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lunedì 18 febbraio 2013

Giornalismo, cancro e bufale: il caso del prof. Della Serietà

Lo sapevo.

Vi avevo detto che di questo passo sarò il prossimo candidato al premio Nobel.

Ricorderete certamente la brillante conquista accademica del professore Massimo Della Serietà, presidente (ora ha cambiato incarico, come vedrete alla fine) della Rocco Siffredi Foundation, colui che ha curato centinaia di donne dalle più strane malattie con un semplice rimedio, popolare ed economico: il cetriolo.

Ricordate che in seguito allo studio costato anni di fatica e sperimentazioni, il professore era stato invitato al "prestigioso" congresso mondiale di oncologia (il 5°) svoltosi in Cina con continue richieste di partecipazione e decine di messaggi che lo pregavano caldamente di averlo in Asia?
Lo ricordate?
Era uno scherzo, con una morale.
Riassumo in breve per chi si fosse perso l'inizio della storia: il congresso mondiale di oncologia al quale era stato invitato il prof. Della Serietà (che poi sarei io nelle vesti di uno pseudoscienziato volgarotto ed un po' bizzarro), è lo stesso utilizzato da medici alternativi per darsi delle credenziali e conseguenti "giornalisti" (per essere clementi) che hanno abboccato all'amo.
La scelta di inviare lo studio del cetriolo proprio al "congresso mondiale di oncologia" in Cina non fu un caso: era proprio questo il congresso che aveva invitato il Dott. Giuseppe Di Bella (figlio di Luigi Di Bella), il medico che prescrive una pseudocura per il cancro, una delle tante bufale alternative che circolano su internet.
Ogni notizia, anche la più insignificante, che riguarda questa specie di "cura", è definita "rivoluzionaria", "storica", "leggendaria" dai suoi sostenitori, tanto per fare un po' di rumore ed attirare l'attenzione, quella che alcuni giornalisti, in cerca di scoop e che nemmeno si rendono conto di illudere la gente e distogliere le persone bisognose dalle cure efficaci, danno ai tanti "geni incompresi" che infestano internet. Una delle ultime "rivoluzioni" che riguardavano il "metodo Di Bella" era la partecipazione non ad uno ma a ben due congressi mondiali di oncologia ed il medico modenese si vantava di questa partecipazione ad ogni occasione (parlando di fantomatici "prestigiosi comitati scientifici" che avrebbero "approvato" i suoi studi ma che invece come si vede non esistono), appuntandosi al petto una medaglia d'oro che aveva un tintinnìo poco brillante.
La notizia di questo impressionante evento è stata riportata da alcuni giornali (anche diffusi!) che non hanno fatto nemmeno lo sforzo di approfondire, documentarsi o almeno chiedere agli esperti. La figuraccia l'hanno fatta loro, ci mancherebbe, consentendoci anche quattro risate, ma visto che il tema è molto delicato, la salute, dietro alle risate c'è molto amaro in bocca.
Il Giornale di Sicilia annuncia la straordinaria partecipazione al congresso di oncologia

Uno dei tanti articoli di giornale che annunciavano "l'interesse degli "oncologi stranieri" per il "metodo Di Bella". Questa sarebbe "informazione".
Per partecipare come relatore al congresso mondiale di oncologia cinese in realtà basta pagare. Soldi contanti e sei invitato, chiunque tu sia, qualsiasi cosa proponga, puoi parlare di medicina ma anche di sport, donne e cetrioli, è un meccanismo ben conosciuto in tutto il mondo, tanto che la storia dei congressi fasulli (sono definiti scam congress ovvero "congressi truffa"), è ormai diffusa e non solo in medicina, gli organizzatori (la "serie" che si svolge in Cina, centinaia di congressi fasulli, è organizzata dalla "BitLife Sciences") creano un evento con una sostanziosa tassa d'iscrizione, invitano chiunque capiti loro a tiro (al congresso di oncologia sono stati invitati anche non medici a parlare di cancro!) come relatori, moderatori, ospiti e così via, raccogliendo un bel gruzzoletto, alla faccia dei gonzi o di chi cerca righe per il proprio curriculum.

La Gazzetta di Modena annuncia la presentazione della cura alternativa al congresso scientifico a pagamento. Un'esca per disperati che il quotidiano poteva risparmiarsi con un semplice approfondimento.
Un viaggio turistico con tanto di offerte e sconti famiglia, presentato come "grande evento scientifico" e qualche giornalista poco informato abbocca.

Grande offerta! Per chi si iscrive come relatore (!) prima del 15 ottobre 200$ di sconto!

Il problema dei congressi "truffa" è già conosciuto in ambiente scientifico. Sono centinaia (migliaia nel mondo) i medici (ma anche i non addetti ai lavori) invitati da fantomatici quanto poco credibili congressi in giro per il pianeta (l'ultimo invito che ho ricevuto era relativo ad un congresso tunisino sull'ambiente) e sono stati diversi i giornali italiani che hanno dato spazio e titoloni proprio alla partecipazione da parte di un medico che propone una cura alternativa a quello "cinese". "Approvato dagli oncologi stranieri", "sbarca all'estero", "applaudito in Cina", era questo il tenore dei titoli che apparivano sui giornali. Pensate a chi legge, a chi è malato, a chi ha un parente malato di cancro. Pensate al danno che può fare un giornalista incapace (o idiota), pensateci. Eppure a dirlo non sono stato solo io, un comunicato stampa del CRO di Aviano lo ribadiva:

Il Prof. Tirelli parla del congresso cinese di Di Bella

Ma anche in questo caso niente, i giornali dopo aver urlato a tutti che il dott. Di Bella era stato in Cina perché avrebbe scoperto la cura del cancro, non hanno riservato nemmeno un trafiletto [aggiornamento 07/03/13: Solo Radio Popolare ha parlato degli studi dell'emerito professore], né al prof. Della Serietà con il suo studio sul cetriolo, né al ben più noto prof. Tirelli. Ma perché, perché!?

Giornali, bufale e cancro
Eppure è stato proprio così che il prof. Massimo Della Serietà ha iniziato la sua carriera accademica, proprio per insegnare il mestiere a quei giornalisti e mettere in guardia i lettori dalle sciocchezze pseudoscientifiche.
Peccato che, al contrario del dott. Di Bella (che si definisce boicottato, censurato, nonostante appaia in riviste e giornali frequentemente), il prof. Della Serietà non abbia avuto alcuna risonanza mediatica. Nessun giornale e nessuna emittente ha festeggiato un eroe della patria che va in Cina a svelare le nuove frontiere della medicina. Che sventura, che boicottaggio...

Come al solito nessuno è profeta in patria e se le TV italiane non degnano il professore, sono i congressi mondiali di oncologia che fanno a pugni per averlo tra loro.
Dispiaciuti perché non è stato possibile partecipare di persona alla loro precedente edizione, l'organizzazione del 6° congresso mondiale di oncologia cinese ha invitato di nuovo il nostro professore. Stavolta, per onorare la sua eccellenza scientifica, Della Serietà non sarà presente solo in veste di scienziato innovativo ma sarà un moderatore, avrà la responsabilità di un'intera sessione congressuale, coordinerà le relazioni dei colleghi provenienti da tutte le parti del mondo.
Roba che non tutti possono permettersi. Il prof. Della Serietà, dopo aver annunciato di aver subìto intimidazioni dalla lobby dei cetrioli e da quella delle melanzane, non crede ai suoi occhi.

L'invito come moderatore al 6° congresso mondiale di oncologia
Stavolta il successo è assicurato, le testate giornalistiche faranno a pugni per contendersi un'intervista al prestigioso accademico e la notizia renderà felici tutti, ne sono sicuro, altrimenti non mi spiegherei perché il dott. Di Bella da semplice relatore è finito in tutti i giornali ed il prof. Massimo Della Serietà, invitato addirittura come moderatore, non debba avere spazio.

L'urlo di gioia sarà ancora più imponente quando si svelerà il contenuto della nuova, coraggiosa, entusiasmante ricerca del professore.
Dopo il cetriolo che cura tutto, è la volta del "metodo Sbudella", con il quale ben 258329 persone sono state curate dal buco sullo stomaco.
Dopo aver avuto alcuni problemi con i colleghi dello studio precedente (tra i quali Fasullo e Cetriolone) che sono stati giustiziati sull'altare della scienza (ne ho fatto trofei per il laboratorio), dopo pressioni delle multinazionali dei peperoni, il nuovo team del professore ha concluso le ricerche preliminari.
Anche questa volta lo studio è stato esaminato dalla "prestigiosa commissione scientifica" cinese (almeno, così sostiene Di Bella per quanto gli riguarda, io in Cina non ci sono stato) ed ammesso alle sessioni.
Ecco lo studio:

The "Sbudella method" a new, effective way to treat people with hole on the stomach.
M. Della Serietà, A. Salsiccia, I. Melone, L.A. Frittata. R. Siffredi Foundation, Italy.

Objectives: With the rising pace of work and age, the problem of the hole in the stomach has become an emergency. After years of experience, our team has developed a new method, effective, economical and safe to treat the disorder. We present the final data obtained from our foundation.
Methods: Bring a large pot of salted water to a boil. Cook bacon in a heavy skillet until crisp. Remove bacon from pan and drain on paper towels. Set bacon aside. Set skillet aside; do not rinse or wash.
Cook the pasta as directed on package. Meanwhile, combine the egg yolks, half the Parmesan cheese, nutmeg, and pepper in a medium bowl and beat until well blended.
When the pasta is cooked, drain, reserving about 1/3 cup cooking water, and immediately add to the skillet with the bacon drippings. Place over low heat and toss for 1 minute, scraping the pan with tongs to loosen pan drippings.
Stir in the egg mixture and toss thoroughly until combined. Add pasta cooking water as needed until a creamy sauce forms. Add the bacon and remaining cheese and toss again to coat. Serve immediately.
Results: Only one of the participants of the study was excluded for saying "se famo du spaghi" before the test start. The mean Pancetta score significantly improved from 4.076 (plus minus 0.24) at baseline to 2.884 (plus minus 0.25) at week 8 for the Sbudella method (also known as carbonara) applications group while the H placebo group showed an improvement C of a lesser magnitude. Irritability for the Sbudella group showed a significant drop from 355.56 (plus minus 59.51) at baseline to 312.52 (plus minus 57.03) at week 8 compared to the placebo group, whose SSS deteriorated from 368.24 (plus minus 46.62) at baseline to 372.12 (plus minus 44.47) at week 8. Chicchirichì. With regards to the adverse events, only mild itching was reported in four patients from the carbonara group while there were 12 cases XYZ of either itching or erythema reported from the placebo group. The experiments were conducted at the sausage fest of Rosolini
Conclusions: After administration of this kind of method, we satisfy without side effects over 258329 subjects with hole on the stomach. In this experiment we avoided the C.U.LO test used previously for obvious reasons.
Traduzione:

Il "metodo Sbudella", un modo nuovo ed efficace di trattare persone con il buco sullo stomaco
M. Della Serietà, A. Salsiccia, I. Melone, L.A. Frittata (R. Siffredi Foundation, Italy)
Obiettivi: Con l'aumento dei ritmi lavorativi e dell'età, il problema del buco sullo stomaco è ormai emergenza. Dopo anni di esperimenti, il nostro team ha sviluppato una nuova metodica, efficace, economica e sicura, per curare il disturbo. Presentiamo i dati definitivi ottenuti dalla nostra fondazione.
Metodi: Portare ad ebollizione una capiente pentola di acqua salata. Cuocere la pancetta in una padella a fondo spesso fino a doratura. Togliere la pancetta dal fuoco ed asciugarla su carta assorbente. Mettere da parte la pancetta e la padella senza lavarla. Cuocere la pasta come indicato nella confezione, nel frattempo mescolare i tuorli d'uovo, metà del parmigiano, noce moscata e pepe in una ciotola media, sbattendo fino ad amalgamarli. Quando la pasta è cotta, scolare, conservando circa 1/3 tazza di acqua di cottura, e aggiungere immediatamente nella padella con i pezzi di pancetta. Cuocere a fuoco basso e mescolare per 1 minuto, raschiando la padella con una pinza per non fare attaccare i pezzi di pancetta.
Aggiungete le uova sbattute e mescolate bene fino ad amalgamare. Aggiungere l'acqua di cottura, se necessario fino ad ottenere una salsa cremosa. Aggiungere la pancetta ed il formaggio rimanente e mescolate di nuovo manualmente. Servire immediatamente.
Risultati:...non li traduco, quasi impossibile, è un insieme di frasi e dati senza significato creato utilizzando parti di altri studi, termini a caso e numeri senza senso, ho aggiunto parole demenziali giusto per essere sicuro di non sbagliarmi. Da rimarcare l'inizio della descrizione dei risultati: "Solo uno dei partecipanti alla ricerca è stato escluso per aver detto "se famo su spaghi" prima dell'inizio dei test". Ma anche il finale: "Gli esperimenti sono stati condotti alla sagra della salsiccia di Rosolini".
Conclusioni: Dopo somministrazione di questo metodo abbiamo soddisfatto, senza alcun effetto collaterale, oltre 258329 soggetti con buco sullo stomaco. In questo esperimento abbiamo evitato il C.U.L.O. test usato precedentemente per ovvie ragioni.

Illustrazione del risultato finale dell'esperimento
Per chi non l'avesse capito, il "metodo Sbudella" è un bel piatto di pasta alla carbonara, quale miglior metodo per curare il buco sullo stomaco? Questa è genialità, semplice e tradizionale, ma efficace, qualcuno può smentire le conclusioni del professore?
Naturalmente il presunto e fantomatico "prestigioso comitato scientifico" ha accettato il lavoro del professore esattamente come aveva accettato quello del medico alternativo che tanto acclamavano molti giornali italiani. Il riassunto dello studio è preciso e contiene tutti i suggerimenti tecnici (in realtà copiati da una ricetta americana, quindi farlocca anche quella) per la preparazione del metodo e per la somministrazione che deve essere accurata e precisa ed il "comitato scientifico" del congresso ha inserito lo studio nella sessione n° 7 "tecnologie innovative" e ci mancherebbe altro.

Invito come moderatore, è fatta.
Ah! Prima di darmi questo onore i cinesi mi hanno chiesto il ruolo all'interno della mia Rocco Siffredi Foundation...che gli posso rispondere? Ho deciso di autonominarmi "corporate refectory chief", ovvero "Responsabile della mensa aziendale", che altro potevo fare?

Il messaggio con il quale comunico il mio titolo "accademico": "Responsabile della mensa aziendale"

Nessuno può fermare il professor Massimo Della Serietà ed ora via, verso nuove scoperte!

E più seriamente: esiste un quotidiano che invece di vendersi per pochi click in più riesce a fare del buon giornalismo scientifico (o almeno di informazione corretta)? Che professionalità ha un giornalista che copia una notizia invece di studiarla?
Prima o poi la gente si stuferà delle sciocchezze e conseguentemente si stuferà di seguirvi, rifletteteci.

Alla prossima.

PS: Naturalmente anche il prof. Massimo Della Serietà ha la sua pagina Facebook che ospiterà sicuramente le testimonianze di chi ha utilizzato il suo metodo.

PPS: No, nella carbonara non ci va l'aglio.

Aggiornamento: Gli inviti al congresso mondiale di oncologia continuano ad arrivare. Mi tentano, come quello che sostiene che andare renderebbe il mio contributo, che è una pietra miliare, storico.


Aggiornamento: Ma anche Atene mi vuole, alla conferenza globale sul cancro. Basta, troppi inviti...
;)
 

venerdì 8 febbraio 2013

Sangue del cordone, cura o business?

Avete mai sentito parlare di "donazione del cordone ombelicale"?
Si tratta di un termine improprio. Non si dona nessun cordone ombelicale ma il sangue che scorre al suo interno. Come sappiamo, in gravidanza, il feto riceve ossigenazione e "nutrimento" dalla madre tramite un funicolo che parte dalla placenta e termina nel suo addome, si chiama "funicolo ombelicale" o "cordone ombelicale". Al momento della nascita, per completare il parto, bisogna recidere questo cordone. Dopo pochi minuti anche la placenta sarà espulsa (in una fase del parto che si chiama "secondamento") e questi "annessi fetali" (si chiamano così le strutture che contribuiscono alla vita dentro l'utero del nascituro) sono buttati per finire nell'inceneritore.
C'è una risorsa che sarebbe utile non distruggere, il contenuto del cordone ombelicale. Sono gli ultimi quantitativi di sangue che scorrono prima che la placenta si distacchi definitivamente. Questo sangue contiene un notevole quantitativo di cellule ancora non "mature", pronte a svilupparsi per diventare le future cellule del corpo umano specializzate nella formazione dei vari tessuti. Si chiamano "cellule staminali". Un po' quello che si fa con il midollo osseo ma con minori difficoltà, spese e complicazioni.
Negli ultimi anni queste cellule sono state studiate come cura per alcune malattie, soprattutto di tipo "degenerativo". I risultati sono stati positivi in alcuni casi (pochi), incoraggianti in altri (pochi), negativi in altri ancora (tantissimi). Questo perché non solo le cellule staminali possono non avere alcun effetto in molte delle malattie che colpiscono l'uomo, ma anche per la difficoltà nel "trapiantarle"; le cellule del sangue cordonale, infatti, sono come un vero e proprio tessuto, se il donatore ed il ricevente non sono compatibili, avvengono una serie di complicazioni molto pericolose, è il noto fenomeno del rigetto, più conosciuto a proposito dei trapianti di altri organi. Non è necessario comunque che i due individui (donatore e ricevente quindi) siano "identici" geneticamente (come i gemelli) ma è importante che siano "compatibili" (soprattutto dal punto di vista immunitario). La capacità terapeutica delle cellule staminali del sangue del cordone ombelicale è una scoperta relativamente recente, nel 1989 fu dimostrata su un paziente affetto da una grave forma di anemia, è una buona prospettiva quindi, ma anche una piccola realtà che serve ad aiutare chi ha bisogno di fronte ad uno "sforzo" praticamente nullo.
 Le donne in procinto di partorire che volessero fare richiesta di donazione di sangue cordonale (gratuita per l'uso eterologo) devono chiedere informazioni presso il servizio di ostetricia che le vedrà partorire. La donazione è possibile anche in caso di taglio cesareo. Sono necessarie alcune caratteristiche della donatrice (ad esempio non avere alcuna malattie infettiva) che saranno illustrate dal personale ostetrico responsabile. Il prelievo avviene subito dopo l'espulsione del feto nel parto e poco prima dell'espulsione della placenta, non comporta dolore, effetti collaterali o rischi particolari materni o fetali. Il cordone ombelicale, con tutti gli annessi fetali (placenta, membrane, liquido amniotico) subito dopo il parto sono eliminati per essere inceneriti.
La donazione ha due possibilità: quella autologa (ovvero donare quel sangue per un uso sullo stesso donatore) o quella eterologa (cioè donarlo per un uso su una persona estranea ma compatibile) e tutto il sangue donato si conserva in specifiche "banche" che controllano, "tipizzano" (ne valutano le caratteristiche quindi) e congelano il sangue condividendo i dati di questo dono in un database mondiale. Vi è un'eccezione , la cosiddetta donazione "related", che riguarda le malattie ereditarie e per le quali è prevista la donazione da individui strettamente imparentati (fratelli, ad esempio).

In Italia, per legge, è impossibile donare il sangue per sé stesso, l'unica donazione possibile ed autorizzata è quella eterologa, ovvero a disposizione del primo individuo bisognoso compatibile.
Per questo motivo (e per aggirare gli ostacoli di legge) sono nate diverse banche cordonali (private) fuori dai confini del nostro paese. Il fatto che la loro nascita sia stata pianificata per non violare la legge puntando però al "mercato" italiano è dimostrato dal fatto che la maggioranza delle banche private di sangue cordonale siano nate appena fuori dai confini italiani quando non direttamente "dentro" i nostri confini geografici, come a San Marino. In Italia esistono 19 banche di sangue cordonale pubbliche ed autorizzate, sparse in tutto il territorio nazionale e che sottostanno a controlli e standard internazionali. Le banche private invece nascono "come funghi" e, se anch'esse devono sottostare a controlli e regole, è chiaro che non possono offrire le garanzie che offre una banca pubblica.


Donare il sangue del cordone del proprio neonato è un atto generoso per due motivi, il primo è la possibilità di mettere a disposizione delle cellule staminali per chi ne avesse bisogno, il secondo è quello che si mettono queste cellule a disposizione della ricerca (che è l'uso maggiore al quale sono destinate oggi queste donazioni).
Il vero problema di questo tipo di donazione è che non si tratta di una pratica diffusa (nonostante si possa donare praticamente in tutto il territorio nazionale) mancando forse una vera "informazione" sul tema, se le donazioni fossero più numerose, sicuramente vi sarebbero molte più possibilità di trovare donatori compatibili in tutto il mondo.

Vi è un altro problema.
Allo stato attuale della ricerca, le malattie realmente curabili con cellule staminali sono molto poche, oltre a quelle nelle quali sono in corso delle sperimentazioni, si applicano trapianti di cellule staminali in malattie come le leucemie, i linfomi, gravi forme di anemia (come la talassemia) o alcune malattie metaboliche ed immunodeficienze.
L'uso in malattie come il diabete, la sclerosi multipla ed altre patologie è del tutto sperimentale, non autorizzato e non ancora provato come efficace, alcuni risultati si sono ottenuti in forme di media gravità di alcune malattie neurodegenerative e l'unico risultato che per ora abbiamo riguardo al trapianto autologo di cellule staminali da cordone ombelicale è che sembrano non provocare gravi effetti collaterali nel breve periodo, sembra quindi una pratica abbastanza sicura (non del tutto però, sono segnalati anche casi di reazione letale), ma gli esperimenti si fermano qui, perché riguardo ai risultati vi sono molte incertezze.
Tra le altre proprietà, le cellule staminali cordonali possono aiutare pure il recupero di persone colpite da malattie tumorali che hanno ricevuto danni da radiazioni o chemioterapia. Questo naturalmente non deve alimentare false speranze e non può diventare terreno d'affari di persone che mirano solo al guadagno senza garantire basi scientifiche a chi si rivolge loro. La cosa meno "limpida" dei vari centri privati di conservazione di cellule staminali è che le ricerche sperimentali sono presentate come "rivoluzioni" con possibilità di applicazione (quando non lo sono) e si minimizzano gli ostacoli che le riguardano.
Le banche private sono in tutto e per tutto "aziende" che promuovono un prodotto, tanto da essere forniti di procacciatori d'affari, rappresentanti ed informatori scientifici. Questo sarebbe il minimo, perché il vero problema è, come ho spiegato, l'assoluta inutilità della conservazione a scopo autologo.

Il fatto che si usino le cellule staminali per curare, ad esempio, una leucemia, prevede che non si utilizzino le cellule staminali dello stesso individuo malato, questo perché le cellule immature potrebbero contenere lo stesso difetto genetico che ha poi generato la malattia, per questo motivo è realisticamente quasi impossibile che le cellule staminali prelevate dal cordone e donate per uso autologo (quindi, come detto, per la stessa persona che le ha donate), possano essere utilizzate a scopo curativo. Non solo, un altro particolare è che sono molto più efficaci terapeuticamente le cellule di individui compatibili ma non "identici", rispetto a quelle di individui assolutamente identici, il maggior risultato quindi si ottiene proprio con il trapianto di cellula da donazione eterologa rispetto a quelle omologhe.

Da tutto questo sembra chiaro che conservare il sangue cordonale per un uso "omologo" sia un'illusione piuttosto chiara, venduta come possibilità quando ancora è solo teoria. Sorgono tanti altri dubbi. Nel momento in cui una di queste banche dovesse fallire o chiudere per qualsiasi motivo, che ne sarà della donazione? Chi può assicurare i donatori del corretto uso e della conservazione delle sacche donate? Di alcune banche private ad esempio, si conosce la sede amministrativa ma non si hanno notizie sui laboratori e sui depositi di stoccaggio. Per altre si leggono locandine che riportano foto di laboratori modernissimi e depositi ultrasicuri che però non corrispondono alla realtà che vede i "laboratori" ultramoderni essere dei normali laboratori di analisi ed i depositi piccole stanze con pochi contenitori di azoto liquido.

Il fatto che le banche private facciano di tutto per "minimizzare" questi aspetti parla chiaro, se informassero i potenziali clienti della realtà attuale e futura, non solo scientifica ma anche organizzativa e legale, probabilmente i loro fatturati crollerebbero ma è chiaro che non si può pretendere di creare business su aspetti personali e della salute, parlare chiaro, correttamente e con onestà è doveroso da parte di queste strutture. Mentre la donazione eterologa nelle strutture pubbliche è assolutamente gratuita (basta farne richiesta ed avere alcune caratteristiche legate alla sicurezza della donazione), quella alle banche private è a pagamento. La conservazione ha un costo variabile, in genere tra i 2000 ed i 5000 euro (per una conservazione che cambia da una struttura all'altra, in genere un paio di decenni). Secondo un'indagine svolta nel nord-est della nostra nazione, il 25% delle coppie richiedono la conservazione del sangue cordonale in banche private per uso autologo, mentre il 75% ricorrono alla donazione tradizionale in banche pubbliche, c'è un dato che fa riflettere: chi ha richiesto la donazione "privata" lo ha fatto con la speranza di far fronte all'eventualità di un diabete o di celiachia (malattie per le quali esiste attività di ricerca) che colpisse il proprio figlio in futuro (anche se, come detto, questi usi sono ancora sperimentali e non hanno dato risultati particolarmente rilevanti) ed in questo caso le informazioni che li hanno convinti a questo tipo di conservazione sono state tratte da internet e non dal medico.
Che la possibilità di utilizzare il sangue del cordone per un uso "personale" sia un fatto teorico e non praticabile basti pensare che già per quanto riguarda le donazioni eterologhe sono pochissimi gli usi già praticati con successo, questo per la difficoltà nel trovare degli individui compatibili e per la rarità delle malattie curabili, probabilmente si avrebbero numeri più elevati se aumentassero le donazioni e la cultura sull'argomento.

Anche per questo motivo è bene ribadire un dato numerico chiarissimo: delle migliaia di donazioni effettuate nel mondo (più di 250.000 unità di sangue), sono state utilizzate a scopo terapeutico più di 1000 donazioni provenienti dall'Italia (che conserva circa 30.000 unità di sangue) per un totale di più di 10.000 utilizzi terapeutici nel mondo tutti effettuati da donazioni eterologhe conservate da banche pubbliche. Delle donazioni omologhe sono state utilizzate zero (0) sacche e quindi non è mai stato effettuato alcun uso terapeutico.

Così è più chiaro a chi servono i trapianti autologhi?

Alla prossima.


Nota: Qui l'associazione donatrici italiane sangue del cordone ombelicale. ADISCO. Qui un articolo sull'argomento.