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martedì 12 gennaio 2010

Campagna omeopatia: non c'è niente dentro

Grande polemica in Gran Bretagna dove la più nota catena di farmacie (sì, esistono le catene di farmacie...) ha deciso di mettere in vendita nei suoi negozi prodotti omeopatici.
Vista la tradizione secolare della società (la Boots) in quel paese questo marchio è praticamente sinonimo di farmacia.

Nella storia della farmacia più famosa d'Inghilterra si era avuta sempre una netta opposizione alla vendita di prodotti omeopatici assieme alle medicine vere e così la decisione (a quanto pare strettamente commerciale) di aprire le porte all'acqua dinamizzata ha agitato più di una persona.
E' in corso una campagna di sensibilizzazione e di pressione nei confronti della Boots ed anche on line è nato un nuovo sito che lancia, pubblicizza e divulga questa campagna che ha ormai respiro internazionale.

Si chiama 10:23 ed è strutturata come un conto alla rovescia segnato da vari passi. Una petizione on line da firmare come primo step e poi avanti fino alla fine del conto alla rovescia.
Il motto della campagna è: Omeopatia, non c'è niente dentro.


 Il sito inizia con queste parole: l'omeopatia è una pseudoscienza assurda ed antiscientifica tuttavia oggi persiste come una medicina complementare accettata.

Chi fosse interessato e volesse aderire può farlo qui.
Qui gli articoli dedicati all'omeopatia in questo blog.
E già che ci siamo ricordiamolo: nel prodotto omeopatico c'è solo acqua...chi potesse dimostrare il contrario lo faccia.
;)

Aggiornamento 18/01/10


L'avvenimento clou della campagna avverrà il 31 gennaio alle 10,23 (naturalmente).
In quel momento in tutta l'Inghilterra, gruppi di scettici sull'omeopatia andrà in "overdose" di prodotti omeopatici bevendone litri.
Naturalmente non avranno nessun effetto (nemmeno collaterale) ma si spera riescano nella loro iniziativa.
In bocca al lupo!

Aggiornamento 01/02/10

Alla fine è andata come sperato. Una simpatica manifestazione che ha coinvolto centinaia di persone in tutto il Regno Unito. Hanno ingurgitato interi flaconi di preparati omeopatici senza naturalmente accusare nessun effetto nè diretto nè collaterale.
Omeopatia: non c'è niente dentro, e si vede...

Qui il video della manifestazione di Leeds:


6 commenti:

  1. wewee,
    10 23 credo sia stato scelto prima come numero di avogadro, poi come countdown ;)

    ottima iniziativa cmq... un pensierino ce lo fo' :D

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  2. Gloria gloria al numero di Avogadro ^_^

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  3. Con la crisi purtroppo la vendita di medicinali è calata moltissimo, e la fuffa omeopatica di solito viene comperata da persone di medio alto reddito.
    Insomma è un supermercato, e purtroppo per lui deve vendere.

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  4. Altri aggiornamenti sulla situazione inglese:
    http://www.timesonline.co.uk/tol/news/politics/article7036441.ece

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  5. Ho letto già gli altri tuoi articoli sull`omeopatia e premetto che concordo con te al 100% (del resto un chimico non può fare altro :-) ), ma mi è rimasto un dubbio: visto che tu non parli di quella fascia di rimedi, definiti comunque omeopatici, ma che hanno una diluizione compresa tra 1D e diciamo 10D (o 5C che è lo stesso) dove il principio attivo utilizzato è comunque presente in concentrazione "utile". Avendo lavorato per qualche tempo in una azienda farmaceutica so che diluizioni a 10D (che significa circa 0.1ppb) sono diluizione che per alcuni principi attivi molto potenti si usano normalmente. Alcuni tipi di sostanze utilizzate in omeopatia hanno comunque un effetto farmacologico (soprattutto quelle fitoterapiche, non penso certo alla "bava di lumaca") e in queste concentrazioni possono essere comunque utili. So che lŽomeopatia considera le diluizioni più estreme come quelle più reattive e lo considero anche io un assurdo (ma di certo nessuno degli scienziati che hanno partecipato allŽesperimento in Inghilterra avrebbe bevuto qualche litro di un rimedio omeopatico di Arsenico D3 per esempio), però anche i rimedi con diluizioni inferiori dovrebbero funzionare con lo stesso sistema (non allopatico per intenderci) e, avendo concentrazioni coerenti della sostanza, dovrebbe esistere un riscontro (positivo o negativo) sul loro utilizzo. Il Tonsipret (per gola e infiammazione delle tonsille) che contiene Capsicum annuum al D3 (definito omeopatico anche sulla confezione), o lo Stodal della Boiron, che contiene almeno 5 principi diluiti alla 3C (ppm) sono esempi di quello che intendo (purtroppo ti porto esempi tedeschi, visto che sto in Germania). Molto spesso questi farmaci sono derivati da rimedi fitoterapici (a differenza di quelli con dentro terra, sassi o altro). Mi piacerebbe sapere quale è la tua opinione in merito sia a questo tipo di farmaci (che sono definiti omeopatici, ma secondo me proprio omeopatici non sono) sia alla questione "allopatia - non allopatia" per cui un farmaco (parlo di 'farmaco omeopatico' intendendo quelli con dentro una concetrazione concreta e logica di un principio attivo, i 'rimedi' per me sono quelli con diluizioni superiori al D12)omeopatico dovrebbe stimolare il corpo ad una reazione. Spero di essermi fatto capire.
    Un saluto

    P.s. chiarisco che qui parlo di cura di malattie non gravi (tossi, raffreddore, stanchezza ecc...) o di cure preventive (per esempio per rafforzare il sistema immunitario contro un agente con un rimedio preso per un certo periodo in assenza di malattia).

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  6. airone76, in fondo lo hai detto anche tu: bisogna distinguere la medicina e la chimica dall'omeopatia che è una pratica senza basi mediche nè chimiche (nè di altro tipo se non fideistico a dire la verità).

    La fitoterapia è una medicina a tutti gli effetti che sa essere pure molto efficace.
    Così la cosiddetta omeotossicologia che sfrutta le diluizioni ma fino ad un certo punto, quello nel quale il principio attivo ancora esiste.
    Il fatto è che la maggioranza dei consumatori non sanno distinguere l'omeopatia dalla fitoterapia e se è per questo non sanno nemmeno bene cosa si intenda per omeopatia (quasi sempre: una medicina naturale e dolce...).
    Se affermi che si somministra una sostanza anche diluitissima ma a 0,1 ppb posso dire con certezza che questa sostanza qualche azione ce l'ha (e poi analizziamo che tipo di azione...).

    Tutto questo con l'omeopatia non ha nulla a che vedere ma visto che la "confusione" fa comodo anche a chi vende, si tende a mettere tutto nello stesso pentolone tanto la gente cosa vuoi che capisca...
    La mia posizione quindi è più che chiara: una sostanza ha un'azione (non per forza positiva nè per forza conosciuta) se essa è presente fisicamente in un farmaco.
    Tutte le altre storie dei fluidi, delle energie e dei biofotoni li lascio ai sognatori (o agli imbonitori, dipende...).
    :)

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