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lunedì 25 giugno 2012

Come si fa? La rianimazione.

Nell'ottica di diffondere scienza e medicina, mi sono chiesto se anche questo tipo di articoli possano servire ad avvicinare chi legge ad argomenti medici non solo interessanti ma anche utili. La maggioranza delle persone conoscono le procedure mediche molto superficialmente, spesso in maniera scorretta e non rispondente alla realtà. Proverò a spiegare "come si fa" un atto medico (che resta riservato, nelle sue forme più complesse, ai medici o agli operatori sanitari addestrati) senza per questo pretendere di fare una lezione, si tratta semplicemente di nozioni che è meglio conoscere.
In questo caso parlerò di primo soccorso, nei prossimi articoli spiegherò "come si fanno" altre cose in medicina, come una fecondazione assistita, come intervenire in caso di soffocamento o, per esempio, come si fa una diagnosi di malattia.
Perchè?
Perchè l'ignoranza è nemica del progresso ed in campo medico può essere addirittura pericolosa.

Le nozioni di primo soccorso (che non sono, naturalmente, lezioni di medicina), possono avere un ruolo fondamentale nella possibilità di aiutare una persona in difficoltà, possono addirittura salvare una vita e non è poco, tanto che in molte nazioni, le procedure di primo intervento che sono alla portata di qualsiasi persona sono insegnate a scuola, anche ai bambini.

Mi stupisco quindi perchè in Italia non siano effettuate campagne di educazione pubblica al primo intervento, è certo che la diffusione di alcuni semplici accorgimenti potrebbe salvare diverse vite ogni anno. Se non esistessero le associazioni private e le ONLUS che ogni anno organizzano corsi di primo soccorso (che consiglio a tutti di frequentare), la nostra capacità di aiutare materialmente una persona in immediato pericolo di vita sarebbe assolutamente nulla. Resta comunque inadeguata.

Approfitto quindi di questo "vuoto" per provare a dare dei consigli.

Avevo pensato di mettere il "bollino rosso" per sconsigliare l'articolo ai facilmente impressionabili ma l'argomento è rivolto a tutti e chiunque potrebbe trovarsi davanti ad una situazione di emergenza. Superiamo il panico quindi, molto meglio sapere cosa fare che agitarsi in preda all'assoluta impossibilità di intervenire.
Iniziamo.

Immaginate di trovarvi davanti ad una persona che ha immediato bisogno di aiuto: si trova a terra, sembra incosciente e non si evidenzia alcun segno di vita. Chiamare i soccorsi pubblici è la prima cosa da fare ma come comportarsi nell'attesa del loro arrivo?
I primi soccorsi possono essere tanto importanti da cambiare il decorso di un grave incidente. E' chiaro che chi non è medico non deve fare nulla che non sia di sua competenza e non deve compiere nessun gesto azzardato, ma sapere almeno cosa fare in prima battuta è sicuramente un aiuto per la vittima dell'incidente e per chi lo circonda.
In questo primo esempio, spiegherò come si effettua una rianimazione cardiopolmonare.
Premessa: se non si è sicuri di quello che si dovrebbe fare meglio evitare. Le manovre di primo soccorso sono realmente semplici ed alla portata di tutti ma bisogna conoscerle. Altro aspetto importante: cercare di non farsi prendere dal panico. Non è facile ed è umanissimo provare ansia e confusione davanti ad una situazione di allarme ma il panico è nemico dell'efficienza e mantenere per quanto possibile la calma è un requisito fondamentale. Sapere cosa bisogna fare è il primo passo per mantenere un atteggiamento più "freddo" possibile.
Altra premessa: chiamare subito i soccorsi. Chiamando il 118 (il servizio è gratuito anche se il telefono non ha più credito) e cercando di spiegare in maniera chiara e precisa l'evento che si è presentato alla nostra osservazione è la cosa migliore da fare in prima battuta. L'ideale sarebbe quello di essere in più persone: uno chiama i soccorsi e quello che sa compiere le manovre di rianimazione si prepara a farle.
Prima di chiamare i soccorsi sarebbe utile ricordare esattamente l'indirizzo dove sta avvenendo il fatto e ripassando mentalmente le cose essenziali da dire, questo per evitare confusione e fraintendimenti.

Alla fine di ogni paragrafo inserirò delle parole chiave, memorizzandole potrete ricordare le nozioni principali.

La rianimazione cardiopolmonare

E' importante sapere che le manovre di rianimazione sono semplici, efficaci ed alla portata di tutti, richiedono un solo requisito: bisogna sapere cosa fare.
Non mi dilungherò in particolari tecnici o spiegazioni di fisiologia, in quel momento non interessano a nessuno, è importante memorizzare i vari passaggi e provare ad esserne padroni.

Prima nozione: un massaggio cardiaco (esterno) si effettua quando vi è la prova che per qualsiasi motivo (conosciuto o meno), la persona che abbiamo di fronte ha subìto un arresto dell'attività del cuore. Come fare a capirlo? Il modo più semplice e veloce è accertarsi della presenza del battito. Spontaneamente verrà la tentazione di controllare dal polso (inteso come la parte che unisce il braccio alla mano). In realtà il modo più semplice è quello di valutare la presenza di battito cardiaco dalla carotide (ed il punto nel quale si dovrebbe sentire il battito si chiama "polso carotideo") che è un'arteria che scorre in una parte del collo di tutti noi. Sembra difficile ma non lo è.
Il "polso carotideo" si percepisce proprio sotto la mandibola, premendo con decisione e senza paura. Per rendersi conto di questa percezione per prima cosa si può provare su noi stessi. Mettendo tre dita "a piatto" sul collo, subito sotto la mandibola (più o meno dove questa forma un angolo che poi prosegue con il collo) sentiremo una pulsazione: è quella dell'arteria carotidea. Dopo aver provato su di noi, proviamo su un'altra persona, il "battito" si sente in maniera evidente. Se una persona non ha più attività cardiaca questa pulsazione non sarà percepibile, basta "premere" per pochi secondi (meno di dieci).

Polso carotideo: premere sul collo, sotto la mandibola, per accertarsi della presenza di attività cardiaca

Se non si è sicuri ripetere la stessa manovra dall'altro lato della testa.
In caso di arresto cardiaco la persona è incosciente, il colorito è pallido (grigiastro), non respira.

Come fare a capire se esiste una respirazione spontanea?
Guardando controlliamo il torace: se si espande e poi si abbassa la persona ha ancora un respiro spontaneo che è possibile anche "ascoltare": ponendo l'orecchio molto vicino alla bocca dell'individuo da soccorrere (per circa 10 secondi) cerchiamo di sentire se esistono "rumori" da respirazione. Sono abbastanza evidenti, se esistono. Nello stesso tempo (mentre abbiamo la testa piegata per "sentire" la respirazione), con la posizione della nostra testa accanto alla bocca dell'infortunato che abbiamo in quel momento (stiamo cercando di ascoltare l'eventuale presenza di respiro), se viene emessa aria, questa potrebbe essere sentita sulla pelle del nostro viso, vicinissima. Abbiamo quindi diverse "sensazioni" che ci permettono di valutare la presenza o meno di respirazione autonoma della persona da soccorrere che potremmo riassumere con la sigla G.A.S.=Guarda, Ascolta, Senti.

E' bene ricordare che se vi è un respiro spontaneo vi è ancora attività cardiaca.
Per questo motivo esamineremo il caso più grave: assenza di respiro e di attività del cuore.

Ci siamo accorti che questa persona non ha più attività cardiaca e non respira?
Questo vuol dire che l'unico modo di aiutare il malcapitato in attesa dei soccorsi è "premere" il cuore in modo da consentire lo scorrimento di sangue nel corpo e quindi facilitare l'ossigenazione. A questa manovra è da associare la respirazione artificiale che ha lo stesso scopo ma con il fine di assicurare un continuo apporto di ossigeno. Ma prima di tutto bisogna chiamare (o fare chiamare) un'ambulanza.

Parole chiave: Carotide-GAS-118

Il nostro scopo quindi è quello di mantenere un'adeguata ossigenazione in attesa dell'arrivo dei soccorsi. In pochi minuti (5-6) il cervello soffre della mancanza di ossigeno causata dall'arresto cardiaco, in 10 minuti è possibile che questa mancanza di ossigenazione conduca alla morte. Per questo motivo è fondamentale "guadagnare tempo", in attesa dei soccorsi già chiamati.

Ecco cosa vogliamo ottenere con il massaggio cardiaco

Piano rigido, massaggio, respirazione.

Dobbiamo fare a questo punto tre cose:
1) Assicurarci che si trovi in un piano rigido: il più comune è il terreno, basta quindi posare la persona sdraiandola a terra. Eseguire le manovre in un piano "morbido" (letto, materasso, divano...) renderà tutto inefficace.
2) Iniziare un massaggio cardiaco
3) Iniziare la respirazione artificiale

Intanto ricordiamo di eseguire il massaggio cardiaco, poi penseremo alla respirazione artificiale.

Il massaggio cardiaco

Dopo aver sistemato la persona sul terreno e liberandola da indumenti troppo stretti (che ostacolano noi e chi sta male), per esempio allentando la cravatta o il colletto di una camicia, iniziamo il massaggio cardiaco:

1) Posti a fianco della persona, in ginocchio.
2) Braccia dritte e rigide, una mano al centro del torace, l'altra mano afferra la prima. Le braccia sono perpendicolari al torace della persona incosciente.
3) Premere per 30 volte (abbastanza velocemente, poco più di una pressione al secondo). Come contare? La prima pressione inizia con 1001 e si prosegue: 1001, 1002, 1003, 1004...e così via. Questa numerazione serve a scandire con una buona approssimazione, il ritmo corretto di pressioni sul torace.
Il massaggio cardiaco non è una procedura che si effettua "lentamente" ma "velocemente". Non dobbiamo "premere" con le braccia ma con tutto il peso del corpo. Non bisogna temere di "esagerare", è molto più efficace un massaggio un po' più energico del dovuto che uno un po' più "delicato" di quanto necessario.
Le braccia sono perpendicolari al torace della persona da rianimare


Alla fine delle 30 pressioni, possiamo eseguire un ciclo di respirazioni artificiali.
In totale la rianimazione è composta da un ciclo di 30 pressioni e 2 insufflazioni, ripetendo i cicli fino all'arrivo dei soccorsi.

Parole chiave: a terra-30 pressioni veloci

Vista la fatica che quasi inevitabilmente comporta l'eseguire le manovre di rianimazione, l'ideale sarebbe alternare l'intervento con un'altra persona, se non fosse un'opzione realizzabile, ricordarsi di proseguire per più tempo possibile. Se per qualsiasi motivo (insicurezza, rischio, difficoltà) non fosse possibile procedere con la respirazione artificiale, proseguire solo il massaggio cardiaco con cicli da 100 pressioni.

Respirazione artificiale

Conosciuta come "respirazione bocca a bocca", ha lo scopo di insufflare aria (quindi ossigeno) nei polmoni di una persona che non respira più spontaneamente.
In generale non si corre alcun rischio particolare di contrarre infezioni per il contatto tra la bocca del soccorritore e quella del soggetto inanimato, diverso se vi sono tracce di sangue. In questo caso è possibile pulire velocemente la bocca della persona senza sensi e porre una barriera tra la propria bocca e quella della persona da rianimare (un fazzoletto pulito, un panno sottile), evitare di infilare dita o altri oggetti all'interno della bocca. In caso di dubbi o paura nell'affrontare il rischio rinunciare alla manovra e limitarsi al massaggio cardiaco. Se vi è molto sangue è sconsigliato proseguire nell'effettuare la respirazione artificiale.
La tecnica è relativamente semplice ma bisogna seguire alcuni passi.
1) Stendere la persona in un piano rigido (a terra, meglio), iperestendendo la testa (cioè portandola molto indietro).

Respirazione artificiale, la testa è portata completamente all'indietro, come mostrato nella figura
La mano che tiene la fronte, chiude anche le narici

2) Mettere una mano sopra il torace di questa persona (serve a percepire le espansioni dello stesso quando insuffliamo aria e le seguenti depressioni).
3) L'altra mano è poggiata sulla fronte della persona da soccorrere e con due dita stringe le narici per impedire fuoriuscita dell'aria.
4) Portare la propria bocca a contatto stretto dell'altra (una sorta di "tenuta stagna").
5) Inspirare normalmente ed espirare nella bocca della persona soccorsa, normalmente (in genere l'espirazione dura molto poco, un secondo circa), senza forza. Si sentirà (con la mano sul torace) il petto che si espande.
6) Togliere la bocca, il torace si abbasserà.
7) Ripetere questa manovra per due volte.
8) Riprendere il massaggio cardiaco.

Avremo compiuto quindi 30 massaggi e 2 respirazioni.

Se il torace non si sollevasse ricontrollare se vi è qualcosa che impedisce l'ingresso dell'aria (oggetti, dentiera, lingua) e provare a rimuoverli. Se nonostante non vi sia nulla che impedisca la manovra il torace non si espandesse interrompere la manovra e continuare con il solo massaggio cardiaco.
L'espansione toracica è visibile anche ad occhio nudo.

Parole chiavetesta indietro-2 respiri

Riassumendo:

1) Controllare se esiste coscienza (chiamare la persona, chiederle come sta...), respirazione spontanea ed attività cardiaca: GAS e polso carotideo.
2) Chiamare i soccorsi (118).
3) Posare la persona a terra, liberandola da vestiti stretti e pulendole velocemente la bocca da eventuale sporcizia o sangue.
4) Portare la sua testa fortemente all'indietro (si spinge sul mento e sulla fronte).
5) Iniziare massaggio cardiaco per 30 volte, respirazione artificiale per 2 volte.
6) Fermarsi solo quando arrivano i soccorsi.

Non ha importanza se o quando avrete bisogno di usare queste nozioni, l'importante è conoscerle.
Può salvare una vita e questo non ha prezzo.

Per semplificare la visualizzazione delle manovre ho sottotitolato un video della Croce Rossa inglese.





Qui potete scaricare un manuale di primo soccorso del 118 (la parte che ci interessa è da pagina 81 in poi) che tratta la rianimazione polmonare ma anche altri interventi in urgenza in maniera semplice e schematica. Perchè non passare una serata a ripassare le cose più importanti?
E' bene ricordare che in tutte le città esistono corsi (gratuiti!) di primo soccorso organizzati da organizzazioni pubbliche e private. Perchè non provarci?

Alla prossima.

Immagini tratte da:

http://www.linguaggioglobale.com/sos/txt/100.htm
http://www.albanesi.it/Salute/Pronto_soccorso/massaggio_cardiaco.htm
Manuale primo soccorso CRI

Bibliografia:

  • Cummins RO. “From concept to standard-of-care? Review of the clinical experience with automated external defibrillators.” Annals of Emergency Medicine. 1989;18:1269–1275.

59 commenti:

  1. Ho sentito dire che con la rianimazione cardiopolmonare che descrivi nel post non si ottiene mai la rianimazione del paziente, e che per questo bisogna aspettare i soccorsi (con il defibrillatore, penso). È vero?

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  2. Ciao! Come istruttore BLS-D penso che è molto utile che si parli di queste cose e hai fatto molto bene.

    Ho trovato alcuni dettagli che si discostano un po' dalle linee guida: uno per tutti, trattandosi di un soccorso effettuato da personale non sanitario (non medici, infermieri, barellieri eccetera) sarebbe preferibile evitare di cercare il polso e limitarsi al GAS. In questo modo bisogna solo capire se il paziente respira o non respira, e non controllare nient'altro prima di iniziare una eventuale rianimazione.

    Luca: è come hai detto tu, in genere non ci si aspetta che il paziente si riprenda senza l'uso del defibrillatore. In realtà non si può escludere al 100% che ciò accada, ma lo scopo della manovra non è quello di far "ripartire" il cuore ma di mantenere in vita il paziente il più a lungo possibile in attesa di soccorsi specializzati.

    Simone

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  3. Sul sito della croce rossa non c'è il manuale avete un link corretto?

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  4. sarebbe preferibile evitare di cercare il polso e limitarsi al GAS

    Devo averlo letto (assieme ad altre novità, per esempio mi sembra abbiano diminuito l'importanza della ricerca di corpi estranei nelle vie aeree, giusto?), ma ho cercato di spiegare tutto in generale (anche discostandomi dalle linee guida aggiornate per andare sul pratico), visto che mi sembra che la prima cosa che pensa chi (impreparato) si trova di fronte ad una situazione d'emergenza sia: *panico* "ed ora cosa faccio?".

    Quando facevo 118 inoltre, notavo che la grande maggioranza dei presenti non era in grado di capire se una persona fosse "svenuta" o in arresto...e quindi spiegare come si cerca il polso secondo me è utile (in ogni caso il mio non è certo un "manuale" che sostituisce quelli "seri").

    Come ho scritto alla fine comunque, ritengo i corsi (ed il manichino! Finchè non "tocchi" non saprai mai dove mettere le mani...) fondamentali, ma almeno avere un'idea...

    Sul sito della croce rossa non c'è il manuale avete un link corretto?

    Lo hanno rimosso, c'era.
    Per ora ho trovato questo (manuale 118), da pagina 81 (è un .pdf):

    www.sis118.it/pagine/documents/Manuale_formativosoccorritori.pdf

    Appena trovo un manuale CRI sostituisco il link

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  5. Come discorso generale va benissimo. Diciamo che si ritiene che il soccorritore occasionale non abbia la dimestichezza di trovare facilmente il polso carotideo, mentre cercare il respiro è più facile.

    È vero che anche la ricerca dei corpi estranei nelle vie respiratorie è stata ridimensionata, poi spiegare come e perché è un po' lungo comunque insomma è come hai detto tu.

    Simone

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  6. Weewee, ottimo intento (come sempre!), ma ci sono delle cose che non capisco e ti sprono a precisarle (sperando di fare cosa gradita, volendo essere le mie critiche costruttive):

    1. Perché parti da C invece che da A?
    2. Non trovi sia più utile insegnare una "banale" (ma importantissima) PLS invece che il massaggio cardiaco???
    3. Non trovi che per il massaggio cardiaco sia fondamentale la pratica? Se non c'è quella, meglio non farlo!!!
    4. Perché non hai almeno accennato all'autoprotezione? E' la prima regola ed è la più importante di tutte.

    Queste le prime critiche che mi vengono in mente.

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  7. Ho letto i commenti precedenti al mio e mi pare di capire che il tuo scopo sia anche quello di insegnare alle persone a "occupare il tempo" e riordinare le idee, senza andare nel pallone, cosa importantissima, per effettuare una buona catena del soccorso. Ma torno a dire: perché non concentrarsi di più su AB (ce ne sono di cose da fare, anche facili e di immediata comprensione) che su C?

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  8. Mi permetto di segnalare il link alle linee guida ufficiali (in Italiano) dell'Italian Resuscitation Council, è un bel malloppo che non va bene per la "diffusione" dei concetti ma se qualcuno fosse interessato è molto dettagliato:
    https://www.erc.edu/index.php/doclibrary/en/289/1/

    Inoltre nella guida aggiungerei il consiglio di recarsi presso la sede CRI/ANPAS/Misericordia/ecc. ecc. più vicina e chiedere di fare il corso base per la popolazione (la CRI lo ha di sicuro, non so gli altri) e/o di provare ad usare il manichino.

    Concordo anche io che il polso in realtà non andrebbe cercato da parte del soccorritore occasionale (se non lo si sente per colpa dell'agitazione si rischia di massaggiare un cuore battente) ma ci si dovrebbe limitare al GAS.

    Inoltre a me non piace molto la foto dell'iperestensione del capo, userei piuttosto una di questo genere:
    http://www.oltresalute.com/immagini/iperestensione-testa.jpg

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  9. @irene
    sì, ABC (pervietà vie aeree, respirazione, cardiaco) era la formula di precedenti protocolli ma...
    soprattutto in emergenza, hanno una certa rapidità nel cambiare idee, in questo caso sono d'accordo con chi l'ha modificato.
    Il concetto è di partire con il polso, perché:
    - la sua assenza è l'opzione più critica
    - in assenza di polso non ha senso ricercare il respiro (sicuramente assente)
    - in assenza di polso la RCP ha comunque la precedenza sulla disostruzione delle vie aeree

    se invece il polso è presente, ho perso solo pochi secondi che non mi pregiudicano il trattamento delle patologie sottostanti a un A o un B alterato.

    per il "meglio non fare se non si sa": dipende dalla situazione, ovvero quanto tempo occorre perché arrivino i soccorsi.
    Se è MOLTO breve (veramente pochi minuti), non fare nulla è un'opzione (stante che possono bastare le istruzioni di un operatore telefonico per riuscire a effettuarlo, non è complicato)
    Se devo aspettare più di 5-6 minuti, non fare nulla significa che in ogni caso la RCP effettuata dai soccorritori sarà tardiva e inefficace (le percentuali di sopravvivenza sono già basse pure con un intervento immediato).
    Considerata la distribuzione delle ambulanza sul territorio, non è infrequente che quei limiti temporali non possano essere rispettati.

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  10. Salve, ottimo articolo (come sempre) e grazie.
    In Svizzera è necessario frequentare un corso samaritani (primo soccorso) per poter ottenere qualsiasi tipo di patente. Lo feci ormai qualche anno fa e ricordo poco, per cui una ripassata mi ha fatto bene.
    Ricordo però, qui assente, che era consigliato fare un pizzicotto (energico) al paziente, qualora dovesse non respirare. Risulta anche a voi esperti qualcosa di simile o sono io che ricordo male?

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  11. Ho fatto varie esercitazioni bls, però ammetto che le poche volte che mi sono trovato di fronte a qualcuno che stava male davvero (ma mai da necessitare di bls) sono andato abbastanza nel panico e il mio cervello a cancellato queste nozioni. Purtroppo per chi ha altre formazioni è difficile memorizzare queste cose in modo automatico, credo che anche per voi servano continue esercitazioni. Fortunatamente in questi casi, casualmente, ero sempre vicino a dei medici che ci hanno pensato loro.

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  12. il pizzicotto serve per verificare se il paziente risponde a uno stimolo dolorifico, e va' eseguito PRIMA del CAB.

    Ovviamente, tirare un pizzicotto senza prima aver scosso e chiamato una persona stesa a terra è un ottimo metodo per ricevere un pugno ;)

    quindi.. serve a qualcosa?
    se il paziente non risponde alla chiamata e allo scuotimento è comunque obnubilato, a quel punto mi interessa capire se i parametri vitali (CAB) sono a posto.

    Lo stimolo doloroso in un paziente che non risponde alla chiamata può aiutarmi a differenziare tra un paziente con uno stato comatoso più lieve da uno più profondo.. però questo non modifica in alcun modo lintervento, che sarà sempre di metterlo in PLS (se ABC normale) o l'RCP (se ABC alterato) -> è il CAB a essere dirimente.

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  13. Non so cosa rispondere perché per quanto mi riguarda io faccio polso-gas nell'ordine, ma non era questo il mio discorso. Che senso ha (domanda retorica) partire in bomba col massaggio cardiaco, magari non sapendolo fare, magari in uno che è ipoteso (ha la pressione molto bassa), magari in uno che ha un arresto cardiaco temporaneo? Oppure, un tizio vede uno che sviene, non riesce a prendere il polso, perché è difficile o, verosimilmente, il soggetto è ipoteso e cosa fa, si mette a massaggiare il povero Cristo, che magari si sarebbe ripreso di lì a poco...situazione a dir poco tragicomica, ma a volte l'eccesso di zelo fa solo danni. A mio avviso bisogna usare il buon senso (non mettersi in pericolo, non fare nulla se non si è sicuri) e aspettare i soccorsi. Ma a me non sono mai piaciuti i corsi BLS... ;-)

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  14. Riepilogo acronimi :-)
    BLS: Basic Life Support (primo soccorso)
    A: Airways (pervietà delle vie aeree)
    B: Breathing (respirazione)
    C: Circulation (circolo)
    D: Defibrillation (defibrillazione)
    ABC: Sequenza primi tre passi
    CAB: Sequenza invertita
    GAS: Guarda, Ascolta, Senti
    PLS: Posizione Laterale di Sicurezza
    RCP: Rianimazione CardioPolmonare

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  15. Ottimo articolo con chiaro, lodevole e dichiarato intento divulgativo.
    Credo sia anche questo il motivo per cui non vi sono sigle, a parte un GAS subito sciolto.

    Non così nei commenti.
    Diventa difficoltoso per un “comune cittadino di passaggio” afferrare immediatamente il significato di quanto legge.

    Ad esempio nel secondo commento c’è un BLS-D, ripetuto in seguito, ma non sciolto: che è?

    Idem per RCP. Che cosa significa?

    Ma anche solo leggere sigle come ABC oppure AB (pur avendone prima spiegato il senso) costringe a fare mente locale, a ritornare e cercarne il senso.

    Non vi sono espressioni altrettanto codificate, standard, univoche ma in chiaro e comprensibili con immediatezza a chiunque?

    Credo che ciò faciliterebbe anche il non andare nel pallone in una eventuale quanto non auspicabile situazione di emergenza.

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  16. Vedo che nel frattempo sono state sciolte le sigle.

    Tuttavia ritengo validi gli ultimi passi del mio precedente commento.
    Sempre per i "comuni profani".

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  17. Tuttavia ritengo validi gli ultimi passi del mio precedente commento.

    Sono d'accordo.
    Per questo ho cercato di spiegare le cose senza sigle (a parte GAS, utile a memorizzare e spiegata) e tecnicismi che a chi non è del settore non possono e non devono interessare.

    Ai commentatori ricordo che questo non è un manuale di pronto soccorso o un "corso" ma semplicemente una spiegazione di cosa fare e come farlo se ci si sente in grado di farlo.
    :)

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  18. @Irene
    trovi una persona per terra, non trovi il polso perché è così ipoteso da non riuscire a dare un polso carotideo palpabile.
    Ora, se il polso carotideo non è palpabile in quella posizione significa che il livello di ipotensione è marcato e non modificato nemmeno dalla postura, tanto marcato da non risultare sufficiente neanche per la periferia 'nobile' -> l'RCP è giustificata pure se il cuore fosse battente, non è l'assenza di attività cardiaca che la rende necessaria, ma il mancato raggiungimento di valori di pressione media sufficienti a garantire la sopravvivenza dei tessuti nobili (cervello, cuore).

    Per l'arresto cardiaco "temporaneo": se il cuore è in arresto, bisogna partire con l'RCP, perché non c'è modo di predire "questo cuore ripartirà da solo", a parte sedersi e aspettare.

    @granmarfone: un solo acronimo questo giro, scusami per i precedenti messaggi :)

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  19. Salve a tutti,
    sono un assiduo lettore del blog anche se non ho mai commentato.
    Innanzitutto faccio i complimenti e ringrazio WeWee per il lavoro che compie.
    Volevo comunque consigliare di seguire un corso prima di cimentarsi in pratiche di primo soccorso.
    Nessuno ha fatto il punto sugli eventuali problemi legali a cui si puo' andare incontro: ad un soccorritore occasionale non e' richiesto molto di piu' che avvisare il 118. Qualunque cosa faccia in piu' e' sempre sotto la propria responsabilita', e, se fatta in maniera sbagliata, puo' far incorrere il volenteroso in denunce civili e penali.
    Lo so che il discorso e' un po' cinico ma per evitare problemi legali e' sempre buona norma conoscere e seguire i protocolli.

    RispondiElimina
  20. Qualunque cosa faccia in piu' e' sempre sotto la propria responsabilita', e, se fatta in maniera sbagliata, puo' far incorrere il volenteroso in denunce civili e penali.

    Certo, ma questo non giustifica il non sapere come affrontare situazioni d'emergenza.
    E poi una provocazione: e se il malcapitato fosse una persona cara?

    RispondiElimina
  21. @ Thhh
    Mi sono spiegata male, ma lasciamo perdere, se no davvero si scende troppo nel particolare e non va bene :-)

    Mi scuso se ho manifestato le mie perplessità troppo puntigliosamente :-)

    Cambiando registro, recentemente gira un email in cui spiegano come riconoscere i segni di un ictus (sic). Voi pensate che queste email siano utili o creino solo confusione? Io la penso così: né l'una né l'altra cosa, sono un po' inutili...

    Riguardo ai "Come si fa" di MedBunker, credo che potrebbe essere utilissimo per far capire quanto difficile sia il lavoro del medico (vedi per fare una diagnosi), ergo per far capire che si deve diffidare da coloro che tentano di raggiungere obiettivi così complessi con faciloneria (naturopati, iridologi e compagnia bella). Non vedo l'ora di leggere questi articoli! :-)

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  22. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  23. @Thhh
    Però non posso non chiarire la mia posizione: quando dico ipoteso non vuol dire che blablabla, vuol dire che una persona NON ESERCITATA non sente un polso anche se c'è. E ti dirò di più, rischi di sentire il tuo polso, invece che quello del malcapitato. Ora chiedo, sono tecnicismi questi? Secondo me no, è pratica. Ma non voglio fare a "gara" con nessuno su chi ne sa di più. Ciao!

    RispondiElimina
  24. @WeWee
    Hai assolutamente ragione per questo consiglio a tutti di seguire un corso di primo soccorso proprio per saper affrontare situazioni di emergenza.
    In ogni caso non volevo dire che questo articolo fosse inutile, volevo solo che venisse preso come un invito a seguire un corso (la CRI ne organizza diversi durante l'anno) per essere preparati.

    RispondiElimina
  25. @Irene
    spero di non essere sembrato aggressivo, non voleva essere nel mio tono :)

    [riquadro acronimi: GAS Guardo Ascolto Sento, per vedere il respiro; RCP: massaggio cardiaco; CAB: controllo della circolazione, vie aeree e respiro]

    per quanto riguarda l'ultima risposta:
    opzione 1: fa' solo il GAS -> non respira, chiama il 118 per pz che non respira, polso non si sa. Codice rosso, finché arrivano i soccorritori non parte l'RCP.
    opzione 2: fa' il CAB, sente un polso che non c'é, fa' il GAS -> non respira, chiama il 118 per pz che non respira, polso riferito presente. Codice rosso, perché se non respira il cuore seguirà a breve, finché arrivano i soccorritori non parte l'RCP.
    Non vedo differenze per l'outcome.

    Detto ciò, se mi passi il linguaggio statistico, credo che anche con un soggetto non addestrato i veri positivi superino i falsi positivi, e che quindi ne possa valere la pena..
    Ammetto però che lo dico a pelle, non ho dati a riguardo :)

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  26. A proposito di questa notizia alla ribalta delle cronache, come può intervenire il non medico in caso del "colpo di calore" o ipertermia ? Come reidratare una persona priva di sensi ? E come intervenite voi medici ?

    ps: ovviamente a prescindere dal caso specifico su cui non si hanno notizie certe.

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  27. In una serata di pochi giorni fa a Pavia rivolta ai "laici", era stato anche eliminato il GAS.

    Si consigliava comunque ai non allenati, dopo aver chiamato il 118 di seguire le loro direttive.

    Si parlava inoltre dell'uso dei defibrillatori semiautomatici accessibili al pubblico, e di come questi vanno usati solo dopo la RCP.

    Ps: affermavano anche che meglio far qualcosa anche male che non far niente, perchè se è in arresto quei pochi massaggi fatti male possono comunque permettere di dilatare i famosi 4-6 minuti del danno corticale.

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  28. Questo articolo mi offre lo spunto per approfondire un mio dubbio.

    Già da qualche anno in America le procedure di Primo Soccorso sono state riviste in favore della Continuous Chest Compression CPR in tutti i casi di arresto cardiaco, esclusi quelli che coinvolgono neonati, bambini piccoli o annegamenti. Consiste in pratica nell'eseguire 100 compressioni del torace al minuto senza respirazione bocca a bocca; dicono che questo metodo raddoppi le possibilità di soppravvivenza da un attacco cardiaco.

    Video che spiega la tecnica: http://vimeo.com/38244828
    Notizia dell'adozione della tecnica dalla American Heart Association: http://uanews.org/node/19078
    Articolo della AHA: http://circ.ahajournals.org/content/116/25/e566.full
    Altro articolo: http://www.bbc.co.uk/news/health-11542382

    Da profano di medicina non ho le competenze per valutare, né so di altri paesi oltre agli USA in cui questa tecnica sia comunemente impiegata. Mi interessava conoscere il parere di WeWee e se magari ci sono dei casi in cui è da preferire questa tecnica o quella tradizionale... Se un mio caro avesse un malore, quale tecnica dovrei tentare?

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  29. Da profano di medicina non ho le competenze per valutare, né so di altri paesi oltre agli USA in cui questa tecnica sia comunemente impiegata.

    Ogni paese ha i suoi protocolli che oltretutto variano nel tempo alla luce di nuove esperienze e ricerche. Sono tutti validi (quelli moderni) e proprio per evitare confusioni è bene adattarsi a quelli del proprio paese.

    Mi interessava conoscere il parere di WeWee e se magari ci sono dei casi in cui è da preferire questa tecnica o quella tradizionale...

    Se dovessi dare il mio parere personale preferirei la tecnica "pressioni/respirazioni" ma il punto non è questo: qualsiasi tecnica si utilizzi l'unico elemento che davvero fa la differenza è il saperla effettuare.
    In caso di assoluta mancanza di esperienza, molto meglio limitarsi alle pressioni e prolungarle fino all'arrivo dei soccorsi (quindi le 100 pressioni consecutive avrebbero senso). Oltretutto il massaggio cardiaco è un gesto molto più "spontaneo" ed immediato della respirazione.

    Se un mio caro avesse un malore, quale tecnica dovrei tentare?

    Se non hai seguito nessun corso meglio le pressioni continue, naturalmente è bene ribadire che la prima cosa da fare è chiamare i soccorsi.

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  30. Ma cosa vuol dire "malore"?

    Poi: quando chiamo i soccorsi, bisogna dire che ho intenzione di rianimare nel frattempo. Giusto?

    @ Thhhh
    Ma no, figurati! :-)

    RispondiElimina
  31. Una volta mentre ero all'Iper un signore si è sentito male, c'era presente una Dottoressa che ha iniziato a fargli il massaggio cardiaco e, ogni 10-12 pressioni, gli sferrava dei gran pugni sullo sterno... faceva bene? Non ho mai visto nè letto di fare così.
    (purtroppo ho poi saputo che il signore era morto).

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  32. Wewe, ti ho scovato fina dal tuo primo post, complimenti.
    All'ultimo corso che ho fatto mi hanno detto di verificare solo se c'è respirazione per procedere con la bls.
    Questo perchè battito e respirazione non sono presenti mai da sole e perchè molti soccorritori hanno confuso il PROPRIO battito con quello dell'infortunato...
    Ciaooo

    RispondiElimina
  33. Ciao WeWee, ti leggo sempre ma è la prima volta che commento, in realtà ci siamo conosciuti: sono la “ragazza del forcipe” di Padova di qualche mese fa.
    Ottimo articolo come sempre e molto utile!!!

    Un unico appunto: come si posizionano le mani per effettuare un corretto massaggio cardiaco?

    Ciao ciao

    RispondiElimina
  34. sferrava dei gran pugni sullo sterno... faceva bene? Non ho mai visto nè letto di fare così.

    E' (era) una delle possibilità di massaggio cardiaco consigliate (si chiama massaggio precordiale), oggi praticamente abbandonata per i danni potenziali che può provocare.

    All'ultimo corso che ho fatto mi hanno detto di verificare solo se c'è respirazione per procedere con la bls.

    Sì, come scritto in commenti precedenti è questa la nuova procedura.

    sono la “ragazza del forcipe” di Padova di qualche mese fa.

    Ciao!

    come si posizionano le mani per effettuare un corretto massaggio cardiaco?

    Se non si sa come fare è bene posizionare le mani "a piatto" incrociandole una sull'altra, come qui ma la posizione corretta sarebbe questa, con una mano "a piatto" al centro del torace e l'altra che la afferra intrecciando le dita.

    RispondiElimina
  35. Salve WeWee,
    io sono in una sezione samaritana e ero un soldato sanitario (con mansioni simili a quelle di un soccorritore professionista). Da noi in Svizzera si procede prima con il controllo della respirazione e in caso manchi si iniziano immediatamente le compressioni. Io organizzo corsi con mio padre (che é monitore samaritano) per insegnare queste tecniche di pronto soccorso ai neopatentati (in Svizzera è obbligatorio frequentare un corso soccorritore per poter fare la patente). Il protocollo che seguiamo è questo: http://www.samariter.ch/stream/it/download---0--0--0--18286.pdf (da noi si stanno diffondendo capillarmente i defibrillatori e quindi si mostra il loro utilizzo).

    RispondiElimina
  36. Bongiorno a tutti,
    sono un soccorritore del 118 e istruttore interno presso la mia piccola associazione. Le nuove linee guida, uscite teoricamente nel 2010 negli USA, ilCORE, e applicate qui da noi solo nel 2012 ci dicono che la rianimazione cardipolmonare eseguita da laici deve essere fatta ogniqualvolta il soccorritore valuta una situazione di respiro assente o inefficace. Questo significa che non è più richiesto la valutazione del MOTORE e della polso carotideo così come non è più richiesta la fase di GAS per 10 secondi. Mi spiego:
    Se il pz viene trovato incosciente, si procede ad una rapida valutazione del respiro, anche con i vestiti ancora addosso, a patto che non siano troppi e che non permettano una visione completa, semplicemente guardando l'espansione del torace. In ogni situazione di respiro inefficace, valutato tale dal laico, ovvero come una condizione di respiro non fisiologico alla quale non si è abituati, sono ammesse le CTE, ovvero le compressioni toraciche esterne. Le CTE che devono essere effettuate nella meta inferiore dello sterno, devono avere una frequenza di circa 110 atti al minuto, per aiutarsi si può sentire la canzone "staying alive " come riferimento. Il contatto con il 118 è indicato o precocemente oppure nel momento delle compressioni esterne, che devono essere precoci, e quindi affidato a terzi. Le compressioni sono tollerate anche se effettuate con i vestiti sul torace a patto che non siano troppo spessi, ad esempio una maglietta di cotone può andare bene. L'algoritmo diventa quindi: coscienza, se no --> valutazione rapida del respiro, se inefficace --> CTE e contatto con 118.
    I protocolli sono stati facilitati per i laici, non per questo però sono migliori! Bellissimo ed interessantissimo blog!
    Ciao a tutti, Matteo

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  37. in Svizzera è obbligatorio frequentare un corso soccorritore per poter fare la patente

    Dovrebbe essere un corso obbligatorio anche da noi, dove si è obbligati ad avere in auto il giubbotto catarifrangente ma non è obbligatorio sapere prestare soccorso...

    da noi si stanno diffondendo capillarmente i defibrillatori e quindi si mostra il loro utilizzo

    Anche questo, potrebbe salvare tantissime vite.

    Questo significa che non è più richiesto la valutazione del MOTORE e della polso carotideo così come non è più richiesta la fase di GAS per 10 secondi.

    Ma se una persona non ha seguito un corso, questo non rende tutto più difficile? Voglio dire, nella mia esperienza di 118 trovavo quasi sempre gli "spettatori" letteralmente impietriti dal panico o nell'atto di sollevare le gambe (come si fa istintivamente quando vi è una persona "svenuta") ad un soggetto in arresto cardiaco.
    E' sempre bene seguire i protocolli ma se non si diffonde l'abitudine di frequentare i corsi, la popolazione resterà per sempre incapace di intervenire.

    per aiutarsi si può sentire la canzone "staying alive " come riferimento

    Questa è nuova per me ma funziona. :)

    Bellissimo ed interessantissimo blog!

    Grazie!

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  38. "Ma se una persona non ha seguito un corso, questo non rende tutto più difficile?"
    in realtà il tutto è stato creato per rendere più intuitivi e facili i protocolli. Inoltre è stato fatto soprattutto per facilizzare la guida da parte della centrale all'operatore laico che si accinge alla rianimazione. Mi spiego: la telefonata al 118 passa in questo protocollo da "signora bene, si calmi, si avvicini a suo marito e metta una mano sul torace e l'altra sul collo, sente qualcosa?" a "signora bene, si calmi, secondo lei suo marito sta respirando?". Se la risposta è no, allora l'operatore guida la persona a fare le compressioni. Io lo trovo molto più fluido anche se all'inizio ero molto scettico. In realtà spiegandolo alla popolazione ho trovato che rimane molto di più questo, facilitato, rispetto a quello precedente. Qualche tempo fa la centrale 118 di MZ e Brianza ha iniziato a collezionare i dati relativi ai pazienti ripresi in seguito a rianimazioni guidate al telefono; secondo me questo nuovo modo di fare salverà molte più vite. Inoltre nei nuovi protocolli si raccomanda di parlare di CTE, o compressioni toraciche esterne, dal momento che quando l'operatore dice "è in grado di fare il massaggio?" molte volte, è ridicolo ma è successo, ci si trovava difronte a persone che massaggiavano nel vero senso della parola il torace, magari anche con acqua calda. Quindi in conclusione, per la mia breve esperienza, trovo che questo sia più semplice da eseguire anche perchè si applica a casi diversi come l'ostruzione grave delle vie aeree e può salvare delle vite.
    Buona serata!

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  39. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  40. Ma non si diceva che si stava andando troppo sul tecnico? Bah. Matteo ha detto esattamente quello che sapevo io e che volevo dire io. Non capisco sinceramente cosa sia successo a livello di comunicazione, dato che i miei commenti "non andavano bene" e non nascondo un certo disappunto. Saluti.

    RispondiElimina
  41. Credo che la discussione si sia spostata eccessivamente sui tecnicismi, che sono sicuramente utili ma rischiano di generare ancor più confusione in chi come me è un laico. Mi è capitato di dover soccorrere una persona e vorrei raccontarvi la mia esperienza per cercare di favi capire cosa prova un civile in quei momenti. Tenete conto che il tutto si è svolto in brevissimo tempo, 4/5 minuti al massimo, la prima fase sicuramente in pochi istanti; il tempo che impiegherete a leggere queste righe è infinitamente maggiore!

    Un paio di anni fa sono al semaforo per attraversare la strada, vicino a me c’è un uomo che legge il giornale tranquillamente; all’improvviso, come se qualcuno avesse schiacciato un interruttore, l’uomo chiude gli occhi, sposta una gamba all’indietro e cade. E’ supino e dalla bocca e dal naso esce sangue, non come un’epistassi anche importante, ma in una quantità incredibile, immagino che gli sia andato anche nei polmoni perché il sangue si presenta con un aspetto inizialmente schiumoso, con bollicine e l’uomo rantola e gorgoglia.
    Io sono una persona piuttosto razionale e difficilmente impressionabile ma la prima reazione è terrore puro, panico totale… non so cosa fare!!! Mi chino, lo chiamo, lo scuoto leggermente e mi viene in mente di pizzicargli con forza il braccio, ma non succede nulla! Non risponde, non apre gli occhi! continua l’emorragia… Io inizio a sudare, cuore impazzito, sapore amaro in bocca, in testa mille domande: faccio qualcosa? cosa faccio? come lo faccio? e se peggioro la situazione? e se lo uccido? (sì ho pensato anche questo!)? e se non faccio nulla e lui muore comunque? Mi preoccupo delle conseguenze delle mie azioni su quell’uomo, neanche per un momento penso ad eventuali conseguenze civili o penali. Mi sento come in una bolla, tutto è lentissimo e velocissimo allo stesso tempo, ignoro la gente che intanto è accorsa, i dubbi sono atroci perché so che c’è in gioco una vita.
    Intanto la mia mano ha già preso il cellulare (siano benedetti), chiamo il 118, spiego all’operatore, mi dice di stare calma e che mi guiderà lui finchè non arrivano i soccorsi. In quel momento torno in me e realizzo che la mia testa, pur nella confusione, mi aveva già fatto scegliere di intervenire, lo stavo già facendo, non sarei mai riuscita solo a guardare senza nemmeno provare… L’operatore mi parla in modo deciso ma calmo, usa parole comprensibili e magicamente mi fa sentire sicura ed efficiente. L’uomo ha polso e respira (male) autonomamente, è incosciente, l’operatore me lo fa mettere in PLS, mi chiede di disostruire le vie aeree: la lingua è ok ma la dentiera si è spostata per l’urto, la tolgo. Il sangue non è più schiumoso ma inizia a fuoriuscire anche dall’orecchio verso terra. Finalmente sento le sirene, sono arrivati i soccorsi, ora se ne occupano loro… Io faccio qualche passo indietro e di colpo l’adrenalina scende: tremo, mi gira la testa, mi metto a piangere e la colazione finisce sul marciapiede. Poi portano via l’uomo e tutto finisce. Non so cosa gli fosse successo né come sia andata a finire.

    Spero di non avervi “schifato” con questo racconto ma volevo far capire ai “medici e affini” che scrivono su questo blog cosa prova una persona che non è del settore in situazioni simili e perché credo che sia meglio non generare confusione con informazioni troppo dettagliate ma dare suggerimenti, magari non tecnicamente perfetti, che possano essere utili. Se io anziché chiamare il 118 avessi improvvisato un massaggio cardiaco (come qualcuno vicino a me in quei momenti mi suggeriva) probabilmente avrei aggravato la situazione. Dopo quell’esperienza mi sono informata un po’ sul primo soccorso perché, anche se si spera sempre di non dovercene servire, è utile sapere di poter far qualcosa e come farlo senza andare nel pallone.
    Scusate la lunghezza, spero sia stato utile a far capire cosa si prova in quegli istanti.

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  42. Bel racconto perchè molto "realistico". Chiamare i soccorsi è per forza di cose la prima cosa da fare e so benissimo che il panico blocca ed invade praticamente tutti (i non addetti ai lavori, ma ho visto entrare nel panico anche medici che "passavano per caso").
    Gli operatori del 118 sono addestrati anche a far mantenere la calma proprio per questo.

    Una domanda che tanti si fanno quando chiamano i soccorsi è "ma perchè mi chiedono tutte queste cose invece di dire arriviamo subito?!", beh, è proprio per questo, per conoscere bene la situazione, intervenire nel miglior modo possibile, ottenere informazioni corrette e far rilassare l'interlocutore (in preda al panico si farfuglia...).

    Sapere cosa fare serve anche a questo a non farsi prendere dal panico, in genere i soccorsi arrivano prestissimo e quindi l'importante è mantenere la calma, gestire la situazione e mantenere il paziente in uno stato accettabile (quando possibile, naturalmente).

    credo che sia meglio non generare confusione con informazioni troppo dettagliate ma dare suggerimenti, magari non tecnicamente perfetti, che possano essere utili.

    Infatti con il mio post avevo questa intenzione, che poi nei commenti si discuta, si aggiungano particolari e che possa comparire qualche termine tecnico ci può stare, i commenti sono...commenti ed aiutano a completare il discorso. Quando nei commenti compare qualche particolare fondamentale lo aggiungo direttamente all'articolo.

    Grazie della testimonianza.

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  43. OT: chiedo scusa, ma non c'entra nulla con il post.
    Cosa mi dite della Proloterapia? L'ho trovata per caso ora: http://it.wikipedia.org/wiki/Proloterapia
    sembra quasi una omeopatia tramite inizioni.

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  44. Cosa mi dite della Proloterapia?

    Una pratica dal dubbio (molto dubbio) valore scientifico. Si usa da anni, ma io di miracoli o grandi risultati non ne ho mai visti. Di sicuro c'è un forte effetto placebo.

    sembra quasi una omeopatia tramite inizioni.

    No, forse assomiglia più all'agopuntura. In realtà non si pretende di "fare effetto" grazie al principio attivo (che a volte non c'è) ma attraverso le conseguenze dell'infiammazione indotta dall'infiltrazione...
    Cercando anche i risultati in letteratura non solo non sembra esserci alcuna efficacia ma c'è anche qualche rischio...

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  45. Altro OT: questo video di Leonardo Rubini: dalla malattia cronica alla salute, solo andata
    http://www.youtube.com/watch?v=rzwaVaszUDQ

    Il suo blog: http://www.leonardorubini.org/
    ma non riesco a trovare la cura, le idee, cosa si deve o non si deve mangiare.

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  46. intervista di Leonardo Rubini ad un ricercatore:
    http://www.youtube.com/watch?v=R81m21FSNUI

    la soluzione? restrizione calorica = mangiare poco

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  47. A noi studenti di infermieristica ci hanno detto di seguire l'ABCDE (nel corso di cardiologia, ancora il corso con le manovre di emergenza non c'è stato):
    -A(Airways): pervietà delle vie aeree.
    -B(Breathing): GAS, il pz. respira? Atti al minuto? Saturazione?
    -C(Circulation):polso carotideo, fc, ecg
    -D(Disability): sintomi neurologici
    -E: altro.
    Quello che ci è stato detto più volte è che non puoi proseguire senza che il punto precedente non sia risolto (se c'è un'ostruzione delle vie aeree non puoi fare il massaggio cardiaco).

    A statistica invece il prof ci ha mostrato uno studio su come una canzoncina cantata a mente aiutasse a scandire il tempo durante il massaggio. La canzone è Nelly the elephant. :D

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  48. Faccio una domanda stupida da 2a elementare: ma se espiriamo *anidride carbonica*, perchè si dice che con la respirazione artificiale diamo *ossigeno*?

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  49. @mattia:
    l'aria che inspiriamo normalmente è composta per il 21% da ossigeno, con anidride carbonica in tracce.
    l'aria che espiriamo è per il 17% ossigeno, circa 4% anidride carbonica.

    Quindi anche se più povera di ossigeno, è comunque a livelli tali da risultare utile.

    se poi vogliamo andare a fare le pulci, il volume che somministriamo al paziente deriverà in gran parte dalle prime vie aeree (bocca, faringe, laringe, trachea, bronchi) che non partecipano agli scambi gassosi -> la composizione tenderà a essere simile a quella dell'aria atmosferica.

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  50. Sono assolutamente profano, ma mi sembra che questa guida manchi di trattare l'eventualità che l'infortunato ricominci ad avere battito e respirazione autonoma.
    Non si dovrebbe controllare di tanto in tanto? Ad esempio prima o dopo i due soffi della respirazione artificiale?
    Oppure bisogna continuare a massaggiare e insufflare anche se il cuore e i polmoni si sono riattivati.

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  51. manca perché la possibilità è remota.
    faresti fatica a trovare un volontario del soccorso che ti racconti di un paziente resuscito senza defibrillazione o cure avanzate, diciamo che qualche chance ce l'ha soprattutto il paziente in arresto per cause esterne, come il folgorato.

    Proprio perché le possibilità sono esigue -e perché fare un massaggio su cuore battente non comporta grossi danni al muscolo- si è optato per NON verificare la ripresa di una attività spontanea, come diversamente specificato in precedenti protocolli.
    La tendenza attuale è infatti quella di interrompere le compressioni esterne il meno possibile, perché fattore prognostico di maggiore importanza.

    Poi ovvio, se si vedono dei movimenti da parte del paziente (segno di ripresa delle funzioni) la RCP si interrompe :)

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  52. Ciao a tutti,
    @elrango: in realtà la mancanza di uno dei punti A B C porta alle manovre di RCP. Se ad esempio si verifica un'ostruzione delle vie aeree il protocollo vuole, che con pz incosciente, vie aeree ostrutite (chi lo dice? siamo sicuri?) si parte il protocollo di rianimazione con le CTE che, tra le altre cose, sono utilizzate nel trattamento dell'ostruzione grave delle vie aeree in ambito extraospedaliero dai tecnici o volontari del soccorso. I nuovi protocolli in questo sono più basilari. Manca la B, amen si iniziano le CTE, manca la C (è morto!) CTE manca la D (perchè incosciente? allora si valuta la B...) è una catena se manca o la A o la B o la C (a maggior ragione) si inizia a comprimere.
    Come giustamente dice Thhh il protocollo permette di interrompere le compressioni se:
    - l'operatore è esausto
    - non si è più in condizioni di sicurezza (gira il detto: "un soccorritore ferito è un soccorritore inutile")
    - il pz: respira, apre gli occhi e si muove, nel caso manchi una sola delle tre condizioni, le CTE vanno protratte!

    Ciao,
    Matteo

    RispondiElimina
  53. American style: hard and fast ...
    Non cosciente chiama 911 e premi in mezzo al torace di continuo (min. 100 Max 120 b/m) fino arrivo soccorso esperto.
    Erc - Irc style: non cosciente valuta respiro, se anormale inizia compressione e chiama 118 - 112 (numero europeo emergenza) ... compressioni min 100 b/m ; 30:2 se mascherina di protezione presente. nb le compressioni toraciche hanno effetto pompa sia cardio che polmone, le ventilazioni non sono necessarie nel primo soccorso; il sangue è ancora carico di ossigeno e solamente non circolante.

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    Risposte
    1. dimenticavo... respiro anormale se manca anche solo uno dei seguenti aspetti: deve sollevarsi torace o addome, deve passare l'aria e almeno 2 volte in 10 secondi.

      Elimina
  54. www.heart.org/HEARTORG/CPRAndECC/HandsOnlyCPR/Hands-Only-CPR_UCM_440559_SubHomePage.jsp#mainContent

    RispondiElimina
  55. m.youtube.com/#/watch?desktop_uri=%2Fwatch%3Fv%3DJR0aZX1_TD8&v=JR0aZX1_TD8&gl=IT

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  56. Salve , volevo far notare l'assenza del primo punto reale del primo soccorso , la sicurezza dell'area , prima di cominciare qualsiasi procedura occorre verificare che l'area dove si stia intervenendo sia un area sicura , ad esempio iniziare la procedura in mezzo ad una strada e' pericoloso , meglio spostare la persona su un marciapiede oppure sul bordo della strada .

    RispondiElimina

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