tag:blogger.com,1999:blog-6541863716412341533.post2587129372485744169..comments2024-02-19T21:20:24.717+01:00Comments on MedBunker - Le scomode verità: Il topolino ubriaco e l'omeopata contentoSalvo Di Graziahttp://www.blogger.com/profile/14818538577647614522noreply@blogger.comBlogger139125tag:blogger.com,1999:blog-6541863716412341533.post-35359869274823653502018-01-10T19:39:10.560+01:002018-01-10T19:39:10.560+01:00"Prof. Bellavite" un nome che è tutto un..."Prof. Bellavite" un nome che è tutto un programma Anonymoushttps://www.blogger.com/profile/13374159469390027264noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6541863716412341533.post-44552520695165489822017-01-20T11:58:38.382+01:002017-01-20T11:58:38.382+01:00Salve a tutti... Mi domandavo se alla fine questo ...Salve a tutti... Mi domandavo se alla fine questo famoso studio sui topi ansiosi fosse stato in qualche modo ripetuto, e dunque validato, o se comunque fossero emersi nuovi elementi sulla questione. Lo chiedo perché oggi, ancora sette anni dopo, l'ho visto citare da una commentatrice nel blog della Boiron come argomento a favore dell'omeopatia. Nel link all'ultimo aggiornamento (commento dei ricercatori del Mario Negri) la pagina di pubmed mi appare vuota. Franccesca Violihttps://www.blogger.com/profile/05220410886200325469noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6541863716412341533.post-78422970533291673082010-06-21T14:49:41.499+02:002010-06-21T14:49:41.499+02:00"Credo che più di mille analisi statistiche d..."Credo che più di mille analisi statistiche di un unico lavoro, conti la valutazione globale dei risultati di altri nuovi lavori."<br /><br />Mi sembra una conclusione sensata, sulla quale concordo pienamente.g.santinihttps://www.blogger.com/profile/04321720900185960829noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6541863716412341533.post-44336803678801249472010-06-21T14:31:49.655+02:002010-06-21T14:31:49.655+02:00Mi sono accorto di una inesattezza nella mia anali...Mi sono accorto di una inesattezza nella mia analisi statistica.<br />Per valutare quanti topi di controlli potessero avere vinto il confronto con quelli trattati, ho preso come parametro il SEM delle medie riportate in tabella 4 (avevo calcolato una larghezza della gaussiana pari a 2,5 per i topi di controllo e pari a 3,4 per i topi trattati). In realtà, per tale valutazione, va considerato non l'errore delle medie (cioè il SEM), ma la larghezza della gaussiana che descrive i risultati dei singoli topi. Tale larghezza è proprio quel valore 10 da cui ero partito per calcolare 2,5 e 3,4. Dunque, volendo scegliere una probabilità del 90% che ulteriori misure ricadano nell'intervallo definito dall'incertezza, dobbiamo considerare le medie con una incertezza di 10*1,64=16,4 in + o in -. Con tali intervalli, le mie conclusioni sono ulteriormente rafforzate.<br />NOTA: poiché il campione che si considera ora è composto da 48 o 96 topi, e non più da 16 o 8, il calcolo del valore 1,64 è stato fatto usando l'integrale normale degli errori al posto della distribuzione t di Student.Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6541863716412341533.post-34636362194972464342010-06-21T14:31:18.835+02:002010-06-21T14:31:18.835+02:00@Santini
"...c'è un effetto e si cerca d...@Santini<br /><br />"...c'è un effetto e si cerca di dimostrare che non c'è (o, per lo meno, non è statisticamente significativo)...."<br /><br />In questo modo lei dà per assodato che l'effetto ci sia...in realtà l'analisi statistica serve proprio per valutare se "l'apparente effetto" che risulta dalle misure in laboratorio sia dovuto ad un reale effetto clinico. Se le risultanze delle misure non sono significative, non si può dire "c'è un effetto".<br /><br />Per il suppostone, so bene che anche lui è frutto di lavori e analisi statistiche. Tuttavia, ribadendo comunque che la mia era principalmente una battuta, volevo solo sottolineare che quando l'effetto clinico è evidente, anche l'analisi statistica lascia poco spazio all'interpretazione.<br /><br />Volevo concludere dicendo che non è certo in questa sede che si può dare un giudizio definitivo sul valore del lavoro del Prof. Bellavite. Le mie valutazioni statistiche e (credo...) anche quelle di max(L), vogliono solo essere un contributo alla parte tecnica del dibattito, non certo sentenze definitive. Credo che più di mille analisi statistiche di un unico lavoro, conti la valutazione globale dei risultati di altri nuovi lavori. <br /><br />Come dice drakkar, parleranno i fatti.Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6541863716412341533.post-23247383849273095032010-06-20T19:13:48.314+02:002010-06-20T19:13:48.314+02:00"Morale (semi-seria): se per dimostrare l'..."Morale (semi-seria): se per dimostrare l'efficacia di un prodotto omeopatico è necessario stare a sindacare su quale post-hoc test scegliere per confermare o meno il risultato, non è che per caso quel prodotto è inefficace?"<br /><br />Ma qui avviene il contrario: c'è un effetto e si cerca di dimostrare che non c'è (o, per lo meno, non è statisticamente significativo). L'articolo ti dice che somministrando quel medicinale omeopatico ottieni quell'effetto, esattamente come nel tuo esempio del suppostone e del deretano. Per cui è efficace.<br />E comunque anche per arrivare all'effetto del suppostone si è passato per lavori convalidati da indagini statistiche... :-)g.santinihttps://www.blogger.com/profile/04321720900185960829noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6541863716412341533.post-1557735233010895372010-06-18T22:30:14.001+02:002010-06-18T22:30:14.001+02:00@santini
solo un appunto, la definizione di omeop...@santini<br /><br />solo un appunto, la definizione di omeopatia come pseudoscienza non è mia ma accademica<br /><br />per quanto riguarda il resto voglio rispondere solo a questo<br /><br /><i>prova un attimo a pensare se qualcuno avesse utilizzato lo stesso tono nei riguardi di un qualche risultato della tua attività professionale, qualunque essa sia</i><br /><br />se nel mio campo avessi sostenuto una qualsiasi teoria non scientifica sarei stato non solo criticato, ma mandato a coltivare peperoni<br /><br />comunque per me discorso chiuso, parleranno i fattitheDRaKKaR the bloody homeopathhttps://www.blogger.com/profile/11616480562001292776noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6541863716412341533.post-34528392953710285902010-06-18T15:41:19.925+02:002010-06-18T15:41:19.925+02:00@ max(L)
sì sì, eri stato chiaro anche prima sull&...@ max(L)<br />sì sì, eri stato chiaro anche prima sull'opinabilità del metodo LSD. E' solo che quando hai detto:<br /><br />"...nessuno vieta allo sperimentatore, ed e' una sua legtittima curiosita' scientifica, di scegliere un'ipotesi complessa come il confronto tra piu' trattamenti (o diluizioni) anziche' solo due..."<br /><br />mi premeva chiarire che io non avevo "delegittimato" la scelta dei ricercatori, ma solo preso atto della sua maggiore complessità rispetto al modello discusso da me.<br /><br />Uscendo ora per un attimo dalle pedanti analisi statistiche, e volendo banalizzare e ragionare un po' "a spanne" (stile: "bar dello sport la domenica mattina") mi viene la seguente battuta/riflessione che rivolgo a tutti:<br /><br />" ma quando ci infiliamo una supposta nel deretano per farci abbassare la febbre da cavallo che ci perseguita da giorni, abbiamo forse bisogno dei test statistici per sapere se la febbrona si è abbassata?! "<br /><br />Morale (semi-seria): se per dimostrare l'efficacia di un prodotto omeopatico è necessario stare a sindacare su quale post-hoc test scegliere per confermare o meno il risultato, non è che per caso quel prodotto è inefficace? :-)Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6541863716412341533.post-74681252791882582742010-06-18T15:25:45.363+02:002010-06-18T15:25:45.363+02:00Questo commento è stato eliminato dall'autore.Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6541863716412341533.post-13015596163625276942010-06-18T15:23:19.570+02:002010-06-18T15:23:19.570+02:00"e per quanto riguarda i mesi passati in labo..."e per quanto riguarda i mesi passati in laboratorio, anche questa è una sua scelta, non lo fa sotto minaccia di morte, credo. Indagare una pseudoscienza significa attirare critiche anche aspre, se non è in grado di reggere la pressione si dedichi ad altro, non a dettare condizioni su internet nel tentativo di porre un freno alla valanga di critiche ricevute..."<br /><br />Chi si dedica alla ricerca scientifica come lavoro primario sa che la critica è il primo ostacolo con il quale convivere, a maggior ragione se ti muovi in settori poco esplorati. Quando pubblichi su una rivista che generalmente non si dedica alle "pseudoscienze" (come ti piace definirle), devi comunque aspettarti delle obiezioni effettuate dai tuoi stessi colleghi (i referee di quella rivista) che lavorano nel tuo stesso settore; ragion per cui sai già che le critiche che ti verranno mosse saranno sicuramente molto approfondite e dettagliate. Quindi figurati se costituisce un problema affrontare le obiezioni sicuramente leggittime, ma manifestate da chi sa poco o nulla del razionale (omeopatico) della metodologia in oggetto.<br />Quanto al "numero", non so se le critiche al lavoro di Bellavite sono state una "valanga" o se si sono mantenute nel fisiologico, ma immagino come ti devi sentire quando il lavoro di anni viene criticato con un atteggiamento permeato da un ironia (pardon, sarcasmo!) che in qualche punto è andato sicuramente sopra le righe: prova un attimo a pensare se qualcuno avesse utilizzato lo stesso tono nei riguardi di un qualche risultato della tua attività professionale, qualunque essa sia. Certo, sicuramente ognuno è libero di reagire come crede e decidere autonomamente quale atteggiamento tenere in questi casi, ma uno stile meno "irritante" (mia opinione personale, a prescindere da scuse, querele, tribunali e via dicendo) forse avrebbe reso la discussione meno "rigida" e più fruttuosa per tutti.g.santinihttps://www.blogger.com/profile/04321720900185960829noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6541863716412341533.post-88878822477090367362010-06-18T14:30:02.193+02:002010-06-18T14:30:02.193+02:00@enrico:
io non ho mai detto che la metodologia e ...@enrico:<br /><i>io non ho mai detto che la metodologia e l'analisi statistica usate nell'articolo di Bellavite siano errate o inopportune</i><br /><br />Ecco, mi accorgo ora di non essere stato forse abbastanza chiaro quando dicevo della correttezza dell'analisi statistica. E' corretto il modello statistico (ANOVA e analisi post-hoc) ma e' opinabile la scelta del metodo post-hoc (LSD) sui cui risultati, espressi in termini di signifcativita' statistica, ruotano le conclusioni .<br />Tra l'altro SPSS (il pacchetto statistico utilizzato per l'analisi) non e' vincolato al solo LSD e consente in una sola riga di specificare piu' metodi post-hoc. Ovviamente la scelta del metodo dovrebbe essere fatta apriori e non a posteriori in base alle significativita' ottenute con i diversi metodi a disposizione.<br />Metto qui un link a un pdf d'esempio:<br /><a href="http://www.nd.edu/~rwilliam/stats1/x53.pdf" rel="nofollow"> "ANOVA, SPSS e confronti post-hoc"</a><br />La tabella a pag. 2 riporta in quarta colonna le significativita' (p-values) relative ad alcuni confronti fittizi (1 vs 2, 1 vs 3,... etc. in colonna 1). <br />L'analisi della tabella mostra chiaramente che le significativita' dipendono dal metodo scelto e che in alcuni casi laddove l'LSD indica un confronto come significativo e’ possibile che gli altri metodi lo indichino come non-significativo. Ad es. il confronto 1 vs 2 secondo il metodo LSD risulterebbe significativo (p = 0.009574), secondo i metodi di Bonferroni, Sidak e Scheffe, dubbio o non-signifcativo (p = 0.057442, p = 0.056084, p = 0.068155 rispettivamente), significativita' comunque tra loro consistenti.max(L)https://www.blogger.com/profile/07516114447904809158noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6541863716412341533.post-21283458362436972632010-06-18T13:09:54.897+02:002010-06-18T13:09:54.897+02:00@santini/bellavite
Beh, allora anche il tono iron...@santini/bellavite<br /><br /><i>Beh, allora anche il tono ironico e decisamente canzonatorio con il quale WeWee ha commentato il lavoro di Bellavite potrebbe risultare altrettanto sgradevole per chi ha passato mesi e mesi in laboratorio a raccogliere i dati e a scrivere il lavoro scientifico</i><br /><br />e allora? se vuole leggere questo blog lo legga, se vuole rispondere risponda, se vuole querelare quereli, ma, ripeto, pensare di venire qui a dettare condizioni definisce moralmente<br /><br />ha tutti gli strumenti legali e civili per controbattere, li usi<br /><br />e per quanto riguarda i mesi passati in laboratorio, anche questa è una sua scelta, non lo fa sotto minaccia di morte, credo. Indagare una pseudoscienza significa attirare critiche anche aspre, se non è in grado di reggere la pressione si dedichi ad altro, non a dettare condizioni su internet nel tentativo di porre un freno alla valanga di critiche ricevute...theDRaKKaR the bloody homeopathhttps://www.blogger.com/profile/11616480562001292776noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6541863716412341533.post-48190794394398301762010-06-18T00:38:02.968+02:002010-06-18T00:38:02.968+02:00"Il prodotto omeopatico di partenza, è una di..."Il prodotto omeopatico di partenza, è una diluizione 1C, cioè è un liquido composto dal 30% di alcool etilico e dal 70% d'acqua distillata nel quale sono disciolte 4x10^18 molecole di gelsemine per ogni litro (4 miliardi di miliardi di molecole per litro)."<br /><br />In realtà la cosa è un filo più complessa, perchè la prima dinamizzazione centesimale si fa a partire non dal singolo alcaloide citato, ma dalla Tintura Madre del vegetale (prodotta, come ho detto, secondo rigide norme di Farmacopea). Risparmio l'elenco, ma sul piano della titolazione dei principi attivi la gelsemina, pur rappresentando la quota più cospicua, è comunque in buona compagnia.g.santinihttps://www.blogger.com/profile/04321720900185960829noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6541863716412341533.post-29253024102190095202010-06-18T00:30:05.769+02:002010-06-18T00:30:05.769+02:00@Santini
Ha ragione, in realtà non era una obiezi...@Santini<br /><br />Ha ragione, in realtà non era una obiezione (forse la forma che ho usato effettivamente faceva venire il dubbio che lo fosse...). Era solo un modo per rafforzare quello che diceva lei. Sa, dopo tanti contrasti, a volte viene voglia di sottolineare i pochi punti su cui si è d'accordo :-)Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6541863716412341533.post-9376965578085701022010-06-18T00:25:05.449+02:002010-06-18T00:25:05.449+02:00"Oh, dimenticavo! Professione? Ad oggi, "..."Oh, dimenticavo! Professione? Ad oggi, "marketing". Va bene lo stesso o devo cambiare il lavoro che mi permette di sopravvivere per sapere cosa diamine è contenuto (e in che quantità) in Gelsemium?!?!?"<br /><br />Io non ho problemi su nomi e/o professioni, ma mi sembra di avere già risposto. Poichè vedo che la domanda è stata posta ancora, mi ripeto. Bisogna consultare la "Farmacopea Ufficiale Italiana"(*). Probabilmente sotto la "G" troverà "Gelsemium sempervirens" e tutti dati che le interessano. Non essendo io nè un CTF, nè un farmacista o azienda farmaceutica, non posso esserle di ulteriore aiuto.<br /><br />(*) da Wikipedia:<br />La farmacopea è un codice farmaceutico, cioè un complesso di disposizioni tecniche e amministrative rivolte a permettere il controllo della qualità dei medicamenti, sostanze e/o preparati finali, mediante l'indicazione di metodi di verifica analitica e tecnologica delle specifiche di qualità, dei metodi di preparazione o della formulazione.g.santinihttps://www.blogger.com/profile/04321720900185960829noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6541863716412341533.post-42938588474604556512010-06-18T00:20:13.466+02:002010-06-18T00:20:13.466+02:00@Yari
non so se sarà sufficiente, ma la caparbiet...@Yari<br /><br />non so se sarà sufficiente, ma la caparbietà a volte premia...<br /><br />Nella terza pagina dell'articolo che trovi qui http://www.springerlink.com/content/r226513783u01u05/fulltext.pdf<br /><br />trovi l'immagine della pianta e la molecola del principale componente che è l'alcaloide che si chiama (in inglese) gelsemine. Non so dirti cosa sia esattamente un alcaloide, ma wikipedia ti aiuta.<br /><br />Il prodotto omeopatico di partenza, è una diluizione 1C, cioè è un liquido composto dal 30% di alcool etilico e dal 70% d'acqua distillata nel quale sono disciolte 4x10^18 molecole di gelsemine per ogni litro (4 miliardi di miliardi di molecole per litro). Per ottenere le altre diluizioni, ad esempio la Cn, (n è un numero) devi dividere quel numerone di sopra per 10^(2n) (1 seguito da 2n zeri). <br />Altro non so dirti :-)Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6541863716412341533.post-37422902542328718462010-06-18T00:16:30.039+02:002010-06-18T00:16:30.039+02:00"come giustamente lei dice : "...Non fun..."come giustamente lei dice : "...Non funziona così: è molto più importante ripetere l'esperimento in laboratori diversi...."<br />Uno dei principi fondamentali del metodo scientifico è proprio la ripetibilità dei risultati da parte di altri gruppi di ricerca. Se quel risultato sulla memoria dell'acqua, non è stato ottenuto da nessun'altro, probabilmente è per il fatto che più che essere una vera e propria bomba, era una vera e propria balla, non crede?"<br /><br />Scusi, ma io cosa ho detto? Una cosa diversa? Non capisco l'obiezione, ma provo a ripeterlo in termini più semplici. Ho detto che quell'esperimento, se ripetuto, avrebbe avuto un effetto dirompente sul piano scientifico. Non essendoci stata una verifica da parte di altri laboratori, non c'è stato nessun effetto.<br />Scusate, ma qui si usa controbattere anche quando si dicono le stesse cose? :-)g.santinihttps://www.blogger.com/profile/04321720900185960829noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6541863716412341533.post-77352370348599156292010-06-17T23:52:59.104+02:002010-06-17T23:52:59.104+02:00Siccome mi sono già stati fatti due appunti su tal...Siccome mi sono già stati fatti due appunti su tale questione, vorrei ancora chiarire quanto già precisato in altri commenti :-)<br /><br />io non ho mai detto che la metodologia e l'analisi statistica usate nell'articolo di Bellavite siano errate o inopportune, né che non erano legittimati a fare certe scelte o che hanno sbagliato a dividere i topi in 6 gruppi o simili. Ho solo constatato la (legittima) complessità dello studio fatto e la conseguente complessità dell'analisi statistica necessaria. Nel mio intervento, poi, ho solo esaminato un caso particolare (cioè una sola diluizione ed un solo esperimento) ed ho dedotto alcuni dati mancanti per rendere possibile l'uso di un modello statistico più semplice e chiaro (ma non per questo meno efficace). Anche qui, prima che qualcuno me lo faccia notare, i "dati mancanti" non sono tali perché gli autori hanno fatto qualcosa di male, assolutamente no!, ma solo perché hanno adottato un modello di studio diverso da quello che ho proposto e quindi ho cercato di dedurli (ragionevolmente) dai dati disponibili.<br /><br />@Santini<br /><br />"...di fatto, nessun laboratorio è riuscito a replicarlo e questo ha determinato il destino negativo della pubblicazione di una notizia che, di per sè, era una vera e propria bomba (al punto da essere stata pubblicata su Nature)..."<br /><br />come giustamente lei dice : "...Non funziona così: è molto più importante ripetere l'esperimento in laboratori diversi...."<br />Uno dei principi fondamentali del metodo scientifico è proprio la ripetibilità dei risultati da parte di altri gruppi di ricerca. Se quel risultato sulla memoria dell'acqua, non è stato ottenuto da nessun'altro, probabilmente è per il fatto che più che essere una vera e propria bomba, era una vera e propria balla, non crede? :-)Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6541863716412341533.post-81260602031984643862010-06-17T22:20:09.561+02:002010-06-17T22:20:09.561+02:00Oh, dimenticavo! Professione? Ad oggi, "marke...Oh, dimenticavo! Professione? Ad oggi, "marketing". Va bene lo stesso o devo cambiare il lavoro che mi permette di sopravvivere per sapere cosa diamine è contenuto (e in che quantità) in <i>Gelsemium</i>?!?!?Yari Davoglio | Cronache dal '900https://www.blogger.com/profile/17001249317784938460noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6541863716412341533.post-8742736630200181102010-06-17T22:17:00.370+02:002010-06-17T22:17:00.370+02:00Evidentemente Bellavite non sa nulla di giurisprud...Evidentemente <b>Bellavite</b> non sa nulla di giurisprudenza, dato che cita "a muzzo" i termini "diffamazione" e "calunnia".<br /><br />Inoltre, ho chiesto tre volte cosa ci sia e in quali quantità in <i>Gelsemium</i> ed ancora brancolo nel buio. Eppure il mio nick corrisponde al mio nome e cognome...<br /><br />Bah...Yari Davoglio | Cronache dal '900https://www.blogger.com/profile/17001249317784938460noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6541863716412341533.post-64327897677829135152010-06-17T21:37:46.968+02:002010-06-17T21:37:46.968+02:00Ecco, ho ribadito con una nota che la disponibilit...Ecco, ho ribadito con una nota che la disponibilità per una replica di Bellavite è stata data.<br />Se vuole può farlo, se non gli interessa non lo farà. Non c'è altro da dire.<br /><br />Chiuso il discorso.<br /><br />Per ogni comunicazione restano disponibili i miei indirizzi privati.Salvo Di Graziahttps://www.blogger.com/profile/14818538577647614522noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6541863716412341533.post-8382450117976334742010-06-17T21:18:07.958+02:002010-06-17T21:18:07.958+02:00Beh, allora anche il tono ironico e decisamente ca...<i>Beh, allora anche il tono ironico e decisamente canzonatorio con il quale WeWee ha commentato il lavoro di Bellavite potrebbe risultare altrettanto sgradevole per chi ha passato mesi e mesi in laboratorio a raccogliere i dati e a scrivere il lavoro scientifico.</i><br /><br />Eh no, carissimo. Non stanno così le cose.<br />Il mio tono può essere canzonatorio o ironico o satirico, ma non mi sono permesso nè di definire incompetente Bellavite nè di definire te un ciarlatano perchè pratichi una medicina alla quale non credo. Se dico che l'omepata prescrive acqua fresca lo posso dire se dico che truffa no.<br /><br />Se non si fosse capito la "richiesta" di Bellavite mi ha molto sorpreso e non nascondo anche un po' di rabbia, visto che mi ero messo stupidamente a disposizione per lasciargli nuovamente libertà di replica.<br /><br />Per me il discorso è chiuso e non vorrei riprenderlo più.<br /><br />Se vuole lui (o chi per lui) può contattarmi privatamente ma a questo punto la replica l'ha già data più di una volta, a modo suo, non sarò certo io a porgere la mano a questo punto.<br /><br />Saluti.Salvo Di Graziahttps://www.blogger.com/profile/14818538577647614522noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6541863716412341533.post-21410645476490156882010-06-17T21:11:39.900+02:002010-06-17T21:11:39.900+02:00desidero precisare che la discussione col sottoscr...<i>desidero precisare che la discussione col sottoscritto potrà eventualmente continuare solo alle seguenti condizioni</i><br /><br />Leggo solo ora questo commento.<br /><br />Le condizioni qui se proprio dobbiamo puntualizzarlo le dovrebbe porre il padrone di casa, non gli ospiti, ai quali in genere è richiesto un comportamento civile e corretto. In ogni caso:<br /><br /><i>Innanzitutto è necessario che subito in calce all'articolo iniziale "L'omeopata contento e il topolino ubriaco" - prima dei commenti - sia scritto chiaramente che si è trattato di un errore di cui ci si scusa con gli autori dell'articolo in questione.</i><br /><br />Con chi mi dovrei scusare, con l'articolista de "La Stampa"? E' quello l'articolo che commentavo, è scritto chiaramente e l'ho ripetuto.<br /><br />Nella foga non si è probabilmente accorto però che il giorno stesso della sua replica ho aggiornato l'articolo linkando la sua risposta (che è linkata <b>direttamente</b> e quindi chi vuole la legge senza sorbirsi il resto dei commenti) e questo per correttezza.<br /><br />Proprio per il fatto che la mia critica era basata sull'articolo de "La Stampa" mi ero ripromesso di studiare l'originale e di preparare delle domande, proprio per darle pieno diritto di replica.<br /><br />Ritenevo questa possibilità una maniera per darle modo di chiarire e di replicare al mio articolo in piena libertà e dovrebbe essere nel suo interesse ma vedo che lei non apprezza e pone severe e precise condizioni.<br /><br />Qui non siamo all'università ma su internet, non lo dimentichi.<br /><br />Ha replicato, volevo darle possibilità di farlo ancora meglio e lei pone condizioni.<br />Che le posso dire, condizioni qui non ce ne sono, partecipa chi vuole e se vuole.<br /><br />Le scuse naturalmente non devo farle a nessuno (e mi stupisce la sua richiesta), perchè formalmente non ho commesso nessun errore, (nè mai ho dileggiato l'autore dello studio) e porla su questo piano non le conviene, secondo me.<br /><br />In più vorrei ricordare al prof. Bellavite che nonostante lei abbia utilizzato termini offensivi nei miei confronti (mentre io non ho offeso nessuno) non le ho chiesto di chiedermi scusa.<br />Prima di <i>pretendere</i> quindi, un bell'esame di coscienza non fa mai male.<br /><br />Per quanto mi riguarda oltretutto questi messaggi potrebbero pure non essere suoi, ha il mio contatto personale e pure quello del mio ufficio legale, se servisse (colonna a destra del blog). Mi contatti in privato quindi perchè questi spettacoli qui non sono gradevoli.<br /><br />Ah, mi contatti personalmente con il suo nome, cognome e qualifica professionale e non con un nick qualunque, non è bello che il sottoscritto, medico noto e stimato, risponda nei commenti di un blog ad un messaggio di cui non ha nemmeno sicurezza sulla veridicità visto che scrive per interposta persona firmandosi con un nome non suo. <br /><br />Come potrà ben capire non ho molto tempo da perdere.<br /><br />Cordiali saluti anche a lei.Salvo Di Graziahttps://www.blogger.com/profile/14818538577647614522noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6541863716412341533.post-81265961652194190172010-06-17T20:43:40.785+02:002010-06-17T20:43:40.785+02:00"ra l'altro è anche eticamente sgradevole..."ra l'altro è anche eticamente sgradevole pensare di dettare condizioni di questo tipo"<br /><br />Beh, allora anche il tono ironico e decisamente canzonatorio con il quale WeWee ha commentato il lavoro di Bellavite potrebbe risultare altrettanto sgradevole per chi ha passato mesi e mesi in laboratorio a raccogliere i dati e a scrivere il lavoro scientifico.<br />Le cose si possono dire in tanti modi e non sono assolutamente contro un pizzico di ironia, visto che spesso sono il primo ad utilizzarla per sdrammatizzare qualche scontro dialettico. Basta non esagerare...g.santinihttps://www.blogger.com/profile/04321720900185960829noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6541863716412341533.post-44150083676196025662010-06-17T20:31:26.187+02:002010-06-17T20:31:26.187+02:00"Un singolo studio a prova di bomba varrebbe ..."Un singolo studio a prova di bomba varrebbe molto più di sei con varianze stratosferiche."<br /><br />Non funziona così: è molto più importante ripetere l'esperimento in laboratori diversi. Ti porto come esempio l'esperimento di Benveniste relativo alla memoria dell'acqua. Di fatto, nessun laboratorio è riuscito a replicarlo e questo ha determinato il destino negativo della pubblicazione di una notizia che, di per sè, era una vera e propria bomba (al punto da essere stata pubblicata su Nature).g.santinihttps://www.blogger.com/profile/04321720900185960829noreply@blogger.com