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venerdì 11 maggio 2012

Cosa c'è di difficile in oncologia?

Avete fatto caso a come i ciarlatani propongano cure "semplici", veloci, economiche e senza alcuna complicazione?
Fanno concorrenza ad una medicina che propone cure spesso difficili, ricche di effetti collaterali e costose da tutti i punti di vista.
E' vero che i risultati ci sono solo da una parte (la medicina) mentre dall'altra si ruba al malato la dignità, i soldi e la salute, ma se la scienza riuscisse a curare sempre e senza difficoltà non esisterebbero i ciarlatani.
Come mai non succede?

Com'è possibile che l'uomo riesce a comunicare da un capo all'altro del mondo, vola con dei mezzi modernissimi, è andato sulla Luna ma non riesce a curare una malattia, il cancro?
E' un dubbio che molti di noi si saranno posti.
Il motivo è lo stesso per il quale l'uomo riesce a volare ma non arriva oltre alla Luna o che riesce  comunicare ma ha bisogno di cavi.
La domanda nasce da un equivoco mentale e culturale. Il primo ci spinge a credere che l'essere umano possa essere capace di qualsiasi conquista tecnica. Se guardiamo ai nostri avi, oggi ci sentiamo imbattibili, evoluti, tecnicamente avanzati. Ma tutto vive una sua epoca e come per i nostri bisnonni pensare ad un mezzo come il telefono equivaleva ad immaginare un miracolo, oggi sarebbe un miracolo volare senza mezzi metallici (come l'aereo) o curare le malattie definite "incurabili". Per comprendere però come il nostro punto di vista è piccolissimo e legato all'epoca in cui viviamo, basterebbe pensare che il DNA (uno dei componenti della nostra esistenza e base della biologia e dello studio delle malattie) è stato definitivamente descritto dopo il 1950, in termini scientifici, pochissimo tempo fa. L'equivoco culturale invece si basa sul concetto (errato) che il cancro sia un'unica malattia. Si può fare un paragone con una malattia che è all'opposto della scala di gravità, il raffreddore. Quello che chiamiamo con questo nome è in realtà il risultato (quasi sempre) di un'infezione da virus e di virus che causano i sintomi del raffreddore ne esistono centinaia. Per semplicità, buon senso e praticità diciamo che siamo affetti da "raffreddore". Un medico, se volesse parlare "tecnicamente" non dovrebbe mai pronunciare questo termine, sarebbe più corretto quello di "rinite" che letteralmente significa "infiammazione alle vie nasali" ma anche qui saremmo troppo sul generico. Raffreddore è un termine "popolare", per comprendersi e che racchiude un insieme di sintomi (starnuti, malessere, secrezioni nasali, difficoltà respiratorie ed altro) ma basterebbe che a questi si aggiungessero altri disturbi (febbre, dolori articolari, brividi ed altro) che si dovrebbe parlare di sindrome influenzale. Il "raffreddore" è una malattia causata quasi sempre da un virus di una specie che si chiama Rhinovirus nella quale esistono centinaia di tipi virali diversi, ognuno di loro può causare la malattia in forme e durata differente. Ecco, quando si parla di "raffreddore" quindi, sappiate che si usa un termine "generale" che semplifica la comunicazione e la comprensione.
Sapete che non esiste cura per il raffreddore?
Se fosse una malattia mortale probabilmente non esisterebbe la specie umana, fortunatamente questi virus non causano mai sintomi pericolosi o letali e quindi la loro infezione ci consente di sopravvivere e di continuare a riprodurci. Se domani si scoprisse una cura definitiva efficace contro uno dei tipi di Rhinovirus (ammettiamo il sierotipo 50), avremmo risolto i raffreddori causati da questa specie ma probabilmente non quelli causati dalle altre specie (che sono circa un centinaio). Un fallimento? No, si tratta semplicemente di com'è fatto il nostro mondo.
Mi sono lanciato in questa spiegazione per fare un paragone con i tumori (e per dimostrare come non è necessario prendere come esempio una malattia grave o considerata "letale"). Il termine "tumore" (letteralmente "gonfiore") serve a comprendere di cosa stiamo parlando. Un termine unico però potrebbe fare pensare ad una malattia "unica" e ciò non è assolutamente vero. Non solo esistono differenze tra un tumore di un tessuto (ad esempio osseo o epiteliale) ed un altro ma anche tra tumori che colpiscono lo stesso organo o apparato (ad esempio il tumore mammario). Oggi sappiamo che i tumori hanno un'origine genetica anche se non è semplice spiegare cosa accade, ci provo lo stesso ispirato da un articolo di un mio collega americano.
Le nostre cellule hanno un unico scopo: riprodursi. Questa funzione serve a farci "crescere" ma anche a riparare eventuali danni subiti dal corpo (se ci feriamo, la crescita di nuove cellule "ripara" la ferita, se perdiamo sangue, la produzione di nuovi globuli rossi lo rimpiazza...).
I "comandi" ai quali ubbidisce una cellula (crescere, riprodursi, morire) sono scritti nel nostro DNA (nei "geni" in particolare) i quali mediante particolari meccanismi "ordinano" alla cellula quando riprodursi, quando fermare questa riproduzione, quando riprenderla e quando morire per sempre (quest'ultimo meccanismo è chiamato "apoptosi"). Se avessimo un microscopio potentissimo, potremmo vedere che dentro ogni nostra cellula vi è un nucleo che contiene dei cromosomi, corpuscoli (l'uomo ne ha 23 coppie delle quali una regola le caratteristiche sessuali, il topo ne ha 21 ed il batterio Escherichia Coli 1) costituiti da due filamenti di un acido, chiamato DNA.

Se uno dei geni che regolano questi processi è mancante o difettoso (fenomeno molto comune, noi umani non siamo "perfetti"), la cellula non segue più le regole previste e così si riproduce di continuo o non muore come dovrebbe. Questo "difetto" può essere spontaneo, ereditato o causato da agenti esterni, così rispettivamente avremo dei geni che diventano "difettosi" durante la vita di un individuo, altri già "difettosi" perchè l'individuo è nato così ed altri normali che a causa di un agente esterno (fumo di sigaretta, virus, amianto ma anche traumi cronici) perdono la loro normalità. I "difetti" di una cellula possono essere diversi. Per esempio un cromosoma può avere l'assenza di una parte della sua struttura, persa durante le sue divisioni, un'altra può avere due cromosomi che si scambiano alcuni geni o addirittura intere parti del cromosoma ed altro ancora. Un difetto dei cromosomi si chiama "mutazione".
Se una cellula contiene un gene difettoso quindi, perderà la sua capacità di controllo ed invece di seguire un normale ciclo di vita ne segue uno "anarchico", senza le regole conosciute, praticamente agisce senza l'obiettivo di collaborare con le altre cellule ma con il solo scopo di sopravvivere. Ogni cellula difettosa si riprodurrà creando ulteriori cellule difettose ed anche queste, riproducendosi, ne creerano altre: si è formata una "neoplasia", una crescita cellulare cioè non prevista. Alcune neoplasie si "autolimitano", crescono cioè fino ad un certo punto, non invadono gli organi circostanti ma restano confinate nel punto di origine o sono dotate di una sorta di "capsula" che le contiene: sono i "tumori benigni". Altre invece sono molto più aggressive: crescono senza sosta (a volte la crescita tumorale è impressionante, visibile quasi ad occhio nudo!), non restano confinate ma sono trasportate (con il sangue o la linfa) in organi distanti, non hanno nessuna capsula che le contiene permettendosi così di invadere gli organi circostanti. Sono i cosiddetti e temuti "tumori maligni", ovvero il cancro.

In realtà non è "obbligatorio" che una cellula difettosa causi un tumore. Ogni giorno nel nostro corpo si formano migliaia di cellule con difetti genetici ma il nostro sistema immunitario le riconosce come "ostili" e le distrugge senza dare loro la possibilità di riprodursi. Quando questo non accade inizia la riproduzione di una cellula cancerosa che darà origine ad altre cellule simili che a loro volta si riprodurranno dando origine ad un gruppo di cellule cancerose che continueranno la loro crescita e riproduzione, prima locale poi a distanza (fenomeno chiamato "metastatizzazione").
Torniamo al discorso iniziale. Perchè ogni tumore è diverso da un altro?
Per diversi motivi.
Il primo è che ogni tumore è come una malattia dell'organo che colpisce. Il tumore alla prostata sarà un lontano parente di quello al fegato, si avrà in comune il meccanismo scatenante la malattia ma non vi sarà alcuna somiglianza tra le cellule dell'uno con quelle dell'altro. Per questo motivo non sarà possibile curare il primo allo stesso modo del secondo. Il secondo motivo è strettamente "cellulare". Ogni tumore sarà formato da cellule diverse, pur trovandosi nello stesso organo. Nel caso del tumore mammario ad esempio, vi sarà una neoplasia formata da cellule con dei recettori (sono come un bersaglio per varie sostanze, una cellula può avere recettori per ormoni, proteine ed altro) per gli estrogeni ed un'altra senza questi recettori, oppure un tumore con cellule che hanno una mutazione (quindi un difetto) in un gene e tumori che non hanno questo difetto ma lo hanno in un altro gene. Che la formazione del cancro (ed il suo studio...) sia tanto complicata, può farlo capire il fatto che in un tumore mammario sono conosciute almeno 1700 mutazioni e che solo 3 di esse sono state identificate in almeno il 10% delle persone colpite dalla malattia, mentre tutte le altre sono comparse in altri individui come reperto unico, presente solo in quella persona, come dire, il cancro non è solo un malattia singola per ogni sua apparizione ma cambia da un individuo all'altro.
Incredibile, vero?


E' tanto complicato il meccanismo di sviluppo di un tumore che possiamo dire con sufficiente sicurezza che l'uomo non si libererà mai totalmente da questa malattia. Probabilmente miglioreremo le cure, la sopravvivenza, la qualità di vita, scopriremo meccanismi che ci permetteranno di rendere un tumore "curabile" ma, finchè non troveremo l'elisir dell'immortalità (che esiste solo nei libri di fantascienza), l'uomo morirà di tumore.
Ecco, parlare di tumori non è facile, i tecnicismi sono tanti ed il discorso è molto complicato. Se mi addentrassi nell'argomento non basterebbero 10 articoli, l'oncologia è una delle branche più complesse della medicina.
Per lo stesso motivo curarlo non è per niente semplice.
Una cellula "difettosa" resta un componente del nostro organismo. In oncologia esistono due tipi di tumori: quelli solidi (i tumori agli organi, quello del colon ad esempio o quello mammario) e quelli "della serie liquida" (ovvero quelli del sangue, come le leucemie).
Nel caso dei tumori solidi abbiamo diversi tipi di cura: l'obiettivo è l'asportazione del tumore. Con un intervento chirurgico (eseguito con tecniche diverse secondo i casi) si asporta il più possibile (quando è ancora possibile, naturalmente) la massa tumorale. Non è sempre facile: a volte la massa è molto grande (esistono tumori di 20-30 cm di diametro, spesso "incollati" agli organi circostanti, addirittura infiltrati nei vasi sanguigni) e questo non ci permette di asportare tutto il tumore o lo permetterebbe ma a gravissimo rischio di morte (un tumore che infiltra tutti gli organi circostanti compresi i grossi vaso sanguigni è praticamente impossibile da asportare). Non ci resta che una possibilità: effettuare un trattamento chemioterapico (si chiama chemioterapia neoadiuvante o primaria) che faccia diminuire di dimensioni il tumore, facendolo regredire e permettendone l'asportazione. La stessa chemioterapia può essere utilizzata nei tumori ad alta probabilità di metastasi, prima di eseguire l'intervento chirurgico.
A tumore asportato, secondo il tipo di malattia, il suo stadio e le condizioni del paziente, è possibile eseguire dell'altra chemioterapia per diminuire la possibilità che cellule neoplastiche in circolo possano creare metastasi a distanza (si chiama chemioterapia adiuvante), questo tipo di chemioterapia è effettuata solo se gli studi hanno dimostrato un buon effetto in quel tipo di tumore negli stadi avanzati.
Per i tumori solidi vi è la possibilità di eseguire anche altri trattamenti: la radioterapia (ovvero l'esposizione del tumore a raggi X che hanno la capacità di distruggere le cellule neoplastiche), l'ormonoterapia (ovvero l'uso di sostanze che contrastano certi ormoni che "nutrono" alcuni tipi di tumore), le terapie immunitarie (che sfruttano gli anticorpi che colpiscono, distruggendole, alcune cellule tumorali dotate di particolari "bersagli"), eccetera.
Come si vede (e questa è una risposta ai ciarlatani che fingono di rivelare un "grande segreto"), la chemioterapia NON E' la cura "del cancro" ma è utile prima e dopo l'intervento chirurgico. Esistono comunque alcuni tumori (testicolo, linfomi) solidi che riescono ad essere curati anche solo grazie alla chemioterapia e l'intervento, in questo caso, è secondario o a volte nemmeno previsto. In altri casi (polmoni, prostata, colon ed altri) la chemioterapia da sola NON cura il tumore.
Un ultimo utilizzo della chemio (quando possibile ed efficace) è quello palliativo: quando non c'è altra possibilità, alcuni cicli di chemio riescono a prolungare la sopravvivenza del paziente o di mitigare gli effetti della malattia avanzata.

Nel secondo tipo di tumori, quelli liquidi come le leucemie, non vi è ovviamente alcuna possibilità di intervento chirurgico (non si può "operare il sangue"). Non ci resta quindi che affidarci alla chemioterapia. In questo caso i farmaci hanno valore direttamente curativo (ciò che è la chirurgia nei tumori solidi) e bisogna dire che il loro lavoro lo eseguono egregiamente. Oggi le neoplasie ematiche hanno un alto tasso di sopravvivenza, aumentato vertiginosamente negli anni.

Quali sono i limiti della chemioterapia?
Nei tumori liquidi vi sono alcuni effetti collaterali ma l'alto tasso di efficacia consente di considerarli "accettabili", in quelli solidi vi è il rischio di causare delle "resistenze" (simili a quelle che si causano con gli antibiotici usati in maniera indiscriminata).
Se dopo alcuni cicli di chemio sopravvivono delle cellule neoplastiche, alcune di esse potrebbero presentare delle ulteriori mutazioni. Si adatterebbero cioè all'ambiente ostile (dovuto alle cure) mutando in modo da non subire alcun danno dai farmaci.
E' l'evento più grave: se si crea una colonia di cellule che resistono ai farmaci non resta molto altro da fare.
Se i chemioterapici sono efficaci?
La risposta è semplice: sì, basti pensare al loro ruolo nelle neoplasie del sangue, se non funzionassero per le neoplasie come le leucemie non ci sarebbe cura disponibile. La loro efficacia (come per qualsiasi farmaco) può variare e nelle neoplasie solide sono in alcuni casi efficaci (come coadiuvanti della chirurgia) in altri no. Esistono tumori nei quali la chemioterapia è inutile o addirittura controindicata. In ogni caso è quello che abbiamo oggi a disposizione. Forse un giorno la ricorderemo come una "vecchia terapia".

La chirurgia non può fare più di quello che fa e quindi la maggioranza delle ricerche attuali riguardano le cure mediche (cioè non chirurgiche), si parla sempre più spesso di trattamenti "personalizzati" proprio per trattare ogni cancro come unità singola. Per questo motivo sono sempre di più gli studi che analizzano le cellule di vari tumori singolarmente. Il futuro della terapia del cancro (che in parte è già presente) sarà quello di dare una cura non per "il cancro" ma per "l'individuo con quel cancro". Questo è uno dei motivi per cui se l'uomo è già andato sulla Luna ancora non riesce a curare "il" cancro, il problema è proprio questo: non esiste IL cancro.
Un altro elemento che fa discutere in campo oncologico sono le statistiche: ne avevo già parlato in passato ma lo ripeto, le statistiche disponibili e facilmente consultabili, riguardano la sopravvivenza, nessuna statistica parla di guarigione (anche se oggi qualche centro sta provando a calcolare le statistiche di "lungosopravvivenza" a 10 e 15 anni, che possono essere considerate di guarigione), questo perchè quei numeri servono a dare dei riferimenti a capire se un tipo di tumore è più grave di un altro e per controllare l'efficacia delle cure. Le statistiche non mentono e non fanno false promesse, nessun medico e nessuna medicina potrà dare la sicurezza di una guarigione, di certo chi si prenderà cura di chi è malato ce la metterà tutta ed assicurerà l'impegno e l'assoluta buonafede nel fare il suo lavoro. Grazie alle statistiche ad esempio, scopriamo che la sopravvivenza di chi è stato colpito da tumore è aumentata continuamente quasi per tutte le forme di malattia (esistono ancora i cosiddetti "big killers", malattie neoplastiche che non riusciamo a curare come vorremmo), in certi casi, come in quello del tumore mammario, la sopravvivenza a 5 anni è aumentata in maniera vertiginosa in pochissimi anni. In altri casi molto dipende dal momento della diagnosi e dalle condizioni della persona colpita da malattia.

Per questo bisogna diffidare assolutamente di chi racconta di poter curare qualsiasi tipo di cancro, di avere risultati eccezionalmente superiori a quelli conosciuti o di poter guarire quasi sempre.
Perchè sperare e non smettere di combattere?
Prima di tutto perchè l'uomo non si arrende facilmente: i nostri nonni morivano di infezione, noi moriamo di malattie cardiovascolari o tumori. Secondo perchè la lotta si fa anche in nome di tutte quelle persone che hanno lottato e lottano ogni giorno, alle quali può essere utile anche un mese di vita in più, per le quali anche vivere accanto ai loro cari per un altro giorno è una grande vittoria, si lotta anche in nome di chi è stato travolto dalla paura ma alla fine ne è uscito fuori ed oggi vive una vita normale che è quello che più ha desiderato in quei giorni.
Visto che molti ciarlatani usano le "video testimonianze" per farsi pubblicità, oggi potremmo ricambiare con la stessa moneta. Per chi volesse conoscere qualche storia di "guariti", ecco quelle dell'AIRC (che giorno 13 maggio raccoglie fondi per la ricerca), nella loro pagina dedicata alle testimonianze, parole di persone che dopo aver vissuto la malattia vogliono tornare a respirare e vivere:
Non mi piace troppo sentirmi ripetere quanto sono stata forte e coraggiosa. Mi sono trovata in ballo e ho ballato. E la vita è stata generosa con me, regalandomi un presente luminoso (Michela, guarita da sarcoma)
C'è comunque una sola certezza in medicina: se esiste una possibilità di sopravvivenza questa possono offrircela i farmaci, la ricerca e gli scienziati seri che permettono piccoli passi quotidiani, nessun ciarlatano, nessun "alternativo" e nessun "genio incompreso" ha mai salvato una vita ma ne porterà tante nella coscienza, perchè i soldi che guadagna a spese di chi cade nella loro rete non serviranno ad aprirgli le porte del paradiso ma a spalancargli quelle dell'inferno.

Alla prossima.

65 commenti:

  1. Bell'articolo, con un finale direi toccante.

    Giusto per direi, c'e' un piccolo typo "...parlare di sindrome iNfluenzale...".

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  2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  3. se la terra fosse una creatura noi saremmo il suo cancro

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  4. Splendido articolo, come al solito. Bravo.

    Una sola piccola osservazione polemica ;) ... il collega "americano" è un po' troppo generico. L'America è grande... in pratica va dal Polo Nord al Polo Sud... il collega in questione è canadese, brasiliano, statunitense, cubano, venezuelano, panamense, cileno o che altro?

    Saluti,

    Mauro.

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  5. Grazie Mister, corretto.

    Una sola piccola osservazione polemica

    Più che altro pignola, comunque il collega è statunitense.
    Devo dire che se lui dicesse di me che sono un "collega europeo" lo troverei corretto e pure piacevole.

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  6. Ehi, che NESSUNO tocchi il grande Orac, ovvero David Gorski :)

    Saluti, WeWee, e complimenti per l'articolo.

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  7. Articolo "educativo", importante per inquadrare meglio il ciarlatanesimo e le zone d'ombra su cui gioca.

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  8. Le doti di Medbunker, oltre che l'indiscusso talento di scrittore e di divulgatore, sono: la serenità, la calma, la modestia, la pazienza, la mancanza di astio, la competenza e la tenace resistenza gandhiana che pervade i suoi articoli da collezionare, rileggere e digerire. Un abbraccio fraterno...

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  9. Se fosse una malattia mortale probabilmente non esisterebbe la specie umana, fortunatamente questi virus non causano mai sintomi pericolosi o letali e quindi la loro infezione ci consente di sopravvivere e di continuare a riprodurci.

    Prima di continuare a leggere voglio commentare questa parte. Che io ricordi esistono almeno altri due tipi di virus che causano il "raffreddore" (Adenovirus e Coronavirus), da aggiungere ai 100 e più tipi di Rhinovirus. Inoltre il Rhinovirus potrebbe essere la causa della scomparsa della vita sulla terra così come la conosciamo: il recettore che usa per entrare nelle cellule delle prime vie aeree è comune in tutte le cellule del corpo, l'unica cosa che lo ferma è la termosensibilità: non riesce a riprodursi oltre i 35 °C. Se uscisse fuori un Rhinovirus termoresistente sarebbe davvero un grosso guaio.

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  10. aggiungo. Grazie per questo post, dubito che farà smettere le persone di dire "il cancro" come fosse un'unica malattia, ma almeno chi viene qui non avrà più scuse a riguardo.

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  11. [Sarcasmo] Fermi tutti, c'è un genio incompreso che ha trovato la cura per tutti i tumori!

    http://valdovaccaro.blogspot.co.uk/2012/03/tumore-al-cervello-autoguaribile-come.html

    [/Sarcasmo]

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  12. Fiuu, post lungo e tecnico, ma leggibilissimo e godibilissimo (in senso scientifico, ovviamente, parlare di cancro non è certo una goduria dal punto di vista umano). Certo che leggere queste cose e pensare a con quanta facilità certi ciarlatani liquidano la malattia con il solo scopo di far soldi fa montare una rabbia...

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  13. Leggo da un po' di tempo questo blog, ma commento solo ora per la prima volta per lasciare la mia testimonianza.
    Mio papà convive con un cancro da dicembre 2007. Operazione, poi chemio, poi recidiva, di nuovo operazione, di nuovo chemio, recidiva con metastasi, di nuovo chemio.
    Mio papà, al momento, è libero da malattia da novembre 2010. Non ha mai bevuto una goccia di aloe, non ha mai fatto infiltrazioni di bicarbonato, non ha mai pensato di fare un salto da uno "psicologo" per liberarsi dei suoi conflitti interiori.
    Mio papà è libero da malattia da un anno e mezzo grazie alla scienza.
    In questi 5 anni ha fatto la sua vita normale. Si, ha smesso di arrampicare (ma a 72 anni, cancro o non cancro, probabilmente non avrebbe cmq arrampicato più). Ma va allo stadio, alle cene con gli amici, continua a camminare in montagna (con un passo che sfido chiunque a stargli dietro!), fa il riposino post prandiale come ha sempre fatto (e come farei anch'io se potessi!).
    Mio papà non è stato fortunato: mio papà si è affidato ai medici che hanno valutato il suo cancro, hanno visto che ad una prima chemio non è che avesse risposto così bene, allora gliel'hanno aggiustata su misura per lui. Evidentemente questa ha funzionato! Per quanto? E chi lo sa? Ma l'importante è che in questi quasi 5 anni, anche se mio papà non è mai realmente guarito, lui c'era. E sta vivendo la sua vita non relegato in un letto, attaccato a mille fili, ma vivendo!
    Alla faccia di tutti quelli che volevano propinarci l'aloe...

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  14. E sta vivendo la sua vita

    Beh...complimenti a papà...
    Grazie della bellissima testimonianza.
    :)

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  15. Salve WeWee,
    sono uno studente di chimica, ho 20 anni. Seguo da poco il tuo sito e lo trovo davvero illuminante. Sono praticamente ignorante di medicina, ma i tuoi articoli mi stanno aprendo la mente e incuriosendo moltissimo. Voglio davvero ringraziarti per la chiarezza e la leggibilità dei tuoi pezzi, due qualità essenziali per un scienziato.

    Vorrei farti una domandina, en passant, giusto a scopo informativo, comprendendo che forse questo non è il contesto più adatto: quali sono i metodi di diagnosi a scopo preventivo, non invasivi, per la maggior parte dei tumori? Esiste un metodo diagnostico che individui
    in un sol colpo la presenza di un tipo qualsiasi di tumore nel nostro organismo? Riporto il mio esempio: nella mia vita e nei miei hobby mi trovo quotidianamente a contatto con prodotti chimici diversissimi, organici soprattutto (sono appassionato di cosmetica, profumi e aromi), di provenienza diversa: sintetici, isolati, estratti naturali (oli essenziali etc.). La maggior parte di questi prodotti sono ritenuti sicuri da organi di controllo ufficiali, ma la ricerca non è mai ferma e mi sembra legittimo ritenere che effetti non previsti e indesiderati possano manifestarsi soprattutto a lungo termine e a livelli di esposizione più alti di quelli normali (la maggior parte di noi non maneggia questi materiali puri, ma li ritrova ovunque in piccole percentuali, dai bagnoschiuma ai detergenti per piatti). Possibili effetti 'mutageni' che questi prodotti potrebbero avere sul mio organismo, insomma, potrebbero essere rilevati tramite metodi di diagnosi? Era mia intenzione sottopormi a qualche tipo di controllo ogni anno. So che la prevenzione gioca a nostro favore sui tumori, saresti in grado quindi di fare una breve panoramica delle tecniche preventive? Voglio precisare: non sto chiedendo un consulto medico ma voglio avere un po' di accenni sulla materia, per essere più preparato e informarmi meglio, visto che le mie conoscenze sono quasi zero in questo ambito, purtroppo.

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  16. quali sono i metodi di diagnosi a scopo preventivo, non invasivi, per la maggior parte dei tumori?

    Se hai letto bene l'articolo, non esiste un tumore uguale all'altro, quindi non esistono metodi diagnostici di prevenzione validi per "la maggiorparte dei tumori".
    Praticamente tutti i mezzi di prevenzione e screening del tumore sono invasivi, con diversi gradi di "invasività". Alcuni sono molto "invasivi" e quindi devono essere esclusivi di chi appartiene a categorie a rischio o a chi presenta sintomatologia sospetta.
    Sei un maschio e quindi non ti parlo del Pap-test che è "invasivo" ma praticamente non comporta nessun rischio né dolore (forse un po' di fastidio). Per gli uomini, il metodo di screening più valido tra quelli meno invasivi potrebbe essere la colonscopia (che già...è invasiva), poi ci sono gli esami radiografici, bioptici, ematochimici (questi ultimi i meno adatti e specifici per la diagnosi di tumore, come il PSA per la prostata o i markers tumorali). Un altro esame abbastanza "non invasivo" (quasi mai, almeno) è l'ecografia: non permette la diagnosi di tumore ma permette un buon controllo di alcuni organi o apparati. Nel caso del maschio, fegato e vescica sono ben visualizzabili.

    Come vedi, mezzi "non invasivi" ne esistono molto pochi (leggi nulla).
    Recentemente si è diffusa la voce che esisterebbe un mezzo di diagnosi "non invasiva" (si chiama "Bioscanner" o "Trimprob", ideato anni fa in Italia) che permetterebbe di diagnosticare i tumori. E' una buona idea ma è un mezzo che allo stato attuale non sembra poter rivoluzionare la prevenzione del cancro per la sua discussa sensibilità e specificità e soprattutto perchè potrebbe dire se hai un cancro ma non lo fa "vedere", rendendo quindi necessari tutti gli altri esami già conosciuti e previsti per lo scopo (e quindi, tanto vale...), con conseguente probabile spreco di denaro pubblico e personale. In ogni caso è in uso in diversi ospedali in tutta Italia.

    Esiste un metodo diagnostico che individui
    in un sol colpo la presenza di un tipo qualsiasi di tumore nel nostro organismo?


    No.

    mi trovo quotidianamente a contatto con prodotti chimici diversissimi, organici soprattutto (sono appassionato di cosmetica, profumi e aromi), di provenienza diversa: sintetici, isolati, estratti naturali (oli essenziali etc.)

    Nei casi come il tuo io consiglio di informarsi bene sulle sostanze con le quali si è a contatto per conoscere quali sarebbero gli eventuali "organi target" (quindi quelli più a rischio). In in generale per il tuo tipo di "contatto" gli organi che potrebbero essere più a rischio mi sembrano vescica e fegato e senza entrare nella paranoia (considerata anche la tua giovane età), potresti fare un'ecografia epatica ogni 2 anni ed una ricerca cellule tumorali nell'urina ogni anno. Esami semplici, economici e disponibilissimi. Però, ripeto, non deve diventare una fissazione, ma una decisione responsabile e pensata.

    Benvenuto!

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  17. questa mattina alla mia radio locale preferita ho sentito che il 9 giugno a bologna ci sarà un convegno tenuto da giuseppe di bella aperto "a tutti i medici". ne sai qualcosa wewee?

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  18. Bene, articolo molto interessante senza diventare troppo tecnico :)
    Di recente a lezione abbiamo affrontato i tumori del cavo orale e si è discusso di quanto manchi informazione a riguardo: sono una causa crescente di morte (specie quelli associati a fumo, alcol e HPV) ma quasi nessuno ne parla. Bisognerebbe rimediare!

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  19. @ Noirele:
    il carcinoma del cavo orale e dell'orofaringe sono relativamente poco frequenti rispetto ai "big killers" (mammella, polmone ...) e solo da pochi anni si sa che c'entra anche l'HPV (in alcuni casi). Che sia dovuto al fumo ed alcool si sa invece da decenni: in Svizzera sui pacchetti di sigarette invece di mettere le solite frasi che abbiamo anche qui da noi, mettono le foto del cancro sulla lingua ...
    Bel lavoro, Wewee.

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  20. Bello davvero questo articolo,
    ho ragionato su molte cose leggendolo.

    grazie Doc.

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  21. Sì sì, lo so che sono meno frequenti.
    Ma so anche che ultimamente sono una causa di morte da non sottovalutare, specie in USA.
    Ho letto che circa 1 medico di famiglia su 3 (e poco più di 1 dentista su 3) trascurano lesioni precancerose del cavo orale perchè non sanno identificarle.
    E' il caso di parlarne un po' di più, secondo me.
    Mi ha piuttosto colpito, perchè invece in generale di cancro si parla tanto, anche se a volte male

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  22. Volevo citarti un bell'articolo: un vademecum per giornalisti scientifici che bisognerebbe linkare nei commenti ogni volta che repubblica o il corriere pubblicano i loro scoop scientifici alla "Focus"

    http://silviabencivelli.it/2012/lezione-di-giornalismo-scientifico-for-dummies-o-almeno-for-gente-che-di-mestiere-fa-altro-e-dovrebbe-continuare-a-fare-altro/

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  23. ho sentito che il 9 giugno a bologna ci sarà un convegno tenuto da giuseppe di bella aperto "a tutti i medici". ne sai qualcosa wewee?

    No.

    Volevo citarti un bell'articolo

    Molto carino (e veritiero), mi sa che merita un commento apposito.
    Grazie.

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  24. Wewee,

    Riguardo al Bioscanner, ho rivisto ieri un servizio su Report in cui un oncologo affermava che dalle statistiche da lui verificate la percentuale di successo del Bioscanner nel rivelare un cancro al colon era nei dintorni del 85%, ben superiore ad altre tipologie di esame non invasive (tipo la ricerca di sangue occulto delle feci che si fermava al 50%).
    In tal caso lo si potrebbe definire utile?
    A me sembra comunque di si, sarebbe uno screening di primo livello, che poi certamente richiederebbe ulteriori accertamenti, utile come strumento preventivo (e magare di diagnosi precoce) ma non mi sentirei di minimizzarla come traspare dal tuo commento.

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  25. A me sembra comunque di si, sarebbe uno screening di primo livello, che poi certamente richiederebbe ulteriori accertamenti, utile come strumento preventivo (e magare di diagnosi precoce) ma non mi sentirei di minimizzarla come traspare dal tuo commento.

    Non ho "minimizzato", ho scritto che potrebbe (se confermate le sue qualità) rientrare in alcune fasi della diagnosi di neoplasia, ma non cambia molto in campo diagnostico, chiunque risultasse "positivo" all'esame dovrebbe in ogni caso effettuare gli esami diagnostici più precisi.
    Il Trimprob, non permette di "vedere" il tumore, di delimitarlo, di mostrarne l'estensione, il grado, il tipo. Non permette di dare una risposta certa.

    Se potrebbe sostituirne altri oggi in uso? Non può certo farlo per PET, TAC, RX o altri esami radiologici, forse potrebbe farlo per quelli più "generali" (PSA, sangue occulto, markers...) ma già questi sono considerati di bassissimo livello diagnostico...tanto da non essere considerati attendibili per uno "screening di massa".

    E' sempre un problema di costi/benefici (non ho idea di quanto costi fare l'esame negli ospedali che lo usano). La ricerca di sangue occulto o il PSA da un lato hanno una bassissima sensibilità e specificità ma dall'altro sono semplicissimi e poco costosi e sono consigliati solo come "primo" passo, non certo risolutivo o decisivo.
    Questo li supera? Cambierebbe qualcosa nella diagnosi? Quanto costa l'apparato? 100 euro o 100.000?

    Se costasse quanto una TAC tanto vale fare questa.

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  26. I risultati sul tumore prostatico, da questo studio, risulterebbero:

    Sensibilità (cioè correttezza nel dire se c'è un tumore): 76%
    Specificità (cioè correttezza nel dire se quel tumore è della prostata): 61.3%
    Diagnosi posivita corretta: 39.6%
    Diagnosi negativa corretta: 88.5%

    Questo in un gruppo di soggetti positivi ad altri esami di screening (PSA e visita prostatica).

    In un lavoro di Verduccio (l'inventore dello strumento) si parla di "sensitivity of 95.5% and specificity of 42.7%", cioè il Trimprob scopre il tumore ma non sa dire la sua sede.
    Beh...diciamo che se io mi sottoponessi ad un esame come screening di tumore prostatico e mi dicessero che di sicuro ho un tumore nell'addome ma non sanno dirmi dov'è...insomma...come risultato non lo "gradirei" in maniera particolare. Da questi numeri io non direi si tratti di uno strumento "rivoluzionario" ma al limite da affinare e valutare.

    Ciao.

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  27. @WeWee: NON VALE! Mi arrovello da mesi su un post per il mio blog per spiegare in modo chiaro e non troppo prolisso che non esiste IL cancro e che la chemio non è LA cura e poi arrivi tu e mi freghi l'idea... Ottimo post, grazie!

    @Litti: l'aloe NON cura il cancro. Però io ho trovato utile il succo durante la chemioterapia perché aveva un buon effetto gastroprotettore e mi ha aiutato molto a contrastare i bruciori di stomaco che avevano iniziato ad attanagliarmi pesantemente.

    @Noirele: le infermiere del reparto di oncologia in cui sono stata curata mi dicevano che secondo la loro percezione, i tumori orofaringei sono in aumento e sono principalmente fumo e/o alcol-correlati.

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  28. Un piccolo commento pratico, non sfiora la scientificità del post ma credo rimanga in argomento e potrebbe essere utile a qualche lettore.
    Durante il lungo periodo di chemio dovevo bere molta acqua, subentrava però il problema della nausea (e chi ha provato comprende).
    Dopo numerosi quanto inutili tentativi - acqua con limone o aceto, oppure gocce di amari vari, infusi con menta, salvia, finocchio o malva, solo per citarne alcuni - ho trovato quello che, per me, è stato il rimedio assoluto: metà abbondante di acqua e il resto succo di mela; per succo di mela intendo quello limpido, senza zuccheri aggiunti, che ha un gusto un poco dolce e leggermente acido.
    Ecco, questa mistura riuscivo a berla tranquillamente.

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  29. Salvo,

    Ti ringrazio per le tue precisazioni, vorrei pero' aggiungere una mia ulteriore considerazione.

    Io mettendomi dal punto di vista del paziente, e considerata l'importanza della diagnosi precoce in tutte le forme di neoplasia, preferirei avere uno strumento (unico per diversi tipi di esami e quindi utilizzabile in un unica "sessione") con una elevata sensitivity accontentandomi poi di una bassa specificita'.
    Se poi invece che alla prostata, dovro' cercarlo nel retto piuttosto che da un altra parte nell'addome, probabilmente sara' fastidioso e costoso fare tutti questi screening specifici pero' magari alla fine una volta trovato so (o spero) che si puo' interevenire precocemente con maggiore probabilita' di successo.
    Molto meglio che fare, come faro' tra circa uno/due anni, un controllo annuale di sangue occulto nelle feci + PSA la cui negativita' mi fa stare erroneamente tranquillo.
    Dico erroneamente perche' solo vedendo il servizio di report ho scoperto, tramite le parole di un oncologo, che il sangue occulto ha una percentuale di positivita' corretta del 50% quindi se sono particolarmente sfigato potrei anche "perdere" da 1 a 2 anni di tempo prima di intervenire.
    Certo l'importante sarebbe capire veramente il dato reale della sensitivity (dal 76% al 95% c'e' un abisso) ed eventualmente come dici tu fare degli sforzi/investimenti per migliorarlo e farlo, se possibile, divenire uno strumento rivoluzionario.
    Sforzi e investimaneti che sembrerebbe siano stati per il momento accantonati e che magari avrebbero bisogno di essere "sponsorizzati" e spinti anche dai medici che operano nel settore.

    Le mie sono, ovviamente, considerazioni da profano.

    Ciao.

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  30. Del "Bioscanner" se ne era occupato, con il solito taglio complottita, l'ineffabile Lorenzetto, il giornalista che aveva dato l'onore della stampa ai deliri di Mondini: http://www.ilgiornale.it/interni/ha_inventato_macchina_che_vede_i_tumori_accusano_stregoneria/14-03-2010/articolo-id=429339-page=0-comments=1

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  31. Qualche commento e osservazione in ordine sparso…
    Anzitutto non direi che l’unico scopo delle nostre cellule e’ quello di riprodursi perche’ sanno autoregolarsi, mi sembra che quello sia piu’ lo scopo (se di scopo si puo’ parlare) delle cellule tumorali.

    L’esempio del confronto tra malattie e tecnologia mi pare azzeccatissimo, non ho mai capito infatti perche’ si dice che se l’uomo puo’ mettere piede sulla luna allora puo’ anche curare il cancro. Se il confronto avesse senso si potrebbe anche rispondere alla domanda ‘va piu’ forte una locomotiva o e’ piu’ alto un grattacielo ?’

    Ho sempre pensato che il raffreddore non e’ una malattia mortale anche perche’ possiamo respirare con la bocca quando ci si chiude il naso. Viva l’anatomia!

    E’ vero che il cancro non e’ un’unica malattia e che le cause sono molteplici ma esistono anche meccanismi comuni e lo scopo della ricerca, oserei dire della scienza, non e’ tanto quello di trovare le differenze ma le leggi generali. Mi fermo qui, non vorrei passare con troppa disinvoltura dall’oncologia alla filosofia.

    Sulle statistiche di sopravvivenza…non e’ corretto dire che si puo’ parlare di sopravvivenza ma non di guarigione perche’ i due termini originano da due contesti diversi: il termine sopravvivenza e’ mutuato dalla statistica ed ha un significato piu’ ampio intendendo il tempo intercorso tra un momento iniziale ed uno finale identificato dal verificarsi di un evento: il decesso, la recidiva, il momento di rottura di un matrimonio detto divorzio, la rottura di un componente del motore di un aereo etc etc. Tornando all’oncologia dunque non me la sentirei di dire che non si puo’ mai parlare di guarigione ma di sopravvivenza perche’ instilla il dubbio che la malattia non scompaia mai. Mi sembra piu’ ragionevole pensare che dalla malattia si possa guarire ma sia piu’ difficile ‘guarire’ dalle cause che l’hanno originata, se queste o le conseguenze a lungo termine di queste persistono la malattia potra’ ripresentarsi: non si ripristinano i polmoni dai danni di 40 anni di fumo togliendo il tumore.

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  32. In ultimo un paio precisazioni: cosi come la Sensibilità e’ la correttezza nel dire se c'è un tumore la Specificita’ e’ la correttezza nel dire se un tumore non c’e’ Sembrera’ strano ma, senza entrare nei dettagli, se la Sensibilita’ di un test e’ del 76% ed indica che su 100 tumori ne vengono in media diagnosticati correttamente 76, la probabilita’ di eslcudere correttamente l’assenza di un tumore se questo non c’e’ non e’ 100-76 = 24% ma e’ data dalla Specificita’ che nel nostro caso e’ del 61.3%.

    In ultimo (ok, questa volta per davvero..): quelle indicate come diagnosi positive e negative corrette (piu’ appropriatamente valori predittivi positivo e negativo del test) sono ancora diverse da Sensibilita’ e Specificita’ perche’ mentre queste ultime indicano le capacita’ massime di un test, come potrebbe essere nel caso in cui si sottopongano al test solo pazienti con tumore (sensibilita’) o senza tumore (specificita’) , i valori predittivi indicano le performances del test diagnostico quando applicate ad una popolazione mista (cioe’ reale) in cui siano presenti sia soggetti sani che malati. L’aspetto per cosi’ dire ‘curioso’ e’ che i valori predittivi dipendono dalla prevalenza della malattia nella popolazione, cosi’ che un test molto sensibile puo’ risultare di scarsa utilita’ nel caso in cui una malattia sia rara.

    Cosi’ stando ai risultati dello studio di Verduccio il Trimprob sarebbe in grado di identificare il 95.5% (Sensibilita’) dei tumori prostatici nei pazienti con tumore prostatico ma nei soggetti ‘sani’ (I controlli con iperplasia benigna) sarebbe in grado di diagnosticare correttamente la sua assenza (Specificita’) solo nel 42.7% dei casi. I valori predittivi positivo e negativo indicati invece non sono granche’ informativi in generale perche’ calcolati su una popolazione selezionata, quella afferente alla loro Prostate Unit. O per meglio dire i valori predittivi positivo e negativo (63.6% e 89.8%) a differenza di sensibilita’ e specificita’ non sono ‘esportabili’.

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  33. Wewee, perdonami il clamoroso OT, ma postando qui forse sono più sicuro che tu legga e risponda. Toglimi una coriosità: il tuo ex dentista era lo stesso che scorgesti al convegno di Simoncini?

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  34. Da quel che so io la specificità rappresenta più la capacità di determinare una specifica patologia.
    Mi spiego: un test molto sensibile ha un numero di falsi negativi molto bassi. Se è negativo, difficilmente sbaglia.
    Un test molto specifico, invece, ha un basso numero di falsi positivi....per esempio è specifico per una determinata patologia, difficilmente c'è un positivo determinato da qualcos'altro.

    Spero di non ricordare male dall'esame di patologia clinica e di medicina di laboratorio...

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  35. Non so se ne è già stato parlato nel blog, ma consiglio a tutti il libro "l'imperatore del male: una biografia del cancro".
    Molto utile per capire quanto sia difficile la lotta al cancro.

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  36. @Noirele: la specificità rappresenta più la capacità di determinare una specifica patologia.

    non e' cosi', probabilmente ti ricordi male.
    Sensibilita' e Specificita' sono quantita' statistiche definite in modo univoco.

    Sensibilita' : probabilita' di identificare la malattia nei soggetti malati.

    Specificita': probabilita' di escludere la malattia nei soggetti sani.

    Vedi qui: Sensitivity, Specificity, Positive Predictive Value e altre cose..


    per esempio è specifico per una determinata patologia

    Si e no, stai facendo confusione tra il significato comune e quello statistico; ad es. e' chiaro che un test pensato per l'HIV sia specifico per l'HIV ma in termini statistici la sua specificita' e' tutt'altra cosa.

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  37. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  38. Noirele e Max secondo me dicono la stessa cosa con parole diverse: la correttezza nel dire che un tumore non c'è è data dal basso numero di falsi positivi, in pecentuale, rispetto a tutti i non malati studiati. In fondo cos'è la capacità di individuare un sano, se non il complementare in percentuale dei falsi positivi?
    Entrambi definizioni valide secondo me.
    Impreciso invece dire che bassa specificità=probabilità di confondere un tumore con un altro.

    RispondiElimina
  39. No Sal, non diciamo la stessa cosa con parole diverse, ma cose diverse con le stesse parole:

    la correttezza nel dire che un tumore non c'è è data dal basso numero di falsi positivi, in pecentuale, rispetto a tutti i non malati studiati

    No, la correttezza coincide con l'identificazione del reale stato di salute per il singolo caso, la percentuale e' una misura della bonta' o affidabilita' del test: un test che identifichi la realta' nel 10% dei casi non e' meno corretto di uno che ne identifica il 90%, ma meno affidabile (meno sensibile, meno specifico).

    In fondo cos'è la capacità di individuare un sano, se non il complementare in percentuale dei falsi positivi?

    La capacita' di individuare un sano si chiama Specificita' se la popolazione al denominatore e' composta da soli soggetti sani, Valore Predittivo Negativo se la popolazione al denominatore e' mista, sani e non (e i due valori sono generalmente diversi)

    Il complemento ai falsi positivi e' dato da:
    a) veri positivi se si parla di Valore Predittivo Positivo
    b) veri negativi se si parla di Specificita'

    Se dai un'occhiata al link che ho messo nel post precedente tutto ti apparira' piu' chiaro.

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  40. A me sembra davvero la stessa cosa onestammente :O Scusa la specificità non è il numero di Veri Negativi / Tot. Sani? (ho le slides del corso davanti agli occhi, le ho ripescate)
    Il totale sani = VN+ FP, dunque un test specifico ha pochi falsi positivi, come dicevo io.

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  41. Sono convinto anche io che sia così, forse non l'hai detto in modo altrettanto rigoroso ma il concetto a grandi linee è quello. Solo che dal punto di vista statistico non è importante specificare che le false positività dipendano da altra causa, ne tantomeno da altro tumore, ovviamente!
    Che poi ci sia una evidente cross reazione fra ipertrofia benigna e tumore è evidente, infatti nei soggetti con basso PSA la specificità pare sia del 100%. Correggetemi se sbaglio.

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  42. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  43. Per chiudere il cerchio(e l'OT), è da un pò che cerco un centro dove far sottoporre un mio parente a screening col trimprob, almeno in caso di esito negativo il risultato sarebbe attendibile. Ebbene, nell'unico centro relativamente vicino a dove vivo, l'operatore che usa il Trimprob, nonchè direttore dello stesso centro, è MEDICO OMEOPATA. Un pò di fortuna mai, eh?

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  44. Salve,
    la leggo spesso con interesse e questo è il mio primo intervento sul suo blog. Volevo gentilmente chiedere la sua opinione in merito a due questioni:

    Il cosiddetto "Paradosso Asiatico", ovvero la minore incidenza di tumori e malattie cardiovascolari nelle popolazioni dell'estremo oriente nonostante le abitudini di vita "malsane" (fumano mediamente più degli occidentali), qui uno studio del 2006 che ne parla:
    http://news.yale.edu/2006/06/01/green-tea-and-asian-paradox

    Sono stato in Corea per lavoro e mi ha colpito il fatto che le loro abitudini alimentari sono molto attente alla salute e (mi hanno detto) sono state tramandate dalla tradizione (consumano molto te verde, ginseng, aglio, peperoncino ovunque ....).

    Seconda questione: mi ha un po' sconcertato questo articolo:

    A $2 million grant from the National Institutes of Health will enable University of Arizona biomedical engineering researchers to improve the way doctors measure the effectiveness of drinking baking soda (bicarbonato) to fight breast cancer.

    http://engr.arizona.edu/news/story.php?id=429

    L'NIH a quanto ne so è molto severo nel dare i sui grant.

    Mi sembra che anni fa un medico italiano propose la stessa cura ma fu radiato dall'Ordine dei Medici ...

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  45. Il cosiddetto "Paradosso Asiatico", ovvero la minore incidenza di tumori e malattie cardiovascolari nelle popolazioni dell'estremo oriente

    E' un argomento che esiste da anni (lo ricordo ai miei primi anni di università) e molto dibattuto. Per alcuni è poco più di una leggenda perchè e è vero che in certe regioni orientali si muore meno per malattie cardiovascolari, nelle stesse si muore di più per altre malattie. Si è visto poi che le regioni sono molto "vicine" una all'altra, per cui si sospetta più una predisposizione genetica e non qualcosa legato all'alimentazione. Per altri è un dato di fatto. Gli orientali, davanti ad alcune brutte abitudini di vita (come il citato fumo) ne hanno altre "positive", per esempio in alcune zone fanno bassissimo uso di carne, in altre non consumano farinacei ma tanto riso e derivati, in altre molta soia e così via. Diciamo che probabilmente la realtà è a metà: un insieme di abitudini alimentari e predisposizione genetica perchè da noi, la popolazione che si nutre meglio (ad esempio i vegetariani) hanno un basso rischio cardiovascolare ma un normale rischio (solo poco più basso della popolazione generale) tumorale.
    Forse è questo il vero "paradosso".

    Mi sembra che anni fa un medico italiano propose la stessa cura ma fu radiato dall'Ordine dei Medici...

    In realtà quella storia non ha nulla a che vedere con quella del "medico radiato" (di cui parlo ampiamente in un mio lungo resoconto che trovi nei "link veloci" della barra a destra del blog. Il grant è stato assegnato ad un biologo per lo sviluppo di un nuovo mezzo diagnostico (in particolare una risonanza magnetica di nuova generazione) per migliorare lo studio delle variazioni di pH nei tumori. Quel biologo lavora con il gruppo che usa il bicarbonato di sodio per alcalinizzare l'ambiente tumorale che potrebbe avere (ed è uno dei tanti filoni di ricerca esistenti da anni, come da decenni si cerca un agente alcalinizzante efficace, in Italia si studiano i farmaci "antiacidi") un potere potenziante a favore della chemioterapia (ed infatti il bicarbonato è usato come sinergico della chemio). Ne ho parlato ampiamente in passato.

    Il "medico radiato" lo è stato perchè curava (e cura) dei malcapitati con il bicarbonato di sodio che ad oggi non solo non è una cura provata ma non ha alcuna ragione di esistere. Anche oggi un medico che provasse a curare un malato con bicarbonato, oltre a non ottenere nulla per tanti motivi, probabilmente verrebbe radiato. E' la stessa differenza che passa tra l'affermare che la vitamina C ha azione antineoplastica e dichiarare di poter curare il cancro con una spremuta di arance.

    Aggiungo che sempre questo ex medico usa il bicarbonato per "distruggere" la candida (secondo lui causa di tutti i tumori) ed afferma che la sua teoria non ha nulla a che vedere con il pH, quindi non solo stiamo parlando di due cose ben diverse ma rischiamo di confondere la scienza con la ciarlataneria. Non mi dilungo sulle tante volte che è stato beccato (da me) a falsificare referti e documenti e sui suoi fotomontaggi.

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  46. Dottore, penso che Hermano si riferisse, forse inconsapevolmente, al "the china study", testo chiave della "medicina alternativa". Secondo tale testo, screditatissimo perchè faceva uso di dati imprecisi, i cinesi vivono più a lungo e meglio solo perchè non si avvelenano con i latticini, fonte di tutti i mali dell'uomo moderno (secondo quel testo). E' da dire che molti orientali sono intolleranti al lattosio e che per motivi culturali i cinesi non mangiano formaggio (gli fa veramente schifo). Seriamente, se mostri del formaggio a un orientale è probabile che abbia un conato di vomito!

    RispondiElimina
  47. penso che Hermano si riferisse, forse inconsapevolmente, al "the china study", testo chiave della "medicina alternativa".

    Non credo, il "paradosso orientale" è un argomento esistente anche nella medicina "ortodossa", che poi sia stato "gonfiato" ad arte può anche starci ma molti dati in effetti sembravano mostrare qualcosa di strano (per esempio come detto, una minore mortalità per malattie cardiovascolari o tumore).
    In realtà, come ho scritto, non sono dati omogenei, la minore mortalità esiste ma per "popolazioni" molto ristrette, tanto da non poterne fare un dato "generale": per esempio i giapponesi muoiono meno di tumore allo stomaco ma più di tumore mammario, i coreani più per infarto ma meno di tumore, insomma popolazioni molto vicine geograficamente e per abitudini di vita con dati discordanti. C'è un però, che è il cosiddetto "rumore di fondo" statistico: troppi fattori confondenti. Gli orientali vivono in un ambiente inquinatissimo e muoiono esattamente come noi di tumore, solo che le percentuali, in alcuni casi sono diverse, in alcune regioni e per alcune malattie profondamente diverse.
    Perchè?
    Loro consumano molta più soia rispetto a noi e la soia è ricca di fitoestrogeni, questo sarebbe un fattore di rischio, però consumano molto meno grano di noi (a favore del riso) che è spesso contaminato da miceti cancerogeni, fumano come...i turchi...ma bevono tè verde a litri...è un antiossidante, protegge dalle malattie cardiovascolari...

    Insomma...è un paradosso difficile da risolvere, studiando e con un po' di impegno, forse scopriremo qualcosa di più o forse sarà confermato che si tratta semplicemente di un insieme di cose (quelle dette prima, dieta e predisposizione).

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  48. @Antoine

    Non conoscevo lo studio che hai citato, la mia curiosità nasceva dallo studio di Yale e dal fatto che per lavoro ho frequentato quei posti.

    Per il resto ringrazio e concordo con WeWee: penso sia un mix fra abitudini alimentari (che poco o nulla hanno a che vedere con i ristoranti orientali "da esportazione" che troviamo qui in occidente) e predisposizione genetica.

    Riguardo all'inquinamento, ci sono anche qui grandi differenze: in Giappone e Corea (per quello che ho visto io) sono attentissimi all'ambiente ed alla qualità della vita, ad esempio quasi tutte le auto sono a metano o gpl. Non si può dire certo altrettanto della Cina, specie alcune zone industriali ...

    Accanto agli importanti progressi della chemioterapia ben descritti nell'articolo, penso sarebbe di interesse sapere se ci sono sviluppi nelle terapie farmacologiche non chemioterapiche: in particolare tempo fa gli inibitori dell'angiogenesi studiati da J. Folkman sembravano promettenti, poi non se ne è saputo più molto....

    Anche i potenziali effetti antitumorali del dicloacetato (DCA) stanno riscuotendo parecchio interesse ultimamente (su medline sono disponibili diversi studi recenti sull'argomento).

    Volevo infine osservare una cosa: sia gli studi sugli inibitori dell'angiogenesi che sul DCA hanno seguito il normale iter scientifico: prove in vitro su linee cellulari tumorali, prove su cavie, impostazione di trial clinici. Inoltre i ricercatori che le propongono non hanno mai sbandierato effetti miracolosi ma hanno sempre parlato di una (potenziale) arma in più per la cura di alcuni tipi di tumore.

    Se anche le terapie più "di frontiera" (penso alla proposta cura Di Bella, o alla somministrazione endovenosa di acido ascorbico ad esempio) avessero seguito lo stesso iter scientifico, si sarebbero evitate inutili polemiche, illusioni e probabilmente decessi; e magari si sarebbe individuate ed evidenziate (se ci sono) le circostanze positive, a beneficio di tutti.

    RispondiElimina
  49. WeWee,
    leggo spesso il blog e (quasi religiosamente) tutti i commenti, ma solo oggi commento per raccontare la mia esperienza.

    A mio papà fu diagnosticato un carcinoma renale a inizio 2001. Nel marzo 2001 è andato sotto i ferri (nota di colore: non voleva far preoccupare le figlie così ci ha detto che aveva un paio di colichette che gli davano noia...): è entrato in sala operatoria convinto di uscirne con un rene solo e invece quando è uscito li aveva entrambi, solo che uno decisamente ridimensionato per asportare la massa tumorale.

    Faceva il consulente all'epoca e, vista la paura che si era preso, non ci ha pensato un secondo a tornare al lavoro: con una letterina alla ditta ha fatto sapere dove potevano venirlo a trovare e ha comprato due cose, una bici da corsa per sè e un camper per portare a spasso la mamma.

    E' stato libero da malattia e, onestamente, benissimo (con la bici faceva anche 40/50 km al giorno su per le colline del Collio friulano...a 65 anni) fino all'estate del 2009 quando sono state trovate nuove lesioni ad entrambi i reni. Ha fatto un annetto di Sutent e visto che non rispondeva benissimo alla terapia a dicembre 2010 è tornato sotto i ferri. Niente storia delle colichette stavolta: c'erano metastasi al pancreas e intestino e una lunga trasferta in un'altra città. L'operazione è durata 14 ore: l'han portato via alle 8 di mattina e con il chirurgo abbiam parlato solo all'una di notte. E' rimasto in ospedale più di mese a cavallo di quel natale e noi con lui. Poi, tornato a casa, è cominciata la dialisi due volte e poi una volta a settimana: mai andata giù, la dialisi, che col bel tempo c'era da andare in giro coi camperisti, altro che ospedale...

    A maggio 2011 nuove lesioni ai reni e pancreas e inizio della terapia con Everolimus, ma stavolta non va tanto bene. A settembre comincia ad avere problemi a respirare, poi un'embolia polmonare e comincia a fare fuori dentro dall'ospedale.
    L'epilogo purtroppo credo sia chiaro: mio papà è mancato il 27 dicembre, ma ho voluto raccontare la mia esperienza perchè, quando negli ultimi giorni passavamo notte e giorno all'ospedale pensavo che in fondo eravamo stati fortunati: mio papà aveva tenuto testa alla malattia per un sacco di tempo, 10 anni per la precisione e senza la chirurgia e le terapie sono sicura che non sarebbe stato con noi tutto quel tempo e con una qualità di vita fantastica: andava a correre in bici ogni giorno con la tenuta da ciclista professionista e ha viaggiato in lungo e in largo con il camper per molti anni.
    Mi commuovo ancora al pensiero dei medici e delle infermiere del reparto di Urologia, che, all'ultimo ricovero, ci hanno lasciato in una stanzetta tutta per noi, io, mia sorella e mia mamma e il papà, perchè ormai non c'era più niente da fare e nessun'altro posto dove volessimo stare e tanto valeva lasciarci accampare lì.

    Che poi io e mia sorella eravamo andate anche a sentire Di Bella a settembre 2011 a Udine e, nel tragitto verso casa stavamo pensando, prese dalla disperazione, a cosa venderci per pagare le sue, di cure, e le siringhe speciali etc. e se era il caso di parlarne al papà, a come convincerlo etc.. Non se ne è fatto nulla per fortuna perchè, soprattutto dopo averlo contattato dopo l'incontro, Di Bella non mi ha convinto: aveva garantito esserci medici in Friuli che potessero prescrivere la cura e farmacie testate per la preparazione del farmaco, per poi invece rispondermi che solo lui impostava la cura e solo le farmacie da lui consigliate a Bologna erano in grado di produrre i preparati. Tutto questo in mezzo al solito delirio sul metodo Di Bella e sulle "evidenze scientifiche aggiornate" su cui le preparazioni si basano. Seguiva la solita paginetta fitta fitta del perchè big pharma ce l'ha con il metodo Di Bella.

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  50. ho voluto raccontare la mia esperienza perchè, quando negli ultimi giorni passavamo notte e giorno all'ospedale pensavo che in fondo eravamo stati fortunati

    Sì, credo che trascorrere più tempo possibile con le persone che amiamo non abbia prezzo. Non è raro sentirsi chiedere da persone colpite da malattia grave chiedere un po' di vita in più per godersi quelle cose che per troppo tempo hanno trascurato o rimandato, è straziante ma nello stesso tempo è bellissimo sapere che quasi sempre puoi farcela.

    Queste storie, ne conosco diverse, cerco di non raccontarle mai, sia perchè private, sia perchè mi imbarazzano, tanto sono delicate e coinvolgenti quindi grazie per le tue parole.

    Mi commuovo ancora al pensiero dei medici e delle infermiere del reparto di Urologia

    Immagino.
    Anche questo non lo racconto mai, ma nonostante il lavoro sia pesante e carico di stress, vedo ogni giorno medici, infermieri, ausiliari, farsi in quattro anche oltre le loro responsabilità e doveri (ed orari), pur di assicurare a chi sta male un sollievo. Quelle persone sono anch'esse padri e madri di famiglia, hanno anche loro storie drammatiche alle spalle e non smettono mai di impegnarsi per avere almeno una buona azione per tutti. Chi assiste il malato non è un "impiegato pubblico" che ha il solo dovere di timbrare il cartellino ma deve essere dotato di umanità e forza d'animo. Purtroppo questo non fa mai notizia ma l'importante che succede ogni giorno in tutto il mondo.

    Di Bella non mi ha convinto

    Hai risparmiato (oltre ai soldi) una perdita di dignità che tuo padre non meritava. Lo hai affidato a chi fa medicina ed è stata la scelta migliore.

    aveva garantito esserci medici in Friuli che potessero prescrivere la cura e farmacie testate per la preparazione del farmaco, per poi invece rispondermi che solo lui impostava la cura

    Sì, è un classico, queste "cure" sono semplici ed alla portata di tutti, però chissà come mai gli unici capaci di prescriverle sono gli "inventori" ed i prodotti sono "migliori" in un posto ben preciso, la versione moderna dell'antro della strega.

    Ti ringrazio di nuovo tantissimo per la tua testimonianza.

    RispondiElimina
  51. Le persone che fanno il vostro lavoro sono speciali. Ormai è da un anno che mio figlio è in cura, ora andiamo solo una volta al mese per mantenimento e controlli, è tornato a scuola, i capelli sono ricresciuti. Quante volte una parola o un sorriso di un medico, di un'infermiera, di un'ausiliaria ci hanno sostenuto e dato la forza di resistere. Grazie.

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  52. Ciao a tutti, è la prima volta che intervengo, e faccio i complimenti per il blog che trovo un raro esempio di ottima divulgazione ed informazione. Rimango basito nell'apprendere che certi laureati in medicina siano ancora a piede libero, perche oltre la radiazione dall'ordine meriterebbero la reclusione. Ho appena visto un sito che parla di "medicina naturale". Quello che mi fa specie è che propongono la stessa cosa per qualsiasi problema. Come a dire "prendi l'aspirina per tutto". E incredibile. Ora che mi sto specializzando in ricerca clinica sto prendendo confidenza con la complessita e rigorosita alla base degli studi di sperimentazione grazie ai quali abbiamo nuove medicine, e quanto la "terapia mirata", soprattutto in oncologia sia quello verso cui stiamo cercando di muoverci. In questi mesi ho potuto apprezzare delle lezioni tenute da uno dei "padri dell'imatinib", leggevo nel suo sguardo non la consapevolezza che il suo intuito sia stato vincente, ma il sorriso nel ripercorrere le tappe della sperimentazione parlando di coloro che si sono affidati a lui e che hanno avuto, o meglio riavuto, la loro vita. Tutti noi che in qualche modo abbiamo a che fare con lo sviluppo farmaceutico, medici, biotecnologi, biologi, chimici etc abbiamo la responsabilità di informare il grande pubblico che il "genio singolo" non puo avere la risposta alle domande che ci poniamo. Dobbiamo fare in modo che questi ciarlatani che giocano indegnamente solo sulla speranza dei malati e delle loro famiglie spariscano. Loro fanno molti danni, anche piu di quante ne fanno le tanto da loro odiate multinazionali farmaceutiche (che danni ne fanno sicuramente, ma sui loro dipendenti generalmente!!!)

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  53. Ho "recuperato" solo adesso, a distanza di mesi questo bellissimo articolo.
    Della complessità dell'oncologia me ne sono reso conto alcune settimane fa (non sono un medico, quindi le mie conoscenze sono limitate....). E' un pò di tempo che partecipo ad un progetto di calcolo distribuito che si chiama HCC (Help Conquer Cancer, Università di Toronto), il cui scopo è di aiutare i ricercatori, attraverso
    la cristallografia a raggi X, a osservare come le cellule tumorali si sviluppano. In soldoni: i computer analizzano delle "fotografie" di cellule, e i risultati accellerano di molto il lavoro dei ricercatori.
    Alcune settimane fa, come dicevo, il capo del team di ricercatori ha pubblicato un post sul forum in cui ringraziava i volontari dell'aiuto dato e diceva circa "stiamo finendo la fase iniziale del progetto e ci stiamo facendo una idea della cosa". Peccato che la fase iniziale sia durata 5 anni e siano state processate circa 500 milioni di fotografie!!

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  54. Med, molto utile a noi profani questo articolo. Io vorrei chiedere riferimenti in più sugli studi che correlano alimentazione vegetariana e prevenzione tumori, siccome hai accennato che in occidente questo tipo di alimentazione non sembra mostrare un effetto protettore per queste malattie mentre lo ho chiaramente su quelle cardiovascolari (sono vegetariana e anche alcuni miei parenti, e mi interesserebbe saperne di più).

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  55. vorrei chiedere riferimenti in più sugli studi che correlano alimentazione vegetariana e prevenzione tumori

    Intendi studi che mostrano come l'alimentazione vegetariana protegga da alcune forme tumorali?
    Ne esistono centinaia, solo che il ruolo protettivo non è così netto e provato. Diverso il ruolo "favorente" della carne rossa. Direi quindi che essere vegetariano protegge, relativamente al fatto che non si mangia carne (non è immediato come concetto ma è così) i dati più attuali cioè, mostrerebbero che non è (con sicurezza) la dieta vegetariana a proteggere dalle malattie tumorali quanto la limitazione dell'assunzione di carne...

    Per esempio questo, recente, olandese su 120.000 individui, che non mostra particolare protezione da parte della dieta vegetariana rispetto ad un consumo di carne moderato-basso (1 volta la settimana) o di pesce.
    Oppure questa che è una review: il rischio tumorale è simile nei vegetariani ed in chi mangia poca carne, aumenta in chi ne mangia regolarmente.
    In altri studi invece sembra che questa protezione esista. Insomma, ancora da dimostrare, ma che esagerare con la carne sia deleterio (non solo per le malattie tumorali) mi sembra ormai assodato.
    Sul paradosso orientale, come ho detto qualche commento prima, è ancora un'ipotesi, molto lontana dall'essere "dimostrata". Qui (un articolo inglese di qualche anno fa) ne parlano.

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  56. Grazie, approfitto per ringraziarti anche del blog e augurarti buon anno! Francesca

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  57. aggiungo: anche il WCRF-AICR Diet and Cancer Report è dubbioso sulla capacità delle diete vegetariane di prevenire il cancro. Giudica infatti il numero di studi insufficiente e comunque contrastanti tra di loro per poter dare un giudizio negativo o positivo. Invece giudica la carne rossa e la carne lavorata come una causa certa di cancro.

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  58. Salve, sono rimasto colpito dalla storia di Piume Di Saggezza. Non essendo medico ma appassionato di sapere, avrei mille domande da porre al dr. Di Grazia, che ringrazio per questo blog fitto di informazioni e testimonianze di ottimo livello. Tornando al commovente racconto del padre malato, nel rispetto del dolore e immaginando le difficoltá di pronunciarsi su un caso che non si è seguito, mi sono chiesto il motivo per cui non si sia proceduto subito con l'asportazione del rene. Non era una soluzione piú sicura? Ps: da fumatore e gaudente consumatore di carni rosse potrei provare a curarmi con sigari e salsicce, ma diluirli 24 volte ne farebbe scadere parecchio aroma e gusto. Ancora complimenti, e grazie per tutto quello che sta facendo contro la disinformazione e la ciarlataneria.

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  59. Ripeto, I ciarlatani ovviamente sono degli idioti, affidarsi a loro equivale a non fare nulla o a prendere acqua fresca, non ci sarebbe neanche bisogno di discuterne.
    Resta però la dura realtà di una malattia terribile che, a 15 anni dalla diagnosi, vede ancora vivo (in media) nonostante tutti gli sforzi fatti, solo all'incirca il 10% dei pazienti. Io non ho dubbi che prima o poi la medicina troverà una cura risolutiva, il guaio però è che oggi ancora non c'è.

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  60. Resta però la dura realtà di una malattia terribile

    Nessuno lo nega. Ma affidarsi ad una dolce bugia (le cure miracolose) per sfuggire ad una dura realtà (la malattia) a cosa serve, ad illudersi? E questo cosa cambia? Se soprattuto si rifiuta la possibilità di vivere un mese, un anno, 10, 30 in più evitando le ciarlatanerie, già questo, non sarebbe l'unico risultato ed obiettivo razionale e ragionevole?

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  61. Complimenti per l'articolo, istruttivo e interessantissimo. Mi ha fatto riflettere molto su quello che sento dire da persone che reputano le cure, la medicina e i medici un male assoluto utilizzato solo per arricchirsi e farci ammalare.

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  62. Novembre 2012, solita visita di controllo di prevenzione serena per mia madre. Condizione clinica per tutta la vita un po' particolare: svariate cisti nelle ovaie e alcune grosse in un seno. Come l'anno prima la richiamano per un controllo ulteriore. Risultato: tutto ok.

    Febbraio 2013, esami del sangue di controllo completi, tutto regolare (soprattutto nei valori relativi al fegato).

    Giugno 2013, fastidiosi doloretti nella zona del fegato. Dato che a me, qualche anno prima, hanno tolto la colecisti per coliche da microlitiasi a ripetizione, un po' mi sembra che quello che mi dice mia madre sia simile, per cui le butto li "Mà, prova a fare un'ecografia dato che non le hai mai fatte. Chiedi alla dottoressa e poi si vedrà".

    2 Luglio 2013, ecografia che mostra una cistifellea ed un fegato con una "discreta" quantità di "lesioni", "bolle" (perdonatemi, non conosco il termine tecnico per come potrebbero presentarsi i tumori nelle ecografie).

    16 Settembre 2013, dopo 5 giorni di sonno continuo, mia madre se ne va.

    Purtroppo la chemio non era riuscita a modificare nulla e dopo un mese e mezzo i medici riferiscono a me e mio padre che non c'è più nulla da fare. La diagnosi era un tumore al seno e un tumore alla colecisti metastasizzato al fegato.

    Non racconto nulla di nuovo, milioni di persone, purtroppo, hanno passato esattamente ciò che ho passato io. Rimangono i ricordi di quei due mesi tremendi e intensi, Rimangono le immagini del coraggio di mia madre, di momenti in grado di spezzare il cuore di un robot. Rimane ciò che ho imparato su di me e che mi ha cambiato.

    Capisco la disperazione che porta a sperare nel miracolo di una rapida guarigione, di una ricetta magica, lo comprendo a fondo avendolo vissuto. Comprendo chiunque non riesca a reggere la pressione, non già per debolezza, ma per il senso di impotenza che ti pervade in ogni momento e che la natura umana tenta di combattere ad ogni costo, cercando con ogni forza di fare qualcosa. Di trovare una soluzione. Una qualsiasi speranza.
    Io, forse, non ho ceduto solo perché ho avuto poco tempo a disposizione. Non credo, ma non si può mai sapere.

    Volevo solo ringraziare chi redige e porta avanti questo blog e tutti coloro che commentano "perdendo" tempo, condividendo ciò che sanno. Spiegando e rispiegando decine di volte le stesse cose, magari. Sempre con (una certa) pazienza :)

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