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venerdì 18 marzo 2011

Milioni di mosche non possono sbagliarsi...

...ovvero come compiere un suicidio omeopatico senza assumere nessun granulo.
Sembra un concetto banale che non richiederebbe particolare sforzo per eliminarlo dalle discussioni sull'efficacia di una pratica alternativa.
È l'argumentum ad populum, fallacia tipica di chi non sa argomentare il suo ragionamento.
Usatissimo da ciarlatani ed imbonitori di basso grado, strumento tipico del marketing da supermercato (per vendere prodotti di massa, al contrario i prodotti "in" hanno come slogan l'esclusività, l'uso da parte di pochi eletti), stona quando ad utilizzarlo come grimaldello in una discussione è una persona presumibilmente dotata di cultura ed intelletto e soprattutto a proposito di salute.
Quando leggo però la rubrica de "La Stampa" on line, tenuta da un medico omeopata, non posso che rivoltarmi sulla scrivania (nel senso che non essendo ancora morto non posso ancora rivoltarmi nella tomba) perchè il concetto dell'utilizzo di massa usato come metro di giudizio è abusato. Il prof. Magnetti è a quanto pare una voce "ufficiale" dell'omeopatia in Italia, chiede rispetto per la pratica che egli segue, ma lui il rispetto lo usa nei confronti degli altri? Un rappresentante ufficiale dell'omeopatia che argomenti usa  per spiegare la sua disciplina e come tratta le critiche?

Nella sua rubrica ad ogni obiezione e per ogni critica all'omeopatia, la risposta è sempre la stessa: ma allora tutti i medici omeopati che la prescrivono? Ed i milioni di italiani che la usano? Tutti visionari? Creduloni?
Il medico che gestisce questa rubrica, lancia anatemi verso la medicina ufficiale e pubblicizza l'omeopatia descrivendola come pratica scientifica (omettendo di dire che l'omeopatia è tutto fuorchè scienza) ma si offende ogni volta che qualcuno prova a chiedergli conto e ragione delle cose che scrive. Si risente spesso quindi e chiama insulti e offese semplici constatazioni di lettori che gli fanno notare le contraddizioni di una pratica antiscientifica e primitiva.

Quando qualcuno fa notare al medico omeopata che l'omeopatia va oltre ogni ragionevole ipotesi scientifica citando il concetto basilare del numero di Avogadro, Magnetti tronca in un colpo solo ogni discussione: "ancora con questo numero di Avogadro?" mostrando di non comprendere che sono proprio queste le posizioni che rendono l'omeopatia una pratica sciamanica.
Chiunque vedendo un collega di lavoro a cavalcioni sulla finestra dell'ufficio che invece di afferrarlo per salvarlo gli dicesse "lanciati pure dal quinto piano del palazzo, non ti preoccupare, basta con questa storia della gravità", sarebbe un folle o in alternativa un furbo che vuole eliminare un collega antipatico e nel caso di Magnetti credo proprio che non si possa parlare di follia.

Eppure agli omeopati, invece di arrampicarsi sugli specchi scivolosi di argomenti fallaci o retorica da quattro soldi che non fanno onore ad un medico, basterebbe fornire riscontri scientifici solidi, esperienze evidenti, poche chiacchiere e tanti fatti insomma, qui parliamo di cose serie, mica di occultismo.

Distinguere un granulo omeopatico da uno di zucchero ad esempio, in qualsiasi modo, sarebbe un gioco per loro: non lo fanno, oppure somministrare una pillola contraccettiva omeopatica a 100 donne e chiudersi bene a casa. Non fanno nemmeno questo, comprensibilmente. Se poi tacciano milioni di scienziati nel mondo di incompetenza e chiusura mentale, perchè non curano con l'omeopatia un centinaio di peritoniti acute? Non per forza peritoniti, che si impegnino a guarire una patologia inguaribile per la medicina, lo provino, se funzionasse sarebbe evidente
Sono medici, possono farlo. Non lo fanno. Se hanno "scoperto la verità" mentre tutti gli altri sbagliano in tutte le corsie d'ospedale lo facciano!
Magnetti si faccia estrarre un dente con un'anestesia omeopatica e risponda a tutti gli scettici con i fatti. Non lo fa. Oppure si faccia colpire da radiazioni oltre i limite di tolleranza umana e poi si curi con X-Ray, il prodotto radioattivo omeopatico che protegge dalle radiazioni consigliato ufficialmente dagli omeopati e "sperimentato". Funziona no? Lo faccia.
Non lo fa lui nè gli altri 11999 omeopati italiani.

Parla però proprio dei milioni di utilizzatori, delle migliaia di medici omeopati, dell'acqua informata e della sua esperienza sul campo. Parla ed attacca senza sosta: ce l'ha con la "crociata contro l'omeopatia" senza rendersi conto che la "crociata" è semplicemente l'uso della ragione, della scienza e dell'evidenza ed utilizzando gli argomenti dei guaritori più buzzurri che parlano di "crociata contro le medicine alternative", Magnetti si butta da solo con tutti i piedi nel baratro del paranormale e della stregoneria, il vero "suicidio omeopatico" lo compie lui.
Come quando pubblica il messaggio che definisce il CICAP (associazione di divulgazione scientifica fondata da Piero Angela e formata da volontari) "organismo paragovernativo e prezzolato", Magnetti entra ufficialmente a far parte dei complottisti anti-Cicap: ed ecco che oltre che paranormale, l'omeopatia diventa per mano sua anche complottista, per completare servirebbero gli UFO, attendo con ottimismo.
A proposito del CICAP Magnetti è in preda ad una sorta di agitazione quantistico-vibrazionale che lo sta portando a pubblicare continuamente articoli che trasudano rabbia da tutti i pori da quando il CICAP assieme ad Oggi Scienza si è impegnato in una giornata di divulgazione scientifica sull'omeopatia, non riesce proprio a mandarla giù, tanto da pubblicare "volentieri" (sic) una lettera piena di falsità e diffamazioni giusto per completare l'opera di "informazione corretta" senza nemmeno prendersi la briga di controllare o di chiedere lumi alle parti in causa. Pronta la risposta del CICAP che dimostra su cosa si basa quella rubrica per diffondere notizie sulla salute. "La Stampa" ne tenga conto, i lettori giudichino l'obiettività dell'autore del blog.

Attacca poi gli "interessi economici" dei medici che per questo motivo snobberebbero l'omeopatia dimenticando che lui per primo ha interessi economici visto che di omeopatia ci vive. Cita studi (francamente banali) che dimostrerebbero un'azione anticancro dell'omeopatia ma dice che non vuole certo affermare che l'omeopatia curi il cancro (e cosa allora avendoli citati?) e se la prende con chi ha paragonato l'omeopatia ai fenomeni paranormali chiedendosi cosa ci sia di paranormale nella pratica delle diluizioni spinte dimenticando che una pratica non scientifica è paranormale, per definizione.
Il termine paranormale si applica a quei presunti fenomeni (detti anche anomali) che, secondo la scienza sono inesistenti o anti-scientifici nella loro formulazione teorica o, nel caso di fenomeno esistente, comunque spiegabili sulla base delle conoscenze attuali
Ma il prof. Magnetti va oltre e non risparmia l'invocazione "originalissima" agli interessi economici ed agli studi "addomesticati":
Difficilmente troverete una azienda che accetta di finanziare un progetto che le potrebbe recare grave danno finanziario. E’ più verosimile che cominci a finanziare l’affossamento del progetto attraverso il sostegno di lavori scientifici contrari addomesticati o il finanziamento di scettici professionisti in grado di arruolare altri scettici ignari dell’inganno e organizzarli in associazioni e gruppi strutturati all’uopo.
Riecco il complotto, come immaginavo gli alieni sono sempre più vicini.
Presumo che per usare questi argomenti, le aziende omeopatiche accettino ogni giorno di finanziare studi contrari all'omeopatia poichè queste aziende vivono di beneficenza ed opere caritatevoli o che non esistano gruppi di omeopati "organizzati e strutturati all'uopo" per pubblicizzare la loro fonte di reddito, per esempio scrivendo che l'omeopatia ha basi scientifiche su un quotidiano on line. Oppure che non esistano lavori favorevoli all'omeopatia "addomesticati" (Benveniste, chi era costui?).

Magnetti non approfondisce mai, aggredisce e si offende ogni volta che qualcuno gli scrive che l'omeopatia è stregoneria, ha ragione e non vuole sentire ragioni, invoca gli "innumerevoli studi", sorvola sul fatto che l'omeopatia è semplice acqua e si appella sempre al principio retorico dell'utilizzo diffuso: sono 11999 i medici italiani che prescrivono omeopatia (il dodicimillesimo sarebbe lui) e se anche nove milioni di italiani la utilizzano, vuol dire che l'omeopatia funziona, si tratterebbe in caso contrario di allucinazione collettiva.
Il prof. Magnetti taglia (troppo) corto dimenticando che non è contando il numero di utilizzatori che ci convince dell'utilità o dell'efficacia di una pratica, specie se si tratta di pratica che pretende scientificità. Dimentica che i fumatori ed i bevitori sono tanti, milioni e milioni nel mondo eppure nessuno può ragionevolmente sostenere che l'alcol o il fumo siano pratiche salutari o utili all'uomo, nemmeno se a fumare fossero tutti gli abitanti del pianeta: allucinazione collettiva? No: ignoranza, idiozia, scarsa informazione, autolesionismo, edonismo effimero, qualsiasi cosa ma non certo segno di utilità o buon senso.


Se volessimo utilizzare gli stessi (errati) argomenti, il discorso si chiuderebbe in due righe. In Italia i medici sono più di 370.000. Ciò vuol dire che solo la minima parte di essi utilizza l'omeopatia per curare i pazienti ergo i medici non credono all'omeopatia e chi la usa rappresenta solo un'esigua minoranza, meno del 4%, un'inezia. Ma per l'omeopata questo non è importante, certi giochi di logica valgono solo quando portano acqua al proprio mulino.

Sui nove milioni di italiani che si curerebbero con la teoria della memoria dell'acqua i numeri sono ancora più stiracchiati. Tra di loro quanti sono coloro che utilizzano solo omeopatia? Chi si cura con l'omeopatia non usa antibiotici o non va in ospedale? Cura una peritonite con "l'acqua informata"? Queste persone la loro salute la affidano all'omeopatia o si affidano a questa pratica quando non serve alcuna medicina?

Bisognerebbe contare quelli che, tra i nove milioni di "utilizzatori", hanno tratto beneficio reale da questa pratica e vedere cosa hanno curato, se ieri avessi dato un'occhiata all'oroscopo non mi sentirei degno di essere definito un "fruitore di oroscopi".  Gli utilizzatori "reali" di omeopatia sono molto ma molto meno dei "nove milioni", forse poche centinaia, probabilmente ancora di meno e di loro non conosciamo nemmeno i risultati della scelta anzi, dagli studi sappiamo che chi usa l'omeopatia non si cura meglio di come avrebbe fatto con un placebo. Non per niente le farmacie che vendono solo prodotti omeopatici non esistono (non fanno affari d'oro con i 9 milioni di italiani?) e le parafarmacie che ci provano vivono per loro stessa ammissione, male e solo grazie ad altri prodotti (cosmetici, accessori, integratori) non certo per l'omeopatia: dove sono finiti tutti i "milioni di utilizzatori"? Diluiti come un principio attivo nell'acqua?

Vuol dire quindi (vorrebbe dire, secondo il prof. Magnetti) che l'omeopatia non funziona, pochissimi la prescrivono, pochissimi la comprano e la scienza non la considera medicina.

Sempre che ce ne fosse bisogno quindi, anche utilizzando gli strumenti dialettici di Magnetti, l'omeopatia ne esce bastonata ed umiliata (attenzione, non la umilio io ma le stesse parole dell'omeopata) contare quante persone usano la medicina e quante l'omeopatia sarebbe un disastro epocale per Magnetti che però continua a definire insulti tutti i commenti che chiedono chiarezza sugli argomenti fumosi dell'omeopata ma pubblica una lettera (quella citata prima) che definisce "criminali" tutti coloro che negano l'omeopatia.


Egli stesso definisce quasi malato di mente, ancora in tempo per redimersi, ma ai limiti della malattia mentale lo "scettico statico". Dice il professore:
La figura dello scettico statico che non evolve ha poco senso o per lo meno è da considerarsi ai limiti di un quadro patologico. Si possono identificare in una immagine di “fondamentalismo ideologico” dove alla Bibbia o al Corano o altro libro sacro si sostituisce Medline.

L'odio per chi ragiona proviene da un medico che segue una pratica nata più di 200 anni fa e che non è cambiata nonostante i progressi enormi fatti da quei tempi e "statici che non evolvono" sarebbero "gli altri". Strano anche che nonostante questa pratica sia nata quando la medicina non esisteva (non esisteva l'anestesia o la radiologia ma non erano conosciuti nemmeno i batteri e gli antibiotici) chi la applica oggi sulla pelle del prossimo si ritiene pure "evoluto".
Un omeopata che accusa di "staticità" chi non apprezza l'omeopatia, diciamolo, è il colmo.

Sul fondamentalismo potremmo discutere se sia più "estremista" basare i propri mezzi terapeutici su Medline, banca dati internazionale della letteratura scientifica aggiornata in tempo reale o sull'Organon, il libro degli omeopati, pubblicato nel 1810, ancora oggi fonte di sapere per la cura dell'"acqua energizzata". La trave e la pagliuzza, potrebbe essere la risposta a questi misteri.
Gli omeopati in mezzo ai termini fumosi che usano per giustificare la loro pratica "impossibile" compirebbero un atto di onestà dicendo chiaramente che pretendono di curare la gente studiando ed applicando regole del 1810, si scoprirebbe così che il vero "statico che non evolve" non è chi cura con i testi del 2011 ma chi lo fa giurando che l'acqua ha poteri curativi.

Se io definissi Magnetti "ai limiti di un quadro patologico" o "criminale" immagino si offenderebbe ma chi afferma di curare le malattie per mezzo dell'acqua che possiede qualità magiche e poteri sconosciuti è più o meno "al limite di un quadro patologico" di chi afferma di curare con sostanze dotate di azione misurabile, spiegabile, ripetibile e visibile?
Chi è allora il pazzo e chi il saggio?
Chi dice di poter curare il cancro, la malaria o l'AIDS con i granuli di zucchero inventati nel 1810 o chi studia ogni giorno nuovi mezzi terapeutici?

Giustamente qualche lettore fa notare che le parole di Magnetti sono offensive per l'intelligenza umana e che se proporre l'omepatia per quello che è, un placebo, potrebbe servire ad evitare  in certi casi lo spreco di risorse, l'uso indiscriminato di farmaci, l'abuso di sostanze con importanti effetti collaterali potrebbe pure essere accettabile e rappresentare una scelta terapeutica seppur discutibile almeno comprensibile, vendere la pratica ottocentesca come medicina e scienza è davvero immorale, non etico e pericoloso.
Magnetti offende l'intelligenza dei suoi simili ma si offende solo se qualcuno prova a contraddirlo mentre non si rende nemmeno conto che le sue parole sono denigratorie nei confronti della quasi totalità della specie umana (e milioni di esseri viventi, si sa, non possono sbagliarsi...) e soprattutto nei confronti di chi pretende da un medico onestà (almeno) intellettuale.

Questa mancanza di rispetto nei confronti dei consumatori e dei pazienti, Magnetti la estende anche alla stragrande maggioranza dei suoi colleghi medici che non utilizzando l'omeopatia, a suo dire medicina efficace, mentirebbero ai propri pazienti o in alternativa sarebbero degli ignoranti e soprattutto nei confronti dei suoi colleghi omeopati il cui numero continua a citare come valore aggiunto nella dimostrazione di efficacia della sua pratica preferita. Un gesto onesto sarebbe quindi quello di porgere le scuse a tutti i pazienti che si curano con la medicina e non credono all'acqua magica o ai milioni di medici che dalla mattina alla sera si sbattono per dare sollievo a chi sta male con le medicine e sono stati definiti "criminali contro l'umanità" e pure al CICAP sul quale sono state diffuse notizie false, ma forse è pretendere troppo da chi si offende quando qualcuno chiede prove prima di somministrare granuli di zucchero per curare le malattie.
Questa è l'omeopatia in Italia.

Però i medici omeopati sono tanti, insiste Magnetti, diamogli ragione.
Insistendo sul numero dei medici omeopati (11.999 più lui 12.000) come se questo significasse qualcosa nel dibattito sull'efficacia di una medicina, Magnetti sempre per onestà dovrebbe però ricordare che in Italia esistono 14.880 operatori dell'occulto (almeno ufficialmente, raddoppiamo il numero per una cifra più aderente alla realtà), medium, cartomanti ed indovini. Più dei medici omeopati, Magnetti probabilmente con il suo metro, concluderebbe che "la gente" si fida più dei maghi che degli omeopati.
Mi aspetto allora, per coerenza ed onestà, un suo articolo sull'efficacia del pendolino nella diagnosi del cancro e di un giro di tarocchi per la cura dell'alluce valgo o in via alternativa il significato della seduta spritica nella cura della cistite ricorrente. Non abbia limiti, si evolva ed apra la mente, basta con il paradigma interessato della scienza e con questa storia dell'astronomia, Urano nel Leone ha milioni di utilizzatori soddisfatti nel mondo.
Se 12.000 omeopati decidono per partito preso che la scienza ha torto, figuriamoci 15.000 maghi.

Non si dimostri statico e non evoluto definendo i pendolini ed i tarocchi roba da ciarlatani però o sarebbe ai limiti di un quadro patologico ed un fondamentalista.
Se non dimostra coerenza in questa maniera non chieda più rispetto dopo aver insultato i consumatori, i pazienti, i medici e persino gli omeopati. Avercela con il mondo da molti punti di vista non conviene, soprattutto quando si rappresenta l'omeopatia, il collega Magnetti è infatti docente a contratto all'università di Torino, presidente dell’Istituto omeopatico italiano, direttore didattico della scuola medica omeopatica hahnemanniana di Torino, coordinatore regionale della federazione italiana medici omeopatici.
Che si sappia del livello scientifico e di cosa è capace l'omeopatia in Italia, quella seria naturalmente, prima di difenderla come pratica "efficace, dolce e naturale".

Ah, e quando Magnetti desidererà facciamo i conti e vediamo quanti nel mondo usano i granuli di zucchero e quanti le medicine, così decidiamo una volta per tutte chi ha ragione o chi è il "criminale contro l'umanità". Lui lo ha detto.

Alla prossima.

Grazie a D.M.

61 commenti:

  1. Imbarazzante il delirio sulle epidemie di colera curate efficacemente con l'omeopatia, davvero incredibile e ignobile una scemenza del genere buttata lì, senza dati, senza nulla, senza uno straccio di fonte autorevole a supporto, sfruttando solo ed esclusivamente l'inganno ormai abusato del princìpio di autorità secondo cui se una cosa è scritta su un giornale autorevole allora è per forza vera. Che poi è facile tirare in ballo il colera, visto che in Italia è praticamente inesistente, quindi non c'è il rischio di una sommossa popolare per imporre alle autorità l'uso dell'omeopatia per sconfiggere le epidemie. Detto questo e alla luce delle balle completamente inventate di sana pianta, o è un folle o si comporta come le "lobby" che lui stesso accusa di anteporre l'aspetto economico alla salute del paziente: si preoccupa del suo conto in banca. Non so come metterla diversamente, perché da come parla traspare netta e chiara la paura che il giocattolino gli scoppi tra le mani e inizi a guadagnare molti meno soldi di prima. E questo grazie alla corretta informazione che associazioni come il Cicap si prefiggono di dare. Corretta informazione senza virgolette, quelle vanno bene solo per Magnetti, che usa il termine a sproposito.

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  2. dei rimedi omeopatici contro gli effetti delle radiazioni ancora non avevo sentito parlare... parlano di radioattività ambientale ma dimenticano che il nostro DNA è provvisto di sistemi di riparazione che servono proprio per ridurre al minimo i rischi connessi alla radioattività ambientale (ed a moltri altri). che l'alimentazione possa fornirci un aiuto non devono certo spiegarcelo loro, l'AIRC propone da sempre un'alimentazione sana, ricca di frutta e verdura (quindi vitamine, antiossidanti), iniziative come quelle delle "arance della salute", ecc.
    riguardo a Chernobyl, io all'epoca ero piccola ma mio padre mi racconta che nelle farmacie erano introvabili le caramelle di iodosan. chi aveva un minimo di conoscenze sull'argomento sapeva che la tiroide capta lo iodio fino a saturazione: se è già satura di iodio stabile, lo iodio 131 radioattivo non viene metabolizzato (o comunque si riduce di molto il riaschio che possa esserlo). ancora una volta, la scoperta dell'acqua calda. rispetto all'Uranium nitricum, non so cosa sia, ma dal nome ne deduco che ha a che vedere con il temutissimo Uranio. elemento tossicissimo da un punto di vista chimico prima che radiologico. ah ma certo sarà contenuto in dosi talmente piccole, che in realtà di atomi di uranio non ce ne sarà nemmeno uno. e allora mi vengono in mente tanti commenti spontanei ma se li scrivo rischio di entrare in un loop da teatro dell'assurdo. tutto questo non ha logica, ma vallo a spiegare a chi ci crede.

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  3. a proposito di Uranium nitricum:

    http://ezinearticles.com/?Uranium-Nitricum---Homeopathic-Remedy-For-Diabetic-Nephropathy&id=4654439

    io ce l ho alla 30 CH, se ci fosse qualcuno che traduce e sintetizza l articolo, sarei curioso di saperne di piu.

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  4. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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  5. Morfeo ho cancellato il tuo commento, esprimi le tue opinioni senza esagerare con i termini, grazie.

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  6. Senza parole...

    Ho provato a convincere la mia veterinaria del fatto che l'omeopatia non è una pratica scientificamente dimostrabile.

    Mi ha detto che le ricerche ci sono. A chiederle quali mi ha dato il nome del suo "luminare" che mi ha portato comunque a siti che propongono solo corsi...

    Che fra l'altro quanto possa funzionare il placebo su un gatto è tutto da dimostrare...

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  7. @ivabellini
    Dice di usare l’uranio per curare il diabete, visto che l’uranio provoca gli stessi sintomi del diabete (emaciatezza, aumento di glucosio nel sangue, eccetera).
    Una logica inoppugnabile. Infatti io quando ho sete bevo acqua salata, visto che l’acqua salata mi da gli stessi sintomi di quando ho sete.

    30ch = 1 parte di principio attivo in 1.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000 di acqua.


    eccellente poi l'idea di usare l'uranio per curare le malattie, in generale.

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  8. Che tristezza 'sta gente e che tristezza La Stampa che ospita 'ste baggianate...

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  9. @Alexandre
    bene, allora è usato nel diabete per la sua similitudine con i sintomi prodotti, niente di nuovo oltre a quello che già sapevo.

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  10. @ivabellini
    Visto che giá lo sapevi, mentre per me è assolutamente illogico, ti faccio una domanda per risolvere un dubbio che mi assilla: in che modo l’uranio (una sostanza non solubile) si troverebbe disciolto nell’acqua, visto che manca proprio della capacitá di sciogliersi?
    Posso capire che uno sciolga in acqua delle sostanze solubili, ma come si scioglie in acqua qualcosa di insolubile? È come sciogliere in acqua un sasso. Anche se lo frantumi e ne fai polvere, non si scioglie. È proprio sprovvisto della possibilitá di sciogliersi. Quindi in che modo questi preparati omeopatici conterrebbero uranio? (perché si parla di uranio, non di ossidi di uranio).

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  11. @ Alexandre

    Ma che domande, è l'informazione che conta!
    L'uranio spiega all'acqua cosa significa essere radioattivi e l'acqua, debitamente informata, fa tutto il lavoro.
    Non fa una piega, no?

    D'altra parte, che differenza volete che ci sia tra una boccetta d'acqua a cui è stato insegnato come si fa l'analgesico, e una a cui è stato spiegato come si diventa combustibile nucleare?
    Sempre d'acqua si tratta.

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  12. @ubik
    Quando hai ragione, hai ragione. Non so dove ho la testa. Anzi, mi scuso per la domanda tanto cretina.
    Sappi peró che grazie a te diventeró ricco. Infatti adesso sintetizzo mezzo grammo di LSD, e lo disciolgo nella vasca da bagno. Lo venderó come LSD omeopatico. E se la polizia mi ferma e lo analizza, chissene, tanto dentro non c’é niente. Son soldoni.

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  13. come uranio, non è nitrato di uranio? dovrebbe essere un sale no? quindi che problema ci sarebbe!? viene usato anche l arsenico che è un minerale come l uranio.

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  14. @ Ivabellini

    A parte il fatto che ogni minerale, così come ogni suo composto, è completamente diverso, ma tu pensi davvero che a monte dei quel millantato antiradiazioni usino davvero uranio? E chi glielo ha dato? Lo sai, vero, che non si trova sotto il cuscino e che non te lo vendono al supermercato?

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  15. Grezzo: vediamo di non modificare la realtà a nostro piacimento, l'uranio si trova dappertutto, in forma ridotta, in tracce. E l'acqua, beh, l'acqua deve tutto. Tutto.
    E ricorda tutto.

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  16. Smallpox, vediamo di non confondere le acque (che già sono succusse), so benissimo che l'uranio si trova ovunque, anche nell'acqua, ma nell'acqua sono disciolte un'enorme quantità di metalli più o meno pesanti, come fai dunque a distinguere l'acqua da usare per la tosse da quella per le radiazioni? A rigor di logica, ragionando omeopaticamente (che di logica non ne ha neanche un pò), dovrei inizialmente avere un composto in cui devo essere sicuro ci sia disciolto solo uranio dopodiché procedere alla diluizione n volte fino a farlo sparire. Mi stai dicendo che estraggono l'uranio direttamente dalle tracce infinitesimali contenute nell'acqua? Ma soprattutto, c'è qualcuno che verifica questi processi di produzione? Che va a controllare che le diluizioni siano quelle? Sinceramente, a me sembra che gli unici controlli da parte delle autorità si riferiscono al fatto che i prodotti omeopatici non siano dannosi. Di fatto, Boiron potrebbe venderti qualunque cosa dicendoti che è diluizione di n volte di una soluzione di uranio senza davvero fare quel procedimento. Poi magari WeWee mi può smentire, se le cose stanno diversamente.

    L'acqua ricorda tutto? Allora non dovresti berla. Stai bevendo le tue stesse feci.

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  17. vergognoso. assolutamente vergognoso. ma poi perché tutto ciò? follia? denaro? perché negare l'evidenza? perché truffare così la gente....

    ho un'esperienza particolarmente brutta riguardante l'omeopatia, che vorrei condividere e, nel caso chiedere qui se è possibile una azione legale.
    sono uno studente di medicina genovese e qualche tempo fa una mia cara amica chiese a me e alla mia ragazza (anch'essa futuro medico) consigli riguardo alla situazione di sua zia. ci disse che la signora presentava febbricola da qualche tempo, astenia e, soprattutto, aveva a livello addominale una "vena in rilievo" (da lei definita tale)e che la donna aveva chiesto consiglio al suo medico di fiducia che, minimizzando la cosa, aveva attribuito la stanchezza a stress e, anzi, l'aveva trovata bene, ben dimagrita e in buone condizioni fisiche. Lei però, preoccupata per la vena sulla pancia si era recata da un angiologo. dopo un color doppler epatico lo specialista concluse la visita con "è solo un fatto estetico".

    memori degli ultimi esami dati,dunque "sparammo" una ipotesi più che plausibile: la vena in rilievo poteva causata da una ostruzione a livello del circolo venoso, e quindi poteva trattarsi di un circolo superficiale di compenso o di una ectasia da aumento di pressione. suggerimmo accertamenti.

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  18. dopo qualche settimana sentimmo nuovamente la nostra amica. le notizie non erano buone. sua zie si era recata in ospedale qui a genova e, sorpresa, avevano trovato un timoma maligno, esteso in tutto il mediastino.
    la vena addominale in rilievo era dunque causata dalla massa che comprimeva la vena cava. il timore si estendeva sino all'interno dell'atrio destro, ai polmoni, ai bronchi... un disastro.
    la situazione a quel punto era disperata. operare o no?scelsero di operare.
    la mia amica mi chiese di assistere (come spettatore ovviamente). durò 11 ore e mezza. venne asportata una quantità di materiale impressionante. vennero ritrovate delle formazioni nei bronchi, tolsero un lobo polmonare, una sorta di "pallina da golf" dall'atrio destro... medici e specializzandi inorriditi. uno disse "guardate bene, perché, spero, non ne vedrete mai più cose così. mi chiedo come nessuno possa essersi accorto di tutto ciò."

    la mattina dopo, alle sei circa, la zia della mia amica morì.

    condoglianze, abbracci, dissi di essere stato in sala, di aver "controllato" che i medici hanno facessero tutto il possibile.

    sentii poi, dal figlio, una frase "eh, lei si fidava ciecamente dell'omeopatia...." inorridii. decisi di chiedere alla madre della mia amica e scoprii che il "medico fidato" sopracitato altri non era che un omeopata. cioé, un medico vero, però, a quanto affermato "SPECIALIZZATO IN OMEOPATIA" (specialità che non mi risulta essere tra quelle ufficiali....).

    costui, ha bellamente ignorato i sintomi e i segni della sua paziente da un punto di vista medico e li ha interpretati superficialmente prescrivendole gocce per gli occhi e tisane. e visto che la signora è andata riferendo febbre ogni giorno, stanchezza, malessere generalizzato, grave perdita di peso senza apparenti ragioni, non ci vuole un laureato, ma basta un libro di semeiotica (o un po' di buon senso) per capire che c'é qualcosa che non va.
    lui non ha nemmeno consigliato esami strumentali, anzi, il più delle volte non riceveva nemmeno la paziente, consigliandole i farmaci per telefono.... conseguentemente alla perdita di peso commentò con un "ma come stiamo bene!!"

    insomma, forse ho annoiato, e le responsabilità non le voglio scaricare sull'omeopata a tutti i costi (visto che anche l'angiologo ha compiuto un gravissimo errore), però come medico iscritto all'albo, non avrebbe dovuto avere qualche responsabilità e dovere nei confronti di una paziente? non so, negligenza?
    Non so come comportarmi, si potrebbe fare qualcosa? radiarlo dall'albo?
    mi fa infuriare tutto ciò anche perché non posso credere che esistano persone sicure che tutto quello che IO e altri studiamo nel Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia siano della fandonie inventate solo per truffare il popolo. è insultante. sarebbe secondo loro tutta una cospirazione e, anzi, cosa ancor più grave, la soluzione alle grandi malattie non risiederebbe in "giganteschi tomi del sapere" bensì in studi ridicoli di poche pagine basati spesso su ipotesi mal formulate e mai dimostrate. incredibile.

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  19. Visto che non credo che nell'800 ci fossero reattori nucleari, chi è che decide qual è la cura omeopatica appropriata?
    O chiunque può inventarsi la sua (io suggerirei la lanugine del mio ombelico, ma purtroppo non ho fatto il corso...)?

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  20. Non so come comportarmi, si potrebbe fare qualcosa? radiarlo dall'albo?

    Non si può "radiare dall'albo" un medico prima che sia accertata una sua colpa grave. Le decisioni spettano ai familiari della signora. Io non discuto "l'errore" (perchè non studiandolo realmente non posso giudicare) e neppure il comportamento della paziente (che come tutti è libera di rivolgersi a chi preferisce) in questo caso però non credo neanche possa discutersi il ruolo dell'omeopatia (che chiaramente non avrebbe MAI curato quella persona) lì entra in gioco l'abilità del medico. L'omeopatia (in Italia) può essere esercitata solo da medici proprio per il fatto che solo il medico può giudicare se un paziente ha qualcosa di serio da curare o richiede un trattamento placebo, nel caso della signora l'omeopata doveva semplicemente fare il suo dovere da medico.

    chi è che decide qual è la cura omeopatica appropriata?

    L'omeopata in base ai sintomi cerca nel librone dei rimedi ed identifica quello più adatto (il famoso "simile"). I rimedi omeopatici vanno dall'uranio radioattivo alla bava di lumaca, sulla carta, naturalmente.

    Tra parentesi sto ricevendo diversi messaggi da medici omeopati infuriati dall'atteggiamento di Magnetti, vediamo se posso pubblicarne qualche stralcio perchè sono parole molto significative.

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  21. @giacomo
    per quanto le cose possano andare a braccetto, in quel caso non ascriverei la colpa all'omeopatia ma all'incompetenza del medico -non ha provato a trattare un tumore con i rimedi omeopatici, piuttosto ha bellamente trascurato i segni e sintomi.

    @wewee
    somministrare una pillola contraccettiva omeopatica a 100 donne e chiudersi bene a casa forse è la stanchezza, ma continuo a non capire cosa voglia dire questa frase :/

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  22. continuo a non capire cosa voglia dire questa frase

    Mi riferisco ai risultati della pillola contraccettiva omeopatia sulle 100 ipotetiche donne, immaginando le conseguenze credo che l'omeopata sperimentatore faccia bene a chiudersi a casa.

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  23. Grezzo: I nostri laboratori utilizzano particolari luci White che ci consentono di rimuovere i ricordi delle sostanze non desiderate; per alcuni particolari composti è necessario anche ricorrere all'ipnosi di gruppo.
    Insomma, guarda che ero ironico.

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  24. @ Wewee

    Tra parentesi sto ricevendo diversi messaggi da medici omeopati infuriati dall'atteggiamento di Magnetti, vediamo se posso pubblicarne qualche stralcio perchè sono parole molto significative.

    sono propio curioso :)

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  25. Sulle sostanze insolubili. Non conosco la solubilità del nitrato di uranio, e molti metalli sono solubili (incluso l'arsenico citato da Ivo Bellini), ma diversi rimedi omeopatici sono ottenuti da sostanze insolubili. Come si fa? Si polverizza la sostanza e si mescola con polvere di lattosio in proporzione di 1 a 100. Si mescola con succussioni (in mortaio, immagino) la mistura delle due polveri, e si ripete il procedimento per le prime "diluizioni", cioè mescolo ogni volta 1 parte della polvere dinamizzata con 99 di lattosio. Dopo alcune di queste "diluizioni" il composto è diventato miracolosamente solubile. Chissà come mai.

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  26. @ Gianni
    quali sarebbero queste sostanze insolubili?

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  27. Secondo questo sito http://tinyurl.com/4boe44f che tratta di fotografia in bianco e nero l'uranio nitrato si scioglie facilmente in acqua, e serve per i viraggi in rosso.

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  28. @ ivabellini

    Direi per esempio che i lipidi sono insolubili in acqua. Alcuni idrossidi (Platino, Argento, Rame e Mercurio mi vengono in mente), il solfato di calcio, la maggior parte dei fosfati...

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  29. come sarebbe a dire il mercurio non si scioglie!
    e allora il Mercurius solubilis?
    e il nitrato d argento che corrisponde credo ad argentum nitricum?

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  30. @ ivabellini

    Veramente parlavo di idrossido di mercurio e idrossido d'argento. Non di nitrato d'argento. Mi pare siano ancora composti differenti ;)

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  31. Ottimo articolo, complimenti!
    A quanto pare non basta la stampa a creare disinformazione, ho appena scoperto che permettono pure in un liceo, che "frequento", delle lezioni da parte di omeopati, durante le giornate culturali. Ci fosse una controparte non sarebbe un problema, invece l'unica relatrice presente è un'omeopata. E non basta, titolo ed incipit sono abbastanza significativi;
    "Come la medicina omeopatica cura ognuno di noi" e "[...] La medicina omeopatica osserva
    proprio le differenze che ognuno di noi ha quando si ammala e si occupa di
    curare non una malattia generica, ma esattamente quella che abbiamo noi e
    che ci sta facendo star male in quel momento. Per questo l'omeopatia ascolta:
    ascolta quello che raccontiamo sul nostro dolore, sulle nostre senzazioni,
    sulle nostre emozioni, perchè quando siamo ammalati tutto cambia in noi."

    Oltre alla sopracitata relazione ne sono presenti altre riguardanti lo Shiatsu, sempre senza contraddittorio.

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  32. Qualche regoletta sulla solubilità:
    ausetute.com.au/solrules.html

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  33. E 'sto omeopata che si oppone agllo "scettico statico" cosa sarebbe? Un credulone dinamico? (o forse dinamizzato)
    Ridiamoci un po' su, per non piangere...
    http://www.youtube.com/watch?v=cVV3QQ3wjC8

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  34. @Neal Smallpox

    dimostrazioni scientifiche che l'acqua "ricordi tutto"?

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  35. @ Ivabellini

    come sarebbe a dire il mercurio non si scioglie!
    e allora il Mercurius solubilis?
    e il nitrato d argento che corrisponde credo ad argentum nitricum?


    Corrisponde? Veramente, essendo acqua e basta, non c'è nè nitrato d'argento nè di mercurio. In un farmaco si può risalire ai composti di cui è fatto, riesci a dimostrare che quella boccetta omeopatica (o quel che è) che chimicamente non contiene altro che acqua è derivata dai composti che citi? E come fai a dimostrarlo? Il "corrisponde" lo stai usando a sproposito.

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  36. ivabellini ha commentato...

    @ Gianni
    quali sarebbero queste sostanze insolubili?


    Per esempio, se ho capito bene,
    plumbum metallicum, che dovrebbe essere preparato a partire dal piombo.

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  37. WeWee ha commentato...
    Tra parentesi sto ricevendo diversi messaggi da medici omeopati infuriati dall'atteggiamento di Magnetti...

    So che avevo gia' provato ad esporre un argomento simile in uno dei tuoi primi post sull'omeopatia (e che Gianni Comoretto aveva gia' risposto), ma dato che sei in contatto con dei medici omeopati, prova a rivolgere loro la seguente domanda e convincine qualcuno a venire qui per postare la risposta.

    Circa il nitrato di uranio, vale il principio che il simile cura il simile, giusto?
    E per il principio del proving, una sostanza che cura una malattia causa in (almeno alcuni) soggetti sani gli stessi sintomi che cura nel malato, giusto fin qui?

    Quindi, se somministro il preparato Uranium nitricum in dosi sufficienti (qualunque cosa cio' significhi in omeopatia) ad un numero abbastanza grande di cavie da laboratorio, prima o poi almeno UNA che sia UNA dovra' sviluppare tutti i sintomi di una malattia acuta da radiazioni, no?

    A me sembra un test particolarmente interessante perche', che io sappia, non c'e' cosa al mondo che possa replicare tutti i sintomi della malattia da radiazioni in fase acuta (alterazioni del sangue, danni cellulari, perdita di capelli, emmorragie interne ecc. ecc.): non c'e' rischio di scambiarla con niente altro.

    Anche senza le cavie, poi, se i principi dell'omeopatia sono giusti, c'e' un modo per distinguere il preparato uranium nitricum dall'acqua fresca.

    Se il nitrato di uranio ha trasmesso le sue proprieta' all'acqua, beh, allora ha attivato l'acqua.

    E lo ha fatto in un modo ben preciso, ovvero mi aspetto di vedere dei decadimenti alfa a 4,27 MeV esattamente come se nell'acqua ci fosse uranio.
    SE l'omeopatia ha ragione, basa una boccetta di uranium nitricum ed un rilevatore al silicio per provarlo. Alla portata di un laboratorio di fisica di qualsiasi universita', ed anche dei reparti di radiologia di parecchi ospedali.

    Questo pero' apre un altro interrogativo: i raggi alfa non sono altro che nuclei di elio.
    Se nel mio preparato omeopatico non c'e' altro che acqua, DA DOVE ACCIDENTI DOVREBBERO VENIRE FUORI i nuclei di elio?

    Il fantasma dell'uranio decade nell'aldila' e genera nuclei di elio nel mondo reale?
    E nell'acqua ci dovrei trovare del torio, a quel punto. O ci resta solo il fantasma del torio?

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  38. Attento Terenzio, che la memoria dell'acqua è molto potente. Prega che un giorno non si ricordi di te, che metti all'omeopatia tutti sti problemi XD

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  39. Questo pero' apre un altro interrogativo: i raggi alfa non sono altro che nuclei di elio.
    Se nel mio preparato omeopatico non c'e' altro che acqua, DA DOVE ACCIDENTI DOVREBBERO VENIRE FUORI i nuclei di elio?


    Questo è il bello di TUTTE le teorie ciarlatanesche che io conosca. Basta esaminarle un attimo con occhio scientifico che salta immediatamente fuori qualcosa che non può stare in piedi. E che, siccome sappiamo bene che non possiamo dimostrare che una teoria è vera, ma possiamo benissimo dimostrare che è falsa, le relega tutte nel cassetto delle putt..ate. Senza eccezioni. E l'altra cosa bella è vedere come i loro sostenitori, messi davanti a questi fatti, comincino a sclerare. Mi dà una soddisfazione enorme.

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  40. Un altro esperimento interessante, rigorosamente in doppio cieco, potrebbe essere quello di scambiare le etichette di due prodotti omeopatici per testare l'ipotesi di uno scambio di effetti. Ovviamente i soggetti dovrebbero essere scelti solo tra coloro che credono fermamente nell'omeopatia.

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  41. Per curiosità, ma come lo spiegano gli omeopati il passaggio "acqua informata" -> "pillolina di zucchero"?

    E un'ulteriore curiosità: come si regge un'industria come quella omeopatica, il cui prodotto, chiunque, acquistando un macchinario neanche troppo costoso, può moltiplicare a piacere per semplice diluizione? Mi ha sempre affascinato l'idea di mettermi con qualche amico, comprare una boccetta a 10 euro in farmacia e produrne 10.000 da vendere a 1 euro...

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  42. Buongiorno
    Ho scoperto questo blog dal video di MedBunker a Lugano (consigliatomi da un lettore del blog di Bressanini) e ti volevo fare i complimenti e ringraziarti per l'impegno che ci metti nell'opera di debunking *difficilissima* e quasi donquisciottiana. Come diceva qualcuno "un idiota produce sempre più letame di quanto tu ne riesca a spalare". La mia famiglia è fatta per lo più di medici specialisti in chirugia, ginecologia etc, tuttavia qualche giorno fa uno di loro ha tirato fuori la storia del bicarbonato che cura il cancro...e mi son chiesto ma...come è possibile? Hai studiato per dieci fottuti anni laurea, specializzazione e...come puoi credere a una cosa del genere?
    Almeno grazie al tuo blog gli ho risposto a tono.
    p.s. ovviamente gli altri parenti medici lo hanno sbeffeggiato istantaneamente.

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  43. Ciao frengo,

    è bene che l'uomo conservi il dubbio e la voglia di studiare, osservare e sperimentare è triste che un medico non abbia nemmeno la volontà di approfondire ciò che legge. Nel caso di Simoncini infatti non serve nemmeno una profonda cultura medica, solo un po' di senso critico, capacità di osservazione ed intuito, il trucco è svelato in breve.
    Grazie a te e benvenuto.

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  44. Bene! Mi scuso in partenza se il mio post risulterà Ot.
    Qualche tempo fa parlavo con un'amica che ha fatto esperienze di Reiki. Secondo lei non serve a curare malattie gravi ma lievi disturbi psicosomatici. Escludendo la manfrina dei flussi energetici facilmente smontabile ricorrendo al rasoio di Occam, il fatto che questo Reiki possa servire a curare anche qualcosa di lieve mi ha turbato. Ho cercato nel web site OMS dove Reiki, agopuntura e qualcos'altro sono classificati come "palliative care". Se ho ben capito si stanno sperimentando per alleviare le sofferenze di malati terminali. Mi chiedo se esistano lavori peer reviewd che dimostrino differenze significative tra Reiki e placebo? Una lieve disturbo psicosomatico non sarebbe meglio curarlo dallo psicologo?
    Non sarebbe meglio evitare di usare il verbo "curare" nel caso del Reiki perché a me sembra che faccia stare bene chi (tuttosommato) sta già bene.

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  45. @ Frengo, la questione sicuramente dipende dal soggetto. Ora, il Reiki inteso come rilassamento ( e non inteso come cura, soprattutto di malattie serie), non provoca certamente alcun danno. Non è improbabile che un soggetto possa ricevere benefici tramite queste pratiche, soprattutto se ci crede fermamente, e magari non riceverne da uno psicologo perché diffidente verso la classe medica. E' vero che il Reiki fa star bene chi già sta bene, ma se la persona si sente rassicurata, e soprattutto se non si convince che con questa pratica possa curare delle vere malattie. E' difficile confrontare il Reiki con un placebo, il placebo di un Reiki sarebbe un'altra tecnica di rilassamento. Ed entrambi, però, sono placebo. Nell'omeopatia è più semplice, trattandosi di semplici granuli, basta fare un doppio cieco con dei granuli che non sono stati trattati omeopaticamente. Nel Reiki questo non è possibile, non puoi fare Reiki a un gruppo e somministrare pillole inerti all'altro.

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  46. Condivido completamente il contenuto di questo articolo. Riporto qui un paio di discussioni che ho avuto sul tema omeopatia che confermano l'atteggiamento descritto in questo articolo: 1, 2, 3

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  47. PARTE 1 di 3
    C’erano una volta un fisico Newtoniano (che chiameremo Elly per brevità) ed un Fisico-sciamano-pre-Maxwelliano (che chiameremo Maty). Naturalmente siamo nell’epoca precedente alla teorizzazione ed alla scoperta dell’elettromagnetismo.
    Un giorno Maty gironzolava con in tasca un cilindretto, apparentemente fatto di metallo. Prese il cilindretto e lo fece vedere ad Elly: “Guarda questo cilindretto Elly ... si comporta in modo strano ... se lo metto vicino a questa polvere ferrosa, la polvere viene attirata e si appiccica”
    “Un nuovo effetto di potenziamento anomalo della forza gravitazionale ... un’anomalia ... un banalissimo effetto placebo” rispose Elly.
    Decisero di fare un esperimento per verificare la veridicità del semplice effetto placebo: presero 100 cilindretti simili al primo in aspetto, ed uguali in peso (quindi uguali per loro, visto che il “peso” era l’unica proprietà degli oggetti, in quanto l’unica proprietà misurabile all’epoca) e li misero vicini alla polvere ferrosa ... 10 cilindretti attirarono la polvere a sé, gli altri 90 no. “Ecco vedi ?!? ... questi cilindretti hanno tutti la stessa identica proprità ... ovvero hanno tutti la stessa massa. Per cui i 10 cilindretti anomali mostrano semplicemente una stranezza che non vale la pena indagare ... è solo un effetto placebo”.
    Avevano appena scoperto i primi magneti naturali ... ma ancora non lo avevano capito.
    Maty, non convinto, proseguì con qualche esperimento ed arrivò ad ipotizzare che quei cilindretti “anomali” avevano una proprietà non solo particolare e diversa dal loro peso, ma che tale proprietà fosse anche trasmissibile ad altri cilindretti (era un po’ triste però ... perché non sapeva nè di che proprietà fosse e neppure aveva strumenti per misurarla).
    Chiamò Elly, che dopo averlo canzonato per un po’, gli propose un altro esperimento: presero un cilindretto “anomalo”, lo misero vicino ad altri 100 cilindretti (che prima non avevano manifestato alcuna proprietà anomala), e poi ciascuno di questi cilindretti fu messo vicino a della polvere di ferro. 10 di essi cominciarono ad attrarre a sé la povere. 90 no. Nuovamente Elly pesò i 100 cilindretti osservando che avevano ancora lo stesso peso di partenza. “Vedi mio caro Maty ?!?! ... le loro proprietà non sono cambiate perché hanno sempre lo stesso peso. Quindi i 10 cilindretti che sembrano essere diventati “anomali” sono solamente un altro bell’effetto placebo. Lascia perdere ste’ farloccate amico mio ... e torna a casa a studiare per bene la tua bilancia”.
    Avevano appena scoperto che esistono i ferromagneti ed i paramagneti ... ma ancora non lo avevano capito.
    Fu solo molti anni dopo che venne ipotizzata l’esistenza di una cosa non misurabile con la bilancia, ovvero il campo magnetico. E fu solo molti anni dopo che si scoprì che le proprietà magnetiche si possono trasferire ad un materiale ferromagnetico in modo quasi permanente solo per “contatto”, e senza trasferimento di massa. Fu solo molti anni dopo che alcuni uomini “dubitarono” che la scienza nota all’epoca di Newton potesse spiegare tutto, e che gli strumenti a disposizione potessero misurare tutto il misurabile.

    Un’analoga storia avvenne anni dopo in campo medico ... non esistevano ancora i microscopi e nessuno aveva ancora mai visto un batterio. Peccato che l’ignoranza (intesa come caratteristica di colui che ignora) di chi pretende di aver già capito tutto e che pensa che solo ciò che è misurabile “oggi” esista davvero ... e che non ammette che ci possano essere cose che non sappiamo ancora misurare perché non ne abbiamo ancora gli strumenti ... ecco ... peccato che quella stessa ignoranza, all’epoca, costò la vita a centinaia di puerpere.
    La storia la lascio raccontare a Wikypedia, il cui contenuto ricopio qui di seguito:

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  48. PARTE 2 di 3
    La scoperta delle cause della febbre puerperale ha una storia travagliata e triste, dato l’ingente numero di madri morte dopo il parto. Il gesuita Athanasius Kircher ipotizzò, nel 1658, che «piccoli animali viventi, invisibili a occhio nudo», diffondessero malattie contagiose, ma tale ipotesi venne ignorata dai medici dei secoli successivi. Molto prima di Kircher, nel 1546, Girolamo Fracastoro di Verona nel suo libro De Contagione aveva già suggerito un'ipotesi del genere. Tali ipotesi non furono prese in considerazione, e si stima che tra XVIII e XIX secolo la malattia abbia ucciso centinaia di migliaia di donne. La vita di quei medici che si impegnarono nella ricerca delle cause dell'infezione, come Gordon, Holmes e Semmelweis, fu resa difficile a causa delle loro scoperte, che rivelavano la colpevolezza degli stessi medici nella trasmissione della malattia.
    La prima intuizione di Gordon
    Alexander Gordon, medico scozzese nato nel 1752, intuì che la febbre puerperale era contagiosa. Egli operava come ostetrico ad Aberdeen. In questa cittadina, nel dicembre del 1789, si scatenò un’epidemia di febbre puerperale che durò sino al marzo del 1792. Gordon, abile osservatore, fu colpito dal fatto che quasi ogni paziente ferito, maschio o femmina, ricoverato all’Ospedale di Aberdeen, veniva colpito dall’infezione, nei pressi della ferita, subito dopo il ricovero. Questa osservazione gli bastò per confutare ogni teoria sulla febbre puerperale basata sulle lochiazioni, sul latte, o comunque sulla varietà di opinioni fantasiose accettate dalla classe medica dirigente: si convinse che la malattia venisse trasmessa per contagio. La sua immaginazione non arrivò però a postulare che venisse provocata da qualche agente specifico. Si limitò a considerare che «ogni persona che sia stata con una paziente affetta da puerperale si carica di atmosfera infetta, che viene comunicata a ogni donna incinta che capita nella sua sfera». Nel 1795, Gordon pubblicò A Treatise on the Epidemic Puerperal Fever of Aberdeen, nel quale spiegava, con il sostegno di tavole, rapporti autoptici e altri dati verificabili, la teoria del contagio. Commise, però, l’errore di pubblicare i nomi di 17 levatrici coinvolte, e, con l’ammissione della sua stessa colpevolezza, si procurò non solo l’ira delle levatrici, ma anche la perdita del suo stesso lavoro. In breve tempo le sue teorie furono dimenticate.

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  49. PARTE 3 di 3 (ma in realtà è 3 di 4)
    Le considerazioni di Holmes
    Già si riscontrava un crescente consenso intorno all'ipotesi che la febbre puerperale fosse una malattia contagiosa. Tra i sostenitori più convinti di questa teoria, Oliver Wendell Holmes, patologo, poeta e saggista americano, si pose l'obiettivo di persuadere gli scettici o di smontare le opinioni contrarie di alcuni dei principali ostetrici del periodo; tra questi, il famoso professore di ostetricia Charles Delucena Meigs, che persisteva nell’errore. Nel 1843, Holmes pubblicò un saggio in cui sosteneva che l’origine della febbre puerperale derivasse dal contatto e che fosse trasportata da un paziente ad un altro dagli stessi medici. Egli scrive che «La malattia nota come febbre puerperale è così contagiosa da essere frequentemente trasportata da una paziente all’altra da medici e infermieri». Holmes non arrivò a comprendere il meccanismo con cui la malattia veniva trasmessa, ma diede una serie di consigli preventivi, i quali, se seguiti alla lettera, avrebbero diminuito l’incidenza della febbre puerperale:
    1. i medici dovevano evitare le autopsie di casi di febbre puerperale quando si preparavano ad assistere un parto;
    2. se fosse stato necessario essere presenti a un’autopsia, tutti i vestiti dovevano essere cambiati e dovevano passare 24 ore prima che il modico potesse operare su una partoriente;
    3. nel caso della scoperta di un caso di febbre puerperale nella propria attività, il medico era obbligato a considerare il pericolo che la paziente successiva venisse contagiata, e a prendere appropriate precauzioni;
    4. ogni medico che avesse fatto esperienza di due casi in un breve periodo di tempo avrebbe dovuto lasciare la professione per almeno un mese.
    La soluzione di Semmelweis
    Sebbene Holmes non suggerisse alcuna forma specifica di disinfezione del corpo oltre al lavarsi, egli fece notare che un certo dottor Semmelweis aveva sperimentato un «presunto improvviso e notevole calo della mortalità per febbre puerperale», mediante l'utilizzo di uno spazzolino per pulire le unghie e grazie alla disinfezione delle mani con cloruro di calce. Ignác Semmelweis era un medico ungherese, assistente nella Clinica ostetrica all’Allgemeines Krankenhaus di Vienna. Effettivamente la mortalità, nel suo reparto, era calata notevolmente, sino a divenire quasi nulla. L’idea di Semmelweis era che «Sono le dita degli studenti, contaminatesi nel corso di recenti dissezioni, che portano la fatali particelle cadaveriche negli organi genitali della donna incinta». Egli era rimasto colpito dalla seguente osservazione: l’ospedale di Vienna era suddiviso in due padiglioni: in uno operavano medici e specializzandi, nell’altro solo ostetriche; nel 1846, su 4 mila puerpere ricoverate nel padiglione 1, affidato alle cure dei medici, la febbre puerperale ne aveva uccise 459 (l’11%); nel padiglione accanto, dove operavano solo ostetriche, la mortalità era invece dell’1%. Semmelweis fece introdurre nel suo reparto una soluzione di cloruro di calce, con la quale ciascuno degli studenti che si era impegnato in dissezioni di caveri il giorno stesso o il precedente, doveva lavarsi accuratamente le mani, prima di effettuare qualsiasi tipo di operazione su una donna incinta.

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  50. PARTE 4 di 4
    Il triste epilogo di Semmelweis
    Ci vorranno più di quarant’anni prima che la scoperta di Semmelweis venga accettata e applicata in modo generalizzato. La dimostrazione della contaminazione batterica fu data da Pasteur solo nel 1864 e, prima di allora, le scoperte di Semmelweis vennero screditate e le morti ripresero ad essere ingenti. Il povero dottore Semmelweis venne licenziato dall'ospedale di Vienna, nonostante i positivi risultati, per aver dato disposizioni senza averne l'autorità. Tornato in Ungheria applicò lo stesso metodo all'ospedale di San Rocco a Pest, ottenendo anche qui un abbassamento significativo dei nuovi casi di febbre puerperale. Ciononostante la comunità scientifica dell'epoca gli si scagliò contro ed il poveretto finì per essere ricoverato in manicomio, dove morì nel 1865, a causa delle percosse subite nell'istituto.
    I signori citati sopra ebbero un’intuizione: non dimostrabile scentificamente, almeno secondo quanto era scientificamente conosciuto e accettato all’epoca (anche in termini di strumenti di misura disponibili). Ma la loro intuizione era corretta. Quello che mancava all’epoca era la strumentazione necessaria a dimstrarla. Meno male che ci furono medici che conservarono il “dubbio”, e proseguendo nei loro studi, dimostrarono la verità che da lì in poi salvò un’infinità di vite umane.
    Proviamo allora a buttarla lì sull’omeopatia: forse il dottor Heinemann ebbe un’intuizione corretta. Forse il numero di Avogadro non è l’unico parametro in grado di descrivere cosa accada ad un solvente quando entra in contatto con un soluto (così come la massa non è l’unico parametro per descrivere correttamente cosa accade ad un ferromagnete quando viene a contatto con un magnete naturale). Forse alcune proprietà del soluto vengono trasmesse al solvente senza bisogno che il soluto resti presente in concentrazioni misurabili con i moderni metodi spettroscopici. Proprietà più sottili ... che la scienza odierna non è ancora in grado né di descrivere né di misurare.
    Non dico che sia realmente così ... ma la possibilità che possa essere così non può essere esclusa a priori. La scienza è piena di esempi analoghi. Se qualcuno avesse detto ad Einstein che alcune informazioni possono essere trasmesse a velocità super-luminare, lui stesso si sarebbe sbellicato dalle risate. I primi che ipotizzarono tale possibilità vennero additati dalla comunità scientifica come visionari. Ma chi conservò il “dubbio” alla fine giunse a concepire e realizzare quelli che oggi conosciamo come esperimenti di entanglement quantistico. E la possibilità di trasmettere informazioni a velocità maggiore di quella della luce divenne una realtà accettata scientificamente. Bisognava solo cercarla, e aspettare che ci fossero gli strumenti per verificarla.
    La storia della fisica e della medicina isegnano che le grandi svolte sono sempre avvenute grazie a persone che ebbero un’intuizione, e che conservarono il dubbio che “tutto ciò che era scientificamente conosciuto e dimostrato non fosse tutto ciò che fosse conoscibile e dimostrabile”.
    E chiudo con una citazione dal libro “Il dubbio” di Luciano De Crescenzo (mi scuso per le inesattezze ... ma vado a memoria non avendo il libro sotto mano) ... che penso ogni scienziato dovrebbe tenere ben a mente nello svolgere il suo lavoro: “Quando sei per le strade di un paesino sperduto in Cina, e vedi uno che se ne sta’ fermo a meditare. E non fa niente. Ma proprio niente di niente. Sta’ fermo lì e basta. Ecco, quando vedi una cosa così, il dubbio che quello lì abbia capito qualcosa che tu non hai ancora capito ... ecco, perlomeno il dubbio ti dovrebbe venire”.
    Un distinto saluto

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  51. cara/caro atropina,
    tutto molto interessante. tranne una frase, che è MOLTO errata:
    "I signori citati sopra ebbero un’intuizione: non dimostrabile scentificamente, almeno secondo quanto era scientificamente conosciuto e accettato all’epoca (anche in termini di strumenti di misura disponibili)"
    Non potevano forse misurare il mezzo (il campo magnetico, o vedere i microorganismi) ma gli effetti sì.
    Come hai detto tu nel primo, si prendono 100 cilindretti uguali con l'unica differenza di questa nuova proprietà e si vede che vi è una differenza statisticamente significante.
    In tutti gli esempi che tu mostri, la controparte "classica" non sta utilizzando il metodo scientifico, ma l'ipse dixit.
    Ipse dixit che è stato scalzato dal metodo scientifico da un po' di tempo, ritorni di fiamma a parte.

    Anzi, prova a indovinare quale disciplina si configura come un gigantesco ipse dixit, una disciplina che da 200 anni sostiene una teoria senza provare a dimostrarne l'EFFICACIA ma accettandola come buona acriticamente?
    Perché si torna sempre su questo, l'omeopatia è fanecca non perché ha dei presupposti teorici folli, ma perché ha ANCHE dei presupposti teorici folli insieme a studi statistici seri (ovvero, non aneddotici) nulli.

    Le teorie fuori dal pensiero contemporaneo fanno e faranno sempre più fatica a imporsi, perché contrastano con il sapere.
    Per teorie fuori dal comune servono prove fuori dal comune.
    Se però una teoria è VERA, quelle prove riuscirà a trovarle.
    Vedi la carcinogenesi da H. Pylori, che pure mi risulta essere una teoria molto ma MOLTO più giovane dell'omeopatia, e adesso da tutti accettata ;)

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  52. Avevano appena scoperto i primi magneti naturali ... ma ancora non lo avevano capito.

    Hai descritto esattamente cosa voglia dire "evidenza scientifica" i magneti attirano le particelle ferrose, puoi conoscere o meno i meccanismi di questo fenomeno ma l'osservazione ti dice che è reale, c'è, esiste.

    L'omeopatia non cura alcuna malattia, non più del placebo e proviamo a dimostrarlo da 2 secoli. Non riescono a dimostrarlo nè gli omeopati nè chi l'omeopatia non la considera scienza. Conoscere il meccanismo (che nessuno riesce a spiegare) quindi è di scarsa importanza (di quanti farmaci conosciamo poco il meccanismo...) visto che di risultato non ne esiste.

    Nel 1843, Holmes pubblicò un saggio in cui sosteneva che l’origine della febbre puerperale derivasse dal contatto e che fosse trasportata da un paziente ad un altro dagli stessi medici.

    Hai ricordato perfettamente uno dei motivi che permisero all'omeopatia di diffondersi.

    Siamo nel 1800, l'uomo non conosce nemmeno l'esistenza dei batteri (vedi ottimo esempio di Semmelweiss) e per gli scienziati le malattie sono causate e trasmesse da non specificati "miasmi". Le uniche cure dell'epoca erano i salassi (sanguisughe incluse) e le cauterizzazioni (senza anestesia).

    In quell'epoca nacque la "medicina" con la memoria dell'acqua che proponeva una zolletta di zucchero come alternativa alle sanguisughe ed alle amputazioni. Vedi tu...

    Proviamo allora a buttarla lì sull’omeopatia: forse il dottor Heinemann ebbe un’intuizione corretta. Forse...

    Ma certo, infatti l'omeopatia si studia, dopo due secoli è ancora sotto esame (anche se questo esame non lo ha mai superato), non si può certo dire che la scienza non l'abbia mai considerata...un'intuizione potrebbe pure essere corretta ma prima o poi devi dimostrarne qualche principio. Se invece tutti smentiscono ogni singolo dogma dell'intuizione qualche dubbio sulla sua correttezza dovrebbe cominciare a venire...

    Bisognava solo cercarla, e aspettare che ci fossero gli strumenti per verificarla.

    Perfetto, quindi finchè non avremo gli strumenti per verificare l'omeopatia o non riusciremo a misurarne gli effetti continuiamo a studiarla ma senza alcuna velleità di proporla come "cura". Giusto?

    Invece mi pare che fior di dottori continuino a spacciarla per medicina dicendo di poter curare malaria, AIDS, cancro ed asma o come vaccino.
    E' corretto? Etico? Scientifico?
    O è semplicemente un esempio (pericoloso) di come fare soldi alle spalle dei creduloni?

    A casa mia non vendi come medicinale un medicinale che non mostra di esserlo, se lo dimostrasse domani sarebbe una scoperta rivoluzionaria ma fino a quel giorno l'omeopatia è acqua di strega.

    Ti ricordo anche che gli omeopati affermano che l'omeopatia è scientifica, che i suoi effetti sono dimostrati e dimostrabili e che si tratta di medicina, l'esatto opposto di ciò che sostieni.

    La tua visione delle cose quindi è assolutamente distante da quella degli omeopati, mettetevi d'accordo...
    :)

    Ciao.

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  53. Belladonna200ch

    Cosa cavolo c'entra tutto quello che hai detto con l'omeopatia?

    Il primo punto è completamente INVENTATO

    Non è un bell'esordio, guarda. Ti faccio notare che la medicina si basa sull'evidenza, e su queste evidenze si è evoluta. Vale la pena di indagare quando il fenomeno esiste, come nel caso del contagio. Quando un fenomeno NON ESISTE su cosa bisogna indagare? SUL NULLA. E' il caso dell'omeopatia. Lascia perdere gli aneddoti, sono l'unica cosa che gli alternativi sanno portare. L'omeopatia è rimasta ferma a centinaia di anni fa sulle stesse supposizioni sbagliate. La medicina continua a curare e lo fa efficacemente in virtù di continui studi ed evoluzioni. La ricerca funziona così, l'omeopatia invece funziona in questo modo: "ripeto all'infinito che funziona finché non mi dicono che ho ragione". L'unico effetto che si ottiene è quello di vendere più robaccia, ma di curare la gente non c'è verso.

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  54. Innanzitutto mi scuso per il “primo punto completamente INVENTATO”. Chiaro che trattavasi di un aneddoto ... e siccome non sono un alternativo, quello era solo una aneddoto introduttivo all’idea del conservare-il-dubbio. Non era un’argomentazione a favore dell’INEQUIVOCABILE VALIDITA’ dell’omeopatia (che inequivocabile e forse neppure valida non è).

    Non sono un medico. Non sono un fanatico della new-age. Non sono ne’ pro e ne’ contro l’omeopatia. E non sono neppure a favore o contro la medicina ufficiale. Sono semplicemente un fisico, e tanto mi basta, che di teorie balzane e quesiti irrisolti ce ne sono già a sufficienza nel mio campo.
    E concordo pienamente con il commento di WeWee:


    “finchè non avremo gli strumenti per verificare l'omeopatia o non riusciremo a misurarne gli effetti continuiamo a studiarla ma senza alcuna velleità di proporla come "cura". Giusto?”

    Giusto.
    Però a me pare che di lavori scientificamente ben condotti sull’efficacia dell’omeopatia ce ne siano. Qui per esempio c’è una raccolta a cui ho dato recentemente uno sguardo (mi hanno particolarmente incuriosito le CONCLUSIONI):

    http://www.asdoh.it/files/le_prove_scientifiche_dellefficacia.pdf

    Da “possibilista” quale sono io, probabilmente sono più soggetto a fregature. E forse non sono riuscito a cogliere le panzanate nascoste nei numeri presentati. Voi, da “accaniti oppositori dell’omeopatia” (... e vi prego ... non vi offendete. Ogni tanto fa bene sdrammatizzare ... almeno quanto fa bene cambiare il mio Belladonna200CH in Atropina) magari riuscite a scovarle ed a farmele capire.
    ciao

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  55. beh, "Atropina" è più veloce da scrivere :D

    cmq, sul documento.. io non ho tempo di soffermarmici in questo preciso momento, lo riguarderò dopo.
    Però le prime righe che ho letto, nel paragrafo "aspetti scientifici" (altri aspetti non mi sono di grande interesse), presenta:
    - ormesi: notevolissima ipotesi, ma riguarda BASSE dosi, ma ancora entro il quantificabili (es: <100mrem annui per le radiazioni)
    - microscopic autoradiography: metodologia per studiare la farmacocinetica, e pure in questo caso si parla di dosi BASSE ma quantificabili.
    (qui nessuno mette in dubbio che anche una sola molecola abbia un'azione. Il problema è che in quelle omeopatiche 'un ci sta)

    con l'apoteosi "dalle ricerche su alcune molecole fisiologiche (citochine, neuromodulatori, ormoni, etc) che svolgono la loro azione in concentrazioni simili a quelle omeopatiche..."
    ci si sta prendendo per il culo.
    Devo andare a raccontare agli endocrinologi che la loro branca è invisa alla comunità scientifica e trattata come stregoneria!

    BASSE DOSI non è DOSI NULLE.
    E per quanto ci si possa venire a raccontare di nuove scoperte, la concentrazione e quindi il numero di molecole non può essere oggetto di discussione.
    Ovvero: potete sostenere che a quelle diluizioni, senza molecole, permane un effetto.
    Dovrebbero dimostrarlo, ma è una ipotesi ipotizzabile.
    Non si può invece ipotizzare, a quelle diluizioni, che vi siano molecole; o la tesi è cambiata, e adesso le diluizioni sono altre? (certo non 200CH)

    Indi, poi leggerò il resto. Se queste sono le premesse, si riderà.

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  56. Però a me pare che di lavori scientificamente ben condotti sull’efficacia dell’omeopatia ce ne siano.

    No.

    Ho dei dubbi su una serie di ricerche (che però sono talmente ingarbugliate da essere praticamente illeggibili) ma sto provando ad "interpretarle" per farmene un'opinione.
    Non posso conoscere *tutti* i lavori sull'omeopatia ma in genere leggo quelli indicati dagli stessi omeopati, dovrebbe già essere una buona selezione, ma quelli che ho letto (tutti) non giungono a nulla di concreto e molti di quelli definiti "storici" o "rivoluzionari" li ho riportati ed analizzati in questo blog.

    Potrei essermi perso qualcosa, ma proverò a rimediare.

    Qui per esempio c’è una raccolta

    Sono questi gli elementi che mi permettono di sostenere che gli omeopati non sono in buonafede perchè quello non è un elenco di studi che proverebbero scientificamente l'omeopatia (come annunciato) ma la solita lista di ricerche arrangiate, scadenti, deboli. Ho provato a leggere gli studi, alcuni sono davvero clamorosi per banalità ma mi sono fermato quando mi sono accorto che nella lista sono contenuti i noti lavori di Benveniste (in coppia con la Davenas, la segretaria che falsificava i dati), noti come esempio ed ormai sinonimo di frode scientifica.

    Ne hanno di strada da fare gli omeopati per parlare di "conferme scientifiche"...

    Non resta loro che affidarsi all'evidenza scegliendo una malattia che la medicina non guarisce e guarirla con qualsiasi rimedio in dosi omeopatiche o avvelenarsi ed utilizzare un antidoto omeopatico.
    In duecento anni nessuno ci ha mai provato, che nemmeno loro credano alle "conferme scientifiche"?
    ;)

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  57. Innanzitutto ... son sempre Mr BELLADONNA200CH ... ma vada per Atropina, che' c'ha ragione Thhh ... è più veloce da scrivere.

    Caro WeWee, ti devo le mie scuse. Son capitato sul tuo blog 2 giorni fa', per caso. Ho spulciato quì e la' ed il mio primo pensiero è stato: "ma guarda qui l'ennesimo medico convinto di aver già capito tutto e che non ha manco l'umiltà di conservarsi un po' di dubbio sul fatto che da capire c'è ancora molto".

    Unico debole argomento a mia difesa per tanta fretta e superficialità di giudizio è che accedo a internet solo dal lavoro e nelle pause pranzo. E un'ora è proprio pochina per soddisfare tutta la curiosità. Per cui la sequenza è stata più o meno questa: leggo, mi infastidisco un po', mi creo al volo un profilo Blogger, commento.

    In questi due giorni ho letto altre tue pubblicazioni, e quindi ... ti faccio le mie scuse. Di dubbi ne hai, al punto da approfondire ogni argomento che, superficialmente, sostiene di demolire ogni dubbio precedentemente esistente.
    Non posso che esprimerti tutto il mio apprezzamento per il modo professionale e scientifico con cui articoli i tuoi interventi.

    Resterò un lettore silente, almeno fino a che non avrò commenti scientificamente sensati da sottoporre.
    Buon lavoro

    RispondiElimina
  58. Caro WeWee, ti devo le mie scuse.

    Non devi, ma apprezzo moltissimo le tue parole, molto rare in una discussione del genere nel quale spesso ci si scontra per "pregiudizi" e posizioni fideistiche.

    E poi, uno scienziato senza dubbi avrebbe perso di vista le ragioni del proprio lavoro ed io spero di restare sempre pronto a risolverli questi dubbi...

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  59. Nel 2012, credere all'accuratezza delle ricerche scientifiche, e soprattutto della ricerca statistica (quando chiunque lavori in questo ambiente Sa che i risultati devono collimare con i desideri di chi paga) é anacronistico e illusorio come chi fa di un metodo alternativo una fede di vita.

    Buona giornata.

    RispondiElimina
  60. Nel 2012, credere all'accuratezza delle ricerche scientifiche, e soprattutto della ricerca statistica (quando chiunque lavori in questo ambiente Sa che i risultati devono collimare con i desideri di chi paga) é anacronistico e illusorio come chi fa di un metodo alternativo una fede di vita.

    Buona giornata.


    È davvero, davvero un peccato che esista una cosa chiamata riproducibilità, un'altra chiamata concorrenza e un'altra ancora chiamata trasparenza (per la quale ogni ricerca deve indicare in chiaro i finanziatori di tale ricerca). Davvero un peccato.

    RispondiElimina
  61. @giacomo
    sono uno studente di medicina genovese
    cos'è la "medicina genovese"? ;)
    scusa ma l'ordine conta :)

    RispondiElimina

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