.

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  23. ma non credo che un bambino sano possa diventare obeso perché fa merenda con la girella

    Assolutamente no, hai ragione. Il problema è che la merendina non sazia, e anche gli zuccheri danno dipendenza. È piuttosto facile pensare di non limitarsi ad una sola merendina...

    Certo che se i genitori gliene lasciano sbafare un pacco al giorno perché il bimbo è goloso e tanto le girelle sono a buon mercato, il discorso è diverso.

    Appunto :-)

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  24. Buonasera a tutti, intanto complimenti per il blog eperdonarono eventuali errori ma scrivo con
    Il cellulare. Io lavoro come segretaria in uno studio pediatrico e riguardo al discorso obesità ne vedo davvero molti di bambini in evidente sovrappeso fino all'obesità patologica (80 kg un bimbo di 10 anni).nel mio piccolo ho visto ce si tratta si vera e propri alimentazione sbagliata e direi in nessun caso per scarsità di denaro (tanto piu che abitiamo in zona ricca di risorse naturali). I genitori esordiscono come prima giustificazione di essere preoccupati he il bimbo sicuramente ha problemi ormonali. Una volta esclusi ( per fortuna sempre finora) emerge he il bimbo odia la verdura, vomita se la mangia, chiede piu porzioni, non fa movimento (e ma poverino devo farlo stare senza mangiare se un cosa non gli piace ? ) e i genitori acconsentono ad ogni capriccio.... Guai poi a parlare di sovrappeso (mio figlio grasso? Ma non vede che scoppia di salute?)
    Quella che manga secondo me e' la capacita'' d'imporsi con i figli e a volte anche una certa ignoranza (nel senso letterale) per quanto riguarda l'alimentazione

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  25. O.T: perdonate davvero gli errori sembro analfabeta con sto coso che mi corregge le parole a suo piacimento. :-)

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  26. @ pietro

    >io a 40 km da Milano quando ero bambino nelle giornate limpide senza vento vedevo la cappa di smog della città, adeso non si vede più,

    Ehm, io abitavo a Bernareggio un dieci anni fa, e la cappa gialla di smog la vedevo eccome... non so adesso come sia...

    Comunque in generale certamente mezzo secolo fa gli inquinanti erano più potenti, sia per la materia prima poco raffinata e il largo utilizzo del carbone, sia per la mancanza di norme che limitassero l'inquinamento, come l'obbligo dei filtri nelle ciminiere industriali e i limiti di emissioni CO2 nelle auto a combustione, però la crescita economica esponenziale ha fatto sì che dal punto di vista degli effettivi inquinanti immessi nell'ambiente non cambiasse nulla. E' diminuita la concentrazione inquinante di una singola unità, ma non del totale.

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  27. "con tutto quello che oggi si trova nell'ambiente" mi sembra la tipica frase fatta da bar.

    Dici che ti sembra una tipica frase da bar? Allora vediamo....
    Io abito in Campania in una cittadina in provincia di Salerno che i media hanno battezzato la città dei tumori. Se mi affaccio fuori al balcone a 500 metri vedo un tabacchificio dismesso da anni con le coperture in amianto sgretolate. Se guardo alla mia destra a 200 metri c'è una arteria stradale continuamente trafficata ed a 7km c'è la SA-RC. Fortunatamente (diciamo) alla mia sinistra c'è il mare che dista circa 4 km ma che ovviamente è inquinato e fa schifo. Ma non è finita. Quando inizierà a fare veramente caldo non potrò neanche più affacciarmi fuori al balcone. A circa 6 km, un comune molto furbo ha deciso di costruire sul proprio confine un impianto di compostaggio che emana olezzi incredibili nell'aria e ti posso assicurare che stare chiusi dentro casa in estate con il caldo afoso ti porta quasi alla follia (ed infatti ad Agosto scappo via in vacanza).
    Tutto questo ovviamente sono "chiacchiere" che da anni stanno sulla bocca di tutti...compresi i bar. Quindi immagina cosa significa avere un figlio e pensare a tutto quello che ti circonda. Fortunatamente tra non molto cambierò casa e potrò scegliermi un posto più salubre. Ma non oso neanche immaginare come se la passano invece i comuni nei paesi vesuviani dove la situazione è molto ma molto peggiore. Vista dalle mie parti forse la cappa di smog non è poi così male...

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  28. E' diminuita la concentrazione inquinante di una singola unità, ma non del totale.

    Il problema sopratutto nel Sud Italia non è tanto sugli inquinanti certi come le emissioni di CO2. Tanto è vero che blocchi della circolazione non sono molto frequenti. Il problema riguarda sopratutto gli inquinanti incerti su cui nessuno sa cosa sono e sopratutto dove sono.

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    1. Beh, naturalmente quello che citi è un problema ben più grosso che rientra nell'illegalità, altro che chiacchere da bar...

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  29. Post interessante, come sempre(ti seguo da un paio di anni anche se non ho mai commentato), in merito allo stato dell'arte sulla pediatria e sulle condizioni di salute e prospettive di vita dell'umanità credo che troppe persone si siano perse un "pezzo di memoria", come se credessero che si é sempre vissuto come noi oggi e non si rendono conto di come fosse molto diverso solo qualche decennio fa.
    Spesso mi capita di parlare con gente che rimpiange i bei(?) tempi andati dei nostri nonni, senza avere la più pallida idea di quanto fosse dura la vita allora, probabilmente perché i vecchi non hanno molta voglia di ripercorrere le proprie tragedie, di solito gli espongo una mia pccola statistica personale : la mia nonna paterna ha avuto 7 figli tra gli anni '40 ed i primi '50, ne sono sopravissuti solo 4, per gli altri 3 c'é una lapide nella tomba di famiglia(sulla quale non ci sono neppure le date di nascita/morte).

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  30. @ Epsilon, Grezzo, Pietro
    Avete ragione tutti. L'incremento di neoplasie pediatriche (soprattutto leucemie) nella pianura Padana è preoccupante. Ciò è certamente dovuto in buona parte all'inquinamento e io mi sentirei tranquillamente, coadiuvata da abbondante letteratura, di puntare il dito contro l'industria chimica e contro le centrali termoelettriche che usano combustibli fossili. Se infatti da un lato negli ultimi anni ci si è adoperati per rendere l'ambiente più vivibile, dall'altro le industrie hanno proliferato: per esempio negli ultimi anni, recependo leggi europee, si è cercato, di ridurre le emissioni di CO2 (misura utile più che altro per combattere l'effetto serra), piuttosto che promuovere uno smaltimento dei rifiuti razionale (termovalorizzazione e riciclo versus discariche a cielo aperto); eppure d'altro canto l'inquinamento è rimasto a livelli altissimi e non parlo solo di quello dell'aria, ma anche, ad esempio, di quello dell'acqua (lasciamo stare l'elettromagnetico che si sta ancora studiando, ma prevedo che ne vedremo delle belle), facendo di zone come appunto la pianura Padana (ma anche Campania, per non parlare della Sicilia) zone con tassi di inquinamento che sono i più alti d'Europa. Con questo discorso non voglio assolutamente dire che il progresso sia male, ma il contrario: il progresso scientifico deve aiutarci a vivere in modo più sano e se fin'ora ci è riuscito bisogna continuare ad avere fiducia. Ora i nemici non sono più le malattie infettive, ma i tumori (parlo sempre dell'ambito pediatrico). Credo più nella scienza che nelle pseudoscienze, nelle varie omeopatie, medicine olistiche e, lasciatemelo dire, nei numerosi movimenti no quello no questo.

    @Koalina81: secondo me hai proprio ragione! Io credo (non sono uno psichiatra, quindi potrei sbagliarmi) che alla base vi sia una sottospecie di disturbo somatoforme per cui i genitori vedono il corpo del figlio "distorto": è un bolide, ma a loro sembra così magro. Proprio come le anoressiche che si vedono grasse.

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