tag:blogger.com,1999:blog-6541863716412341533.post1707230401637475290..comments2024-02-19T21:20:24.717+01:00Comments on MedBunker - Le scomode verità: Il cancro oggi: le statistiche, di cancro si guarisce (II parte)Salvo Di Graziahttp://www.blogger.com/profile/14818538577647614522noreply@blogger.comBlogger147125tag:blogger.com,1999:blog-6541863716412341533.post-5403934786788456032018-07-10T10:58:08.905+02:002018-07-10T10:58:08.905+02:00doveva il mio oncologo farmi fare (essendo io reci...<i>doveva il mio oncologo farmi fare (essendo io recidivo di cancro) subito un PETscan, senza aspettare e perdere altro tempo?</i><br /><br />Ovviamente, come può capire e come da regolamento del sito, non è possibile dare pareri su casi personali. È scorretto, pericoloso, non permesso.<br />Saluti.Salvo Di Graziahttps://www.blogger.com/profile/14818538577647614522noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6541863716412341533.post-23251235438930493152018-07-06T15:30:47.614+02:002018-07-06T15:30:47.614+02:00Gentile Dottor Salvo, sono nuovo di questo interes...Gentile Dottor Salvo, sono nuovo di questo interessante forum.<br />Eccole la mia lunga, ma sintetizzata, storia.<br />Ho avuto nel 2014 il cancro no-hodgkin. tra chemioterapia e punture nella schiena (cinque invece di sei) e radio terapia, dop quattro anni, (invece di cinque anni come da protocollo) il mio ematologo/oncologo mi disse che ero guarito.<br />Due mesi e mezzo fa, mi ritrovai nella parte destra del collo sotto la mandibola, un gonfiore di circa due/tre cm, poi cresciuto in una settimana, sin quasi cinque cm.<br />Andato dall'oncologo il 23/05/2018, dopo una corta tastazione del gonfiore sentenziò che NON era nulla di grave; soltanto un nodulo si liquido vicino la ghiandola linfatica. Ritorni tra tre settimane, mi disse. Nel frattempo mi crebbero altri noduli, sia a destra che a siniostra, ma, giacchè, nel frattempo l'oncologo era in vacanza, mi rivolsi ad un suo collega e, doppo avermi fatto fare il PETsca...booom! cancro hodgkin molto aggressivo al 4 stadio in 8 (otto) parti del corp.<br />La mia domanda è; doveva il mio oncologo farmi fare (essendo io recidivo di cancro) subito un PETscan, senza aspettare e perdere altro tempo?<br />Grazie se vorrà rispondermi.Anonymoushttps://www.blogger.com/profile/17729146725913012218noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6541863716412341533.post-64170260401202390562018-03-16T10:29:58.047+01:002018-03-16T10:29:58.047+01:00A mia madre a giugno 2016 è stato trovato un cancr...A mia madre a giugno 2016 è stato trovato un cancro al colon, con metastasi al fegato.<br />È stata operata, da settembre 2016 fa la chemioterapia, ha ripreso più o meno la sua vita di prima, le metastasi, per ora, sono stabili.<br />Mio nonno, suo padre, 34 anni fa con identica diagnosi, più giovane di quanto non fosse mia madre al momento della diagnosi, morì in 3 mesi, consumandosi fra sofferenze indicibili (una situazione del genere era considerata inoperabile, la chemioterapia era meno avanzata, non esisteva terapia del dolore).<br />Nel mio piccolo, la situazione è di certo migliorata, ma è solo aneddotica...Mammiiiinaaa?!https://www.blogger.com/profile/12164803360220125664noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6541863716412341533.post-74122148611512823042018-03-15T18:44:29.248+01:002018-03-15T18:44:29.248+01:00ho dei dubbi sulla loro efficacia per quanto rigua...<i>ho dei dubbi sulla loro efficacia per quanto riguarda il migliormento delle condizioni di vita</i><br /><br />Essendo un appassionato di storia della medicina (quindi colleziono e leggo libri, testi, cronache, manuali medici di epoche passate), questo miglioramento per me è evidentissimo (ed un sollievo). Sai qual era (e qual è nei paesi poveri) la causa delle morti da parto che avvenivano nel 1900? L'emorragia. Non le infezioni in mancanza di antibiotici, l'emorragia, un evento che nel corso degli anni non è cambiato (succedeva prima, succede oggi, spesso imprevedibilmente), solo che oggi esistono farmaci ed interventi chirurgici.<br /><br />Oggi in Italia muore 1 donna su 15.000 di parto.<br />In Somalia una su 100, come in Italia nel 1900.<br /><br />Potrei citare l'esistenza dell'anestesia o della radiologia, gli antidolorifici, gli antibiotici (avere una ferita infetta alla mercé delle larve di mosca non è il massimo delle condizioni di vita) e sto parlando di 100 anni fa, l'epoca dei nostri bisnonni (o nonni, dipende). La cosa più interessante è però che molti "progressi", molti miglioramenti, li ho notati io, che non ho vissuto 1000 anni, in pochissimi anni ho notato salti di progresso incredibili.<br />Sarei però lunghissimo ad elencarli, quindi meglio rimandare a questo mio vecchio articolo che racconta qualche episodio interessante: http://digrazia-lescienze.blogautore.espresso.repubblica.it/2016/06/07/si-stava-peggio-quando-si-stava-peggio/<br />Leggilo e vedi se riuscirai a percepire un miglioramento delle condizioni di vita grazie alla medicina.<br />Saluti!Salvo Di Graziahttps://www.blogger.com/profile/14818538577647614522noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6541863716412341533.post-19369383211512753892018-03-15T09:23:19.831+01:002018-03-15T09:23:19.831+01:00Da questo documento http://www.epicentro.iss.it/te...Da questo documento http://www.epicentro.iss.it/temi/tumori/airtum16.asp vedo 1000 decessi in meno su 176.000 circa quindi 1/176. Un lieve miglioramento sul breve trend ma un'escalation di mortalità negli ultimi 10/15 anni come avevo riportato in precedenza. Statistiche non sempre facili da interpretare. Quello che non mi torna è la grandissima discrepanza tra le percentuali di guarigione elevatissime e il numero di morti quasi identico nel breve trend e peggiorato nettamente nel lungo. Forse è perché siamo solo all'inizio di un vero cambiamento di tendenza, staremo a vedere. Sull'efficacia delle medicine sulla durata della vita, non ci sono dubbi, ho dei dubbi sulla loro efficacia per quanto riguarda il migliormento delle condizioni di vita.Bisognerebbe vedere, magari lo farò, se le malattie compaiono in età uguale o più avanzata, se l'uso di medicinali comporti un'escalation del loro uso causa effetti collaterlai o riduzione dei sintomi che comporta però una maggiore cronicità ecc. Grazie della risposta intanto. Carlo Gislonhttps://www.blogger.com/profile/17680717174458525851noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6541863716412341533.post-7278587507122161282018-03-14T22:13:30.225+01:002018-03-14T22:13:30.225+01:00Non è proprio così. Per molti tumori si registra u...Non è proprio così. Per molti tumori si registra un calo di mortalità ed un aumento della sopravvivenza, per altri l'andamento è stabile negli anni, per pochi vi è un aumento della mortalità.<br />Per consultare statistiche corrette, è bene (per l'Italia) controllare i dati AIRTUM (per esempio qui, da pagina 33 la mortalità con tanto di grafici: http://www.registri-tumori.it/PDF/AIOM2016/I_numeri_del_cancro_2016.pdf).<br />Un riassunto si può trovare qui: http://www.epicentro.iss.it/temi/tumori/airtum16.asp<br /><br />Vero è che si vive di più ma più malati, è una conseguenza del fatto che usiamo le medicine e sopravviviamo a malattie un tempo mortali (ecco la prova empirica dell'utilità della medicina) però è anche vero che nessuno ci obbliga a farlo. Se per esempio abbiamo il diabete possiamo non curarlo e vivremo come nel 1900, circa 35-40 anni.<br />E così per tutte le altre malattie, se uno non si vuole curare non si cura. Esiste, fortunatamente, la libertà di scelta.<br />Saluti!<br /><br />Salvo Di Graziahttps://www.blogger.com/profile/14818538577647614522noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6541863716412341533.post-41763001167083458422018-03-14T19:08:37.324+01:002018-03-14T19:08:37.324+01:00Purtroppo l'ISTAT riporta un aumento delle mor...Purtroppo l'ISTAT riporta un aumento delle morti per quasi tutti i tumori nel decennio 2005-2014 con incrementi anche molto importanti http://www.infodata.ilsole24ore.com/2017/05/14/salute-le-cause-morte-degli-italiani-negli-ultimi-dieci-anni/. È ovvio che se si fanno tantissime diagnosi, magari anche di tumori che comunque non avrebbero portato alla morte, le percentuali di guarigione salgono ma è il numero di morti quello che conta di più. Sono aumenti non giustificabili con l'aumento della durata della vita (quasi nullo negli ultimi anni) che comunque mostrerebbe che sì, si vive di più, ma da malati. Carlo Gislonhttps://www.blogger.com/profile/17680717174458525851noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6541863716412341533.post-49129631127380133582017-07-14T18:40:26.928+02:002017-07-14T18:40:26.928+02:00Possibile che l'incidenza di questo terribile ...<i>Possibile che l'incidenza di questo terribile male sia in paurosa crescita?</i><br /><br />Sì. L'incidenza è in forte crescita e lei stesso ne mostra uno dei motivi anche se non lo percepisce. Nel 1950 l'aspettativa di vita era attorno ai 60 anni, oggi attorno agli 85. Questo significa che lei non solo vedrà più casi di cancro (che è una malattia degenerativa, colpisce cioè, quando le nostre cellule invecchiano) ma li vedrà in una età "normale" (cioè soprattutto in chi è più vecchio) ma la "normalità" in questi anni si è spostata.<br />Se un tempo ammalarsi a 60 anni significava "si è ammalato da vecchio", oggi vuole dire "si è ammalato giovane". Se nota questo particolare, capirà il meccanismo e perché ci stupisce tanto.<br />Saluti.Salvo Di Graziahttps://www.blogger.com/profile/14818538577647614522noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6541863716412341533.post-82039469714943231982017-07-13T23:15:06.345+02:002017-07-13T23:15:06.345+02:00Io ho la percezione, forse distorta, che ci si amm...Io ho la percezione, forse distorta, che ci si ammali di cancro sempre di più. Vedo tanti malati intorno a me..amici (anche giovanissimi), parenti o semplici conoscenti. Posto che di qualcosa si deve pur morire ma siamo destinati a morire tutti di cancro?miss crayhttps://www.blogger.com/profile/09066259565234355040noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6541863716412341533.post-90464486149307299812017-07-13T23:11:06.057+02:002017-07-13T23:11:06.057+02:00Buonasera,
mi sono imbattuto per caso in questa in...Buonasera,<br />mi sono imbattuto per caso in questa interessantissima discussione che si protrae negli anni. Mio padre si è ammalato ultimamente di un tumore terribile, di quelli che lasciano poca speranza. Con grande dignità però sta combattendo. <br />In ragione della malattia di mio padre sono venuto in contatto con tutto un ambiente oncologico che fa impressione. Sconvolgente il numero delle persone che giornalmente fa la terapia (chemio, radio..etc). E tra questi tantissimi giovani<br />Possibile che l'incidenza di questo terribile male sia in paurosa crescita?<br />Sento sempre dire che la causa principale è da ricercarsi nel progressivo invecchiamento della popolazione. Ma su almeno 200 persone che sono in attesa di ricevere chemio quando mio padre si reca in ospedale almeno il 60% sono sotto i 60 anni (e tra questi tanti intorno ai 30-40 anni). Come si spiega tutto cio?miss crayhttps://www.blogger.com/profile/09066259565234355040noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6541863716412341533.post-4051885354256476922016-09-15T21:13:51.137+02:002016-09-15T21:13:51.137+02:00Il dato nascosto è legato ai falsi positivi. Perso...Il dato nascosto è legato ai falsi positivi. Persone sane che vengono trattate....sono indicativi solo i dati all'incidenza sulla mortalità. Se su 100 diagnosi 50 sono falsi positivi geazie agli screening preventivi il tasso di sopravvivenza è alto. Occorre guardare il dito di mortalità ( tenendo conto che se una persona muore di trattamenti questo viene escluso in quanto morto per altra causa)Melohttps://www.blogger.com/profile/05813945959436766166noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6541863716412341533.post-39948799874018334502016-09-15T20:31:13.929+02:002016-09-15T20:31:13.929+02:00La frase vuol dire che i Danesi si ammalano e muoi...La frase vuol dire che i Danesi si ammalano e muoiono di tumore alla prostata come gli altri, ma guariscono meno, il termine simile indica che il dato danese di mortalità è in linea con quello degli altri stati mentre il tasso di guarigione è più basso.Plumeohttps://www.blogger.com/profile/09650972925545897102noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6541863716412341533.post-59116057518475312102016-04-20T22:23:54.279+02:002016-04-20T22:23:54.279+02:00Movimenti CONTRO l'analgesia per il parto?!
P...<i>Movimenti CONTRO l'analgesia per il parto?!</i><br /><br />Purtroppo sì (ovviamente loro dicono di non esserlo e che bisogna riservare l'analgesia del parto a pochi casi selezionati), il motivo per cui bisgnerebbe sopportare il dolore sarebbe quello che i dolori "motiverebbero" la donna, non sono sintomo di malattia, non sono inutili e cose del genere. La cosa che mi ha sorpreso di più è stata che le più agguerrite sono alcune donne (che quindi dovrebbero sapere bene di cosa si parla).<br />Tornando al dolore in genere l'Italia è molto indietro, gli oppiacei sono anche in ospedale farmaci con un registro apposito (quello degli stupefacenti), si usano con il contagocce e ci sono medici che in caso di dolore acuto prescrivono la Tachipirina. Oggi lentamente (molto) le cose iniziano a cambiare ed il dolore inizia ad essere quello che è: una sofferenza, a prescindere dall'intensità.<br />Se non fosse un problema culturale, trovi altre motivazioni per cose del genere?Salvo Di Graziahttps://www.blogger.com/profile/14818538577647614522noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6541863716412341533.post-65339511336896345412016-04-20T17:44:21.663+02:002016-04-20T17:44:21.663+02:00I PAZIENTI rifiutano l'antidolorifico?! Assurd...I PAZIENTI rifiutano l'antidolorifico?! Assurdo. Io ebbi la sensazione che fossero i medici a lesinarla. Che ci fosse un limite culturale. Ma se dici così, prendo atto, e resto sbalordito. <br />Movimenti CONTRO l'analgesia per il parto?! <br />Medioevo. Neanche. La medicina antica e medievale conosceva e usava sostanze antidolorifiche. Matteo Veronesihttps://www.blogger.com/profile/10713331099564029157noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6541863716412341533.post-19089935065502469542016-04-20T11:38:36.028+02:002016-04-20T11:38:36.028+02:00lo studio si soffermi in modo specifico su alcuni ...<i>lo studio si soffermi in modo specifico su alcuni tumori, distinguendoli dagli altri; che non faccia, cioè, esattamente di tutta l'erba un fascio.</i><br /><br />No, è proprio questo uno dei limiti dello studio. Ne sceglie alcuni (indipendentemente dal fatto se la chemio sia o meno indicata), calcola quanto ha contribuito la chemio alla sopravvivenza e poi fa la media matematica. Metodo un po' troppo grezzo ed erroneo (e secondo me non da neanche un'idea dal punto di vista economico, scopo dello studio).<br /><br /><i>Lo studio che ho citato (se ben capisco) dice che la sopravvivenza a cinque anni, nel campione studiato, era di una donna su trenta curate con chemio. Ciò rappresenterebbe addirittura un regresso rispetto agli anni Settanta. Il che sembra assurdo anche a me.</i><br /><br />Ma è assurdo. Loro infatti non calcolano i risultati dovuti (per esempio) alla chirugia o (ai tempi se non sbaglio non c'era ancora) alla terapia ormonale o all'immunoterapia, la radio, ecc.<br />In pratica "tolgono" dal totale della sopravvivenza quello che secondo loro è dovuto SOLO alla chemio. Il "problema" è che la cura di un tumore, quasi sempre, non è solo la chemio.<br /><br /><i>Non è una scienza esatta.</i><br /><br />Diciamo che è uno studio fatto male (infatti è stato criticato aspramente). Se lo leggi all'inizio parla di sopravvivenza ai tumori del 60%. Ma anche questo è sbagliato. La media matematica è del 60% ma si va dal 90% di certe leucemie all'1% di altri tumori. Per dare un'idea oggettiva non puoi fornire una percentuale del genere.<br /><br /><i>non so se abbia davvero senso (questo era lo scòpo dell'uso della vinorelbina nelle malate terminali di cancro al seno quando morì mia madre: non so se le cose in séguito siano cambiate) protrarre di due o tre mesi le sofferenze di un malato terminale</i><br /><br />Questo è un problema etico presente e discusso. Considera che certe terapie, se danno in media (faccio un esempio) 3 mesi di sopravvivenza in più, significa che possono darne 3 ma anche 6. Ma anche 1.<br />La discussione è: è giusto e "conveniente" somministrare farmaci pesanti per dare un mese (se va male) di sopravvivenza in più?<br />Molti dicono sì, qualcuno no. I malati o i parenti ovviamente quasi sempre sì. Se ne discute ancora e molti farmaci sono stati abbandonati proprio per questo.<br /><br /><i>Forse erano, magari inconsciamente, vittime della malintesa e distorta idea pseudocattolica che ognuno debba portare in silenzio la propria croce, accettare il dolore come inevitabile, o addirittura come un dono di Dio</i><br /><br />Ti assicuro che, nonostante qualche passo avanti, è più o meno ancora così. Il motivo è quello culturale (infarcito di cattolicesimo): sopporta, cosa ci vuoi fare. In questo non c'entrano nulla le case farmaceutiche, il motivo è molto più stupido e banale e lo noti anche in cose molto meno spiacevoli come il parto. Se provi a proporre l'analgesia per il travaglio solo pochissime la vorranno e saranno criticate (ci sono movimenti che sono contro l'analgesia per il parto). Spiegami perché, essendoci un rimedio, non si dovrebbe ridurre un dolore, qualsiasi dolore.<br /><br /><i>Probabilmente non ci si rende conto, stupidamente, di quale grande vittoria sarebbe, per la medicina, riuscire a sconfiggere il dolore</i><br /><br />Sai quanti pazienti dopo un intervento hanno dolori e rifiutano l'antidolorifico (anche leggero)? Come ho scritto è una questione culturale, molto italiana. In Francia, dove ho lavorato, davano la morfina alle donne che stavano partorendo, da noi ti guarderebbero come un pazzo.<br /><br />Saluti.Salvo Di Graziahttps://www.blogger.com/profile/14818538577647614522noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6541863716412341533.post-58825133485011088282016-04-19T22:19:16.027+02:002016-04-19T22:19:16.027+02:00Ecco, alludo precisamente all'irrazionale &quo...Ecco, alludo precisamente all'irrazionale "oppiofobia", che a quanto pare non è ancora stata del tutto superata: http://www.ansa.it/saluteebenessere/notizie/rubriche/medicina/2012/05/14/Terapia-dolore-oppiofobia-medici-piu-informazione_6866404.html <br />Atteggiamento assolutamente assurdo, perché irrazionale, quasi superstizioso, un vero e proprio tabù, in uomini di scienza. <br />Probabilmente non ci si rende conto, stupidamente, di quale grande vittoria sarebbe, per la medicina, riuscire a sconfiggere il dolore, visto che sconfiggere la morte non si può. Matteo Veronesihttps://www.blogger.com/profile/10713331099564029157noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6541863716412341533.post-18353237632278334022016-04-19T19:25:06.832+02:002016-04-19T19:25:06.832+02:00Mi permetto di fare un'altra precisazione. Lun...Mi permetto di fare un'altra precisazione. Lungi da me dire che la chemioterpia non serva. Non ho alcuna competenza per dirlo. Posso avere impressioni soggettive e aleatorie, da uomo della strada, che valgono quel che valgono, e che mi tengo per me. Ciò che stupisce degli "alternativi" è proprio il fatto che il più delle volte parlano senza avere alcun titolo di studio o di ricerca inerente alla disciplina (tranne Di Bella, i cui studi sulla melatonina hanno, se non erro, un qualche riconosciuto valore, sebbene il suo protocollo, in toto, abbia inesorabilmente fallito). <br />Tuttavia, io non so se abbia davvero senso (questo era lo scòpo dell'uso della vinorelbina nelle malate terminali di cancro al seno quando morì mia madre: non so se le cose in séguito siano cambiate) protrarre di due o tre mesi le sofferenze di un malato terminale (sofferenze della malattia a cui si aggiugono quelle degli effetti collaterali della chemio). <br />"Lucidità", si è detto. Forse quella lucidità fa soffrire ancora di più. Mia madre era associata alla lega per l'eubiosia; era una grande sostenitrice dell'eubiosia. Ma morì fra sofferenze atroci. Ecco perché io, se mai entrerò nella fase terminale di una malattia progressiva, andrò in Svizzera a bere il pentobarbital. <br />Aggiungo che all'epoca, quindici anni fa (non so se oggi le cose siano cambiate: lo spero), i medici che erano così solerti nell'imbottire le malate terminali di vinorelbina e taxotere lesinavano, in modo idiota, assurdo e crudele, la morfina. L'oncologo mi disse che l'Italia era il paese d'Europa in cui si dava meno morfina. <br />Non so perché lo facessero. L'eutanasia attiva indiretta (ossia la morte potenzialmente accelerata dagli antidolorifici nei malati senza più speranza) è ammessa addirittura dalla Chiesa. <br />Forse temevano di poter essere accusati di aver accelerato la morte. Forse erano, magari inconsciamente, vittime della malintesa e distorta idea pseudocattolica che ognuno debba portare in silenzio la propria croce, accettare il dolore come inevitabile, o addirittura come un dono di Dio (dimenticando che anche Cristo, sulla croce, non ci rimase per mesi). <br />Forse...<br />Ho la sensazione che le pressioni delle industrie farmaceutiche siano o fossero minori per la morfina (ormai non più protetta da brevetto) che per i chemioterapici "palliativi". <br />Matteo Veronesihttps://www.blogger.com/profile/10713331099564029157noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6541863716412341533.post-10612054122665092382016-04-19T19:06:29.627+02:002016-04-19T19:06:29.627+02:00Grazie per il chiarimento. Tuttavia, mi sembra (ce...Grazie per il chiarimento. Tuttavia, mi sembra (certo sbaglio non essendo del mestiere) che lo studio si soffermi in modo specifico su alcuni tumori, distinguendoli dagli altri; che non faccia, cioè, esattamente di tutta l'erba un fascio. <br />Nel caso particolare del tumore alla mammella, "the best example of the ‘over-selling’ of chemotherapy is in breast cancer". Lo studio parla di donne sopravvissute a cinque anni. Da quel che mi dici, esse oggi sono l'ottanta per cento, negli anni Settanta erano il venti. Lo studio che ho citato (se ben capisco) dice che la sopravvivenza a cinque anni, nel campione studiato, era di una donna su trenta curate con chemio. Ciò rappresenterebbe addirittura un regresso rispetto agli anni Settanta. Il che sembra assurdo anche a me.<br />Evidentemente, dal momento dell'articolo ad oggi sono stati fatti davvero passi da gigante. O forse i dati citati nell'articolo sono errati o distorti. O entrambe le cose. O forse i risultati variano da "coorte" a "coorte" di pazienti. Non è una scienza esatta.<br />O forse (anche se è fuori luogo scherzare intorno a questi temi) ebbe ragione chi disse che la statistica è come una donna lasciva: se riesci a metterci sopra le mani, puoi farci quello che vuoi. Matteo Veronesihttps://www.blogger.com/profile/10713331099564029157noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6541863716412341533.post-77919296422907959012016-04-19T02:36:18.802+02:002016-04-19T02:36:18.802+02:00[...]
L'ottimismo odierno pare eccessivo.
C...[...]<br /><br /><br /><i>L'ottimismo odierno pare eccessivo.</i><br /><br />Comprendo l'amarezza ed è assolutamente normale, oltretutto le statistiche sono una bella fregatura quando facciamo parte della percentuale...sfortunata ma proprio riguardo il tumore mammario siamo circa all'80% di sopravvivenza a 5 anni. Negli anni '70 eravamo circa al 20%. Non so se chiamarlo ottimismo ma qualche passo avanti è stato fatto.<br /><br /><i>Mi domando che senso abbia, o avesse, dare ad una persona comunque alla fine della vita sostanze che sono a tutti gli effetti veleni.</i><br /><br />Non so se hai mai visto una persona con un tumore non curato (intendo che non fa terapia palliativa o chemio palliativa). Non te lo auguro. La chemioterapia (dove indicata, naturalmente) non ha per forza scopo curativo. Per una persona o per i suoi cari, vivere un mese in più può essere importante e vivere quel mese in più in condizioni non buone ma coscientemente può esserlo ancora di più. Poi si entra nell'etica o nelle scelte personali ed infatti il dibattito è aperto e molto acceso.<br /><br /><i>è difficile non pensare che gli interessi economici delle industrie farmaceutiche abbiano un qualche ruolo.</i><br /><br />Ce l'hanno. Ma bisogna fare i conti con la realtà.<br />La realtà ci dice che un tumore (qualsiasi) non curato porta ad una morte veloce (dipende, ovviamente, da molti fattori) e molto dolorosa. Come ti ho detto io ho visto alcune persone (avevano rifiutato le cure scegliendo cure "alternative") non curate. Uno spettacolo che non si può nemmeno raccontare. L'ultima ha coinvolto un intero piano d'ospedale. Ti dico solo che è stato chiesto il parere del comitato etico perché, per le condizioni di questa persona, i parenti degli altri ammalati volevano far dimettere i loro cari per evitare la visione.<br />Queste cose si vedevano regolarmente fino agli anni '50. Poi non più e questo è dovuto fondamentalmente alla chemioterapia che, c'è poco da fare, deve essere prodotta da aziende farmaceutiche, odiose, venali ma necessarie.<br />Capisco che vorremmo la medicina miracolosa, non c'è, per ora abbiamo questo, i nostri nipoti probabilmente no e forse rideranno pure di noi.<br /><br />Ciao.Salvo Di Graziahttps://www.blogger.com/profile/14818538577647614522noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6541863716412341533.post-64135221489766547132016-04-19T02:35:47.674+02:002016-04-19T02:35:47.674+02:00Può darsi che io abbia frainteso l'articolo.
...<i>Può darsi che io abbia frainteso l'articolo.</i><br /><br />Non hai frainteso l'articolo ma per capirlo bisogna avere una buona conoscenza dell'oncologia (o della statistica). Lo studio che citi è fondamentalmente uno studio (che ha già qualche anno) economico. Dei ricercatori hanno provato a calcolare (è molto difficile) quanto la SOLA chemioterapia contribuisse alla cura dei tumori. In generale i tumori li curiamo nel 70% circa dei casi (nel lavoro parla del 60%) ma esistono forme curabili nell'80% ed altre nell'1%.<br />Se fai una media matematica hai quindi un risultato corretto ma non attendibile: per sapere che possibilità ci sono di guarigione devi conoscere molti fattori, dal tipo di tumore, il suo stadio, l'estensione, le condizioni della persona ed altro.<br />Lo studio non fa questa distinzione (il suo scopo era un altro, quello di capire se convenisse economicamente investire, in Australia, in ricerche sulla chemio) e così "scopre" che per certi tumori la chemio contribuisce per il 50% (vado a memoria), per altri per lo 0 (zero) per cento.<br /><br />D'altronde sappiamo che ci sono tumori per i quali la chemio è assolutamente controindicata mentre altri rispondono benissimo.<br /><br />Gli autori alla fine hanno fatto una media matematica ed il risultato è stato 2%: la chemio contribuisce (da sola) per il 2% nella cura dei tumori.<br />Non è un risultato accettabile dal punto di vista medico, la realtà è molto più complessa e non si può liquidare con il "2%", forse economicamente si tratta di un dato interessante, non ne ho idea, so però che lo studio è stato ampiamente criticato proprio per il metodo statistico, molto grezzo (non puoi mettere assieme i risultati della chemio nel tumore gastrico, scarsissimi, con quelli nel linfoma, buoni).<br /><br />Questo studio (in malafede o per semplice ignoranza) è citatissimo dai ciarlatani, per loro questa è la prova che la chemio non funziona. Il messaggio è semplice (ma disonesto) e quel 2% parla chiaro (e colpisce tutti).<br /><br />Io <a href="http://medbunker.blogspot.it/2009/04/il-cancro-oggi-le-statistiche-di-cancro.html" rel="nofollow">ne ho accennato qui</a> (a proposito proprio di un ciarlatano che ne parlava): <br /><br />In un blog americano <a href="http://scienceblogs.com/insolence/2011/09/16/two-percent-gambit-chemotherapy/" rel="nofollow">ne parlano qui</a> (lo chiamano "il trucco del 2%"): <br /><br /><a href="https://anaximperator.wordpress.com/2009/09/02/only-3-percent-survive-chemotherapy/" rel="nofollow">Qui ne fanno</a> una bella disamina.<br /><br />[...]Salvo Di Graziahttps://www.blogger.com/profile/14818538577647614522noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6541863716412341533.post-75093286905999440122016-04-19T00:38:10.504+02:002016-04-19T00:38:10.504+02:00"The best example of the ‘over-selling’ of ch..."The best example of the ‘over-selling’ of chemotherapy is in breast cancer, where chemotherapy was introduced as the example of the new cure for solid malignancies. From our calculations, on average, 29 women had to be treated for one additional woman to survive more than 5 years" (https://www.burtongoldberg.com/home/burtongoldberg/contribution-of-chemotherapy-to-five-year-survival-rate-morgan.pdf). <br />Non sono un medico. Non sono un "complottista". L'articolo è datato. Può darsi che le cose nel frattempo siano migliorate (anche perché peggiorare sarebbe stato difficile). Forse una parte delle altre ventinove donne, senza chemio, sarebbe vissuta ancora meno (ma forse avrebbe anche meno sofferto...). Può darsi che io abbia frainteso l'articolo. <br />Ma, da figlio di una donna morta di cancro al seno e martoriata dalla chemio (questo un quindicennio fa: forse le cose sono migliorate e oggi ci sono meno effetti collaterali), personalmente posso confermare, sulla base delle mie impressioni di allora, ciò che dice questo studio. <br />L'ottimismo odierno pare eccessivo. <br />Non so se oggi si usino ancora il taxotere e la vinorelbina come palliativi, o presunti tali, per le donne con cancro al seno in fase terminale. Spero di no. <br />Mi domando che senso abbia, o avesse, dare ad una persona comunque alla fine della vita sostanze che sono a tutti gli effetti veleni. Sarò un po' complottista anch'io, ma è difficile non pensare che gli interessi economici delle industrie farmaceutiche abbiano un qualche ruolo. <br />Mio personalissimo sfogo, che vale quel che vale. <br />Indubbiamente i risultati varieranno da caso a caso. Matteo Veronesihttps://www.blogger.com/profile/10713331099564029157noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6541863716412341533.post-31041695418510310842016-03-31T18:50:10.416+02:002016-03-31T18:50:10.416+02:00Una statistica seria include domande al paziente. ...<i>Una statistica seria include domande al paziente. Esempio: cibi preferiti, bevande preferite, zona in cui vive (non solo nazione), fattori ereditari, impiego del paziente nel periodi di contrazione della malattia, luogo dove spesso si nutre se casa o in posti pubblici.</i><br /><br />Questa non è statitica ma si chiama "anamnesi", è una delle prime cose che insegnano agli studenti di medicina e che ogni medico è tenuto a fare.Salvo Di Graziahttps://www.blogger.com/profile/14818538577647614522noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6541863716412341533.post-36338020054224465962016-03-31T17:46:40.503+02:002016-03-31T17:46:40.503+02:00Dottori, medicine, cure, statistiche. Si ma che st...Dottori, medicine, cure, statistiche. Si ma che statistiche sono quelle che raccolgono? Mi sembra un catalogo di avvenute morti o malattie in corso. Le vere statistiche servono ad imparare qualcosa, a studiare e cercare i motivi del cancro. Una statistica seria include domande al paziente. Esempio: cibi preferiti, bevande preferite, zona in cui vive (non solo nazione), fattori ereditari, impiego del paziente nel periodi di contrazione della malattia, luogo dove spesso si nutre se casa o in posti pubblici. Insomma ci sono una serie di domande intelligenti su cui si possono trarre ottime deduzioni dallo studio delle concordanze. Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6541863716412341533.post-42516664378441831612015-09-11T22:18:11.899+02:002015-09-11T22:18:11.899+02:00Non so se prenderlo come un successo della medicin...<i>Non so se prenderlo come un successo della medicina</i><br /><br />Ma anche i controlli "post" malattia fanno parte della medicina, anzi in oncologia ancora di più. È il cosiddetto "follow up" che ormai è parte integrante delle cure oncologiche. Nell'articolo comunque si parla di un altro problema e cioè di unificare i percorsi di controllo di chi ha avuto una malattia oncologica, che oggi spesso si trova diviso tra ospedale, medico di base, specialisti vari e caos (e spese) conseguenti. In alcune regioni hanno già iniziato ad unificare questi percorsi. È più logico, più produttivo per la salute del paziente e fa pure risparmiare.Salvo Di Graziahttps://www.blogger.com/profile/14818538577647614522noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6541863716412341533.post-19305133228932391572015-09-11T20:39:30.266+02:002015-09-11T20:39:30.266+02:00Oggi si Repubblica è uscito il seguente articolo:
...Oggi si Repubblica è uscito il seguente articolo:<br /><a href="http://www.repubblica.it/salute/medicina/2015/09/10/news/gli_oncologi_cambiare_il_modello_di_cura_dei_pazienti_guariti_da_piu_di_5_anni_-122611053/" rel="nofollow"> Gli oncologi: "Cambiare il modello di cura dei pazienti guariti da più di 5 anni" </a><br /><br />Non so se prenderlo come un successo della medicina (visto che i continui successi della medicina hanno "allungato" la sopravvivenza dei malati, allora si può iniziare ad ipotizzare ad una riduzione dei controlli dopo i 5 anni) oppure come una sconfitta della medicina (la sopravvivenza a lungo termine è anche dovuta a tutti controlli che vengono eseguiti dopo la "guarigione", quindi se vengono ridotti questi controlli, allora ci potrebbero essere delle ricadute) yoshttps://www.blogger.com/profile/12829342089420688093noreply@blogger.com