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giovedì 17 dicembre 2009

Infarto in diretta? No

Sta circolando la notizia di un drammatico incidente in diretta TV.

Il fisico danese Henry Svensmark sarebbe stato colpito da un infarto (alcune fonti italiane e straniere parlano di "attacco cardiaco") durante una trasmissione in diretta televisiva della TV danese DR1.
Lo studioso si occupa di climatologia ed è uno dei più noti critici del riscaldamento globale.
Le immagini sono particolari, il fisico inquadrato in primo piano durante il dibattito ha una sorta di contraccolpo e resta immobile. Cambia l'inquadratura e Svensmark dice qualcosa in danese ("è il mio cuore...") e viene scaraventato violentemente a terra. I presenti si avvicinano per soccorrerlo e le immagini terminano in quel momento.


Si è poi saputo che, ricoverato in ospedale, il fisico è in buone condizioni, stabili per il momento.

Inserisco il video perchè, pur nella sua drammaticità (non presenta comunque immagini particolarmente cruente) dimostra cosa è stata capace di inventare la tecnologia applicata alla medicina ed in più è una storia a lieto fine.





Il fisico danese  non è stato colpito da infarto o da "attacco cardiaco" ma da un'aritmia.
Quelli non sono i sintomi ed i segni tipici di un infarto. Abbiamo avuto anche in Italia degli episodi tragici, purtroppo conclusi male che, in quel caso trattandosi di vero infarto, hanno avuto un'evoluzione differente.
In questo caso però (fortunatamente) l'infarto non c'entra. Diciamo che in un'epoca nella quale i giornalisti piuttosto che andare ad approfondire la notizia la copiano/incollano da internet non ci potevamo aspettare altro ma almeno in questo caso ammetto che bisognava avere anche un minimo di competenza per capire che quello, visibilmente, non era un infarto.
Si è trattato di una fibrillazione che è un tipo di aritmia che può coinvolgere sia gli atri che i ventricoli, le quattro cavità che formano il nostro cuore.
Il cuore cioè, invece di mantenere il suo ritmo abituale, perde dei battiti o ne ha alcuni in più. In alcuni casi queste aritmie possono essere molto pericolose creando una sorta di "corto circuito" nel cuore che è fatale.
Svensmark soffre di aritmia e non è quindi un episodio del tutto imprevedibile ma a lui ci ha pensato la scienza.

Il fisico danese ha impiantato da qualche anno un pacemaker.


Questa è una struttura artificiale che ha la capacità di far tornare il ritmo cardiaco nella norma. Tramite delle piccole scariche elettriche (il cuore funziona "elettricamente" già per sua natura), si crea uno stimolo che riporta il cuore alla sua frequenza ed al ritmo normale.
In casi particolari possono essere impiantati dei pacemaker che se registrano un ritmo particolarmente allarmante, di quelli che possono provocare anche l'arresto cardiaco, inviano una scossa molto più forte, che è un vero e proprio "shock" per il cuore che così torna a battere con il suo ritmo abituale.
Questo fenomeno è quello che si usa nella "cardioversione" o defibrillazione (chi segue serie TV ambientate nei pronto soccorso sarà abituato a questo termine).

Quando il cuore è in arresto o ha un ritmo troppo anomalo per permettere il suo corretto funzionamento, si usa applicare una corrente elettrica ad alto voltaggio per brevissimo tempo. Questa corrente svolge la funzione di "resettare" il muscolo cardiaco e farlo ripartire con il ritmo giusto.
E' una procedura che ha salvato parecche vite umane.
Lo stesso compito del defibrillatore "esterno" è svolto in questo caso dal pacemaker, una scossa ad alto voltaggio che fa ripartire il cuore a ritmo normale.
La "scossa" provocata dal defibrillatore è tanto potente da far sollevare una persona stesa a terra o far crollare una persona in piedi: è quello che è successo ad Henry.

Il fisico ha avuto una prima scarica dal pacemaker, si è reso conto di quello che stava succedendo e ne ha avuta un'altra che lo ha fatto crollare a terra (probabilmente a telecamere "spente" ne ha avuta un'altra, si sente un lamento). Nessun infarto, la caduta è dovuta al "colpo" del pacemaker. La sensazione è più o meno quella di ricevere un fortissimo pugno improvviso e ben assestato al centro del torace, farebbe crollare a terra chiunque. Ma stavolta il pugno ha salvato una vita. Se ci pensiamo un attimo è un miracolo (tra i tanti) ottenuto dalla tecnologia applicata alla medicina.
Wow...

15 commenti:

  1. Solo una piccola cosa.

    La "scossa" c'è solo quando c'è fibrillazione, o "ritmo" strano.

    Quando c'è arresto dovuto a NESSUNA contrazione la scossa del defibrillatore non serve. Mentre i film ed i telefilm usano sempre il defibrillatore.

    In realtà, se non c'è "elettricità", si fa il massaggio e la respirazione, e si spera si arrivi al battito o alla fibrillazione.

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  2. Un meteorologo???

    Uhm... Qui la faccenda puzza... :P :P :P

    Saluti
    Michele

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  3. Pardon, climatologo...

    Deformazione "professionale" :D

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  4. avrei anche aggiunto qualche info sull'infarto.. oltre al fatto che non ti fa' sobbalzare, non ti farebbe neanche crollare così rapidamente :)

    agli astanti è anche andata bene, che nessuno l'ha preso per mano -ma solo per la giacca- durante la seconda scossa.
    o avremmo visto molti più "ballerini"

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  5. No Thhh, la scossa non la avrebbe presa nessun altro... tutta la corrente passa all'interno del cuore del portatore di pacemaker. Parola di ingegnere elettronico...

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  6. Morfeo ti dimentichi del pacemaker-defibrillatore che funziona sia se c'è un battito cardiaco anomalo, sia se per qualche motivazione c'è la mancanza di battito cardiaco, cercando di far funzionare il cuore attraverso la corrente elettrica fornita dal pacemaker, ed eventualmente correlandola ad una scossa di defribillazione.
    A me personalmente (lavoro in ospedale) è capitato di vedere una paziente (che poi, povera, è morta) che si è sentita male, e all'arrivo della squadra dei rianimatori fu collegata al monitor ECG e si scoprì che aveva appunto un pacemaker-defribillatore (il pacemaker pulsava, poi si fermava e partiva il defibrilatore, poi ripartiva il pacemaker e così via).

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  7. Certo, ma mi riferivo solo al defibrillatore.

    Visto che in tanti film e telefilm quando si sente "biiiiiiiiiiip", cioé ECG piatto, si sente anche il doc che dice "libera!" e parte la scarica inutile e dannosa del defibrillatore.

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  8. @Riccardo

    mmm... io in effetti ho fatto l'analogia con il defibrillatore portatile, con il quale devi far allontanare le altre persone durante la scossa (però immagino sia di maggiore entità, non essendo a contatto diretto).

    inoltre, se tutta-tutta la corrente passasse solo all'interno del cuore, non avresti visto lo spasmo che ha colpito Svensmark, spasmo dato dalla corrente passata per i muscoli.

    obiezioni al mio di ragionamento che mi vengono in mente, sono la minor conducibilità della cute.. sennò boh, illuminami tu :D

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  9. @Thhh

    Siccome la corrente elettrica cerca di passare per il percorso di minor resistenza, quando gli elettrodi sono impiantati sul cuore quasi tutta l'energia emessa dal defibrillatore lo attraversa.
    Invece, se si usa un defibrillatore esterno, il flusso di corrente percorre una strada più lunga, e se qualcuno toccasse il paziente in due punti vicino agli elettrodi prenderebbe la scossa, non solo, ma toglierebbe energia alla defibrillazione.
    Quanto alla contrazione, certamente un po' di energia passa anche per i muscoli vicini al cuore, ma credo che anche semplicemente una elettrostimolazione del cuore sia percepita come una "botta" ben forte (anche una extrasistole lo è...). Però su questo non ho competenza.
    In ogni caso, non dimentichiamoci che per prendere la scossa bisogna sempre avere due punti di contatto: uno solo non basta. E nel caso del defibrillatore impiantabile mi sembra una eventualità molto difficile da realizzare.
    A parte questo, poi, trovo che si tratti di una invenzione meravigliosa.

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  10. Letta, nulla di nuovo però, sta semplicemente ripetendo i concetti che l'omeopatia ripete da decenni, senza però dimostrarli nè scientificamente nè con l'evidenza ed è il suo lavoro.
    Vendere acqua a peso d'oro è comunque un segno di abilità.

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  11. se tutta-tutta la corrente passasse solo all'interno del cuore, non avresti visto lo spasmo che ha colpito Svensmark, spasmo dato dalla corrente passata per i muscoli

    La corrente passa "tutta" nel cuore (lo scopo è proprio quello di concentrarla dove serve). C'è sicuramente un po' di dispersione ma la scarica è concentrata lì. Nel caso del defibrillatore esterno non hai altra scelta ed usi una scarica più forte perchè devi attraversare diverse strutture e la dispersione è maggiore.
    Infatti anche visibilmente lo "scuotimento" del corpo, nel caso della scarica esterna è più generalizzato.
    La "botta" del pacemaker non è data dalla scossa ma dall'improvvisa e violenta contrazione cardiaca.

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  12. Il babbo si ricorda chiaramente il lampo del defibrillatore... Consiglio una bella ablazione al signore ;)

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  13. In ogni caso, non dimentichiamoci che per prendere la scossa bisogna sempre avere due punti di contatto: uno solo non basta. E nel caso del defibrillatore impiantabile mi sembra una eventualità molto difficile da realizzare.
    Il defribillatore impiantabile ha le stesse dimensioni (e sostanzialmente lo stesso funzionamento) del Pacemaker. Le differenze stanno essenzialmente nel tipo di corrente elettrica applicata, nel momento in cui viene applicata e nel punto di applicazione. Senza entrare in particolari tecnici (che peraltro non sono di mia competenza essendo io un tecnico radiologo) il pacemaker ha la punta dell'elettrodo che viene posizionata dove l'impulso cardiaco naturale manca; un esempio lo si ha per i pazienti affetti dal "blocco di branca". Il blocco di branca è una patologia nella quale il segnale elettrico che genera la contrazione cardiaca e che dovrebbe proseguire verso i 2 ventricoli si interrompe in qualche punto lungo il percorso. Di solito il pace viene impiantato per il blocco di branca sn (e cioè per la mancata contrazione del ventricolo sinistro, il cui funzionamento perfetto è fondamentale per la vita molto più del ventricolo destro).
    Il defribillatore impiantabile invece ha l'elettrodo che viene posiizionato quasi sempre all'estremità destra in alto del cuore (dove dovrebbe partire l'impulso naturale della contrazione cardiaca) ed ha un secondo elettrodo che viene impiantato di solito sulla punta del cuore. Tali elettrodi possono (nel caso di pacemaker-defribillatore) essere usati appunto alternativaemnte da una o dall'altra funzione, e regolati dall'elettronica che continuamente "traccia" un ECG e lo interpreta.
    A proposito di elettrodi, teoricamente anche un pacemaker "puro" ha bisogno di 2 elettrodi, solo che in quel caso uno è il filo da dove parte l'impulso, e l'altro è il corpo del pacemaker stesso.
    Spero di esser stato chiaro nella spiegazione, eventualmente Wee Wee può tranquillamente correggermi. In fondo lui è un laureato "vero" e specializzato, io ho solo una specialistica breve.

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  14. damn it, avete ragione.
    ero partito aspettandomi le contrazioni e, vedendo il filmato la prima volta, sono mentalmente "andato avanti" credendo di averle viste.
    Errore mio, un preconcetto può farti vedere cose che non ci sono :/

    unica nota per riccardo: l'extrasistole non è una gran botta, io ne ho una ogni tanto -nulla di patologico, per fortuna-
    sensazione sgradevole, ma niente di macroscopico ;)

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