giovedì 12 agosto 2010

Omeopatia: Abbasso la scienza! Anzi no, evviva (I parte)

Quando si chiede ad un omeopata il motivo della mancanza di importanti riferimenti scientifici a sostegno delle sue teorie gli argomenti utilizzati per rispondere sono principalmente due, l'omeopatia:
  • ha un effetto individuale non generale, personale, differente da una persona all'altra e non è quindi possibile creare gruppi di studio sulla popolazione generale
  • non ha effetti misurabili scientificamente perché funziona tramite concetti non ancora chiari alla scienza o che la stessa non è ancora capace di rilevare con gli strumenti che oggi possiede
Se la scienza non ha mai dimostrato le teorie ed i presunti risultati dell'omeopatia c'è poco da fare, si entra nella leggenda, almeno relativamente alle conoscenze scientifiche odierne. Quando una pratica è indimostrabile ed inspiegabile cos'è se non un fenomeno paranormale?

Qualcuno risponde: mille anni fa anche i fulmini erano "fenomeni paranormali" (tanto da essere visti come manifestazione divina) ma i fulmini esistono, si vedono, hanno un effetto oggettivo.

Se si pensa che l'accostamento omeopatia paranormale sia azzardato, basterà chiedere ad un omeopata proprio questo: come funziona l'omeopatia?
Risponderà con ulteriori domande o ancora peggio, con argomenti irreali (quando non surreali), dalla memoria dell'acqua, all'energia quantica, dalle vibrazioni cosmiche ai campi magnetici, tutti concetti molto esotici ma che in medicina sono pseudoscienza. Si arriva a giustificare l'efficacia dell'omeopatia con frasi come "se la usano tante persone, evidentemente funziona" imitando gli astrologi che così giustificano l'astrologia. Non esistono altri argomenti, provate pure.
Naturalmente la scienza da tutta questa storia ne esce a pezzi.

Che poi si tenti di vendere l'omeopatia con nomi più eleganti o ammiccanti ("terapia informazionale" oppure medicina a dosi imponderabili) cambia poco nella sostanza che è talmente diluita da scomparire completamente.
Ma gli omeopati insistono non si danno per vinti e per loro c'è sempre speranza, (ed in fondo c'è per tutti, se si dimostrasse che una pratica oggi antiscientifica si dimostrasse efficace) nonostante per primi non riescano a capire come funzionino i loro rimedi né perché, nonostante non sappiano distinguere un granulo omeopatico da uno di zucchero ogni tanto esce fuori un nuovo studio rivoluzionario che finalmente dimostra in maniera "incontrovertibile" gli effetti di questa pratica.
Gli omeopati non parlano di scienza, non fanno affidamento sui metodi scientifici e disprezzano la scienza che paragona l'omeopatia al placebo ma al momento di darsi ragione la scienza diventa attendibile, credibile e "rivoluzionaria" finendo per definire "storica" ogni ricerca, ogni studio che sembra appoggiare le teorie omeopatiche. Di studi "storici" e "rivoluzionari" nel tempo ne sono usciti centinaia quindi, ma chissà perché ancora l'omeopatia la sua storia scientifica deve scriverla dall'inizio e resta una pratica da dimostrare.
È curioso come la scienza non conti nulla quando dice che l'omeopatia non esiste mentre conta tutto quando conviene.
In questi mesi di "rivoluzioni" ne sono uscite due.

La prima è nientedimeno opera di Luc Montagnier, premio nobel per aver isolato il virus HIV.
Luc Montagnier ha affermato che, in base a certi suoi esperimenti, poi pubblicati in una rivista scientifica, ha avuto la prova dell'esistenza dei princìpi dell'omeopatia.

Dimostrare l'omeopatia non sarebbe solo una rivoluzione medica ma rivolterebbe come un calzino la chimica, la fisica, la biologia e tutti i campi che funzionano grazie a queste scienze. Più di una rivoluzione: si dovrebbero rivedere le conoscenze di secoli applicate continuamente, conoscenze che ci permettono di vivere, curarci, muoverci, progredire.

Lo studio (aggiornamento: l'articolo è scomparso dall'indirizzo originale, provare qui) si intitola: "Electromagnetic signals are produced by aqueous nanostructures derived from bacterial DNA" cioè "Segnali elettromagnetici prodotti da nanostrutture in acqua derivate da DNA batterico".
In poche parole secondo Montagnier (che ha realizzato degli esperimenti illustrati nel suo studio) batteri patogeni (solo quelli patogeni e solo per l'uomo) "ultradiluiti" in provette piene d'acqua (quindi una sorta di omeopatia) emanerebbero dei segnali (elettromagnetici) che sembrerebbero provenire da "residui" di tali batteri (questi residui sarebbero delle "nanostrutture", quindi strutture piccolissime forse molecole, DNA per Montagnier) dando prova della loro presenza nonostante l'ultradiluizione. Sarebbe, se dimostrato reale, un dato scientificamente molto interessante.
Lo studio è attendibile? Dal nome dell'autore si penserebbe di sì, ma non fermiamoci all'apparenza, andiamo a controllare.

Si tratta della testata: Interdisciplinary Sciences: Computational Life Sciences. Non molto conosciuta (diciamo pure sconosciuta...) a dire la verità... e non è neppure una rivista di medicina...
Si tratta di una pubblicazione che ha base in Cina, strana cosa: la Cina non ha una grossa tradizione scientifica, anzi, diciamo che scientificamente la Cina è in uno stato pessimo, purtroppo il regime in carica non permette la libera circolazione del pensiero scientifico e permette solo ciò che è gradito, tanto che non esistono in Cina pubblicazioni mediche con "fallimenti" o risultati di inefficacia di un farmaco, vanno in stampa solo i successi. Pazienza, l'editore cinese lasciamolo stare anche se Montagnier poteva scegliere di meglio per una ricerca di questa portata.
Controlliamo allora il comitato editoriale, se prestigioso saprà garantire la serietà e l'attendibilità (e l'imparzialità) che richiederebbe un lavoro scientifico di un certo livello (se poi parliamo di rivoluzione della scienza, la serietà e l'attendibilità sono il minimo che ci si aspetti).
Chi è quindi il direttore editoriale della rivista?
Ma... è Luc Montagnier. È lui stesso in persona!
L'arbitro è la stessa persona che gioca la partita insomma...


Lo studio sarebbe stato realizzato dalla fondazione Luc Montagnier, fondazione scientifica che finora ha realizzato in tutta la sua esistenza ben due studi, questo ed uno sull'uso della papaya fermentata per la prevenzione dell'influenza. Umh... quanta approssimazione però.
Anche formale: il contatto del responsabile della ricerca è una mail di Yahoo.
Bah, sembra un articolo di un blog più che una rivoluzione scientifica.

Ma lo studio, prima di essere pubblicato, è stato controllato? Qualcuno ha studiato i particolari, le affermazioni, i metodi?
Tutte le riviste con un minimo di serietà lo fanno (o si rischierebbe di pubblicare una ricerca sugli asini che volano dimostrando che sia possibile) ed in genere questa operazione richiede mesi, tanti mesi (chiunque pubblichi ricerche su buone riviste scientifiche sa che il "tira e molla" per far arrivare uno studio alla pubblicazione è a volte estenuante, passano anche 8-12 mesi prima della pubblicazione, con continui rinvii, richiami, correzioni, appunti... a volte troppo puntigliosi...), insomma, chi ha controllato lo studio, ha controllato bene? A quanto si vede non tanto, visto che dal momento del ricevimento a quello della pubblicazione, sono passati 3 giorni (tre!)... Lo studio inoltre non è per nulla scritto nello stile dei lavori scientifici (che sono divisi in sezioni differenti che elencano i materiali ed i metodi utilizzati, una discussione sul lavoro, i risultati e le conclusioni). Qualcuno mi ha anche fatto notare diversi errori ortografici.

Ma lasciamo perdere per un attimo questi scivoloni "formali" andiamo al sodo. Schematicamente spiego la procedura utilizzata da Montagnier per dimostrare che l'acqua avrebbe una memoria.
Montagnier ha agito così: ha preso una provetta contenente un batterio il Mycoplasma Pirum. Ha filtrato il liquido in modo da ottenere alla fine un liquido sterile, senza Mycoplasma, acqua quindi almeno ufficialmente.

A questo punto però avviene qualcosa di miracoloso: quando l'acqua sterile viene posta in incubazione per 2-3 settimane, ecco ricomparire il batterio.

when the filtrates were incubated for two weeks (100 nM filtrate) or three weeks (20 nM filtrate) with a culture of human activated T lymphocytes, the mycoplasma was recovered in the medium with all its original characteristics as previously observed.

[trad: quando i filtrati sono stati incubati per due settimane (filtro da 100nM) o tre settimane (filtro da 20nM) con una coltura di linfociti T umani attivati, il mycoplasma è stato rinvenuto nel mezzo di coltura con tutte le sue caratteristiche originali osservate precedentemente.]

Sono due le cose: o abbiamo assistito alla creazione della vita dal nulla o in quel liquido "sterile" c'erano ancora batteri che poi si sono riprodotti e quindi l'acqua proprio sterile non era. Oppure, e qui c'entrerebbe la fantomatica "memoria dell'acqua", i batteri non c'erano più ma era rimasta la loro traccia nel solvente. Uno scienziato serio per prima cosa avrebbe cercato di capire il motivo di quella presenza: una contaminazione? Un errore nel metodo? La procedura che in una delle sue fasi non era corretta?
Montagnier non si è posto queste domande ed è andato dritto fino alla "memoria dell'acqua".

L'esperimento procede. Questi due filtrati (che quindi contenevano tracce dei batteri, particelle, che Montagnier identifica come DNA) sono stati utilizzati per testare l'emissione di onde elettromagnetiche.
Diluiti i fluidi e messi in provetta (ed agitati, "dinamizzati", procedura tipica dell'omeopatia) a diluizioni decimali (indicate con il simbolo D) successive (non centesimali, che sono quelle tipiche dell'omeopatia, indicate con il segno C) sempre più alte, fino a 15-20 sono stati posti nel macchinario che doveva misurarne le emissioni.

Avevamo quindi per riassumere delle provette contenenti dei liquidi composti dal filtrato della coltura di Mycoplasma diluito in maniera crescente per ogni provetta (D1, D2, D3, ecc...).

Si procede quindi con la misurazione delle onde emesse dal contenuto delle provette.

Per misurare l'emissione di onde elettromagnetiche da parte del liquido diluito, il medico francese ha utilizzato un macchinario inventato da Jacques Benveniste (che Montagner, suo amico, definisce come il suo maestro).

Quando si effettuano misurazioni fisiche, soprattutto molto raffinate (come sarebbe richiesto da una ricerca di questo tipo) è bene affidarsi a macchine precise, con bassissima possibilità di errore e con meccanismi altamente affidabili.
Montagnier si è affidato a questo:


Una bobina di filo di rame, un cavetto che la collega ad un amplificatore che a sua volta, tramite un altro cavetto è collegato ad un computer. Un programma di analisi dei suoni registrava le onde elettromagnetiche.

Guardando il "macchinario" si nota subito che si tratta di un vero e proprio "trabiccolo". Cioè, il Nobel Montagnier misura le onde elettromagnetiche emesse dalle sostanze praticamente con una radiolina amatoriale che sembra costruita da un bambino con "il piccolo elettricista"?
Assurdo.
Il bello è che Montagnier ha pure brevettato il macchinario e si sta accapigliando con un altro inventore che dice di essere stato lui il primo ad ideare la macchina che "registra" le onde elettromagnetiche emesse dalle provette. L'ufficio brevetti ha chiesto a Montagnier di inviare spiegazioni e documentazione precisa per quello che sembra un macchinario inutile ed ha respinto la richiesta di registrazione.

Dal punto di vista tecnico (elettronico) lo scienziato ha effettuato una sorta di "taglio" dei disturbi esterni basandosi sulle frequenze delle onde percepite e tutto il resto era (secondo lui) emesso dai liquidi diluiti nelle provette.

Se poi quella bobina di rame percepiva radio Maria o la TV svizzera poco importava, c'erano dei segnali e questi provenivano dal DNA (ipotizza Montagnier) dei batteri.
Montagnier ha concluso quindi in maniera del tutto arbitraria si trattassero di "segnali" inviati dal DNA batterico che era nella provetta prima della filtrazione.

Nello stesso studio Montagnier esegue un altro esperimento (in un solo studio due esperimenti diversi, inusuale...): una soluzione diluita contenente batteri ultradiluiti "trasmette" a distanza (una sorta di "telepatia" chimica) le sue proprietà ad un'altra soluzione non contenente batteri. In pratica ogni sostanza "comunica" con tutto ciò che ha attorno. Non approfondisco anche questo "esperimento" o mi perderei.
In ogni caso questo secondo esperimento di Montagnier ricalca quello di Benveniste che concluse tristemente la sua carriera affermando di poter registrare le emissioni di sostanze in diluizione omeopatica e poi inviarle via mail all'altro capo del mondo dove queste emissioni venivano "avvertite" da altre sostanze.

Torniamo al primo esperimento.
Il computer quindi ha registrato delle onde elettomagnetiche e Montagnier ha concluso che queste provenivano dalle provette contenenti residui di DNA batterico ultradiluito (quindi più o meno una sorta di preparato omeopatico).
Ma andiamo ad analizzare qualche particolare.
Nello studio è scritto che le diluizioni più basse non emettevano segnali e nemmeno quelle più alte. I segnali venivano registrati solo in caso di diluizioni relativamente basse (come la 10-8)

The frst low dilutions were usually negative, showing the background noise only. Positive signals were usually obtained at dilutions ranging from 10-5 to 10-8 or 10-12. Higher dilutions were again negative.

[trad: Le prime diluizioni più basse sono state negative e mostravano solo rumore di fondo. Sono stati ottenuti segnali positivi a diluizioni comprese tra 10-5 e 10-8 o 10-12. Diluizioni più alte sono state nuovamente negative.]

Questi segnali, duravano molte ore, a volte anche 48:

We have studied the decay with time of the capacity of dilutions for emitting EMS, after they have been removed (in mumetal boxes) from exposure to the excitation by the background. This capacity lasts at least several hours, some time up to 48 hours, indicating the relative stability of the nanostructures.

[trad: Abbiamo studiato la durata di tempo dell'emissione di onde elettromagnetiche (EMS) da parte delle diluizioni, dopo essere state rimosse (in contenitori di mumetal) dall'esposizione dell'eccitazione da parte dell'ambiente. Questa capacità dura almeno molte ore, a volte 48, indicando la relativa stabilità delle nanostrutture.]

E qui le prime magagne: la teoria omeopatica afferma che più è alta una diluizione più è efficace il rimedio omeopatico.
Come si vede però (ammesso che quelle onde fossero davvero provenienti dalle provette) le emissioni sparivano appena si testavano le diluizioni più alte.
Potremmo allora concludere che non è vero che le diluizioni più alte sono anche le più attive: primo autogol per l'omeopatia che da questa conclusione viene smentita proprio in uno dei suoi teoremi più basilari.

Si dice nello studio che le emissioni duravano per molte ore, persino a volte 48, poi cessavano. Questo vorrebbe dire che un prodotto omeopatico che venisse consumato dopo le 48 ore non avrebbe nessuna delle sue presunte proprietà. Quanti prodotti omeopatici vengono consumati entro 48 ore dalla loro produzione?
Probabilmente nessuno, per arrivare negli scaffali delle farmacie impiegano giorni o settimane.
Potremmo concludere allora che tutti i prodotti omeopatici in vendita, sono assolutamente inefficaci.
Secondo autogol per l'omeopatia, in base a questa osservazione, tutti i prodotti omeopatici che troviamo in farmacia non sono "attivi".

In realtà non è neanche corretto concludere così. Lo sarebbe se lo studio fosse preciso, ben fatto e metodologicamente di buon livello e non è così.

Lo studio non è certo un esempio di perfezione metodologica o statistica e le conclusioni in un senso o nell'altro sarebbero estremamente imprecise.

Utilizzare una bobina di filo di rame come "antenna" crea sicuramente una montagna di interferenze, riesce persino a captare le onde della televisione e della radio, altro che batteri. E quel segnale lo fai percorrere in due cavetti di rame (non schermati) che lo conducono ad un amplificatore e poi con uno spinotto ad un computer... qui i disturbi sono enormi, impossibile distinguerli uno dall'altro e soprattutto distinguere questi da un fantomatico segnale elettromagnetico dei batteri che erano nella provetta che si presume infinitesimale.
Ci sono moltissimi indizi che le "onde elettromagnetiche" registrate da Montagnier e riferite a fantomatici segnali del DNA batterico siano in realtà interferenze esterne. A quanto pare ad esempio, i segnali si sono ridotti quando il computer è stato alimentato con la propria batteria e non tramite corrente elettrica di rete!
Ma queste cose le sa un elettrotecnico alle prime armi (le so pure io che elettrotecnico non sono...) Montagnier non lo sa? O per un attimo se ne dimentica?
Un fisico ha commentato a proposito di questi errori:

Overall, if this were a lab report from a college junior/senior level physics major lab course (the closest analog), it would rate a D at best. And that would be generous. At the professional level, the complete unconcern with background can only be described as gross incompetence.

[trad: Complessivamente, se questo fosse un compito scolastico di fisica di livello medio/alto, prenderebbe un 4 nella migliore delle ipotesi. Sarebbe pure generoso. A livello professionale, l'assoluta noncuranza dello studio nei confronti del rumore di fondo può essere descritto solo come grossolana incompetenza.]

Quando fai una ricerca scientifica cerchi di ridurre al minimo le interferenze esterne, lo fai addirittura per quelle psicologiche (con il placebo) e non lo fai con i cavetti di rame?
Questi sono errori talmente grossolani che screditerebbero anche la ricerca più accurata.

Ma ammettiamo pure che i risultati dello studio siano validi.
Sorge per l'ennesima volta l'evidenza che questi risultati più che eventualmente appoggiare le teorie dell'omeopatia, le smentiscono, in maniera sconfortante...

Nello studio inoltre è detto che queste "emissioni" si verificavano con batteri patogeni (che causano malattie) per l'uomo e non con quelli non patogeni: che un fenomeno fisico sappia distinguere tra batterio patogeno e non patogeno è davvero poco credibile ed inoltre la memoria dell'acqua funziona solo quando incontra batteri patogeni? E poi, un batterio patogeno per l'uomo può non esserlo per altri esseri viventi e viceversa: forse che la memoria dell'acqua capisce anche quali sono i batteri pericolosi per la specie umana? Questa stranezza è sottolineata nello stesso studio:

A non exhaustive survey of the bacterial species and of their DNA able to display EMS suggests that most of bacteria pathogenic for humans are in this category.
By contrast, probiotic/good" bacteria as Lactobacillus and their DNA are negative for EMS emission.

[trad: Un'incompleta valutazione delle specie batteriche e del loro DNA capace di mostrare onde elettromagnetiche suggerisce che molti batteri patogeni per l'uomo appartengono a questa categoria. Al contrario i probiotici/batteri buoni come il Lattobacillo ed il loro DNA non emettono onde elettromagnetiche.]

Come si vede la "ricerca rivoluzionaria" che dimostrerebbe l'esistenza della memoria dell'acqua fa... acqua da tutte le parti. Se poi vogliamo essere precisi questo esperimento non c'entra nemmeno tanto con l'omeopatia perché quindi portarlo come "prova a favore"?
Tanto per capire le reazioni alla lettura dello studio, qualcuno ha già pensato di proporlo per il premio IgNobel, già vinto da Benveniste.

Io propongo una lettura diversa di questo esperimento, molto più semplice e banale, non sono un premio Nobel e posso permettermi di "pensare semplice" e poi dove ci sono risultati eclatanti prima di tutto dovremmo chiederci se davvero si tratta di una scoperta rivoluzionaria e non di un semplice e comune errore.
I batteri nell'acqua filtrata sono comparsi per una contaminazione ed i "misteriosi" segnali elettromagnetici erano in realtà interferenze che il macchinario, non isolato e poco calibrato percepiva dall'esterno.
Non è così?
Perché?

Questo era il primo studio "rivoluzionario" che secondo molti omeopati ha finalmente dimostrato che qualcosa di vero nella teoria della memoria dell'acqua c'è, il secondo è ancora più... "rivoluzionario"... bisognerà vedere però in che senso.

Alla prossima.

46 commenti:

  1. e perché tutto ciò? Mi viene in mente solo un motivo: $.

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  2. Ciao, grazie per il blog e per questo post in particolare.

    Si può rincarare ulteriormente la dose (se servisse), notando che nel commento del fisico che dice che come esercitazione il lavoro di Montagnier prenderebbe un votaccio, quando dice "complete unconcern" non significa neppure "incompleto riferimento", ma addirittura "completa noncuranza" (nei confronti del rumore di fondo etc.).

    E confermo, già solo dalla didascalia del accrocco, che l'inglese di Montaigner è molto approssimativo ("computer softwares" etc.).

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  3. Ciao, è la prima volta che commento, complimenti per il blog. ;)
    Bell'articolo, comunque "gross" sta per "grossolano", "grezzo" (viene usato anche nel senso di "schifoso" a volte) non per "grosso".

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  4. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  5. Anche un esperimento "fesso" come misurare le emissioni di un PC per renderlo conforme alle norme europee richiede:
    - una camera anecoica per isolare disturbi esterni
    - una LISN per isolare i disturbi della rete di alimentazione. Si tratta di un filtro elettrico che si mette sulla presa del pc in modo che sia alimentato dalla sola 50Hz. In questo modo sei sicuro che se misuri un'emissione a tot kHz è dato dal pc e non dalla rete.
    - antenne di misura calibrate
    - cavi schermati

    Anche così (e lo so perché l'ho visto fare) diverse misurazioni danno risultati diversi.

    Figuriamoci misurare emissioni di nanoparticelle.

    *facepalm*

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  6. Gli asini volano. Non ci credete? Ne ho visto uno io stesso spiccare il volo con i miei occhi medesimi. Certo, voi direte che il mio esperimento è povero nel metodo solo perchè sono stato io a buttare in aria l'animale, e che forse giudicate il fatto che sia tornato senza rallentare minimamente o planare come si confa a qualsiasi animale volante un elemento determinante per enunciare che gli asini non volano, ma solo perchè siete degli sporchi prezzolati del CICAP, con la mente chiusa e il portafogli stretto. Se fossero tutti come voi miscredenti cosa ne sarebbe dei poveri alternativi? Dove andrebbero a racimolare un pò di soldi?

    Braccia rubate all'ufficio di collocamento...

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  7. WeWee, ti ho mandato una mail su un argomento che potrebbe essere interessante.

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  8. Correzioni effettuate e sistemata la traduzione, grazie.

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  9. Io mi chiedo come questo signore abbia fatto a vincere il nobel in precedenza...Uno scienziato non può sputtanarsi così: forse ha cominciato a fare cilecca qualche neurone

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  10. Uno scienziato non può sputtanarsi così

    Non è per niente un caso isolato, forse potrebbe essere interessante fare una carrellata di scienziati validi che in tarda età si sono persi per strada...

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  11. @weewee: "completa noncuranza", non "incompleta noncuranza", che sarebbe un curioso modo di gestire una ricerca. :-)

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  12. Sbaglio o quasi tutti gli "alternativi omeopati" asseriscono che l'AIDS non esista? Chissà che ne pensa Montagnier...

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  13. Non ho capito una cosa:
    Quanto avrà pagato un'industria omeopatica ("Big placebo" come la chiami tu) per avere nientemeno un nobel come sponsor? Secondo me tanto.

    Perché tale nobel, dopo essere stato imbottito di soldi, si sputtana in maniera così grossolana? Sicuramente avrebbe potuto tirar fuori uno studio estremamente complesso e raffinato (anche se magari completamente inventato e dunque a costo zero), difficilissimo da replicare e quasi impossibile da smontare con dati oggettivi. E invece se ne esce con un compitino da terza liceo di mediocre fattura, sputtanando per il resto della propria vita la propria reputazione e (probabilmente) precludendosi futuri ingaggi del medesimo tipo. Non capisco...

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  14. Non capisco...

    Il discorso è tanto semplice quanto intricato per chi non conosce i meccanismi della letteratura scientifica e di quella riguardante l'omeopatia.
    Questa pratica si applica da decenni e si vanta di successi in base ad idee e presunte conferme che non hanno nessuna base scientifica.
    Eppure si definisce "medicina", viene venduta e spacciata per efficace.
    Oggettivamente non ci sarebbe nessun motivo per usare l'omeopatia e per diffonderla ma servono continuamente pezze d'appoggio per continuare a farlo.
    Che queste pezze siano articoli su Playboy o su riviste scientifiche, che siano un passaparola o "ricerche" come questa di Montagnier poco importa, ci sarà sempre quello che dirà che "persino" Montagnier, un premio Nobel, ha confermato in un suo studio che la memoria dell'acqua esiste (lo hanno già fatto naturalmente) e tutti i presenti si guardano smarriti negli occhi...

    Quanti conoscono lo studio? Quanti hanno visto lo strumento che ha finalmente misurato la memoria dell'acqua?
    Così per l'ennesima volta l'omeopatia ha la sua buona "dimostrazione scientifica".
    Si tratta di accontentarsi e gli omeopati hanno tutta la convenienza a farlo perchè se non si accontentassero della radiolina di Montagnier dovrebbero ammettere di dover buttare granuli e diluizioni nel water.

    Su cosa spinga Montagnier a prestarsi a questi giochi, ognuno si faccia la sua idea, la mia è che ad un certo punto della tua vita, dopo essere arrivato sulla vetta della scienza e ti rendi conto che ormai puoi solo scendere a valle, puoi scegliere tra passare le giornate sdraiato in giardino mentre la valle si avvicina, a leggere fumetti e fumando la pipa o far parlare in qualsiasi modo di te, in modo da avere l'illusione che la valle, destino di tutti, per te non arriverà mai.
    Montagnier ha scelto la seconda possibilità.

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  15. Ciao.
    Ti consiglio un paio di "chicche"....
    http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/blog/hrubrica.asp?ID_blog=254
    http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/blog/hrubrica.asp?ID_blog=281

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  16. Scrivo poco ma lurko spesso: il tuo blog e' sempre tra i miei preferiti.

    Il link all'articolo di Montagnier restituisce un 404: sarei curioso di leggerlo, non e' che hai altre fonti?

    Un dettaglio: "(in mumetal boxes)"
    Il mumetal non e' un errore di stampa: lo si usa normalmente per costruire contenitori schermati e secondo me dovresti lasciare il termine nella traduzione italiana.

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  17. Scrivo poco ma lurko spesso

    Bentornato, i tuoi commenti sono sempre stati molto graditi ed interessanti, come sai.

    non e' che hai altre fonti?

    Umh, c'erano diverse pagine con il lavoro intero ma noto che molte sono scomparse, per ora ho trovato questa, prova qui, la correggo anche nell'articolo, sperando possa durare.

    secondo me dovresti lasciare il termine nella traduzione italiana

    Certo, ora che so di cosa si tratta lo correggo, grazie!

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  18. C'è un testo che potrebbe essere letto, per completezza nell'informazione: Omeopatia , le prove scientifiche che ne dimostrano l'efficacia edito da Guna, forse, se avete voglia di capirne di più e non solo di criticare senza fondamento potreste dargli un occhiata, se poi rimanete della stessa idea, il mondo è grande.

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  19. @Mistral: quanto costa? Se è oltre i 15 euro credo che gli omeopati abbiano trovato un altro modo di fare soldi, produrre libri probabilmente costa meno che imbottigliare acqua...

    Se costa meno lo compro.

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  20. Il libro è gratuito Ti invio link e
    Recensione
    http://www.guna.it/prodotti.php?idprod=65&idsupercat=2
    Questa Quinta Edizione raccoglie tutti gli studi scientifici più qualificati e significativi pubblicati su riviste omeopatiche (e non) nazionali ed internazionali fino ad oggi.

    In totale, l'International Advisory Committee, coordinato dal Prof. L. Milani, ha selezionato 192 studi clinici controllati sull'uomo che forniscono valide ed inequivocabili prove sulla validazione dell'effetto terapeutico dei farmaci omeopatici (verum omeopatico), oltre a 102 pubblicazioni sulla ricerca di base (in vitro, in vivo, intra virtam).

    Dei 192 studi clinici sull'uomo, 141 (73%) sono stati effettuati vs placebo e 51 (26,5%) vs il farmaco allopatico corrispondente di riferimento. Dei 141 lavori vs placebo, 99 (82,5%) hanno dimostrato superiorità del medicinale omeopatico; dei 51 lavori vs allopatico di riferimento, il 100% ha dimostrato non inferiorità terapeutica (uguaglianza o superiorità) del medicinale omeopatico.

    Di questi ultimi 51 studi, ben 42 (82%) sono stati pubblicati dal 2000 al 2007. L'International Advisory Committee ha svolto un accurato e selettivo lavoro di analisi sulla vasta bibliografia esistente (più di 850 pubblicazionicomprendente prestigiose riviste internazionali come Cancer, British Medical Journal, Rheumatology, Thorax, British Journal of Clinical Pharmacology, Annals of Internal Medicine, etc.) individuando ed includendo nella pubblicazione solo lavori di qualità condotti con criteri metodologici ed impianti sperimentali secondo le Linee Guida attualmente suggerite e accettate.

    Il volume può, a buon titolo, essere considerato fra le maggiori e più aggiornate selezioni bibliografiche sull'argomento.

    L'ultimo capitolo una tavola sinottica che presenta 13 studi clinici indicandone metodologia sperimentale, nazione, numero di pazienti inclusi, criteri di inclusione e di esclusione, patologia considerata, terapia, posologia, durata dello studio, criteri di valutazione (outcome), efficacia terapeutica, effetti collaterali, tollerabilità, conclusioni degli Autori e risultato finale. Illustrano i 13 studi le tabelle e i grafici delle pubblicazioni originali.

    SPECIFICHE:

    Guna Editore 5° edizione riveduta e aggiornata - pp. 161

    Il libro può essere ordinato oppure scaricato, in formato Pdf, in lingua italiana (1,22 MB) o inglese (presto online) (seconda versione non aggiornata).

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  21. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  22. @mistral: siccome non mi va di registrarmi al sito e visto che è gratuito, me lo manderesti via mail se è un pdf? L'indirizzo è pubblico sul mio profilo.

    Grazie

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  23. Mi spiace ma ho solo la copia cartacea

    RispondiElimina
  24. @Giuliano

    a fondo pagina, del link segnalato da Mistral, c'è un file in PDF chiamato:
    evidenzescientifiche.pdf

    sembra proprio essere il libro, in versione pdf.

    Si può scaricare senza bisogno di registrarsi (almeno io l'ho scaricato senza dover fare nessuna registrazione)

    Se vuoi te lo posso inoltrare: sono 4.9 MB

    PS
    da link si legge:

    Il libro può essere ordinato oppure scaricato, in formato Pdf, (1,22 MB) o inglese (presto online) (seconda versione non aggiornata).



    FILE ALLEGATI



    » Le prove scientifiche dell efficacia


    In effetti il link de "in lingua italiana" è lo stesso de"Le prove scientifiche dell'efficacia", quindi il file che si può scaricare è proprio il formato elettronico del libro.
    (anche se poi sono 4.9 MB e non 1.22 )


    PS 2 @ WeWee
    molto probabilmente ti è arrivata la notifica (via mail) dei due miei post, ma non sono stati pubblicati.
    Molto Molto probabilmente si tratta di problemi della piattaforma blogger

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  25. Però è interessante:
    tra gli ultimi post commentati, si legge c'è il mio delle 16.54 ma andando a verificare non c'è nè traccia.
    E si che, per sicurezza, avevo anche tolto i link .

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  26. Come ho detto già un po' di volte Blogger ha inserito un filtro antispam che secondo me è una sciocchezza.
    E mi fa pure perdere un sacco di tempo...
    Vabbè...

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  27. includendo nella pubblicazione solo lavori di qualità condotti con criteri metodologici ed impianti sperimentali secondo le Linee Guida attualmente suggerite e accettate.

    Ma è il mitico libro della Guna che ha in "lista" anche i ridicoli lavori di Benveniste?
    Compreso quello truccato di Nature?

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  28. Lo legga e lo valuti in maniera obiettiva. Credo Lei sia una persona molto intelligente da poter valutare con obiettività tutto il contesto e non dati parziali. Noi tutti , siamo ignoranti su alcune cose, questo non significa che quelle cose non siano valide,solo che non le conosciamo abbastanza; per la mia esperienza le posso dire che l'omeopatia funziona e per parlarne male serve conoscerla bene. Questo testo è fatto abbastanza bene, parla di metodologia scientifica con studi controllati e pubblicati anche su importanti riviste di medicina ufficiale, è gratuito e le potrebbe dare nuovi spunti per contestare in maniera intelligente , come ha fatto in questo post, l'omeopatia.

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  29. L'omeopatia si contesta da sola, perchè è aria fritta e non capisco come ancora si stia a discutere di queste scemenze.
    Non esiste uno straccio di studio condotto con metodologia tradizionale che dimostri un'efficacia dell'omeopatia superiore al placebo.
    Solo studi di parte e metodologicamente incorretti, cioè più o meno taroccati
    Questo dovrebbe bastare a zittire ogni replica.

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  30. articolo del prof.Cristiano Rumio pubblicato sulla rivista “Pulmonary Pharmacology & Therapeutics”:
    IO, I BASSI DOSAGGI, E… I TOPI!, di Cristiano Rumio (*)
    Un ricercatore deve osservare e misurare, e verificare, deve basarsi sui dati, e non “interpretare”. Voglio raccontarvi quello che ho osservato e misurato, solo questo. Non chiedetemi se i bassi dosaggi funzionano. Io avevo un’idea: ora ne ho un’altra…
    Quasi due anni fa abbiamo messo delle cellule umane (fibroblasti) in contatto con una sostanza presente normalmente nel nostro organismo, e che è una delle responsabili dell’avvio del processo infiammatorio: questa sostanza si chiama Interleuchina 1-! (abbreviato: IL-1 !).
    Sperimentalmente, misurare alcune di queste sostanze significa misurare “l’efficacia dell’interruttore”, cioè l’attività biologica di quel “messaggero dell’infiammazione” chiamato appunto IL-1 !
    Provammo vari flaconi contenenti IL-1 !, da quelli più concentrati a quelli più diluiti. Fra questi, due contenevano una bassissima concentrazione - nell’ordine di frazioni di miliardesimi di grammo per millilitro – e, soprattutto, tra essi uno era stato sottoposto alla cosiddetta “dinamizzazione” (un processo di agitazione verticale molto particolare e preciso) mentre l’altro conteneva la medesima diluizione ma non dinamizzata. Nel rispetto delle più rigorose procedure internazionali di ricerca scientifica nessuno degli sperimentatori conosceva il contenuto dei flaconi, che erano “siglati” con delle lettere. Solo in una busta chiusa e depositata in cassaforte, sigillata dal direttore della sperimentazione, era riportata la corrispondenza fra lettere dei flaconi e rispettivo contenuto. Come si suol dire, procedevamo “in cieco”.
    Dopo alcune settimane, eravamo in possesso dei risultati della ricerca: due flaconi mostravano - fra tutti – i risultati più eclatanti. Il flacone B e il flacone C. Ricorderò sempre queste lettere perché da scettico osservatore immaginavo che queste due lettere corrispondessero – ovviamente - ai flaconi contenenti le maggiori concentrazioni di IL-1 !
    Il giorno dopo aprimmo la busta. Non volevo credere ai miei occhi. I flaconi che avevano dato quei risultati positivi contenevano uno sì la concentrazione farmacologica, cioè elevatissima, di IL-1 !, ma l’altro – il fantomatico flacone C - conteneva la bassa concentrazione di IL-1 ! che era stata sottoposta a quel particolare procedimento chiamato “dinamizzazione”. Ancora più interessante era un altro risultato. Il flacone contenente la bassa concentrazione di IL-1 !, che non era stata però sottoposta a “dinamizzazione”, si comportava come l’acqua fresca, cioè non mostrava alcun effetto biologico. Io non ci volevo credere. Così ripetei l’esperimento ma – accidenti - i risultati continuavano ad essere sempre gli stessi. Ma continuavo a non volerci credere. Così chiesi all’Industria Farmaceutica che prepara questi medicinali di poter assistere alla preparazione delle diverse diluizioni. Lo ammetto: sono arrivato a pensare che potessero ingannarmi, dandomi flaconi contenenti concentrazioni differenti rispetto a quel che dichiaravano… Vigilai con attenzione, e poi ripetei l’esperimento, ma i risultati continuavano ad essere sempre gli stessi.
    A quel punto i miei pregiudizi cominciarono a vacillare, perché non si trattava d’interpretazioni. Io stavo solo leggendo dati. Ma - ancora - non ero convinto. Una cellula è una cellula e – isolata - ha un comportamento differente rispetto ad un sistema biologico complesso come quello di un animale. Nel frattempo avevo cominciato a leggere studi clinici controllati (accidenti se esistono!) inerenti all’utilizzo di basse concentrazioni dinamizzate di principi attivi. Questi lavori mostravano un’efficacia clinica decisamente superiore al placebo.

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  31. seconda parte
    Ma, tuttavia, io ero scettico. Certamente un essere umano può essere influenzato dal medico che, somministrandogli un certo farmaco, e anche solo accompagnandolo con una frase ben detta, può condizionare favorevolmente l’esito di una terapia.
    Oramai la mia curiosità di ricercatore non era più controllabile. Volevo osservare e capire. E, devo confessarlo, volevo dimostrare… che dosaggi così bassi non possano funzionare su un animale da laboratorio! Così prendemmo dei topi, e su di loro studiammo in vivo gli effetti di diverse concentrazioni di alcune molecole biologiche, sempre della famiglia delle interleuchine, che la medicina studia da più di 15 anni per giungere al risultato di una terapia eziologica delle allergie, cioè capace di eradicarne la causa principale. Operammo anche in questo caso ovviamente in cieco, cioè né i topi (come è facile intuire!) né gli sperimentatori sapevano cosa si stesse somministrando. Come al solito, somministrammo concentrazioni farmacologiche, cioè molto concentrate. Somministrammo poi basse concentrazioni senza dinamizzazione. Somministrammo basse concentrazioni dinamizzate. Somministrammo placebo…
    Anche i topi mostrarono che solo due flaconi erano terapeuticamente efficaci, e per giunta nella stessa misura. Però questa volta successe qualcosa di molto strano: i topi che erano stati trattati con uno dei due flaconi, dopo un’iniziale totale remissione del quadro patologico, passati alcuni giorni morivano. I topi trattati con l’altro “flacone efficace” mostravano anch’essi la totale remissione della patologia, ma poi non morivano. A questo punto – credetemi - non stavo più nella pelle dalla curiosità di scoprire a quali concentrazioni corrispondessero i due flaconi “terapeutici”: il primo, capace di curare con grande efficacia ma con tali effetti collaterali negativi da uccidere i topi, corrispondeva alla diluizione superconcentrata. Il secondo invece, mostrava di essere efficace come il precedente, e in più di essere privo di effetti collaterali.
    Non ci volevo credere: era ancora la bassa concentrazione dinamizzata… Era lei, che aveva curato i topi allergici senza effetti collaterali. Inutile dire che il mio scetticismo mi imponeva di ripetere e ripetere e ripetere e ripetere ancora quest’ultimo esperimento. Ma i risultati continuavano ad essere sempre gli stessi…
    Non chiedetemi se credo nelle basse diluizioni. Io sono un ricercatore e credo solo a ciò che osservo e posso misurare.

    (*) Professore di Anatomia Umana presso la Facoltà di Farmacia dell’Università degli Studi di Milano.
    Dichiarazione sui conflitti d’interesse: il Dott. Prof. Cristiano Rumio non ha attualmente - ne ha mai avuto in passato – alcun rapporto di dipendenza o di consulenza con i laboratori di ricerca GUNA – committenti

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  33. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  34. Ora, perdonate ma non disturbo più se no diventa la storia infinita. Comunque complimenti per il blog, è ben scritto ed acuto, chiedo scusa per l'intromissione. Se ritenete poco interssante quello che ho scritto, potete cancellare i commenti. Grazie per l'ospitalità

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  35. Ora, perdonate ma non disturbo più
    [...]


    No no, ma che... anzi... ben venga il confronto quando fatto da persone esperte come te, piuttosto che da pseudoesperti forti dell'aver letto due pagine su internet e poi autoproclamatisi esperti (in vaccate).
    Io non ho esperienza in merito all'omeopatia, o meglio, non sono medico, mi occupo di genetica, ma parlo per quello che ho visto su di me e i miei familiari.
    Mai avuto un riscontro positivo.
    Ok, dirai, tu sei dell'ambiente e sei prevenuto nonchè, forse per questo, immune dall'effetto placebo.
    Può darsi, ma i miei familiari non sono sanitari, i bimbi sono piccoli, e hanno provato varie volte i prodotti omeopatici senza alcun riscontro positivo.
    Una prova di inefficacia mi sta bene una volta e riguardo ad un prodotto, non però quando cominciano ad essere tre o quattro.
    Studi autorevoli e probanti sull'efficacia dell'omeopatia non ne ho mai letti e chi ne sa più di me dice che non ne esistono.
    Io sono molto più tollerante, mi basta la prova dell'evidenza, del resto la medicina attuale utilizza proprio l'EBM (Evidence Based Medicine, dove non sempre si conosce il funzionamento di un farmaco o di un atto curativo).
    Se queste evidenze ci fossero realmente, perchè molti omeopati sparano vaccate grosse come case (già citate in questa sede e quindi non è il caso di ricordarle) ????
    Basterebbe dire: "signori, non sappiamo come, ma se in questi casi si usa il rimedio X si ottiene una guarigione/miglioramento in Tot casi.

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  36. articolo del prof.Cristiano Rumio pubblicato sulla rivista “Pulmonary Pharmacology & Therapeutics”

    Racconto avvincente, hai per caso l'articolo (dello studio) completo? Ho trovato solo l'abstract.
    Grazie.

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  37. Trovato (dovrebbe essere questo) http://www.mednat.biz/cure_natur/Pulmonary_pharmacology_teraputics.pdf

    Mai porre limiti alla potenza di google :-)

    Ciao
    VB

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  38. Mi viene un dubbio: leggendo il tuo articolo si evince che uno studio fatto male dimostra l'inefficacia dell'omeopatia. Sapendo che due negazioni si annullano a vicenda, ciò significa che, implicitamente, l'articolo dimostra l'efficacia dell'omeopatia...

    Giusto?
    :-)

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  39. Giusto?

    Eheh, non ci avevo pensato, potrebbe essere il primo studio che dimostra involontariamente l'efficacia dell'omeopatia.
    Ottima intuizione.

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  40. @GaS

    Non per fare il pedante, ma tanto per evitare che a qualche "irriducibile" possa saltare davvero in mente di considerare buono questo giochetto della doppia negazione, vale la pena sottolineare che se con una dimostrazione sbagliata dimostro una cosa (nel caso in esame, che l'omeopatia non funziona) ciò non implica che sia vero il contrario di quella cosa (nel nostro caso, che l'omeopatia funziona). Le regole della logica prevedono che, in generale, da una dimostrazione sbagliata può derivare qualsiasi cosa, sia vera che sbagliata, per cui non si può dedurre nulla dai risultati di tale dimostrazione. Irriducibili avvisati....

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  41. Sottoscrivo in pieno il commento di OcirnE. La logica è logica ;)

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  42. Anche al Cicap Ticino hanno fatto l'esperimento si James Randy: un intero flacone di sonnifero omeopatico !

    Risultato: nessun addormentato :)

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  43. Ho trovato un interessante link qui: http://www.quackometer.net/blog/2009/10/why-i-am-nominating-luc-montagnier-for.html

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  44. La scienza ha sempre una risposta per tutto...ma se riesco a curarmi con un prodotto omeopatico, anche se fosse solo un placebo, mi vorreste dire che è tanto peggio di una medicina che mi costa comunque soldi ed è anche scientificamente dimostrato che ha quasi sempre, anzi forse senza il quasi, efetti collaterali non di poco conto?
    Voglio dire che se il mio corpo è così perfetto da riuscire a curarsi con un placebo che non ha nessun effetto collaterale perchè è praticamente acqua (così viene definita l'omeopatia giusto?) vuol dire che i farmaci per cui si spendono così tanti soldi e che lasciano così tanti effetti collaterali dimostrati scientificamente non servono a nulla, anzi fanno pure male?
    O volete forse anche negare che ci sia una marea di gente che risolve problemi anche grossi con l'omeopatia, cioè con l'acqua? Perchè qualcuno potrebbe iniziare a dubitare della vostra imparzialità.
    Forse sarebbe meglio non prenderne proprio farmaci ma a quanto pare se è come dite voi la mente umana ha bisogno di essere illusa per agire.

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  45. La scienza ha sempre una risposta per tutto...

    In realtà no, ci sono tantissime cose che la scienza non conosce (e forse non conoscerà mai).

    se riesco a curarmi con un prodotto omeopatico, anche se fosse solo un placebo, mi vorreste dire che è tanto peggio di una medicina

    Guarda che quando vuoi puoi andare in farmaci a comprare omeopatici, mica è illegale o proibito. Se ti senti adeguatamente informato e credi che per qualsiasi motivo un granulo di zucchero possa avere poteri curativi sul tuo corpo nessuno ti impedirà di usare omeopatia. Hai delle informazioni, usale e trai le conclusioni.

    volete forse anche negare che ci sia una marea di gente che risolve problemi anche grossi con l'omeopatia

    Sì. In realtà il mercato omeopatico è minimo, sono tantissimi coloro che su consiglio dell'amico o del farmacista acquistano inconsapevolmente un prodotto omeopatico presentatogli come farmaco per piccoli disturbi saltuari (raffreddore, ansia, cefalea), ma persone che nella loro vita hanno curato malattie "vere" e che non passano da sole usando solo omeopatia non ne esistono (parlo di casi dimostrati naturalmente).

    Saluti!

    RispondiElimina
  46. mi vorreste dire che è tanto peggio di una medicina che mi costa comunque soldi
    I prodotti omeopatici costano tanti soldi! E pagare così tanto per una pallina di zucchero a me sembra davvero assurdo.
    Se poi si considera il loro utilizzo nella cura di malattie che comunque passano da sole (vedi raffreddore, influenza e tosse), preferirei di gran lunga spendere per un farmaco che almeno mi migliora i sintomi (cosa che l'omeopatia non fa) o tenermi i soldi in tasca.

    RispondiElimina

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