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sabato 24 novembre 2012

Il contesto è tutto: il dhmo è mortale

Non so quanti conoscano questa storia, credo in tanti (almeno chi naviga sul web con regolarità) ma ogni volta che la racconto vedo facce riflettenti (no, non che diventano specchi ma che riflettono, pensano), come se raccontassi qualcosa che nessuno ha mai pensato.
Chi conosce la storia la rileggerà con piacere, chi non la conosce resterà stupito.

Parlo del monossido di diidrogeno (DHMO), composto presente praticamente dovunque, sul nostro pianeta e nel nostro organismo, negli alimenti e nell'ambiente. Per non parlare di ciò che beviamo, praticamente è quasi tutto DHMO. Non sto facendo una scoperta ed oltretutto, come ho detto, la storia è pure vecchia ma visto che la rete è abituata a toni allarmistici, ricordare il "dramma" del monossido di diidrogeno non è mai troppo.

Nel mondo se ne parla abbastanza, esiste un sito (che ha la sua versione italiana) ed altri che si occupano di questa situazione, abbastanza completi ed assolutamente attendibili.
Il monossido di diidrogeno è un composto inodore, incolore (nella sua forma originale), che contiene idrossido (componente tra l'altro dell'acido solforico). I chimici sapranno che è conosciuto anche come idrossido di idrogeno ed in alcune nomenclature è definito acido idrico per la sua formula. In natura si trova praticamente dovunque ma è possibile sintetizzarlo anche in laboratorio. E' utilizzato come refrigerante, componente di sostanze tossiche, armi chimiche e processi industriali semplici e complessi. Lo rinveniamo in abbondanza nei servizi igienici, in genere come prodotto di pulizia, ma era presente anche nei campi di sterminio (in piccole quantità, sembra), nei laboratori chimici ed in quelli che si occupano di sperimentazione animale.
La cosa preoccupante è che praticamente tutti gli acquedotti comunali hanno segnalato quantità enormi di questa sostanza nelle loro condutture che evidentemente arriva ai nostri rubinetti.

Ma si tratta di una sostanza pericolosa?
Basterebbe sottolineare che è provato come sia quasi sempre letale l'inalazione e, non per niente, questa sostanza compone buona parte delle piogge acide e dei farmaci chemioterapici endovena. Si tratta di sostanza spesso corrosiva per i metalli (e non sorprende, il suo effetto è visibile ad occhio nudo!). Basterebbe una prova facilissima: anche a casa, il monossido di diidrogeno riesce a sciogliere tantissime sostanze di consumo comune (da certi zuccheri al cloruro di sodio), è per questo che è usato come solvente da industrie e nelle lavorazioni farmaceutiche.
Ormai da decenni, questa sostanza chimica trasparente, è stata rinvenuta nelle cellule tumorali (di tutti i tipi!) e nonostante sia potenzialmente pericoloso, l'esposizione è frequente (addirittura incoraggiata) sui bambini e gli anziani, come sappiamo la fascia di popolazione più esposta ai danni ambientali, ma non solo: alcol, caffè e bibite gassate ne sono pieni, per non parlare dei farmaci (anche quelli pediatrici ed omeopatici!).

Scarico industriale con forte contenuto di DHMO

Come proteggersi?
Praticamente impossibile, viviamo circondati dal DHMO, ne assumiamo quantità ingenti ogni giorno, tanto che esistono associazioni di studio ed analisi dei danni del composto che per ora sembra non abbiano ottenuto alcun risultato. L'unico dato certo finora è che gli animali acquatici non subiscono alcun danno dalla sostanza.

Il lato più inquietante della vicenda è che esistono industrie (anche in Italia) che producono DHMO (in genere confezionato in contenitori di plastica oblunghi) e che realizzano guadagni enormi dalla vendita e diffusione del prodotto, si può dire con sicurezza che il nostro paese è tra i maggiori produttori e consumatori della sostanza, con multinazionali che assicurano l'esportazione e la diffusione mondiale senza alcuna limitazione particolare. Nonostante qualcuno provi a promuovere l'uso della sostanza (un gruppo californiano ne condivide l'uso), esistono movimenti sparsi nel mondo che cercano di diffondere la notizia che il DHMO è una sostanza chimica potenzialmente pericolosissima e persino letale. Sono state descritte persino gravissime ustioni causate dall'uso improprio anche in ambiente domestico.

Campi devastati da una fuga di DHMO da un fiume vicino

Anche in Italia, tempo fa, un "noto naturopata" iniziò una raccolta firme e delle analisi nei suoi laboratori speciali per identificare la particolare sostanza (questa è una copia della pagina che comparve nel suo sito). Nonostante il suo tentativo di fare chiarezza sul tema, come testimoniano le sue dichiarazioni subito dopo le prime analisi:
 "I tempi delle risposte dei laboratori NON sono quelli che vorrei e poi il problema non e' molto semplice, occorre il suo tempo.
Per ora so solo che sarebbe meglio evitare di utilizzare questa acqua chimica per il fatto che il CEM di quest'acqua NON e' identico a quella dell'acqua naturale e cio' mi basta per sapere che puo' produrre dei danni, sicuramente nel tempo." [...] "Il domicnio (sic.) di coerenza di quel tipo di acqua chimica NON e' identico a quello naturale."
la sua iniziativa si interruppe pochi giorni dopo, improvvisamente.
Poi il nulla. Sull'argomento nessuno spende più parole. Nonostante questo, grossi bacini di raccolta di DHMO e quantità sempre costanti di esso, sono presenti in tutte le città del mondo civilizzato e sono frequenti gli scavi che cercano fonti di questa, a quanto pare preziosa, sostanza. Sarà un caso che le regioni povere non riescono ad ottenerne scorte sufficienti?

Caratteristiche fisico-chimiche del DHMO

Fino a qui ci siamo?
Per rendere tutto più misterioso potrei aggiungere qualcosa come: sveglia!!!1!!11, urlo di battaglia di tutti i complottisti.

Fate girare!!1!
Bene. Un po' di termini tecnici, qualche dato allarmante, il termine "chimico" ripetuto diverse volte e termini "ambigui": anche senza dire la minima bugia ho descritto la terribile pericolosià del monossido di diidrogeno, la cui formula chimica è H2O.
Ovvero acqua.

Il monossido di diidrogeno è l'acqua.

Ogni affermazione fatta è assolutamente reale e comprensibile solo se si sa di cosa stiamo parlando e se si inserisce tutto nel contesto corretto. Se invece estraggo i dati un po' in disordine ed evito di approfondire, ecco che una sostanza "naturale" ed inoffensiva diventa un pericoloso incubo chimico, letale e tossico. Qualsiasi dato o notizia, estrapolato dal contesto o isolato dal discorso può diventare strumento per appoggiare le proprie teorie anche se non corrette. Se poi aggiungiamo frasi ad effetto, ambigue e poco comprensibili possiamo rendere torbido anche un concetto limpido, la mancanza di chiarezza, il linguaggio confuso o chiaramente terroristico, l'apparente presenza di riferimenti scientifici, possono confondere chiunque ed indurre false conoscenze.
Il caso del DHMO (l'acqua, ripeto, la semplice acqua) è abbastanza noto in rete ma è molto simbolico. In un'epoca nella quale siamo bombardati di informazioni di tutti i tipi, non sappiamo di chi fidarci e fino a che punto, rischiamo di essere diffidenti quando non è necessario e creduloni quando bisognerebbe mantenere un atteggiamento critico. Questo spesso non succede. Quanti di noi davanti agli sproloqui degli antivaccinisti non si sono chiesti "e se fosse vero?", quanti davanti alla testimonianza di un "guarito" da una cura alternativa hanno pensato "possibile che menta?", non ha più senso nemmeno fidarsi dell'autorità, perché abbiamo visto diverse volte che l'autorità non è per forza e sempre nella ragione (e qualcuno di questa "autorità" si approfitta).
Le fonti, che sarebbero la prima garanzia per controllare la veridicità di una notizia" sono tante, troppe, spesso tecniche e specialistiche per poter essere comprese da chiunque, non può stupirci quindi se anche in parlamento o in sedi prestigiose arrivano argomenti come "le scie chimiche" o "gli UFO".
Alla conferenza sul clima di Cancun (Messico, 2010), diversi delegati delle Nazioni Unite hanno firmato un appello per bandire il DHMO dal nostro pianeta, proposto da una presunta (ed ironica) organizzazione umanitaria di volontari. Tutto questo non è bello, anche se fa ridere.
Per questo motivo è fondamentale che chi ci governa abbia la cultura e la preparazione come principale dote, non importa lo schieramento o il partito, serve gente seria, preparata, sveglia, sarebbe inutile una rivoluzione degli ignoranti, serve una rivoluzione delle menti. Essere governati da caproni è la maledizione peggiore che possa capitare ad un popolo. Per lo stesso motivo sarebbe auspicabile che la stampa divulgasse solo notizie scientifiche controllate, veritiere, attendibili.
Sono piccoli accorgimenti che in realtà servono ad un futuro migliore.

Alla prossima.

Del temutissimo DHMO ne hanno parlato anche Dario Bressanini nel suo blog su Le Scienze, Wikipedia e Paolo Attivissimo .
Alla prossima.

venerdì 16 novembre 2012

Primarie: sei domande per la scienza

Aria di politica, anche se di politica in questo blog non se ne fa.
Quando però mi lamento dell'assoluta mancanza di cultura scientifica del nostro paese, forse, un piccolo spazio politico bisogna aprirlo, rimboccandosi un po' le maniche.
I vari schieramenti presentano i loro candidati per le primarie, tutti a parlare di lavoro, tasse, voti ma nessuno che abbia avuto il benché minimo pensiero per gli argomenti della scienza e della cultura.
Eggià, perché cosa vuoi che gliene freghi alla casalinga di Mongiuffi (per non prendersela sempre con quelle di Voghera) della legge sulla procreazione assistita o dell'omeopatia, il voto si "chiama" con argomenti molto più "popolari".
Allora facciamoci sentire. Va benissimo occuparsi di disoccupazione e di tasse, ma uno spazio per la cultura esiste? Un futuro per la ricerca ed il progresso, possiamo sperarlo? Ci lamentiamo della deriva superstiziosa del nostro paese? I giovani vivranno in un modo governato dalle profezie o dagli esperimenti? Possiamo chiederlo a chi ci governerà? Possiamo capire come la pensa?
Proviamoci.

Tanti divulgatori scientifici italiani, studiosi, blogger, professionisti e semplici simpatizzanti (aumentano sempre di più), si sono messi in testa la strana idea di porre alcune domande ai candidati alle primarie dei vari partiti politici, è nel nostro diritto capire con chi avremo a che fare. Basta aderire all'iniziativa, con la collaborazione di "Le Scienze" e chiunque può sottoscrivere le sei domande da porre ai vari candidati delle primarie di tutti gli schieramenti politici. I candidati risponderanno alle domande inviando una mail a: redazione@lescienze.it

I primi a essere interpellati sono i candidati del centrosinistra: Bersani, Puppato, Renzi, Tabacci, Vendola. Le stesse domande saranno poste ai candidati delle primarie del PDL e di tutti i partiti/movimenti che sceglieranno il loro leader con questo strumento. In una seconda fase, saranno preparate le domande per le elezioni politiche. L'iniziativa non sostiene alcun movimento politico.


Le domande (solo sei) sono precise, toccano vari argomenti ed aspettano risposte.

Le domande
  • Quali politiche intende perseguire per il rilancio della ricerca in Italia, sia di base sia applicata, e quali provvedimenti concreti intende promuovere a favore dei ricercatori più giovani?
  • Quali misure adotterà per la messa in sicurezza del territorio nazionale dal punto di vista sismico e idrogeologico?
  • Qual è la sua posizione sul cambiamento climatico e quali politiche energetiche si propone di mettere in campo?
  • Quali politiche intende adottare in materia di fecondazione assistita e testamento biologico? In particolare, qual è la sua posizione sulla legge 40?
  • Quali politiche intende adottare per la sperimentazione pubblica in pieno campo di OGM e per l'etichettatura anche di latte, carni e formaggi derivati da animali nutriti con mangimi OGM?
  • Qual è la sua posizione in merito alle medicine alternative, in particolare per quel che riguarda il rimborso di queste terapie da parte del SSN? 

Io ho aderito.
Chiunque può diffondere l'iniziativa o aderire se interessato, scrivendo a:

redazione@lescienze.it (specificando nel soggetto "Dibattito Scienza")

Si può seguire il dibattito su Facebook o su Twitter (hashtag #dibattitoscienza #primarieCSX).

Grazie.

Aggiornamento: Cominciano ad arrivare le prime risposte, saranno pubblicate sul sito di Le Scienze (e casomai le riporterò qui), gli organizzatori stanno decidendo come pubblicarle e quando.
Quando arriveranno le varie risposte commenterò solo quelle relative alle medicine alternative.

Sono arrivate tutte le risposte, le trovate sul sito de Le Scienze, qui.

Presto commenterò quelle relative all'ultima domanda (medicine alternative).

Commento alle risposte.

Bersani: mi sembra accettabile, non esistono medicine "alternative" ma solo medicine scientificamente provate e questo è il requisito minimo per un eventuale rimborso tramite il SSN.
Puppato: Dimostra di essere poco informata. La direttiva UE (che non è nemmeno "nuova") è già in vigore in Italia. In ogni caso la sua frase "l'omeopatia, ritengo sia una branca della medicina che ha dimostrato la sua utilità" è significativa delle sue convinzioni. Mi sembra la meno "approfondita" ed interessante delle risposte.
Renzi: Secondo me non ha nemmeno risposto. Dopo una spiegazione su cosa si intende per medicine alternative, parla della situazione relativa alla regolamentazione ed alla formazione degli operatori. Per quanto mi riguarda non è questo che desideravo sapere.
Tabacci: Un risposta corretta ed equilibrata, spazio alle medicine "alternative" sempre relativamente all'approvazione consolidata e diffusa da parte della comunità scientifica.

Vendola: Anche lui si poggia sulle basi scientifiche per convalidare qualsiasi pratica medica. Risposta corretta. Mi è piaciuto il riferimento alla cultura scientifica quale mezzo di crescita e sviluppo di un paese.

Nota finale: molti potrebbero sottovalutare il significato di questa (riuscita) iniziativa. Un gruppo di cittadini (prima) e cultori di scienza (dopo) ha posto una serie di domande a candidati politici i quali (onestamente) hanno risposto. Scegliere chi ci governa è democratico, sapere come la pensa ancora di più. Questa iniziativa quindi, oltre ad un significato politico ne ha uno molto più importante che spero tutti vogliano cogliere. Complimenti quindi ai ragazzi di "Dibattito scienza".

sabato 10 novembre 2012

Perchè ho creduto ad una cura alternativa

Mi arrivano tantissimi messaggi di posta elettronica (e mi scuso con chi non ha ricevuto risposta ma è davvero un'impresa farlo, assicuro che comunque leggo tutto ed approfitto per ringraziare chi mi scrive) e se molti sono messaggi di segnalazione o di incoraggiamento, altri sono storie personali, casi delicati e vicende umane durissime. Non pubblico spesso le lettere che mi colpiscono di più ma (sempre dopo aver chiesto autorizzazione) qualcuna merita di essere letta.

Quella che pubblicherò oggi mi è stata inviata da una persona gentilissima, colta ed educata, con la quale è piacevole conversare e scambiare opinioni. Lei ha fatto uso (non personalmente ma per la malattia di sua madre) di una cura alternativa abbastanza nota. Non serve commentare più di tanto le parole di Maria (nome inventato) perchè fanno riflettere. Quando ci chiediamo i motivi di tanta "ingenuità" nel cadere tra le braccia (avide) di ciarlatani e guaritori, quando restiamo a bocca aperta davanti a persone apparentemente ragionevoli ma che si trasformano in sprovveduti davanti ad un'evidente cura senza utilità, possiamo avere una risposta dalle parole scritte in questo messaggio.
Il messaggio è lungo anche se ho tagliato parti non fondamentali, ma spiega tante cose.

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Buongiorno dottore,

volevo intanto ringraziarla [...].
Vorrei anche raccontarle la mia storia uguale sicuramente a tante altre che ha conosciuto [...]

Sono laureata in biologia e svolgo il mio lavoro in un'industria chimico-biologica, mi piace tutto ciò che è scienza, innovazione e cultura, non ho mai utilizzato medicine alternative, dalla popolare omeopatia a quelle più "estreme", mai fino ad 6 anni fa.

Accompagnando mia mamma ad un controllo medico per disturbi che la colpivano da qualche mese, ho avuto la notizia peggiore che potessi aspettarmi. Mia madre era stata colpita da un tumore all'utero, più precisamente da un sarcoma uterino allo stadio IIB. Come lei sicuramente saprà alla sfortuna della diagnosi si è aggiunta la sfortuna del tipo di tumore e dell'estensione (diffusa oltre l'utero), [...].
Passata la prima fase (disperata, perchè non volevo spiegare esattamente di cosa si trattasse, mia madre era un tipo apprensivo e pessimista), ci siamo affidati con tutte le nostre buone intenzioni al reparto del ginecologo che seguiva da una vita la mamma (e che mi aveva pure fatto nascere).
Ci tengo a sottolineare l'umanità, la professionalità e la passione con la quale mia mamma è stata curata dai medici, dagli infermieri e dal personale tutto dell'ospedale [...], a loro devo molto anche io perchè una buona parola la riservavano anche a me ed alle mie sorelle.
Dopo una prima chemioterapia (che aveva ridotto l'estensione a quasi la metà), mia mamma ha fatto un intervento chirurgico e poi radioterapia e nuova chemioterapia.
Devo dire che i nostri timori di effetti collaterali terribili ed ingestibili non si sono avverati, oltre a qualche disturbo facilmente sopportabile mia mamma si è ripresa subito dall'intervento e non ha sofferto particolarmente durante tutta la fase di cura.
Ero felice per due motivi: mia mamma era viva, per prima cosa e poi non soffriva. La prima paura di quando affronti un tumore è proprio quella legata al dolore ed alla sofferenza.
Tutti i controlli successivi andavano bene e mia mamma ha potuto godere della nascita di una nipotina, ha viaggiato, ha coltivato i suoi hobby e nessuno avrebbe potuto definirla "ammalata".

Poi il momento della ricaduta, esattamente un anno fa, quando il risultato di uno dei vari controlli periodici (sempre negativi fino ad allora) faceva sospettare qualcosa di poco piacevole. Così fu: una recidiva.
Per la sede della lesione e per il tipo di malattia il medico fu chiaro: c'è poco da fare, la mamma era inoperabile e l'unica speranza era una chemioterapia palliativa e forse delle sedute di radioterapia. Alla mia domanda sulla possibile sopravvivenza il medico rispose che in genere non si supera l'anno.


Me lo aspettavo ma speravo che questo momento arrivasse il più tardi possibile ma era arrivato. Accettai le cure proposte dal nostro medico (che ebbero il loro effetto, le masse crescevano molto lentamente ed inizialmente erano pure regredite) ma contemporaneamente mi misi alla disperata ricerca di altre possibilità.
Mentre cercavo su internet e leggevo delle cure più incredibili [...] in un forum fui letteralmente catturata da un gruppo di sedicenti "guariti" da una di queste cure.
Era la famigerata "cura [...]". Quelle persone erano felici, esaltate, mi ricordavano le riunioni di rappresentanti di oggetti per la casa alle quali partecipavo quando cercavo lavoro, piene di luci, suoni, urla, tutto creava un'atmosfera surreale, ti ipnotizzava, volevano a tutti i costi trascinarti nel loro gruppo, una sorta di cerchio magico che ti attirava come sirene suadenti.

Approfondii la conoscenza della cura [...] ed approfittando dei miei studi ho letto libri, studi, ho raccolto centinaia di dati di letteratura, ho letteralmente rivoltato il sito della cura, ho perso sonno e persino qualche ora di lavoro, quando mi recavo distante per parlare con qualcuno.
Mi resi conto che ero in preda ad un'isteria mai provata, quello che leggevo erano banali storie di chi deve convincerti di qualcosa che non esiste, la "famosa" cura [...] era una delle tante versioni che si trovano su internet per illudere i malati. Non c'era niente di interessante o "scientifico", mi trovavo di fronte al nulla spacciato per "scienza", [...] e non era credibile e lo stesso pensava il medico curante di mia mamma, il mio, due parenti medici (che nemmeno sapevano che esistesse acora una cura del genere). Parlai pure con alcune persone guarite grazie alla cura e due le incontrai personalmente.
Mi fecero leggere dei documenti e, anche se con un po' di difficoltà, riuscìi a capire che quella cura non aveva niente a che fare con la loro guarigione, quelle donne erano state curate completamente in ospedale esattamente come mia madre, con un intervento chirurgico ed una anche con le consuete sedute di chemio e radio ma per loro questa parte delle cure non esisteva, era stata rimossa, era stata tossica e pericolosa e doveva essere cancellata, nonostante le avesse mantenute in vita. Arrivai a tante delle conclusioni che anche lei ha scritto nel suo sito su questo metodo.
Tutto il merito del loro stato di salute era dovuto alla cura che avevano fatto, anche se questa arrivò dopo quelle effettuate in ospedale, ne erano realmente sicure e in buonafede, anche loro erano esaltate ed in preda a una specie di crisi mistica nei confronti del loro "santone" ed anche io, nonostante l'evidenza mi diceva di non avere trovato una soluzione al mio problema mi buttai in quella specie di "fede cieca" che non mi faceva notare nemmeno i migliaia di euro spesi per le medicine.

Prenotai non senza qualche difficoltà una visita dal dott. [...] e mi trovai davanti ad una persona che restava sul vago ma mi dava le speranze che i medici non mi avevano dato. Mi prometteva risultati, "in tanti anni sono tantissime le persone ancora tra noi", sorridente, suadente, anche un po' viscido, ma ipnotico, con l'aria da saggio, mi passa una ricetta stampata raccomandandomi di acquistare i farmaci in una farmacia ben precisa che era l'unica "autorizzata", mi colpì la sua espressione quasi sofferente da maschera di commedia greca, aveva una espressione che sembrava recitare una parte e sussurrava.
Dopo aver pagato mi resi conto di essere uscita da una specie di santuario, provavo la stessa cosa che si prova quando si esce da una chiesa nella quale si è pregato per ricevere una grazia o una concessione, mi sentivo libera, soddisfatta, piena di speranza e fiduciosa, ero piena di fede. Ha presente quando viene voglia di gridare con tutta la forza possibile e dopo averlo fatto ti senti libera? Ecco, io avevo quella sensazione: la realtà dell'ospedale e la speranza dell'impossibile.

Mi superai per fare quella cura in maniera perfetta, seguendo pedissequamente le indicazioni del dottore che visitò mia mamma. Orari precisi, decine di pillole, somministrazioni temporizzate, cavi, batterie e rituali di somministrazione. [...], spendevo tanti di quei soldi che la mia condizione di persona benestante passò in poche settimane a quella di una piena di debiti e senza alcuna possibilità di concedersi uno svago o un piacere extralavorativo.

Ero felice però, più di mia mamma che non sopportava tutte quelle medicine, che voleva essere lasciata in pace e mi rimproverava ma io credevo di farlo per lei, che era tutto per aiutarla.
Al controllo successivo, dopo tre mesi, la malattia era stabile, nessun miglioramento. Il medico mi disse che non era un male e sottintese che era meglio ripetere il controllo in un altro ospedale perchè spesso i medici boicottavano e falsificavano i risultati degli esami di chi era sotto cura da lui. Inoltre un risultato degli esami del sangue era diminuito di un po': ecco, mi disse il medico, visto che la cura comincia ad agire?
Io, come la fedele alla liturgia, ripetevo lo stesso esame in un altro ospedale (altri soldi, altra fatica, giorni di lavoro saltati, sacrifici...). Risultato praticamente identico.
Però mia mamma stava bene, usciva, mangiava, come se non avesse nulla e così mi catapultavo nei luoghi di ritrovo virtuali dei "fedeli" della cura e parlavo di miglioramenti, l'esame era sceso un po' e mia mamma stava benissimo, forse era tutto vero, forse quella cura serviva veramente, ero sommersa di complimenti, abbracci, cuoricini, tutti contentissimi che la cura "stava funzionando".
Il medico continuava ad essere ottimista: "non deve preoccuparsi, se fa bene la cura sua mamma avrà benefici", mi rispondeva il dottore con un sorriso e così facevo, continuavo la cura rischiando l'esaurimento per la complessità delle cose, sopportavo gli effetti collaterali (che per ironia della sorte erano più pesanti di quelli della chemio) e passavano i giorni, sicura che al prossimo controllo tutto si sarebbe risolto.
Invece no al controllo successivo era tutto peggiorato, un linfonodo però, all'altezza dell'inguine, era quasi sparito e mi aggrappavo a quello. Per il medico, per me e per tutti i miei nuovi "amici" conosciuti su internet, la cura andava alla grande, quella era la prova certa che la cura funzionava. Il medico mi disse che avrebbe presentato il caso nel suo prossimo congresso perché era soddisfatto dei risultati.
Mia mamma cominciò a stare male, giorno dopo giorno cominciò a spegnersi fino a quando fu necessario il ricovero in terapia intensiva.

Dopo solo una settimana nella quale io, come una fissata, continuavo a somministrarle di nascosto quello che potevo la riportammo a casa.
Morì esattamente quando aveva previsto il suo oncologo, dopo meno di un anno, senza nessun beneficio, senza miglioramenti, senza vantaggi. Mi sono trovata senza mamma, senza soldi e vuota nell'anima.

Frattanto il gruppo di internet che mi aveva fatto conoscere la cura era sempre sorridente, incoraggiante, festante, dopo le condoglianze, passavano al prossimo malato: ce la fai! Siamo con te! Coraggio!...
Dove trovi decine di persone che ti dicono che sconfiggere quella malattia è possibile e semplice, che sorridono di continuo, che incoraggiano?

Ho autoanalizzato il mio comportamento e credo di aver capito che la vera malata ero io. Avevo bisogno di una spalla, di un gruppo di sostegno. Mi servivano certezze e tutte queste cose la medicina non può (ovviamente) dartele. Me le davano quelle persone, il medico, la speranza. Ero in uno stato di ipnosi tale che avrei potuto giurare che mia madre stava meglio quando invece si spegneva giorno per giorno. Mia mamma è stata curata ed è sopravvissuta grazie al lavoro di un ospedale pubblico che io ho presto dimenticato e per questo mi sento in colpa profonda. Quando faceva la cura alternativa, non ne ha ricevuto nessun beneficio se non quello di aver perso tutti i suoi risparmi, ma io raccontavo di miglioramenti, di passi da gigante che esistevano solo nella mia testa e probabilmente ho contribuito a convincere qualcun altro a seguire questa strada folle e pericolosa, ma non pensavo di raccontare un sogno e non la realtà.
Mia mamma non ha avuto nessun sollievo, nessun giovamento, nessun aiuto dalla cura alternativa: l'ho presa in giro per farmi sopportare la sofferenza, in quel modo ho aiutato me non lei. La cura alternativa è servita a me, non a lei e la cosa che più mi ha fatto soffrire è averla messa nelle mani di certe persone per mia consolazione non per suo giovamento.

Sono uscita fuori da una crisi successiva a quello che per me è stato un errore. Affidando mia mamma nelle mani degli alternativi le ho rubato salute e speranza, le ho mentito ed ho mentito a me stessa. Questo non me lo perdonerò mai, ma la cosa che più mi dispiace è che non ho reso giustizia a chi ha curato davvero la mamma con amore e professionalità, tutto il personale dell'oncologia e di ginecologia dell'ospedale [...].
Loro mi hanno chiesto notizie di mia mamma, il dottore alternativo oggi ha nel suo sito il caso elencato tra quelli "guariti" (gli ho scritto per farlo togliere ma non lo ha fatto) e mentre mia mamma moriva, lui era al congresso che raccontava una guarigione che non era mai avvenuta e non ha mai chiesto come fosse andata a finire, per lui mia mamma è ancora viva.

Il mio unico grazie va ai medici ed al personale di Milano, al dottore della cura alternativa non devo nulla e spero che di lui, per chi crede, si occuperà una giustizia molto più severa di quella terrena. Non mi resta altro da fare [...].

La ringrazio [...]

Maria

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Alla prossima.