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martedì 21 agosto 2012

Mengele: l'angelo della morte


L'articolo seguente pur descrivendo fatti storici e medici, può disturbare le persone più sensibili.


Joseph Mengele, nato nel 1911, si laurea prima in antropologia nel 1935 e poi in medicina tre anni dopo. La sua tesi di laurea trattava le differenze della parte anteriore della mandibola di sei "razze umane" (da lui presunte). Apparentemente brillante e raffinato, viveva nella Germania ormai pervasa dall'ideologia nazista e nel 1937 si iscrisse al partito nazista, gesto spesso "obbligato" per chi decideva di intraprendere una vita pubblica o aveva ambizioni di carriera, soprattutto in campo accademico. L'anno dopo si iscrive alle SS, la tristemente nota "polizia nazista". Fu arruolato anche come apprezzato (e decorato) soldato e dopo essersi iscritto come medico volontario dell'esercito fu trasferito ad Auschwitz, il campo di concentramento divenuto poi simbolo delle atrocità del nazismo e della guerra.
Con il ruolo di capitano diventò in breve il secondo medico del campo ed ebbe il soprannome di "angelo bianco" perchè all'arrivo dei treni dei deportati che attendeva per selezionare alcuni di essi da ricoverare nelle stanze mediche, si presentava con un cappotto bianco che spiccava accanto alle scure uniformi dei soldati tedeschi.
La selezione di Mengele era piuttosto "grezza", si interessava soprattutto ai gemelli, il suo urlo diventò proverbiale nei racconti dei sopravvissuti: "Zwillinge heraus!" (fuori i gemelli!) ed aveva tracciato una linea su un muro ad un metro e mezzo da terra, i bambini più bassi andavano direttamente alle camere a gas, quelli più alti li portava nelle sue camere selezionando saltuariamente gruppi di gemelli da avviare alle sperimentazioni. Molte madri erano al corrente della "selezione" dei gemelli all'arrivo al campo di concentramento e si assisteva spesso a tentativi di nasconderli che a volte andavano a buon fine ma con un finale tragico: i bambini seguivano la madre nelle camere a gas, un destino senza alcuna via d'uscita. Il medico tedesco si accompagnava spesso a bambini ed i militari quando li incontravano, considerati "proprietà" del laboratorio di ricerca, li chiamavano "i bambini di Mengele", alcune madri, con la speranza di ingraziarsi le simpatie dello sperimentatore nazista, parlavano di Mengele come dello "zio".

L'esasperato patriottismo di Mengele gli faceva pensare che l'unico modo di aiutare fattivamente la patria, per un medico come lui che ormai non combatteva più in prima linea, era quello di farla emergere scientificamente. Aveva come obiettivo quello di creare un esercito tedesco perfetto, in linea con le direttive ariane e "raddrizzato" dalle conoscenze che emergevano dai suoi studi ed in questo modo entrare nella storia.

Si riteneva fortunato. Per gli studenti di medicina della sua epoca, gli unici due modi di fare pratica erano quello di frequentare l'università (ed in tempo di guerra non era così facile) o di comprare cadaveri da dissezionare per approfondire le conoscenze di anatomia. Mengele aveva a disposizione migliaia di soggetti da studiare, di potenziali cadaveri, di persone che i suoi superiori avevano chiamato topi: quale migliore cavia di un "topo umano"?
Al medico tedesco interessavano esperimenti pratici, utili alla patria, all'esercito ed ai soldati. Quanto poteva resistere un uomo immerso in acqua gelida? Qual é l'altezza di caduta massima che permetta ad un uomo di salvarsi oppure quale intensità di suono perfora i timpani o come guarire le ferite di guerra. Quali sono i veleni più terribili e quali i loro antidoti?
Tutte domande che già difficili da chiarire, diventano terribili quando si pensa che il medico tedesco aveva tutte le intenzioni di risolvere. Con una particolare predilezione per i gemelli, materia del suo maestro, il genetista Ottman von Verschuer, antropologo e studioso della genetica dei gemelli.
Presto creò attorno a lui un'intera equipe di medici di tutta Europa, selezionati tra i prigionieri del campo, con loro un gruppo di infermieri ed una disegnatrice che potesse riprodurre i suoi esperimenti.
I gemelli lo ossessionavano, li misurava attentamente, eseguiva trasfusioni sanguigne incrociate, iniettava sostanze sperimentali per rendere azzurri i loro occhi. Un superstite racconta di due gemelli "cuciti" assieme nel dorso per studiarne le reazioni. Alla fine dell'esperimento i due bambini, ormai in condizioni pietose, furono riaffidati ai genitori, una coppia di zingari reclusi nel campo che li uccisero soffocandoli per evitare ulteriori sofferenze. Mengele era continuamente in contatto con il suo maestro a Berlino al quale inviava campioni, organi, parti di corpi umani che secondo lui potessero interessare o servire per ulteriori studi, tutto accompagnato da abbondante documentazione da lui stesso siglata. Erano comuni gli esperimenti multipli e contemporanei, con decine di bambini stesi sui letti da dissezione che ricevevano iniezioni di sostanze irritanti o amputazioni ed era comune la pratica di tentare vari metodi di sterilizzazione sulle bambine e sulle donne adulte (soprattutto con sostanze irritanti per "chiudere" le tube).


Esistono testimonianze che descrivono asportazioni di organi in bambini ancora vivi. Altre, documentate, che mostrano interventi chirurgici senza anestesia. Le "cavie" di Mengele inoltre, non ricevevano nessuna cura dopo gli esperimenti, neanche per combattere il dolore: molti morivano subito, tanti altri dopo giorni di sofferenza, Mengele in persona ha ucciso direttamente diversi bambini oggetto di esperimenti. Comuni le trasfusioni di sangue da un fratello all'altro o l'inoculazione di virus o tessuti infetti per controllare i tempi di incubazione di varie malattie.
Un giorno mio fratello gemello Tibi fu portato via per qualche esperimento particolare. Il dott. Mengele aveva sempre avuto particolare interesse per Tibi, non so perché, forse perché era più grande. Su di lui fece diversi esperimenti. Uno di questi, alla sua colonna vertebrale lo paralizzò, non poteva camminare. Successivamente gli asportò gli organi genitali. Dopo la quarta operazione non vidi più mio fratello.
Il suo assistente, prigioniero nel campo di concentramento, il dottor Miklòs Nyiszly, testimoniò al processo di Norimberga a proposito degli esperimenti di Mengele:
Questi esperimenti in vivo, ossia fatti su persone vive – spacciati per esami medici – sono ben lungi dall’esaurire il problema dei gemelli dal punto di vista scientifico. Sono relativi e dicono poco. Segue dunque la tappa successiva degli esami – l’analisi sulla scorta di dissezioni: il confronto degli organi normali con quelli patologici o malati. A tale scopo sono necessari cadaveri e siccome la dissezione e l’analisi dei singoli organi deve avvenire contemporaneamente, contemporanea deve essere anche la morte dei gemelli, vale a dire che muoiono simultaneamente nel blocco per esperimenti del KL Auschwitz. […] Il dottor Mengele li uccide. […]
L'angelo bianco divenne in breve l'angelo della morte.
Un medico, anche in periodo di guerra, non può calpestare la dignità e la persona umana, più di qualsiasi altro uomo la sua professione, che è quella di alleviare le sofferenze, è una missione scelta fin dal primo giorno di studi ma la crudeltà e la fermezza dell'uomo piacevano ai superiori ed agli uomini di partito, la "soluzione finale" dello sterminio ebraico aveva bisogno di gente come lui.
Due volte la settimana si svolgevano gli esperimenti militari, alcuni svolti con bambini ma la maggioranza con adulti prigionieri del campo.
"L'aiutante di Mengele raccolse 14 coppie di gemelli rom in una notte. Mengele li mise tutti sui tavoli da dissezione di marmo lucidissimo e li fece addormentare. Iniettò cloroformio nel cuore e li uccise istantaneamente. Quindi iniziò la dissezione annotando meticolosamente ogni pezzo del corpo dei gemelli".
Tra le sue vittime è molto nota la storia della famiglia Ovitz, un gruppo di fratelli affetti da nanismo congenito che furono prima vittime di esperimenti, poi diventarono delle "mascotte" del gruppo che si occupava dei laboratori della morte: spettacoli, esibizioni, balletti, questo salvò loro la vita ma non evitò alle donne la sterilità ed agli uomini enormi sofferenze. Essi stessi raccontano gli esperimenti subiti: estrazione di denti, di midollo osseo, tentativi di sterilizzazione, asportazione di tessuti per comprendere meglio i fenomeni dell'ereditarietà, tutto si svolgeva quasi sempre senza anestesia. Alcuni componenti della famiglia Ovitz, raccontarono della loro tragica "fortuna", visto che altri gruppi di "cavie" non avevano sorpassato la prima settimana di permanenza al campo di Auschwitz, alcuni di essi, dopo essere stati vivisezionati, erano bolliti per estrarne le ossa da potere inviare ai musei di anatomia berlinesi.

Poco prima dell'arrivo dell'esercito russo che avrebbe liberato il campo, Mengele riuscì a portare con sè appunti e poco materiale. Sembra sia stato catturato dall'esercito americano come un normale soldato tedesco, tutti erano ignari infatti di quale fosse la sua vera identità. Alla disfatta dell'esercito tedesco e con la successiva fine della guerra, i prigionieri, tra i quali Mengele, furono liberati e di lui non si seppe più nulla, le ultime notizie lo volevano in Sud America (in Brasile, probabilmente) ma sulla sua scomparsa e successiva morte per anni non vi è stata alcuna notizia certa, anche se si dice esistano documenti autobiografici che non hanno mai visto la luce e qualcuno narra senza documentazione solida di un Mengele ancora dedito alla medicina in piccoli villaggi. Sembra comunque sia morto nel 1979 d'infarto durante un bagno a mare. La sua tomba è stata identificata con quella a nome di Wolfgang Gerhard e nel 1992 dopo un'analisi del DNA è arrivata la conferma: Joseph Mengele era sepolto in quella tomba. Di sicuro l'angelo della morte non ha mai pagato per quello che ha fatto.
Mengele è diventato simbolo di crudeltà e cattiveria ma non bisogna dimenticare che non fu l'unico medico che si macchiò di insensibilità e veri e propri crimini contro l'uomo, la Germania nazista aveva bisogno di esperimenti che andavano oltre il limite di quello che era possibile fare nelle università o nei laboratori ufficiali, alcuni tra questi medici erano autorevolissimi esponenti della medicina tedesca e persino oggi sono ricordati come sviluppatori di farmaci fondamentali e diffusissimi. Tra i nomi ricordiamo quelli dei dottori Carl Clauberg e Horst Schumann che effettuarono esperimenti sulla sterilizzazione femminile, Karl Brandt e Eduard Wirths, ginecologo che studiava lo sviluppo del cancro direttamente sui detenuti dei campi di concentramento. Carl Peter Vaerne, medico delle SS, studiava la "cura dell'omosessualità" con iniezioni di dosi massicce di testosterone. Le loro vittime sono state innumerevoli.

Nonostante la storia sia dura da conoscere e contenga particolari angoscianti questi sono solo alcuni dei risvolti della vicenda, il lato "morboso" e crudele è solo una piccola parte del dramma psicologico, fisico e morale di tutto questo e conoscere alcuni fatti ha il valore che deve avere ogni avvenimento umano, un monito per le generazioni future, perchè non accada mai più.

Alla prossima.