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giovedì 30 aprile 2015

Ingannati

Vi siete mai chiesti come mai esistono tante persone che raccontano di effetti meravigliosi di finte medicine o di cure non reali?
Come mai in tanti dicono "su di me ha funzionato" a proposito di omeopatia o agopuntura?
Perché c'è chi racconta effetti da sedute da un pranoterapeuta o un guaritore?
Non sarà che "la scienza ancora non conosce tutto"?
La scienza sicuramente ancora non conosce tutto e sicuramente ancora è ad un livello minimo rispetto alla conoscenza "totale" ma credere che qualcuno possieda un fluido magico nelle mani (come nel caso dei pranoterapeuti) o che lo zucchero possa curare le malattie (come nel caso dell'omeopatia) è davvero ingenuo. Se le prove dicono che una "cura" non ha effetti, perché c'è sempre chi dirà che gli effetti li ha avuti personalmente?
Tra le tante spiegazioni possibili, dall'effetto placebo agli errori di valutazione, la possibilità che quella giusta sia la più complicata, ovvero che tutti gli studi e l'evidenza sbaglino, è davvero difficile.
L'effetto placebo lo conosciamo più o meno tutti. "Fare qualcosa", soprattutto "prendere una medicina" quando si sta male, è già un modo per "curarsi", anche se in realtà non si "prende una medicina" vera. In realtà, in caso di placebo, non assumiamo nulla di "funzionante", nessun principio attivo e quindi non c'è una sostanza con un effetto reale, oggettivo dal punto di vista materiale ma la sostanza scatena in noi una serie di meccanismi fisiologici, psicologici e comportamentali che possono ottenere un miglioramento, a volte reale, a volte solo percepito.
Questi miglioramenti sono talmente reali da essere addirittura misurabili!
Ma esistono altre spiegazioni. Se ad esempio studiamo una pratica non scientifica e gli esperimenti ci dicono che non funziona, questo significa che su 100 prove (sto semplificando), solo 2 hanno mostrato risultati, ovvero la cura non ha efficacia perché quei due miglioramenti potrebbero essere dovuti a qualsiasi altra cosa. Le due persone migliorate però potranno giurarci: la cura è servita. Un'altra spiegazione è che spesso si confondono avvenimenti normali e conosciuti con gli effetti di qualcosa che abbiamo fatto. Se incrociamo le dita ed un esame ha esito positivo, incrociare le dita "porterà fortuna", lo abbiamo visto con i nostri occhi ma senza riflettere che probabilmente quell'esame sarebbe andato bene facendo qualsiasi cosa o anche niente.

La cosa più affascinante è che meglio è "ingannata" la nostra mente, migliore sarà il risultato. Una puntura di acqua avrà più effetto di un bicchiere d'acqua ed uno sciroppo amaro funzionerà sul mal di testa meglio di uno sciroppo dolce, questo perché l'amaro è un sapore talmente intenso da colpire più efficacemente la nostra psiche. Qualcuno forse non sa che tra i rimedi popolari per il mal di testa vi è il caffè. Questa non è un'invenzione, la caffeina ha effettivamente un blando effetto contro le cefalee ma la "saggezza" popolare ha trovato il modo di renderla più potente. Il limone. Mettere un po' di succo di limone in una tazzina di caffè, rende questa bevanda disgustosa (volete provarci?), imbevibile. Il sapore orrendo della bevanda la rende "potentissima". In realtà non vi è alcun motivo per cui l'aggiunta del limone debba aumentare l'effetto della caffeina, è lo "shock" nel bere quell'intruglio a "convincerci" che "deve" funzionare. Per lo stesso motivo, quando la medicina non aveva tante armi, la maggioranza delle pozioni e degli intrugli da bere avevano un saporaccio. Fateci caso: tutte le medicine che si basano sull'effetto placebo, spiegano il loro meccanismo di funzionamento in maniera contorta, complicata. Se l'Aspirina funziona perché ha effetto "anti infiammatorio", il granulo omeopatico funziona perché "esso ha in sé il quadro della malattia, in quanto la può provocare nel soggetto sano" (copiato da un sito di una società di omeopatia). Come fa un granulo di zucchero ad avere "il quadro della malattia"? Non si sa e gli omeopati non lo spiegano.
Questo meccanismo però è talmente incomprensibile che chi lo legge può pensare "io non ci capisco niente ma se lo dicono loro...".

L'effetto placebo ha infatti una serie di elementi che possono potenziarlo, si chiamano "rinforzi" e servono a dare più potenza ad una "cura". Se l'omeopatia funzionasse (se quindi lo zucchero avesse reali poteri curativi), perché assumere la caramellina una volta ogni 6 ore, senza aver mangiato nulla prima o dopo, non lavarsi i denti, non usare alimenti piccanti o irritanti, non toccare con le mani e così via? Questi sono i "rituali" che consentono al "granulo" omeopatico di essere "magico", di funzionare di più.


Perché un pranoterapeuta deve "concentrarsi", creare l'atmosfera (luci, profumi, suoni...) e mostrarsi stanco alla fine della "seduta?
Se io da medico somministrassi un farmaco potentissimo dicendo "lo prenda, tanto non serve a nulla, ha pochissimi effetti", molto probabilmente otterrei risultati di parecchio inferiori a quelli che si attendono da quel farmaco.
Il nostro cervello è assolutamente "condizionabile" da questo punto di vista. Riesce persino a dare il merito di una guarigione, di un effetto a qualcosa che non lo ha. Pensate agli effetti dell'usatissimo "bicchiere d'acqua". Uno svenimento, un attacco d'ansia, una paura e..."prendi un bicchiere d'acqua, vedrai, ti passerà".
...e le carezze della mamma? Il "bacino sulla bua"?
Il nostro cervello cerca semplicemente qualcosa a cui aggrapparsi per "stare meglio" e quando sta meglio cerca qualcosa a cui aggrapparsi per darle il merito.
Ecco perché molti placebo funzionano ed ecco perché moltissime "finte cure" sembrano funzionare.


Ho raccontato qualche giorno fa, su Facebook, un episodio della mia gioventù, lo ripropongo:

Anni fa ero con un gruppo di amici, essendo medico si può capire come ogni occasione sia buona per chiedermi consiglio: "ho un po' di debolezza...", cosa significa un dolore qui?", "mi fa male la testa...". In una di queste discussioni, parlo con un mio caro amico, inizia a raccontarmi di un dolore comparso alla schiena, poco sotto la spalla destra, acuto, che durava da almeno una settimana. Gli faccio alcune domande, stava bene, nessun disturbo particolare, niente sintomi preoccupanti, allora gli dico che probabilmente si tratta di un dolore muscolare, un piccolo strappo, forse un dolore articolare, in genere passeggero, se non fosse passato in pochi giorni sarebbe stato meglio chiedere al suo medico. Ma il mio amico non molla (gli "amici dei medici" insistono!) e mi chiede cosa avrebbe potuto prendere, forse una pillola per farlo passare o meglio una pomata...era fastidioso...non riusciva ad alzare il braccio...e se fosse qualcosa di preoccupante? Basta, il mio amico non si tranquillizzava...gli dico allora di girarsi, che conosco una manovra che si fa solo in casi particolari, che però doveva prepararsi perché a volte è violentissima. Gli faccio alzare il braccio sopra la testa, lo tocco un paio di volte sotto la scapola, gli dico di respirare a bocca aperta e poi trattenere il respiro, sollevare la testa, gli punto un dito sotto la clavicola e poi lo invito a mettersi in punta di piedi, faccio forza con una mano e gli riabbasso il braccio fingendo di essere molto concentrato. Stupore! Il dolore era sparito, io mi mostro un po' stanco come un "guaritore" dopo una seduta spiritica, il mio amico mi guarda allibito, agita le braccia, rilassa i muscoli...non aveva più male! Io non sono né un guaritore, né un fisioterapista, non conosco manovre segrete né manipolazioni per fare passare i dolori. Ho usato l'effetto placebo. Tutte le manovre, le "cerimonie" per farle, i consigli, le richieste precise, servivano per "rinforzare" il mio "condizionamento" (è un meccanismo noto), al mio amico probabilmente il dolore era sparito davvero, questo significa che io abbia poteri speciali o che il mio amico mentisse? No, significa che siamo molto condizionabili, tutti, sempre.

Per lo stesso motivo sentiremo dire che "su di me l'omeopatia ha funzionato" oppure, "un mio amico dopo aver messo una calamita sulla testa non ha più sofferto d'insonnia".
Secondo voi la camomilla ha effetti sull'insonnia?
Blandi, molto blandi, praticamente nulli, ancora di più se si pensa che la camomilla in vendita nei supermercati non è un "estratto" concentrato ma un semplice insieme di fiori secchi che hanno poco principio attivo. Per legge inoltre, i preparati erboristici non possono avere effetto terapeutico, sarebbero farmaci e non potrebbero essere venduti in giro e dovunque. Ma noi "sappiamo" (perché ce lo dicono, no?) che la camomilla "fa calmare" e così ci calmiamo. Siamo continuamente ingannati e ci lasciamo ingannare consapevolmente. Posso raccontarvi un altro episodio?

Qualche mese fa stavo visitando una signora in gravidanza, lei dice di ricordarsi di me ma io non avevo presente chi fosse. Mi racconta di quando, una sera, usai su di lei una "manovra" per farle sparire una colica renale (dolorosissima, era venuta al pronto soccorso, le avevano dato un antidolorifico, pochi minuti prima, ma niente, dolore sempre forte). Io non conosco manovre per fare passare le coliche e quindi le chiesi di farmi ricordare meglio. Mi raccontò che le chiesi di sedersi e le diedi due colpi ben assestati sui fianchi, uno a destra ed uno a sinistra. Poi andò a sdraiarsi in reparto.
Neanche 20 minuti e quel dolore sparì. La donna, contentissima, tornò a casa (non ebbi modo nemmeno di incontrarla di nuovo), perfettamente sana. La signora quindi pensò che la mia "manovra" sui fianchi avesse avuto effetto veloce e stupefacente.
In realtà non avevo fatto nessuna manovra "guaritrice", avevo semplicemente usato una notissima manovra, anche abbastanza banale, per diagnosticare la colica al rene, si chiama "manovra di Giordano" e consiste proprio nel dare dei colpi con forza sui fianchi, all'altezza dei reni. Il "colpo" risveglia il dolore e se questa manovra evoca aumento del dolore la diagnosi di colica renale è ancora più probabile. Per lei era mio il merito della sua "guarigione".
La donna, non conoscendo le manovre mediche, fece un collegamento semplice, immediato: i miei "colpi" avevano risolto il problema. Non aveva tenuto conto né del possibile miglioramento spontaneo né del fatto che poco prima aveva fatto un antidolorifico molto potente. Non sapendolo, aveva scambiato la mia manovra diagnostica per un gesto "curativo" e senza pensare all'antidolorifico già preso, diede a questa il merito del miglioramento."
Questo spiega perché in tanti sono (realmente) convinti che un portafortuna porti...fortuna, che un oroscopo indovini il futuro e che un guaritore faccia stare meglio con l'imposizione delle mani.
Queste cose sono ingannevoli ma noi siamo ingannabili.
Se credessimo fermamente ai poteri curativi di un talismano ed in caso di malattia assumessimo un farmaco tenendo in mano quel portafortuna, al miglioramento dei sintomi, sarà per noi molto alta la possibilità che la nostra mente dia "merito" del miglioramento al talismano e non ai farmaci. Questo fenomeno si può spiegare con il fatto che diamo più "fiducia" a ciò che "comprendiamo" rispetto a ciò che non capiamo. Siamo sicuri che il talismano funzioni, giustifichiamo così il suo potere, con la nostra "fede", non sappiamo se il farmaco sarà capace di fare lo stesso, anche perché non ne conosciamo le caratteristiche, i meccanismi per cui funziona...quindi tutti i meriti non possono che essere del talismo.
Un atteggiamento del genere si può notare in un interessante esperimento pubblicato sul prestigioso New England Journal of Medicine.

A dei pazienti con asma bronchiale è stato somministrato:
1) Il farmaco che si usa in questi casi.
2) Placebo
3) Finta agopuntura (aghi retrattili)
4) Nessun trattamento.

Secondo voi, qual è stato il trattamento realmente più efficace (misurando oggettivamente, con gli strumenti, i miglioramenti)? Eccolo:

Nell'ordine:


1) Farmaco (miglioramento sensibile della malattia).
2) Placebo, finta agopuntura (scarso miglioramento della malattia)
3) Nessun intervento (nessun miglioramento).

Non è incredibile? Se il farmaco ha funzionato, i placebo hanno funzionato più di "non fare niente" causando anche un minimo miglioramento.

Gli sperimentatori poi hanno sottoposto un questionario ai partecipanti allo studio, chiedendo con quale intervento si sono sentiti meglio, quindi una valutazione soggettiva, un'impressione personale. Sorprendente:

1) Farmaco, finta agopuntura, placebo (riferito miglioramento reale)
2) Nessun intervento (nessun miglioramento riferito).

Questo esperimento, non spiega i "miglioramenti" impossibili di tante false cure?

I pazienti, interrogati, avevano percepito un miglioramento con qualsiasi "terapia", da quella vera e quelle finte, tranne nel caso di nessun intervento. I trattamenti finti quindi, non li hanno fatti stare meglio ma loro lo hanno percepito lo stesso.
Questo esperimento dimostra perché spesso il "fare qualcosa" (qualsiasi cosa che somigli ad un trattamento) riesca già ad ottenere dei risultati ma mentre i risultati "veri" sono quelli dei farmaci, molti trattamenti non farmacologici (come l'omeopatia o certi tipi di medicine alternative) sembrano funzionare ma non lo fanno.
Se da un lato allora può essere utile assumere un "farmaco" inattivo, risparmiandosi così effetti collaterali, danni o intossicazioni, dall'altro è bene sapere che una cosa che non ha effetti negativi...non ne ha neanche di positivi ed ognuno sappia cosa conviene fare nel suo caso.

Alla prossima.

mercoledì 8 aprile 2015

Perché il complotto medico mondiale non è possibile e sarebbe stupido (e non converrebbe).

Visto che il tema del "complotto" medico va molto di moda, proviamo a spiegare perché è poco probabile. Ho già parlato in passato di compottismo, un fenomeno variegato e molto complesso ma restiamo in argomento, mi occuperò di analizzare il fantomatico e nebuloso complotto in medicina argomento di cui si sono già occupati altri divulgatori.

Esistono i "complotti" (definiamoli come "occultamento della verità per interesse personale e diffusione di una verità non corrispondente alla realtà")? Certo!
Molti episodi storici sono complotti e lo stesso può accadere in medicina o in campo scientifico.
Il fatto che li rende molto improbabili (tanto che la loro scoperta si trasforma in scandalo di grandi proporzioni) è che, al contrario di molti altri ambiti, la medicina (e molte discipline scientifiche) sono controllate da migliaia di persone in ogni nazione, milioni nel mondo ed a vario titolo e livello. È possibile falsificare dei dati (è successo), è possibile nascondere un risultato (è successo!) di una ricerca ma è impossibile farlo per sempre per il motivo che, quei risultati, saranno controllati da tantissime persone, ripetutamente ed a vari livelli. Per consentire che un complotto (o un semplice errore, anche in buonafede) si propaghi indisturbato dalla sua origine restando nascosto (il complotto è per definizione "segreto", "occulto"), servirebbe un accordo internazionale da parte di tutti i ricercatori e medici (ed operatori sanitari in generale) del mondo (o nel caso di un errore dovrebbe passare inosservato in tutti questi passaggi). Se quindi è possibile un errore o una frode di un ricercatore singolo non è possibile che questo sia "consentito" da tutta la comunità scientifica.
Se uno studio (appositamente falsificato o semplicemente sbagliato) dice che una sostanza cura una malattia, ci saranno migliaia di ricercatori al mondo che leggeranno lo studio, controlleranno i calcoli, rifletteranno sui risultati e le conclusioni (è quello che si chiama controllo della "comunità scientifica"). Questi controlli non sono per forza "ufficiali" (inizialmente lo possono essere, le riviste più importanti controllano gli studi che verranno pubblicati) o opera della comunità scientifica.
Una sostanza che ha passato il vaglio della scienza dovrà poi passare quello delle autorità. Per ottenere l'autorizzazione alla vendita di quel prodotto, l'azienda dovrà sottoporre gli studi e le prove di sicurezza ed efficacia alle autorità sanitarie (nazionali e poi supernazionali) ed anche queste devono controllare se i dati sono accettabili, corretti, confortanti. Siamo già a due livelli (diversi) di controllo.
Se quella sostanza alla fine è usata (quindi ha "sorpassato" il primo ed il secondo controllo), prima uno, poi cento e mille medici scopriranno che se è tutto vero o c'è qualcosa che non va. Anche questo è successo. Il caso del farmaco Talidomide, la cui pericolosità fu scoperta da un medico o quello del Vioxx i cui effetti collaterali, minimizzati dal produttore, furono poi evidenziati dalla comunità medica inducendo l'azienda ad ammetterli oppure quello del VFEND (Voriconazolo), un antimicotico che negli studi aveva mostrato ottimi risultati ma che proprio dei ricercatori misero in discussione smentendoli e costringendo l'azienda a limitare fortemente le indicazioni del farmaco. Un caso "noto" di complotto è relativo allo studio che, secondo il suo autore principale, faceva sospettare un collegamento tra vaccini ed autismo. L'autore, Andrew Wakefield, usò dei dati che egli stesso raccolse e poi, con l'aiuto di altri ricercatori, analizzò per finire il suo studio. Quando, grazie alle indagini di un giornalista, si scoprì che Wakefield aveva usato dati e fonti false, prima i suoi colleghi coautori dello studio, poi l'intera comunità scientifica, lo criticarono, respinsero, fino alla cancellazione dall'albo dei medici. Dovete sapere che la frode scientifica, per chi lavora con la ricerca, è considerata una colpa gravissima e difficilmente perdonabile: se un ricercatore falsifica una volta (e quindi può causare gravi danni alla salute pubblica) può falsificare sempre, per questo chi si macchia di questa colpa, resta in genere emarginato per sempre dalla scienza.
In questi anni gli episodi di controllo con esito positivo (sono state quindi scoperte irregolarità, errori o manipolazioni dei dati) sono stati diversi, tantissimi e non saranno mai troppi perché si parla di salute. Il controllo non si fa perché si sospetta disonestà dei ricercatori o delle aziende, è un sistema di sicurezza (tutti possono sbagliare e può esserci sempre il disonesto) che conviene a tutti (oltre ad essere uno dei capisaldi del metodo scientifico) ed è per questo che un ricercatore che dice di aver fatto una scoperta o un'azienda che dice di aver prodotto un farmaco efficace deve seguire i passi previsti dal corretto percorso scientifico. Chi non lo fa ha, evidentemente, qualcosa da nascondere.

Chi si pone al di fuori del metodo scientifico si porrà al di fuori anche dei controlli perché semplicemente non gli convengono. Per questo si vedranno tutti i ciarlatani sfuggire il sistema di controllo, evitare di pubblicare le loro scoperte, non fornire dati e quando si forniscono farlo in maniera imprecisa, scorretta, non statistica. Tipica l'autoreferenzialità, ovvero fornire dati selezionati e provenienti da un'unica fonte, lo stesso ciarlatano che quindi, "controlla se stesso".
Il ciarlatano potrebbe pubblicare un resoconto nel quale compaiano due persone migliorate con la sua "cura" e lo sventola come "prova" che la stessa sia efficace. È una cosa che colpisce chi non mastica scienza (e statistica). I miglioramenti possono essere dovuti ad un'infinità di cause, anche quelli più impressionanti. Sappiamo poi quanti miglioramenti ci sono stati nel totale dei casi trattati? Se ho curato con la mia "terapia" 10.000 persone e di queste sono migliorate in due, si può dire che si tratta di un forte insuccesso ma se mostro solo quei due casi come "esempio" di funzionamento, sto barando e mi fido del fatto che chi non conosce la statistica non rifletterà sul fatto che esistono 9998 persone che non hanno avuto nessun miglioramento.
Facciamo un esempio pratico.
Sicuramente conoscete il cosiddetto "metodo Stamina". Non vi sono guarigioni certificate e controllate né miglioramenti certi e dovuti con sicurezza alla cura. I "miglioramenti" di cui parla qualcuno sono "certificati" da medici privati, singoli professionisti, sanitari che hanno avuto in cura alcuni pazienti. Questo non ha alcun valore scientifico, è un dato soggettivo, non oggettivo, anche se presumiamo l'assoluta buonafede di chi ha rilasciato quelle certificazioni. Questo sì che può portare a false conclusioni: complotti e segreti nascono proprio dalla mancanza di controllo comune.
Non solo.
Non conoscendo l'esatta composizione del metodo (i proprietari di Stamina non ne hanno mai diffuso la composizione) non sappiamo neanche a cosa sono stati sottoposti quei pazienti e non sappiamo nemmeno se quella "infusione" abbia causato effetti collaterali perché non vi è un controllo che serva a dimostrarlo, nessuno al mondo può controllare, riprodurre o sperimentare il "metodo Stamina", semplicemente perché un metodo non esiste.

A rigor di logica avrebbero potuto ricevere anche soluzione fisiologica o vitamine, il complotto dunque è di chi non rivela la "formula segreta" o di chi vorrebbe conoscerla proprio per studiarla?
Qualche mese fa apparve in una prestigiosissima rivista scientifica (Nature), uno studio che descriveva un metodo innovativo (definito rivoluzionario) per produrre cellule staminali, gli studiosi giapponesi che lo avevano creato parlavano di risultati sorprendenti.
La comunità scientifica, in fermento, provò a riprodurre quei risultati, cercò anche di seguirne le procedure ma nessuno ci riuscì, fino a scoprire che quel "metodo" non esisteva, era un'invenzione, parti dello studio erano state copiate ed i risultati vantati erano stati inventati.
Questo è successo grazie al controllo, non si sarebbe scoperto se le procedure ed i risultati fossero rimasti segreti o nascosti. Scoperta la frode lo studio è stato ritirato ed uno dei responsabili della ricerca addirittura si suicidò per la vergogna. Pensate alla differenza tra questo episodio e quello italiano relativo a Stamina.

È proprio questo uno dei punti su cui molti non riflettono, la comunità scientifica è una garanzia che serve proprio a proteggerci dalle frodi, mitomanie, errori o falsità dei singoli e se non ci fidiamo di un intero sistema di controlli e prove pubbliche, perché c'è chi si fida di chi propone una "soluzione" senza nessun controllo e nessuna prova pubblica?


Ecco, i controlli, le ricerche fatte bene che lasciano poco spazio agli errori, servono proprio a questo: evitare l'errore e le truffe. Che sono sempre dietro l'angolo e possono essere molto insidiose.

Ma se un ricercatore scoprisse una cura semplice ed efficace contro una grave malattia, non sarebbe boicottato? È un altro tema costante di chi grida al complotto.
Boicottato, e perché?

Perché le aziende farmaceutiche perderebbero i guadagni che fanno ora!

Non dovranno certo regalare la nuova cura, la venderebbero, potrebbero renderla ancora più potente brevettandone una variante, guadagnerebbero somme enormi avendo a disposizione una terapia efficace, economica e semplice per una grave malattia, quale malato rifiuterebbe di spendere anche il quadruplo del valore reale del metodo "semplice"? Quale azienda sarebbe tanto folle da lasciare "vagante" una "cura efficace" con tanti concorrenti che non aspettano altro?
I farmaci prodotti dalle aziende inoltre, hanno un brevetto che scade e per questo motivo l'industria è costantemente alla ricerca di nuovi farmaci, nuove sostanze che possono diventare medicinali ed essere venduti. Anche un prodotto del tutto naturale, per uso medico, può essere brevettato e venduto come farmaco (alcuni chemioterapici sono prodotti a partire da piante o alberi).
Se esistono aziende farmaceutiche che producono confezioni di soluzione fisiologica (acqua e sale) ad uso medico, bicarbonato di sodio (ad uso medico) o vitamina C (ad uso medico) a costi irrisori fidandosi del guadagno con le quantità vendute, perché le stesse aziende non dovrebbero produrre le stesse sostanze come curative di malattie gravissime centuplicando i prezzi ed assicurandosi vendite ancora superiori? Perché rinunciare ad un prodotto efficace che può portare guadagno e successo?

Perché i medici perderebbero il lavoro!

Perché mai?
Se domani al posto di utilizzare il farmaco A utilizzassimo il farmaco B (più efficace), cosa cambierebbe per i medici? E soprattutto, perché dovrebbero rinunciarci? Avrebbero tutta la convenienza di avere a disposizione un prodotto che funziona, è logico. Com'è logico pensare che anche i medici, i ricercatori, i proprietari di aziende farmaceutiche, hanno una famiglia, dei figli, delle persone care da curare ai quali somministrerebbero (naturalmente) la terapia più efficace e senza dimenticare che tutti, dai medici agli scienziati, sono potenziali pazienti. Chi rinuncerebbe a guarire per guadagnare soldi (che poi porterebbe nella tomba)?
Per un medico, un ospedale, un servizio sanitario, la scoperta o l'uso di un nuovo farmaco efficace potrebbe cambiare solo in meglio il lavoro, tanto più che il guadagno del medico ospedaliero (che è quello che usa i farmaci "standard" per eccellenza) non è legato al farmaco o al numero di pazienti visitati.
Non si fa caso al fatto che, al contrario, il ciarlatano ha tutto l'interesse a "promuovere" la sua terapia personale e "sminuire" quella standard perché da questo dipende il suo incasso, è lui che ha tutti i motivi per pubblicizzare come efficace qualcosa che non lo è.

Perché se si guarisse una malattia grave chiuderebbero interi reparti!

Vero. E quindi?
È già successo e può succedere ancora. Qualche decennio fa, c'era una malattia molto diffusa che colpiva migliaia di persone, in città ed in campagna, si chiama tubercolosi (popolarmente "tisi"). La cura non esisteva (non c'erano gli antibiotici) e quindi la "terapia" era a base di prodotti con poca efficacia ed il riposo in zone con aria pulita (tipicamente in collina, con temperatura mite). La malattia era tanto diffusa che esistevano interi ospedali dedicati alla cura della tubercolosi (si chiamavano sanatori) e persino una specializzazione medica: la tisiologia (ancora oggi esistono medici specialisti in tisiologia).
Arrivata l'epoca degli antibiotici i casi di malattia diminuirono drasticamente, fino a diventare rari. Sparirono i sanatori, sparì persino la specializzazione medica ed i medici specialisti in questa malattia lavorarono nei reparti di pneumologia (malattie dei polmoni). Nessun dramma, nessuna crisi mondiale, anzi un progresso eccezionale, un passo avanti che ha solo migliorato le condizioni sanitarie di tutti i paesi del mondo. Si scopre una cura efficacissima che rimpiazza le precedenti? Si cambiano le cose. Non c'è bisogno di complotti.

Se queste sono le "spiegazioni" più diffuse per giustificare l'enorme e misterioso complotto della medicina nei confronti delle presunte cure "segrete", facilmente smentibili, c'è un controsenso fondamentale che smentisce da solo la teoria del complotto in campo medico. Chi la diffonde sostiene che chi ha il potere di "decidere" una cura farebbe di tutto per occultarne una molto efficace che oscurerebbe quelle attuali e lo farebbe fondamentalmente per denaro. L'interesse economico insomma, sopra ogni altro (quelli che abbiamo detto prima, dagli affetti a quello per la salute personale), già questo è piuttosto difficile. Ma se qualcuno fosse tanto venale e tanto determinato non avrebbe più interesse a "rubare" l'idea "vincente" ed usarla per farne una sua "invenzione" e quindi diventare ricco e famoso? Se si presuppone l'interesse economico nel complotto, perché non si presuppone che lo stesso interesse non porti un medico, un ricercatore o un'azienda a fare propria la "cura segreta"?
Chi guadagnerebbe di più, chi decidesse di nascondere la cura efficace o chi la vendesse al mondo?

La risposta è abbastanza scontata ed è per questo che il "complotto" medico è semplicemente stupido, non conveniente per gli stessi presunti "complottanti" e sostanzialmente impossibile.
Nonostante questo c'è chi nutre una profondissima diffidenza nei confronti della medicina e della scienza, addirittura lo afferma con spiazzante naturalezza: "se lo consiglia un medico non ci credo!". Questo atteggiamento è meno "strano" di quanto possa sembrare, è chiaramente irrazionale, illogico ma comprensibile, umano.
Deriva dalla difficoltà di accettare qualcosa che non comprendiamo e che non controlliamo. Affidarsi alla medicina significa affidare la propria salute ad un'altra persona alla scelta che fanno altri per noi.
Affidarsi a qualcosa di"particolare" invece, è una scelta personale, si prende la strada preferita, non per forza la migliore. Non per niente chi crede ciecamente ad una cura alternativa o ad una ciarlataneria non permette intrusioni, non vuole essere convinto del contrario, è una scelta più controllabile. Uso una finta cura per il cancro? Non importa, l'ho scelta io e speriamo bene.
Naturalmente scegliere il "non provato" o addirittura "il nulla" per curarsi è semplicemente un gesto autolesionistico, esattamente come il suicida che, per ironia della sorte, decide della sua vita...morendo.
La teoria del complotto quindi rassicura chi sceglie altre strade, giustifica la scelta, sostiene i dubbi, è il modo più comodo per autoconvincersi: se c'è il complotto la mia scelta è quella giusta.
Peccato che il complotto è quasi sempre inventato, proprio dai ciarlatani.

È chiaro che è invece possibile (ed è successo, anche tante volte) che un'azienda sia disonesta, che un ricercatore sia incapace, che uno studio sia falso ma questi sono comportamenti scorretti che riguardano una o poche persone ed è proprio il resto della comunità scientifica che alla fine riesce a smascherare le falsità o le irregolarità. Abbiamo molti esempi di farmaci inefficaci o pericolosi venduti (con l'inganno) come se fossero utili ma non abbiamo neanche un esempio di farmaco efficace nascosto alla popolazione. Le case farmaceutiche, se proprio compiono uno sforzo (o se lo compiono in malafede), lo fanno per guadagnare, non certo per evitare un guadagno, sarebbe il complotto più stupido del mondo.
Non a caso, tutte le vicende riguardanti farmaci pericolosi o per i quali erano state falsificate le prove di efficacia, sono state smascherate da medici, scienziati, ricercatori, persino da giornalisti, le bugie hanno le gambe corte e questo vale per la medicina come per la ciarlataneria. Chi crede invece ad occhi chiusi al ciarlatano solo per il fatto che questo si dipinge come "contro" il sistema è ingenuo esattamente come chi crede ciecamente alle industrie farmaceutiche, chi vende un prodotto spera di ricavare denaro, non il paradiso.
In questi anni abbiamo visto inoltre come sono infatti tante le idee geniali (e spesso semplici) che dopo un'iniziale diffidenza sono diventate medicina. Alcuni esempi sono lo strumento di Jorge Odon, l'olio di Lorenzo e la cura antibiotica della gastrite. Di quest'ultima, molto affascinante, vi racconterò in un prossimo articolo.

Alla prossima.